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Allegato B
Seduta n. 54 del 18/10/2006
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GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
FLUVI, FRIAS e MARAN. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'apparato giudiziario Italiano, pur avendo attraversato un lungo periodo di riforme, ancora oggi rimane in stato di emergenza permanente;
in Italia, fra procedimenti penali e civili, sono in corso circa 5 milioni e mezzo di cause. Si tratta di un triste primato in Europa, che coinvolge tutte le zone del Paese;
è da segnalare la grave situazione nella sezione distaccata di Empoli del Tribunale di Firenze nella quale vi è un inaccettabile stato di inefficienza operativa a causa della cronica carenza dei Giudici togati;
la situazione è ulteriormente peggiorata negli ultimi giorni a seguito del congedo per maternità dell'unico Giudice Togato «dedicato al penale». Fra l'altro, il suddetto Giudice Togato è in sostituzione per sei mesi, rinnovati per altri sei mesi. Inoltre, molti giudici onorari mandano avanti a suon di rinvii le cause ordinarie e tutte le direttissime, nessuna esclusa, che vengono trasferite a Firenze, con un enorme dispendio di uomini e mezzi per le Forze dell'ordine -:
se il Ministro della Giustizia non ritenga di dover adottare concrete iniziative per far fronte alla carenza di organici ed avviare a soluzione i problemi dell'amministrazione della ad Empoli.
(5-00322)
Interrogazioni a risposta scritta:
CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in pressoché tutti i Penitenziari e le Strutture del D.A.P. Italiane sono attive le mense (M.O.S.) per le oltre 45.000 uomini e donne del Corpo di Polizia Penitenziaria, ma ad esse sembra poter accedere solo il personale in turno di servizio, escludendo quanti - per gli orari applicati - cambiano turno proprio di servizio nel momento in cui normalmente si pranza o cena e che quindi sono tenuti al pagamento del pasto con una maggiorazione in percentuale fino al 5 per cento del costo del pranzo o cena disposta dall'Ufficio Beni e Servizio dei D.A.P.;
in molti casi (e la segnalazione vale soprattutto per la Regione Puglia e Basilicata, come é stato fatto rilevare anche dal Vicesegretario Generale Nazionale di categoria dell'O.S.A.P.P. - Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria che in Italia rappresenta il secondo Sindacato del Comparto all'interno della categoria di appartenenza con oltre 6000 aderenti), vengono segnalate comunque situazione incresciose nello stato delle mense di servizio accolte in locali spesso molto disadorni o inadeguati o, come nel caso di Turi di Bari - Lucera - Potenza e Matera - Brindisi ed ancora peggio presso II.PP. di Bari la cui entrata con scale di accesso non darebbe spazio a personale di misure corporea extralarge o locali privi di uscita di sicurezza se non da adiacenti terrazzi senza alcuna scala di fuga in caso di incidenti;
anche la qualità del cibo è spesso molto modesta, tenuto conto che l'Amministrazione paga per questi pranzi la somma di 4 (quattro) euro a persona, somma con la quale in un bar non si acquista più da tempo neanche un panino;
il ticket-restaurant che viene poi comunque generalmente considerato per i dipendenti statali ad un valore di 7,65 euro, ma alla Polizia Penitenziaria - quando si concede l'utilizzo dei ticket - buono pasto - per esso viene considerato un valore di soli 4,65 euro con una evidente e profonda discriminazione nei confronti di altri dipendenti pubblici e di appartenenti a Corpi di Polizia dello Stato -:
se l'Amministrazione non ritenga di dover effettuare una accurata ispezione per verificare la condizione di tutte le mense esistenti negli Istituti di detenzione e pena della Puglia e della Basilicata al fine di verificarne le condizioni igienico-sanitarie così come correttamente segnalate dall'O.S.A.P.P. con propria recente corrispondenza;
se non ritenga altresì di sciogliere il gruppo VISAG (Vigilanza sull'igiene e sicurezza dell'amministrazione della giustitzia) dimostratosi - a giudizio dell'interrogante - non in linea con i parametri disposti dall'Unione europea sulla «sicurezza - sulla salute come sull'igiene e sull'edilizia penitenziaria - come nel caso della struttura del penitenziario di Bari;
se non ritenga corretto permettere comunque il consumo di un pasto gratuito giornaliero a tutto il personale di polizia penitenziaria che svolga un normale turno di lavoro ai sensi dell'articolo 16 del contratto collettivo nazionale del lavoro decreto del Presidente della Repubblica 164/2002 così come disciplinato nella legge 121/81 di P.S.;
se non ritenga doveroso quantificare tale buono pasto con un ticket economicamente valutato come tutti gli altri dipendenti pubblici del Comparto Ministeri, dando facoltà poi al personale di Polizia Penitenziaria di poter optare - tenuto conto delle esigenze di servizio - tra l'utilizzo di un ticket e di conseguenti servizi esterni o il consumo all'interno del posto di lavoro nei Bar/Spaccio - Sale Convegno gestite dall'Ente di Assistenza con una maggiorazione di valuta del 5 per cento rispetto al reale costo ordinario dei ticket;
se, più in generale non sia necessario considerare queste primarie necessità ottenendo maggiori dotazioni finanziarie a vantaggio del Corpo della Polizia Penitenziaria che svolge un delicatissimo ed indispensabile lavoro per l'intera comunità nazionale al servizio del Paese e degli Italiani.
(4-01313)
PATARINO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 26 maggio 2004, l'interrogante, con interrogazione a, risposta scritta, n. 4-10158, rifacendosi a notizie di stampa apparse sul quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno del 22 marzo 2004, secondo le quali molti lavoratori appartenenti al Ministero della giustizia (Tribunale e Corte d'Appello di Taranto) sarebbero risultati affetti da gravi patologie dipendenti dalla inalazione o assorbimento di sostanze nocive, presenti nei suddetti luoghi di lavoro, interessava il Ministro in indirizzo perché, dopo aver predisposto i dovuti accertamenti, assumesse i più opportuni provvedimenti;
a tutt'oggi gli operatori della giustizia continuano a sostenere di essere ancora costretti a lavorare in ambienti malsani e a subire gli effetti negativi sull'organismo;
a quanto risulta all'interrogante, una dipendente del Ministero della giustizia con la qualifica di cancelliere C 1, in servizio alla Procura Generale della Repubblica presso la corte d'appello di Lecce-sezione distaccata di Taranto, per fare valere i propri diritti, in data 12 luglio 2005, è stata addirittura costretta a presentare un esposto;
a seguito di tale esposto la Direzione generale dell'ARPA Puglia, in data 29 agosto 2005 inviava nota, prot. n. 11898 all'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL), Dipartimento provinciale di Taranto e, per conoscenza al legale della dipendente al sottoscritto, con la quale trasmetteva la copia dell'esposto dell'avvocato in questione, pregando il dipartimento provinciale ARPA di Taranto ad assicurare tutta la collaborazione, eventualmente richiesta dall'Ente, per gli accertamenti del caso;
in data 13 settembre 2005, l'ISPESL - Dipartimento di Taranto, con nota. prot. n. 5169 precisava al direttore generale dell'ARPA, e, per conoscenza al legale della dipendente che l'Istituto «non esercita attività di Vigilanza in materia di ambienti di lavoro, né esegue d'ufficio accertamenti in tal senso», aggiungeva, altresì, «tuttavia se codesta D.G. intende avvalersi dell'ISPESL, l'attività di consulenza può essere svolta con le tariffe stabilite dal Decreto 7 luglio 2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 luglio 2005, parte prima» -:
se non intenda intervenire con le più opportune e urgentiper individuare ed attivare gli organi competenti abilitati ad effettuare le più approfondite indagini, al fine di accertare:
a) l'esistenza, di apparecchiature emittenti radiazioni ionizzanti, all'interno delle strutture giudiziarie richiamate;
b) l'eventuale grado di nocività;
c) la qualità delle apparecchiature;
d) le finalità;
e) la data di installazione;
f) le caratteristiche tecniche;
g) l'ubicazione;
h) l'eventuale sorgente radioattiva.
(4-01323)