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Allegato B
Seduta n. 32 del 26/7/2006
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazioni a risposta scritta:
PIRO e PISCITELLO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 17 luglio un fulmine abbattutosi su un traliccio dell'alta tensione a Siracusa ha provocato a cascata il blocco degli impianti che assicurano l'energia elettrica in tutta la Sicilia;
l'interruzione nell'erogazione dell'energia elettrica, protrattasi per ben quattro ore, ha interessato numerose zone
della Sicilia occidentale, comprese le province di Palermo, Trapani e Caltanissetta, procurando numerosi disagi anche ad Enna, nel ragusano e in alcune zone di Agrigento;
le lunghe ore al buio hanno gettato nel panico la popolazione, i centralini dei vigili del fuoco sono stati tempestati da centinaia di telefonate per richieste di soccorso alle molte persone rimaste bloccate in ascensore e l'attività ospedaliera in alcuni casi è stata ostacolata dal ritardato funzionamento dei gruppi elettrogeni di emergenza, come è avvenuto in particolare all'ospedale palermitano «Ingrassia»;
tra le cause del black-out rileva una rete elettrica isolana estremamente fragile, che gli imprenditori siciliani non esitano a definire «vetusta» e che, evidenziando l'enormità dei guasti raffrontati all'evento meteorologico, è in grado di procurare ingenti danni alle aziende che utilizzano tecnologie avanzate;
la Terna, gestore della rete elettrica nazionale, si è difesa in una sua nota anticipando accertamenti in corso per verificare l'accaduto e, sottolineando l'anomalia del blocco avvenuto nella centrale di Priolo, afferma che «in assenza di guasti sulla rete Terna, scattavano in modo anomalo nell'arco di 14 secondi tutti e quattro i gruppi di produzione della centrale Enel di Priolo Gargallo»; il blocco della centrale Enel di Priolo Gargallo, sempre secondo l'ente gestore, avrebbe sottratto 650 megawatt di potenza al sistema elettrico siciliano, togliendo il necessario supporto al mantenimento della tensione nell'area sud-orientale della Sicilia; questo evento avrebbe innescato distacchi dalla centrale idroelettrica Enel dell'Anapo e di quella termoelettrica Isab, portando il deficit energetico dell'isola a 1.250 megawatt su un fabbisogno di 2.600 megawatt;
la Sicilia, pur rappresentando un importante produttore di energia in grado di soddisfare il doppio del fabbisogno dell'isola, provvedendo anche alla sua esportazione, costituisce uno degli anelli deboli per inefficienza, come ha dimostrato anche la ritardata ripresa alla normalità del sistema energetico, a seguito del precedente black-out, di rilevanti proporzioni, risalente al 2003. Quel black-out mise già in evidenza il differenziale strutturale esistente in Sicilia: il numero dei guasti è doppio rispetto a quello delle regioni del Nord, fanno difetto i Centri e i presidi strategici nella conduzione e gestione degli impianti di generazione, molti dei quali «trasportati» fuori dall'Isola, la rete di trasporto è basata su molte linee progettate negli anni '60, a fronte di una rete del Centro-Nord ben collegata a quella europea, una rilevante riduzione degli investimenti e l'utilizzo di criteri di economicità hanno prodotto una scadente qualità e una riduzione della sicurezza del servizio erogato agli utenti consumatori;
l'ultimo episodio di black-out energetico in Sicilia mette in rilievo non soltanto la situazione, secondo l'interrogante, deficitaria delle strutture dell'Enel, la mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete e l'urgenza di modernizzare il sistema, ma mostra il crescente divario fra Nord e Sud del Paese nel campo energetico -:
se non ritenga opportuno attivarsi alfine di indagare sulle cause che hanno provocato l'arresto dell'intera rete elettrica della Sicilia e accertare se non siano addebitabili responsabilità in capo all'ente erogatore, anche in considerazione dell'enorme durata del black-out che ha penalizzato fortemente le famiglie e le imprese siciliane;
se non ritenga opportuno rendere note le iniziative eventualmente adottate, a seguito del black-out del 2003, quali di queste abbiano riguardato la Sicilia e con quali esiti;
quali iniziative intenda adottare per il futuro, volte ad assicurare il corretto funzionamento degli impianti di distribuzione, il superamento dei disservizi ed inefficienze della rete energetica su tutto il territorio nazionale.
(4-00706)
DI CENTA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
esiste un problema di corretta utilizzazione delle risorse idriche nelle zone montane in quanto queste risultano largamente assorbite dalle esigenze della produzione di energia idroelettrica;
tale problema assume particolare gravità nella regione Friuli Venezia Giulia, in cui molti corsi d'acqua di alta e media montagna risultano praticamente in secca in tutta la stagione estiva, in quanto la loro portata è pressoché totalmente assorbita dalla captazione effettuata per motivi idroelettrici;
tale situazione determina problemi di inaridimento del territorio, colpisce l'ecosistema e le pregiate flora e fauna di montagna -:
quali siano i prelievi idrici effettuati da società produttrici di energia idroelettrica operanti nella regione Friuli Venezia Giulia, se siano noti i loro piani di sviluppo futuri e se tali piani garantiscano un deflusso minimo vitale per i corsi d'acqua di alta, media e bassa montagna e, in caso negativo, se non si ritenga necessario e urgente intervenire per difendere l'ecosistema montano, facendo salva una quota significativa delle risorse idriche del territorio.
(4-00715)