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XV LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 119 di lunedì 5 marzo 2007
Pag. IIIPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
La seduta comincia alle 14.
La Camera approva il processo verbale della seduta del 27 febbraio 2007.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunica che i deputati in missione sono sessantaquattro.
Discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 4 del 2007: Proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali (A.C. 2193-A).
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
UMBERTO RANIERI (Ulivo), Relatore per la III Commissione. Richiamata preliminarmente l'attività istruttoria svolta presso le Commissioni riunite, sottolinea l'opportunità di prorogare la partecipazione italiana a missioni internazionali, di natura civile e militare, volte a garantire la stabilizzazione e la ricostruzione istituzionale in diverse aree di crisi; ricordati, inoltre, i limiti e le contraddizioni che connotano l'azione di contrasto globale al terrorismo internazionale, che dovrebbe essere ispirata ad un approccio di tipo multilaterale, sottolinea la necessità di procedere ad una rivisitazione della strategia seguita in Afghanistan, segnatamente mediante un incremento delle risorse destinate alla ricostruzione economica e civile, un'intensificazione della lotta al narcotraffico e la prosecuzione dell'impegno profuso in direzione dell'organizzazione di un'apposita Conferenza internazionale di pace che coinvolga i paesi limitrofi.
ROBERTA PINOTTI (Ulivo), Relatore per la IV Commissione. Osservato che la politica estere attuata dal Governo è opportunamente volta a rilanciare l'unità europea, a favorire la stabilizzazione del Medio Oriente, nonché ad ampliare il novero delle relazioni internazionali del nostro Paese, richiama la particolare gravità della situazione tuttora esistente in Afghanistan; auspica, quindi, la sollecita conversione in legge del provvedimento d'urgenza in discussione, volto a rifinanziare interventi, di natura civile e militare, che giudica condivisibili.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.
FULVIA BANDOLI (Ulivo). Nell'auspicare preliminarmente una più equilibrata informazione sul movimento per la pace, riterrebbe opportuno avviare una profonda riflessione sulla missione militare italiana in Afghanistan che, ancorché svolta sotto l'egida delle Nazioni Unite, dopo sei anni, non ha prodotto gli effetti sperati; reputa pertanto indispensabile intensificare lo sforzo per gli interventi di ricostruzione e di cooperazione economica e civile, apprezzando l'impegno del Governo per una Conferenza internazionale di pace. Rileva altresì l'opportunità di un periodico monitoraggio sugli esiti delle missioni militari internazionali.
GREGORIO FONTANA (FI). Preannunzia che il suo gruppo voterà a favore della Pag. IVconversione in legge del provvedimento d'urgenza in discussione anche al fine di non compromettere le alleanze e gli impegni internazionali dell'Italia, osservando che le insanabili divisioni interne alla maggioranza sui principali temi di politica estera rischiano di compromettere seriamente ed irreparabilmente la credibilità internazionale del Paese. Sottolineata, quindi, la necessità di avviare un'attenta riflessione sui limiti entro i quali la missione italiana in Libano è costretta ad operare, auspica che il Governo tragga le dovute conseguenze nel caso in cui al Senato i voti dell'opposizione e dei senatori a vita risultassero determinanti ai fini della conversione in legge del provvedimento d'urgenza in esame.
ELETTRA DEIANA (RC-SE). Richiamata la drammatica escalation della crisi in atto in Afghanistan, segnatamente delle dinamiche di guerra, sottolinea la necessità che il Governo faccia la massima chiarezza sulla posizione dell'Italia. Nel ritenere, comunque, che l'unica soluzione praticabile contro il terrorismo internazionale sia la ricerca di alternative all'opzione militare, preannunzia l'orientamento favorevole del suo gruppo al provvedimento in esame, in considerazione dell'impegno recentemente assunto dal Governo per una Conferenza internazionale di pace sull'Afghanistan, ferma restando la contrarietà alla missione militare in quel paese che, pur sotto l'egida delle Nazioni Unite, è stata decisa con una forte connotazione di arbitrarietà e di unilateralismo. Ribadisce, infine, la netta contrarietà alle scelte strategiche unilaterali degli Stati Uniti, che impongono una riflessione anche sul ruolo della NATO.
PASQUALINO GIUDITTA (Pop-Udeur). Rilevato che la partecipazione italiana alle missioni internazionali in atto è pienamente conforme ai principi fissati dall'articolo 11 della Costituzione, manifesta apprezzamento per la politica estera attuata dal Governo, ispirata ad un approccio di carattere multilaterale e volta a rilanciare il ruolo unitario dell'Europa, nel rispetto degli impegni assunti nell'ambito delle Nazioni Unite e dell'Alleanza atlantica, che a suo avviso, peraltro, dovrebbe aggiornare le linee ispiratrici della propria azione; sottolineata inoltre la necessità di rafforzare i processi di riconciliazione nazionale e cooperazione economica già avviati in Afghanistan, richiama, nel merito, le condivisibili misure previste dal provvedimento d'urgenza in discussione, sulla cui conversione il suo gruppo esprimerà un convinto orientamento favorevole. Preannunzia, infine, la presentazione di un ordine del giorno che impegni l'Esecutivo a promuovere un tavolo di studio sulle problematiche relative al processo di pacificazione in corso nelle aree ove operano militari italiani, ai quali rivolge espressioni di ringraziamento per l'impegno profuso e la professionalità mostrata.
MAURIZIO GASPARRI (AN). Nel preannunziare l'orientamento favorevole del suo gruppo alla conversione in legge del decreto-legge in discussione, giudica particolarmente preoccupante la situazione in Afghanistan, caratterizzata, negli ultimi mesi, da reiterati attacchi di stampo terroristico; nel ritenere, pertanto, che sarebbe essenziale intensificare l'impegno di carattere militare e di cooperazione, giudica inaccettabili talune posizioni assunte da forze politiche riconducibili alla sinistra radicale nei confronti degli Stati Uniti d'America. Richiamate, infine, le divergenze esistenti all'interno della maggioranza in tema di lotta al narcotraffico in Afghanistan ed al terrorismo internazionale, ritiene che, ove sul disegno di legge di conversione in discussione la coalizione di centrosinistra non fosse autosufficiente, si porrebbe un rilevante e non eludibile problema politico.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
SERGIO D'ELIA (RosanelPugno). Osservato che sui principali temi di politica estera e di difesa sarebbe opportuno registrare un'ampia convergenza politica, ritiene Pag. Vche il rafforzamento della dimensione politica e umanitaria delle missioni militari di pace alle quali partecipa l'Italia rappresenti il principale elemento innovativo del provvedimento d'urgenza in discussione rispetto a quelli già approvati in passato sul medesimo argomento. Nel preannunziare quindi la presentazione di un ordine del giorno che impegni il Governo a sostenere, in ambito internazionale, l'opportunità di legalizzare le colture di oppio in Afghanistan, per consentire l'uso di tali sostanze nella produzione di medicinali oppiacei, invita l'Esecutivo ad attivarsi affinché si affermino i principi della democrazia anche nei paesi nei quali sono ancora presenti regimi assolutisti ed illiberali.
IACOPO VENIER (Com.It). Sottolineata l'eterogeneità della materia oggetto del provvedimento d'urgenza in discussione, ritiene che una compiuta valutazione dell'impianto generale della politica estera sia propedeutica alla riflessione sull'opportunità di partecipazione dell'Italia ad ogni singola missione internazionale. Giudica altresì errato affrontare i temi di politica estera solo in stretta connessione con scelte di carattere militare, come l'invio di contingenti militari italiani in aree di crisi. Esprime infine l'orientamento favorevole del suo gruppo alla conversione in legge di un decreto-legge che rappresenta complessivamente un passo in avanti rispetto ad analoghi provvedimenti adottati in passato.
FABIO EVANGELISTI (IdV). Nel ritenere che il dibattito in corso debba essere maggiormente attinente al contenuto del provvedimento d'urgenza in discussione, giudica allarmanti i più recenti sviluppi della situazione afgana; nel reputare, inoltre, inopportuna la fissazione di un limite temporale alla presenza dei militari alleati impegnati in Afghanistan, sottolinea peraltro l'opportunità di riconsiderare le finalità di tale presenza, che a suo avviso dovrebbe essere strettamente connessa alle iniziative necessarie alla ricostruzione istituzionale del paese ed al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Richiama, infine, gli aspetti salienti delle meritevoli missioni internazionali nelle quali è impegnato anche personale italiano.
TANA DE ZULUETA (Verdi). Osservato che il provvedimento d'urgenza in discussione denota l'atteggiamento dell'Italia nella sfida dell'affermazione della pace nel mondo, in coerenza con l'articolo 11 della Costituzione, ne richiama gli elementi di novità rispetto ad analoghi provvedimenti approvati in passato, tra i quali l'applicazione del codice penale militare di pace a tutte le missioni cui partecipa l'Italia e l'impegno per la ricerca di una soluzione politica al conflitto in Afghanistan, anche attraverso l'organizzazione di un'apposita Conferenza di pace. Auspica quindi che l'Esecutivo accetti taluni ordini del giorno da lei presentati relativi alla produzione di oppio ed al sostegno alla Commissione indipendente per la tutela dei diritti umani recentemente istituita in Afghanistan.
ALESSANDRO FORLANI (UDC). Dichiara di condividere l'opportunità di prorogare la partecipazione italiana a missioni umanitarie internazionali, osservando che la grave situazione in Afghanistan sembra dovuta all'incapacità delle locali istituzioni di consolidare la propria autorità, vanificando il tentativo di ripresa economica e l'affermazione dei principi democratici: auspica quindi un atteggiamento più propositivo della comunità internazionale per la ricerca di una soluzione politica del conflitto afghano.
FRANCESCO SAVERIO GAROFANI (Ulivo). Nel ritenere che, nel contesto di una politica estera basata sul multilateralismo, sia necessario che l'Italia rispetti gli impegni assunti in ambito internazionale, sottolinea che la missione in Afghanistan deve essere contraddistinta dalla permanenza dei militari, ma soprattutto da interventi economici, di sviluppo e di rafforzamento delle istituzioni, nonché di crescita della società civile.
Pag. VIFRANCESCO BRUSCO (FI). Chiede che la Presidenza autorizzi la pubblicazione del testo del suo intervento in calce al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
PAOLO CACCIARI (RC-SE). Nel sottolineare l'inefficacia della guerra per il perseguimento di obiettivi strategici, come la lotta al terrorismo internazionale, ribadisce la netta contrarietà all'intervento militare in Afghanistan, pur manifestando apprezzamento per lo sforzo compiuto dal Governo italiano per addivenire ad una soluzione politica per i problemi di quel paese. Ritiene peraltro che non si possa individuare una soluzione per la crisi in Afghanistan prescindendo dal comportamento degli Stati Uniti in Iraq. Auspica infine il ritiro dei militari italiani dalle aree di crisi, sostenendo la piena facoltà per un paese membro della NATO di operare una libera scelta, nel rispetto, peraltro, di larga parte della coscienza civile della propria comunità nazionale.
GUGLIELMO PICCHI (FI). Sottolineata la scarsa chiarezza della politica estera e di sicurezza perseguita dal Governo, ritiene essenziale che l'Italia rispetti gli impegni assunti in forza dell'adesione ad alleanze internazionali; osserva altresì che il Governo dovrebbe trarre le dovute conseguenze dall'eventuale insufficienza dei voti della maggioranza a garantire la conversione in legge del provvedimento d'urgenza in discussione, sul quale preannunzia l'orientamento favorevole del suo gruppo. Nell'esprimere, inoltre, perplessità circa la prospettata separazione tra interventi di cooperazione civile e missioni militari, ritiene di difficile attuazione la pur apprezzabile proposta di organizzare una Conferenza internazionale di pace per l'Afghanistan. Preannunzia, infine, la presentazione di un emendamento volto a ricondurre al semestre l'orizzonte temporale di riferimento del rifinanziamento della partecipazione italiana a missioni internazionali.
FEDERICA ROSSI GASPARRINI (Pop-Udeur). Sottolineato che il parere favorevole espresso all'unanimità dalla XI Commissione sul provvedimento d'urgenza testimonia in modo evidente la vicinanza ai militari italiani impegnati nelle missioni internazionali in corso, esprime l'auspicio che sulle iniziative finalizzate alla promozione di una Conferenza di pace per l'Afghanistan possa registrarsi un diffuso sostegno dei soggetti interessati.
ALBERTO BURGIO (RC-SE). Giudicate assolutamente infondate le argomentazioni - anche di carattere giuridico - addotte a sostegno della prosecuzione della partecipazione italiana alla missione internazionale in Afghanistan, ove le operazioni militari - ben lungi dall'essere riconducibili ai principi fissati dalla Costituzione - stanno assumendo sempre più i connotati di un sanguinoso evento bellico, lamenta l'esiguità delle risorse destinate alla ricostruzione ed allo sviluppo economico del predetto paese rispetto a quelle stanziate per il mantenimento del contingente militare alleato. Preannunzia, infine, che continuerà ad operare affinché nel Governo maturi la convinzione in ordine all'opportunità di ritirare il contingente italiano impegnato in territorio afgano.
PIETRO MARCENARO (Ulivo). Osservato che il ritiro del contingente militare italiano dall'Iraq è emblematico dell'approccio multilaterale e rispettoso dell'articolo 11 della Costituzione che il Governo intende assumere in ambito internazionale, evidenzia le diverse caratteristiche delle missioni militari alle quali partecipa l'Italia; sottolinea, in particolare, la difficile situazione esistente in Afghanistan, ove riterrebbe opportuno favorire e sostenere il consolidamento delle istituzioni, confermando la presenza del contingente militare italiano.
FRANCO RUSSO (RC-SE). Osservato che le vittime dei conflitti armati sono prevalentemente civili, ritiene necessario fermare la guerra in Afghanistan attraverso un'iniziativa effettivamente multilaterale, Pag. VIIsull'esempio di quanto avviene in Libano, che si contrapponga all'impostazione strategica di tipo unilaterale che gli Stati Uniti continuano a perseguire. Sottolinea, altresì, la necessità che l'azione di politica estera del Governo accolga le istanze rappresentate dai movimenti pacifisti e sia ispirata a fondamenti etici. Esprime, infine, un orientamento favorevole alla conversione in legge di un provvedimento d'urgenza che rappresenta un passo in avanti rispetto ad analoghi provvedimenti adottati in passato.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che i relatori rinunziano alla replica.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Nel sottolineare la necessità di sostenere la dimensione multilaterale ed europea degli interventi umanitari e degli aiuti economici alla popolazione civile delle aree di crisi del Medio Oriente, ritiene che dal dibattito odierno, incentrato prevalentemente sull'Afghanistan, si possa evincere una sostanziale convergenza fra le forze politiche sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie internazionali. Richiamata, quindi, la rilevanza strategica di una Conferenza internazionale di pace, con il coinvolgimento di tutti i paesi confinanti con l'Afghanistan, al fine di concorrere con gli Stati Uniti, la NATO e l'Europa a definire strategie comuni per la soluzione della crisi, dichiara di condividere molte delle osservazioni costruttive formulate dai deputati intervenuti nel dibatto, ai quali rivolge un ringraziamento per il contributo fornito.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Martedì 6 marzo 2007, alle 10.
(Vedi resoconto stenografico pag. 74).
La seduta termina alle 20,15.