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Allegato A
Seduta n. 204 del 13/9/2007
...
(Sezione 5 - Deliberazione del Consiglio comunale di Verona relativa alla nomina di membri del Consiglio direttivo dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza)
E)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il 20 luglio 2007 il consiglio comunale di Verona, a salda maggioranza di centrodestra, ha deliberato la nomina a membri del consiglio direttivo dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza della consigliera di Alleanza nazionale, Lucia Cametti,
e del consigliere del Movimento sociale-Fiamma tricolore, Andrea Miglioranzi;
la consigliera Lucia Cametti, nell'auspicare un radicale revisionismo storico, ha esordito definendo l'Istituto «anacronistico, che va superato e trasformato in un centro studi in vista di una revisione storica, perché non è più accettabile che il 25 aprile ci si ricordi solo dei partigiani e non dei caduti di Salò»;
lo statuto dell'Istituto per la storia della Resistenza, all'articolo 3, testualmente recita: «L'Istituto si riconosce negli ideali di democrazia, libertà e antifascismo che animarono il movimento resistenziale che fu alla base della Repubblica italiana. L'adesione all'Istituto da parte dei soci comporta il riconoscimento e la valorizzazione di tali ideali.»;
anche alla luce della storica militanza del Miglioranzi (già indagato per violazione della legge Mancino e condannato nel 1996 a tre mesi di carcere per istigazione all'odio razziale) nell'estrema destra veneta e testimoniata anche dalla sua pluriennale attività nel gruppo musicale skinhead Gesta bellica, a parere degli interpellanti la designazione dei predetti consiglieri, uno dei primi emblematici atti politici della maggioranza di centrodestra guidata dal nuovo sindaco di Verona Flavio Tosi, rappresenta una scelta provocatoria ed un pericoloso attacco ai valori fondanti della Repubblica e della Costituzione vigente da parte di un'istituzione locale di una regione importante come il Veneto;
all'indomani della nomina a membro del consiglio direttivo dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza, il Miglioranzi ha avuto modo di dichiarare, come testualmente riportato dal quotidiano la Repubblica il 24 luglio 2007, che: «In passato, proclamarmi fascista mi è costato il carcere, ma ora farò sentire la voce dei vinti, di tutti quelli che dal 1945 a oggi sono stati imbavagliati dai vincitori»;
tali toni sono apparsi imbarazzanti per lo stesso sindaco leghista Flavio Tosi, che, sforzandosi di gettare acqua sul fuoco, ha dichiarato alla stampa: «Non è stata una mia decisione, i candidati sono stati indicati dai capigruppo della maggioranza e nominati dal consiglio comunale. Aggiungo che dai verbali della seduta non emergono obiezioni di rilievo da parte dell'opposizione. Si tratta di persone preparate, certo con idee politiche diverse rispetto ai responsabili dell'Istituto, ma proprio questo potrebbe favorire un confronto positivo. Non si tratta di riscrivere la storia ma di approfondirla in una visione pluralista» -:
se non ritenga che ricorrano i presupposti per l'esercizio dei poteri di cui all'articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000, recante il testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, in quanto la vicenda riportata in premessa appare agli interpellanti in contrasto con la Costituzione ed i valori repubblicani, nell'ambito dei quali la Resistenza ha assunto un ruolo centrale e fondante della democrazia nel nostro Paese.
(2-00686)«Tranfaglia, Sgobio, Galante, Bellillo, Cancrini, Cesini, Crapolicchio, Diliberto, Licandro, Napoletano, Pagliarini, Ferdinando Benito Pignataro, Soffritti, Vacca, Venier, De Simone, Sperandio, Cardano, Burgio, Di Salvo, Nicchi, D'Antona, Trupia, Scotto, Zanotti, Aurisicchio, Giulietti, Fiano, Leoni».