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Allegato B
Seduta n. 72 del 15/11/2006
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DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
BRUSCO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
i mutamenti dello scenario politico- strategico internazionale postulano sempre più la necessità di imprimere un'accelerazione al processo di definizione di un più aggiornato modello di difesa nazionale, improntato a criteri di massima flessibilità;
il nuovo contesto sociale e politico nazionale impone uno sforzo di adeguamento delle Forze Armate, volto a realizzare uno strumento operativo moderno e pienamente rispondente ai nuovi compiti connessi alla tutela della sicurezza nazionale e della stabilità internazionale;
il processo di razionalizzazione dell'organizzazione militare, attraverso la soppressione, l'accorpamento e la riorganizzazione delle strutture, si configura oggi come un provvedimento non più differibile, anche e soprattutto per effetto della sospensione della leva obbligatoria a tempo indefinito;
l'adozione del nuovo modello su base professionale, entrato in vigore il 1o gennaio 2005, ha comportato una sensibile riduzione della forza bilanciata e l'immissione
nei ranghi delle Forze Armate di un notevole numero di volontari di sesso maschile e femminile;
il nuovo sistema di reclutamento ha visto l'arruolamento di giovani italiani provenienti in misura preponderante dalle regioni del Sud e del Centro e dalle Isole. Giovani animati dalla volontà di rendere un servizio utile alla Nazione ma sostenuti anche dalla consapevolezza che il «mestiere delle armi» debba essere competitivo con le altre offerte lavorative in termini non solo di professionalità e di retribuzione ma soprattutto di qualità della vita e di dignità di funzioni;
l'attuale configurazione ordinamentale delle Forze Armate - risalente alla dottrina strategica dei trascorsi decenni, ancorata alla difesa della «Soglia di Gorizia» - prevede la presenza nelle regioni del Nord della Penisola della maggior parte dei Reparti, Enti e Unità -:
come valuti gli effetti negativi che tale situazione produce in decine di migliaia di giovani italiani appartenenti alle aree meno produttive del Paese e destinati a trovare impiego in insediamenti militari dislocati a lunghe distanze dai Comuni di residenza, con conseguente disagio morale per il loro mal tollerato sradicamento dagli originari contesti sociali, culturali e affettivi;
come giudichi, in siffatte situazioni, le conseguenze sul rendimento del personale volontario delle Forze Armate, che ne costituisce la struttura portante, potendosi ragionevolmente ritenere che tale condizione di «sofferenza» incide sensibilmente sulla stessa efficienza operativa dello strumento;
come ritenga, nella fattispecie, di affrontare la evidente contraddizione, messa in luce anche da una recente indagine conoscitiva condotta dalla Commissione Difesa del Senato, tra un gettito di reclutamento massimamente concentrato nelle regioni del Sud e del Centro e nelle Isole e una dislocazione di Enti, Reparti e Unità fortemente concentrata nel Nord;
se non ravvisi la necessità di valutare, con ogni possibile urgenza, l'opportunità di programmare una più razionale distribuzione sul territorio nazionale degli insediamenti militari, disponendone, nelle forme e nelle modalità compatibili con la più aggiornata dottrina strategica nazionale e dell'Alleanza Atlantica, la movimentazione dall'area settentrionale e il rischieramento in quelle del Sud e nelle Isole.
(4-01646)