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Allegato B
Seduta n. 88 del 19/12/2006
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il 13 dicembre 2006, alle ore 5.35 del mattino sul binario sud dell'asse ferroviario del Brennero, all'altezza della stazione di Borghetto sull'Adige a sud dell'abitato di Avio in provincia di Trento, il treno 44147 di Trenitalia ha tamponato gli ultimi vagoni del treno merci della compagnia privata Rail Traction Company (RTC) che era fermo con il segnale rosso;
il convoglio tamponato trasportava quattro cisterne da 25 tonnellate di una sostanza tossica, il metilene difenil isocianato (Mdi) che appartiene alla stessa famiglia dell'isocianato di metile. Tale sostanza, utilizzata come antiparassitario, superati i venti gradi di temperatura produce vapori tossici, altamente nocivi. Nell'incidente è esplosa una delle quattro cisterne rilasciando sul terreno e sui resti dei treni il contenuto;
nel violento scontro sono morti sul colpo due macchinisti di Trenitalia. Le squadre di soccorso intervenute sul posto hanno impiegato cinque ore per il recupero dei corpi e non essendo a conoscenza del contenuto dei vagoni, così come non lo erano i macchinisti, hanno operato senza protezioni e specifiche procedure di sicurezza;
solo dopo dodici ore dal momento dell'incidente è stata accertata la presenza della sostanza tossica, non segnalata sulle carte delle merci trasportate dal treno della Rail Traction Company, cui è seguita la dichiarazione di stato di emergenza per consentire i lavori di rimozione delle carrozze dei treni e per procedere all'operazione di bonifica del terreno;
secondo il regolamento dell'Organizzazione Intergovernativa per i trasporti internazionali, ferroviari, la sostanza chimica, il metilene difenil isocianato (Mdi), non è compresa nella lista dei prodotti che richiedono particolari prescrizioni e, pertanto, ha affermato il Presidente della Rail Traction Company (RTC), Ferdinand Willeit con dichiarazioni apparse sugli organi di stampa, non è considerata «pericolosa per il trasporto ferroviario»;
il capo del Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha dichiarato, come riportato da agenzia di stampa il 14 dicembre 2006, che il numero delle vittime poteva essere molto più elevato, stante la tossicità della sostanza trasportata, e che solo le basse temperature di quei giorni hanno evitato una strage. «Abbiamo corso un rischio serio, non mi pare sia previsto dalle leggi nascondere questo rischio. Non possiamo permetterci di inseguire tragedie. Il nostro compito è fare prevenzione.» Bertolaso, nel dar conto dell'entità del rischio, ha riportato alla memoria la tragedia avvenuta ventidue anni fa in India a Bhopal, dove morirono ventimila persone a causa della nube tossica sprigionata dall'Mdi;
l'assessore provinciale di Trento alle opere pubbliche e alle autonomie locali, Silvano Grisenti, si è soffermato in dichiarazioni del 16 dicembre sui giornali locali, sulla tossicità dell'Mdi. «La sostanza sprigionata da un vagone, il metilen edefinil socianato, è cancerogena. A 20o si volatilizza e chi la respira corre seri pericoli per la salute. Per fortuna che le temperature sono basse perché i trecento operatori intervenuti per i soccorsi avrebbero «rischiato grosso». L'assessore Grisenti ha, inoltre, ricordato che l'Mdi, pur essendo tossico, non rientrerebbe nei protocolli che obbligano la segnalazione del trasporto di sostanze pericolose;
in occasione della presentazione del bilancio provinciale, il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, ha ribadito l'importanza di informazioni dettagliate relative alle merci trasportate, sottolineando come «da questo drammatico incidente derivi un impulso in più per rafforzare le misure di sicurezza e soprattutto per garantire una più completa, accessibile e tempestiva informazione riguardo alle merci a vario titolo pericolose che sono trasportate»;
sia il presidente Dellai che l'assessore Grisenti, in dichiarazioni del 16 dicembre riportate dalla stampa locale, hanno condiviso la necessità che «se le regole sono state rispettate, le regole vanno cambiate;
alle ore 15 del 18 dicembre 2006, il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, ha revocato, ai sensi dell'articolo 14 della legge provinciale 10 gennaio 1992 n. 2, lo stato d'emergenza dichiarato con proprio decreto nelle ore immediatamente successive alla tragedia ferroviaria: «Preso atto degli interventi effettuati sulla zona interessata
e che: i lavori di rimozione dei locomotori e delle carrozze ferroviarie coinvolte nell'incidente sono terminati; i lavori di bonifica del terreno su cui sono colati prodotti potenzialmente inquinanti sono stati eseguiti; il traffico ferroviario è stato regolarizzato con il ripristino dei necessari collegamenti»;
sulle cause, le modalità e le responsabilità della tragedia ferroviaria sono state aperte un' inchiesta da parte della magistratura coordinata dal sostituto procuratore di Rovereto, dottor Gallina, con ipotizzato il reato di disastro ferroviario e omicidio colposo, ed un'indagine da parte delle Ferrovie dello Stato -:
di quali informazioni disponga il Governo riguardo alle sopra riportate affermazioni del dotto Bertolaso, capo del Dipartimento della Protezione civile, riprese anche dalle autorità provinciali del Trentino;
quali decisioni il Ministro dei Trasporti intenda promuovere in sede comunitaria e internazionale, affinché siano migliorati i criteri e le regole di sicurezza in ordine alle merci trasportate e i regolamenti possano rispondere a sostanziali e non esclusivamente formali protocolli di salvaguardia prevedendo, nel caso specifico, che il metilene difenil isocianato e sostanze analoghe siano inserite fra quelle ritenute pericolose;
quali progetti in generale il Governo intenda porre in essere o potenziare, in ordine alla priorità da egli attribuita al controllo del traffico dei rifiuti ed alla repressione delle ecomafie, coerentemente con i rilevanti fondi previsti nel disegno di legge finanziaria per il 2007;
quali indirizzi il Presidente del Consiglio intenda assumere al fine di accrescere le capacità di analisi e di intervento del Dipartimento della protezione civile.
(2-00294) «Boato».
Interrogazione a risposta in Commissione:
DE ZULUETA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Sole 24 ore del 10 dicembre 2006 riporta la notizia che il governo iracheno sta definendo una legge sulla ripartizione delle entrate petrolifere, questione cruciale per la riconciliazione tra curdi, sciiti e sunniti;
la nuova legge riguarderà anche gli investimenti esteri nel settore del petrolio e la stipulazione di accordi con compagnie internazionali finalizzati allo sfruttamento dei campi petroliferi;
nel novembre 2004 la International Tax & Investment Center (ITIC), organizzazione lobbystica che ha tra i fini statutari il «consigliare ai governi politiche fiscali e economiche appropriate», pubblica lo studio Petroleum and Iraq's Future: Fiscal Options and Challenges nel quale si sostiene la opportunità di una sostanziale modifica della tradizionale politica dell'Iraq in merito agli investimenti esteri nel settore del petrolio (caratterizzata da investimenti diretti e contratti «di servizio» o di «sviluppo e produzione» con imprese estere) affinché si adottino contratti a lungo termine denominati Production Sharing Agreement (PSA);
i Production Sharing Agreement sono accordi che diminuiscono i rischi di investimento, aumentano gli utili e permettono alle multinazionali di quotare in borsa le riserve al contrario dei contratti di servizio, buy back, usati da iraniani e sauditi che controllano direttamente le strategie di sviluppo dei giacimenti;
la società ENI spa, di cui lo stato italiano detiene una quota azionaria del 32 per cento ed una «Golden Share», risulta essere tra i membri fondatori dell'ITIC;
l'adozione dei Production Sharing Agreement provocherebbe una minore entrata per l'erario iracheno proprio in un momento in cui l'Iraq ha bisogno di una grande quantità di fondi per sostenere la ricostruzione del paese;
il Governo ha dichiarato di voler adottare una politica di cooperazione in Iraq volta alla ricostruzione e allo sviluppo di quel paese -:
se il Governo ritenga opportuno verificare che le proprie politiche di sfruttamento del petrolio iracheno siano coerenti con le politiche di cooperazione che intende implementare, se intenda, in qualità di azionista di ENI spa e detentore della Golden share operare affinché la società prenda le distanze dalle posizioni espresse dalla ITIC, e sostenute da altre società petrolifere, in merito all'opportunità di una modifica, a favore delle società estere, della politica tradizionale in materia di investimenti esteri nel settore del petrolio.
(5-00527)
Interrogazioni a risposta scritta:
SGOBIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
Con riferimento alla operazione di privatizzazione dell'Alitalia assunta dal governo,il Ministro dell'Economia Padoa Schioppa, nel corso dell'audizione in Commissione Trasporti del Senato tenutasi il 13 dicembre scorso, ha testualmente affermato: «I livelli occupazionali di Alitalia devono essere coerenti con il piano industriale»;
tale dichiarazione, riportata diffusamente dalle maggiori testate giornalistiche odierne, nella sostanza equivale a prospettare che proprio a seguito della privatizzazione siano possibili riduzioni del personale della compagnia;
a parere dell'interrogante, la stessa avallerebbe la circostanza che ogni privatizzazione porta con sé drastiche ristrutturazioni e massicci sacrifici occupazionali, per cui il pericolo è quello di consegnare ad un futuro di ulteriore incertezza gli oltre 20 mila lavoratori della compagnia aerea;
la suddetta dichiarazione, inoltre, sembra contraddire quanto affermato dallo stesso Presidente del Consiglio a margine della decisione di privatizzare la compagnia di bandiera assunta dal Consiglio dei Ministri il 1o dicembre scorso, in merito alla tutela ed alla salvaguardia dei livelli occupazionali, come garanzia dell'operazione stessa-:
se non ritenga opportuno intervenire al fine di chiarire la posizione del Governo in merito alla dichiarazione rilasciata dal Ministro dell'Economia e riportata in premessa.
(4-01998)
URSO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
la qualità della espansione urbana, storica e recente, del nostro Paese è molto bassa: sono poche e dovute alla capacità delle amministrazioni locali le situazioni dove gli insediamenti sono serviti in modo equilibrato dalle attrezzature pubbliche e sono accessibili, grazie a adeguati sistemi di mobilità. Nella periferia capitolina chiari esempi di quartieri mal collegati sono l'Infernetto, Casal Palocco, Spinaceto e Tor de Cenci, dove l'assenza di una metropolitana si accompagna alla rarefazione temporale delle corse delle 4 linee dell'Atac che servono la zona;
ciò che chiamiamo periferia è o una «città dormitorio», ordinata ma squallida, o, più frequentemente, un agglomerato edilizio cresciuto senza servizi, senza accessibilità, luogo del degrado fisico di una edilizia in gran parte pubblica e dell'esclusione sociale. E quando alla progettualità monca si sovrappone l'abusivismo, l'esito è ancora peggiore: è questo il caso di Saxa Rubra, dove il parcheggio Atac realizzato per il Giubileo del 2000, che conta ben 500 posti auto a pagamento ed è, in teoria, un luogo vigilato, sembra esser diventato «proprietà» dei rom che lo occupano abusivamente;
bisogna affrontare il problema del degrado che si è progressivamente aggravato
nel tempo attraverso una somma di sbagli: da quelli che hanno a che fare con la pianificazione territoriale e con un'edilizia non pensata per la comunità e per le persone che ci devono vivere e non solo dormire, a quelli della scarsità di servizi, a quelli della povertà e dell'esclusione sociale fino a quelli legati ai flussi di immigrazione;
ancora le periferie di Roma non sono quelle di Parigi, ma non per questo non occorre intervenire per cogliere per tempo i segnali di disagio piccoli o grandi che siano. Occorre infatti applicare un nuovo strumento urbanistico nell'ambito della sostituzione edilizia per trasformare radicalmente quartieri come Corviale, Vigna Nuova, Tor Bella Monaca, Laurentino 38, Spinaceto e Tor de Cenci -:
se il Governo intenda inserire al centro dell'agenda politica nazionale la grave situazione delle periferie specie quelle della Capitale d'Italia;
se il Governo non ritenga doveroso concedere ai comuni maggiori fondi da destinare ai piani per la riqualificazione delle periferie urbane e più in generale oggi passare da programmi sperimentali ad una programmazione ordinaria, che garantisca nel tempo le necessarie risorse a tutte le periferie italiane. Risorse che fino ad oggi non sono state rese disponibili, ma che rappresentano una priorità nazionale e in quanto tali devono essere considerate. Risorse per realizzare o riqualificare gli spazi pubblici, per realizzare i servizi essenziali oggi mancanti, per promuovere lo sviluppo locale, per garantire una migliore accessibilità ai quartieri periferici con efficienti sistemi di trasporto, per avviare programmi di sostituzione edilizia in un paese che dopo aver abbandonato il proprio patrimonio storico cerca oggi di recuperare tutto, dimenticando che la città si è dovuta espandere e dimenticando che le periferie sono in primis i luoghi in cui vive la maggioranza della popolazione.
(4-02015)