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Allegato B
Seduta n. 82 del 5/12/2006
TESTO AGGIORNATO AL 13 DICEMBRE 2006
INFRASTRUTTURE
Interrogazioni a risposta immediata:
PAGLIARINI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
la Valle Brembana, oltre ad essere una zona prealpina di rilevante valore ambientale, con i suoi 57.000 abitanti e i suoi oltre 14.000 addetti, occupati in prevalenza in industrie manifatturiere, costituisce un punto di forza della produttività e dell'importanza economica del Nord Italia;
la medesima valle sconta negli ultimi anni preoccupanti fattori di crisi - dallo spopolamento delle zone più alte all'invecchiamento della popolazione, alla perdita di posti di lavoro, alla desertificazione produttiva - in gran parte riconducibili ad un'inadeguata infrastutturazione nella mobilità di persone e mezzi;
al fine di ripristinare il trasporto di persone e cose su ferro, è prevista la creazione di un'adeguata infrastruttura nel fondovalle, cui raccordare la rete viaria. Tale opera, per la quale non sono ancora reperiti i necessari mezzi finanziari, è prevista dal piano territoriale di coordinamento provinciale di Bergamo ed è sostenuta da tavoli di concertazione, che raccolgono enti locali provinciali e regionali, e si prevede l'utilizzazione in buona misura del sedime della vecchia ferrovia delle valli soppressa alla fine degli anni '50;
risulta, tuttavia, che l'agenzia del demanio stia procedendo a vendita o a conferimento di concessione per opere di difficile spostamento (reti di distribuzione del metano, fognature, acquedotti ed altro) del sedime della ex-ferrovia, rendendo così di gran lunga più complicata e onerosa la realizzazione della nuova infrastruttura su ferro -:
quali specifiche iniziative intenda adottare il Governo affinché il progetto di trasporto su ferro possa essere realizzato - anche a tal fine intervenendo nei confronti dell'agenzia del demanio - con l'obiettivo della difesa della proprietà pubblica di aree di importanza strategica per il futuro produttivo e sociale della Valle Brembana.
(3-00455)
ZANELLA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
a Porto Marghera sono in corso importanti interventi pubblici che hanno
come obiettivo sia il marginamento di tutti i canali industriali (per un totale di 64 chilometri), in modo da impedire che i veleni contenuti nei suoli industriali circostanti finiscano, attraverso la falda, nelle acque lagunari e nei relativi sedimenti, sia l'asportazione di 7 milioni di metri cubi avvelenati dai canali industriali circostanti le macroisole su cui sono ubicati stabilimenti a rischio di incidente rilevante;
il costo complessivo per l'esecuzione di tali imponenti opere pubbliche, che sono già state iniziate negli anni precedenti, ammonta a circa 1022 milioni di euro;
Stato e regione hanno finora impegnato a tal fine complessivamente 297 milioni di euro;
una parte considerevole dell'importo mancante, per oltre 450 milioni di euro, è stata ricavata dai soggetti proprietari delle aree industriali per effetto del contenzioso giudiziario promosso dal ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché dal magistrato alle acque, con l'assistenza dell'Avvocatura distrettuale dello Stato di Venezia, dal momento che tali iniziative giudiziarie hanno portato le società convenute a transigere la lite con la sottoscrizione di specifici contratti, in forza dei quali, a fronte degli ingenti impegni finanziari dalle stesse contrattualmente assunti, lo Stato si impegnava ad utilizzare le risorse patrimoniali incassate per il completamento delle opere pubbliche, indispensabile, tra l'altro, a garantire la messa in sicurezza dei siti inquinati;
nel corso degli anni 2005 e 2006 sono stati versati dalle imprese, sul relativo capitolo di entrata del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, 185 milioni di euro la cui destinazione era vincolata, sia per specifica disposizione dell'articolo 18 della legge n. 349 del 1986, che per espressi obblighi contrattuali assunti dalle pubbliche amministrazioni statali, al finanziamento delle opere pubbliche sopra descritte;
tale somma non ha potuto essere utilizzata per l'impiego cui era destinata, dal momento che, con circolare 10 febbraio 2006, n. 7, del ministero dell'economia e delle finanze - dipartimento della ragioneria generale dello Stato, è stata sposata un'interpretazione restrittiva dei commi 46, 47 e 438 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006), per effetto della quale è stato impedito al ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di riassegnare i predetti importi già incassati dai privati a favore del magistrato alle acque per finanziare il completamento dei lavori in corso, in quanto eccedenti il limite generale delle riassegnazioni fissato con la citata circolare;
l'effetto preclusivo della riassegnazione delle somme non sembra affatto essere conseguenza di un divieto contenuto nelle disposizioni della citata legge finanziaria per il 2006, poiché il comma 438 dell'articolo 1 di detta legge non prende in considerazione le transazioni stipulate a Porto Marghera, che hanno caratteristiche giuridiche tutte particolari;
con le stesse, infatti, i soggetti privati, nel contestare di aver mai arrecato alcun danno ambientale in difetto di qualsiasi accertamento giudiziale di una loro responsabilità in tal senso, si sono obbligati a versare allo Stato ingenti importi patrimoniali espressamente per concorrere alla realizzazione di un'opera pubblica della cui utilità avrebbero potuto fruire, anche al fine di soddisfare agli obblighi, penalmente sanzionati, della messa in sicurezza dei siti inquinati di cui erano proprietari o custodi. Tale speciale possibilità offerta ai privati, del resto, deriva direttamente dall'accordo di programma per la chimica a Porto Marghera, che è stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 febbraio 1999, e dagli atti integrativi ed attuativi dello stesso. Per effetto della richiamata normativa speciale, pertanto, lo Stato ha assunto degli obblighi di realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza delle aree inquinate, il cui adempimento è stato
cofinanziato dai soggetti firmatari o aderenti al citato accordo di programma a mezzo delle transazioni sottoscritte per la definizione delle pendenze giudiziarie in atto;
è di tutta evidenza, allora, come non sia stato posto (né avrebbe potuto essere posto) dalla legge finanziaria alcun limite al riutilizzo di risorse economiche messe a disposizione da privati per cofinanziare la realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza ambientale;
persino l'invocata circolare n. 7 del 2006 del ministero dell'economia e delle finanze, interpretando il comma 46 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2006, non risulta affatto vietare la riassegnazione dei fondi in questione, dal momento che il loro stanziamento non riguarda alcuna delle categorie economiche assoggettate al monitoraggio (categorie 1, 2, 5, 6, 7, 21, 23, 24, 25, 26.2);
non ricorre, pertanto, alcun impedimento normativo, primario o secondario, tale da precludere alle amministrazioni dello Stato, che hanno ricevuto le somme corrisposte dai soggetti che hanno transatto le liti giudiziarie proposte dall'Avvocatura dello Stato di Venezia, con riferimento agli interventi di messa in sicurezza delle aree industriali di Porto Marghera, ad impiegare i predetti importi per gli usi contrattuali stabiliti al fine di accelerare il completamento degli interventi di bonifica -:
se il Governo intenda adottare ogni provvedimento necessario od utile a consentire l'immediato reimpiego di tutte le somme già riscosse dal ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché di quelle che dovranno essere in futuro corrisposte dai soggetti firmatari degli accordi transattivi sopra menzionati, permettendo in tal modo, attraverso la riassegnazione dei relativi importi al magistrato alle acque competente alla loro realizzazione, la continuazione degli interventi di messa in sicurezza e di scavo dei canali industriali circostanti Porto Marghera, necessari per l'ambiente e per la collettività.
(3-00459)
Interrogazione a risposta in Commissione:
D'AGRÒ. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nel corso di un incontro con il ministro Antonio Di Pietro avente come oggetto il Passante di Mestre, lo scorso 27 novembre, è stato ipotizzato l'annullamento del vecchio accordo sul Passante, sottoscritto dalle società autostradali e di riportare il progetto nell'ambito della procedura Cipe;
questo comporterebbe un dilatamento dei tempi per il prosieguo dei lavori ed un possibile ricorso amministrativo da parte delle società autostradali;
i lavori del Passante, che prevedono la realizzazione di una tratta di 32 chilometri, da Dolo a Quarto d'Altino, avviati nel 2005, dovrebbero concludersi nel maggio 2008;
per i Veneti, questa infrastruttura rappresenta un'importante, attesa e determinante prospettiva di sviluppo -:
se il Ministro intenda dar seguito alle ipotesi ventilate nel corso dell'incontro summenzionato, tali da comportare notevoli ritardi e difficoltà nel completamento dell'opera, anche per il concretizzarsi di ricorsi, dagli esiti incerti e dai tempi lunghissimi, da parte delle società autostradali interessate.
(5-00474)
Interrogazioni a risposta scritta:
FOTI. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
lungo la strada statale n. 234 che collega Codogno con Maleo, in provincia di Lodi, è posto, in prossimità di una curva pericolosa, un passaggio a livello a raso, regolato da impianto semaforico;
soprattutto nei periodi in cui le condizioni climatiche non consentono, causa nebbia, la migliore visibilità, si sono verificati incidenti stradali di una certa gravità, dovuti appunto all'ubicazione del detto passaggio a livello -:
se siano previsti interventi o siano stati predisposti progetti volti a promuovere, lungo la Strada Statale in questione, le migliori condizioni di percorrenza della stessa, essendo del tutto evidente la situazione di grave pericolo in cui attualmente avviene la circolazione stradale.
(4-01847)
RAITI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
il comune di Lipari ha approvato la proposta progettuale della Condotte S.p.A. inserendola nel piano triennale delle opere pubbliche, così che la Condotte S.p.A. di Roma unitamente alla Gea Tecnica di Messina entrerebbero già di fatto a far parte di una nuova società mista che dovrebbe portare avanti una proposta per la progettazione di opere portuali che interessano le isole Eolie;
il progetto non sembra contenere elementi nuovi rispetto ad una precedente di alcuni anni or sono, elaborate dalla Gea Tecnica e commissionata a suo tempo dal Presidente della Regione Siciliana (quindi pagata), che era stata pesantemente criticata dalla popolazione eoliana tanto da essere oggetto di una petizione popolare che la fermò;
tale idea progettuale è stata fatta propria dal Sindaco pro tempore di Lipari il quale ha dichiarato che essa rappresenta «l'ultima spiaggia» per migliorare le carentissime strutture portuali dell'isola e per questo, quale commissario straordinario dell'emergenza delle Eolie chiede di gestire la situazione grazie alla medesima carica di commissario straordinario all'emergenza Stromboli;
a giudizio dell'interrogante, dal punto di vista ambientale una tale proposta dovrebbe essere sottoposta prioritariamente ad un processo di partecipazione democratica della popolazione, come di tutte le componenti sociali, politiche ed economiche -:
se, per garantire alla popolazione delle Eolie di continuare ad essere, come sempre, un luogo dove si vive con tranquillità, il Ministro non ritenga opportuno procedere ad una verifica sull'operato del commissario straordinario e sulla regolare costituzione della Società di gestione, nonché accertare la trasparenza delle procedure adottate e la compatibilità degli amministratori;
se non intenda verificare se il sindaco di Lipari possa continuare a rivestire la carica di commissario straordinario all'emergenza Stromboli dato che l'emergenza pare essere finita e se non sia opportuno verificare le procedure necessarie affinché lo stesso sindaco, possa dare il debito conto delle risorse economiche (centinaia di migliaia di euro) gestite in virtù della carica di commissario straordinario all'emergenza Stromboli fino ad ora.
(4-01852)