Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 23 dell'11/7/2006
TESTO AGGIORNATO AL 13 LUGLIO 2006
...
SALUTE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
si apprende da notizie apparse sulla stampa che presso l'Ospedale milanese Buzzi da alcuni mesi viene somministrato presso il reparto di ginecologia il metotrexate;
tale farmaco, antagonista dell'acido folico ed inibitore della crescita cellulare, è registrato da tempo per l'impiego in campo oncologico, nonché per l'artrite reumatoide e psoriasica, ma viene usato, secondo quanto si apprende da Umberto Nicolini, primario di ginecologia dell'ospedale, anche al di fuori dell'indicazione ufficiale per indurre l'interruzione della gravidanza di ginecologia dell'ospedale, in caso di gravidanza extrauterina in alternativa all'intervento chirurgico;
secondo il ginecologo non si tratterebbe di pillola abortiva ma di un farmaco usato per via intramuscolare in ospedale, né sarebbe necessaria alcuna sperimentazione, in quanto il metotrexate, a differenza della pillola RU486, è da tempo registrato in Italia e venduto liberamente, lasciando così al medico la libera scelta di utilizzarlo in alternativa al metodo chirurgico;
la direzione generale degli. Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP), di cui fa parte il Buzzi, ha sospeso la procedura e chiesto l'acquisizione della documentazione relativa al caso, precisando comunque che non sarebbe in corso alcuna sperimentazione di farmaci abortivi e che la somministrazione del metotrexate per l'interruzione di gravidanza sarebbe avvenuta solo sotto la diretta responsabilità dei medici, mediante l'impiego di farmaci regolarmente
in commercio in Italia e per patologie ostetriche diverse dall'aborto;
in base a quanto comunicato dalla direzione generale dell'ICP, dallo scorso marzo sarebbero trentasei le donne che hanno interrotto la gravidanza con il metotrexate, cioè l'8 per cento delle 415 interruzioni volontarie di gravidanza praticate presso l'ospedale milanese;
l'utilizzo di un farmaco abortivo diverso dalla RU486 presso l'ospedale Buzzi di Milano sembrerebbe configurare una procedura in violazione della legge 194, in quanto l'aborto sarebbe praticato al di fuori di una struttura pubblica, senza informazioni né nei confronti della Regione né della direzione dell'ospedale, né del Ministero;
non è possibile l'uso di farmaci per una indicazione diversa da quella prevista dall'AIFA senza un preventivo parere del comitato etico dell'ospedale ed una dimostrazione di necessità clinica che deve essere certificata caso per caso;
l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha iniziato ad acquisire presso l'ospedale milanese tutte le informazioni relative alla vicenda, necessarie per verificare se siano violazioni della legge;
l'Organizzazione mondiale della sanità, in genere abbastanza indulgente nei confronti dei protocolli per l'interruzione della gravidanza, considera l'utilizzo de metotrexato un metodo inefficace e lo sconsiglia caldamente -:
quali iniziative intenda intraprendere in merito alla vicenda dell'ospedale Buzzi di Milano;
quali provvedimenti intenda adottare per porre fine all'uso improprio del sopracitato farmaco, qualora venissero accertate gravi irregolarità nel comportamento dei sanitari dell'ospedale, anche in riferimento al rispetto delle procedure previste dalla legge 194.
(2-00057) «Volontè, Capitanio Santolini, Lucchese».
Interrogazione a risposta scritta:
RAISI, BARBIERI e ALESSANDRI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
lunedì 3 luglio 2006, è morta, all'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, la giovane Greta Pavarini cittadina di Novellara pare, a seguito, di una complicazione verificatasi dopo un'operazione per una peritonite che non sarebbe stata individuata con tempestività;
l'Autorità giudiziaria di Reggio Emilia ha aperto un'inchiesta sull'episodio sopra riportato;
valutando inidonea la qualità dell'attività degli operatori sanitari dell'Ospedale di Guastalla che, per primi, hanno preso in cura la signorina Greta Pavarini;
le Autorità regionali sanitarie dell'Emilia Romagna hanno fatto calare un silenzio che l'interrogante ritiene, particolarmente grave sul grave fatto di mala sanità, quasi volessero far passare in sordina quanto accaduto -:
se non ritenga opportuno avviare un'indagine interna per valutare l'attività dell'ospedale di Guastalla sia sull'episodio specifico sia, più in generale, sullo standard dei servizi prestati, principalmente nelle emergenze del pronto soccorso che richiedono almeno un minimo di oculatezza e di preparazione.
(4-00515)