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Allegato A
Seduta n. 248 del 22/11/2007
...
(Sezione 11 - Modalità di assegnazione dei fondi previsti dalla legge finanziaria 2007 per il finanziamento di progetti relativi alla ricerca sulle malattie rare e sulle cellule staminali)
M)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 ha stanziato 3 milioni di euro per la ricerca sulle malattie rare e sulle cellule staminali, all'articolo 1, comma 813: «Per gli anni 2007, 2008 e 2009, nell'utilizzazione delle risorse previste nella Tabella C allegata alla presente legge e destinate al finanziamento di progetti di ricerca sanitaria di cui all'articolo 12-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, un importo pari a 10 milioni di euro è vincolato al finanziamento di progetti proposti dagli Istituti zooprofilattici sperimentali in materia di sicurezza degli alimenti e tre importi pari a 3 milioni di euro ciascuno sono vincolati al finanziamento di progetti per il miglioramento degli interventi di diagnosi e cura
delle malattie rare anche in riferimento alla facilitazione della erogazione ai pazienti dei farmaci orfani, al finanziamento di progetti per l'utilizzazione di cellule staminali e al finanziamento di progetti per la qualificazione ed il potenziamento delle attività di tutela della salute nei luoghi di lavoro»;
Elena Cattaneo, Paolo Bianco e Ranieri Cancedda, illustri ricercatori italiani a livello mondiale, con una lettera riguardo questi finanziamenti hanno denunciato il 10 novembre 2007 al Ministro interpellato che ci sono «circostanze che destano grande preoccupazione, rivestono significato generale e necessitano, a nostro giudizio, di un intervento autorevole e correttivo». Nella lettera si precisa che i 3 milioni di euro, a quel che risulta, sono gestiti: «direttamente dal ministero della salute e dall'Istituto superiore di sanità e sono già stati assegnati, per ammissione anche pubblica di alcuni ricercatori, ma non risulta che sia stato pubblicato un bando o che singoli ricercatori o istituzioni abbiano potuto liberamente presentare progetti o domande di finanziamento». I tre ricercatori hanno fatto presente al Ministro interpellato, quindi, che «richieste di informazioni rivolte al direttore dell'Istituto superiore di sanità da più membri della comunità scientifica, al fine di conoscere chi avesse definito e valutato la destinazione dei fondi e secondo quale procedura, sono rimaste eluse, pur ottenendo obliquo quanto inequivocabile riscontro di una procedura di assegnazione di risorse che non appare accettabile»;
per quanto riguarda le «richieste di informazioni rivolte al direttore dell'Istituto superiore di sanità» si fa riferimento a quanto richiesto dai ricercatori, precedentemente alla lettera al Ministro interpellato, direttamente al presidente dell'Istituto superiore di sanità, Enrico Garaci, e alla sua risposta secondo la quale i finanziamenti «rappresentano una piccola percentuale dei fondi dell'ex articolo 12, ma il più delle volte essi vanno a coprire esigenze pressanti o argomenti di particolare interesse politico e sanitario in questi progetti pure per l'esiguità delle risorse vengono limitati gli obiettivi e individuate le strutture da coinvolgere sempre nell'ambito dei destinatari istituzionali». Garaci ha anche detto: «faccio presente che la valutazione di tale progetto è in corso perché nel frattempo è intervenuta la nomina di una nuova commissione: alcune informazioni richieste quindi non sono, al momento, disponibili». Quindi si conferma che vi siano assegnazioni in corso in assenza di adeguata e trasparente pubblicità;
i tre ricercatori, nella lettera al Ministro interpellato, precisano che tale comportamento e modo di finanziare la ricerca sulle staminali è sintetizzato nel neo-anglismo top-down: in realtà questa procedura che non appartiene ad alcuna realtà scientifica internazionale «consisterebbe nella attribuzione» anomala e aberrante «di risorse lungo una catena che dalla commissione ministeriale procederebbe verso una singola istituzione e singoli ricercatori, a loro volta investiti della facoltà di cooptare nell'accesso al finanziamento altre istituzioni e altri ricercatori di loro personale scelta, anche nell'ambito del mondo universitario (...) i destinatari dei finanziamenti per la ricerca sarebbero de facto identificati a priori, senza pubblicità, senza trasparenza e senza procedure di valutazione scientifica, mentre l'identità di alcuni presunti beneficiari dei finanziamenti è affidata sia alla spontanea circolazione di notizie entro la comunità scientifica, sia, incredibilmente, a dichiarazioni rilasciate alla stampa nazionale. Non è stato possibile conoscere direttamente e ufficialmente dal direttore dell'Istituto superiore di sanità la lista dei ricercatori e dei progetti finanziati, l'importo dei finanziamenti, l'identità e la qualificazione dei selezionatori, le procedure di valutazione scientifica espletate, i criteri di selezione (...) si ha conferma ufficiale dell'esistenza di un »progetto speciale« gestito dal ministero, »in corso di valutazione«, di cui sono stati definiti «obbiettivi» e per il quale sono state «individuate strutture da coinvolgere»;
secondo quanto scritto nella lettera, per i ricercatori «in base alle informazioni disponibili, la situazione descritta configurerebbe un caso esemplare di impropria attribuzione di finanziamenti pubblici per la ricerca, secondo una prassi distante anni luce dalle normali procedure di assegnazione di risorse per la ricerca (peer-review), storicamente concepite proprio per escludere qualunque forma (o parvenza) di diretta negoziazione tra pubblica amministrazione e singoli ricercatori o istituzioni scientifiche. Il sistema di peer-review, ignorato nel caso qui rappresentato, è infatti inteso non solo e non tanto a premiare »i migliori« come spesso si dice, quanto ad assicurare il buon uso delle risorse pubbliche, salvaguardando tanto la qualità e competitività scientifica (migliore scienza), quanto ovvi principi economici (miglior uso del denaro, miglior aspettativa di ricadute applicative), politici (pari opportunità, libertà della ricerca, trasparenza, sottrazione della pubblica amministrazione da pressioni indebite e conflitti di interesse), e di sviluppo e valorizzazione umana e sociale (tutte le cose precedenti insieme). Non riconoscerne l'importanza è cosa fortemente negativa, che arretra la ricerca italiana e ne compromette il successo e la valorizzazione applicativa, penalizza il nostro Paese economicamente, lo impoverisce culturalmente e nell'immagine internazionale, e disperde risorse pubbliche». E, quindi, a parere dei ricercatori: «urgente che siano definitivamente rimosse dalle leggi e dai regolamenti dello Stato qualsiasi procedura di finanziamento che lasci spazio a modalità di assegnazione top-down. Consistendo de facto nell'assegnazione individualizzata e diretta di finanziamenti scientifici da parte di pubblici amministratori a singoli ricercatori o istituzioni, queste procedure attribuiscono impropriamente alla pubblica amministrazione competenze nella valutazione scientifica, le quali invece appartengono alla scienza. Le stesse pratiche attribuiscono, inoltre, a singoli ricercatori il potere davvero improprio di attribuire direttamente fondi a loro colleghi o collaboratori secondo personali valutazioni. Invece, la valutazione della ricerca (che pur compete ai ricercatori), va obbligatoriamente esercitata con imprescindibili garanzie di competenza, autorevolezza, terzietà e indipendenza. Va esercitata analiticamente da esperti multipli, su progetti specifici e multipli, e su base competitiva. Oltre ad essere concepite in aperta violazione dei principi consolidati e universali di valutazione e finanziamento della scienza, le procedure top-down sono quindi oggettivamente e pericolosamente vicine a pratiche clientelari nelle quali si degradano con estrema facilità»;
ma è altrettanto «urgente che la politica colmi il ritardo secolare del nostro Paese in tema di politica scientifica e identifichi istituzioni adeguate e procedure adeguate e uniformi per il finanziamento della ricerca, già in uso nel mondo scientificamente avanzato, e anzi volano unico di quell'avanzamento»;
in due precedenti interrogazioni della prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo (5-00014 e 5-01349), elaborate insieme all'Associazione Coscioni, l'interrogante ha chiesto di fare luce su alcuni finanziamenti per la ricerca sulle cellule staminali, quando Enrico Garaci fu nominato presidente della commissione ministeriale cellule staminali, in seno all'Istituto superiore di sanità, di cui lo stesso Garaci è presidente dal 2001. Le risposte fornite non hanno chiarito la «spartizione» dei fondi, per l'esattezza 7,5 milioni di euro che dovevano essere suddivisi in tre bandi dal 2001. Solo del primo si ha qualche informazione certa, sul secondo occorre ancora fare chiarezza, mentre il terzo non si è tenuto per inspiegabile esaurimento dei fondi. Dalle risposte alle interrogazioni si è evinto che riguardo il primo bando i 12 membri della commissione che decidevano i finanziamenti potevano essere anche presentatori di progetti che li richiedevano, tanto che 7 progetti finanziati avevano come primo firmatario un componente della commissione, per altri progetti il componente della commissione era solo secondo firmatario
e ulteriori progetti erano intestati ai giovani ricercatori degli stessi laboratori diretti da membri della commissione. Vale a dire che la commissione e la «spartizione» di denaro pubblico avvenne grazie a un regolamento che prevedeva che chi chiedeva i finanziamenti era anche chi decideva a chi destinarli. Una volta venuta alla luce la vicenda ad opera di ricercatori finanziati a quel bando, per tutta risposta dal sito internet dell'Istituto superiore di sanità venne cancellato qualsiasi riferimento alla commissione ministeriale cellule staminali;
nella risposta data alla prima interrogazione (5-00014) il ministero della salute affermò: «A nostro avviso la disciplina della procedura seguita non garantisce adeguatamente la trasparenza. A tal proposito ci preme ribadire che è preciso intendimento del Ministro giungere, nel campo della ricerca medico-scientifica, a garantire l'adozione di procedure di valutazione per l'attribuzione dei finanziamenti che, similmente a quanto accade negli ambienti scientifici internazionali più qualificati, siano condotte nel rigoroso rispetto dei principi della trasparenza e dell'indipendenza (...) In termini più generali è possibile affermare che l'adozione dei review system, metodo che implica il coinvolgimento di revisori terzi e indipendenti, dovrà essere la regola che ispira l'azione degli organi del ministero e quella cui dovranno uniformarsi gli enti rispetto ai quali il ministero esercita compiti di vigilanza, quali l'Istituto superiore di sanità (articolo 9, comma 2, del decreto legislativo n. 419 del 1999)»;
il 5 settembre 2007 è stata insediata la Commissione nazionale della ricerca sanitaria, presieduta dal Ministro interpellato. Nel sito del ministero della salute si riporta come questa abbia tra i suoi compiti la definizione dei criteri di selezione dei progetti di ricerca che dovranno essere successivamente valutati da esperti italiani e stranieri secondo il metodo della peer-review dove necessario ed appropriato, integrato con lo strumento della study section -:
se il Ministro interpellato intenda rispondere alle richieste avanzate dai tre ricercatori nella lettera, in particolare per conoscere:
a) chi siano i ricercatori identificati come destinatari del finanziamento;
b) quale procedura, formale e pubblicamente accessibile, ciascuno abbia seguito per accedere al finanziamento;
c) a quale valutazione scientifica selettiva sia stato sottoposto il contributo di ciascun ricercatore;
d) quali siano i progetti finanziati, chi abbia definito la lista dei destinatari dei finanziamenti e secondo quale procedura, chi valuti i progetti e in base a quale specifica competenza scientifica;
e) chi definisca, e in base a quale specifica competenza scientifica, gli obbiettivi scientifici e applicativi, i temi specifici e le priorità dell'investimento di risorse;
se il Ministro interpellato, in quanto presidente della Commissione ricerca del ministero della salute, non ritenga di sospendere la procedura di finanziamento e fare in modo che nessun finanziamento sia erogato o semplicemente formalmente assegnato, fino a che non sia pubblicato un bando a cui possano accedere, secondo regole prestabilite e pubbliche, tutti i ricercatori soggettivamente e oggettivamente interessati al tema del finanziamento e istituita una procedura competitiva, rigorosa e trasparente di peer-review affidata alla valutazione nel merito scientifico da parte di ricercatori anonimi, competenti, terzi e indipendenti, se necessario stranieri;
se, a seguito di questa ulteriore denuncia, il Governo intenda seriamente e nell'immediato futuro dare seguito a quanto dichiarato in risposta alla prima interrogazione parlamentare della prima firmataria del presente atto di sindacato
ispettivo, adottando, in tutte le sue forme di finanziamento pubblico alla ricerca italiana, quelle procedure e quelle modalità operative che, in tutti gli Stati avanzati, garantiscono equa competizione e valutazione delle idee e dei progetti, oltre a trasparenza e indipendenza delle valutazioni e delle assegnazioni, elementi indispensabili per un vero rilancio della ricerca italiana.
(2-00850)
«Poretti, Beltrandi, D'Elia, Mellano, Turco, Villetti, Turci».
(20 novembre 2007)