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Allegato B
Seduta n. 56 del 20/10/2006
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DIFESA
Interpellanze:
I sottoscritti chiedono di interpellare il ministro della difesa, per sapere - premesso che:
il progetto JSF consiste nella realizzazione di un nuovo velivolo militare dell'industria Lockheed Martin; questo aereo cacciabombardiere, chiamato ora Lightning II, è una potente arma da guerra e si propone come nuovo vettore di armi nucleari;
per stessa ammissione dell'Aeronautica Militare le esigenze di «difese» aerea dell'Italia sarebbero già coperte dall'impegno nel progetto e nell'acquisto di una grossa quota di esemplari del caccia europeo di nuova generazione EF-2000 Typhoon e quindi il progetto JSF potrebbe rilevarsi indirizzato ad un aumento di potenza «offensiva»;
si tratta di un progetto costosissimo di cui l'Italia è partner di II livello (non c'è coinvolgimento di competenze tecnologiche);
a livello internazionale sono stati sollevati dubbi e perplessità circa la possibilità di realizzare tale progetto. In particolare lo stesso congresso americano ha ridotto i finanziamenti per la costruzione di tali velivoli sulla base della considerazione che i testing effettuati fino ad oggi erano insufficienti;
l'organo di controllo delle spese del Congresso USA (Government Accountability Office - GAO) ha concluso l'anno scorso che l'intero programma JSF doveva essere valutato nuovamente. Esso ha suggerito al Congresso di posporre l'approvazione e l'allocazione dei fondi finché non si fosse saputo di più sul programma e i voli di prova fossero stati effettuati;
in una relazione della Corte dei Conti Olandese afferma che la partecipazione allo sviluppo del JSF espone i Paesi Bassi a rischi finanziari. Il costo unitario per l'acquisto di un singolo aereo non può essere ancora calcolato. I costi di sviluppo sono saliti di oltre l'80 per cento dal 1996. Si ignorano gli ulteriori costi di sviluppo perché il 65 per cento della fase test deve essere ancora completata. Nel 1999 il Ministero della Difesa ha calcolato che il progetto sarebbe costato 10 miliardi di fiorini se si fossero acquistati 144 aerei. Le ultime stime, basate sull'acquisto di 85 velivoli su un periodo di 30 anni, sono di 14,6 miliardi di Euro. Ma questo ammontare potrebbe rilevarsi superiore in futuro;
sembrerebbe, da quanto risulta alle interroganti, che le Corti dei Conti dei vari Paesi partner del Programma JSF si siano riunite nel 2005 e nel settembre del 2006 per coordinarsi e fare il punto della situazione, lamentandosi della mancanza totale di trasparenza per quanto riguarda i dati sull'andamento del programma americano;
a giugno 2006 è stata pubblicata la notizia dell'individuazione dell'aeroporto di Cameri, in provincia di Novara, come sede per l'insediamento del centro di realizzazione del progetto Jsf - Joint Strike Fighter;
il ricatto occupazionale sovente utilizzato da parte di chi promuove tali produzioni di armi, come nel caso di alcuni sindaci della zona e della presidente del club di Borgomanero delle «Frecce Tricolori» (Stampa 22 settembre 2006), può essere facilmente disinnescato con proposte specifiche di riconversione dell'industria bellica. In questa direzione esistono testi di legge nazionali e della regione Piemonte già presentati;
tali preoccupazioni non fanno che confermare che l'adesione a tali progetti impegna ingenti risorse che potrebbero altresì essere impegnate in politiche di sicurezza sociale ed ambientale in un contesto di cooperazione internazionale e di corpi civili di pace -:
quali siano le notizie che il Governo ha a disposizione sull'andamento del progetto in questione, dei conti dello stesso e che valutazione ne dia;
se sia informato e che giudizio dia sulle preoccupazioni in ordine ai conti e alla trasparenza che importanti istituzioni e organi di controllo dei paesi interessati al progetto hanno espresso;
se non ritenga, anche sulla base delle valutazioni espresse in sede internazionali, di sospendere l'adesione al programma JSF;
se infine non intenda prendere iniziative urgenti affinché il progetto con il quale si individua l'aeroporto di Cameri, come sede per l'insediamento del centro di realizzazione del progetto Jsf - Joint Strike Fighter venga definitivamente fermato.
(2-00197) «Deiana, Cardano».
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
l'annunciata cessione dell'Arsenale Militare di La Maddalena alla Regione Sardegna, che va ad aggiungersi al definitivo addio della base NATO americana, apre una svolta epocale per il futuro dell'isola di La Maddalena e del suo Arcipelago;
il nuovo scenario, che rappresenta sicuramente una scelta coraggiosa, è ormai pienamente condiviso dell'intera popolazione isolana. Questo non toglie, però, che dalle nuove decisioni scaturiscano problemi seri e preoccupanti, per quanto attiene il futuro dei dipendenti sia della base americana e sia dell'Arsenale, quest'ultimo decisamente forte riferimento della storia stessa della città di La Maddalena;
sono in discussione 325 posti di lavoro per i quali, al di là di una speranza, non viene garantita alcuna certezza per il loro futuro mantenimento, almeno fino ad ora;
si tratta, come si può facilmente osservare, di una situazione particolarmente grave, che rischia di gettare un'ombra pericolosa sulla attuazione del nuovo progetto di sviluppo, basato soprattutto sulla valorizzazione ambientale e turistica, ed ormai fatto proprio da tutte le componenti politiche, sociali ed economiche dell'arcipelago -:
quali iniziative il ministro interrogato intenda assumere in merito ai 150 dipendenti pubblici del Ministero della difesa, impiegati nell'Arsenale della Maddalena, e se non intenda ricollocare gli stessi nell'ambito di enti dello stesso ministero, ovviamente sempre nella stessa città di La Maddalena, in maniera da utilizzare al meglio le professionalità delle maestranze, in grado di gestire le attività di manutenzione del naviglio e delle infrastrutture di cui la marina militare dovrà continuare ad occuparsi;
quali provvedimenti, inoltre, il Ministro intenda mettere in campo per garantire il lavoro ai 175 dipendenti della base americana di La Maddalena, essendo stato, a quanto è dato sapere, definito il percorso di allontamento definitivo degli americani dalla base di S. Stefano.
(2-00198) «Satta».