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Allegato B
Seduta n. 169 del 13/6/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
CANNAVÒ e MASCIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 9 giugno si è svolta a Roma una manifestazione nazionale con corteo da piazza della Repubblica a piazza della Repubblica a piazza Navona con percorso regolarmente autorizzato dalla Questura di Roma e concordato con le autorità competenti;
tale manifestazione, contro la presenza in Italia del presidente Usa George W. Bush era ampiamente pubblicizzata e prevedeva da diversi giorni una forte partecipazione nazionale con spostamenti in prevalenza dal Nord;
gli organizzatori della manifestazione, consapevoli dell'ampiezza della partecipazione hanno preallertato le autorità competenti e soprattutto avviato una trattativa con Trenitalia S.p.A. per provvedere a un sistema di trasporto in grado, nel rispetto dell'azienda di trasporto, di rendere possibile lo spostamento del maggior numero di persone senza provocare appesantimenti al servizio o disagi agli altri passeggeri;
la politica di Trenitalia, riscontrabile dai comunicati stampa dell'azienda ferroviaria, è stata alquanto inflessibile in relazione agli sconti praticabili sia pure in presenza di una mobilitazione eccezionale con possibili e prevedibili ricadute sia sulla viabilità ferroviaria che sulla sicurezza dei passeggeri e dei manifestanti;
per risolvere il problema Trenitalia ha offerto agli organizzatori treni «charter» a un costo particolarmente elevato, sostenendo che si tratta della stessa tariffa che generalmente si applica a organizzazioni sindacali e politiche evidentemente dotate di mezzi finanziari ben superiori a quelli in dotazione ad associazioni, comitati e sindacati di base;
le implicazioni di ordine pubblico della vicenda erano ampiamente prevedibili visto il preventivabile spostamento in massa di manifestanti;
la rigidità di Trenitalia e il contemporaneo schieramento massiccio di forze di polizia nelle stazioni ha contribuito a creare un clima di tensione e di contrapposizione che si è riverberato sia sui manifestanti che sugli stessi uomini in servizio e che ha avuto ripercussioni sui passeggeri di Trenitalia nonché sulle strutture stesse delle stazioni ferroviarie;
non esiste un piano nazionale di intervento che collegando esigenze di ordine pubblico e di trasporto consenta, in caso di manifestazioni di massa di particolare rilevanza, di realizzare condizioni di trasporto accessibili a un largo pubblico e concordate per tempo con l'azienda ferroviaria;
questo aspetto rappresenterebbe un'ottima soluzione per garantire il diritto alla mobilità per chi manifesta, rispettando le esigenze dei passeggeri occasionali e garantendo così una condizione di sicurezza e di agibilità nelle stazioni;
la mancanza di un tale quadro nazionale rende un diritto costituzionalmente garantito come quello di manifestare, solo un caso di ordine pubblico. Come dimostrano le tensioni verificatesi alla stazione Tiburtina di Roma la sera del sabato o l'occupazione simbolica dei binari verificatasi nelle stazioni di Padova e Venezia Mestre la mattina del 9 giugno, occupazioni e manifestazioni che rischiano di essere catalogate solo nell'ambito del reato o dell'illecito amministrativo invece che rientrare nella protesta pacifica -:
se i Ministri competenti intendano avviare un'indagine amministrativa per chiarire le eventuali responsabilità di Trenitalia nella gestione di eventi che comportano il trasporto di persone legato alla partecipazione a manifestazioni di massa vista la reiterata indisponibilità dell'azienda a provvedere efficacemente e in tempo all'individuazione di soluzioni ottimali;
se il governo intenda definire un orientamento condiviso anche con strutture e organizzazioni sociali al fine di consentire la partecipazione a manifestazioni nazionali e al contempo possa costituire un riferimento stabile sia per l'azienda ferroviaria che per le forze dell'ordine;
se i ministri competenti intendano garantire il diritto alla mobilità e alla libertà di manifestare a partire dal libero accesso alle manifestazioni di partenza, limitando la presenza di forze dell'ordine solo a casi di effettiva necessità o in presenza di eventi per i quali normalmente è richiesto l'intervento delle forze di polizia.
(3-00969)
Interrogazione a risposta in Commissione:
UGGÈ, DI CAGNO ABBRESCIA, TORTOLI, SANZA e DELLA VEDOVA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 5 agosto 2005, dopo verifiche sul luogo, con decreto apposito, il Presidente del Consiglio dei ministri riconosceva lo stato di emergenza del territorio del comune di Sondrio, minacciato dalla frana di Spriana;
in data 29 settembre, con conseguente ordinanza venivano assegnati contributi al fine di consentire il proseguimento dei lavori atti a realizzare il by-pass per mettere in sicurezza le popolazioni residenti nella zona di Sondrio;
in data 18 novembre il prefetto di Sondrio veniva nominato Commissario delegato per fronteggiare la situazione di pericolo determinata dalla frana di Spriana;
in data 26 gennaio il Commissario comunicava al Sindaco di Sondrio che la Regione Lombardia aveva contratto il mutuo ai sensi dell'ordinanza del Presidente del Consiglio da destinare per euro 11.617.008,32 per gli interventi conseguenti alla frana di Spriana;
in data 7 maggio 2007 il sindaco di Sondrio dott.ssa Bianca Bianchini segnalava al Presidente del Consiglio che l'esaurimento dei fondi stanziati impedisce di fatto l'attivazione del lotto funzionale dell'opera per la messa in sicurezza della città di Sondrio e richiedeva di conoscere quali fossero gli orientamenti del Governo sullo stato di emergenza e soprattutto se lo stesso ritenesse fossero venute meno le condizioni di grave pericolo riconosciuto che avevano determinato la messa a disposizione di risorse -:
se ritenga esistano ancora le condizioni di grave pericolo e se intenda assegnare le risorse ancora necessarie alla messa in sicurezza dei cittadini del capoluogo valtellinese, sapendo fin d'ora che le eventuali conseguenze di disinteresse non potrebbero che ricadere su chi ha la responsabilità di Governo.
(5-01130)
Interrogazioni a risposta scritta:
SMERIGLIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il personale delle Poste Italiane S.p.A. in comando presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in tutto trenta lavoratori, più volte ha presentato istanza di trasferimento nei ruoli del personale del medesimo dicastero;
tali istanze non sono mai state accolte positivamente dai vari organismi tecnici, perché non c'è mai stato un particolare interesse alla stabilizzazione di detto personale, mediante intervento del legislatore;
a detta degli organi tecnici tale difficoltà risulterebbe dal fatto che il personale in questione è dipendente di società di diritto privato, benché appartenente al soppresso Ministero delle poste e telecomunicazioni, trasformato prima in Ente Pubblico Economico dal 1992 al 1997, e successivamente convertito in Poste Italiane S.p.A., il 1o marzo 1998, a totale capitale pubblico, condizione ancora in essere poiché non esiste la quotazione delle azioni in borsa dell'Azienda Poste;
i trenta lavoratori sono impiegati presso due sole direzioni generali: Protezione natura e qualità della vita e, a differenza del personale di ruolo, non percepiscono buoni pasto e tanto meno fruiscono del Fondo unico di amministrazione (FUA), né sono mai stati interpellati per i vari concorsi interni per la progressione della carriera, generando una evidente sperequazione di trattamento;
tali problematiche sembravano risolvibili nelle due riunioni dei 15 dicembre 2006 e 4 gennaio 2007 con il Vice Capo di Gabinetto, il Direttore generale per i Servizi interni e le Organizzazioni sindacali sulla stabilizzazione del personale MATTM, mediante procedure molto più snelle, per l'inserimento nei ruoli del personale «comandato», rispetto al personale «precario»;
tale soluzione teneva conto di una provata e qualificata professionalità acquisita, dal personale in questione, in questi anni di lavoro presso il suddetto Ministero, riconosciuta dagli stessi Dirigenti dei MATTM;
non va dimenticato, inoltre, che tutti i dipendenti comandati di Poste Italiane sono vincitori di concorso pubblico e inquadrati nei ruoli dell'Amministrazione statale e che agli stessi è stata negata la possibilità di opzione di rimanere nei ruoli dello Stato, come a suo tempo fu invece offerta ad altri dipendenti del Ministero poste e telecomunicazioni, determinando nei fatti una sperequazione tra lavoratori di una stessa Amministrazione statale;
attualmente, se non sarà trovata immediatamente una soluzione più che dovuta nei confronti di tali lavoratori, gli stessi, dopo nove anni di lavoro presso il Ministero in oggetto, rischiano il prossimo 14 giugno, in virtù dell'entrata in vigore del «Regolamento per il riordino degli organismi operanti presso il Ministero dell'ambiente a norma dell'articolo 29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006», di essere rispediti negli uffici di provenienza in tutta Italia -:
se non si ritenga doveroso, nel rispetto di quanto fatto sino ad oggi da questi lavoratori e in virtù di quanto sopra esposto, intervenire urgentemente al fine di «sanare» tale situazione consentendo loro di potere continuare, in maniera qualificata, la loro attività all'interno del Ministero dell'ambiente al pari e nelle stesse condizione degli altri lavoratori.
(4-03980)
GALANTE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 185 del 1990 all'articolo 1 sancisce che le operazioni di esportazione, importazione e transito dei materiali d'armamento, nonché la cessione di licenze di produzione, devono essere conformi alla politica estera, di difesa e di sicurezza dell'Italia, regolamentate secondo i principi della Costituzione italiana che ripudia la guerra come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali;
sempre all'articolo 1 la legge n. 185 introduce specifici divieti ad effettuare transazioni commerciali con l'estero qualora i materiali siano destinati a paesi in stato di conflitto armato in contrasto con i principi dell'articolo 51 della carta delle Nazioni Unite, o dove vengano perpetrate da parte dei rispettivi governi gravi violazioni delle Convenzioni internazionali in materia di diritti dell'uomo, o a Paesi beneficiari degli aiuti ai sensi della legge n. 49 del 1987 che destinino al proprio bilancio militare risorse eccessive;
sempre all'articolo 1 la legge n. 185 escluderebbe dall'applicazione delle disposizioni di legge i transiti tra Paesi NATO;
secondo la «Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, nonché dell'esportazione e del transito dei prodotti ad alta tecnologia per l'anno 2006» il primo nella graduatoria dei Paesi destinatari dell'export italiano sono gli Usa (euro 349.600.000 con una percentuale del 15,95 per cento sul totale) che importano la flotta di elicotteri presidenziali - il cui sponsor politico, l'ex deputato repubblicano Curt Weldon, è ora sotto inchiesta -, siluri, razzi, missili, accessori, navi da guerra, esplosivi militari e armi automatiche di tutti i calibri;
gli Usa sono un Paese in guerra - ad avviso dell'interrogante in contrasto con i principi dell'articolo 51 della carta delle Nazioni Unite - in Afghanistan con l'operazione Enduring freedom e in altre aree instabili, come nel caso della Somalia, dove interviene unilateralmente con l'unica motivazione della cosiddetta «guerra preventiva»;
ad avviso dell'interrogante gli Usa contravvengono, e lo hanno fatto recentemente e impunemente, alle varie Convenzioni internazionali sui diritti umani, il caso più eclatante è quello di Guantanamo, quello che più da vicino tocca l'Italia è quello del sequestro di Abu Omar;
il programma elettorale dei partiti che sostengono il Governo italiano prevede, in materia di commercio delle armi, l'impegno per un più cogente rispetto delle disposizioni che lo impediscono con quei Paesi che violano i diritti umani o che siano coinvolti in conflitti -:
se ritenga che i vincoli derivanti dall'Alleanza atlantica siano condizione sufficiente per vanificare di fatto il dettato costituzionale che ripudia la guerra come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali;
se non ritenga che sia il caso di portare criticamente queste problematiche nel contesto della verifica del trattato della Nato;
se non ritenga infine che gli elettori si aspettino un'interpretazione più attenta - riguardo all'impegno preso per un più cogente rispetto delle disposizioni che impediscono il commercio delle armi con quei paesi che violano i diritti umani o che siano coinvolti in conflitti - del programma elettorale dei partiti che sostengono la coalizione governativa.
(4-03992)
CATANOSO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
con l'ordinanza n. 3295 del 27 giugno 2003, il Dipartimento nazionale della Protezione Civile ha inteso intervenire allo scopo di affrontare gli incendi boschivi che quell'anno colpirono duramente l'intero territorio nazionale;
con due successive Ordinanze, la 3300 dell'11 luglio 2003 e la 3315 del 2 ottobre 2003, veniva riconosciuto agli equipaggi di volo del Corpo forestale dello Stato e dei Vigili del fuoco un compenso aggiuntivo di 600 euro mensili per tutta la durata dello stato d'emergenza;
sempre il Dipartimento nazionale della Protezione civile accreditava alla direzione centrale per le risorse finanziarie del Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, la somma di 707 mila euro a copertura di circa il 50 per cento del fabbisogno a copertura del pagamento di tale indennità straordinaria;
da allora nessun altro stanziamento è stato effettuato dalla Protezione civile nazionale verso i Vigili del fuoco, a differenza del personale di volo del Corpo forestale dello Stato a cui è stata pagata l'intera indennità fin dal 2004 -:
per quale altro capitolo di spesa siano stati destinati successivamente questi fondi;
se intenda stanziare nuovamente le somme a cui hanno diritto il personale di volo dei Vigili del fuoco e che attendono dal 2004.
(4-03993)