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Allegato B
Seduta n. 68 dell'11/11/2006
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AFFARI ESTERI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
a Cefalonia, isola greca del mar Jonio, nel settembre del 1943 ebbe luogo la strage di maggiori proporzioni che, nel secondo conflitto mondiale, i tedeschi abbiano compiuto contro gli italiani, e il primo di una lunga serie di massacri avvenuti, in seguito, sul territorio italiano;
dopo l'8 settembre del'43, la maggioranza degli ufficiali dei sottufficiali e della truppa, presenti sull'isola di Cefalonia, concordarono nel non consegnare le armi ai tedeschi e di resistere. Gli scontri durissimi seguiti a tale decisione costarono la vita a moltissimi militari della divisione Acqui;
il 22 settembre, in seguito ai continui bombardamenti tedeschi e alla mancanza di aiuti alleati, il Generale Gandin decise la resa. Un atto che oltre a comportare la cessazione delle ostilità, presupponeva garanzie precise nei confronti dei prigionieri. Invece da parte tedesca iniziò una caccia all'uomo che si concluse con una delle stragi più efferate e più vili;
il 1o marzo del 2001, in occasione della commemorazione dei caduti italiani della divisione Acqui, l'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ebbe modo di affermare, facendosi portavoce del comune sentimento di ammirazione e di riconoscenza nei confronti dei caduti di Cefalonia: «Decisero di non cedere
le armi. Preferirono combattere e morire per la patria. Tennero fede al giuramento. [...] La loro scelta consapevole fu il primo atto della Resistenza, di un'Italia libera dal fascismo. [...] L'inaudito eccidio di massa, di cui furono vittime migliaia di soldati italiani, denota quanto profonda fosse la corruzione degli animi prodotta dall'ideologia nazista»;
nel processo di Norimberga, il generale statunitense Telford Taylor, autorevole membro del collegio d'accusa, dichiarò: «Questa strage deliberata di militari italiani che erano stati catturati o si erano arresi è una della azioni più arbitrarie e disonorevoli della lunga storia del conflitto. [...1 Essi erano soldati regolari che avevano diritto a rispetto, a considerazione umana e a trattamento cavalleresco».
il 24 settembre del 1943 Otmar Mühlhauser, sottotenente dell'esercito tedesco, fu tra i protagonisti di questi omicidi in qualità di comandante del plotone di esecuzione che uccise numerosi ufficiali italiani della divisione Acqui nel cortile della località «Casette rosse»;
come denunciato dagli organi di stampa nazionali ed esteri, dopo 63 anni dall'eccidio di Cefalonia, la Procura generale di Monaco dì Baviera ha predisposto l'archiviazione del procedimento penale di primo grado nei confronti del signor Otmar Mühlhauser. Mostrando di fare proprie le valutazioni che mossero i soldati nazisti ad assassinare i militari italiani, il procuratore generale Stern ha motivato la propria decisione con la seguente dichiarazione: «Le forze militari italiane, non erano normali prigionieri di guerra. Inizialmente erano alleati dei tedeschi e si sono poi trasformati in nemici combattenti diventando dei traditori»;
dall'insieme dell'archivio predisposto, probabilmente, dai servizi inglesi emerge che, su 695 fascicoli superstiti contenuti nell'«Armadio della vergogna», molte delle azioni definite atrocities in Italy chiamano in causa la Wehrmacht, sono cioè opera dell'esercito regolare tedesco;
in Italia le associazioni democratiche antifasciste e resistenziali, degli ex-internati, dei reduci, dei familiari delle vittime delle stragi del fascismo e del nazismo etc. attendono ancora che la giustizia condanni i responsabili di tali atrocità ristabilendo una verità storica e politica da troppo tempo taciuta;
anche in Germania vi è un movimento molto consistente che ha come primo impegno la ricerca della verità storica e politica sulle responsabilità della Wehrmacht a Cefalonia;
la signora Marcella Negri, figlia di uno degli ufficiali italiani ucciso a Cefalonia nel '43, è a tutt'oggi l'unica parte civile nel processo aperto a Monaco di Baviera contro Otmar Mühlhauser -:
se i Ministri siano a conoscenza di tali avvenimenti e se intendano costituirsi parte civile nel processo contro Otmar Mühlhauser in solidarietà con i famigliari;
quali misure intendano adottare affinché alla memoria dei militari italiani della divisione Acqui trucidati a Cefalonia vengano rivolte le dovute scuse per l'infamante qualifica di «traditori» con cui sono stati definiti in una sede ufficiale da un magistrato tedesco, e quali iniziative intendano assumere presso la Comunità Europea, il Governo tedesco e il Governo italiano affinché tutti i criminali di guerra responsabili di crimini contro l'umanità vengano processati e condannati;
quali procedure intendano mettere in atto affinché venga dato riconoscimento alla memoria delle vittime delle stragi e delle persecuzioni nazifasciste, ai combattenti e ai caduti per la Resistenza contro il nazifascismo e quali iniziative intendano adottare perché venga attribuito il dovuto risarcimento economico e morale ai famigliari delle vittime di tali persecuzioni;
quali disposizioni intendano far proprie al fine di contribuire alla salvaguardia
e alla promozione della memoria storica di tali avvenimenti, sia in Italia sia all'estero.
(2-00231) «Burgio, Mantovani, Cardano, Sperandio, Smeriglio, Olivieri, Cannavò, Cacciari, Franco Russo, Mungo, Frias, Mario Ricci, Forgione, Rocchi, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Siniscalchi, Caruso, Falomi, Mascia, Provera, Acerbo, De Cristofaro, Pegolo, Duranti, Perugia, Zipponi, Cogodi, Lombardi, Iacomino, Ferrara, De Simone, Deiana, Pagliarini, Vacca, Venier, Cesini, Tranfaglia, Bandoli, Buffo, Schirru, Zanella, Balducci, Francescato, Rossi Gasparrini, Bellillo, Crapolicchio, Sgobio, Licandro, Galante, De Zulueta, Cassola, Bianco, Locatelli, Testa, Napoletano».
Interrogazioni a risposta scritta:
FASOLINO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la Freie Universität e l'Istituto di cultura italiano a Berlino hanno organizzato una tavola rotonda che avrebbe dovuto tenersi a Berlino il 24 novembre 2006 sul tema del viaggio in Italia di Hitler avvenuto nel maggio 1938;
nel corso della tavola rotonda era stata prevista la proiezione del documentario «Il viaggio del Führer in Italia» curato dal Professore Piero Melograni e prodotto dall'Istituto Luce,mentrela tavola rotonda prevedeva gli interventi dello stesso Professore Piero Melograni, del Presidente dell'Istituto Luce Stefano Passigli e del Professore Oliver Janz della Freie Universität di Berlino;
in previsione dell'evento era stato preparato un cartoncino di invito (a cura della Freie Universität) recante le immagini di Hitler e Mussolini, i due dittatori protagonisti dell'incontro, e quelle di una folla «oceanica» radunatasi nella Piazza Plebiscito di Napoli;
l'ambasciatore italiano a Berlino Antonio Puri Purini ha ravvisato nella brochure di invito così come confezionata un'ipotesi di apologia del nazismo e del fascismo;
il Direttore dell'Istituto di Cultura Renato Cristin non ha voluto accedere all'invito di ritirare la brochure;
a questo punto l'ambasciatore a Berlino, avvalendosi delle norme che gli consentono di intervenire nelle scelte dell'Istituto di cultura ha annunciato che la parte italiana non avrebbe partecipato al convegno, scatenando le ire di Renato Cristin direttore dell'Istituto di cultura dimissionario dall'incarico dal 25 settembre 2006;
la decisione dell'Ambasciatore italiano in Germania ha suscitato la riprovazione e le perplessità del Vice-Direttore della Freie Universität che ha giudicato francamente fuori posto le preoccupazioni dell'Ambasciatore Puri Purini;
considerato che le gravi vicende degli anni trenta fanno parte di un giudicato storico nel quale la condanna dei due dittatori è ormai inappellabile (in misura diversa ma solidale, i due dittatori si sono resi responsabili di una delle più gravi tragedie dell'umanità, se non la più grave in assoluto, con decine e decine di milioni di morti, internamenti in campi di sterminio e genocidio, vicende in cui, comunque soverchiante e assolutamente prevalente, in alcuni casi esclusiva, è stata la responsabilità del dittatore tedesco);
comunquesia nel caso del Nazismo come nel caso del Fascismo ci sono state gravi responsabilità istituzionali e di poteri economici cui si è aggiunto, in modo via via crescente, un consenso popolare che ha agevolato il corso delle due dittature;
a distanza di oltre mezzo secolo da tali vicende è giusto e necessario trarre insegnamenti per il futuro perché nessuno
abbassi mai il capo e perché ognuno sappia che il corso della storia dipende da tutti;
nella vicenda berlinese il maggiore interesse storico è rappresentato dalla brochure in cui si raffigura la folla straripante di Piazza Plebiscito e che la tavola rotonda avrebbe rappresentato una occasione eccezionale sia per la peculiarità della sede di incontro, sia per la qualità e il valore dei relatori, utile per una approfondita e moderna riflessione sulla storia di quegli anni, le implicazioni dell'incontro italiano dei due dittatori e il comunque colpevole (ad avviso dell'interrogante) consenso offerto dalla stragrande maggioranza della popolazione alla politica autoritaria e illiberale perseguita dai due regimi dittatoriali;
e pertanto il comportamento nella vicenda dell'Ambasciatore a Berlino è assolutamente da condannare -:
quali iniziative intenda prendere il ministro interrogato per tutelare le libere iniziative di Istituti ed Associazioni e se fosse a conoscenza della vicenda e della relativa decisione dell'Ambasciatore a Berlino in tempo utile a poter intervenire.
(4-01608)
GASPARRI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'Istituto Italiano di Cultura di Berlino, l'Istituto Luce e la Facoltà di Storia della Freie Universitaet di Berlino hanno organizzato per il 24 novembre 2006 la presentazione, presso la sede della citata Università berlinese, di un film-documentario di ricostruzione storiografica curato dal professor Piero Melograni e prodotto dall'Istituto Luce su «Il viaggio del Fuehrer in Italia», seguito da un dibattito al quale parteciperanno tra gli altri il professor Oliver Janz, il professor Piero Melograni e il Presidente dell'Istituto Luce Sen. professor Stefano Passigli;
nei giorni scorsi, a meno di tre settimane dall'evento, l'Ambasciatore a Berlino Puri Purini ha imposto, con una diretta pressione presso il Rettorato della Freie Universitaet di Berlino, l'annullamento della manifestazione, con l'unica argomentazione che il cartoncino d'invito (allegato per opportuna informazione) a suo personale avviso rappresenterebbe un caso di apologia del fascismo;
la funzione di «vigilanza e indirizzo» degli Ambasciatori nei confronti degli Istituti Italiani di Cultura viene attivata nei casi in cui l'attività di questi ultimi sia lesiva dell'immagine dell'Italia all'estero o lesiva dei rapporti fra l'Italia e il Paese ospitante;
nel caso della manifestazione programmata dall'Istituto Italiano di Cultura di Berlino, dall'Istituto Luce e dalla Freie Universitaet di Berlino non vi è alcuna lesione dell'immagine dell'Italia o dei rapporti italo-tedeschi, poiché il cartoncino di invito relativo alla manifestazione in oggetto è scientificamente oggettivo, storiograficamente corretto e privo della benché minima sfumatura di apologia del fascismo e del nazismo -:
se non ritenga che l'accusa di apologia del fascismo avanzata dall'Ambasciatore Puri Purini - per lettera al MAE e a mezzo stampa - sia infondata;
se la pretesa da parte di tale Ambasciatore, a partire da questo pretesto, di cancellare l'intera iniziativa in programma non rappresenti una prevaricazione;
se imporre d'ufficio tale cancellazione non sia un abuso che infondatamente squalifica il lavoro dell'Istituto Italiano di Cultura di Berlino e lede l'autonomia del suo Direttore;
se il diretto intervento esercitato da tale Ambasciatore nei confronti della Freie Universitaet di Berlino affinché receda dal co-organizzare la manifestazione non si configuri come una interferenza nei confronti di un'istituzione straniera;
se la censura non rappresenti un danno sia alla libertà della ricerca e della critica storiografica sia, di conseguenza, un danno all'immagine delle Istituzioni italiane;
se e come il Ministro degli Esteri e il Governo intendano intervenire per evitare all'Italia quello che secondo l'interrogante è un danno di immagine causato dall'Ambasciatore Puri Purini;
se non ritenga urgente appurare se questo episodio non sia solo l'ultimo di una serie di casi di immotivato boicottaggio dell'attività dell'Istituto Italiano Cultura di Berlino;
se non ritenga urgente appurare altresì in quante e quali altre occasioni l'Ambasciatore in oggetto abbia assunto comportamenti contrari agli interessi dell'Italia in Germania (come per esempio nel caso di Palazzo Italia);
quali provvedimenti si intendano assumere per evitare atti non opportuni dell'ambasciatore in premessa.
(4-01610)