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Allegato B
Seduta n. 82 del 5/12/2006
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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazione a risposta immediata:
LA RUSSA, RAMPELLI, AIRAGHI, ALEMANNO, AMORUSO, ANGELI, ARMANI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BONGIORNO, BONO, BRIGUGLIO, BUONFIGLIO, BUONTEMPO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATANOSO, CICCIOLI, CIRIELLI, CONSOLO, GIORGIO CONTE, CONTENTO, GIULIO CONTI, COSENZA, DE CORATO, FILIPPONIO TATARELLA, GIANFRANCO FINI, FOTI, FRASSINETTI, GAMBA, GASPARRI, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, HOLZMANN, LAMORTE, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, MANCUSO, MARTINELLI, MAZZOCCHI, MELONI, MENIA, MIGLIORI, MINASSO,
MOFFA, MURGIA, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, PATARINO, PEDRIZZI, ANTONIO PEPE, PERINA, PEZZELLA, PORCU, PROIETTI COSIMI, RAISI, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SALERNO, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SILIQUINI, TAGLIALATELA, TREMAGLIA, ULIVI, URSO e ZACCHERA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con una convenzione stipulata tra la Banca di Roma ed il ministero per i beni e le attività culturali nel giugno del 1992, la Banca di Roma (poi divenuta Capitalia s.p.a.) s'impegnava a stanziare 40 miliardi di lire per il restauro dell'Anfiteatro Flavio (Colosseo), da erogarsi nel quadriennio successivo, prevedendo anche un aumento della cifra in corso d'opera;
alla soprintendenza archeologica di Roma venivano successivamente attribuite le funzioni relative alla progettazione e alla vigilanza sul corretto svolgimento dei lavori;
il ministero per i beni e le attività culturali istituiva nel 1995 una commissione scientifica, con il compito di affiancare la soprintendenza nella programmazione delle opere e degli esami propedeutici al restauro del Colosseo e nella progettazione ed esecuzione degli interventi di recupero;
alle tre università romane veniva affidata nel contempo la realizzazione di un programma di studi, ricerche e consulenze volte a conoscere lo stato di sicurezza dell'Anfiteatro Flavio;
considerata la delicatezza degli interventi e del monumento nel suo complesso, il restauro si sarebbe dovuto completare entro il 2002, secondo le intenzioni della soprintendenza;
i lavori hanno riguardato principalmente la conservazione di superfici e muri antichi, nonché gli interventi per l'agibilità e la sicurezza del pubblico;
l'esecuzione di «restauri a campione», operati con tecniche e metodologie differenti, ha comportato per tanti anni che chiunque transitasse davanti al Colosseo lo vedesse di due colori diversi: una parte più chiara, ripulita nel settore che affaccia su via dei Fori Imperiali, le altre di colore grigio-scuro;
a quanto si apprende, le modificazioni avvenute in corso d'opera - in particolare i ritrovamenti di reperti durante il restauro - hanno costretto a continui aggiustamenti e revisioni contrattuali, fino al blocco definitivo dei lavori e, quindi, dell'erogazione dei finanziamenti da parte dello sponsor;
ancora oggi non si comprendono le reali ragioni del blocco dei lavori e, conseguentemente, i motivi del mancato utilizzo dei fondi, solo in parte stanziati;
dopo tanti anni la situazione del restauro del Colosseo permane praticamente nello stato di perenne incompiutezza, nonostante la soprintendenza abbia manifestato più volte l'intenzione di voler portare a termine i lavori di ripulitura delle volte;
secondo una recente ricerca condotta su una serie di monumenti romani da Herity, l'organismo internazionale per la gestione di qualità del patrimonio culturale, il Colosseo - naturalmente promosso per il suo ineguagliabile valore storico-culturale - sarebbe «rimandato» sotto il profilo della conservazione -:
quali urgenti iniziative intenda assumere per consentire la prosecuzione dei lavori di restauro e, in particolare, se non ritenga opportuno verificare la possibilità di stipulare con i privati nuove convenzioni per reperire ulteriori capitali.
(3-00458)
Interrogazioni a risposta scritta:
COTA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'aliquota al 10 per cento è prevista per le prestazioni elencate al punto 123)
della tabella A, parte III, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 «Istituzione e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto»;
il punto 123) della tabella A, parte III, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 recita: «spettacoli teatrali di qualsiasi tipo, compresi balletto, opere liriche, prosa, operetta, commedia musicale, rivista; concerti strumentali; attività circensi e dello spettacolo viaggiante, spettacoli di burattini e marionette ovunque tenuti»;
l'Agenzia delle entrate ha specificato, con la risoluzione 83/E, che sono assoggettati all'aliquota IVA del 10 per cento i corrispettivi dovuti dagli spettatori per assistere alle rappresentazioni spettacolistiche indicate al punto 123) della tabella suddetta A;
le prestazioni artistiche che singoli o gruppi di artisti forniscono agli organizzatori per la realizzazione degli spettacoli, sono assoggettate all'aliquota IVA del 20 per cento, ad esclusione dei «contratti di scrittura connessi con gli spettacoli teatrali» come espresso al n. 119 della citata tabella A, che sono assoggettati all'aliquota IVA del 10 per cento;
l'Agenzia delle entrate, con la risoluzione n. 138/E del 28 settembre 2001, per quanto concerne la nozione di spettacolo teatrale, ha chiarito che la stessa deve essere desunta «dalla tabella A, parte III del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, che al n. 123) fa espresso riferimento agli spettacoli teatrali di ogni tipo, compresi balletto, opere liriche, prosa, operetta, commedia musicale e rivista»;
l'aliquota ridotta al 10 per cento viene quindi applicata solo a quegli accordi che hanno per oggetto prestazioni artistiche o tecniche strumentali alla realizzazione degli spettacoli teatrali di cui alla prima parte del punto 123) della citata tabella A;
alle prestazioni artistiche relative alle altre attività di spettacolo elencate al punto 123) della tabella A, ivi comprese quelle relative ai «concerti vocali e strumentali», si applica l'aliquota IVA ordinaria nella misura del 20 per cento;
che l'attuale imposta al 20 per cento penalizza in maniera rilevante tutta l'attività concertistica, dato che i committenti sono spesso enti pubblici (comuni, province e regioni) che non hanno la possibilità di recuperare l'imposta -:
come mai a spettacoli come il balletto, le opere liriche, la prosa, l'operetta, la commedia musicale e la rivista viene applicata l'aliquota IVA nella misura del 10 per cento e ad altri spettacoli come i concerti strumentali e vocali viene applicata l'aliquota nella misura del 20 per cento;
quali iniziative il Ministro intenda mettere in atto per non penalizzare l'attività concertistica delle stagioni concertistiche e delle orchestre italiane.
(4-01855)
NUCARA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
sulla Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio 2006 è stato pubblicato un Bando di concorso per undici posti di dirigente storico dell'arte da selezionare con tre prove scritte ed una orale;
il 30 per cento dei posti messi a concorso era riservata al personale del Ministero appartenente da almeno 15 anni alla qualifica apicale «C3 super»;
in data 16 maggio 2006, con decreto Direttoriale, è stata nominata la Commissione esaminatrice;
le domande pervenute per la partecipazione sono state 450, di cui solo 316 ammesse, dopo la valutazione dei requisiti fissata dal bando;
alle prove scritte fissate per i giorni 19, 20 e 21 giugno 2006 si sono presentati 157 candidati, dei quali solo 150 hanno superato le tre prove previste;
in data 19 luglio, la Direzione Generale per gli affari generali del Ministero ha comunicato che soltanto 48 candidati sono stati ammessi alle prove orali;
in data 31 agosto, sette dei candidati non ammessi alle prove orali, hanno presentato ricorso giurisdizionale dinanzi al Tar del Lazio per l'annullamento, previa sospensiva, del concorso;
il 6 settembre il Direttore Generale per gli affari generali del Ministero, in attesa delle decisioni del Tar del Lazio, ha sospeso le successive prove orali del concorso;
con il decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262 collegato alla finanziaria, recante «Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria», il Governo autorizza un nuovo concorso per 40 dirigenti, di cui il 50 per cento riservato «per titoli di servizio e professionali» ai dipendenti «incaricati di funzioni dirigenziali» -:
se non ritenga che tale articolo, già nella sua formulazione, pregiudichi i diritti acquisiti e crei seri danni patrimoniali e morali ai 48 candidati ammessi alle prove orali e che sono in attesa della sentenza del Tar;
se non si prefiguri una procedura anomala per confermare nelle loro posizioni quelle persone che sono state assegnate a dirigere soprintendenze, alcune delle quali, non avendo superato le prove scritte del concorso, hanno presentato il ricorso al TAR di cui alle premesse;
se non venga leso gravemente un principio costituzionale annullando per legge un concorso in attesa di sentenza di un Tribunale Amministrativo;
se non ritenga necessario assumere iniziative normative per garantire l'espletamento delle procedure concorsuali messe in atto.
(4-01857)