Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 176 di lunedì 25 giugno 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
La seduta comincia alle 15,05.
SILVANA MURA, Segretario, legge il processo verbale della seduta dell'11 giugno 2007.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Airaghi, Albonetti, Amato, Azzolini, Bersani, Bindi, Bocchino, Boco, Bonino, Cento, Cesa, Chiti, Colucci, D'Antoni, Damiano, De Castro, De Piccoli, Di Pietro, Di Salvo, Donadi, Duilio, Fioroni, Folena, Forgione, Forlani, Franceschini, Galante, Gentiloni Silveri, Landolfi, Lanzillotta, Levi, Marcenaro, Mattarella, Melandri, Minniti, Morrone, Leoluca Orlando, Papini, Parisi, Paroli, Pecoraro Scanio, Pisicchio, Pollastrini, Ranieri, Realacci, Reina, Rigoni, Rivolta, Rutelli, Santagata, Scajola, Sgobio, Stucchi, Tremonti, Visco, Elio Vito e Zacchera sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Discussione delle mozioni Bondi ed altri n. 1-00170, Maroni ed altri n. 1-00185 e Misiti ed Evangelisti n. 1-00192 sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania (ore 15,07).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Bondi ed altri n. 1-00170, Maroni ed altri n. 1-00185 e Misiti ed Evangelisti n. 1-00192 sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania (Vedi l'allegato A - Mozioni sezione 1).
Avverto che è stata altresì presentata in data odierna la mozione La Russa ed altri n. 1-00193
(Vedi l'allegato A - Mozioni sezione 1), il cui testo è in distribuzione, che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, verrà discussa congiuntamente.
Avverto, inoltre, che la mozione Misiti ed Evangelisti è stata sottoscritta in data odierna anche dai deputati Raiti, Pedrini e Belisario.
Avverto, infine, che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione delle mozioni è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
(Discussione sulle linee generali)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
È iscritto a parlare l'onorevole Misiti, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00192. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, signori colleghi, signor rappresentante del Governo, la mozione che abbiamo presentato vuole dare un contributoPag. 2alla soluzione delle problematiche, note a tutti, che si sono poste nella regione Campania. Tali problematiche sullo smaltimento dei rifiuti hanno ormai occupato la prima pagina dei grandi giornali nazionali e anche all'estero le tonnellate di rifiuti che sono rimaste per qualche mese sulle strade delle città della Campania hanno dato un'immagine della regione, di fatto, non veritiera.
Dal 12 febbraio 1994 è stato dichiarato lo stato di emergenza rifiuti nella regione Campania; sono poi stati dichiarati anche altri stati di emergenza, come quello relativo alle bonifiche delle zone inquinate e quello relativo alle risorse idriche.
Nonostante l'impegno profuso in Campania da parte delle forze intellettuali, delle università, dei dirigenti e dei funzionari della regione e dei comuni, vi è stata una difficoltà politica di arrivare rapidamente - come è avvenuto in altre regioni d'Italia - all'approvazione di un piano regionale dei rifiuti. Tale piano avrebbe dovuto prevedere, di fatto, lo smaltimento attraverso un sistema integrato che comprendesse lo spazzamento delle strade, la raccolta differenziata, la separazione dei vari materiali in stabilimento, nonché trattamenti diversi per quanto riguarda la parte umida e la parte secca, in modo tale da provvedere a realizzare ammendanti organici per l'agricoltura e, nello stesso tempo, produrre energia - sia elettrica che termica - al fine di utilizzare al meglio la risorsa rifiuti negli impianti che dovevano essere previsti e realizzati dal piano regionale. Infine, ci sarebbero state le discariche, che avrebbero dovuto esclusivamente raccogliere i residui di tali lavorazioni. Pertanto, con una gestione avanzata e controllata, avremmo dovuto avere in Campania ciò che si ha in diverse altre ragioni, dove si è provveduto in tempo.
Constato che, invece, la politica della regione Campania non ha portato a tale soluzione ottimale e che, pertanto, è stato necessario prolungare tale stato di emergenza il quale, a mio avviso, ha prodotto come conseguenza una deresponsabilizzazione, sebbene in parte, degli organi eletti dal popolo, cioè consigli comunali, provinciali e regionali, giunte e presidenti di regioni e province.
Certamente, anche in Campania vi sono delle eccezioni. Infatti, vorrei sottolineare che, ad esempio, la provincia e il comune di Salerno hanno fatto notevoli passi in avanti. È meritoria la proposta proveniente dal comune di Salerno di costruire, nel proprio territorio, uno degli impianti in genere demonizzato senza ragione: mi riferisco a quello per l'incenerimento dei rifiuti, l'unico a ridurre il volume e il peso dei rifiuti che non si possono distruggere ma devono essere trattati.
Gli impianti devono essere gestiti adeguatamente - in modo tale che non vi siano fluenti nell'atmosfera, quali nanoparticelle o altri inquinanti - per poter fornire sicurezza ai cittadini. Tali argomentazioni sono valevoli per qualsiasi tipo d'impianto industriale e, in particolare, per gli impianti in questione, in quanto una gestione corretta non può portare ad effetti talmente nefasti, come quelli descritti.
Ecco come è accaduto che si sia provveduto a produrre il combustibile derivante dai rifiuti, senza gli impianti per consumarlo e senza un mercato per gli elementi raccolti e differenziati (sia nella raccolta, sia nello stabilimento). Pertanto, si è verificato un intasamento. Vi è stato un numero elevatissimo delle cosiddette ecoballe stoccate (milioni di tonnellate), che possiedono, come si è potuto constatare, un potere calorifico inferiore, minore rispetto a quello previsto per gli impianti di incenerimento. Tuttavia, né sono stati costruiti gli impianti di incenerimento, mediante i quali si sarebbe potuto far fronte a tale fenomeno, né i rifiuti sono stati esportati, come si era tentato di fare dapprima.
Come noto, la Campania ha esportato i propri rifiuti in diverse regioni italiane e all'estero, cosa che sarebbe potuta avvenire solo per un tempo limitato. Pertanto, il protrarsi di questa situazione indica un fallimento dell'azione di coloro che avrebbero dovuto provvedere. Per tali ragioni, il Governo e, addirittura, il Presidente dellaPag. 3Repubblica, Giorgio Napolitano, si sono dovuti interessare al problema e lo stesso Governo ha dovuto adottare un decreto per stabilire quale dovesse essere la collocazione delle discariche in Campania. Si tratta di una questione interamente di competenza regionale, provinciale e comunale, che non avrebbe dovuto essere risolta a livello di Governo.
Tuttavia, così è stato fatto e il Governo si è assunto le proprie responsabilità. Anche la Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, presieduta dal senatore Barbieri, e nella scorsa legislatura dal collega Paolo Russo, si è interessata del problema della Campania, ed ha portato, con la propria attività, all'approvazione, quasi unanime, di documenti che potrebbero costituire la base per risolvere anche i problemi attuali.
Pertanto, chiedo che il Governo si impegni a sostenere l'opera del Commissario straordinario, il quale deve essere aiutato e non attaccato dai cittadini - i quali ovviamente sono stati male informati - in quanto costui non può che cercare di alleviare la situazione in Campania e, contemporaneamente, aiutare a risolvere definitivamente tali problemi. Per questo motivo, è necessario che il Governo gli fornisca tutti gli strumenti indispensabili affinché possa completare, senza intralcio, la propria opera. In particolare, lo stesso Governo deve sostenerlo nella predisposizione del piano regionale dei rifiuti rivisto, nella sua approvazione definitiva e realizzazione iniziale, a partire dagli impianti in esecuzione, da completare nel più breve tempo possibile.
Si tratta di un'azione che il Governo può porre in essere, naturalmente puntando a ripristinare l'ordinaria amministrazione entro il 31 dicembre 2007, come stabilito con il precedente decreto-legge n. 263 del 2006, convertito nella legge n. 290 del 2006.
Suggerisco anche di attuare quanto previsto dalla parte dispositiva del documento approvato quasi unanimemente dalla Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti con riferimento ad un accordo di programma quadro - intorno al quale Governo, regione ed enti locali potrebbero lavorare per giungere rapidamente al regime ordinario - che consenta di accompagnare con una sorta di atterraggio morbido il passaggio dall'emergenza alla normalità.
Infine, e concludo, signor Presidente, non è necessario creare un unico commissario, che si occupi sia dei rifiuti sia dell'acqua sia delle bonifiche dei siti inquinati; certamente, però, è necessario che le strutture commissariali lavorino insieme, in modo tale che insieme possano risolvere i problemi. Questo è il significato dell'impegno chiesto al Governo.
Non si possono, infatti, risolvere i problemi dei rifiuti senza bonificare le discariche; quindi, è necessario che il lavoro venga fatto comunque. Anche se la dizione può aver tratto in inganno qualcuno, non chiediamo un supercommissario che gestisca tutti e tre i settori; occorre, piuttosto, che, pur rimanendo il numero dei commissari invariato, le strutture lavorino insieme, in modo tale che si possa addivenire alla soluzione del problema nei tempi stabiliti, e comunque entro la fine dell'anno in corso. Speriamo che si proceda in tale direzione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Paolo Russo, che illustrerà anche la mozione Bondi ed altri n. 1-00170, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, ragioniamo su questa vicenda non solo dopo oltre tredici anni dalla dichiarazione del primo stato di emergenza (risalente al 12 febbraio del 1994), ma anche dopo che il Governo ha emanato, ormai, il terzo decreto-legge in materia e dopo numerosi documenti approvati dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, l'ultimo dei quali tratteggia con straordinaria saggezza quale potrebbe essere un percorso risolutivo di tale emergenza. Al riguardo, devo aggiungere che si tratterebbe di un percorso risolutivo in sostanziale controtendenza rispetto a tutte le azioni poste in essere sin qui dallaPag. 4regione Campania, dal Governo, dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dal Commissariato per l'emergenza rifiuti.
La Commissione parlamentare di inchiesta parla di «ingorgo istituzionale», un termine cortese per dire: pasticcio di competenze, sovrapposizioni di fumose responsabilità, «scaricabarile», impegni prontamente assunti e visibilmente smentiti l'uno dall'altro e concerti obbligati tra varie istituzioni, che rappresentano l'elemento maggiore di difficoltà per qualunque normale percorso decisionale. Insomma, un ginepraio burocratico e - mi si consentirà - soprattutto politico, incapace di dare risposte essenziali in condizioni di assoluta ordinarietà, figurarsi in condizioni di emergenza!
Il Commissario di Governo, il direttore Bertolaso, indica una strada, viene prontamente smentito dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e poi, subito dopo, interviene la regione che, attraverso una concertata serie di iniziative tese a deviare l'azione del Commissario, riduce il problema ad un'impasse permanente.
Così è accaduto per quanto riguarda la vicenda di Serre e di Terzigno, così sta accadendo, in buona sostanza, in ordine a tutte le scelte più o meno strategiche - ma devo precisare: poco strategiche; mi sembrano tutte di basso respiro, dal punto di vista strategico - effettuate sinora. Si è stati talmente incapaci nelle scelte da dover coinvolgere, per avere un minimo di credibilità, nientedimeno che il Presidente Napolitano.
La mozione presentata in questa sede pone alcuni paletti, uno dei quali è rappresentato dai costi. È facile sostenere che in quel territorio vi è una voragine di risorse sostanzialmente «buttate dalla finestra», sprecate - ormai si parla di oltre un miliardo e mezzo di euro - in mille rivoli di consulenze, appalti più o meno pilotati e somme spese inutilmente per «amici» e per «amici degli amici».
Il tema che si pone è un altro: riflettiamo su ciò che accade e sta accadendo in queste ore senza fermarci solo al dato storico, che ha ben chiare e precise responsabilità politiche ed istituzionali, per larga parte attribuibili a chi gestisce la regione Campania ormai da dieci anni. Ragioniamo, piuttosto, su ciò che accade in queste ore!
Più volte abbiamo chiesto che il Commissario metta in campo uno «straccio» di piano: una specie di programma, cioè, che consenta non solo di superare il traguardo dei prossimi sette giorni ma anche di dare una ragionevole speranza che venga superata l'emergenza nei prossimi mesi.
Saranno state le incombenze straordinarie del direttore Bertolaso o le pastoie generate da veti continui ed incrociati del Ministro dell'ambiente o del presidente della regione Campania, ma il risultato è che questo piano lo attendiamo ancora, tant'è vero che, addirittura, anche il nuovo decreto in via di conversione prevede che debba essere redatto. Ma accanto al piano sarebbe utile sapere quanto si spende oggi per smaltire ciò che impropriamente viene smaltito.
Mi spiego meglio: se questi rifiuti debbono essere prima o poi conferiti in una discarica, di corto respiro, utilizzata per venti giorni, o di ampio respiro - si immagini quanto può essere ampio il respiro se questa discarica potrà essere utilizzata al massimo per novanta giorni, ma queste sono scelte che sembrano strategiche -, ebbene, se è vero che questi rifiuti debbono essere conferiti in quelle discariche, sarei curioso di sapere (vogliamo approfondirlo anche attraverso questo dibattito) a che serve e quanto costa il passaggio di questi rifiuti negli attuali presunti impianti di CDR, che il Commissariato oggi, con altra espressione, chiama «impianti di trattamento termicobiologico dei rifiuti».
La sensazione è che il passaggio in questi impianti comporti un costo che, sommato a quello dello smaltimento e del conferimento in discarica, sarebbe oggi addirittura superiore - ma vorrei essere smentito e sbagliarmi - a quello delPag. 5trattamento e del conferimento di questi rifiuti fuori dalla regione o addirittura fuori dalla nazione.
Se tale dato risponde a verità, diventa problematico l'altro, il fatto cioè che si pretenda che i cittadini campani paghino un'emergenza così gestita, determinando una condizione di paradosso: i cittadini campani pagherebbero - già pagano - la Tarsu più alta d'Italia, ottenendo il servizio che è sotto gli occhi di tutti, un servizio non qualificabile come servizio da Paese civile, obiettivamente degno di un Paese incivile, per il quale - è evidente - vi sono gravissime responsabilità politiche ed istituzionali.
Credo dunque non sia opportuno utilizzare tutti gli strumenti ipotizzabili, pensabili e consentiti - anche strumenti straordinari, nonché operazioni realizzabili attraverso l'utilizzo dell'istituto della somma urgenza - per determinare un incremento nel sistema di gestione, peraltro a scarsissima capacità di risultato (mi pare che il risultato sia sotto gli occhi di tutti), a danno dei cittadini di quella regione. Anzi, riteniamo sia opportuno valutare e trovare strumenti e strade per generare condizioni perequative, per consentire che le inefficienze, le incapacità, le inadempienze non ricadano sul cittadino, il quale null'altro può fare che continuare a pagare la sua Tarsu, che, lo ribadisco, è già la più elevata d'Italia.
La mozione in esame richiede soprattutto di individuare chiare responsabilità (ma queste mi pare che ormai siano evidenti) e un percorso che abbatta i costi attraverso una gestione a dir poco più attenta e più oculata, nonché di cominciare a porre un po' di attenzione anche su un altro aspetto. Ci sono molti creditori, rispetto all'azione del Commissariato di Governo negli ultimi mesi e negli ultimi anni. Sarebbe interessante sapere come funzionano i due flussi in quel Commissariato, il flusso di spesa, ma anche un flusso che ormai è diventato unico, credo che non ve ne sia pari al mondo: esiste in quella regione un potente strumento rappresentato dal «rubinetto» che consente a comuni di conferire i rifiuti e ad altri comuni di non conferirli. Si tratta di uno strumento che non ha nulla di democratico; saremmo curiosi di sapere come viene governato e con quali logiche si consenta il conferimento ad un comune. Escludo che ci siano logiche politiche o di gestioni partitiche; vorrei poterlo escludere in modo assoluto, magari avendo delle assicurazioni anche dal Governo. Escludo che ciò accada, ma sarei curioso di capire perché alcuni comuni a nord di Napoli sono inondati ormai da mesi di rifiuti, mentre ci sono altri comuni «virtuosi» nelle medesime condizioni organizzative e strutturali, senza raccolta differenziata, che invece magicamente risolvono il problema grazie a qualche entratura in quel famoso «rubinetto» che consente l'accesso facilitato a chi evidentemente ha maggiori opportunità ed entrature, per fare in modo che quella comunità sia in una condizione di maggiore civiltà. Siccome escludo che tali dinamiche si svolgano sulla base di logiche «geopolitiche», ma immagino che si tratti di sbadatezze, di umani errori in una situazione di straordinaria emergenza, sarebbe utile che attraverso l'analisi, la valutazione, la discussione e il dibattito sulla mozione in esame si ponga attenzione anche su questa vicenda.
Il Commissario Bertolaso sollecita il Parlamento, individuando nel sistema politico l'elemento di freno della soluzione. Abbiamo più volte ribadito come ci siano tre condizioni che devono essere soddisfatte. In primo luogo, vanno dati poteri certi ad un solo operatore d'emergenza: diventa difficile una catena di comando quando, in condizioni emergenziali «modello Nassiriya», vi è più la necessità di una sorta di concertazione politica che non l'opportunità di dare risposte certe e immediate ai problemi.
Si tratta quindi di evitare i concerti, le sovrapposizioni, le pastoie burocratiche, insomma, tutte quelle soluzioni che non garantiscono certezza sul piano della concretezza.
Si è già sottolineato, inoltre, che il direttore Bertolaso indica un'altra strada, quella dell'unificazione dei commissariamenti.Pag. 6Non è pensabile che si possa governare una simile emergenza se le leve decisionali sono nelle mani di più soggetti: ne deriva infatti una condizione paradossale, e cioè che se si seguissero le procedure ordinarie si avrebbe una condizione di maggiore snellezza (anche rispetto alle responsabilità sia per le acque e la depurazione, sia per le bonifiche dei suoli e delle aree).
Un'ultima questione riguarda il fatto che si ipotizza che l'emergenza possa risolversi senza un incremento di spesa: è chiaro che si tratta di una finzione, che viene rappresentata, anche in tal caso, per ragioni - immagino - non fattuali ma assolutamente politiche, per ragioni cioè che nulla hanno a che fare con le condizioni esistenti. È evidente, infatti, che occorrono investimenti per realizzare impianti, per portare avanti politiche salubri e per convincere le grandi città - a cominciare dalla città di Napoli - a mettere in campo un'iniziativa che le renda autonome dal punto di vista del ciclo integrato dei rifiuti. Non è infatti pensabile che la terza città d'Italia creda di poter addossare la propria produzione di rifiuti - pari peraltro ad un terzo di quella dell'intera regione - su altre comunità. Non solo vi è una ragione di natura etica; non solo vi è una ragione attinente al contrasto alle organizzazioni criminali (meno i rifiuti si muovono, più facile è un'azione di contrasto severa nei confronti dell'ecocriminalità); ma vi è anche una ragione di normalità: ogni grande città europea deve avere in sé la capacità, attraverso un sistema impiantistico moderno, di affrontare e risolvere questi problemi, che vengono risolti in ogni parte del mondo.
È su tali questioni che chiediamo che il dibattito si dipani, attraverso un voto che auspichiamo essere quanto più largo possibile. Ciò per far sì che si possano offrire indicazioni chiare e certe, e soprattutto perché si possa fuoriuscire da questo tunnel sempre più maleodorante, che peraltro, con l'estate ormai giunta, rende assolutamente invivibili quei territori.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Cosenza, che illustrerà anche la mozione La Russa ed altri n. 1-00193, di cui è cofirmataria. Ne ha facoltà.
GIULIA COSENZA. Signor Presidente, abbiamo presentato la mozione che illustro allo scopo di impegnare il Governo su un aspetto che riteniamo indispensabile per la gestione dell'emergenza attuale, ma anche allo scopo di portare la Campania alla soluzione definitiva di questo problema. È questo ciò che mettiamo al primo punto: chiediamo che vengano affidati al Commissario Bertolaso tutti i poteri necessari al superamento dello stato di crisi, rimuovendo la prevista concertazione con il Ministro dell'ambiente ed il presidente della giunta regionale della Campania. È infatti da troppo tempo che tale condivisione risulta fallimentare: come abbiamo ascoltato, la situazione relativa al ciclo dei rifiuti in Campania si è sempre più involuta nel tempo, portando, dopo tredici anni, al collasso operativo del servizio, con seri rischi per la salute pubblica. L'ingorgo di competenze e le inadempienze delle istituzioni locali hanno determinato una paralisi istituzionale e gestionale, peggiorata dal fatto che il Commissario straordinario, il presidente della regione e il Ministero dell'ambiente non conducono un'azione sinergica finalizzata allo stesso obiettivo.
In tal senso, non soltanto chiediamo di dare al Commissario la possibilità di operare concretamente in autonomia nella gestione dell'emergenza sanitaria del momento, che con il caldo attuale, come è noto, sta diventando un dramma sanitario, ma chiediamo anche alle amministrazioni provinciali che hanno la responsabilità della ricerca dei siti idonei per le discariche un impegno fondamentale in questo momento.
In Campania, come sappiamo, è completamente assente un ciclo industriale integrato dei rifiuti, così come sono mancate la formazione e l'informazione dei cittadini. Tale elemento non ha permesso quel coinvolgimento delle popolazioni locali secondo canali e modalità fisiologiche,Pag. 7favorendo, invece, le intermediazioni costose e della criminalità organizzata.
Il mancato avvio della raccolta differenziata - in tal senso, con la mozione presentata chiediamo anche di attivare gli indispensabili meccanismi di incentivazione delle persone e di sistemi di trattamento finale - ha fatto sì che l'unico ciclo operativo fosse quello incentrato sulle discariche e sul trasporto dei rifiuti all'esterno della regione, con costi totali pari a 1,5 miliardi di euro.
Tale sistema non poteva che condurre al disastro di oggi, certificando così l'incapacità, l'inadeguatezza e l'irresponsabilità della classe politica attuale, regionale e nazionale, che non si è assunta, come priorità, la soluzione di un problema che riguarda non soltanto la Campania, ma il Paese intero, tanto che oramai l'Italia è conosciuta all'estero per questo problema.
Il sistema di gestione dei rifiuti scelto in Campania, oltre ad essere ingiustificato, dannoso, immorale e fraudolento, è unico e costituisce una originalità ed un inedito nel mondo civile. Per quanto, infatti, il mondo civile abbia elaborato sofisticate pratiche ed esaurienti studi circa le tecnologie di smaltimento, le abbia sperimentate e le utilizzi con successo (come testimoniato dalle linee guida indicate anche dall'Unione europea, ossia le best available technologies, individuate da esperti di diversi Paesi europei tra tutte quelle realmente efficienti e referenziate) e per quanto la regione Campania abbia molto speso in consulenze per acquisire dati analoghi, si è adottato un sistema diverso.
Né si capisce il motivo di tale scelta, ma sembra, piuttosto, un vezzo o una originalità, che però causa tumori, malformazioni ai feti, presenza di diossina nel latte materno e sperpero di tutto quel denaro indicato nelle mozioni di cui stiamo discutendo.
Tale sistema oggi ha anche imposto la paradossale e affannosa ricerca di siti sempre nuovi da adibire a discarica, ingaggiando, così, anche conflitti con una popolazione stremata che accenna a far sentire il proprio dissenso, dopo essere stata sommersa non soltanto dai cinque milioni di ecoballe stoccate, ma anche da un milione di tonnellate di rifiuti per le strade.
Oltre a ciò, si aggiunge il danno alla beffa, perché, dopo aver sostenuto la necessità di tasse più alte sui rifiuti, questo folle sistema si è concluso per molto tempo con l'esportazione all'estero dei rifiuti.
Per queste ragioni, chiediamo l'immediata riduzione del 40 per cento della Tarsu. Se questa tassa viene pagata, infatti, per effettuare un servizio a favore dei cittadini, per quale motivo i cittadini dovrebbero pagare se il servizio non viene effettuato?
Ciò detto (come ben indicato anche nelle mozioni in discussione), atteso che qualcuno si sia accorto che siamo tutti sotto i rifiuti e che il danno è incalcolabile e, quindi, che forse è giunto proprio il momento di provvedere alla realizzazione del ciclo completo dei rifiuti, come del resto già indicato nel programma di Rastrelli del 1992 - ed oggi parliamo delle stesse modalità - chiediamo che il Commissario abbia poteri per attuarlo.
A tal fine presenterò degli emendamenti al decreto-legge in conversione affinché nel piano del Commissario Bertolaso vengano indicati i termini per attivare le procedure per l'affidamento della gestione del termovalorizzatore di Acerra: si dice, infatti, che una prima linea sarà pronta a fine settembre, ma come sarà attivato se non si parla ancora di gestione? Lo stesso discorso vale con riferimento ai termini per l'entrata in funzione del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa, infatti vi è poco da prenderci in giro, dal momento che sappiamo tutti che se non si attivano i termovalorizzatori non si uscirà mai da questa vicenda.
Per quanto mi riguarda, un provvedimento che non prevede il rispetto di tempi certi di realizzazione dei termovalorizzatori e l'attuazione contestuale delle varie fasi del ciclo completo, nel rispetto delle best reference documents della Comunità europea, si candida ad essere inefficace. Siccome abbiamo già illuso i cittadini per tredici anni, non penso che si possa continuarePag. 8a parlare proponendo soluzioni normative che non abbiano tempi definiti.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Francescato. Ne ha facoltà.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, ormai è un appuntamento rituale la discussione sui rifiuti in Campania, peraltro doverosa, perché quando abbiamo istituito il cosiddetto super-commissariamento ci siamo assunti anche il sacrosanto impegno di monitoraggio rigoroso sull'andamento del medesimo.
Si tratta, però, di una discussione in questo caso ridondante, considerato che abbiamo dibattuto lo stesso tema il 29 maggio scorso, all'indomani del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, il cui disegno di legge di conversione - vi ricordo - è stato approvato dal Senato pochi giorni fa, il 20 giugno, e nei prossimi giorni verrà esaminato da questa Camera; pertanto, ciò avrebbe consentito comunque un'ulteriore possibilità di approfondimento delle ultime puntate di questa «eco-novela horror» che ha per titolo: «emergenza rifiuti in Campania». Comunque, non vogliamo sottrarci al confronto innescato dalle mozioni del centrodestra e dalla mozione presentata dal collega Misiti, che, peraltro, ha ben chiarito quale sia il suo pensiero in merito all'unificazione delle gestioni dell'emergenza rifiuti con le emergenze bonifiche ed acque.
Colgo comunque l'occasione per segnalare l'incongruenza e la contraddittorietà che emerge dalla mozione Bondi n. 1-00170 rispetto all'atteggiamento seguito sino ad ora. Mi sembra di ricordare che tutti in quest'aula ci siamo più volte espressi contro ogni ipotesi di prolungamento o rafforzamento del super-commissariamento, ponendo invece come obiettivo condiviso un rientro graduale nella tanto sospirata normalità. Cosa troviamo invece nella mozione Bondi n. 1-00170, con un certo sbalordimento? L'invito al Governo ad affidare ad un unico Commissario la gestione delle emergenze rifiuti, acque e bonifiche. In pratica - sembra di capire - a sommare emergenza ad emergenza, creando così una specie di nuovo monstrum, una «super-super-emergenza» da affidare, immagino, ad un nuovo «super-super-commissario», che può avere a questo punto un solo nome, superman, perché solo lui, presumo, potrebbe far fronte a una sfida di questo genere.
Si tratta di una richiesta incongrua anche per i tempi, se si pensa che le Commissioni ambiente di Camera e Senato stanno esaminando lo schema di decreto concernente ulteriori modifiche al decreto legislativo n. 152 del 2006, recante norme in materia ambientale, con cui si sta procedendo, appunto, al riordino della normativa concernente acque, rifiuti e bonifiche.
Insomma, proposte e tempi sbagliati, da rigettare con decisione, perché non stanno né in cielo né in terra, né si può un giorno reclamare a gran voce la chiusura definitiva e improrogabile di un ciclo commissariale che continua da quattordici anni e il giorno dopo ampliare i poteri del commissario! Tali questioni si risolvono non ampliando i poteri straordinari, ma facendo leva su scelte politiche ed economiche mirate. Ricordo, ad esempio, che una grande bonifica, quella di Marghera, è stata sbloccata proprio grazie ai Verdi, che hanno contrastato una disposizione, molto discutibile, voluta del Ministro Tremonti, secondo cui le risorse da destinare alle bonifiche sarebbero state invece convogliate per il risanamento del debito pubblico.
Ancora, il centrodestra invoca nelle sue mozioni l'esclusione dall'individuazione dei siti di parchi ed aree protette, ma attacca il Ministro dell'ambiente perché ha difeso un'area protetta. Mi riferisco all'oasi del WWF di Persano, che conosco molto bene perché sono stata presidente del WWF Italia per sei anni. Si tratta di un sito che è stato riconosciuto zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramstadt, che è stato anche riconosciuto, con decreto del 29 novembre 1993 a firma del Ministro Ronchey,Pag. 9di notevole interesse pubblico, che si trova a due passi da un SIC, che è oasi di protezione faunistica ai sensi della direttiva europea 92/43/CEE. Insomma, è un ecosistema fluviale di eccezionale importanza, che tra l'altro è anche l'habitat della lontra, animale rarissimo che vive solo in acque molto pulite.
Vorrei chiarire che il Ministro dell'ambiente ha fatto il proprio dovere; ha difeso un'area protetta. Ma non basta: non si è limitato al «no», al veto. Non è vero che non c'è stata collaborazione con Bertolaso, che non c'è stata da parte del Ministero e anche da parte dei Verdi un'attiva collaborazione per risolvere la situazione, tanto è vero che - sono fatti e non parole - sta per aprire il 1o luglio il sito di Macchia Soprana, che conosco benissimo, perché si trova a due passi da quello di Valle della Masseria, su una collina presso il fiume Sele, che è stata bonificata e resa idonea a tempo di record e che potrà ospitare sino a 700 mila tonnellate di rifiuti, la stessa quantità che avrebbe dovuto ospitare il tanto controverso sito di Valle della Masseria.
Pertanto, si è trovata un'alternativa fuori dall'area protetta, si è data una risposta anche alle giuste esigenze del territorio. Non era una sindrome di Nimby quella della popolazione di Persano, la cui battaglia ho seguito sin dall'inizio. Infatti, vi erano già due discariche ed entrambe percolavano nel fiume Sele ed è ovvio che non si poteva assolutamente permettere che ve ne fosse una terza, con il rischio che sversasse in un fiume di grande importanza, che è anche alla base dell'economia di tutta l'area.
Quindi, ripeto, si è trovata un'alternativa, si è data una risposta al territorio, si è individuata una soluzione intermedia che tiene conto delle ragioni dell'ambiente e delle popolazioni locali, ma anche di quelle più ampie dettate dall'emergenza rifiuti: altro che mancata cooperazione con Bertolaso! Inoltre, la provincia di Napoli sta portando avanti il lavoro per la localizzazione degli impianti di compostaggio, perché è chiaro che senza separare il secco dall'umido, primo passo di qualunque raccolta differenziata degna di questo nome, non cominceremo mai il tanto conclamato ritorno alla normalità.
Si sta lavorando anche per un inventario capillare delle cave del casertano, dove dovrebbero trovare sistemazione almeno 500 mila tonnellate delle famigerate ecoballe.
Infine, presto entrerà in funzione la prima linea dell'impianto di Acerra, a settembre. A proposito di impianti, colgo l'occasione per sfatare di nuovo la leggenda secondo la quale i Verdi sono contrari a tutti gli impianti. Certamente siamo contrari agli inceneritori per i motivi che abbiamo ripetuto sino alla nausea tante volte, ma non chiudiamo la porta ad impianti tecnologici davvero avanzati, di cui cominciamo ad avere esempio anche in Italia e non soltanto in Europa (si pensi ai trattamenti meccanico-biologici).
Ricordo, ancora una volta, che non vi è impianto d'avanguardia che tenga se non si mette in moto, dall'inizio, un corretto ciclo di rifiuti che inizia necessariamente con le tre «r»: riduzione dei rifiuti all'origine, raccolta differenziata, riciclaggio. Si noti che tale formula funziona ovunque, basta volerlo. Funziona persino nella vituperata Campania. Laddove i Verdi, ad esempio, sono al governo - cito un piccolo centro come quello di Grumo Nevano -, si arriva al 65 per cento della raccolta differenziata. Sono una decina i comuni della Campania virtuosi e, quindi, non si tratta soltanto di un caso, di una mosca bianca.
Dopo tredici anni di fallimento non ci interessa più fare il gioco dello scaricabarile e della ricerca delle responsabilità che ricadono sulle spalle di tutti; faccio presente che noi Verdi abbiamo avversato il piano sia quando portava la firma di Rastrelli (AN), sia quando portava quella di Bassolino (DS).
Tutti dobbiamo capire che la chiave di volta per un ciclo corretto dei rifiuti e per un ritorno alla normalità è ben descritta - non lo ripeto in questa sede, avendo poco tempo - da pagina 33 a pagina 37 della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, approvata nella seduta del 13 giugno 2007, che indicaPag. 10le tappe fondamentali, che condividiamo in modo puntuale, per un ciclo integrato dei rifiuti, per lo scioglimento del nodo gordiano del cosiddetto ingorgo istituzionale, per la prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata, per la tutela della salute delle popolazioni locali (last but not least) e anche per prefigurare l'uscita dalla fase molto delicata che si aprirà con la fine del commissariamento.
Questo è l'obiettivo che ci siamo dati. Le polemiche lasciano il tempo che trovano; ormai dobbiamo lavorare perché le tappe fondamentali, delineate nel rapporto della Commissione, possano tradursi in realtà e a tale obiettivo noi del gruppo dei Verdi stiamo collaborando.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, mi riservo di intervenire nel prosieguo del dibattito.
PRESIDENTE. Sta bene.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Su un lutto del deputato Giuseppe Galati.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Giuseppe Galati è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Martedì 26 giugno 2007, alle 11:
1. - Svolgimento di interrogazioni.
(ore 15)
2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale (2480-A/R).
- Relatore: Meta.
3. - Seguito della discussione della mozione Leoni ed altri n. 1-00159 sulle iniziative in favore del popolo saharawi.
4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese (2161-A)
e delle abbinate proposte di legge: PEDICA ed altri; NICOLA ROSSI ed altri; LA LOGGIA e FERRIGNO (1505-1588-1688).
- Relatore: Giovanelli.
5. - Seguito della discussione delle mozioni Gibelli ed altri n. 1-00024, Capitanio Santolini e Volontè n. 1-00165, Bertolini ed altri n. 1-00168, Frassinetti ed altri n. 1-00169, Froner ed altri n. 1-00175 e Donadi n. 1-00197 sulla riorganizzazione del sistema scolastico italiano in relazione al fenomeno dell'immigrazione.
6. - Seguito della discussione delle mozioni Germontani ed altri n. 1-00186, Pellegrino ed altri n. 1-00188, Mura edPag. 11altri n. 1-00189, Fabris ed altri n. 1-00190, Volontè ed altri n. 1-00191, Pedrini ed altri n. 1-00194 e Dioguardi ed altri n. 1-00196 sulle misure di contrasto alla pedofilia.
7. - Seguito della discussione della proposta di legge:
FRANCESCHINI ed altri: Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari di cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti di regione e dei membri delle giunte regionali (1318-A).
- Relatore: Violante.
8. - Seguito della discussione della proposta di legge:
NICCHI ed altri: Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie della lavoratrice, del lavoratore, nonché del prestatore d'opera (1538-A).
- Relatore: Di Salvo.
La seduta termina alle 15,50.