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Allegato B
Seduta n. 221 del 10/10/2007
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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazioni a risposta scritta:
MIGLIORI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
si è ormai conclusa da tempo l'opera di recupero della nave POLLUCE naufragata di fronte alla costa di Porto Azzurro nell'Isola d'Elba oltre un secolo orsono;
il comune di Porto Azzurro ha organizzato un'interessante mostra delle operazioni di recupero e dei reperti oggi catalogati a Firenze presso la Sovrintendenza competente;
il progetto originario prevede l'organizzazione di una interessante struttura museale da ospitare presso i locali delle antiche segrete del carcere di Porto Azzurro tramite specifiche iniziative di recupero -:
se la Sovrintendenza fiorentina abbia concluso i lavori di catalogazione dei reperti del POLLUCE e dove oggi si trovino;
quali risorse finanziarie - d'intesa col Ministero della giustizia - il Governo intenda assegnare alla realizzazione del Museo del POLLUCE in Porto Azzurro.
(4-05194)
GIANFRANCO CONTE. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dei trasporti, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel corso del 2003 la Procura della Repubblica di Rovigo avviava, su denuncia di un Consorzio di Cooperative di Rovigo (Delta Nord) di Rosolina un procedimento penale nei confronti di una Società cooperativa e di una ditta operanti nel medesimo Comune in area lagunare di Caleri, nella quale queste ultime avevano avviato un allevamento di vongole su di un'area di proprietà privata regolarmente condotta con contratto di affitto agrario sottoscritto presso gli Uffici dell'Ispettorato agrario di Rovigo;
i reati in ordine ai quali la Procura della Repubblica di Rovigo avviava detto procedimento penale riguardavano la contestazione dell'occupazione abusiva di aree demaniali (articolo 1161 cod. nav.) e l'abuso edilizio ed ambientale (per l'infissione di pali di delimitazione dell'area;
su istanza del suddetto Ufficio Giudiziario il GIP presso il Tribunale di Rovigo autorizzava tre sequestri giudiziari delle aree con ciò sostenendo la demanialità delle aree (pur legittimamente ritenute private dai proprietari e dai conduttori indagati);
ne è seguita l'occupazione di dette aree da parte della provincia di Rovigo (tuttora sotto sequestro) su autorizzazione della stessa Procura della Repubblica e la conseguente autorizzazione ai pescatori di raccogliere il prodotto seminato dai legittimi possessori;
il processo penale che ne è seguito si è concluso nel giugno 2007 con sentenza di condanna degli imputati, con applicazione di pene elevatissime e provvisionale di oltre 70.000 euro a favore della Provincia di Rovigo e Comune di Rosolina costituitosi parti civili pur non avendo alcun pubblico interesse essendo le aree (demaniali) non soggette alla loro potestà;
nel frattempo la questione della demanialità delle aree lagunari interessate alla coltivazione delle vongole nelle lagune polesani ha raggiunto, grazie all'intervento della Provincia di Rovigo e del Comune di Rosolina, limiti di conflitto sociale tra i consorzi di pescatori concessionari di aree demaniali e i proprietari e/o conduttori di aree in proprietà privata, facendo sfociare tali conflitti nelle aule giudiziarie e anche in conflitti locali.
nell'ultimo periodo, dopo la definizione del processo penale di cui si è detto, sono avvenuti fatti a dir poco inquietanti sul piano della pace sociale e dei rapporti tra i cittadini e le pubbliche istituzioni;
a fronte delle risultanze dibattimentali del processo celebratosi Presso il Tribunale di Rovigo - Sezione distaccata di Adria, è emerso che tutti o quasi i concessionari di aree demaniali per la coltivazione dei molluschi hanno provveduto a recintare le aree ricevute in concessione senza aver ottenuto preventivamente i permessi a costruire da parte dei Comuni interessati, quindi commettendo abusi edilizi. Lo stesso presidente del Consorzio denunciante nel corso dell'interrogatorio ha ammesso di aver eseguito palificazioni senza una specifica autorizzazione comunale. La Provincia di Rovigo - alla quale è demandata la vigilanza - e gli stessi Comuni interessati non avrebbero pertanto, secondo quel che risulta all'interrogante, effettuato i dovuti controlli né avrebbero provveduto ad effettuare le denunce alla Procura della Repubblica, così come invece avevano fatto per le società di cui si è detto;
la Procura della Repubblica di Rovigo, anziché procedere all'avvio dei procedimenti penali nei confronti di coloro che hanno commesso abusi edilizi con conseguente sequestro delle aree come avvenuto in passato, anche a fronte di denunce giacenti presso i suoi uffici dalle quali - per indicazione specifica ovvero a seguito verifiche di P.G. che a fronte delle delimitazioni di aree concessionate ben potevano individuarsi i soggetti - ha preferito
chiedere la convocazione presso la locale prefettura del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica chiedendo l'intervento degli amministratori per ovviare al fenomeno. Nemmeno la Procura ha provveduto a richiedere la trasmissione al proprio Ufficio degli atti processuali così come richiesto dalla difesa degli imputati;
la Provincia di Rovigo inoltre dapprima a mezzo dichiarazioni affidate alla stampa, dopo con circolare, a firma del dirigente responsabile dell'Ufficio di Vigilanza, ha invitato i concessionari delle aree lagunari a rimuovere le palificazioni abusive al fine di evitare le rimozioni coattive e le sanzioni penali, diversamente applicabili -:
quali iniziative i Ministri interroganti, secondo le rispettive competenze, intendano eseguire presso le amministrazioni preposte affinché le problematiche descritte in premessa e in particolare in relazione alla perimetrazione delle aree in questione, se non intendano anche attraverso apposite iniziative normative assicurare il rispetto dei diritti di proprietà a tutela della certezza di rapporti giuridici;
se il Ministro dell'interno intenda acquisire le risultanze della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza indicata in premessa per avere piena acquisizione delle problematiche ivi approntata ad assumere eventuali iniziative di sorveglianza;
se il Ministro della giustizia intenda assumere iniziative di propria competenza rispetto a quanto descritto in premessa;
quali interventi abbia svolta ed intenda assumere in relazione alla controversia, delineata in premessa, il S.I.D., il cui compito è quello di individuare e localizzare in modo univoco i beni sostituenti il pubblico demanio marittimo e garantire quindi l'esercizio di quelle funzioni che a norma dell'articolo 104, comma l, lettera qq), del decreto legislativo n. 112 del 1998 (come modificato dall'articolo 11 del decreto legislativo n. 443 del 1999) sono rimaste di competenza dello Stato.
(4-05200)