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Allegato B
Seduta n. 235 del 5/11/2007
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
CECCUZZI e FRANCI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
è attiva, dall'inizio degli anni '80 in località Casa del Corto, nel Comune di Piancastagnaio, provincia di Siena, l'azienda Floramiata;
l'azienda con i suoi 22 ettari di serre e 125 ettari di superficie è lo stabilimento del settore più grande d'Europa e rappresenta
la sintesi di un modello di sviluppo che ha tentato di coniugare l'impiego sostenibile delle risorse locali con la capacità di sviluppo economico ed occupazionale;
l'azienda rappresenta un pilastro fondamentale dell'economia locale occupando 250 lavoratori tra fissi ed avventizi;
il 6 dicembre del 2005 gli impianti di Floramiata sono stati gravemente danneggiati da una devastante grandinata che ha compromesso l'attività di 21 serre con una conseguente riduzione di produzione e di occupazione;
l'amministrazione provinciale di Siena, in data 16 gennaio 2006, ha richiesto alla Regione Toscana il riconoscimento dell'evento calamitoso eccezionale verificatosi nel territorio comunale di Piancastagnaio;
il 30 gennaio del 2006 la Giunta della Regione Toscana, con la delibera numero 42, ha chiesto formalmente al Ministero delle politiche agricole e forestali la declaratoria di riconoscimento di eccezionalità dell'avversità atmosferica per la grandinata del 6 dicembre 2005 verificatasi nel territorio comunale di Piancastagnaio;
la delibera della Regione Toscana, pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione Toscana numero 8 del 22 febbraio 2006, quantificava l'importo dei danni causati dalla grandinata: 3.270.000 euro per le strutture aziendali e 4.848.000 euro per i danni alla produzione;
i sottoscritti interroganti hanno presentato, in data 23 maggio 2006, una interrogazione, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ed al Ministro per lo sviluppo economico, sulla situazione dell'azienda Floramiata. Un quesito chiedeva nello specifico «per quale motivo non è stato ancora riconosciuto lo stato di calamità naturale»;
il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha emanato un decreto, in data 16 maggio 2006, nel quale, su proposta della Regione Toscana, riconosceva lo stato di calamità subordinando l'erogazione degli aiuti alle decisioni dell'Unione europea;
il 29 maggio 2006 la Commissione europea ha espresso parere favorevole all'erogazione degli aiuti, consentendo in tal modo l'attivazione degli interventi del Fondo di solidarietà nazionale, ai sensi del decreto legislativo numero 102 del 29 marzo 2004 e successive modificazioni;
l'amministrazione provinciale di Siena in data 31 luglio 2006, su richiesta della Regione Toscana, ha effettuato l'istruttoria per quantificare l'entità dei danni causati dalla grandinata all'azienda Floramiata accertando una cifra complessiva di 5.431.825 euro (1.958.400 euro per i danni alla produzione e 3.473.445 euro per i danni alle strutture);
la Regione Toscana, con decreto dirigenziale numero 643 del 15 febbraio 2007, in attesa dell'assegnazione dei contributi da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha stabilito di impegnare e liquidare a favore dell'amministrazione provinciale di Siena la somma di 751.986,54 euro, procedendo alla anticipazione finanziaria dei contributi, «dal momento che - riporta il documento - i tempi di erogazione da parte del Ministero sono incompatibili con le emergenze delle imprese agricole che hanno subito l'evento, tali da compromettere l'efficacia dell'aiuto stesso»;
in base a tale documento l'amministrazione provinciale di Siena, in data 15 marzo 2007, ha deliberato di liquidare all'azienda Floramiata la sopra citata somma di 751.986,54 euro (accreditata il 6 aprile 2007);
attualmente, nonostante siano trascorsi oltre 20 mesi dalla grandinata del 6 dicembre 2005, l'azienda Floramiata deve ancora ricevere un importo pari a 4.679.838,46 euro -:
quali siano le motivazioni del grave ritardo e se non ritenga urgente ed opportuno, a distanza di quasi due anni dall'evento eccezionale che causò gravi
danni all'azienda Floramiata, emanare ogni utile provvedimento affinché l'azienda rientri dei fondi dovuti, essenziali per garantire all'azienda una prospettiva economica ed un futuro ai lavoratori presenti.
(5-01691)
Interrogazioni a risposta scritta:
MINARDO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
i questi giorni i produttori zootecnici della Sicilia e della Provincia di Ragusa stanno ricevendo i bollettini di pagamento relativi alle multe per le quote latte non pagate dal 1997-1998 ad oggi, comprensivi degli interessi di mora;
l'irrogazione delle multe, nel caso in specie, appare assolutamente illegittima in considerazione del fatto che la Provincia di Ragusa da sola produce il 20 per cento del fabbisogno regionale e l'intera Sicilia da sola non raggiunge la quota assegnata dalla Comunità europea;
in conseguenza di ciò, con il metodo adottato dall'Agea, le aziende zootecniche siciliane sono costrette, loro malgrado, a subire un provvedimento ingiusto e profondamente lesivo degli interessi economici;
ancora una volta l'economia iblea viene penalizzata in un momento molto delicato per il comparto e l'elevato quantitativo da pagare per le multe è diventato un grave problema sociale poiché le aziende non hanno la disponibilità economica per eliminare il loro debito -:
se il Governo non ritenga urgente e necessario provvedere a forme di intervento mirate all'agevolazione di pagamenti e all'eliminazione degli interessi maturati;
se il Governo intenda intervenire presso l'Agea per verificare i motivi che hanno indotto all'emissione delle notifiche dei bollettini comprensivi degli interessi maturati sulle multe non pagate dal 1997 ad oggi e chiarire perché sta bloccando i Pac alle aziende agricole del territorio, premi che per molte aziende sono di vitale importanza;
se il Governo intenda intervenire in modo definitivo perché ancora una volta la Sicilia e la provincia di Ragusa in particolare, subiscono situazioni insostenibili con il rischio di indebolire l'economia locale di cui un intero settore che è già in crisi sta ricevendo il definitivo colpo di grazia.
(4-05470)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
gli agrumicoltori calabresi, in particolare, quelli della Piana di Gioia Tauro, ad ogni inizio di stagione agrumicola si ritrovano costretti ad iniziative di protesta, a causa dei mancati o tardivi interventi per garantire il loro prodotto;
a causa di continui splafonamenti, determinati dalla registrazione sempre crescente dei quantitativi degli agrumi trasformati dalle industrie, la UE ha applicato annualmente delle penalità che hanno portato ad una riduzione del prezzo pagato al kilogrammo agli agricoltori, tale da non essere più sufficiente a supportare i costi di raccolta del prodotto;
la problematicità potrebbe essere superata con l'erogazione diretta dell'aiuto finanziario al produttore, cioè con il cosiddetto «disaccoppiamento totale», evitando così i passaggi dai produttori alle cooperative, e, quindi, all'industria;
le industrie e le cooperative agrumicole della Piana di Gioia Tauro, sarebbero favorevoli al «regime transitorio» ma, ad avviso dell'interrogante, sarebbe preferibile il sistema di «disaccoppiamento totale», che eviterebbe anche le possibili infiltrazionì della 'ndrangheta nel sistema industriale agrumicolo calabrese;
nonostante, però, l'accordo sul «disaccoppiamento totale», approvato dalle associazioni di categoria, sembra che il relativo decreto sia stato bloccato per le
proteste della Regione Sicilia, non soddisfatta del plafond attribuitole, anche se, ad avviso dell'interrogante, appare decisamente equa la ripartizione tra Calabria e Sicilia del contributo comunitario, deciso nella conferenza Stato-Regioni del 18 ottobre 2007 -:
se non ritenga necessario ed urgente accelerare l'approvazione del decreto sul «disaccoppiamento totale», al fine di consentire un rilancio ed una competitività sul mercato dell'agrumicoltura calabrese.
(4-05479)
PATARINO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'agricoltura italiana e quella meridionale e pugliese in particolare vivono da tempo una lunga e pesante crisi strutturale che sta provocando - e in certi casi ha già provocato - il fallimento del settore;
la globalizzazione, l'aumento dei costi di produzione, il controllo della grande distribuzione sui prezzi al consumo, assieme a tanti altri fattori negativi hanno messo letteralmente in ginocchio quello che una volta era considerato un settore primario dell'economia, soprattutto nel sud d'Italia;
a partire dal 2002 e sino ad oggi, la crisi del mercato e il calo dei prezzi di vendita (addebitati allora alle pesantissime calamità atmosferiche: piogge torrenziali, alluvione, eccetera, abbattutesi sull'intera nazione) stanno spingendo l'agricoltura in una strada senza ritorno;
i prodotti italiani di eccellente qualità, sottoposti a tecniche agricole «severe» e «pulite», con divieti rigorosi e tassativi dell'uso di fito-ormoni e di certi fitofarmaci (dichiarati illegali) che garantiscono appieno la salute dei consumatori, restano a marcire nelle aziende agricole di provenienza, al contrario di quelli importati dai paesi del Nord Africa e del Medio Oriente (dei quali nulla si sa circa le tecniche di produzione, il genere di prodotti usati nelle coltivazioni, i controlli, eccetera) che stanno invadendo tutti i mercati nazionali a causa della convenienza dei prezzi bassi dovuti ai costi di produzione irrisori, alla scarsa qualità e alla totale mancanza di garanzie per la tutela dei consumatori;
nei giorni scorsi le organizzazioni agricole pugliesi hanno lanciato l'allarme in ordine alle intenzioni del Ministero in indirizzo di ridurre per la Regione Puglia le quote di produzione di agrumi e dei relativi contributi previsti per ogni ettaro di terreno coltivato;
un tale provvedimento infliggerebbe un danno pesantissimo oltre che all'agricoltura, all'intera economia jonica, già in pesante sofferenza per questioni di costi e di mercato -:
se le preoccupazioni delle organizzazioni agricole pugliesi trovino adeguate risposte in qualche provvedimento che il Ministero interrogato ha già predisposto o sta predisponendo in questi giorni.
(4-05485)