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Allegato B
Seduta n. 208 del 20/9/2007
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UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta in Commissione:
CAPARINI, STUCCHI, GOISIS, GRIMOLDI e PINI. - Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 4 e il 5 settembre 2007 si sono tenute le prove di ammissione per l'iscrizione al primo anno di corso, relative all'anno accademico 2007-2008, per le facoltà a numero chiuso per accedere ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e in odontoiatria;
la legge 2 agosto 1999, n. 264, recante «Norme in materia di accessi ai corsi universitari», ha disciplinato ex novo la materia degli accessi universitari per quanto concerne i corsi a numero programmato - in ottemperanza alle indicazioni contenute nella sentenza della Corte costituzionale 23-27 novembre 1998, n. 383, e in ottemperanza anche a reiterate richieste del Parlamento, sia nelle Commissioni che in Aula, affinché il Governo assumesse l'iniziativa di disciplinare con legge formale la materia dell'accesso ai corsi a numero programmato;
alla prova di ammissione che prevedeva 80 quesiti a risposta chiusa, di cui 2 palesemente erronei (il 2,5 per cento dei quesiti posti) hanno partecipato circa 70.000 studenti, per 7.000 posti disponibili nelle 37 sedi italiane;
l'errore nella stesura delle domande ha determinato un'accelerazione delle indagini avviate nel periodo 2002-2006 nelle Università di Bari, Chieti, Messina e Ancona, relative alle preselezioni per l'accesso alle facoltà di medicina e chirurgia e di odontoiatria a numero chiuso;
la Procura della Repubblica di Catanzaro ha ritenuto di intervenire per il test di medicina della locale Università, rilevando buste aperte e palesi manomissioni dei risultati e avviando pertanto una indagine;
dalle indagini condotte dalla Guardia di finanza è emerso un sistema capillare di «aiuti esterni», anche attraverso l'utilizzo di telefoni cellulari, che avrebbe coinvolto una cinquantina di candidati all'esame e che farebbe capo ad un'organizzazione collegata con personale interno degli atenei coinvolti;
l'ipotesi investigativa ipotizza i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa ai danni dello Stato;
l'accaduto mette in serio dubbio la veridicità delle prove di ammissione e la loro attendibilità rendendo probabile un significativo numero di ricorsi dall'esito quantomeno imprevedibile per l'amministrazione;
è inaccettabile la logica per cui alla mancanza di strutture e mezzi adeguati si risponda, al fine di garantire adeguati standard formativi, tagliando il numero di studenti che possono accedere ai corsi universitari;
pur riconoscendo la necessità di dover «regolare» l'accesso in facoltà particolarmente ambite dagli studenti, sarebbe opportuno elaborare altri criteri meno discriminanti e penalizzanti di quelli vigenti, ma più validi sotto il profilo formativo e che garantisca a tutti, indipendentemente dalle proprie condizioni di partenza, l'accesso ai saperi ed alle conoscenze;
le notizie di questi giorni sono solo le ennesime dimostrazioni di un sistema che non funziona, basato su clientelismo e favoritismi -:
quali iniziative intraprenderà per garantire la corretta valutazione dei candidati;
se abbia intenzione di avviare una indagine interna al Ministero per accertare i responsabili degli errori nella prova di medicina e se ritenga utile che si avvalga ancora di tali collaboratori.
(5-01488)
Interrogazioni a risposta scritta:
CATANOSO. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il contributo previdenziale sulle borse di studio percepite dai dottorandi di ricerca - il cui lordo è stato fissato euro 10.561,54 con decreto ministeriale 14 dicembre 1998 - è passato dal 12 per cento del 1999 al 20 per cento del 2007 con salti biennali;
tale passaggio comporta la possibilità di accantonare maggiori contributi nella Gestione Separata INPS ed è di per sé un fatto positivo;
il disagio che ne risulta - sebbene appaia esiguo (si tratta di una cifra che oscilla tra i 10 e i 20 euro mensili) - va ad incidere su una cifra già percepita come iniqua dagli studenti nel confronto con il panorama europeo e, per lo più, in contrasto con le attese del Paese;
l'aumento dell'aliquota previdenziale di fatto si traduce in una riduzione del netto percepito dagli studenti, abbassando ulteriormente una borsa che è già fortemente insufficiente;
in vari atenei italiani sta nascendo una protesta degli studenti di dottorato;
l'associazione A.D.I. (Associazione Dottorandi e dottori di ricerca Italiani) ha lanciato una campagna dal titolo «se potessi avere 1.000 euro al mese» rivolta ad alzare di fatto il minimo della borsa (www.dottorato.it/milleeuro);
il Governo, nelle figure del Presidente e di autorevoli esponenti, tra cui il Ministro in indirizzo, ha più volte manifestato la convinzione che è cruciale per il Paese investire in ricerca e nelle giovani generazioni -:
se non ritenga opportuno individuare, nell'ambito della prossima legge finanziaria per il 2008, un apposito capitolo di spesa destinato a coprire l'aumento di prelievo previdenziale subito dalle borse di dottorato, eventualmente recuperando
risorse dai fondi che gli atenei hanno dovuto restituire allo Stato per effetto del cosiddetto decreto «tagliaspese»;
se non intenda intraprendere urgenti iniziative da un punto di vista normativo al fine di modificare l'importo della borsa di studio stabilito dal 1998 in un minimo di euro 10.561,54 ma che, nelle intenzioni del legislatore, doveva adeguarsi nel corso degli anni.
(4-04883)
IACOMINO e DE CRISTOFARO. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
ogni anno gli studenti per accedere alla Facoltà di Medicina e Chirurgia sono sottoposti a prove selettive con test che spesso non rispondono, sia sul piano della correttezza della loro formulazione che della trasparenza, agli obiettivi di meritocrazia e qualità della nostra Università;
tali prove selettive di accesso, nonostante in linea con le norme comunitarie, minano il diritto allo studio, sancito dalla costituzione, e alla scuola di massa consentendo maggiori possibilità soltanto a chi ha più strumenti finanziari e a chi si trova in un ordine sociale vantaggioso. Infatti numerosi sono i corsi preparatori alla prova che in questi anni si sono moltiplicati e che implicano impegni economici delle famiglie e che non a tutti è dato avere;
nelle prove di ammissione ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia (anno accademico 2007-2008) si sono verificati errori di formulazione a due specifici quesiti confermati anche dal Ministro dell'università e della ricerca;
nella Facoltà di Medicina e Chirurgia di Napoli si sono verificati episodi poco trasparenti, tra i quali la consegna ad alcuni studenti del plico aperto contenente i quesiti;
si è accertato come in diverse Facoltà italiane, come riportato dai quotidiani, la trasparenza della prova sia stata vanificata dall'imbroglio e da atti di corruzione e che il Ministro dell'università e della ricerca abbia individuato in Taranto la sede dove maggiormente il fenomeno si è consumato -:
se il Governo intenda assumere iniziative legislative tendenti a restituire il diritto allo studio a tutti gli studenti italiani così come avviene in altri paesi europei, come la Francia per esempio, dando così un'autentica interpretazione dell'indirizzo comunitario al fine di garantire il sacrosanto diritto allo studio dei giovani studenti.
(4-04887)
CATANOSO. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la figura del Dottore di Ricerca, oltre a godere di scarsa attenzione e conoscenza presso l'opinione pubblica e i non «addetti ai lavori», trova sempre meno peso e considerazione nell'ambito di rilevanti settori statali;
la situazione in cui verte il nostro sistema Paese richiede necessarie e rapide misure rivolte ad investire in innovazione, ricerca e giovani;
l'esistenza di figure fortemente professionalizzate e votate alla dirigenza di settori strategici, quali quelli della ricerca e dell'innovazione, è avvertita sempre più come una necessità;
i princìpi di Salisburgo, con i Bologna Seminars del 2005 e la strategia di Lisbona del 2000, mettono in luce gli aspetti peculiari che la figura di «ricercatore in formazione» ha in sé -:
se non intenda intraprendere urgenti iniziative da un punto di vista normativo al fine di valorizzare il titolo di Dottore di Ricerca nell'Università per quanto compete l'assegnazione dei contratti di docenza a termine e degli assegni di ricerca;
se non si reputi necessario procedere ad una valutazione dei titoli preferenziali per l'accesso ai concorsi di ricercatore, in particolare riguardo al peso specifico del
titolo di Dottore di Ricerca e di eventuali borse post-dottorato nella prevista regolamentazione dei concorsi per il reclutamento straordinario;
se non ritenga opportuno istituire figure dirigenziali negli enti pubblici e privati di Ricerca che richiedano il predetto titolo;
se non intenda rivisitare il rapporto tra la formazione ricevuta nell'ambito del dottorato e le scuole di specializzazione.
(4-04890)
PAOLO RUSSO e CESARO. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 4 e 5 settembre 2007 nei 37 atenei di tutt'Italia si sono tenute le prove di ammissione per accedere ai corsi di laurea a numero chiuso di medicina e chirurgia ed odontoiatria cui hanno partecipato circa 70.000 studenti per 7000 posti disponibili;
è di questi giorni la notizia, cui la stampa nazionale ha dato grande risalto, dell'errore compiuto dal Ministero nella redazione dei test di ammissione. Nello specifico è emerso che la domanda 71 e la 79 del test di ammissione alla Facoltà di Medicina e Chirurgia erano completamente erronee in quanto la prima presentava più risposte possibili ed alla seconda addirittura non era possibile rispondere con nessuna delle cinque soluzioni proposte. Da ciò la decisione, paradossale, del Ministero di annullare i due quesiti e di ritenere valida la prova sostenuta che verrà pertanto valutata non su 80 quesiti ma su 78;
si aggiunga a ciò che anche i test di ammissione ad odontoiatria presentavano errori alle domande 41 e 52 ma in questo caso le conseguenze sono e saranno maggiori poiché non essendosi la Commissione accorta del problema ha stilato e provveduto a pubblicare le graduatorie considerando come valide anche le risposte date ai quesiti formulati in maniera errata;
negli stessi giorni altri scandali hanno colpito molte Università Italiane: a Catanzaro la Procura ha avviato un'indagine su alcuni plichi di test universitari risultati aperti da cui si ipotizza siano stai sottratti i test ancor prima della prova attitudinale; a Bari a seguito di una accurata indagine svolta dalla Guardia di Finanza è emerso invece che operava un comitato d'affari composto da personale interno, amministrativo e docente, che in cambio di elargizioni in danaro garantiva agli studenti di superare la prova senza problemi. Le indagini hanno portato alla luce una vera e propria organizzazione criminale, la quale, azionando meccanismi corruttivi che sembra coinvolgano in maniera pesante anche il corpo docente, consentiva dietro pagamento di somme vicine ai trentamila euro di essere ammessi al corso di laurea prescelto;
l'ipotesi investigativa ipotizza i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed alla truffa ai danni dello Stato;
emerge, inoltre dall'analisi comparativa dei dati dei vari Atenei Italiani che inspiegabilmente alcune Università abbiano gli studenti più bravi d'Italia come quella di Messina, già al centro di note vicende giudiziarie, che addirittura superano anche la media nazionale;
le anomalie sembrano comunque coinvolgere moltissimi altri atenei per cui hanno cominciato a moltiplicarsi le denunce di errori materiali ed anomalie come quelle accertate presso l'Università Cattolica di Milano, ove i candidati hanno evidenziato come nell'aula dove si svolgeva la prova siano arrivate decine di buste in più rispetto ai partecipanti e che le stesse transitavano liberamente tra l'esterno e l'interno dell'aula;
tale complesso di situazioni di palese illegalità, di errori materiali e di presumibili scorrettezze mette in serio dubbio la veridicità delle prove e la loro attendibilità nonché l'evidente disparità di trattamento tra uno studente e l'altro, ed hanno dimostrato che il meccanismo di
selezione non è in grado di accertare le competenze ed il grado di professionalità degli studenti né tantomeno di rappresentare un efficace strumento di selezione in quanto le domande proposte, talvolta, non hanno alcun nesso disciplinare con la materia di laurea;
tale situazione rende probabile prevedere che gli studenti esclusi ricorreranno innanzi ai Tribunali amministrativi al fine di vedere tutelate le proprie ragioni; tali giudizi, come negli anni passati, nei quali si ci è poi apprestati a varare un provvedimento di sanatoria, si concluderanno sicuramente con un esito sfavorevole per l'amministrazione competente;
a tal proposito le associazioni studentesche si sono mobilitate per dare battaglia mobilitandosi con proteste presso tutti gli atenei -:
se non ritenga nell'ambito dei suoi poteri ispettivi e di controllo di avviare un'indagine interna al fine di valutare e verificare le irregolarità di quanto esposto in premessa;
se non ritenga opportuno, viste le anomalie in merito alle vicende sopra esposte, annullare le prove di accesso che si sono svolte nei giorni scorsi per dar prova della legittimità e della trasparenza delle procedure seguite;
se non intenda, per l'anno accademico in corso, adottare un provvedimento ad hoc al fine di superare sul nascere eventuali azioni legali che farebbero perno sulle irregolarità sopra denunciate;
quali iniziative intenda assumere nell'immediato al fine di disciplinare l'iscrizione negli atenei italiani con criteri e metodi diversi da quelli vigenti che tengano in considerazione i curricula dei candidati e la loro preparazione specifica per arrivare ad un sistema che eviti per il futuro, dubbi perplessità e preoccupazioni e che impedisca ai più meritevoli di esercitare il diritto costituzionalmente garantito alla loro istruzione.
(4-04893)