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Allegato B
Seduta n. 64 del 7/11/2006
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta scritta:
AIRAGHI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la CIT, la Compagnia Italiana Turismo, ormai da parecchi anni è in grave sofferenza finanziaria e di mercato;
il CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica), ad inizio dicembre 2005, aveva deliberato per il piano di salvataggio dell'azienda un finanziamento pubblico di 35 milioni di euro, di cui circa 23 a carico dello Stato mentre la parte restante, invece, doveva essere versata dagli enti regionali dove la CIT ha fatto gli investimenti turistici più significativi degli ultimi anni: Calabria, Sicilia e Puglia;
durante il precedente Governo, l'azienda è stata ammessa alla «Legge Marzano» e come Commissario Straordinario è stato nominato l'Avv. Ignazio Abrignani, il quale ha provveduto a presentare al Ministro dello sviluppo economico, per l'inoltro alla Commissione Europea di Bruxelles, in data 19 luglio 2006, le linee guida del piano industriale. Nella stessa data scadeva il termine della garanzia di Stato sull'acconto di 10 milioni di euro erogati per l'aiuto al salvataggio della CIT;
lo scorso 27 luglio, al tavolo istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, al quale ha partecipato l'On. Alfonso Gianni (che era già a conoscenza della vertenza CIT, come Sottosegretario con delega), è stato confermato che la Commissione europea aveva dato parere favorevole all'erogazione della seconda tranche di aiuti al salvataggio;
era stato presentato un documento informativo sulle linee guida del piano di rilancio e nel quale lo stesso Ministro «auspicava» una positiva conclusione della vicenda con la piena garanzia dei posti di lavoro;
il 2 agosto 2006, nella fase più delicata della procedura di amministrazione straordinaria, viene avviato il procedimento di revoca dall'incarico di commissario straordinario del Gruppo CIT nei confronti dell'Avv. Ignazio Abrignani;
il commissario, nel momento in cui aveva posto le basi per il raccordo tra la procedura dell'amministrazione straordinaria e la concessione degli aiuti al salvataggio, autorizzati dalla commissione europea il 4 luglio 2006 (aiuto di Stato NN 16/06), veniva sfiduciato;
il commissario Abrignani è stato rimosso dal suo mandato, e dal 22 settembre ad oggi si assiste a continui cambi, visto che il precedente commissario, facendo ricorso al TAR, ha ottenuto la sentenza definitiva di riammissione con immediato reintegro;
rientrato in azienda, il commissario Abrignani è rimasto solo una settimana poiché con un nuovo decreto ministeriale si è sconfessata la sentenza del TAR;
la sua attività viene di fatto bloccata proprio a partire dal 2 agosto, nonostante il decreto di revoca sia intervenuto il 22 settembre, su presupposti, peraltro, demoliti uno per uno dalla sentenza del TAR del 12 ottobre;
è stato così perso l'aiuto al salvataggio di 65 milioni di euro;
risulta all'interrogante che il Ministero abbia persino ritenuto di non dover notificare al Commissario la comunicazione della Commissione europea del 4 settembre 2006, con la quale questa concedeva 20 giorni di tempo per integrare le linee guida per la ristrutturazione, al fine di evitare l'adozione della decisione di cessazione della proroga dell'aiuto al salvataggio;
la decisione viene assunta il 26 settembre 2006;
con decreto del 22 settembre 2006, l'Avv. Abrignani viene sostituito con l'Avv. Nuzzo negli incarichi di amministrazione straordinaria del gruppo;
la procedura di amministrazione straordinaria è così definitivamente bloccata, dati i tempi e gli adempimenti che le sono propri;
ad oggi, con questa situazione, i dipendenti sono senza stipendio, senza la garanzia di un posto di lavoro, in cassa integrazione e con un possibile fallimento dietro l'angolo in un'azienda che ha sempre e solo lavorato al meglio delle sue possibilità, un'azienda che ha sempre avuto personale qualificato e che oggi si trova senza futuro -:
cosa intenda fare il Ministro interrogato, affinché, fatta urgente chiarezza sulla situazione della CIT, vengano tempestivamente intraprese tutte le azioni necessarie per ridare un futuro alla compagnia salvaguardandone i dipendenti e le loro famiglie.
(4-01513)