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Allegato B
Seduta n. 92 del 16/1/2007
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il dialogo con i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente è uno dei cardini della politica estera italiana e una linea di azione prioritaria per il Governo in carica;
il Ministro degli esteri ha sottolineato l'impegno del Governo per rilanciare il ruolo dell'Italia nel Mediterraneo e la necessità di una nuova strategia per dare contenuti tangibili alla Conferenza di Barcellona del 1995 che ha gettato le basi di un processo che avrebbe dovuto portare all'istituzione di un quadro multilaterale di dialogo e di cooperazione tra l'UE e i paesi terzi mediterranei;
il Mediterraneo è, per la sua ricchezza di biodiversità, tra i più importanti ecosistemi al mondo e la sua tutela è oggetto di un esame in sede di Commissione europea che dovrebbe trasformarsi in una futura direttiva;
le principali minacce che stanno mettendo a rischio specie, habitat e interi ecosistemi del patrimonio naturale del Mediterraneo sono l'effetto causato dalle attività umane;
la formazione intesa come sviluppo di conoscenze e capacità degli operatori ambientali deve rappresentare un aspetto fondamentale di tutela dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile nei paesi del Mediterraneo, soprattutto nelle aree dove l'accesso alla formazione è più difficile;
esistono da anni organizzazioni internazionali e/o regionali che sono attive nel conservare le risorse naturali del Mediterraneo e nel promuoverne un utilizzo sostenibile attraverso la formazione ambientale -:
se non ritenga utile promuovere progetti che, anche a livello regionale, prevedano la costituzione di una piattaforma che abbia come obiettivi generali: il rafforzamento della conoscenza tecnica e delle capacità operative degli attori ambientali (Istituzioni locali, ONG, Associazioni,...) che lavorano nelle aree del Mediterraneo dove la formazione è di più difficile accesso; una strategia a lungo termine per elaborare strumenti operativi (trainings, scambi di esperienze Nord-Sud e Sud-Sud, progetti pilota, ...) su tematiche specifiche.
(2-00306) «Cassola, Bonelli».
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'università e della ricerca scientifica, per sapere - premesso che:
è stato recentemente pubblicato un documento della CE sulla crisi del clima;
è stato pubblicato il 2 agosto 2002 il documento 57 del CIPE, recante «Strategia di azioni ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia»;
nel documento si richiamano in particolare i capitoli:
2 - strumenti dell'azione ambientale;
4 - natura e biodiversità (suolo, sottosuolo, desertificazione, ambiente marino e costiero);
7 - verifica dell'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile -:
quali misure urgenti si intendano adottare per rilanciare le direttive contenute suddetti documenti anche attraverso un'attività di informazione rivolta alle amministrazioni dello Stato, delle Regioni e
degli enti locali, nonché alle associazioni di categoria (industriali, agricole, commerciali, eccetera) e agli Enti ne abbiano interesse (compresi gli EPR e le Università);
se non ritenga di attivare un'attività di monitoraggio per accertare se i soggetti predetti abbiano analizzato tali temi al loro interno, se abbiano dedotto da essi i relativi piani di azione di propria pertinenza, se abbiano contribuito ad informare il pubblico della minaccia incombente e soprattutto dei comportamenti da adottare per far fronte all'effetto serra;
in quale sede sia stato deciso di svolgere il coordinamento delle politiche ambientali e se, in detta sede, non si ritenga di:
rendere note periodicamente alle Camere le decisioni adottate;
pubblicare un rapporto annuale sulle misure adottate dalle diverse Amministrazioni dello Stato e sui risultati ottenuti in difesa della sostenibilità ambientale;
ottenere, dal Ministero dell'Università e della ricerca scientifica, la messa a disposizione di un rapporto sull'evoluzione delle tecnologie messe a punto in sede scientifica ed applicate nelle attività industriali (in particolare, nel settore dei trasporti, delle infrastrutture e della sanità).
(2-00307) «Tassone».
Interrogazioni a risposta immediata:
CACCIARI, ACERBO, PERUGIA, PROVERA, FERRARA e ZIPPONI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio dei ministri ha dato notizia di aver istituito una «cabina di regia» per coordinare le decisioni sulle richieste di autorizzazione pervenute per la realizzazione di impianti di rigassificazione di gas naturale liquefatto da localizzare nel nostro Paese;
risulta agli interroganti che presso i ministeri e le regioni competenti è già stato depositato un gran numero di domande di realizzazione di nuovi terminali marittimi e di relativi stabilimenti per la rigassificazione di gas naturale liquefatto (oltre al potenziamento di quello già esistente a Panigaglia alla Spezia) per iniziativa di varie società, tra cui: Adriatic Lnc della Qatar Petroleum, Exxon-Mobil e Edison a Porto Viro (Rovigo); Brindisi Lng (British gas Italia ed Enel) a Brindisi; Olt Offshore Lng Toscana a Livorno; Edison, Bp e Solvay a Rosignano Marittimo (Livorno); Lng Med Gas Terminal s.r.l. a San Ferdinado (Reggio Calabria), Petrolifera Gioia Tauro a Gioia Tauro; Erg Power & Gas e Shell Energy Italia ad Augusta Melilli; Gas Natural International (Medea) a Taranto; Gas Natural International a Zaule (Trapani); Alpi Adriatico s.r.l. (Endesa Italia s.p.a.) nel golfo di Trieste; Erg e Shell a Priolo; Società Nuove Energie s.r.l. a Porto Empedocle (Agrigento); Edison Stoccaggio a San Potito e Cotignola (Ravenna); per un totale stimabile in oltre 90 miliardi di nm3 anno di rigassificazione;
l'Italia è già interconnessa alla rete internazionale dei gasdotti dalla Algeria (Ttpc), dalla Federazione russa transitando per l'Austria (Tag) e dal Nord Europa (Tenp/Transitgas), tramite i quali è fino ad oggi stata possibile la fornitura di circa 74 miliardi di nm3 di gas all'anno, necessari a soddisfare la domanda nazionale eccedente le modeste riserve interne (circa 12 miliardi di nm3);
i giacimenti di gas naturale esistenti in Russia e nel Nord Africa costituiscono le riserve tra le più ricche del pianeta e l'unico impedimento fisico ad un loro maggiore utilizzo deriva da alcune strozzature nelle linee dei metanodotti esistenti, che comunque sono in fase di potenziamento con un'aggiunta di 13 miliardi di nm3/anno;
è in fase di ultimazione un nuovo metanodotto dalla Libia alla Sicilia (la cui potenzialità sarà già il prossimo inverno di
8 miliardi di nm3); è in fase di avvio la realizzazione di un metanodotto dall'area del Caspio, transitando per la Grecia (la cui potenzialità al 2008 sarà di 10 miliardi di nm3); è in fase di avanzata progettazione un gasdotto (Galsi) dall'Algeria alla Toscana, transitando per la Sardegna (con una potenzialità di altri 10 miliardi di nm3); sono in fase di progettazione due nuovi gasdotti dall'Albania (Tap) e dall'Austria (Interconnector Tyrol);
un rapporto sugli scenari energetici futuri elaborato dall'Eni afferma che in Italia, già nel 2007, l'offerta risulterà in eccesso, tanto che alcuni analisti hanno parlato dell'esistenza di una «bolla del gas» sui mercati;
l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha recentemente inflitto una multa all'Eni (di 290 milioni di euro, una delle più consistente di cui si abbia notizia) per abuso di posizione dominante sul mercato del gas naturale, per aver ostacolato l'ingresso dei suoi concorrenti sul mercato nazionale e, in particolare, perché gli atteggiamenti di Snam Rete Gas (ancora controllata da Eni) avrebbero determinato un mancato afflusso di gas naturale, ritardando il potenziamento delle condotte dal Nord Africa;
l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha denunciato l'esistenza di «una strategia di contenimento dell'offerta posta in atto negli ultimi anni dall'operatore dominante». Il sistema viene definito di gaming the market, manipolazione del mercato, al fine di aumentare i prezzi all'ingrosso e, di riflesso, le tariffe all'utenza finale, tant'è che in Italia si è registrato un aumento del 14 per cento in meno di due anni;
la modalità di utilizzazione del gas naturale tramite procedimento di liquefazione e trasporto con navi metaniere criogeniche, che consentono il mantenimento di temperature a -161 gradi, è sicuramente il più dispendioso in termini di impieghi energetici e tale, quindi, da dissipare maggiormente, a parità di utilizzo energetico, le riserve di gas naturale e di accelerarne l'esaurimento; il bilancio energetico negativo della tecnologia prescelta verrebbe in parte mitigato solo sfruttando il salto entalpico, tramite recupero del calore disperso nel processo di rigassificazìone attraverso «pozzi di calore»;
secondo alcuni studi tecnici il trasporto del gas naturale via mare sarebbe anche il più economicamente oneroso, contribuendo fino al 30 per cento del costo complessivo della fornitura e il vantaggio economico del gas naturale liquefatto rispetto al tradizionale metanodotto si verificherebbe solo per distanze superiori ai. 3.800 chilometri;
il 70 per cento circa dell'energia elettrica italiana è prodotta utilizzando come fonte primaria il gas naturale, quota destinata ad aumentare con la realizzazione di una moltitudine di nuove centrali turbogas;
i «picchi» di domanda di gas metano in Italia si verificano nei periodi invernali, durano dai 15 ai 20 giorni (400 milioni di metri cubi al giorno) e richiedono, quindi, un surplus di forniture pari a circa il 10 per cento del fabbisogno annuale (lo scorso anno i consumi hanno superato 85 miliardi di nm3), quantità che sembrano compatibili con le capacità di stoccaggio e di modulazione del sistema di distribuzione nazionale (anch'essi gestiti da Snam Rete Gas);
i nuovi terminali di rigassificazione di cui si parla in Italia sono per lo più piattaforme e strutture di stoccaggio off shore di enormi dimensioni, vere isole artificiali (nel caso di Porto Viro la piattaforma sarà lunga 180 metri, larga 88 e alta 57, per una superficie di 15.000 metri quadri), collocate a varie distanza dalla costa e collegate alla terraferma tramite gasdotti; attualmente nel mondo sono in funzione una cinquantina di tali impianti, ma di dimensioni diverse e quasi mai collocati in mare aperto;
tali strutture costituiscono una seria limitazione alla navigazione e alla pesca per alcune decine di chilometri quadrati all'intorno;
le molecole di metano presentano un fortissima instabilità chimica e la loro concentrazione tramite liquefazione aumenta la rischiosità di esplosione; gli effetti di una esplosione su una superficie marina sono stati studiati e documentati dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente del Governo degli Stati Uniti, concludendo che la collocazione a mare di tali impianti appare come la più rischiosa;
il transito delle navi gasiere crioniche dovrà essere regolato da apposite norme internazionali di sicurezza, così come va ricordato che i relativi approdi e stoccaggi rientrano nell'elenco degli impianti definiti a rischio di grandi incidenti industriali, secondo le cosiddette «direttive Seveso»;
gli impianti di rigassificazione usano nei circuiti di riscaldamento enormi quantità di acqua marina addizionata con sostanze inibenti la vegetazione (cloro) e restituita al mare con una temperatura inferiore di oltre 6 gradi sul normale marino, con effetti non facilmente prevedibili sulla flora e la fauna;
nella procedura di esame ed autorizzazione (conferenza dei servizi e valutazione di impatto ambientale) di tutti i progetti presentati non è stata applicata la convenzione di Aarhus (recepita con legge n. 108 del 2001) e la normativa Seveso II, che prevedono la più ampia informazione al pubblico e il coinvolgimento delle popolazioni interessate, in alcuni casi nemmeno degli organi elettivi locali rappresentativi della sovranità popolare -:
quali iniziative il Governo intenda porre in essere per porre fine alla «corsa al rigassificatore», evitando che il nostro Paese diventi una piattaforma di transito controllata e gestita da grandi imprese, dotandoci invece di un piano energetico-ambientale, tale da costituire un quadro di riferimento strategico attendibile circa i fabbisogni reali di energia, di cui realmente necessita il sistema economico italiano, e, pertanto, sospendere l'iter delle autorizzazioni in corso, onde verificare anche la conformità delle procedure autorizzative - sia a livello centrale che periferico - in ordine al mancato rispetto delle procedure seguite nelle autorizzazioni nei riguardi delle direttive europee sulla valutazione di impatto ambientale e sul rischio di gravi incidenti industriali (Seveso II), nonché della Convenzione di Aarhus, che prevede l'informazione e la consultazione della popolazione.
(3-00523)
PICANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nella XIV legislatura da molte parti si è accusato l'allora Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio di procedere alla gestione dei parchi nazionali mediante commissariamenti, piuttosto che con la gestione ordinaria;
attualmente, in controtendenza con quanto affermato dal Governo nelle sue dichiarazioni programmatiche, sembra che prevalga la stessa logica della XIV legislatura, con conseguente mortificazione delle amministrazioni locali; infatti, mentre si è trovata facilmente l'intesa sui Parchi nazionali d'Abruzzo, del Lazio, della Toscana e dell'Emilia, non si riesce a nominare il consiglio di amministrazione dei Parchi del Molise, dell'Umbria, delle Marche, della Basilicata e della Calabria -:
quali iniziative intenda assumere per ricondurre tutti i parchi nazionali italiani alla gestione ordinaria, con il necessario coinvolgimento delle comunità locali.
(3-00524)
POLETTI, FRANCESCATO, CAMILLO PIAZZA e BONELLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il recentissimo studio sulla situazione climatica e ambientale elaborato dalla Commissione europea ha drammaticamente evidenziato come il riscaldamento globale in atto nel nostro pianeta potrebbe costare all'Europa migliaia di vite e miliardi di euro entro i prossimi 70 anni;
sempre secondo il rapporto dell'Unione europea, se non saranno presi provvedimenti sulle emissioni più dannose, l'effetto serra e il relativo surriscaldamento del pianeta andranno avanti a passi veloci e le possibili conseguenze per l'Europa andrebbero a colpire in particolare le aree meridionali del continente, con l'Italia in prima fila;
quanto detto prova ancora una volta come i mutamenti climatici non sono più solamente un rischio, ma una drammatica realtà da affrontare con urgenza e determinazione;
in questo contesto, è indispensabile che l'Esecutivo metta l'emergenza ambientale tra le priorità assolute dell'azione di governo, al pari delle politiche per il risanamento dei conti pubblici;
la legge finanziaria per il 2007 approvata nel mese di dicembre 2006 ha rappresentato indubbiamente un deciso passo in avanti per quanto riguarda l'attenzione posta alle politiche ambientali nel nostro Paese, anche attraverso lo stanziamento di risorse finanziarie per la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico nelle aree urbane, per il fotovoltaico e le energie pulite, per il fondo per lo sviluppo sostenibile, Kyoto ed altro;
quanto finora approvato, seppur certamente positivo, non può essere considerato esaustivo, ma deve rappresentare solo un primo passo verso una politica ambientale, energetica e industriale che sia di vera svolta e in grado di rispondere efficacemente all'emergenza ambientale;
ricordiamo, peraltro, che, sempre nella legge finanziaria per il 2007, relativamente alle fonti energetiche rinnovabili, l'errore di scrittura inserito nel testo sul tema del cip 6 e degli inceneritori, dove al posto della parola «realizzati» è stato scritto «autorizzati», aveva spinto il Governo stesso ad impegnarsi per un'immediata modifica della norma, ma detta correzione non vi è ancora stata -:
se non si ritenga indispensabile inserire l'emergenza ambientale al centro dell'azione del Governo, così come è stato fatto correttamente con le politiche di risanamento della finanza pubblica, anche facendosi promotore in ambito europeo di un comune piano di azione per la riduzione dei gas serra, il decollo delle fonti energetiche rinnovabili, nonché l'avvio di efficaci politiche di innovazioni tecnologiche possibili solamente con cospicui investimenti europei, e, in particolare, se non si intenda provvedere urgentemente, come promesso, alla correzione formale della norma, indicata in premessa e contenuta all'articolo 1, comma 1117, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
(3-00525)
Interrogazione a risposta scritta:
ZACCHERA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la società francese Cogema ha avuto incarico dalle Autorità preposte e collegate a questo ministero di trasportare in Francia le scorie nucleari esistenti negli ex siti nucleari di Saluggia, Trino Vercellese e di Corso al fine di essere bonificate;
risulterebbe all'interessato che nel cronoprogramma predisposto, lo spostamento delle scorie che devono essere riprocessate affinché perdano gran parte della loro radioattività preveda come primo sito da essere bonificato quello di Corso e successivamente le due strutture piemontesi;
risulta che a Saluggia vi siano perdite nella «piscina» attuale, tanto che in questi giorni è previsto lo spostamento urgente del liquido radioattivo nell'impianto «Avogadro» sito ad alcune centinaia di metri dalla posizione attuale;
il sito Avogadro è localizzato in area potenzialmente esondabile e che quindi non può dare adeguate garanzie di sicurezza nel medio e lungo periodo;
sono in atto numerose proteste a Saluggia, culminate anche con una sottoscrizione di centinaia di cittadini, che
richiedono più attenzione nella gestione delle scorte ed il loro non trasferimento nel nuovo sito, peraltro provvisorio, proprio perché darebbe insufficienti garanzie di protezione -:
se il Ministro non ritenga opportuno dare disposizioni alla Cogema di procedere allo spostamento in Francia in via prioritaria delle scorie oggi conservate a Saluggia proprio per garantire la massima sicurezza alla zona e tenuto conto che non risultano le altre aree oggetto di inquinamento radioattivo, sia pure a livelli contenuti, nei siti di Corso e Trino Vercellese.
(4-02108)