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Allegato B
Seduta n. 72 del 15/11/2006
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INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
STUCCHI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la notte tra il 7 e l'8 novembre scorso lungo l'autostrada A4, nel tratto Milano-Bergamo, si è verificato l'ennesimo incidente sul lavoro che ha causato la morte di 2 operai e il ferimento di un terzo mentre lavoravano alla pulizia di un cantiere per la costruzione della quarta corsia del suddetto tratto;
un tir impazzito è piombato sul furgone fermo che serviva a segnalare, con cartelli luminosi, il cantiere e finiva per travolgere, senza scampo gli operai, che sono morti sul colpo;
la presenza di cantieri mobili, infatti, viene segnalata tramite furgoni recanti sul retro cartelli luminosi parcheggiati in prima corsia (corsia d'emergenza) a 750 metri, a 500 metri e in prossimità dell'area di lavoro;
uno degli operai deceduti era già stato coinvolto in un altro incidente, con la stessa dinamica, meno di 2 anni fa, ed era rientrato da poco al lavoro, dopo una lunga convalescenza -:
quali iniziative intendano assumere per accertare l'adeguatezza della segnaletica che indica la presenza dei cantieri e verificare le misure di sicurezza in cui operano i lavoratori, a tutela loro e degli automobilisti.
(4-01640)
BURTONE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
11 Magistrati della DDA (direzione distrettuale antimafia) di Catania hanno inviato al procuratore capo e al Ministero della giustizia un documento con il quale rassegnano le loro dimissioni, non essendo in condizione di adempiere ai compiti istituzionali loro assegnati;
nel documento sottoscritto dagli stessi si legge, fra l'altro, che «le continue e perduranti gravissime disfunzioni riscontrate, la carenza di personale tecnico e le condizioni fatiscenti ed obsolete delle autovetture blindate utilizzate non consentono di salvaguardare adeguatamente la nostra incolumità, né, tanto meno di garantire un corretto svolgimento dei compiti istituzionali» e che «a tale deficitaria condizione si è da ultima aggiunta un'avvilente indisponibilità di risorse finanziarie
che non consentono, ormai da mesi, di approvvigionare le vetture di carburante, nemmeno per garantire la nostra presenza in udienza;
per protestare contro la carenza di risorse e la scarsa sicurezza loro garantita, gli 11 magistrati si sono visti costretti a rifiutare di firmare lo «schema d'accordo di protezione» trasmesso dal Ministero dell'interno il 18 agosto 2006;
il Procuratore della Repubblica di Catania, nel ricordare che da qualche tempo ha segnalato al Ministero della giustizia la grave carenza finanziaria in cui versa la DDA di Catania, ha evidenziato come - tanto più in un territorio profondamente colpito dalla mafia - accettare le dimissioni dei Magistrati sarebbe una sconfitta per lo Stato ed ha sottolineato che, in ogni caso, sarà costretto a limitare l'azione dei Magistrati stessi non solo per problemi di bilancio, ma soprattutto di sicurezza;
anche l'Associazione nazionale Magistrati distrettuale, nell'esprimere solidarietà ed apprezzamento ai colleghi della DDA, per aver sempre operato con spirito d'abnegazione e consapevolezza del ruolo istituzionale, ha evidenziato che i problemi concernenti l'insufficienza di fondi riguarda tutti gli uffici giudiziari del distretto -:
se i Ministri interrogati o non ritengano che il problema sollevato dai magistrati della DDA di Catania debba essere risolto nel più breve tempo possibile;
in particolare, quali adeguati e tempestivi provvedimenti intendano disporre al fine di garantire ai magistrati della DDA di Catania un valido e concreto supporto sul fronte dei trasporti e della sicurezza.
(4-01641)
GALANTE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nel nostro paese divengono sempre più numerose le denunce da parte di immigrati e lavoratori clandestini per la grave situazione in cui sono costretti a lavorare e a vivere a causa di mediatori e «caporali» senza scrupoli che sono spesso complici di tali illegalità diffuse;
in questi giorni la squadra mobile di Trento ha scoperto la situazione in cui si trovano centinaia di immigrati, lavoratori sfruttati e sottopagati, attirati in Trentino con l'illusione di un lavoro sicuro, e cacciati invece in baracche indecenti e con una paga di tre euro all'ora;
dalle dichiarazioni rilasciate alla polizia, si apprende che si tratta di stranieri che non lavorano soltanto nell'agricoltura, ma anche nel turismo ed in altri settori, i quali dopo aver pagato un intermediario che garantiva loro un regolare posto di lavoro si sono trovati invece nel mercato del lavoro nero senza alcuna garanzia;
questi lavoratori immigrati che hanno avuto il coraggio di denunciare i propri datori di lavoro rischiano ora, dopo essere stati ingannati e defraudati, di essere ingiustamente rimandati a casa;
il «caporalato» determina un controllo violento del territorio soprattutto rurale e mette in discussione non solo la vita, ma anche la dignità dei lavoratori, in particolare dei lavoratori migranti che sono i più esposti a questi pericoli;
al giorno d'oggi i fenomeni di caporalato e lavoro nero prosperano all'incrocio tra una politica del lavoro e una politica dell'immigrazione, che hanno provocato una vera produzione di clandestinità e precarietà permanente, dimostrando così il fallimento della legge Bossi-Fini;
l'esperienza dimostra, (e ciò che sta accadendo in Trentino dopo quanto successo in Puglia nei mesi scorsi ne è testimonianza), che tali fenomeni non riguardano solo il Mezzogiorno d'Italia, ma interessano l'intero Paese e quindi debbono essere trattati ed aggrediti come questioni nazionali;
quanto sta succedendo in Trentino deve far riflettere ed alzare il livello di
guardia, sia perché il fenomeno del caporalato è molto più diffuso di quanto si possa immaginare (come è evidente ora che sempre più stranieri hanno trovato il coraggio di denunciare i rispettivi datori di lavoro e gli intermediari), sia perché saranno molti di più gli imprenditori intimoriti, preoccupati e di riflesso pericolosi (in seguito a queste denunce) -:
se e quali interventi urgentissimi intenda porre in atto per scongiurare, prevenire e debellare, dopo una troppo lunga fase di assenza politica dello Stato, questi fatti gravi e offensivi delle dignità e delle garanzie dei lavoratori;
se, anche per contribuire a fare piena luce su questi fenomeni, intenda concedere agli stranieri che stanno collaborando con la giustizia un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale, per permettere loro la ricerca di un lavoro regolare.
(4-01645)
STUCCHI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
non sono solo gli automobilisti a perdere la vita lungo le autostrade italiane, sono purtroppo numerose le cosiddette «morti bianche» nei svariati cantieri autostradali;
per fare solo qualche esempio di incidenti sul luogo di lavoro:
a giugno 2006 un operaio è stato vittima del crollo di un tratto del viadotto in costruzione, a causa del cedimento di un pilone, sull'autostrada Catania-Siracusa;
sulla A12 sono addirittura 3 i casi nel giro di 3 giorni sono stati coinvolti in incidenti sul lavoro: ovvero un operaio che, sul tratto Livorno-Rosignano, è stato investito, perdendo la vita, da un automobilista mentre stava lavorando alla riduzione della carreggiata; due giorni prima, due operai, venivano investiti, riportando, fortunatamente, soltanto delle ferite, da una automobile che sopraggiungeva a forte velocità, mentre erano a bordo della loro macchina operatrice, intenti a lavorare alla volta della Galleria Rialto e ancora prima un altro operaio ha perso la vita rimanendo schiacciato da una escavatrice;
da ultimo, ma non meno importante, l'incidente nella notte tra il 7 e l'8 novembre scorso lungo l'autostrada A4, nel tratto Milano-Bergamo, dove hanno perso la vita 2 operai travolti da un tir impazzito che è piombato sul cantiere mobile dove i due stavano lavorando alla pulizia del cantiere;
la A3 (Salerno-Reggio Calabria) è una infrastruttura d'importanza strategica dei grandi corridoi transeuropei nord-sud (Berlino-Palermo) difatti, su di essa, allo stato attuale, ci sono cantieri attivi per un totale di circa 250-300 opere destinate alla manutenzione ordinaria (falcio erba, pulizia canali, interventi su opere d'arte esistenti, segnaletica eccetera) e straordinaria;
anche su questa autostrada, durante i lavori di ammodernamento della stessa, nel luglio di quest'anno ha perso la vita un operaio, a causa del cedimento di una fune della gru che faceva quindi cadere sull'operaio il cestello del calcestruzzo, durante i lavori del viadotto Incoronata;
i sindacati lamentano la scarsa sicurezza nella quale operano i lavoratori della rete autostradale chiedendo maggiore protezione tramite, ad esempio, l'apertura di cancelli dei cantieri per poter facilitare l'accesso dei mezzi di soccorso, la messa a disposizione di moto per un rapido intervento, l'aumento del numero delle pattuglie della Polstrada che permettano maggior controllo sulla velocità di auto e camion, in quanto il maggiore responsabile di questi incidenti è proprio il comportamento alla guida;
queste «morti bianche» sono, purtroppo, la conferma che la sicurezza sul posto di lavoro sia oramai una vera e propria emergenza -:
quali provvedimenti si intendano assumere per verificare la messa in sicurezza
dei cantieri in cui operano i lavoratori della rete autostradale, a tutela loro e degli automobilisti;
se non ritengano opportuno potenziare il numero delle pattuglie della Polstrada in modo da potenziare i controlli lungo le autostrade, specialmente durante le ore notturne;
quali provvedimenti si intendano assumere al fine di garantire il rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, per adeguare le misure di controllo e di prevenzione e per rafforzare la tutela a favore dei lavoratori.
(4-01647)
FALOMI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'articolo 1 comma 4 della legge n. 726 del 1982 e del decreto del Prefetto di Reggio Calabria 1603 del 31 ottobre 2005 è stata costituita la Commissione di Accesso agli atti amministrativi dell'Azienda Sanitaria n. 9 di Locri (Reggio Calabria);
il 25 marzo 2006 la Commissione ha terminato il suo lavoro redigendo una ampia relazione circa i suoi accertamenti che è stata successivamente segretata da parte del Viminale;
nonostante il dispositivo di riservatezza il testo della relazione è stato pubblicato da alcuni quotidiani locali e regionali e da numerosi siti internet;
a conferma di quanto suddetto la copia della Relazione è disponibile sul sito web del noto quotidiano la Repubblica;
il Vice Ministro dell'interno onorevole Marco Minniti nel corso della trasmissione televisiva «Anno Zero» ha dichiarato che il testo della relazione andrebbe fatto leggere nelle scuole;
la relazione della Commissione di accesso è stata altresì pubblicata sui siti www.democrazialegalita.it e www.ilcantiere.org (attraverso un link);
a tal proposito alle ore 6.30 del 27 ottobre 2006 agenti di Polizia della Questura di Firenze, hanno fatto il loro ingresso nelle abitazioni di Marco Ottanelli e Roberta Anguillesi, in quanto gli stessi svolgono la funzione di Web master dei siti di cui al punto precedente;
gli agenti, in possesso di regolare mandato di perquisizione e sequestro delle attrezzature informatiche hanno poi condotto Marco Ottanelli in Questura per ulteriori accertamenti;
non si comprende per quale motivo, nonostante numerosissimi siti internet ospitino tale documento, l'unica azione di sequestro, se si esclude quella attuata nella sede del Quotidiano Calabria Ora, sia avvenuta proprio ai danni dei siti www.democrazialegalita.it e www.cantiere.org -:
se non si ritenga opportuno eliminare i requisiti di riservatezza di tale documento in virtù del carattere pubblico che lo stesso ha di fatto assunto onde evitare conseguenze giudiziarie per quanti intendano consultarlo e pubblicizzarlo ulteriormente.
(4-01652)
ALESSANDRI, GARAGNANI, GALLETTI e RAISI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
per venerdì 10 novembre 2006 la Lega Nord aveva chiesto ed ottenuto il permesso per allestire un banchetto, in Piazza Celestini angolo Via D'Azeglio, per raccogliere firme contro la possibilità di costruire una Moschea nella città di Bologna;
erano state avvisate le forze dell'ordine di questo presidio, le quali si erano presentate all'allestimento;
attorno alle ore 16,25 circa si avvicinava al banchetto della Lega Nord una persona di origini nordafricane evidentemente agitata;
questa persona, straniera, senza nemmeno chiedere spiegazioni di quello che si stava propagandando al banchetto della Lega Nord ha iniziato ad inveire ed offendere pesantemente, contro coloro che presiedevano la postazione e contro i leader di partito di riferimento, arrivando anche ad augurare la morte, di tutti quanti precedentemente nominati, in nome del «Suo Dio»;
questo straniero si identificava poi come un sostenitore della Moschea e dichiarava: «fate quello che volete tanto la Moschea si farà»;
solo la calma ed il sangue freddo dei partecipanti leghisti al presidio ha evitato che la situazione degenerasse, anche a seguito di un assembramento di persone, richiamate dalle urla e dall'agitazione di questo extracomunitario;
alle prime avvisaglie di un possibile pericolo, la signora Tarozzi Norma, responsabile del presidio della Lega Nord, aveva chiamato il 113, che purtroppo non è riuscito ad arrivare in tempo per identificare lo straniero, che è rimasto in loco a lanciare invettive per una ventina di minuti e poi si è allontanato minacciando di ritornare da lì a poco con un gruppo di amici;
il 113 prontamente avvisato non è intervenuto e dopo oltre venti minuti il banchetto è stato abbandonato per evitare che le minacce potessero avere effetto senza però che ci sia stato alcun intervento delle forze di sicurezza nonostante la segnalazione;
si evidenzia come sia intollerabile l'arroganza e la violenza che certi stranieri manifestano nei confronti di coloro che la pensano in modo diverso;
tutti i cittadini devono essere messi in condizione di esprimere il proprio pensiero così come sancito dalla Costituzione italiana;
la raccolta di firme contro la costruzione di una Moschea a Bologna è strumento democratico e legittimo e le numerose firme sinora raccolte ne testimoniano l'attenzione e la partecipazione;
da questa vicenda si evince come sia necessario un investimento da parte dello Stato, sul numero delle forze dell'ordine che prestano servizio nella città di Bologna, oltre che un investimento sulle dotazioni e sulla tecnologia che può supportare il loro lavoro -:
cosa intenda fare il Ministro, per garantire la possibilità ai liberi cittadini italiani di esprimere il proprio pensiero, senza dover subire ritorsioni, minacce o aggressioni;
cosa intenda fare il Ministro per garantire alle forze dell'ordine bolognesi la possibilità di intervenire prontamente e debellare situazioni sociali tendenzialmente molto pericolose;
cosa intenda fare il Ministro per far capire a tutti coloro che vengono in Italia, che devono rispettare le nostre regole e devono accettare anche chi la pensa in modo diverso da loro, senza sentirsi legittimati ad effettuare aggressioni verbali o fisiche di qualsiasi tipo;
cosa intenda fare il Ministro per far capire alla comunità islamica di Bologna, che atti di questo genere non sono ammessi e saranno repressi in modo duro e puntuale per evitare degenerazioni;
se non sia possibile verificare se l'atteggiamento della Questura non sia deficitario e se non sia utile sollecitare per il prossimo futuro maggiori garanzie e tutela a chi democraticamente esercita la propria prerogativa politica nel proprio paese e affinché possa manifestarlo serenamente.
(4-01662)