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Allegato B
Seduta n. 39 del 21/9/2006
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GIUSTIZIA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della Giustizia, per sapere - premesso che:
risulterebbe che in data 9 dicembre 2004 la Immobiliare centri Commerciali (Icc), controllata al 100 per cento dalla Coop Centro Italia, avrebbe acquistato per la somma di 6,5 milioni di euro dalla Spazio Industriale 2 Srl, società del Gruppo Pirelli, un terreno e un fabbricato ex Enel entrambe siti a Collestrada (Perugia), per l'ampliamento di un ipermercato;
tutta l'operazione sarebbe stata gestita dall'imprenditore Leonardo Giombini attualmente sottoposto a misure cautelari presso il carcere di Perugia per un'inchiesta su false fatturazioni;
l'operazione dell'acquisto sarebbe stata comunicata nel corso di un consiglio di amministrazione della Icc del 29 novembre 2004;
di tale riunione risulterebbero, tuttavia, due distinti verbali, spediti per e-mail dal Giombini: nel primo verbale inviato il 3 dicembre 2004 al funzionario della Pirelli che stava curando la compravendita ed al notaio Giacosa di Milano che avrebbe dovuto stipulare il rogito, oltre al prezzo della compravendita comparirebbero anche due distinte liquidazioni pari a 850 mila euro più IVA, per costi di intermediazione immobiliare, e a 650 mila euro, per il piano di ricerca e fattibilità, alla società SG Capital Srl (al momento in liquidazione) appartenente allo stesso Giombini; nel secondo verbale inviato il 4 dicembre al notaio Giacosa, sarebbero scomparsi i riferimenti alla SG Capital;
dopo il rogito, la Icc avrebbe, comunque, versato alla SG Capital Srl, 850 mila di euro più IVA, per l'opera di intermediazione (con fattura datata 15 dicembre) e 650 mila euro per lo studio di fattibilità (con fattura datata 10 gennaio 2005) -:
se i fatti suesposti corrispondano al vero ed in tal caso se non intenda verificare se i soci della Icc fossero a conoscenza del pagamento di due consulenze che ammontavano ad oltre il 23 per cento dell'intera operazione;
se ritenga possibile che una società in liquidazione fino al 13 dicembre 2004 possa prendere parte all'intermediazione di una compravendita perfezionata davanti al notaio il 9 dicembre 2004.
(2-00135) «Ronconi».
Interrogazione a risposta orale:
VOLONTÈ. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie apprese dai quotidiani, l'Ordine dei Giornalisti avrebbe richiesto al Governo un decreto legge ad personam per modificare l'articolo 49 del proprio ordinamento al fine di consentire l'espulsione dal proprio albo, senza processo
e senza possibilità di ricorso al TAR, dell'attuale vice-direttore del quotidiano Libero, Renato Farina;
tale richiesta sarebbe pervenuta a firma dello stesso presidente della FNSI, Franco Siddi, del presidente del Consiglio nazionale, Vittorio Roidi e del segretario della FNSI, Paolo Serventi Longhi;
l'intervento sarebbe stato richiesto perché l'attuale ordinamento disciplinare dei giornalisti consente a qualsiasi accusato di difendersi anche extra moenia, ricorrendo al TAR -:
se non ritenga tale iniziativa lesiva dell'articolo 24 della Costituzione che garantisce ai cittadini l'azione in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi, nonché l'autonomia ed il patrimonio della professione e le sue valutazioni rispetto a tale vicenda.
(3-00241)
Interrogazioni a risposta scritta:
D'AGRÒ. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nonostante negli ultimi anni, in virtù degli sforzi congiunti di avvocati, magistrati e politici locali, sia stata modificata in aumento la dotazione organica del Tribunale di Vicenza, da 25 a 27 per i giudicanti e da 8 a 9 per i requirenti, i magistrati realmente presenti (tenuto conto della vacanza di organico e delle assenze) non possono gestire, in tempi ragionevoli, controversie pendenti e quelle in sopravvivenza;
in particolare, secondo quanto risulta all'interrogante su un organico di 27 giudicanti togati si contano, per diversi motivi, solo 18 presenze effettive con una situazione di difficoltà al penale ed il rischio di un vero e proprio collasso al civile, dove i magistrati si trovano a gestire un numero esorbitante di fascicoli;
i giudici onorari di tribunale in servizio sono 12 su 13 in organico e i giudici onorari aggregati sono 3 su 5;
le carenze di organico, le problematiche organizzative interne e la rigidità di sistema contribuiscono a creare notevoli difficoltà a molti degli uffici di cancelleria, anch'essi sottodimensionati rispetto alle previste piante organiche;
nonostante sia ridotto l'orario di apertura al pubblico (previsto dalla normativa di settore in cinque ore al giorno), causando lunghe file di utenti negli uffici critici, sono costanti i ritardi nella pubblicazione delle sentenze e le difficoltà a gestire anche aspetti ordinari come gli avvisi alle parti in causa;
la provincia di Vicenza ha peculiarità economiche ben conosciute ed i ritardi evidenziati inducono le aziende a rifugiarsi in arbitrati all'estero, per le controversie di natura economico-commerciale, molto onerosi e quindi limitativi della competitività di sistema;
gli stessi investitori stranieri tendono difficilmente ad incrementare la loro presenza sul territorio, preoccupati anche del fatto che la durata media di una causa civile é di circa 8-9 anni;
le dotazioni di organico del tribunale di Vicenza sono dimensionate in maniera oltremodo sfavorevole rispetto a quelle di altri tribunali, paragonabili per territorio, popolazione e dati sociologici ed economici a quello vicentino -:
data la grave situazione esistente presso il Tribunale di Vicenza, quali iniziative intenda adottare per far fronte alla carenza di organico in tali uffici giudiziari, prevedendo magari un riequilibrio su base nazionale.
(4-01011)
OLIVIERI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 15 settembre 2006 l'interrogante ha visitato il carcere di Savona, denominato Sant'Agostino, e ne ha personalmente verificato
le pessime condizioni ambientali, igieniche e strutturali essendo l'edificio carcerario un vecchio convento risalente al 1400 e utilizzato quale luogo di detenzione a partire dall'età napoleonica;
in virtù di tale situazione il Sant'Agostino di Savona è stato inserito nell'elenco delle strutture carcerarie da dismettere e pare essere già stato avviato l'iter per la realizzazione del nuovo carcere che dovrebbe sorgere in località Passeggi nel comune di Savona;
la realizzazione della nuova struttura carceraria è condizione necessaria per la dismissione del Sant'Agostino;
il 25 luglio 2006 i giornali savonesi hanno riportato alcune dichiarazioni del Vice Sindaco di quel Comune secondo le quali le risorse finanziarie stanziate per la realizzazione della nuova struttura carceraria risulterebbero insufficienti rispetto alle reali necessità;
tale circostanza, ove venisse confermata, metterebbe in seria discussione la realizzazione della nuova struttura nei tempi ipotizzati -:
se rispondano a verità le notizie relative all'insufficienza delle risorse finanziarie stanziate;
se sia stato ultimato l'iter progettuale della nuova struttura e, in caso contrario, quando si ritenga possa essere approvato il progetto esecutivo dell'opera;
quando si ritengapossano avere inizio i lavori per la realizzazione del nuovo carcere savonese ed in quanto tempo se ne stimi la durata;
in ogni caso, quali interventi si intendano mettere in atto per rendere igienicamente ed ambientalmente accettabile l'attuale struttura carceraria savonese, nella quale i detenuti scontano di fatto una doppia pena e le stesse condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziarie e del personale amministrativo risultano essere alquanto difficili.
(4-01012)
OLIVIERI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 5 settembre 2006 l'interrogante ha visitato il carcere di Chiavari (Genova) prendendo visione che sono in corso lavori di ristrutturazione dell'edificio finanziati direttamente dal Ministero della Giustizia;
nonostante tali lavori, assegnati nel 2002, siano effettivamente iniziati solo nel 2005, con consegna prevista peraltro nel corso dello stesso 2005, gli stessi sono ancora in svolgimento;
la ristrutturazione in corso determina difficoltà per i detenuti che nello scorso inverno, per esempio, hanno sopportato il disagio derivante dalla forte umidità causata da lavori in corso nel tetto della struttura;
da verifiche effettuate dall'interrogante risulterebbe non infondato il rischio che i lavori non possano essere terminati come da progetto a causa della mancanza di risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quanto già stanziato che si renderebbero necessarie per il completamento dell'opera;
sempre nel corso della visita del 5 settembre hanno trovato conferma le notizie, riportate più volte dalla stampa locale, relative al sottodimensionamento degli organici di polizia penitenziaria in servizio presso la struttura, circostanza che costringe peraltro gli agenti a pesanti turnazioni e determina difficoltà nella fruizione del diritto alle ferie -:
quali iniziative intenda assumere affinché siano garantiti i finanziamenti necessari per concludere i lavori di ristrutturazione in maniera conforme al progetto approvato;
se ritenga di dover provvedere affinché sia adeguatamente incrementato l'organico della polizia penitenziaria in servizio presso la struttura carceraria di Chiavari.
(4-01013)
AMENDOLA, FORTUGNO LAGANÀ, INTRIERI, LARATTA, MORRONE e OLIVERIO.
- Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 16 agosto 2006 è stato arrestato il consigliere regionale calabrese Franco Pacenza con l'accusa di concussione;
tale arresto è apparso a tutti gli osservatori che lo hanno commentato ispirarsi a modalità fortunatamente sempre più desuete in quanto eseguito in un albergo in Sardegna dove il Consigliere Franco Pacenza stava trascorrendo pochi giorni di vacanza, alla presenza di numerose persone, della moglie e del figlio adolescente;
il Gip di Cosenza che ha firmato l'arresto di Franco Pacenza ha poi rilasciato un'ampia e identica intervista a diversi quotidiani entrando nel merito del dibattito provocato dall'arresto nell'opinione pubblica;
gli stessi magistrati hanno escluso che Franco Pacenza abbia incassato danaro e che abbia avuto alcun ruolo nell'ambito della truffa che, secondo l'ipotesi dei magistrati, sarebbe stata consumata nell'ambito dell'utilizzo dei fondi comunitari e per la quale figurano diversi arrestati, ed indagati;
le accuse contro Franco Pacenza dipendono interamente dalle dichiarazioni del signor Franco Rizzo, ritenuto dai magistrati il maggiore responsabile della truffa che ammonterebbe a parecchi milioni di euro;
il signor Rizzo, definito dalla Gazzetta del Sud del 24 agosto 2006 «un esperto e geniale creatore di business planing in grado di far produrre danaro pure alle pietre» dopo un periodo di latitanza si è consegnato agli inquirenti ed è rimasto in carcere i tre giorni necessari per accusare Pacenza per poi, sostiene ancora la Gazzetta, sparire dal nostro paese e ricomparire in Germania, pare grazie a un passaporto della Guinea Bissau;
il Tribunale del riesame di Catanzaro ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere in quanto l'analisi degli elementi non consente di ritenere, allo stato, fondata l'ipotesi accusatoria, per mancanza di indizi di colpevolezza;
quali provvedimenti di competenza intenda assumere al fine dei necessari accertamenti.
(4-01017)
BUEMI e BELTRANDI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
sul quotidiano «Cronache del Mezzogiorno» di Salerno, nel mese di luglio 2006 (il 3 luglio e il 12 luglio) ad opera del giornalista Peppe Rinaldi sono state pubblicate lettere di detenuti del Carcere di Fuorni (Salerno), nelle quali si denunciano condizioni davvero straordinariamente gravi, rispetto anche alla negativa realtà generale italiana carceraria, di sovraffollamento (otto detenuti in celle 16 metri quadrati), totale non adeguamento della struttura al regolamento carcerario del 2000 (manca l'acqua calda nelle celle, così come la doccia tra l'altro mancanza di igiene e di assistenza sanitaria), condizioni igieniche precarie, carenza di personale anche medico, assenza di lavoro;
nell'articolo del 3 luglio 2006 il giornalista Peppe Rinaldi scrive: «se in un anno o poco più le notizie dall'interno continuano ad essere le stesse significa che una parte essenziale di esse corrisponde al vero. Botte, umiliazioni, punizioni esemplari a cui devono aggiungersi il contrabbando interno, il mercato dei beni di prima necessità alterato dal monopolio di chissà chi, le cure mediche negate (quando ci sono), le violenze notturne organizzate dai veri carcerati di ogni carcere, vale a dire i secondini»;
sul quotidiano del 3 luglio 2006 viene pubblicata una lettera firmata di alcuni detenuti della sezione «Media Sicurezza» del carcere di Fuorni, in cui si descrive
una punizione di 15 giorni di isolamento comminata ad alcuni detenuti solo perché avrebbero chiamato con insistenza l'agente di sezione affinché fosse prestato soccorso ad un detenuto in preda ad una crisi dovuta ad una sua patologia cronica (da ritenersi nota alla struttura carceraria);
sul quotidiano del 12 luglio 2006 ancora il giornalista Peppe Rinaldi ribadiva la necessità che si procedesse al più presto a verificare la veridicità quanto denunciato, da tempo, dai detenuti;
una ispezione (preannunciata) in data 22 luglio al carcere di Fuorni, condotta da Marco Beltrandi, Deputato de La Rosa nel Pugno, e da Olimpia Vano, Senatrice di Rifondazione Comunista, ha confermato l'esistenza delle condizioni di sovraffollamento e di carenze strutturali e di personale denunciate dai detenuti. In quella occasione alcuni detenuti, pur in presenza di agenti della Polizia Penitenziaria, hanno manifestato disagio per il trattamento particolare che verrebbe riservato loro all'interno della struttura penitenziaria;
successivamente a questa visita al Deputato Marco Beltrandi nel mese di agosto 2006 venivano recapitate due lettere non anonime di detenuti del carcere di Fuorni in cui ancora sono contenute informazioni sul trattamento loro riservato, che non apparirebbe compatibile con le pur necessarie esigenze di sicurezza -:
se e in che misura il Ministero della Giustizia sia a conoscenza di quanto denunciato dai detenuti nel carcere di Fuorni e raccolto e pubblicato da «Cronache del Mezzogiorno», e, comunque, quali iniziative intenda intraprendere per l'accertamento delle effettive condizioni di vita dei detenuti nel carcere di Fuorni, onde eventualmente adottare con la massima urgenza i provvedimenti necessari volti a tutelare la dignità, la salute e la sicurezza di quanti nel carcere vivono e lavorano.
(4-01018)
PICANO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 16 della legge 121/81 pone la Polizia Penitenziaria (allora Corpo degli Agenti di Custodia) tra le Forze di Polizia che possono essere chiamate a concorrere nell'espletamento di servizi di ordine e sicurezza pubblica;
la legge 395/90 (Ordinamento del Corpo di Polizia Penitenziaria) con l'articolo 5 (compiti istituzionali) ribadisce la concorrenza della Polizia Penitenziaria in compiti di pubblica sicurezza, e pubblico soccorso, prevedendoli quali uniche eccezioni al divieto di impiego in compiti che non siano direttamente connessi ai servizi d'Istituto;
secondo quanto risulta all'interrogante, per la verità l'impiego della Polizia Penitenziaria nei servizi di pubblica sicurezza è del tutto residuale e sporadica;
risulterebbe invece enormemente proficua la presenza di Poliziotti Penitenziari nelle attività di controllo in occasione di grandi affluenze (stadi, concerti, eventi) stante la loro conoscenza diretta dei pregiudicati sui quali la sola presenza di Poliziotti Penitenziari ai varchi di accesso sortisce effetto di forte deterrenza, come dimostrato allorquando quegli Agenti sono stati impiegati;
il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria tende a non autorizzare l'impiego della Polizia Penitenziaria in compiti di pubblica sicurezza, appellandosi alla carenza degli organici e le Direzioni degli Istituti Penitenziari si sono appiattite dietro questa tendenza;
pur con gli organici sofferenti, si tratterebbe di facilitare l'impiego non di interi reparti ma di pattuglie da porre a disposizione dell'Ufficiale di P. S. per un impiego mirato;
attualmente, oltretutto, i carichi di lavoro della Polizia Penitenziaria, dopo l'emanazione dell'indulto, risultano notevolmente ridotti ed il Corpo dispone finalmente di suoi funzionari direttivi (il 27 ottobre termina il 1o corso dei Vice Commissari del ruolo direttivo ordinario);
un impiego del personale di Polizia Penitenziaria in compiti esterni all'Istituto migliorerà l'attaccamento al servizio di quegli uomini qualificandone la visibilità e l'immagine;
il decreto del 28 aprile 2006 a firma Pisanu - Riassetto dei comparti di specialità delle forze di Polizia (Gazzetta Ufficiale n. 193 del 21 agosto 2006) - trascura totalmente il riassetto della Polizia Penitenziaria, pur citandola nelle premesse;
a giudizio dell'interrogante, tale mancanza è di gravità notevole e necessita quanto prima di un'apposita verifica dall'autorità competente, nonché di un'integrazione per l'ambito della Forza di Polizia trascurata -:
quali iniziative intenda mettere in atto per sopperire alle mancanze delle amministrazioni precedenti e per dare maggior lustro a quella che è certamente un'importante Forza di Polizia del nostro Paese.
(4-01022)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con atto ispettivo n. 4-00829, presentato in data 2 agosto 2004, l'interrogante ha provveduto a denunziare l'insufficienza dell'attuale organico della DDA di Catanzaro, attualmente costituito da un procuratore capo, due procuratori aggiunti e solo sei sostituti, anche alla luce della competenza territoriale di quella Procura, che costituisce il distretto giudiziario più grande d'Italia;
nello stesso citato atto ispettivo l'interrogante ha, altresì, provveduto a denunziare la assoluta inadeguatezza delle macchine, del relativo carburante e delle attrezzature necessarie ad espletare l'intero lavoro giudiziario della DDA di Catanzaro che comprende ben otto Tribunali e che ha competenze sulle quattro province calabresi di Catanzaro, Crotone, Cosenza e Vibo Valentia;
nella notte tra lunedì 18 e martedì 19 settembre 2006 sono state eseguite 35 ordinanze di custodia cautelare in carcere contro le cosche Mancuso, La Rosa e Lo Bianco della 'ndrangheta, che operano sul territorio della provincia di Vibo Valentia;
le 35 citate ordinanze di custodia cautelare sono il risultato di importanti attività investigative prodotte dalla Squadra Mobile di pubblica sicurezza di Vibo Valentia, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro;
durante la conferenza stampa di presentazione dell'importante operazione «Odissea», che ha portato agli arresti sopracitati, il procuratore aggiunto della DDA di Catanzaro, Mario Spagnolo, ha lamentato il taglio dei fondi, di oltre il 50 per cento, a disposizione della Procura Antimafia di Catanzaro;
il procuratore Spagnolo ha paventato il rischio di paralisi dell'attività investigativa e giudiziaria della DDA di Catanzaro a causa della mancanza di fondi necessari alla benzina per le auto, alla carta per le fotocopie, alla custodia dei documenti, ed altro;
l'interrogante ricorda che la potenzialità della 'ndrangheta in Calabria è tale da richiedere interventi giudiziari al fine di accelerare sia le attività di indagine sia le varie fasi processuali;
all'interrogante appare inammissibile pensare alla paralisi delle importanti strutture giudiziarie calabresi, ed ancor più della DDA di Catanzaro -:
se siano a conoscenza della pesantezza della situazione più volte denunziata dall'interrogante e che finirebbe col bloccare la necessaria lotta contro la 'ndrangheta;
quali urgenti iniziative intendano attuare per sopperire alla gravità della situazione presso la DDA di Catanzaro.
(4-01027)
MIGLIORI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la recente pericolosa misura dell'indulto oltre a provocare evidenti danni alla sicurezza dei cittadini e colpire i criteri base della certezza della pena, a giudizio dell'interrogante, ha determinato anche effetti paradossali quali lo svuotamento praticamente totale del Carcere di Empoli (Firenze) denominato «Del Pozzale»;
tale struttura non può rimanere inutilizzata in una fase difficile per le potenzialità carcerarie italiane e per il sotto utilizzo conseguente degli agenti di polizia penitenziaria ivi operanti;
è opportuno definire il futuro di tale struttura carceraria fuori da ogni pregiudiziale demagogia che vorrebbe inutilizzato tale stabilimento per l'assenza di popolazione carceraria da «recuperare» secondo la metodologia fino ad oggi ivi assicurata soprattutto sul versante del recupero da tossicodipendenza -:
quali urgenti iniziative operative in merito il Ministero intenda assicurare al Carcere di Empoli, tenendo in conto soprattutto le esigenze di sicurezza dei cittadini di Empoli e della Valdelsa.
(4-01031)