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Allegato B
Seduta n. 92 del 16/1/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazioni a risposta immediata:
RAITI, DONADI, EVANGELISTI, BELISARIO, MURA, LEOLUCA ORLANDO, OSSORIO, PALOMBA, PEDRINI e RAZZI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il prezzo dei carburanti alla pompa è un aspetto che ha una fortissima incidenza sul costo della vita e, come è facile immaginare, sulla qualità della vita dei cittadini italiani e sul loro tenore di vita;
in Italia il costo dei carburanti è in rapidissima ed abnorme ascesa da alcuni anni, a tal punto che il nostro Paese ha scalato le classifiche internazionali del costo del carburante, arrivando fino al terzo posto e superando Paesi in cui il costo della vita e i livelli salariali reali sono molto più elevati che in Italia;
questo ha gravissimi ed evidenti ripercussioni sul costo della vita ed è sicuramente una delle principali cause del disagio sociale di milioni di famiglie, che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, andando ad incidere fortemente anche su aspetti molto importanti, soprattutto nei mesi invernali, come le spese per il riscaldamento;
il prezzo dei carburanti alla pompa è rapidissimo nel recepire le impennate del costo del greggio al barile, sordo nei casi opposti, quando come in questi mesi l'euro si apprezza sul dollaro e il prezzo del greggio al barile torna su livelli accettabili;
l'attuale Esecutivo ha nei mesi scorsi annunciato l'intenzione di varare ulteriori provvedimenti di liberalizzazione, in virtù dei quali appare opportuno e possibile adeguare anche al ribasso con la necessaria velocità i prezzi dei carburanti -:
quali iniziative, anche normative, intenda assumere il Governo al fine di contrastare l'anomala doppia velocità del prezzo della benzina, velocissimo nel recepire la crescita sui mercati internazionali del prezzo del greggio al barile, specularmente lento nel caso opposto, e di alleviare il costo dei carburanti, sterilizzando l'influsso dell'iva e ritoccando alcune accise.
(3-00518)
NARDI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
a Pagani (Salerno) l'attuale Finmek Acces spa deriva dallo stabilimento della Fatme (poi Ericsson, poi Pba), sorto nel 1971 per la produzione di centrali telefoniche su progetto Ericsson;
nel 1972 e nel 1973 i 650 dipendenti (per il 90 per cento donne) furono sottoposti ad una fase di training di almeno tre mesi, eseguita direttamente dalla Ericsson
in Svezia, durante la quale ricevettero un addestramento particolarmente scrupoloso da parte di esperti svedesi; in seguito a ciò, nel 1974, fu avviata la produzione di centrali telefoniche elettromeccaniche;
nel 1980 il terremoto costrinse l'azienda ad interrompere bruscamente la produzione, ma dopo alcuni mesi la produzione ripartì in un sito in cui si era svolta la fase iniziale;
nel 1984 venne completata la ristrutturazione dello stabilimento, la produzione riprese nello stabilimento centrale con 535 dipendenti e fu avviata la conversione delle centrali da elettromeccaniche ad elettroniche;
nel 1986 fu avviata una politica di diversificazione produttiva, con la produzione di circuiti stampati e di apparecchi telefonici (applicando il sistema just in time); i dipendenti scesero a 446;
nel 1989 proseguì la politica aziendale di diversificazione industriale, con la progettazione e la produzione delle centraline telefoniche private md 110; il numero dei dipendenti scese a 434;
nel 1990 si procedette alla produzione dei cabinet; il numero dei dipendenti scese ancora fino a 429;
nel 1991 l'azienda ricevette la certificazione Iso 9002 da parte del Bsi e del Csq;
nel 1993 fu avviato il «progetto Presto» (la funzionalità della centrale da costruire veniva simulata nello stabilimento); i dipendenti si ridussero a 401;
nel 1994 la Fatme divenne Ericsson;
nel 1997 iniziò la produzione delle centrali telefoniche Axe con 375 dipendenti;
nel 1998 l'azienda ottenne la certificazione ambientale Iso 14001;
nel 1999 gli stabilimenti di Pagani furono venduti dall'Ericsson al gruppo Elman (110 dipendenti) e all'Elettromek, cambiando il nome in Pcb e in Pba;
nel 2000 (dopo una prima fase nella quale la produzione continuò per l'Ericsson), vennero acquisite importanti commesse per l'Ansaldo, la Merloni, la Generale elettronic (strumenti musicali elettronici), la Viasat, Olivetti, Marconi ed altri;
nel 2001 l'azienda partecipò alla gara per la produzione di contatori elettronici per l'Enel, che vinse sbaragliando la concorrenza di aziende nazionali ed internazionali; iniziò così la produzione dei contatori elettronici; furono perciò assunti trecento giovani, con contratto a termine; il numero dei dipendenti passò da 350 a 650 addetti, dei quali solo una cinquantina riuscirà ad essere inquadrata con contratto a tempo indeterminato;
nel 2004 iniziò la crisi scaturita dal fallimento della Finmek, che passò all'amministrazione straordinaria; il numero dei dipendenti scese a 350;
nel 2005 la situazione di crisi precipita, per mancanza di fondi; l'azienda chiude lo stabilimento, nonostante vi siano ancora notevoli commesse da completare (i magazzini sono pieni di materiali per completare i contatori);
al termine del 2005 l'azienda non riesce a pagare il 50 per cento dello stipendio di luglio, il mese di agosto e di settembre (sino al 21), la tredicesima e la quattordicesima mensilità;
a distanza di un anno non si prospetta alcuna soluzione della crisi aperta nel 2004, anzi il decorso del tempo rende evidente un ulteriore peggioramento di una situazione già di per sé gravissima, che non rende giustizia, come è stato illustrato, al notevolissimo impegno profuso dai lavoratori italiani per adempiere con diligenza ai vari indirizzi produttivi aziendali, profondamente mutati nel corso degli anni -:
quali iniziative il Governo intenda avviare per salvaguardare i livelli occupazionali degli stabilimenti della Finmek di Pagani, esemplare per la situazione dell'intero gruppo Finmek, e per rilanciare lo
sviluppo del settore delle telecomunicazioni e dell'informatica italiana.
(3-00519)
PELINO. - Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi, attraverso un provvedimento unilaterale annunciato dalla direzione aziendale della Crodo-Campari, è stata resa nota la decisione di far cessare l'attività produttiva dello stabilimento di Sulmona;
tale provvedimento comporterà il licenziamento di 102 lavoratori con le prevedibili e inevitabili dolorose conseguenze per le loro famiglie e, di riflesso, per il territorio;
la gravissima situazione lavorativa che nel corso degli ultimi mesi si è determinata nella Valle Peligna, con la crisi occupazionale di ben sette aziende (Finmek, Lastra, Beta, Megatron, F&B, Campari, Sitindustrie), impone di intervenire assolutamente con immediatezza;
è paradossale che un'azienda quotata in borsa, come la Campari, che vede di anno in anno aumentare la produttività con conseguenti benefici economici, denunci situazioni di difficoltà e problematicità tali da giustificare la chiusura dello stabilimento di Sulmona;
del resto se tale crisi avesse fondamento, non si spiegherebbe la recente assegnazione da parte dell'azienda in questione del premio di produttività ai lavoratori sulmonesi;
a quanto risulta all'interrogante, invece, la crisi dell'azienda di cui sopra non può essere collegata alle contingenze del mercato, ma all'intenzione di volersi disimpegnare dall'Abruzzo, dopo aver usufruito di tutte le agevolazioni territoriali che la legge prevede, per concentrare attività e risorse presso stabilimenti di altre regioni -:
se il Ministro interrogato non ritenga di dovere intervenire in merito, nell'ambito dei propri poteri, per svolgere un'azione tesa ad evitare la chiusura dello stabilimento di Sulmona, citato in premessa, o, in via subordinata, ad individuare possibilità di reimpiego della manodopera coinvolta.
(3-00520)
Interrogazione a risposta orale:
D'IPPOLITO VITALE. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il CIPE - con delibera del 22 dicembre - ha revocato i finanziamenti per il progetto dell'ex Biofata - nata tra la piemontese Fata, alcuni imprenditori calabresi e una società del gruppo Finmeccanica - sul terreno nell'area ex Sir situata nel territorio lametino;
tale terreno è considerato pregiato per la sua posizione ad un passo dal mare e tutto in pianura perfettamente collegato al resto del territorio da ferrovie, da autostrada e vicino all'aeroporto, situazione questa che può assicurare significative prospettive di sviluppo in vari settori;
è stata effettuata una richiesta di rimodulazione dei fondi a favore del nuovo progetto di investimento presentato dagli imprenditori facenti parte del Consorzio Terina, che ha per oggetto lo sviluppo dello stesso territorio lametino facente parte dell'ex Biofata;
tra le istituzioni - locali e nazionali - e nell'intero territorio lametino si registra un grave allarme per il definanziamento dell'ex progetto Biofata che rappresentava una aspettativa per oltre 300 posti di lavoro - e per il contestuale mancato finanziamento del progetto Consorzio Terina, sul quale, pare, il Governo si fosse impegnato con la locale amministrazione comunale a devolvere una parte dei finanziamenti già assegnati (circa 20 milioni di euro) -:
quali iniziative concrete siano in atto o quali s'intendano promuovere per garantire il reinvestimento dei circa 40 milioni
di euro già destinati al territorio di Lamezia Terme e auspicabilmente da mantenere allo stesso comprensorio.
(3-00512)
Interrogazioni a risposta scritta:
BRIGUGLIO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
il gruppo Heineken Italia ha annunciato la chiusura dello storico stabilimento della Birra Messina nella città dello Stretto;
conseguentemente è a rischio il posto di lavoro di 53 lavoratori attualmente impiegati a tempo indeterminato, oltre alla vendita di unità impegnate nella rete di vendita e in impieghi stagionali;
è inoltre a rischio tutto l'indotto di quelle che è rimasta una delle poche realtà produttive della città -:
quali iniziative il Governo intenda adottare per impedire la chiusura dello stabilimento e dunque promuovere la tutela dei posti di lavoro legati a detta attività.
(4-02134)
NICOLA COSENTINO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da oltre quattro anni nella regione Campania esiste un Consorzio interprovinciale denominato Talenti, fra imprese del comparto bufalino campano (allevamenti, caseifici e servizi con oltre 180 aziende), enti pubblici territoriali e locali (province di Caserta e Salerno, Camere di Commercio e 10 Comuni) e diverse associazioni di categoria, che si è posto l'obiettivo di concorrere al rinnovamento, la normalizzazione e lo sviluppo del comparto;
fin dal marzo 2002 il suddetto Consorzio ha promosso un contratto di programma per lo sviluppo e l'ammodernamento della filiera bufalina campana DOP;
attualmente il contratto di programma predetto permane complessivamente in uno stato di paralisi applicativa, nonostante incontri e svariati chiarimenti con i tecnici tra l'assessorato regionale all'agricoltura e il ministero dello sviluppo economico;
tale situazione di stallo è aggravata dal fatto che ben 31 imprese hanno avviato investimenti per un totale di oltre 39 milioni di euro e 9 di queste hanno già completato gli investimenti per oltre 16 milioni di euro;
considerando che è stata convocata l'assemblea straordinaria dei soci del consorzio Talenti per il prossimo 17 gennaio 2007 con, all'ordine del giorno, la messa in liquidazione e lo scioglimento del consorzio stesso, dovendo prendere atto dell'impossibilità di realizzare lo scopo sociale per le motivazioni su esposte, vista la lamentata latitanza della Regione Campania -:
quali siano i motivi e le cause che hanno procurato la sospensione delle procedure di erogazione dei fondi previsti dal contratto di programma in questione;
quali iniziative intenda assumere per sbloccare una situazione che potrebbe determinare gravi problemi economici e occupazionali per il Consorzio Talenti se il contratto di programma non erogasse i previsti fondi per le imprese interessate in tempi ragionevolmente brevi.
(4-02135)