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Allegato B
Seduta n. 248 del 22/11/2007
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INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
OLIVA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 15 novembre si è riunito, al Viminale, l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive al fine di analizzare la partecipazione delle tifoserie alla tredicesima giornata del Campionato di calcio che si disputerà il prossimo 23/24 novembre;
nel corso della citata riunione l'Osservatorio ha deliberato il divieto di trasferta dei tifosi catanesi a Napoli per la partita che vedrà confrontarsi le due squadre;
per stessa ammissione dei componenti l'osservatorio «la tifoseria catanese ha dato dimostrazione, in questo scorcio di campionato, di un comportamento corretto e di un dialogo avviato con le Istituzioni a Catania» ma nonostante ciò l'Osservatorio non ha «ritenuto opportuno fornire indicazioni di apertura»;
sempre riferendoci a quanto dichiarato dai membri dell'Osservatorio «la decisione ha tenuto conto anche della particolare
connotazione di rischio della partita nel capoluogo campano e dei buoni rapporti tra i sostenitori napoletani e palermitani costituenti motivo di contrapposizione per i facinorosi» -:
se il Ministro interrogato non ritenga che sia stato inappropriato, da parte dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, inserire la gara Napoli-Catania del prossimo 25 novembre tra quelle considerate particolarmente a rischio e se il ministro non ritenga di dover intervenire presso l'Osservatorio ed, eventualmente, presso i Prefetti al fine di consentire ai tifosi del Catania di poter sostenere la propria squadra.
(4-05736)
SPERANDIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 30 ottobre nel Comune di Roana (Altopiano di Asiago - Vicenza) una bomba molotov ha incendiato l'auto di un dipendente comunale. Erano circa le 10 di mattina, quando sul piazzale del Comune, dove vengono normalmente parcheggiate le auto, alcuni passanti hanno visto salire lingue di fuoco alte parecchi metri. Dato l'allarme - in quel momento la Giunta era in riunione nell'edificio - vi è stato un fuggi fuggi generale. Quindi sono stati chiamati i Vigili del Fuoco di Asiago che sono riusciti a spegnere l'incendio;
ad andare a fuoco a causa di una bottiglia incendiaria è stata l'Opel Astra dell'architetto Marco Farro, 45 anni, residente a Bassano del Grappa in via Dalmazia, già assessore a Bassano dal 1995 al 1999. Il professionista, che da anni lavora nel settore Urbanistica del comune di Roana di cui è capo ufficio tecnico, al momento non ha saputo dare ai carabinieri di Canove, che hanno sequestrato quanto rimaneva della molotov, spiegazioni su chi avrebbe potuto compiere un tale gesto;
«Si è trattato di un atto intimidatorio molto grave. - ha commentato il sindaco di Roana Mario Porto - Un atto che ci ha colto di sorpresa perché non c'era nulla che facesse presagire una tale intimidazione. È la prima volta che nel nostro paese si compie un tale atto. Atto che lascia tutti stupiti ma decisi a continuare nella nostra azione amministrativa come prima.». Il 7 novembre il consiglio comunale straordinario del Comune di Roana, al quale hanno partecipato anche tutti i Sindaci dell'Altopiano, ha prodotto un documento in cui esprime solidarietà all'architetto Farro, definito un tecnico onesto serio e preparato;
nell'Altopiano di Asiago, zona di particolare interesse turistico, esiste da anni un processo di edificazione di seconde case, che può mettere a rischio il delicato ambiente montano e che ha prodotto l'investimento di ingenti somme di danaro (i costi delle case nella conca Asiago-Roana-Gallio sono molto simili a quelli dei centri urbani delle grandi Città);
il 10 gennaio 2006 un libro bomba venne recapitato nel suo studio di psichiatria a Padova ad Antonella Stella, sindaco di Gallio, un altro Comune dell'Altopiano. L'ordigno avrebbe potuto essere letale ed il sindaco ha riportato gravi ferite ad entrambe le mani;
si ipotizza che vi possano essere al centro dei due attentati rivendicazioni correlate allo sviluppo edilizio della zona, alla luce anche del fato che sia l'architetto Farro che il sindaco di Gallio stavano iniziando a mettere mano alla revisione del Piano regolatore;
a pag. 236 del libro del giornalista Roberto Saviano «Gomorra. Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra» si può leggere: «Io so e ho le prove. So come è stata costruita mezza Italia... Conosco le mani, le dita, i progetti. E la sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli... a Castelvolturno nessuno dimentica le file infinite dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia... Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, di Asiago, di Genova...» -:
se risulti sussistere nella zona di Asiago a parere del Governo il rischio di
inquinamento mafioso e/o camorristico legato a speculazioni edilizie e come intenda il Governo procedere per garantire la sicurezza e per riportare il clima di serenità perduto dopo i gravi attentati, sia nelle istituzioni che tra i cittadini.
(4-05737)
GRIMOLDI e ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i lavori per la realizzazione della Moschea di Colle di Val d'Elsa, in località l'Abbadia, in Provincia di Siena, sono iniziati a fine novembre 2006;
da quanto si apprende dalle notizie riportate dagli organi di stampa, la suddetta opera è stata in parte finanziata dalla Fondazione del Monte dei Paschi di Siena con un importo di 300.000 euro e tale finanziamento è stato inserito nell'ambito della distribuzione degli utili 2005 della Fondazione stessa;
sempre secondo le indiscrezioni riportate dai mass media, la restante cifra sarà finanziata da elargizioni provenienti da privati cittadini di fede musulmana;
considerati i costi imponenti dell'opera, è verosimile che i fondi non provengano solo ed esclusivamente dalla circoscritta Comunità Islamica della Provincia di Siena, alla quale sono associate nemmeno 200 persone;
l'associazione «Comunità dei Musulmani di Siena e Provincia» risulta affiliata all'organizzazione Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (U.C.O.I.I.), strettamente legata ai Fratelli Musulmani, come risultante dall'Atto Costitutivo dell'Associazione stessa;
in Italia il fenomeno sociale della diffusione di centri islamici e moschee, in molti casi abusivi, sta subendo negli ultimi anni un'allarmante crescita esponenziale. Nel giro di poco tempo sono sorte in tutta Italia: moschee di dimensioni enormi, centri culturali e religiosi, scuole coraniche e attività commerciali gestite direttamente dalle comunità musulmane (macellerie, phone center etc.);
sempre più spesso, stando alle notizie pubblicate dagli organi d'informazione, ci troviamo dinnanzi a casi emblematici dove è facilmente riscontrabile da un lato il manifesto rifiuto da parte delle comunità musulmane presenti in Italia di rispettare le normative vigenti e di adeguarsi alla regole comportamentali e culturali del nostro Paese e dall'altro lato l'atteggiamento superficiale delle istituzioni che non comprendendone i rischi adottano semplicistiche soluzioni, mettendo conseguentemente in pericolo la sicurezza dei cittadini;
il mantenimento di questa costosissima rete di associazioni islamiche in Italia è impensabile senza il sostegno e la solidarietà di moschee, centri universitari, donazioni, finanziamenti di Stati e banche che hanno come obiettivo la «diffusione della fede» da'wa. È ipotizzabile, inoltre, che i finanziamenti di queste attività, avvengano anche attraverso strutture parallele formate da commerci illeciti, riciclaggio di denaro, sfruttamento dell'immigrazione;
è necessario prevedere misure di controllo di tali finanziamenti affidando, ad esempio, al Comitato di Sicurezza finanziaria, istituito con il decreto-legge n. 369, del 12 ottobre 2001, convertito dalla Legge n. 431 del 14 dicembre 2001, speciali compiti di controllo. Si deve agire affinché il Comitato di Sicurezza finanziaria possa chiedere informazioni dettagliate agli istituti creditizi riguardo ad operazioni e clienti, al fine di creare una banca dati su tutti i flussi finanziari che in modo diretto od indiretto riguardano le associazioni islamiche ed i centri di culto islamico presenti sul territorio nazionale. La stessa procedura dovrà essere applicata alle agenzie di money transfer con controlli da parte dell'UIC;
sarebbe importante, inoltre, prevedere misure atte ad istituire un obbligo a carico di tutte le banche italiane e comunitarie con sedi nel nostro territorio e le succursali
di banche extracomunitarie di mettere a disposizione delle autorità preposte, tramite una apposita banca dati, un elenco di tutti i flussi provenienti da Stati, Enti, Fondazioni, Società, Organizzazioni e cittadini di origine islamica diretti a sostenere finanziariamente centri di aggregazione atti a diffondere la cultura islamica;
si stima che oggi l'ammontare di denaro utilizzabile dalle organizzazioni legate al fondamentalismo islamico ammonterebbe ad almeno 150 miliardi di euro;
è noto che questi centri culturali, oltre ad essere sede di attività religiosa, diventano anche centri della vita sociale e politica della comunità musulmana;
l'Islam si presenta fin dalle origini come un progetto globale che include tutti gli aspetti della vita. Include un modo di vivere, di comportarsi, di concepire il matrimonio, la famiglia, l'educazione dei figli, perfino l'alimentazione. In questo sistema di vita è compreso anche l'aspetto politico: come organizzare lo Stato, come agire con gli altri popoli, come rapportarsi in questioni di guerra e di pace, come relazionarsi agli stranieri, eccetera. Tutti questi aspetti sono stati codificati a partire dal Corano e dalla sunna e sono rimasti «congelati» nei secoli. La legge religiosa determina la legge civile e gestisce la vita privata e sociale di chiunque vive in un contesto musulmano, e se questa prospettiva è destinata a rimanere immutata come è accaduto finora, la convivenza con chi non appartiene alla comunità islamica non può che risultare difficile;
per l'Islam «l'adunata per l'esercizio del culto» è la massima espressione di fede e in quel momento il leader della comunità musulmana, l'imam, rappresenta, in sintesi, quello che per noi sono insieme il vescovo, il sindaco e il preside di una scuola;
la legge islamica, rivolgendosi l'Islam a tutta l'umanità, è una legge personale e non dipende in nessun modo dall'elemento territoriale. La stessa nazionalità non è collegata, come avviene nella tradizione occidentale, allo jus sanguinis e allo jus loci, ma allo jus religionis, cioè, alla appartenenza ad una comunità di credenti che non è legata all'esistenza di un entità statuale;
mentre oramai è palese che anche in Italia all'interno di alcune comunità islamiche si annidi la presenza di gruppi eversivi allo stesso tempo non è invece facilmente riscontrabile una collaborazione con le Forze dell'ordine e la magistratura da parte di quei musulmani che si dichiarano moderati e che continuano a chiedere diritti dimostrando la volontà di volersi integrare nella nostra società;
è stato più volte documentato da fonti giornalistiche che molto spesso, in occasione di funzioni religiose o di semplici incontri associativi, gli imam predicano odio nei confronti della cultura occidentale e sentenziano condanne contro tutti coloro che non si comportano secondo i dettami coranici (inutile ribadire come questi, in molti casi, siano antitetici ai principi e ai valori su cui è fondata la nostra tradizione culturale e che come tali si ritrovano anche nella Costituzione italiana);
è necessario quindi ribadire come non vi potrà mai essere integrazione senza la preventiva accettazione da parte di tutta la comunità islamica del principio fondamentale della separazione inequivocabile tra la sfera laica e quella religiosa e delle normative vigenti in materia di libertà individuale e di pensiero, di obbligo scolastico, di autodeterminazione e di uguaglianza formale di tutti i cittadini davanti alla legge, lo status giuridico o religioso delle donne, il rispetto del diritto di famiglia e dell'istituto del matrimonio, dei minori e dei non credenti e il trattamento degli animali;
l'assenza di azioni istituzionali volte a scoraggiare tale fenomeno ha conseguentemente portato alla diffusione di uno stato di illegalità nel quale le organizzazioni islamiche di matrice fondamentalista hanno potuto operare in piena libertà;
è necessario intervenire in tempi rapidi anche attraverso l'utilizzo della normativa
d'urgenza per stabilire che le Regioni, in attuazione di quanto stabilito in materia di governo del territorio dal terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione, possano concedere l'autorizzazione per la realizzazione di nuovi edifici destinati a funzioni di culto, per la ristrutturazione o il loro cambiamento d'uso, alle confessioni religiose che non abbiano stipulato intesa con lo Stato secondo quanto disposto dall'articolo 8 della Costituzione, solo previa presentazione da parte del richiedente di apposita domanda da presentare alla Regione interessata corredata di progetto edilizio, dal piano economico finanziario e dall'elenco degli eventuali finanziatori italiani o esteri, sottoscritta da un numero di aderenti all'associazione stessa con atto notarile e approvata mediante referendum da parte della popolazione del Comune interessato, secondo le disposizioni del relativo statuto comunale -:
se il ministero possa fornire al Parlamento una mappatura completa di tutti i centri culturali islamici presenti in Italia ed una scheda informativa sulle relative modalità di organizzazione e finanziamento;
in merito al caso specifico della moschea di Colle Val D'Elsa (Siena) se risulta al ministro che tra i finanziatori dell'opera siano presenti Enti o Associazioni direttamente collegati all'Arabia Saudita o ad associazioni che fanno capo direttamente o indirettamente alla rete terroristica internazionale di matrice fondamentalista islamica.
(4-05749)