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Allegato B
Seduta n. 214 del 1/10/2007
...
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
ZANELLA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
i commi da 9 ad 11 del decreto-legge n. 262 del 2006, convertito nella legge n. 286 del 2006, hanno introdotto l'obbligo di una nuova procedura che consente un controllo più efficace e tempestivo nel campo delle frodi Iva nel settore delle importazioni parallele di autoveicoli, attraverso la presentazione all'atto dell'immatricolazione del modello F24;
l'applicazione di tale disposizione non è tuttavia ancora operativa in quanto la realizzazione di un nuovo format telematico del modello F24 ha subito un'inspiegabile ritardo con grave pregiudizio per le casse dello Stato, presumibilmente dell'ordine di alcune centinaia di milioni di euro -:
per quali ragioni il modello F24 in questione non è stato predisposto con il dovuto tempismo e se non si ritenga di dover provvedere urgentemente affinché esso sia immediatamente realizzato.
(4-05028)
BOFFA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Banca d'Italia sta attuando un piano di ristrutturazione che prevede, in un periodo che va dal 2007 al 2013, la transizione da un'articolazione provinciale ad una regionale delle sue sedi attraverso una riduzione della rete periferica dei propri uffici;
il piano prefigura una diversa presenza della Banca d'Italia sul territorio nazionale stabilendo una serie di criteri in base ai quali procedere alla razionalizzazione;
tra i criteri utilizzati per l'individuazione delle articolazioni territoriali da razionalizzare figurano il livello di operatività delle strutture territoriali e le dimensioni della domanda potenziale ed effettiva di servizi espressa dall'utenza istituzionale e privata;
l'Ente ha previsto altresì di tener conto, nell'individuazione delle filiali da chiudere, delle caratteristiche delle diverse aree geografiche e delle condizioni di contesto (distanza dal capoluogo e collegamenti) con l'obiettivo di mantenere un'equilibrata distribuzione della propria presenza sul territorio;
per misurare i livelli di operatività delle strutture territoriali è stata stilata una graduatoria basata sulla distinzione a monte tra diverse tipologie di filiali, prevedendo altresì l'inopportunità di cumulare in una stessa regione più filiali dello stesso tipo;
il piano di Bankitalia prevede, nel rispetto di un principio di gradualità, due fasi successive per la razionalizzazione delle strutture territoriali;
nel piano di Bankitalia risulta, nel novero di quelle da dismettere, anche la filiale di Benevento, considerata tra le succursali specializzate nei servizi all'utenza ad operatività limitata, da chiudere nella seconda fase del piano;
il suddetto piano ha subito nel tempo alcune rimodulazioni che hanno visto il «salvataggio» di un certo numero di filiali destinate alla chiusura anche in deroga al criterio di operatività e, in alcuni casi, anche il sovvertimento dell'ordine temporale stabilito;
è accaduto così che nell'ultima determinazione di Bankitalia la filiale di Benevento, in apparente assenza di motivazioni, è stata riconsiderata per essere dismessa nella prima fase del piano e non più nella seconda come stabilito in precedenza;
nella medesima determinazione risultano «salvate dalla chiusura» ben 6 filiali giudicate a minore operatività di quella beneventana (68o posto in graduatoria) e specificamente: Agrigento (69o), Trapani (70o), Caltanissetta (71o), Grosseto (78o), La Spezia (82o), Sondrio (87o) e Ragusa (92o);
le filiali di Agrigento e La Spezia erano state selezionate addirittura tra quelle da dismettere nella prima fase di ristrutturazione, salvo poi essere direttamente escluse dal provvedimento;
la chiusura della filiale di Benevento contravviene altresì anche ad alcuni altri dei criteri individuati da Bankitalia, come quello della differenziazione delle strutture territoriali e quello delle condizioni di contesto. La struttura di Caserta e quella di Avellino sono infatti entrambe specializzate
nei servizi all'utenza come quella di Benevento, oltre ad essere più vicine e meglio collegate al capoluogo partenopeo;
la filiale di Benevento offre quei servizi cosiddetti con modalità di tipo tradizionale (legati all'accesso diretto agli uffici della banca) che si era detto di voler mantenere attivi. Tra questi figurano: il servizio di tesoreria dello Stato; le indagini sulla Centrale dei Rischi e della Centrale Allarme Interbancaria; le attività di incasso e pagamento nei confronti dei soggetti non bancari; le attività di consulenza attiva nei confronti degli enti pubblici locali; il contrasto alla criminalità che fabbrica e diffonde banconote false nonché attività di vigilanza -:
se, ciò considerato, il Ministro non ritenga di mettere in atto tutte le iniziative di sua competenza per evitare la dismissione della filiale della Banca d'Italia della città di Benevento.
(4-05035)