Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 50 del 10/10/2006
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta scritta:
TASSONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 2 ottobre 2006 con ordinanza n. 4926, il Commissario per l'emergenza ambientale della regione Calabria, ha autorizzato il commissario di Governo per l'emergenza rifiuti nella regione Campania, a trasferire rifiuti provenienti da impianti Rsu campani presso la discarica per rifiuti speciali non pericolosi «La Silva», sita in territorio del comune di Cassano allo Ionio (Cosenza);
le operazioni di trasferimento prevedevano fino ad un massimo di 500 tonnellate
al giorno fino al 12 ottobre 2006, nella terza buca di recente realizzazione all'interno della discarica;
la scelta del sito in questione è stata fatta, come da ordinanza, «ritenuta l'urgenza e l'eccezionalità del caso...», superando così i problemi di natura burocratica che alla data del provvedimento non ne consentivano l'effettiva operatività;
il territorio del comune di Cassano allo Ionio è già gravato dall'annosa questione della presenza di svariate tonnellate di ferriti di zinco, provenienti dallo smaltimento di materiale industriale dalla provincia di Crotone;
a seguito dell'adozione di tale provvedimento l'amministrazione, il Consiglio comunale e la cittadinanza del comune di Cassano allo Ionio si sono opposti fermamente, chiedendo la revoca dell'atto e minacciando manifestazioni di piazza e blocchi stradali agli ingressi della città;
dopo svariati incontri istituzionali svoltisi nei giorni successivi la firma del provvedimento, in data 6 ottobre 2006 con seconda ordinanza n. 4935, il Commissario per l'emergenza ambientale della regione Calabria, ha disposto la cessazione dell'efficacia delle disposizioni e la revoca del trasferimento dei rifiuti -:
se non ritenga, alla luce anche di quanto evidenziato, affrettata e superficiale la scelta del sito;
quali iniziative intenda adottare per mettere in atto una politica efficace e risolutiva nel settore dello smaltimento dei rifiuti, che tante problematiche e disagi crea alle popolazioni delle aree interessate.
(4-01221)
MELLANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
la Comunità Economica Europea, con la «Direttiva Nitrati» 91/676 del 12 dicembre 1991, ha delineato il percorso che ogni Stato membro deve attuare per perseguire l'obiettivo di ridurre l'inquinamento delle acque causato direttamente od indirettamente da nitrati di origine agricola. In particolare, la Direttiva suddetta individua nella designazione delle «zone vulnerabili» il passo fondamentale per salvaguardare le acque superficiali e profonde, elaborando uno o più «codici di buona pratica agricola» e mettendo a punto «Programmi d'azione» da attuare nelle zone vulnerabili enucleate;
il testo unico sull'ambiente, il decreto legislativo n. 152 del 2006, nella parte relativa alle acque, e in particolare negli articoli 92 e 93 e all'allegato 7, recepisce in pieno le disposizioni dell'abrogato decreto legislativo n. 152 del 1999 (successivamente modificato ed integrato dal decreto legislativo n. 258 del 2000) che, recependo la direttiva europea, assegna alle Regioni il compito di individuare le zone vulnerabili ai nitrati e ai fitofarmaci, oltre che numerosi altri compiti relativi alla protezione delle acque (tra questi si citano: individuazione delle zone di protezione e salvaguardia, sistemazione dei pozzi di prelievo, dei sistemi di depurazione fognari e delle acque superficiali);
i suddetti decreti individuano nei Piani di Tutela delle Acque (PTA) gli strumenti regionali fondamentali sui quali basare la pianificazione e le politiche sulla salvaguardia delle risorse idriche e i piani succitati dovevano essere approvati entro il 31 dicembre 2003;
entro un anno dalla emanazione dell'abrogato decreto legislativo n. 152 del 1999 - con la metodologia specificata all'allegato 7 - era fatto obbligo alle Regioni di approntare una cartografia a scala 1:250.000 delle zone vulnerabili ai nitrati e ai fitofarmaci, che valga come «Indagine preliminare di riconoscimento»;
il decreto legislativo n. 152 del 2006 ribadisce tali obblighi nel merito e nel metodo;
in numerose regioni l'inquinamento delle falde superficiali e profonde da nitrati
e da prodotti fitosanitari (anche proibiti come l'atrazina) è stato costantemente rilevato a livelli elevati e preoccupanti;
i rischi per la salute umana e per l'intero ecosistema sono elevatissimi in caso di inquinamento delle acque superficiali e/o profonde;
a conoscenza dell'interrogante, la maggior parte delle regioni italiane non ha rispettato gli obblighi previsti dalle leggi e, in alcuni casi, anche in presenza del rispetto formale degli adempimenti non si sono seguite le metodologie previste dalle norme nazionali ed europee -:
se non ritenga opportuno promuovere un'attività di monitoraggio volta ad accertare:
1) in quali regioni siano stati effettivamente approvati in via definitiva i Piani di Tutela delle Acque;
2) in quali regioni sia stata approntata la cartografia a scala 1:250.000 («Indagine preliminare di riconoscimento»), come richiesto dal decreto legislativo n. 152 del 2006 (ex n. 152 del 1999), al fine di individuare le aree vulnerabili a nitrati e fitofarmaci;
3) se i criteri adottati dalle regioni che hanno adempiuto a questo compito (individuazione cartografica delle zone vulnerabili a nitrati e fitofarmaci) siano corrispondenti alle richieste metodologiche previste dalle normative;
4) se siano stati previsti gli aggiornamenti a scala di maggiore dettaglio (1:50.000 e 1:100.000), come statuito dal decreto legislativo n. 152 del 2006 (ex n. 152 del 1999);
5) se siano stati approntati i «Programmi d'azione» relativi alle zone vulnerabili individuate per ridurre gradualmente gli effetti dell'inquinamento;
quali iniziative di sua competenza intenda assumere al fine di far sì che tutte le Regioni adempiano ai suddetti abblighi.
(4-01227)
GALANTE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da organi di stampa si apprende la notizia del sequestro di una discarica nei pressi della città di Pescantina (Verona);
tale discarica era già stata oggetto di indagini giudiziarie a causa di evidenti negligenze di manutenzione e conseguente grave impatto ambientale che alcune sostanze tossiche che essa disperdeva;
sempre secondo quanto riportato dalla stampa locale veneta, il sequestro giudiziario della suddetta discarica sarebbe stato il risultato di un'indagine che ha avuto inizio nel giugno 2001, quando vennero riscontrate in essa tracce consistenti di ammoniaca e di altre sostanza tossiche;
la vicenda di Pescantina pone in seria considerazione la necessità di porre maggiore attenzione ad un uso più responsabile degli smaltitori di rifiuti e delle nostre discariche;
si pone con urgenza altresì la necessità di una generale e opportuna maggiore responsabilizzazione degli enti locali nella lotta all'inquinamento ambientale -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare al fine di porre in essere le opportune misure di sicurezza delle nostre discariche e responsabilizzare maggiormente gli enti locali nella lotta all'inquinamento ambientale.
(4-01228)