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Allegato B
Seduta n. 165 del 6/6/2007
GIUSTIZIA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
l'ergastolo è la massima pena prevista nell'ordinamento giuridico italiano e, secondo l'articolo 22, primo comma, del codice penale «La pena dell'ergastolo è perpetua, ed è scontata in uno degli stabilimenti a ciò destinati, con l'obbligo del lavoro e con l'isolamento notturno»;
dalla pubblicazione del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero della giustizia «Dati statistici sulla popolazione penitenziaria - Effetti indulto» risulta che, al dicembre 2006, il numero dei condannati a scontare il carcere a vita è di 1.237 persone, l'otto per cento sul totale della popolazione carceraria;
su la Repubblica del 31 maggio 2007 è apparso sotto il titolo «La rivolta degli ergastolani "Condannateci a morte"» un articolo che riporta stralci di una drammatica lettera indirizzata al Presidente della Repubblica da parte di 310 condannati all'ergastolo in cui provocatoriamente chiedono che «la nostra pena all'ergastolo sia tramutata in pena di morte» perché «all'ergastolano rimane solo la vita. Ma la vita senza futuro è meno di niente (...). L'ergastolo è una pena stupida perché non c'è persona che rimanga la stessa nel tempo»;
nelle precedenti legislature e nell'attuale sono state presentate, nei due rami del Parlamento, diverse proposte di legge finalizzate all'abolizione dell'ergastolo e all'applicazione, in luogo di questo, di una pena di 30 anni di reclusione;
una parlamentare che si era rivolta al Presidente della Repubblica a nome dei 310 ergastolani autori della lettera sopra citata, ha ricevuto risposta attraverso il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, in cui si afferma - sempre secondo il citato articolo de la Repubblica - che: «Il Capo dello Stato guarda con grande attenzione ai temi della giustizia e, tra questi, a quelli che attengono alla libertà delle persone e alla funzione delle pene. Più volte il Presidente ha auspicato un "ripensamento dell'intero sistema sanzionatorio e della gestione delle pene". Le soluzioni di tali problemi, allo stato molto controverse, sono però di stretta competenza degli organi parlamentari e di governo che sapranno affrontarli con spirito costruttivo e la tensione ideale che richiedono»;
la Costituzione all'articolo 27, comma 3, recita: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;
da notizie di agenzie di stampa del 31 maggio 2007, si apprende che nella bozza di disegno di legge contenente la delega al Governo per l'emanazione della parte generale di un nuovo codice penale, composta da 57 articoli, all'articolo 30 è prevista l'abolizione dell'ergastolo e, dichiara il Presidente della Commissione ministeriale per la riforma del codice penale, Giuliano Pisapia, «rispetto alla proposta dell'abolizione dell'ergastolo ricordo che contro il "fine pena mai" si sono espressi autorevoli politici e giuristi, da Terracini ad Aldo Moro. In particolare lo statista Dc, negli anni in cui era dilagante il terrorismo e la criminalità organizzata, durante una lezione universitaria, dopo aver fatto una vera e propria requisitoria contro la pena di morte, ha equiparato la pena di morte e la pena dell'ergastolo». «Nel pieno rispetto di tutte le posizioni, è indispensabile, in ogni caso - aggiunge Pisapia - affrontare al più presto la riforma del sistema penale e, in particolare, del sistema sanzionatorio e confrontarsi anche, ma non solo esclusivamente, su un tema così delicato e difficile quale quello del "fine pena mai", senza strumentalizzazioni o demonizzazioni ma cercando una soluzione, il più possibile condivisa, che sappia conciliare il rispetto dei principi costituzionali
col dovere di garantire la sicurezza di tutti. Certo è che - conclude - indipendentemente dal mantenimento o meno della pena dell'ergastolo, non è più procrastinabile dare al nostro Paese un codice penale non fallimentare e inefficace quale quello attuale» -:
quale sia il giudizio del Ministro della giustizia sulle questioni poste nella lettera indirizzata al Presidente della Repubblica da parte di 310 ergastolani, sul citato «ripensamento dell'intero sistema sanzionatorio e della gestione delle pene» e, in particolare, sull'ipotesi di superamento della pena dell'ergastolo.
(2-00582) «Boato».
Interrogazioni a risposta scritta:
CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la COFRA srl azienda che produce calzature antinfortunistiche a Barletta impiegando 350 dipendenti, vive in perenne stato di conflittualità con la locale CGIL il che può disincentivare gli investimenti futuri nello stabilimento di Barletta, che sarebbero dirottati altrove;
il titolare della COFRA dottor Cortellino aveva presentato denuncia penale per i reati di falsa testimonianza e tentativo di estorsione in danno dell'azienda posto in essere da parte di 15 ex dipendenti e tale denuncia è stata archiviata su richiesta della Procura e disposta dal GIP del Tribunale di Trani;
il dottor Cortellino ha presentato alla Procura del Tribunale di Lecce una denuncia penale nei confronti dei due Magistrati di Trani PM dottor Giuseppe Maralfa e GIP dottor Roberto Oliveri del Castillo per accertare un eventuale reato di abuso d'ufficio;
in data 8 maggio 2007 l'amministratore unico della COFRA ha scritto al Ministro della Giustizia e al presidente del CSM chiedendo di disporre un'immediata ispezione presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Trani con riferimento a quello che definisce il «grave e inspiegabile episodio di archiviazione» relativo alla denuncia di falsa testimonianza finalizzata al tentativo di estorsione a danno dell'azienda -:
se non ritenga urgente ed indispensabile corrispondere positivamente alla richiesta avanzata dall'Amministratore della COFRA dottor Cortellino.
(4-03884)
SANZA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'Azienda COFRA s.r.l. presente nel settore calzaturificio antinfortunistico con sede sociale a Barletta e con un numero di dipendenti pari a 350;
essa vanta a livello mondiale nel settore commerciale sopra indicato un giusto riconosciuto primato e la stessa riceve dalla locale CGIL quotidiani ed ingiusti attacchi sindacali con pericolo di indurre l'azienda a disattivare gli investimenti futuri per dirottarli altrove;
il Direttore amministrativo unico della COFRA - Dr. Giuseppe Cortellino - era dovuto ricorrere al giudice penale per i reati di falsa testimonianza ed estorsione in capo all'azienda posta in essere da 15 ex dipendenti;
lo stesso Cortellino ha dovuto investire la Procura della Repubblica di Lecce per perseguire, se del caso, per il reato di abuso di ufficio i giudici di Trani, Del Castillo e Maralfa, e nel contempo ha ritenuto di presentare istanza di intervento ad ispezione immediati presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Trani al Ministro della Giustizia e al Presidente del Consiglio superiore della magistratura sempre per la immotivata disposta archiviazione della denuncia sopra menzionata dai giudici sopra indicati -:
se ritenga di voler corrispondere positivamente alla istanza inoltrata dall'Amministratore Unico del COFRA Dr. Giuseppe Cortellino.
(4-03885)