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Allegato B
Seduta n. 46 del 3/10/2006
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INTERNO
Interrogazione a risposta immediata:
LEONE, GELMINI, APREA, BERNARDO, BOCCIARDO, CASERO, COLUCCI, LUPI, PALMIERI, PECORELLA, RAVETTO, RIVOLTA, ROMANI, VALDUCCI, VALENTINI e VERRO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il sindaco di Milano ha chiesto, sia al prefetto sia al Governo, interventi incisivi per migliorare il controllo del territorio, la tutela della legalità e la sicurezza dei cittadini nel territorio comunale, in quanto si è in presenza sia di una crescente aggressività della criminalità grande e piccola, sia di gravi episodi di violenza urbana, che vede sovente vittime le fasce più deboli della popolazione e, in particolare, le donne;
in concreto il sindaco di Milano ha chiesto:
a) un sostanziale potenziamento degli organici delle forze dell'ordine a Milano da realizzare, se necessario, anche con nuove assunzioni;
b) di destinare una parte maggiore del personale delle forze dell'ordine al controllo effettivo del territorio, riducendo drasticamente la parte del personale di polizia e carabinieri impiegati in mera attività burocratica e di ufficio;
c) di autorizzare l'accesso alla banca dati di polizia e carabinieri anche alla polizia municipale di Milano;
d) una deroga al blocco delle assunzioni per i vigili urbani di Milano;
e) di migliorare sostanzialmente la collaborazione ed il coordinamento tra polizia e carabinieri e vigili urbani per accrescere l'efficacia dell'azione a tutela della sicurezza dei cittadini -:
quali tempestive e concrete risposte il Governo e, in particolare, il Ministro interrogato intendano dare alle istanze del sindaco di Milano in materia di interventi per migliorare la tutela della sicurezza pubblica, sia in città, sia nel suo hinterland.
(3-00290)
Interrogazione a risposta in Commissione:
AURISICCHIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 23 dicembre 2005 nove consiglieri (oltre la metà dei consiglieri assegnati all'ente) del comune di Lauro (Avellino), con atto cumulativo sottoscritto con firma autenticata, producevano le proprie dimissioni dal consiglio comunale;
il giorno 23 dicembre stesso, l'atto cumulativo delle dimissioni veniva presentato in Comune e regolarmente assunto al protocollo;
le dimissioni così rese venivano però considerate dal Prefetto di Avellino non valide e quindi non utili a determinare ai sensi dell'articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000 lo scioglimento del consiglio comunale a causa della mancanza dell'atto di delega di ciascuno dei consiglieri dimissionari ai due consiglieri incaricati di presentare materialmente al protocollo del Comune l'atto delle dimissioni;
la Prefettura di Avellino, ritenendo assolutamente necessaria la delega dei dimissionari ai presentatori, ha considerato validamente rese le dimissioni dei due consiglieri che si erano recati in Comune a presentare l'atto e non valide quelle degli altri sette;
su questa base si è consentito lo svolgimento di un consiglio comunale d'urgenza, convocato dal Sindaco, invece che, come è previsto dallo statuto, dal presidente del consiglio comunale, peraltro compreso tra i nove consiglieri dimissionari, senza che fossero riconosciuti i termini previsti dallo Statuto e svoltosi il giorno di Natale, 25 dicembre, con tutti gli uffici comunali - compreso il protocollo - chiusi ininterrottamente per le intere giornate del 24, 25 e 26 dicembre;
il consiglio comunale, costretto in seconda convocazione perché con le dimissioni di nove consiglieri si era ridotto ad un numero inferiore alla metà di quelli assegnati, ha proceduto alla surroga dei due consiglieri presentatori dell'atto di dimissioni, considerando come non espresse le dimissioni dei restanti sette, contraddicendo così l'unicità e la contestualità dell'atto con il quale si era prodotta la volontà di oltre la metà dei componenti il consiglio comunale di determinare lo scioglimento dello stesso;
il 27 dicembre 2005, primo giorno utile di apertura degli uffici e del protocollo al pubblico, dopo che gli stessi erano rimasti ininterrottamente chiusi nei giorni 24, 25 e 26 dicembre, le dimissioni dei nove consiglieri sono state nuovamente presentate con atto cumulativo, con firme autenticate e con atto di delega al consigliere incaricato di presentarle in Comune;
tale atto, però, ancora una volta è stato ritenuto dalla Prefettura di Avellino non utile a produrre le conseguenze di cui all'articolo 141, comma 1, lettera b), numero 3 del decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, vale a dire lo scioglimento del consiglio comunale, perché privo del requisito di contestualità in quanto due consiglieri dovevano essere considerati dimissionari già dal 23 dicembre e già surrogati il 25 dicembre, mentre gli altri sette avevano prodotto le proprie dimissioni solo in data 27 dicembre;
nel comune di Limatola (Benevento), in data 6 settembre 2006, con unico atto recante l'autentica delle firme, ma non la delega al consigliere presentatore, sono state rese le dimissioni di nove consiglieri (oltre la metà dei consiglieri assegnati all'ente);
tale atto non è stato ritenuto dal Prefetto di Benevento utile e sufficiente a produrre lo scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell'articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000 per l'assenza della delega al consigliere presentatore; è stata però consentita e garantita la ripresentazione dell'atto di dimissioni ed infatti gli stessi consiglieri, che avevano rassegnato le proprie dimissioni in data 6 settembre 2006, le hanno riprodotte con l'aggiunta della delega e le stesse sono state presentate al protocollo del Comune il giorno 7 settembre 2006;
nella stessa data il Prefetto di Benevento con decreto n. 4756 ha sospeso il consiglio comunale di Limatola ed ha disposto l'invio del commissario prefettizio per la provvisoria amministrazione dell'ente -:
come sia potuto accadere che al Comune di Lauro non siano state applicate le norme che successivamente sono state correttamente applicate per il comune di Limatola;
come sia stato possibile che da un atto unitario, contestuale e cumulativo, finalizzato a determinare le conseguenze previste dall'articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000, vale a dire la decadenza del consiglio comunale, fossero estrapolate solo le dimissioni di due consiglieri per il solo fatto di aver materialmente consegnato l'atto al protocollo del Comune;
quali provvedimenti intenda assumere per garantire la univocità di indirizzo e di comportamento delle prefetture territorialmente competenti e per garantire il rispetto di quanto disposto dall'articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000 e il diritto, in esso riconosciuto, della maggioranza dei consiglieri assegnati all'ente di determinare lo scioglimento dello stesso.
(5-00253)
Interrogazione a risposta scritta:
RAMPELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'ATAC Spa - Agenzia per la Mobilità del Comune di Roma - ha recentemente comunicato che modificherà il sistema dei tornelli posti agli ingressi delle stazioni della metropolitana linee A e B con un sistema a sportello che a regime consentirà l'accesso agli utenti del trasporto pubblico esclusivamente con tessere a lettura magnetica o elettronica;
conseguentemente a questa decisione, l'Agenzia ha inviato una nota ai Comandi delle varie Forze di Polizia con la quale si comunica che l'ATAC Spa fornirà un numero predeterminato di pass elettronici che i diversi comandi dovranno gestire autonomamente e il cui costo unitario, a carico degli stessi, è di euro 10;
tale decisione, qualora venisse confermata, si porrebbe in contrasto con la legge regionale del Lazio 16 giugno 2003, n. 16, in materia di trasporto pubblico locale, che all'articolo 45, comma 18, stabilisce la libera circolazione per motivi di servizio sui mezzi del trasporto pubblico per tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine (carabinieri, forze di Polizia, finanzieri
eccetera), con la semplice esibizione, su richiesta, del tesserino di riconoscimento;
il personale delle Forze di Polizia è tenuto, per proprio compito istituzionale, all'obbligo di intervento nel caso in cui assista alla commissione di reati, estendendosi, pertanto, alle 24 ore giornaliere e non già al solo turno di lavoro il concetto di «in servizio»;
lo spirito della citata legge regionale è quella di favorire, con la libera fruizione dei mezzi pubblici per il personale della sicurezza, la prevenzione e la repressione dei reati che si ottiene anche con la sola presenza del personale suddetto sui mezzi pubblici per i propri spostamenti;
la presenza del personale delle Forze di Polizia sui mezzi pubblici è utile a rispondere ad una delle esigenze più sentite da parte della cittadinanza per soddisfare il proprio crescente bisogno di sicurezza;
la fornitura di un predeterminato numero di pass elettronici di fatto limiterebbe l'utilizzo delle linee metropolitane A e B da parte del personale delle Forze di Polizia;
la legge regionale del Lazio prevede, inoltre, che «nel caso in cui per l'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico è necessario il possesso di titoli elettronici, le aziende esercenti i servizi ovvero i soggetti gestori dei sistemi di bigliettazione rilasciano agli interessati, a richiesta dei rispettivi comandi, i titoli di libera circolazione» e quindi non in un numero predeterminato ma per tutti i soggetti interessati;
in caso di circolazione sui mezzi di trasporto pubblico per motivi di servizio da parte degli appartenenti alle forze dell'ordine non è dovuto alcun rimborso alle aziende esercenti il pubblico trasporto; pertanto, nessun costo è dovuto da parte dei Comandi delle Forze di Polizia all'ATAC Spa che al contrario richiede 10 euro per ogni pass elettronico fornito -:
quali iniziative anche normative intenda intraprendere nell'ambito della potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza, al fine di garantire la completa gratuità dei mezzi pubblici da parte del personale delle Forze di Polizia;
se non ritiene opportuno incentivare, di concerto con il ministro dei trasporti, l'utilizzo dei mezzi pubblici da parte delle Forze di Polizia impegnate quotidianamente nella lotta alla criminalità «predatoria» ed utile a contrastare anche solo con la loro presenza, proprio nei luoghi considerati obiettivi sensibili, atti di terrorismo;
se la Prefettura del Lazio abbia preso contatti, o abbiano intenzione di prenderli, con l'ATAC per risolvere la situazione esposta.
(4-01149)