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Allegato B
Seduta n. 171 del 18/6/2007
...
INTERNO
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
la situazione dei VV.FF. è giunta ad un tale livello di criticità da pregiudicare grandemente l'efficacia e l'efficienza dei compiti ad essi assegnati;
da mesi i rappresentati sindacali di categoria denunciano: fondi insufficienti - secondo fonti sindacali, le risorse ordinarie negli ultimi anni sarebbero state ridotte del 40/50 per cento; mezzi obsoleti, per i quali mancano i fondi sia per la sostituzione per la manutenzione; carenza di personale causato dal blocco del turn over - sempre secondo fonti sindacali, mancherebbero 3/4 mila in organico; ricorso straordinario, fino al 30 per cento, di volontari; pesanti indebitamenti delle caserme per quanto riguarda le utenze;
per fermarsi solo ad alcuni casi recenti (tratti da un articolo della Stampa on line del 4 giugno scorso e dal sito della funzione pubblica CGIL), si possono citare:
1) la chiusura per un'intera giornata del distaccamento modenese di S. Felice sul Panaro per mancanza di personale;
2) il funzionamento regolare soltanto di un mezzo lagunare su sette a Venezia;
3) l'annunciata chiusura dei distaccamenti pesaresi di Fano, Urbino, Cagli e Montefeltro nonostante l'inizio della stagione estiva;
4) il funzionamento solo estivo e per alcune ore del giorno del distaccamento ravennate di Cervia;
5) le periodiche sospensioni del servizio del distaccamento piacentino di Bobbio;
6) l'intervento prefettizio che ha salvato, anche se temporaneamente, le caserme bolognesi dall'annunciata interruzione per morosità del servizio di erogazione ENEL dell'energia elettrica ...e l'elenco potrebbe continuare a lungo;
a testimonianza delle difficoltà crescenti, si moltiplicano le iniziativa di protesta, le mobilitazioni, le campagne di informazioni, gli scioperi sia a livello nazionale che locale, le richieste di attenzione rivolte a Parlamento, Governo, Regioni ed EE.LL.;
nel corso dell'audizione, svoltasi lo scorso 30 maggio scorso davanti alla I Commissione «Affari Costituzionali» della Camera, il Ministro dell'Interno ha manifestato la sua preoccupazione per le scarse risorse a disposizione del Viminale, affermando che quest'anno il ministero ha maturato debiti per 408 milioni di euro per canoni di affitto, bollette e altre forniture e ha registrato la mancata affluenza nei propri capitoli di ben 220 milioni di euro a causa della non rassegnazione, secondo una norma della finanziaria che da alcuni anni prevede che le somme dovute da terzi a una amministrazione affluiscano al Tesoro e poi siano riassegnate all'amministrazione dovuta solo nei limiti della media del biennio precedente;
nel corso della medesima audizione, il Ministro ha ritenuto attuali e gravi le difficoltà nelle quali versano i vigili del fuoco, rilevandone la svantaggiata condizione rispetto al comparto della Protezione civile, dal momento che a fronte degli scarsi mezzi, non possono contare sull'utilizzo dello strumento delle cosiddette «ordinanze in deroga»;
come si intenda intervenire, a fronte della grave situazione denunciata in premessa e confermata dallo stesso Ministro Amato, per salvaguardare un livello qualitativo adeguato del servizio dei VV.FF, garantendo mezzi, uomini, risorse necessari per consentire loro di poter svolgere il prezioso ed insostituibile ruolo ad essi affidato a protezione della incolumità e sicurezza dei cittadini -:
quali siano le iniziative attuabili a breve termine per risolvere almeno le situazioni di maggior disagio;
se, al di là delle difficoltà economiche che affliggono il comparto, vi sia l'intenzione
da parte del Governo di mettere mano alla modifica della Legge delega n. 252 del 2004 e del conseguente decreto legislativo n. 217 del 2005, strumenti normativi messi in campo dal precedente Governo, che sono oggetto di critiche da parte dei sindacati e dei lavoratori per le conseguenze che hanno prodotto e anche degli Enti locali, visto che si è rallentato e reso farraginoso un reale processo di decentramento dell'attività amministrativo/gestionale, precedentemente avviato, che nulla toglieva all'unità del Corpo Nazionale dei VV.FF. e che tendeva a riqualificare il servizio, integrandolo e modulandolo sulle esigenze del territorio.
(2-00610) «Mungo, Mascia, Burgio».
Interrogazione a risposta in Commissione:
VOLONTÈ e FORLANI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Ostra Vetere (AN) lamenta un importo dei trasferimenti erariali di gran lunga inferiore a quelli rilevati per altri comuni di minore densità demografica e di superficie presenti nel territorio contiguo;
a causa delle difficoltà finanziarie il Comune citato ha già dovuto alienare due immobili per coprire i debiti fuori bilancio degli ultimi due anni;
nonostante il consistente aumento dei tributi locali le difficoltà finanziarie permangono, anche a causa dei tagli operati dalla Regione Marche ai trasferimenti per il finanziamento dei servizi sociali -:
se non ritenga di riesaminare i contributi assegnati e verificarne l'esattezza, anche in relazione ai maggiori contributi assegnati ai comuni limitrofi che possiedono requisiti demografici e di superficie inferiori a quelli del Comune di Ostra Vetere, al fine di evitare che l'ente sia costretto a dichiarare il dissesto finanziario.
(5-01152)
Interrogazioni a risposta scritta:
MASCIA e ROCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 12 giugno si sono svolte in diverse città d'Italia manifestazioni organizzate unitariamente da Spi-Cgil e Fnp-Cisl. Una di queste si è svolta anche nella città di Roma. I sindacati dei pensionati chiedevano più soldi per le pensioni e l'approvazione della legge sulla non-autosufficienza. A Roma la manifestazione si è articolata in un affollato sit-in a Piazza Santissimi Apostoli;
alle ore 10:59 dello stesso giorno l'agenzia stampa Dire ha comunicato che come preannunciato il giorno precedente dalle categorie sindacali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio il presidio di Piazza Santissimi Apostoli si sta trasformando in una «passeggiata» verso Palazzo Chigi;
la stessa agenzia stampa riporta che «lo spostamento alla spicciolata verso la sede del Governo fa seguito al divieto - giudicato inspiegabile dai sindacati - opposto dalla Questura di Roma alla richiesta di una simbolica catena umana dei pensionati intorno ai «palazzi del potere» romani;
il Corriere della Sera del giorno 13 giugno riporta che alcuni pensionati si sarebbero recati infatti alla spicciolata verso Palazzo Chigi e a questo proposito il giornalista Rinaldo Frignani scrive che «un gruppo che si era staccato dal sit in principale a Santissimi Apostoli è stato bloccato dalle forze dell'ordine in Piazza Colonna. Gli agenti avrebbero intimato a tutti di togliersi i berretti e di chiudere gli ombrelli con le insegne dei sindacati. Secondo i pensionati ci sarebbero stati spintoni e minacce. Sarebbero volati anche qualche paio di occhiali e hanno aggiunto "hanno identificato tutti i presenti e anche alcuni dirigenti sindacali"»;
a confermare l'accaduto il giorno prima l'ANSA alle ore 11:34 riportava che
«le forze dell'ordine hanno disperso alcuni capannelli che a gruppi si stavano avvicinando a Palazzo Chigi»;
a commento di ciò lo stesso segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ha affermato a diverse agenzie stampa (ANSA, APCOM, ADNKRONOS, 9COLONNE) di essere «dispiaciuto e preoccupato per il comportamento delle forze dell'ordine. Protesto fortemente per un comportamento inqualificabile verso i pensionati e persone anziane che non facevano altro che protestare». Bonanni ha poi aggiunto che «si tratta di un atto gravissimo per il quale protesteremo formalmente con il Ministro dell'interno Giuliano Amato. Vogliamo ragione - ha concluso - di un comportamento inqualificabile, di uno zelo eccessivo che viola le libertà più elementari»;
la Stampa del 13 giugno riporta, inoltre, a riprova della gravità degli avvenimenti, che i segretari del Lazio di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro con il Questore di Roma per capire i motivi «di una reazione certamente non proporzionata ai reali rischi rappresentati dal passaggio di alcune decine di terribili settantenni armati di palloncini e cappellini colorati»;
sempre secondo la giornalista della Stampa Flavia Amabile, nel pomeriggio il questore Marcello Fulvi avrebbe fatto una telefonata ai tre dirigenti sindacali. Al termine la Questura smentisce atti di forza, ammette che si sono verificati «alcuni episodi di lieve entità, dovuti all'eccesso di zelo»;
è successo in altre occasioni che alcuni esponenti delle forze dell'ordine nei pressi di Palazzo Chigi abbiano usato la forza verso manifestanti inermi e senza che ve ne fosse motivo -:
se non ritenga l'intervento delle forze dell'ordine sproporzionato e ingiustificabile di fronte ad una manifestazione di pensionati;
se sia a conoscenza di chi ha impartito l'ordine di allontanare i manifestanti adottando tali comportamenti.
(4-04046)
ANGELO PIAZZA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il permesso di soggiorno per il lavoro stagionale è disciplinato dall'articolo 24 del testo unico sull'immigrazione (decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e successive modifiche e integrazioni);
l'articolo citato prevede che il datore di lavoro che intende instaurare in Italia un rapporto di lavoro subordinato a carattere stagionale con uno straniero deve presentare all'ufficio periferico del Ministero del lavoro e della previdenza sociale competente per territorio (Sportello Unico per l'immigrazione) apposita richiesta nominativa;
l'autorizzazione al lavoro stagionale (nulla osta) rilasciata dallo Sportello Unico per l'immigrazione può avere la validità minima di venti giorni e massima di sei mesi, o di nove mesi nei settori che richiedono tale estensione;
il lavoratore straniero, una volta ottenuto il nulla osta dallo Sportello Unico, è tenuto a richiedere alla competente Rappresentanza diplomatico-consolare il visto di ingresso entro il termine di validità del nulla osta;
molte associazioni datoriali e sindacali hanno evidenziato le difficoltà oggettive che riscontrano gli stranieri da impiegare nel settore turistico-alberghiero ad ottenere in tempo utile dalle Rappresentanze diplomatico-consolari competenti il visto di ingresso;
le istanze per ottenere il visto di ingresso vengono, infatti, esaminate dalle Rappresentanze diplomatico-consolari in tempi troppo lunghi e, nella maggior parte dei casi, quando la stagione in cui il lavoro dovrebbe essere svolto è quasi al termine;
la difficile situazione venutasi a determinare svuota di significato tutto l'apparato normativo ed amministrativo previsto dal testo unico sull'immigrazione -:
quali iniziative il Ministro dell'interno ed il Ministro degli esteri intendano
attivare al fine di risolvere questa incresciosa situazione e permettere l'effettiva regolarizzazione del lavoro stagionale per gli stranieri.
(4-04047)
FRATTA PASINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il tradizionale mercato domenicale di Porta Portese rappresenta un appuntamento importante per Roma e i suoi cittadini, ma anche una meta per i turisti che visitano la città;
da tempo il mercato di Porta Portese si svolge in un clima di grave insicurezza, causato dalla scarsa presenza e quindi dalla poca sorveglianza da parte delle forze dell'ordine e della Polizia municipale;
specialmente nelle ore di punta della tarda mattinata, caratterizzate da un grande affollamento di persone che si recano al mercato, si verificano episodi di microcriminalità, tra cui borseggi, taccheggi e furti, che generano condizioni di grave insicurezza non solo per le persone che si recano al mercato, ma anche per coloro che hanno un esercizio commerciale sia stabile che ambulante;
a ciò si aggiunge anche la carenza dell'opera di contrasto da parte della Polizia municipale nei confronti dell'abusivismo commerciale, fatto che contribuisce a determinare una cornice di sostanziale e diffusa illegalità;
è urgente ed indispensabile rafforzare i controlli preventivi e repressivi da parte delle Forze dell'ordine e della Polizia municipale, operazione che non dovrebbe essere particolarmente difficile in quanto il mercato di Porta Portese è un evento circoscritto nel tempo e nello spazio;
tale rafforzamento significherebbe dare concretezza ai tanto pubblicizzati Patti per la sicurezza siglati tra il Governo e i sindaci di alcune grandi città italiane, finalizzati a garantire tutela e legalità sul territorio -:
quali azioni urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze, per risolvere concretamente i problemi evidenziati in premessa.
(4-04048)
ACERBO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 13 ed il 14 di questo mese la sede del Partito della Rifondazione Comunista di Avezzano (Aq) è stata imbrattata con scritte fasciste inneggianti al duce;
tale episodio è l'ultimo di una lunga serie di danneggiamenti e intimidazioni con scritte simili subite dalle sedi del Partito di Montesilvano, Sambuceto, Penne, Pescara e Teramo, che sono state puntualmente denunciate anche con interrogazioni alle quali, fino ad ora, non sono state date risposte;
gli autori di tali azioni non sono stati mai individuati -:
quali iniziative intenda intraprendere per cercare di impedire tali azioni, visto che si susseguono con impressionante periodicità e solo a danno del Partito della Rifondazione Comunista, e per ripristinare l'agibilità democratica dei militanti impegnati nella difesa della legalità.
(4-04062)
SPERANDIO e FRIAS. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della solidarietà sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 4 giugno 2007 una delegazione di venditori ambulanti immigrati, in possesso di regolari licenze per il commercio itinerante, si recava presso la sede municipale di Cà Farsetti, dove si sarebbe discusso il nuovo regolamento comunale sul commercio ed il suo eventuale adeguamento agli indirizzi della legge regionale n. 10/2001;
l'intento, manifestato in forma assolutamente pacifica, era quello di portare a conoscenza del sindaco e dei consiglieri
comunali, la drammatica situazione in cui versano i venditori ambulanti di Venezia, per effetto di un clima di vessazione ed arbitraria criminalizzazione della loro attività;
sono all'ordine del giorno, infatti, sequestri ingiustificati della merce, arresti non motivati, identificazioni e fermi irrituali, non sempre condotti nel pieno rispetto dei diritti personali;
si segnalano le affermazioni insinuanti ed infondate del vicesindaco Michele Vianello che, senza briciolo di prova, ha definito, pubblicamente, i venditori ambulanti come l'ultimo anello di una catena criminale che avrebbe radici addirittura nelle organizzazioni mafiose;
a tale clima esasperato si aggiungeva l'orientamento dell'amministrazione comunale di Venezia, di fare proprio il dispositivo della legge regionale in materia di commercio itinerante, sancendo il divieto espresso alla sua pratica, nei centri storici di città con più di 50.000 abitanti;
per molti venditori ambulanti, regolari, la perdita della stagione turistica significa il precipitare in una situazione di gravissima difficoltà economica, sfociante nell'indigenza e in una irrisolvibile situazione debitoria;
la serietà e dimensione degli interessi in gioco, relativi alla stessa sopravvivenza e sussistenza di decine di persone, è la ragione di fondo della manifestazione cui hanno dato vita i venditori immigrati raccogliendo, tuttavia, solo l'invito sprezzante del sindaco di Venezia a sciogliersi, quale precondizione per poter essere ascoltati;
è solo nel contesto di un tale clima di esasperazione che sono nati i tafferugli con la polizia municipale la quale, senza che vi fosse esigenza alcuna di tutela dell'ordine pubblico, vietava l'ingresso al municipio alla delegazione che avrebbe dovuto colloquiare con il sindaco;
la conseguenza dello scontro è stata di alcuni contusi ed un arresto conclusosi con un processo per direttissima e la condanna a sei mesi di reclusione a carico di uno dei manifestanti;
dunque, ancora una volta, gli esiti di una manifestazione pacifica che sollevava un problema delicatissimo e importantissimo per la città di Venezia, si trasformava, senza che ve ne fosse alcuna ragione, in un episodio grave di ordine pubblico, a causa dell'atteggiamento della polizia municipale, che gli interroganti giudicano criticamente;
l'episodio si colloca in un contesto nel quale sono ormai all'ordine del giorno comportamenti vessatori e finanche violenti delle forze dell'ordine, in una sproporzionata azione repressiva nei confronti dei venditori itineranti immigrati di Venezia;
tale azione repressiva, che non trova riscontro in oggettive esigenze di ordine pubblico, anziché concludersi con l'applicazione delle eventuali sanzioni amministrative, previste dalla legge statale e regionale, si conclude con procedimenti penali e sequestri a carico dei venditori ambulanti;
i vertici delle istituzioni veneziane, in testa il vicesindaco che è anche responsabile della polizia municipale, rilasciano dichiarazioni - fortemente lesive - di connivenza con organizzazioni mafiose, creando un ingiustificato allarme sociale attorno al commercio itinerante;
già nella vicina Jesolo la magistratura veneziana ha avuto modo di perseguire elementi della polizia municipale di quel comune per aver usato violenza e perpetrato rapina ai danni di commercianti itineranti immigrati assolutamente regolari;
con l'inizio della stagione turistica tutto il litorale veneziano rischia di divenire teatro di tali episodi di violenza, esasperazione ed illegalità -:
se il Governo reputi effettivamente sussistente una turbativa dell'ordine pubblico quale quella ipotizzata dalle autorità
locali e se non ritenga opportuno attivarsi per prevenire possibili peggioramenti della situazione.
(4-04073)