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Allegato B
Seduta n. 221 del 10/10/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta orale:
PICANO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
oggi una violenta esplosione si è verificata nello stabilimento Simmel di Colleferro provocando morti e feriti;
la fabbrica utilizzando esplosivi è estremamente pericolosa per coloro che vi operano -:
quali siano le responsabilità delle carenti misure di prevenzione che hanno portato alla tragedia e quali iniziative il
Governo intenda adottare perché in futuro sia garantita al massimo la sicurezza sul lavoro nello stabilimento Simmel e in altri stabilimenti.
(3-01323)
Interrogazioni a risposta scritta:
GALLI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
come segnalato da un articolo di Giancarlo Lehner apparso su Il Giornale del 26 settembre 2007, a tutti i pensionati della Pubblica amministrazione sta giungendo in questi giorni, tramite il servizio «postatarget» un depliant informativo di INPDAP dal titolo: «I servizi Inpdap non hanno età / Guida per chi è in pensione»;
all'interno del depliant una lettera a firma di Giuseppina Santiapichi, direttore generale di Inpdap, promuove l'iscrizione volontaria alla Gestione unitaria;
nella lettera richiamata si legge: «a partire dal 1o novembre prossimo, Lei potrà accedere alle prestazioni erogate dalla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell'inpdap: questo diritto, finora riservato ai lavoratori in servizio, è stato esteso anche ai lavoratori in pensione dal decreto ministeriale 45 del 2007»;
gli italiani stanno venendo a conoscenza dell'amara sorpresa contenuta in un apparentemente innocuo regolamento attuativo di un'altra norma giuridica: si tratta del decreto ministeriale n. 45 del 7 marzo 2007, emanato in attuazione della legge 23 dicembre 2005 n. 266, cioè la Legge Finanziaria 2006;
il summenzionato decreto, emesso dal Ministero dell'economia e delle finanze, introduce una piccola rivoluzione in materia di credito erogato dall'INPDAP in favore dei pubblici dipendenti. Il provvedimento è applicato, come precisa l'articolo 1: «ai pensionati già dipendenti pubblici che fruiscono di trattamento a carico delle gestioni pensionistiche dell'INPDAP...» e «...ai dipendenti o pensionati di enti e amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse dall'INPDAP»;
l'articolo 2 del decreto ministeriale n. 45 del 2007, invece, stabilisce che i soggetti di cui all'articolo 1 sono iscritti di diritto alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali;
tale iscrizione di diritto, comporta l'obbligo per gli interessati di versare dei contributi mensili allo scopo di rimpinguare i fondi dell'INPDAP da destinare all'erogazione di credito in favore dei pubblici dipendenti;
i contributi a carico dei dipendenti della pubblica amministrazione, come sancito dall'articolo 3, corrispondono ad un'aliquota dello 0,35 per cento della retribuzione, mentre per i pensionati (già dipendenti pubblici) è pari allo 0,15 per cento del trattamento percepito;
questi ultimi, tuttavia, sono esentati dal prelievo qualora la loro pensione risulti non superiore ad euro 600,00 mensili, soglia variabile annualmente alla luce della rivalutazione del cosiddetto trattamento minimo;
il decreto ministeriale n. 45 del 2007 del Ministro dell'economia e delle finanze, tuttavia, ha previsto una norma di garanzia in favore degli interessati, accorgimento che fa venir meno la coattività di fatto delle disposizioni contenute nel provvedimento;
l'articolo 2 prevede infatti, al comma 2, la facoltà per gli interessati di recedere dall'inscrizione alla Gestione unitaria;
tale volontà deve essere espressa palesemente cioè entro il 31 ottobre 2007, come si legge nella lettera sopra richiamata: «Se Lei non intende iscriversi alla Gestione unitaria dell'Inpdap può compilare
il modulo di non adesione... E consegnarlo o inviarlo per posta o tramite fax, entro e non oltre il 31 ottobre 2007, alla sede provinciale o territoriale Inpdap che eroga la sua pensione. Se Lei, invece, vuole iscriversi non dovrà fare nulla, perché la sua adesione scatterà automaticamente il 1o novembre...»;
in buona sostanza, affinché il pensionato o il lavoratore pubblico possano evitare di subire gli effetti di un ulteriore prelievo, oltre alle varie trattenute fiscali, deve necessariamente comunicare la propria volontà contraria entro e non oltre il termine perentorio del 31 ottobre 2007, pena l'iscrizione irrevocabile alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali ed un costante alleggerimento del proprio portafoglio;
a parte la pubblicazione del decreto ministeriale n. 45 del 7 marzo 2007 sulla Gazzetta Ufficiale n. 83 del 10 aprile 2007, non è stata avviata alcuna campagna informativa né da parte dell'INPDAP né da parte di qualunque amministrazione dello Stato in tempi utili alla valutazione degli effetti di tale adesione tacita;
perciò non saranno rari, purtroppo, casi di persone che si ritroveranno di fronte ad un vero e proprio fulmine a ciel sereno: una misteriosa (e costante) trattenuta che graverà sul trattamento mensile retributivo o pensionistico;
considerando i frequenti ritardi nella consegna della corrispondenza occorre ricordare che la lettera informativa è contenuta all'interno di una «Guida per chi è in pensione» e che esteriormente non lascia supporre che il contenuto sia di tale importanza quindi può essere gettato nel cestino come mille altri depliant che ogni giorno intasano le cassette della posta; molti pensionati peraltro sono impossibilitati a muoversi, molti si troveranno iscritti d'autorità e automaticamente ad una Gestione unitaria che incide negativamente sulla pensione;
se comunque si decide di non aderire, si dovrà comunque perdere tempo e denaro, compilando e recapitando il modulo di «non adesione» -:
per quale motivo non vi sia stata una tempestiva e corretta informazione da parte di Inpdap o di altra amministrazione dello Stato idonea a far comprendere appieno gli effetti del decreto ministeriale di cui in premessa;
da quale fonte primaria della legislazione derivi l'applicabilità del silenzio assenso in tale materia;
sollevando obiezione rispetto alla formulazione di tacita accettazione, che si ritiene non idonea sia rispetto ai destinatari che in sé, se non sia ravvisabile un profilo di incostituzionalità nella stessa;
se e come il Ministro intenda operare per tutelare la libera scelta dei pensionati della categoria in premessa, intervenendo per la modifica della formulazione, sostituendo il «tacito assenso» con la previsione di un «espresso e formale assenso», o almeno prorogando i termini per la dichiarazione prevista di «non adesione» dei tempi necessari ad una corretta e completa informazione dei cittadini interessati dal provvedimento in oggetto.
(4-05186)
DE CRISTOFARO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
Vodafone, colosso multinazionale delle telecomunicazioni, con 8,1 miliardi di euro di fatturato solo sul mercato italiano e oltre 4 miliardi di euro di utili è in una fase di forte espansione, come dichiarato anche in un'intervista, dall'Amministratore delegato di Vodafone Italia Pietro Guindani, a Il Sole-24 ore, detiene circa il 32,8 per cento della quota di mercato della telefonia mobile del nostro Paese, con 27,4 milioni di utenze, con oltre 7.000 punti vendita in Italia, 9.200 dipendenti e ben 8 call center sparsi su tutto il territorio nazionale;
in data 17 settembre 2007 una lettera, firmata dall'Amministratore delegato comunicava la cessione del 10 per cento (914 lavoratori) dei propri dipendenti a Comdata, nonostante la Vodafone Italia sia, per ammissione dello stesso Amministratore delegato «in una cornice di sviluppo e di stabilità occupazione coerente con i nostri valori»;
malgrado tale dichiarazione e soprattutto un fatturato in continua crescita, viene deciso che un servizio importantissimo come quello del costumer care dislocato in 5 importanti sedi, al solo scopo di ridurre i costi, venga esternalizzato senza tenere conto dell'impatto occupazionale e dei diritti dei lavoratori strettamente connessi al rinnovo della commessa;
con questa cessione di ramo d'impresa, una vera e propria esternalizzazione del comparto customer care, Vodafone facendosi schermo della normativa contenuta nella legge 30, di fatto, ad avviso dell'interrogante, mette in atto un vero e proprio licenziamento collettivo, poiché nessuna garanzia viene offerta ai 914 lavoratori che nella nuova collocazione possano mantenere le garanzie contrattuali previste all'atto della loro assunzione, garanzie peraltro già aggirate con tale procedura;
una tale operazione si configura dunque come un vero taglio di personale a favore di una società esternalizzata che offre indiscutibilmente una soglia di diritto più bassa in merito alla stabilità occupazionale e nello stesso tempo, qualora una tale operazione passasse, diventerebbe un precedente capace di mettere a rischio molti altri settori della stessa Vodafone Italia che potrebbero subire la stessa sorte;
i lavoratori interessati a tale esternalizzazione sono per la maggior parte operatori di call center, prevalentemente di Napoli e Roma, anche se l'operazione interessa anche i lavoratori dislocati nei call center di Ivrea, Milano, Padova, il 70 per cento per cento dei quali sono donne;
sabato 6 ottobre si è svolta una mobilitazione che ha interessato i lavoratori della Vodafone in tutta Italia e una manifestazione a Roma durante la quale una delegazione di lavoratori, ricevuta dal sottosegretario del Ministero del lavoro on. Rosa Rinaldi, ha fatto richiesta di dare via a un confronto con le parti da tenersi in tempi brevissimi per ottenere da parte della Vodafone la revoca della cessione del comparto customer care ad una ditta esterna;
quali notizie in merito abbiano i Ministri interrogati e quali procedure intendano avviare per evitare - dopo i casi di TIM e H3G - che attraverso l'esternalizzazione dei custumer care non si metta a rischio il posto di lavoro di centinaia di persone le loro tutele e i loro diritti.
(4-05188)
GALANTE. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 28 e il 29 settembre, presso l'ospedale fiorentino di Carreggi, è morto un operaio a seguito di un grave incidente sul luogo di lavoro;
l'incidente è avvenuto a Vaglia nel tardo pomeriggio, quando l'uomo si trovava all'interno di una delle gallerie in costruzione per la linea ferroviaria dell'Alta Velocità a Sesto Fiorentino per conto del Consorzio Cavet, in provincia di Firenze;
l'uomo era impiegato come carpentiere ed era dipendente di una ditta del bresciano;
secondo una prima ricostruzione, l'operaio sarebbe rimasto schiacciato mentre veniva smontata un'impalcatura in metallo all'interno della galleria;
la dinamica dell'incidente è stata ricostruita nel dettaglio dai tecnici del dipartimento prevenzione dell'ASL di Firenze, secondo cui l'incidente sarebbe avvenuto durante le operazioni di spostamento di due lastre di metallo collegate
fra loro da una cerniera, che si sarebbero chiuse «a libro» imprigionando e schiacciando di conseguenza l'operaio;
si tratta della quarta vittima nei cantieri Tav della Toscana -:
quali iniziative il Ministro intenda porre in essere al fine di garantire il rispetto di tutta la normativa sulla sicurezza nei posti di lavoro da parte dell'impresa coinvolta, oltre che elevare gli standard di formazione ed informazione dei lavoratori per combattere gli infortuni e le morti sui luoghi di lavoro.
(4-05203)
LEONI, SCOTTO, PETTINARI, DI SALVO e BUFFO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
è di questa mattina la drammatica notizia che riguarda l'esplosione di una fabbrica di armamenti, la Simmel Difesa, situata a Colleferro, in provincia di Roma;
l'esplosione, che dovrebbe aver riguardato, secondo quanto apprendiamo dalla stampa, il reparto 5029, quello deputato alla produzione di miscele per razzi illuminanti, ha riportato un bilancio pesantissimo: una persona è morta e, per il momento, risultano essere quattordici i feriti;
al momento dell'esplosione nel reparto si trovavano al lavoro diciotto operai;
l'operaio che ha perso la vita si chiamava Roberto Pignalberi, aveva 35 anni ed era residente a Serrone, in provincia di Frosinone, era diventato padre da pochi mesi, e al momento dell'incidente stava lavorando con un'impastatrice che assembla materiale esplodente;
fondata nel, 1948, la Simmel è l'unico produttore in Italia di munizionamento e spolette di medio e grosso calibro, nel 1988 è stata acquistata dal gruppo Fiat, e lo scorso aprile è passata alla società Chemring group per 77 milioni di euro, ha 200 dipendenti, e oltre 30 forze armate di tutto il mondo, informa il sito internet della società, utilizzano suoi prodotti;
la Simmel è stata molte volte al centro di polemiche, perché accusata a più riprese di essere un produttore di cluster bombs le micidiali bombe a grappolo di cui anche le Nazioni Unite hanno chiesto una moratoria internazionale;
la messa al bando delle cluster bombs è anche oggetto di una proposta di legge presentata sia al Senato che alla Camera, che è stata sottoscritta da 130 deputati e 37 senatori di entrambi gli schieramenti;
nel catalogo dell'azienda risultavano disponibili munizionamenti convenzionali ed avanzati, spolette meccaniche ed elettroniche, propellenti, esplosivi, teste missilistiche, razzi e sistemi d'arma a razzo, e attualmente risulta che la stessa stia svolgendo attività di ricerca e sviluppo nel campo degli esplosivi insensibili per caricamento di munizionamento, razzi e teste di guerra per missili;
secondo la Campagna Italiana contro le mine, fino al 2004 sul catalogo on line dell'azienda in questione, erano reperibili diversi modelli di cluster bombs;
dal 2004 il catalogo on line della Simmel difesa risulta però oscurato, e, dopo la presentazione dei progetti di legge per la messa al bando delle munizioni cluster, sull'home page del sito della società in questione è comparso il seguente comunicato: «Siamo una azienda che opera nel settore della difesa secondo le attuali normative nazionali e internazionali per la produzione di munizionamento pur avendola capacità di produrre questi colpi con caratteristicheche soddisfano i più recenti e restrittivi requisiti di sicurezza internazionali, la Simmel Difesa con il nuovo assetto societario, iniziato nell'anno 2000, non ha mai prodotto né tantomeno esportato suddette tipologie di munizionamento. Inoltre, preso atto del fatto che è allo studio un disegno di legge per la regolamentazione della produzione di questo tipo di munizioni la Simmel Difesa ha provveduto ad eliminare dal
proprio catalogo questa categoria di prodotto, confermando il già pieno rispetto delle leggi attuali e di quelle future che verranno emesse in materia»;
secondo un'inchiesta di Rai news 24, la Simmel in realtà continuerebbe ad esportare componenti di cluster, e, in particolare, proseguirebbe con l'esportazione di una tipologia di missili che le contengono, denuncia basata sull'esame delle relazioni annuali del Governo, stilate in base alla legge 185 del 1990 sul commercio di armamenti -:
se intendano fare luce sulle cause che hanno portato al verificarsi di un evento di tale gravità, che va, un'altra volta, a colpire violentemente i lavoratori e che ripropone con drammatica urgenza il problema della sicurezza sul lavoro, nonché quali iniziative intendano adottare al fine di fare chiarezza sulle reali dimensioni della eventuale produzione, stoccaggio e trasferimenti di munizioni cluster nel territorio italiano, e del loro eventuale uso da parte delle forze armate italiane.
(4-05204)