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Allegato B
Seduta n. 92 del 16/1/2007
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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
LOCATELLI, FOLENA, CACCIARI e ACERBO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con risposta ad un'interrogazione del 28 settembre 2006 veniva comunicata la decisione intervenuta da parte del Ministero per i beni e le attività culturali, in accordo con la Regione Toscana e il Comune di Pienza, di andare alla costituzione di un gruppo di lavoro composto da due architetti paesaggisti con il compito di verificare la situazione e di avanzare proposte atte a correggere e mitigare l'impatto ambientale riguardo il megainsediamento edilizio in corso d'opera a Monticchiello di Pienza, in un'area di rilevante pregio storico-culturale-paesistico;
sempre con risposta all'interrogazione di cui sopra il Ministero sollecitava altresì, per il tramite del Comune di Pienza, la «sospensione dei lavori con riguardo almeno dei corpi di fabbrica che non si trovano in avanzata fase di realizzazione»;
a conferma delle reiterate denunce di questi mesi è stato riconosciuto da esponenti del Governo e dall'Unesco che l'intervento edilizio in questione, approvato e autorizzato in maniera improvvida dal Comune di Pienza, è un intervento «vergognoso», secondo le dichiarazioni del Ministro interrogato al convegno del Fai del 10 novembre 2006, «lesivo», in «netto contrasto» con l'obiettivo di tutela di un'area, secondo l'Unesco, che ha riconosciuto la Val d'Orcia patrimonio dell'Umanità;
in data 27 dicembre 2006 c'è stato un incontro in sede ministeriale per individuare e concordare tutte le iniziative di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale della Val d'Orcia. In particolare la discussione, tenuto conto dello stato di avanzamento dei lavori di realizzazione del megainsediamento di Monticchiello, si è soffermata sulla necessità di addivenire ad alcuni interventi di mitigazione e riqualificazione paesaggistica oltre che sulla necessità di una revisione degli strumenti di tutela territoriale vigenti in loco;
la condizione per rendere minimamente credibile qualsiasi intervento di riduzione del danno ambientale è di fare divieto di costruzione quantomeno dei lotti non ancora realizzati -:
quali siano gli esiti delle verifiche condotte dai tecnici di nomina ministeriale;
quali misure siano previste per ridurre l'impatto degli interventi in corso d'opera;
se non ritenga necessario e cosa intenda fare al fine di inibire in via definitiva la realizzazione degli ultimi lotti non ancora costruiti;
quali ulteriori iniziative di tutela e di salvaguardia del territorio della Val d'Orcia intenda adottare al fine di prevenire altri «casi Monticchiello».
(5-00551)
Interrogazioni a risposta scritta:
MARTUSCIELLO. - Al Ministro dei beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
sulla stampa napoletana (il Mattino del 12 dicembre 2006 - 28 dicembre 2006 - 29 dicembre 2006) sono stati pubblicati degli articoli aventi per oggetto la Società Scabec (51 per cento partecipazione tra regione Campania e 49 per cento di società private) che dovrebbe prendere in gestione alcuni importanti siti archeologici, monumentali e museali della regione Campania già «dipendenti» dal Mibac; si sono susseguite numerose polemiche relative al metodo ed al criterio con il quale sarebbero stati assegnati i suddetti «beni»;
secondo quanto risulta all'interrogante, il direttore regionale non ha messo preventivamente a conoscenza, in una riunione congiunta con tutti i sovrintendenti della Campania (questa richiesta fu avanzata anche dalle OO.SS. di categoria), della costituzione di questa società, della sua struttura, dei suoi criteri operativi, dei suoi obiettivi e la Scabec, inoltre, ha incaricato un dipendente del Mibac di collaborare alla realizzazione di un progetto finanziato dalla regione Campania e affidato alla direzione regionale, progetto volto alla catalogazione delle opere d'arte presenti «nei principali musei stranieri e nelle collezioni private all'estero»;
un progetto, a giudizio dell'interrogante, del tutto risibile (in quasi tutti i musei del mondo, non solo i principali, si conservano opere d'arte campane per la cui catalogazione sarebbe necessario impiegare quanto meno un decennio, mentre il progetto di cui sopra dovrebbe essere definito tra il gennaio ed il luglio 2007), sia per le sue finalità che per i tempi di realizzazione previsti;
a giudizio dell'interrogante, sarebbe stato più utile investire le risorse finanziarie previste per questo progetto direttamente sul patrimonio presente in Campania;
tra l'altro la sovrintendenza del polo museale di Capodimonte, che da più di trenta anni ha rapporti di collaborazione con le maggiori istituzioni museali straniere, è stata non solo esclusa dal progetto ma addirittura non informata dell'iniziativa mentre da parte della direzione regionale, veniva contemporaneamente richiesta una collaborazione della stessa sovrintendenza -:
se non sia il caso di rivedere con grande attenzione e senso di responsabilità nei confronti del patrimonio archeologico ed artistico che lo Stato ha il dovere di tutelare, l'elenco dei siti statali da trasferire in gestione alla regione Campania e per essa alla Scabec, tra i quali complessi di eccezionale importanza come gli scavi di Velia, la Certosa di San Lorenzo a Padula, la Certosa di S. Giacono a Capri, la Grotta Azzurra di Capri, il Castello di Baia, il Rione Terra a Pozzuoli ed altri ancora.
(4-02136)
FABRIS. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 10 dicembre 2006 il Principe Aklile Berhan Makonnen Haile Selassie, nipote dell'Imperatore d'Etiopia Haile Selassie I, si è recato a Torino per rendere omaggio alla tomba della zia, la Principessa Romane Worq;
questa Principessa morì nel capoluogo piemontese nel 1940 e fu sepolta nel Cimitero Monumentale;
la Principessa Romane Worq, figlia primogenita del Negus - che aveva sposato il (Degiac) Generale Beyené Merid comandante della resistenza etiopica caduto nella battaglia finale contro l'esercito italiano - fu fatta prigioniera e inviata al confino sull'isola dell'Asinara con i suoi quattro figli Ghetacew, Merid, Samson e Gedeon. Quest'ultimo, il più piccolo, mori sull'isola;
qualche tempo dopo la Principessa venne trasferita in un Convento di Torino
dove dopo poco morì e fu sepolta nel Cimitero Monumentale e quattro anni dopo morì anche il figlio maggiore Ghetachew che venne sepolto accanto a lei;
le sepolture vennero fatte nel massimo segreto e le tombe vennero collocate nel sotterraneo di un padiglione fuori dall'attenzione generale, per non creare imbarazzo alle Autorità dell'epoca, in un momento di particolari tensioni per l'Italia, durante il periodo dell'occupazione italiana dell'Etiopia e nel corso del secondo conflitto mondiale;
il Principe Aklile Berhan Makonnen Haile Selassie si sta adoperando da molti anni per riunire la Famiglia Imperiale al fine di rendere operativi gli interventi umanitari in Etiopia della «Fondazione Chrijecllu» da lui costituita e presieduta, al fine di realizzare infrastrutture, ospedali, scuole e grandi opere a sostegno dello sviluppo delle attività economiche e sociali, tali da contribuire a sollevare il Paese, a cominciare dalle priorità individuate con il Governo etiopico;
il Principe, in rappresentanza di tutta la Famiglia Imperiale, una delle più antiche dinastie che risale a Re Salomone ed alla Regina di Saba e porta come stemma il Leone di Giuda con la Croce cristiana, e venuto a rendere omaggio ufficiale per la prima volta alla tomba della Principessa Romane Worq;
il Comune di Torino ha prestato la propria collaborazione alla cerimonia, con la quale si è reso omaggio alla Principessa Romane Worq, interpretando il comune sentire della Città per la memoria di un dramma umano che vissero più di sessanta anni or sono il popolo etiopico e il popolo italiano;
pur tuttavia oggi quasi nessuno conosce l'esistenza della tomba della figlia del negus e anche i funzionari comunali faticarono a ritrovarla negli archivi, senza considerare che in questa vicenda lo Stato italiano non ha fatto una buona figura se è vero, come rilevato dalla stampa, che si è preoccupato di restituire l'obelisco di Axum che, come desiderava lo stesso negus Haile Selassie I, poteva rimanere benissimo a Roma, e quasi nessuno, fatta eccezione per il Comune di Torino, si è preoccupato di onorare questa vittima -:
quali provvedimenti intenda adottare per attribuire un adeguato riconoscimento alla tomba e alla stele che ricorda la Principessa Romane Worq e quali iniziative anche normative si intendano assumere per consentire di dare un nome a tutti gli internati etiopi e libici che sono attualmente sepolti in Italia in modo anonimo.
(4-02143)