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Allegato B
Seduta n. 171 del 18/6/2007
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta scritta:
CRAPOLICCHIO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'intero iter progettuale, relativo ai progetti definitivo, generale ed esecutivo del nuovo palazzo di giustizia di Mantova, presenta aspetti discutibili che altri soggetti intervenuti sulla medesima questione hanno posto all'attenzione dell'Autorità giudiziaria e lo stesso progetto pone in evidenza quelle che all'interrogante appaiono essere gravi irregolarità, in particolare in violazione delle seguenti leggi, regolamenti e norme: legge n. 109 del 1994 e successive modificazioni e integrazioni; decreto del Presidente della Repubblica n. 554 del 1999; legge urbanistica n. 1150 del 1942 e successive modificazioni e integrazioni; legge n. 122 del 1989; legge n. 1089 del 1939 e successive modificazioni e integrazioni; deliberazione della giunta regionale lombarda 7/193 del 28 giugno 2000, istitutiva del parco regionale del Mincio; P.R.G.C. del comune di Mantova e relative N.T.A.;
mancano, inoltre, presupposti tecnici e giuridici essenziali:
a) il 1o stralcio esecutivo, infatti, non integra lotto funzionale;
b) è scaduta l'efficacia dell'autorizzazione paesistica ai sensi dell'articolo 16 del Regolamento approvato con regio decreto 3 giugno 1940 n. 1357 ed articolo 46 del testo unico espropri (decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001 e successive modificazioni) e la relazione paesaggistica, a suo tempo prodotta, non risulta redatta secondo i criteri e contenuti successivamente fissati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 dicembre 2005 e dal punto 2.4.6. dell'allegato B della D.G.R. Lombardia n. 8/2121 del 15 marzo 2006: «Criteri e procedure per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della legge regionale 11 marzo 2005 n. 12»;
c) non si è proceduto alla preventiva verifica dell'interesse archeologico del sito ai sensi dell'articolo 96 del Codice appalti pubblici del 2006;
d) manca poi il «quadro esigenziale», previsto dalla legge quadro sui lavori pubblici, sostituito ad avviso dell'interrogante con una procedura non rispettosa della norma vigente con un elenco informale e non pertinente di pareri favorevoli espressi dalla Commissione per la manutenzione del tribunale di Mantova e dalla Corte d'appello di Brescia;
non è stata risolta la problematica dei parcheggi di pertinenza del nuovo Palazzo di Giustizia, che sin dalla iniziale proposta dell'intervento, era stata considerata e quindi deliberata quale condizione ineliminabile affinché il progetto preliminare potesse trasformarsi in elaborato esecutivo e ciò perché la completa realizzazione dei parcheggi risulta indispensabile per la fruibilità dell'opera stessa, in particolare in una città che, anche a causa delle sue caratteristiche geografiche, lamenta una grave mancanza di parcheggi;
il Ministero della giustizia, dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi, con nota prot. n. 2008 del 19 gennaio 2006, pervenuta al Comune di Mantova il 30 gennaio 2006, precisa, tra le altre osservazioni, che «la sola acquisizione del terreno non risolverebbe i problemi degli uffici giudiziari di Mantova con l'aggravio per questo Ministero di immobilizzare per un tempo indefinito una somma in conto capitale utile per opere a più breve respiro»;
inoltre, con la stessa nota, il Ministero precisa pure, rammentandolo al Comune di Mantova, che il Comune stesso «ha formalizzato il solo acquisto dell'area e non si ha alcuna notizia sul progetto del primo lotto di lavori che superi le criticità
segnalate dal Consiglio Superiore (dei lavori pubblici) nel voto n. 320, come già richiesto con nostra nota n. 4/805/2003 del 19 maggio 2003»;
il cosiddetto progetto esecutivo del primo lotto lavori risulta non rispondere alle caratteristiche richieste per il così detto progetto funzionale (confronta pagina 7 del voto n. 320/01), poiché il «progetto generale definitivo non è stato suddiviso in lotti», come, in modo secondo l'interrogante non rispondente a verità, hanno affermato gli stessi progettisti del nuovo Tribunale (confronta pagina 8 del voto summenzionato);
la nota prot. n. 2008, in data 19 gennaio 2006, del Ministero della giustizia, dunque, ristabilisce le condizioni originarie e veritiere sull'intera vicenda oltre a palesare come il comportamento della precedente giunta comunale di Mantova che ha gestito direttamente i contatti con il Consiglio superiore dei lavori pubblici, induca a ravvisare un comportamento amministrativo poco trasparente che si è anche prestato a richieste di intervento da parte della magistratura ad opera di cittadini preoccupati dall'insorgenza di atti illegittimi ed irregolari, (viene lamentato, infatti, come nel luglio 2003 il Consiglio medesimo abbia accettato la proposta dell'ex sindaco del Comune di Mantova di ritirare il progetto esecutivo del 1o lotto del nuovo palazzo di Giustizia di Mantova che difettava di una delle condizioni essenziali del progetto per poter procedere, ovvero la mancanza dell'aspetto relativo la funzionalità che avrebbe impedito allo stesso Consiglio superiore dei lavori pubblici di poter esprimere un parere favorevole sullo stesso progetto definitivo generale);
l'intera pratica del nuovo Palazzo di Giustizia di Mantova risulterebbe quindi, ad avviso dell'interrogante, viziata da pregiudizi ed irregolarità oltre che da una procedura che lederebbe l'interesse pubblico -:
se sia intenzione del Governo abbandonare il finanziamento di un progetto di un nuovo palazzo di Giustizia di Mantova che, già oggi, ha visto lievitare il suo costo complessivo da lire 103.865.038.830 pari ad euro 53.641.815,86, nel 2001, ad euro 58.975.643,24, nel 2003, e, successivamente, ad euro 65 milioni circa nel 2005, con un aumento di circa 12 milioni di euro, in soli cinque anni ed in sola fase progettuale, considerato che la proposta di edificare detto palazzo ha dato vita ad una nutrita serie di polemiche e perplessità da parte della stessa cittadinanza mantovana, di molti partiti, amministratori di diversa appartenenza politica e partitica che la dicono essere un'opera inutile, sovradimensionata eccessivamente costosa e situata in luogo (il quartiere di Fiera Catena, in Mantova) incompatibile dal punto di vista urbanistico, storico-artistico, archeologico, ambientale e paesistico;
se il Governo intenda finanziare le opere per restaurare la facciata dell'attuale tribunale di Mantova, sito in via Poma, e quelle per la messa in sicurezza di determinati impianti;
se il Governo intenda includere l'intero quartiere di Fiera Catena, di notevole interesse paesistico e di alto pregio storico-artistico, nella zona perimetrata in rosso proposta per l'inserimento del Comune di Mantova nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco, rettificando la perimetrazione della zona stessa sulla planimetria allegata al protocollo di intesa firmato, di recente, dallo stesso Comune e, tra gli altri, dal Ministero per i beni e le attività culturali.
(4-04067)