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Allegato A
Seduta n. 226 del 18/10/2007
...
(Sezione 5 - Progetto di costruzione di un sacrario in onore dei bambini mai nati nel comune di San Martino Valle Caudina - Avellino)
E)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
la giunta comunale di San Martino Valle Caudina, provincia di Avellino, ha deliberato il 23 agosto 2007 l'assegnazione di uno spazio nel cimitero comunale «per erigere un sacrario in onore di tutti i bambini mai nati, per cause naturali o violente» del comune di San Martino;
l'istanza è stata avanzata dal parroco della locale parrocchia, la quale sosterrà le spese per la realizzazione del monumento;
l'erezione di un «sacrario» rimanda, sulla base del vocabolario della lingua italiana, all'idea del sacro, della santificazione e delle reliquie, o della custodia della memoria di persone illustri che hanno meritato per le loro azioni e le loro virtù di essere per sempre tramandati, attraverso le generazioni che verranno, nel ricordo collettivo. Un sacrario ai bambini mai nati per «cause naturali o violente» rappresenta già di per sé una contraddizione in termini, trattandosi non di bambini, ma eventualmente di concepiti o di feti; in qualunque caso di «aborto» è arduo individuare il merito o la memoria che si vorrebbe o dovrebbe celebrare con un sacrario, tenendo conto che, da sempre, la memoria di ogni defunto è affidata ad amici e parenti;
il cimitero è uno spazio «civico» che appartiene alla collettività dei cittadini in quanto membri della comunità statale. Uno spazio di raccoglimento e memoria che appartiene a tutti, nessuno escluso;
non si comprende, quindi, cosa si vorrebbe celebrare con questo monumento. L'unico obiettivo evidente appare quello di attaccare una legge dello Stato e le donne che scelgono l'interruzione volontaria di gravidanza;
l'eventuale presenza nei cimiteri di monumenti, come quello erigendo nel comune di San Martino Valle Caudina, rappresenta un'offesa contro tutte le donne che legittimamente e non senza sofferenza sono passate e passeranno attraverso l'esperienza dell'aborto, rinnovando continuamente in loro la memoria certamente triste o la sofferenza provata nell'esperienza dell'aborto;
al contrario non può essere ritenuto meramente «un atto simbolico di carità cristiana», come ha dichiarato il vicesindaco del comune in questione (fonte: htp://www.vallecaudina.net/attualita/laicita-e-laicismo-basta-polemiche-strumentali-sul-monumento-ai-bambini-mai-nati.html), in quanto nessuna forma di carità, concetto religioso e non civile, può violare l'obbligo alla solidarietà e il diritto alla salute delle donne, garantiti e protetti in primis dagli articoli 2 e 32 della Costituzione, nonché dalla legge n. 194 del 1978, rispetto ai quali non è pensabile operare alcun bilanciamento con il sentimento religioso di quanti hanno chiesto l'erezione di questo simulacro; sentimento che legittimamente può esprimersi in altri luoghi, per esempio quelli riservati al culto della propria religione, e in altre forme, che non siano quelle che cancellano d'un tratto il diritto di cittadinanza delle donne -:
se il Governo non intenda adottare iniziative, anche normative, al fine di regolare, con alcune indicazioni di principio, una materia che, per quanto di competenza
comunale, meriterebbe omogeneità di comportamenti su tutto il territorio nazionale.
(2-00745)
«Pettinari, Zanotti, Aurisicchio».
(25 settembre 2007)