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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 182 di martedì 3 luglio 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
La seduta comincia alle 9,20.
MAURO DEL BUE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bimbi, Bonelli, Brugger, Bruno, Cirino Pomicino, Cordoni, D'Alema, De Castro, Del Mese, Gamba, Garofani, La Malfa, Maroni, Mussi, Nardi, Oliva, Pinotti, Piscitello, Scajola, Stucchi, Villetti e Violante sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Su un lutto del deputato Linda Lanzillotta.
PRESIDENTE. Comunico che la collega Linda Lanzillotta è stata colpita da un grave lutto: la perdita del padre.
Alla collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente (ore 9,24).
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza, con lettera in data 2 luglio 2007, il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio):
«Conversione in legge del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria» (2852) - Parere delle Commissioni I, II, III, IV, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII, XIV e Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1566 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti (Approvato dal Senato) (A.C. 2826) (ore 9,25).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (vedi l'Allegato A della seduta del 28 giugno 2007 - A.C. 2826 sezione 3), nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (vedi l'Allegato A della seduta del 28 giugno 2007 - A.C. 2826 sezione 4. Per le proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato, vedi l'Allegato A della seduta del 28 giugno 2007 - A.C. 2826 sezione 5).
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, è inutile - anche se non del tutto - sottolineare che il Governo non riesce neanche ad adottare provvedimenti, divenuti necessari a seguito di situazioni emergenziali, senza fare ricorso al voto di fiducia.
Ciò non accade, certamente, perché sul tema dell'emergenza rifiuti - come è stata relativamente e impropriamente definita la questione oggetto del provvedimento al nostro esame - ci si sia imbarcati in una sorta di contrapposizione politica, come alcuni rappresentanti del Governo hanno voluto, in qualche modo, palesare falsamente all'opinione pubblica.
Ciò accade, invece, perché, soprattutto quando si tratta di affrontare provvedimenti che devono risolvere i problemi veri del Paese, dare risposte concrete e tradurre il potere di governare nell'arte di governare - saper, cioè, affrontare i problemi per risolverli e non per complicarli o rinviarli nel tempo! - il Governo manifesta non solo la sua totale incapacità a dare anche risposte elementari, che il Paese attende, ma addirittura la sua incapacità a immaginare come i problemi possano essere risolti concretamente.
Se l'emergenza rifiuti in Campania non rischiasse di diventare una vera tragedia per la popolazione - mi domando se solo per caso si tratti di una popolazione meridionale - sarebbe degna della trama di un film dell'indimenticabile Totò.
Infatti, basta leggere il provvedimento in discussione, per passare dalla scoperta dell'acqua calda alla proposta dell'assurdo. Prevedere che, con urgenza, siano reperiti nuovi siti nei quali stoccare i rifiuti prodotti quotidianamente appartiene alla ovvietà: è chiaro che se produciamo rifiuti questi debbano essere smaltiti. Risulta meno chiaro il fatto che anni di amministrazione di centrosinistra nelle grandi città campane e nella regione Campania abbiano convinto quei concittadini che i rifiuti si producono ma non si debbano smaltire a casa propria, bensì altrove.
Infatti, abbiamo assistito, negli anni, ad una sequela di «no» (non entro nel merito delle tematiche dei singoli sistemi di smaltimento dei rifiuti): il «no» ai termovalorizzatori, il «no» all'uso delle discariche già adibite a tale fine, il «no» alla creazione di nuove discariche, il «no» a qualunque ipotesi di smaltimento dei rifiuti, determinato da anni di una distorta cultura di diritti senza doveri che le amministrazioniPag. 3di colore omologo al Governo che oggi «sgoverna» il Paese hanno indotto in tali cittadini, i quali ritengono di avere il diritto di produrre rifiuti e di scaricarli nel resto del paese, in qualche altro luogo. Parlo da siciliano in quanto, a turno, è toccato anche a noi subire i cargo con i rifiuti campani.
Pertanto, per verificare se un'emergenza debba essere definita tale, consultiamo il vocabolario, il quale la definisce come ciò che, per un fatto imprevedibile, non determinato e non programmato, si viene a verificare per circostanze di caso fortuito o di forza maggiore.
Quando accade che, nel corso degli anni, un problema non venga affrontato, né risolto e si aggravi progressivamente, non ci si trova in presenza di una vera e propria emergenza, bensì di un'emergenza programmata, in base alla quale gestire, con la logica emergenziale che tutto consente, una serie di problemi che, invece, andrebbero gestiti con buonsenso.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SEBASTIANO NERI. Concludo, signor Presidente. Il paradosso dell'assurdo consiste nel riaprire la discarica di Difesa Grande per venti giorni, durante i quali il commissario procura altre cave. Mi spiegherete, in soli venti giorni, quale Mandrake possa riuscire a creare nuovi siti per lo smaltimento!
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
SEBASTIANO NERI. Tale modalità di affrontare i problemi, a mio avviso, è decisamente irresponsabile.
Per tali ragioni, la componente del gruppo Misto del Movimento per l'Autonomia voterà convintamente contro un Governo antimeridionalista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, anche il nostro gruppo, Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI, non voterà la fiducia posta dal Governo per la conversione in legge del decreto-legge recante interventi straordinari per superare l'emergenza rifiuti nella regione Campania, per molti motivi, tra i quali due in particolare.
In primo luogo, siamo politicamente e concettualmente contrari al Governo Prodi, al governo Bassolino e al sindaco di Napoli, Jervolino, i quali, ognuno per proprio conto, sicuramente non curano l'interesse della Campania, in generale, e della bella e famosa Napoli, in particolare.
In secondo luogo, questi tre personaggi politici, ovunque amministrino o governino portano male. Quando li si incontra e li si ascolta, bisogna toccare ferro. Ieri, alle 11,40, quando il Ministro per i rapporti con il Parlamento, il toscano Vannino Chiti, si è presentato in aula per proferire la frase di rito - per la diciannovesima o ventesima volta: non si contano più le volte che il Governo ha chiesto la fiducia - lo ha fatto con il volto addolorato e triste - perché anche i ministri si vergognano di questa incapacità di governare, affrontare e risolvere i problemi dell'Italia e degli italiani e, nel caso di specie, della Campania - indossando anche occhiali neri, che gli conferivano un aspetto spettrale (com'è la situazione dei rifiuti in Campania) o, meglio ancora, angosciante.
L'aspetto è stato notato anche dai colleghi della maggioranza e uno di loro, l'onorevole Evangelisti, lo faceva notare al Ministro Chiti stesso, con la battuta: «Ti manca il bastone bianco» alludendo alla possibilità di scambiarlo per un non vedente.
Sono sicuro che i ciechi politicamente vedono molto di più di Prodi, di questo Governo e dello stesso Ministro Chiti. Alla scenetta mancava un soggetto importante: il cane, il nobile cane per i ciechi; ebbene, improvvisamente il miracolo: il cane entra veramente e si affianca al Ministro Chiti. Non si tratta, però, del prezioso animale accompagnatore e amico dei disabili e deiPag. 4non vedenti, ma del pitt-bull azzannatore, cattivo e feroce divoratore di liberi professionisti, artigiani, commercianti, cittadini dediti alle arti e ai mestieri, lavoratori, impiegati e pensionati: era il Viceministro Visco, notoriamente amico «speciale» della Guardia di finanza, dell'economia creativa, delle cooperative rosse, dell'Unipol, delle banche, dei bancari e dei banchieri e, in particolare, di tutti quelli del Monte dei Paschi di Siena e di certi industriali simili a Luca Cordero di Montezemolo, che pretenderebbero ancora di dividere gli utili e socializzare le perdite.
Torniamo a questa vergognosa fiducia, al malaffare e ai malavitosi camorristi ancora protetti dal decreto-legge, con regista maximo Bassolino, governatore della Campania, con vittima sacrificale il Commissario Bertolaso (ormai, non si contano più le sue dimissioni o presunte tali), con il sindaco di Napoli, Jervolino, comparsa inconcludente in questa tragicomica commedia, ma anche con l'intervento da vero protagonista, nella commedia della «rifiutopoli» campana, del Ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio, in conflitto di interessi, per l'impostazione ideologica estremista nell'intera vicenda.
È proprio vero che al peggio non c'è mai fine, perché dopo la gestione bassoliniana, già di per sé angosciante, Napoli e la Campania non si meritavano veramente un Ministro dell'ambiente così devastante: come se avessimo nominato Dracula presidente dell'AVIS!
Eppure l'emergenza rifiuti in Campania ha raggiunto livelli di gravità estrema proprio a causa della diffusione di un estremismo ambientalista e irrazionale che ha portato ogni ente locale e la regione a rifiutare di farsi carico dello smaltimento dei rifiuti prodotti nel proprio territorio.
L'emergenza rifiuti si protrae da anni e ha portato allo sperpero di ingentissime quantità di denaro, miliardi di euro di denaro pubblico, senza avviare a soluzione problemi di fondo. Il ciclo dei rifiuti è infatti sostanzialmente bloccato per la mancanza di termovalorizzatori in numero adeguato, per il fallimento della raccolta differenziata, per l'accumulo di un'enorme quantità di ecoballe di pessima qualità e per la cecità politica di non aver preveduto l'obbligo, per ogni comune della Campania, di individuare siti per realizzare discariche al fine di smaltire i rifiuti prodotti nel comune stesso, chiudendo così il ciclo di tutti i rifiuti prodotti, come fanno tutte le altre regioni d'Italia.
La quindicennale emergenza dei rifiuti in Campania è arrivata, quindi, a un livello di gravità estrema, che testimonia il fallimento della gestione Bassolino e dell'impostazione ideologica estremista del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Non è accettabile il rifiuto di tutti gli enti locali campani alla localizzazione di discariche o di termovalorizzatori nel loro territorio che ha portato a spedire i rifiuti campani in Germania con costi pesantissimi e a formulare l'assurda proposta di inviare l'immondizia campana nella lontana Repubblica di Romania, ricevendo dalla stessa un risentito rifiuto.
L'irrazionale e irresponsabile gestione del ciclo dei rifiuti in Campania ha determinato l'accumulo di immondizia per le strade che, data alle fiamme dai cittadini esasperati, ha prodotto ulteriori danni per la salute a causa della produzione di diossina.
Il provvedimento in esame contiene esclusivamente misure occasionali, che non producono effetti significativi sulle vere cause dell'emergenza rifiuti e aiutano solo la camorra e gli amministratori loro amici.
Il decreto-legge deve prevedere un articolo unico: le dimissioni per legge del governatore Bassolino e di alcuni presidenti della provincia campana non capaci, non all'altezza, troppo collusi con la camorra, che li sostiene e li vota e che con loro fa affari d'oro, il cosiddetto «caro rifiuto».
In Campania abbiamo raggiunto un livello di guardia rosso, non solo per il colore delle giunte, ma anche per il pericolo tangibile della salute pubblica, per il diffondersi di malattie infettivo-diffusive, per la contaminazione chimica del suolo ePag. 5delle falde freatiche e per l'inquinamento dei prodotti dell'agricoltura e della zootecnia.
Lo stoccaggio dei rifiuti ha accelerato ovunque i processi di fermentazione nella stagione estiva per le alte temperature e, a causa degli incendi provocati dai cittadini esasperati, vengono prodotti ulteriori danni per la salute e l'ambiente, a causa del percolato, della fermentazione, dei prodotti chimici intermedi e della pirolisi (combustione incompleta), che producono un aumento esponenziale dei livelli di diossina nel suolo e nelle acque superficiali e profonde.
Concludo riprendendo il tema iniziale: questo Governo, con l'ennesima fiducia, il governatore Bassolino, per la disastrosa e angosciante gestione della politica dei rifiuti in Campania, che ha inferto ferite mortali al territorio e favorito gli interessi della camorra e delle cooperative rosse, e, infine, questo sindaco di Napoli, che sta cancellando la bellezza e la fama di questa città nel mondo e la sta rendendo tristemente famosa per l'accumulo dei rifiuti ovunque, non porteranno veramente male? Bisognerà veramente togliere il malocchio alla Campania?
Ormai, il detto profetico «vedi Napoli e poi muori» non è già riferito alle sue immense bellezze, ma alla morte fisica di chi frequenta, anche solo saltuariamente, i luoghi contaminati da inquinanti chimici, come la diossina, o batterici o, peggio ancora, prodotti della parziale combustione, molto cancerogena, o dal percolato, prodotto della fermentazione dei rifiuti che distrugge l'ambiente come Attila. È proprio vero! Dove passa Attila - Prodi e Bassolino - non cresce più l'erba!
Quindi, in conclusione, diciamo tre «no» a questo Governo, al governatore Bassolino e al sindaco di Napoli, ma diciamo un «sì» grande a elezioni immediate in Italia, in Campania e a Napoli, nell'attesa di sapere quando il commissario Bertolaso, vittima sacrificale, si ridimetterà. Ai posteri l'ardua sentenza (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Mese. Ne ha facoltà.
PAOLO DEL MESE. Signor Presidente, siamo chiamati ad esprimere la nostra fiducia al Governo su un disegno di legge di conversione di un decreto-legge che affronta, non certo per la prima volta, lo spinoso problema dell'emergenza rifiuti in Campania: tutti noi sappiamo che si tratta di una situazione particolarmente complessa e delicata sia per la necessità di garantire il corretto svolgimento dei compiti istituzionali nel settore dello smaltimento dei rifiuti, sia per la necessità di salvaguardare il diritto costituzionalmente garantito dei cittadini alla propria salute.
La necessità di ricorrere alla decretazione d'urgenza è palese: 250 mila tonnellate di rifiuti accumulati verso gli impianti ex CDR, 380 mila tonnellate accumulate verso i siti di stoccaggio provvisori, 300 mila tonnellate accumulate ancora per strada, per un totale di 950 mila tonnellate di rifiuti, in costante aumento.
Si tratta di una situazione estremamente negativa, che nuoce fortemente all'immagine del Paese, del Mezzogiorno e, soprattutto, della Campania, e che ormai è divenuta ingestibile: da anni la Campania è sottoposta a commissariamento, ma necessita di essere avviata verso un processo virtuoso di ritorno alla gestione ordinaria, che rappresenta, senza forse, la prima esigenza.
L'impossibilità di continuare a gestire in via straordinaria il settore dei rifiuti ci viene confermata dallo stesso Bertolaso, che recentemente ha espresso il desiderio di essere restituito in via esclusiva alle sue originarie funzioni di capo della protezione civile. Anche la questione relativa a Bertolaso va risolta una volta per tutte.
In questo senso, la scadenza del 31 dicembre, come termine per la fine dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti, deve rappresentare uno stimolo per tutte le istituzioni coinvolte affinché si individuino, da subito, le condizioni necessarie per il passaggio verso il regime ordinario, in quanto sarebbe veramente disastrosoPag. 6proseguire, per qualsiasi motivo, nella gestione commissariale.
È d'altra parte del tutto evidente che non giovano a nessuno le continue, interminabili recriminazioni sulle cause e le origini delle responsabilità in tale materia: si tratta di responsabilità complessive, frutto, molte volte, di scelte sbagliate nel passato che riguardano sia i Governi di centrodestra che di centrosinistra, per la mancanza di una programmazione organica che affronti e risolva concretamente tale grave situazione.
Il dato da cui partire è il fatto che ci si trova ancora in fase di emergenza - come testimoniano i rifiuti per strada, gli incendi dei cassonetti - con i connessi pericoli sul piano della salute dei cittadini. La conversione quindi del decreto-legge in esame rappresenta un atto dovuto, un passaggio necessario da compiere con l'obiettivo dichiarato di condurre la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania alla completa normalità e con l'auspicio che questo possa essere l'ultimo decreto-legge in materia; almeno, ce lo auguriamo.
Da questo punto di vista, un elemento estremamente positivo è dato dal coinvolgimento diretto delle province che vengono così responsabilizzate, tornando ad essere protagoniste attive di un sistema di governance integrata della gestione dei rifiuti.
La perenne conflittualità tra le istituzioni straordinarie di territorio, la struttura autonoma avulsa dalle strutture ordinarie della lunga gestione commissariale, infatti, hanno reso ancora più difficile e complesso il superamento delle criticità esistenti, paralizzando di fatto l'azione dei commissari e facendo emergere l'esigenza di superare del tutto l'attuale impianto legislativo e di restituire ai territori le competenze e i poteri necessari per affrontare l'ordinaria gestione, con scelte chiare e definite, precisando in modo rigoroso le funzioni assegnate ai diversi livelli decisionali al fine di evitare duplicazioni di competenze e di attribuzioni, forse anche individuando forme nuove di responsabilizzazione delle autorità locali che consentano loro di agire con massima celerità e in completa autonomia.
Persino le proteste delle popolazioni devono essere viste come uno stimolo, non come un ostacolo in tale direzione, in quanto sono espressione delle condizioni di gravissimo disagio di quelle comunità, che non chiedono altro che riaprire un dialogo costruttivo con le istituzioni.
Tuttavia, ciò non è sufficiente. Occorre anche garantire l'effettivo superamento dell'emergenza, attraverso una vigilanza diretta a contrastare l'azione della criminalità organizzata che continua ad alimentare il mercato illecito dei rifiuti che trova il suo terreno fertile proprio nella condizione di perenne difficoltà della gestione del sistema integrato.
Nella stessa direzione ci spinge d'altronde anche la procedura di infrazione aperta contro l'Italia, tra le tante a dire il vero, dall'Unione Europea che evidenzia il rischio di diffusione di malattie e di inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, con grave preoccupazione per la salute umana e per l'ambiente, sottolineando come la situazione in Campania sia una palese violazione della direttiva quadro sui rifiuti, che impone agli Stati membri di prendere tutte le misure necessarie per impedire che i rifiuti vengano abbandonati, riversati o smaltiti in modo incontrollato.
Per tutte queste ragioni il gruppo Popolari-Udeur ritiene necessario voltare subito pagina, per rilanciare lo sviluppo del territorio della regione Campania e nonostante le contraddizioni che emergono dall'analisi del provvedimento in esame, manifestiamo la nostra fiducia al Governo, nella convinzione che questo sia, al momento, l'unico strumento che ci consente di evitare ulteriori difficoltà e ritardi nel superamento della fase emergenziale (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pellegrino. Ne ha facoltà.
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con dispiacere siamo chiamati ad esprimere un voto di fiducia su un provvedimento, come il decreto-leggePag. 711 maggio 2007, n. 61, indispensabile dopo la nuova emergenza dei rifiuti in Campania. Certo, in modo responsabile non abbiamo problema ad affermare che si tratta di un decreto-legge con dei limiti e delle imperfezioni; ma ci saremmo aspettati, da parte dell'opposizione, un senso di responsabilità maggiore, soprattutto di fronte ad una situazione emergenziale che ha messo letteralmente in ginocchio i cittadini campani.
Di fronte a tale grave situazione, la demagogia, le strumentalizzazioni, la retorica non servono assolutamente a risolvere i problemi dei cittadini campani. Anzi, sicuramente contribuiscono ad aumentare la sfiducia e lo scetticismo nei confronti delle istituzioni e della politica. È arrivato il tempo di agire in modo concreto, di far sentire la presenza della politica e delle istituzioni, di mostrare che siamo ancora capaci di affrontare e di risolvere i problemi della gente.
Ormai i cittadini campani conoscono bene le responsabilità e ciò che si aspettano da noi sono risposte concrete, capaci di ridare dignità a popolazioni che non meritano queste umiliazioni.
A dirlo siamo proprio noi Verdi che, in tante circostanze, abbiano assunto una posizione fortemente critica sugli aspetti che riguardavano la gestione dei rifiuti in Campania: in particolare, è da anni che denunciamo la truffa subita dai cittadini campani da parte della Fibe. Oggi, vi è ancora qualcuno che finge di meravigliarsi di fronte al giudizio espresso dalla magistratura: ci è stato addirittura fatto credere che le ecoballe potessero rappresentare una fonte di ricchezza; in realtà, sono stati lasciati sui nostri territori cumuli di balle, rifiuti impacchettati che oggi non solo contribuiscono ad alimentare la crisi, ma rappresentano un vero e proprio rischio ambientale e, dunque, un rischio per la salute dei cittadini campani. È questa l'unica, vergognosa ricchezza che ci è stata lasciata.
È da anni che noi Verdi parliamo di riduzione della produzione di rifiuti, di incentivi al riuso, di inertizzazione dei rifiuti, di nuove e più avanzate tecnologie per lo smaltimento dei medesimi, della realizzazione di impianti di compostaggio, dell'utilizzazione degli inerti per bonificare e chiudere le moltissime cave sequestrate alla camorra presenti sul territorio campano, molte delle quali sono ancora gestite dalla camorra stessa. È molti anni, ancora, che parliamo di raccolta differenziata: proprio in tema di raccolta differenziata, occorre ricordare che, nei comuni campani nei quali essa viene effettuata in percentuali significative, l'emergenza rifiuti non si è assolutamente avvertita. Tutto ciò oggi non è più una fantasia dei Verdi, ma è una necessità assoluta.
In quest'aula, qualcuno ha avuto anche il coraggio di criticare il Ministro dell'ambiente ed i Verdi per la posizione assunta sulla discarica di Serre. Desidero in proposito ricordare che, proprio nel caso di Serre, abbiamo assistito ad uno degli esempi più belli e significativi di come una comunità ha collaborato con le istituzioni, al fine di individuare sul proprio territorio una valida ed altrettanto efficiente alternativa alla discarica indicata dal Commissario Bertolaso, dicendo ovviamente e naturalmente «no» al tentativo di imporre una discarica in un'oasi protetta. Contro mille ostacoli, così, ci siamo adoperati per andare incontro alle esigenze dei cittadini, preoccupandoci di tutelare una simile oasi protetta.
Da ieri, dunque, la discarica di Macchia Soprana è funzionante, nonostante i tanti proclami sull'impossibilità di aprirla effettuati sulla base di pure e semplici invenzioni. In proposito, trovo grave che alcuni esponenti del centrodestra, proprio in questi giorni, abbiano parlato di un terreno non adatto per la realizzazione di una discarica: ricordo, infatti, che le perizie tecniche hanno evidenziato la presenza di un terreno argilloso, esattamente identico a quello di Valle della Masseria.
Di fronte a tale gratuito ostruzionismo, questi colleghi parlamentari farebbero bene a chiedersi che cosa abbia fatto il centrodestra, nei cinque anni in cui è stato al Governo, per aiutare la Campania ad uscire dal commissariamento e cosa abbia fatto il Ministro dell'ambiente del centrodestraPag. 8per riqualificare i territori campani devastati e degradati dal punto di vista ambientale. Un simile atteggiamento ostruzionistico, strumentale, demagogico e certamente non costruttivo né propositivo, che ha costretto il Governo a porre la fiducia sulla conversione in legge del decreto-legge in esame, non rappresenta certamente una bella pagina per la nostra politica e per il nostro Parlamento.
Per quanto riguarda la vicenda di Serre, noi Verdi abbiamo offerto un contributo estremamente concreto, aiutando il Commissario Bertolaso a recuperare uno spirito di collaborazione e di concertazione con la comunità di Serre, per arrivare alla definizione di un sito alternativo: siamo certamente orgogliosi di essere riusciti nel nostro obiettivo. Ciò dimostra, qualora ve ne fosse bisogno, che le imposizioni nei diversi territori alimentano solo disordine e sfiducia da parte dei cittadini verso le istituzioni: se oggi in Campania vi è un clima di grande scetticismo fra i cittadini, infatti, è perché troppe sono state negli anni le promesse fatte e non mantenute!
Dopo tredici anni di commissariamento, assistere ancora ad una situazione di piena emergenza nei territori campani è l'evidente dimostrazione del fallimento delle strutture commissariali: ecco perché noi Verdi siamo convinti che occorrerà al più presto arrivare ad una gestione dei rifiuti ordinaria, attribuendo la responsabilità agli organi democraticamente eletti e non a strutture commissariali composte da persone di nomina varia che non hanno fatto altro che alimentare l'emergenza, creare situazioni clientelari ed aumentare a dismisura lo sperpero di denaro pubblico. Se poi a tutto questo si aggiunge il forte condizionamento della criminalità organizzata - o meglio il notevole interesse, da parte della camorra, che ha visto nell'emergenza rifiuti una fonte di guadagno - si può allora capire ancor di più la ragione per cui oggi vi sono cumuli di spazzatura sulle nostre strade.
È evidente che, nonostante ciò, non possiamo pensare che non vi siano state responsabilità della politica: scelte sbagliate, assenza di una adeguata programmazione per lo smaltimento dei rifiuti, mancati investimenti per utilizzare tecnologie più avanzate e con basso impatto ambientale, assenza di programmazione di investimenti per realizzare una vera raccolta differenziata, assenza di una politica per il riuso e di incentivi per le industrie del riciclo, mancanza di controlli e di verifica sulle attività delle diverse strutture commissariali che si sono alternate negli anni, assenza di una programmazione di bonifiche nei territori campani e, infine, il fatto di aver pensato che i rifiuti potessero addirittura rappresentare una fonte di ricchezza, investendo e credendo negli impegni assunti dalla Fibe.
Sicuramente tali elementi rappresentano una parte significativa di errori commessi dalla politica nel suo complesso e non dal centrosinistra o dal centrodestra.
Il nostro augurio e, nello stesso tempo, il nostro impegno è che si giunga, al più presto, a chiudere tutte le forme di commissariamento, rivelatesi incapaci di affrontare e risolvere i problemi per i quali esse sono state istituite.
Ma, nonostante la situazione si presenti grave e drammatica, la Campania e i cittadini campani vogliono reagire e noi, come istituzioni, abbiamo il dovere di stare dalla parte dei cittadini, smettendola con le contrapposizioni sterili che, ormai, disgustano tutti i cittadini italiani.
Per tali motivi, noi del gruppo dei Verdi, con la nostra cultura di un ambientalismo tante volte del «sì» e qualche volta del «no», ma sempre ed esclusivamente a tutela dell'interesse e del bene dei cittadini, esprimiamo un voto favorevole sulla questione di fiducia e voteremo a favore anche del decreto-legge al nostro esame, con l'augurio che mai più, in quest'aula, si debba parlare di emergenza rifiuti in Campania e in qualsiasi altra regione d'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, Italia dei Valori e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Angelis. Ne ha facoltà.
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GIACOMO DE ANGELIS. Signor Presidente, partirei, in questo mio breve intervento, da una considerazione: siamo chiamati, questa mattina, ad esprimere il nostro consenso o meno sulla richiesta di fiducia da parte del Governo. Credo, però, che, prima di arrivare a ciò, sia utile rimarcare fortemente un giudizio nei confronti del decreto-legge in discussione.
Questo secondo decreto-legge, che convertiremo in legge, pone una questione drammatica, quella dei rifiuti e dell'emergenza rifiuti, ma, anche, dell'emergenza sanitaria nella regione Campania.
Vorrei suggerire al Governo che non possiamo continuare ad andare avanti con decreti-legge successivi, poiché si avverte la necessità - e credo che il Governo debba essere impegnato in prima persona - di porre le condizioni per uscire, sia pure in modo graduale, dall'emergenza attuale.
Il nostro gruppo avrebbe preferito - e lo abbiamo dichiarato anche in Commissione - discutere in merito al decreto-legge in esame: si tratta, infatti, di un provvedimento che non ci convince del tutto e che, dopo le modifiche apportate al Senato, alcune anche interessanti, forse avremmo avuto bisogno di discutere ulteriormente, per migliorarlo ancora di più.
Credo che sicuramente - ma, ripeto, il Senato ha svolto un buon lavoro - determinate questioni, e ne citerò solo alcune, siano rimaste ancora sospese e da affrontare.
In primo luogo, si pone la questione dell'individuazione delle discariche o, come ricordava nel corso della discussione sulle linee generali lo stesso relatore, il problema di individuare le discariche per uscire dall'emergenza.
Credo che, in merito a quel problema, chi aveva il compito di risolverlo non abbia svolto un lavoro eccezionale; anzi, ha creato ancora di più dissapori nelle comunità che sono già tartassate dall'annoso problema dei rifiuti. Forse, avremmo potuto ragionare più adeguatamente e lavorare, individuando soluzioni migliori, a fronte dell'attuale emergenza.
Inoltre, in merito al problema relativo alle tariffe, che molti colleghi hanno affrontato anche nella fase della discussione sulle linee generali del provvedimento, in Campania siamo di fronte ad una situazione particolare, dove il giusto appello di pagare le tasse per i rifiuti viene lanciato in una situazione in cui il servizio è completamente carente e si è creata una completa sfiducia fra i cittadini campani - o in molte zone della Campania - con riferimento all'erogazione di tale servizio a fronte del pagamento di una tariffa per i rifiuti che in altre condizioni dovrebbe essere normale e giusto.
Credo che su tale aspetto il Governo debba sentirsi impegnato a riflettere, ad individuare il sistema per uscire anche da questa situazione in modo positivo.
Inoltre, vi è la questione dei consorzi: è stato affermato che i consorzi di bacino, istituiti per organizzare meglio la raccolta differenziata e perciò per uniformare il ciclo in un unico procedimento, sicuramente erano adeguati. Ma ci troviamo in una situazione particolare in cui essi, costruiti e formalizzati in questi anni, in parte sono commissariati. Tuttavia, l'aspetto ancora più grave è rappresentato dai consorzi di bacino oberati da debiti, con il rischio - poiché abbiamo stabilito nel decreto-legge il vincolo che i comuni sono tenuti ad utilizzare i consorzi di bacino - di trovarci in una situazione paradossale. Anche in tale circostanza si può determinare di nuovo un'interruzione su un aspetto che riteniamo fondamentale e che fino ad oggi non è stato perseguito, ossia il potenziamento e l'avvio ordinario della raccolta differenziata.
Poi vi sono alcuni argomenti - li vorrei puntualizzare - che creano perplessità in merito al provvedimento in esame. Ovviamente, vi è una situazione nuova. Ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sulla conversione in legge del decreto-legge in esame. Capiamo l'origine delle motivazioni adottate, anche se molto stringate.
Ci troviamo ancora di fronte ad una situazione fortemente a rischio, dove continuano - anche se suscitano minore interesse - i roghi in molte realtà dellaPag. 10periferia di Napoli e della provincia. Sapete bene che tale situazione può causare un altro danno, ancora più grave, sulla salute pubblica, a causa della produzione di quantità enormi di diossina, con il rischio - molto grave - che essa rientri nel ciclo alimentare. Ed è possibile che ciò avvenga! Vi è un esempio molto recente rappresentato dalla situazione di Acerra: l'abitudine di bruciare rifiuti, soprattutto quelli provenienti dall'agricoltura, ha prodotto in vaste zone l'accumulo di diossina.
Credo che le motivazioni date ci abbiano convinto a modificare il nostro giudizio sul provvedimento in esame.
Voglio far presente al Governo che le dichiarazioni rilasciate dal dottor Bertolaso, in cui lo stesso si è mostrato molto sfiduciato a causa delle difficoltà che incontra nello svolgere il suo lavoro, ci creano dubbi. Noi, ovviamente, speriamo che si possano superare queste difficoltà, anche perché, in caso contrario, si determinerebbe una situazione di ulteriore insicurezza per tutto territorio della regione Campania.
Credo che Bertolaso possa aiutarci a uscire dall'emergenza. Nel provvedimento in esame vi sono disposizioni che rappresentano segnali forti per metterlo in condizione di andare avanti per superare questo disastro. Risultano infondate, inoltre, le dichiarazioni dell'opposizione in base alle quali Bertolaso è vincolato ad un rapporto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Credo che le dichiarazioni del Ministro Pecoraro Scanio, da questo punto di vista, abbiano fugato definitivamente qualsiasi dubbio. Egli ha offerto la sua piena disponibilità e collaborazione al dottor Bertolaso per risolvere questa emergenza.
Ciò premesso, credo che il provvedimento in esame rappresenti un secondo momento importante al fine di superare gradualmente la crisi dell'emergenza rifiuti in Campania.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIACOMO DE ANGELIS. Concludo Presidente. Dopo aver convertito in legge il decreto-legge in esame, occorre - questo lo voglio dire al Governo - creare le condizioni per un'uscita graduale dall'emergenza. Sono necessari un impegno e un'attenzione più forti dal parte del Governo, perché credo che, con tutti i disastri che sono stati prodotti, la Campania da sola non possa farcela. Soltanto con un'azione sinergica tra Governo ed enti locali e con la collaborazione dei cittadini si potrà uscire da questa emergenza.
Alla luce di queste considerazioni, tralasciando alcuni dubbi sull'efficacia di alcune disposizioni contenute nel provvedimento in esame, il gruppo dei Comunisti Italiani voterà a favore della fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, signor Ministro, signor sottosegretario, il gruppo La Rosa nel Pugno si sente fortemente responsabilizzato sui problemi che discendono dall'emergenza rifiuti in Campania e nella città di Napoli.
Abbiamo il dovere politico e morale di ridare fiducia ai cittadini campani e di rilanciare l'immagine di una bellissima regione, che, in questi ultimi tempi, è stata sottoposta a tensioni e ha offerto al mondo uno spettacolo certamente non bello.
Abbiamo la necessità di ridare fiducia ai cittadini, che l'hanno persa in questi tredici anni di emergenza continua dei rifiuti. Una fiducia che non riguarda semplicemente il centrosinistra, ma riguarda le istituzioni e quindi il centrosinistra e il centrodestra che in questi tredici anni hanno governato la regione Campania. I cittadini non credono più nella politica e nelle istituzioni. Soltanto il richiamo del Presidente della Repubblica ha fatto in modo che i cittadini potessero accettare soluzioni che consentono di andare avanti in un percorso che - come dicevo - ci deve vedere impegnati a risolvere questo annoso problema.
Il provvedimento in esame pone all'attenzione, sia del centrodestra sia del centrosinistra,Pag. 11le modalità con cui tentare di risolvere tale emergenza rifiuti. Siamo anche noi dell'avviso che tale decreto-legge porti in sé questioni che potevano e dovevano essere discusse al fine di dare più spessore e creare le condizioni idonee a superare, in tempi abbastanza rapidi, l'emergenza rifiuti e ritornare alla normalità nella gestione dello smaltimento degli stessi.
Di tale provvedimento contestiamo, ad esempio, le modalità con cui è stato definito lo schema di individuazione di nuove discariche, che penalizza quei cittadini che hanno già patito in tempi passati le aperture di tali discariche; faccio riferimento, in modo particolare, ai cittadini irpini. Tale schema prevede la realizzazione di nuove discariche nelle stesse aree, confinanti con altre regioni di cui bisogna chiedere ed ottenere il consenso.
I problemi investono anche le aree protette, mentre altri, giustamente sollevati dai colleghi che mi hanno preceduto, riguardano i consorzi di bacino. Riscontriamo nel provvedimento anche aspetti positivi come, ad esempio, la nomina dei sub-commissari, individuati nelle persone dei presidenti delle province i quali, in questo difficile momento, hanno mostrato la capacità di assumersi grosse responsabilità. Cito per tutti il presidente della provincia di Caserta e il sindaco di Salerno, amministratori locali che si assumono responsabilità al fine di superare un'emergenza oggettivamente difficile.
Come evidenziato dai colleghi, l'emergenza rifiuti in Campania fa registrare 950 mila tonnellate di rifiuti e 5 milioni di ecoballe. Si tratta di un problema serio che è stato affrontato anche dalla Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, la quale ha individuato, in un documento approvato dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione un percorso che consente di giungere rapidamente alla predisposizione di un sistema ordinario di smaltimento dei rifiuti che consentirà di superare l'emergenza e, soprattutto, di defenestrare anche la cosiddetta ecomafia.
Nonostante le difficoltà che il provvedimento in esame pone - evidenziate dalla questione di fiducia che il Governo ha posto su di esso nella giornata di ieri - il gruppo della Rosa nel Pugno voterà convintamente la fiducia al Governo, perché questi possa portare avanti le iniziative politiche che sta predisponendo in questi giorni.
Va posto in rilievo con forza come il Governo attuale sia riuscito nell'arco di un anno soltanto a rideterminare le condizioni sociali, politiche ed economiche, che il Governo Berlusconi in cinque anni aveva sostanzialmente dilapidato. Abbiamo superato le difficoltà di bilancio e rimesso in ordine i conti. Stiamo attuando una politica attiva che rilancerà sia il sistema sociale sia la competitività delle aziende e il sistema Paese.
Un rilancio necessario dopo il disastroso Governo di centrodestra che ha creato, in questo Paese, grandi disparità che agevolavano soprattutto i più ricchi, facendo diventare i poveri ancora più poveri. La nostra coalizione di centrosinistra non presenta contraddizioni, ma al contrario l'esaltazione delle diverse culture: essa ha la consapevolezza di guidare il Paese.
Il nostro Paese è squilibrato, avendo subito effetti sociali devastanti, ed ha bisogno di recuperare una sua credibilità a livello internazionale. Ciò è quanto noi stiamo facendo con determinazione proprio perché siamo convinti di poter restituire dignità e prospettive ai cittadini italiani.
Per tutti questi motivi il gruppo della Rosa nel Pugno, come dicevo precedentemente, voterà convintamente la fiducia al Governo, in modo che esso possa rispettare gli impegni assunti, nei confronti degli elettori, nel programma elettorale.
Questi sono i motivi per i quali voteremo «sì». Voteremo, pertanto, a favore di questo provvedimento, nonostante le considerazioni che ho espresso in precedenza; e voteremo «sì» alla fiducia dando così, come detto, la possibilità al Governo di portare avanti il proprio programma, per il bene dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori ritiene urgente ed indispensabile approvare immediatamente il decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, nonostante lo stesso presenti in alcuni punti della stesura attuale, dopo le modifiche del Senato, qualche zona d'ombra.
In primo luogo, vi sono motivi dell'urgenza. Nel decreto-legge in esame sono contenute delle risposte alle esigenze immediate della Campania: l'articolo 1 individua, infatti, i siti di quattro discariche ubicate nelle province campane (che, evidentemente, potevano anche essere stabiliti da una legge regionale ma, considerata la sua mancanza, il decreto-legge ha provveduto per suo conto). Sulla crisi dei rifiuti in Campania, inoltre, l'Unione europea ha già avviato nei confronti del nostro Paese una procedura di infrazione. È necessario, quindi, dare delle risposte sia ai cittadini campani, sia all'opinione pubblica nazionale, sia all'Unione europea.
Occorre provvedere rapidamente; il decreto-legge contiene, infatti, anche altre misure indispensabili in questo momento. In particolare, vi è la previsione di un piano, che definirei «stralcio», da realizzare ad opera del Commissario delegato. La Campania ha bisogno di un piano regionale di smaltimento dei rifiuti se vuole affrontare i problemi dell'impiantistica che, senza tale piano, risulterebbe inattuabile.
È evidente che la situazione di urgenza consiste in giorni e in ore. Naturalmente, la realizzazione delle discariche previste dal decreto-legge provvederebbe a ciò, oltre a quanto il Commissario sta già facendo.
Ritengo che sia stato fatto un errore nell'abbandonare la grande possibilità che offriva la discarica di Serre, in contrada Masseria, e scegliere un'altra discarica, molto più piccola; la prima discarica poteva contenere, infatti, due milioni di tonnellate di rifiuti e avrebbe risolto il problema per un lungo periodo di tempo, mentre la seconda e le altre che si tenta di riaprire, possono contenere un numero di tonnellate molto inferiore. Ciò significa che il Commissario delegato è stato messo in grave difficoltà.
Per tale ragione ritengo che, all'interno del decreto-legge, vi sia una modifica introdotta dal Senato su cui bisogna intendersi. Mi riferisco alla previsione del piano «stralcio» regionale dei rifiuti rispetto al quale il Commissario delegato deve operare d'intesa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il problema non è trovare un'intesa con un Ministro (con il quale ci si può intendere anche con una telefonata), ma con un Ministero, che è una struttura ampia; vi è, pertanto, il rischio di perdere tempo prezioso e, quindi, di non rispondere all'esigenza, affrontata dal decreto-legge, di provvedere con urgenza. A tale riguardo il Ministro si è già pronunciato; da ciò si può dedurre che non vi saranno tempi lunghi. È necessario, tuttavia, che in tempi brevissimi, giorni ed ore, il Ministro e il Commissario stabiliscano tale intesa sul piano che sarà presentato da Bertolaso.
È necessario però, fin da adesso, affrontare il problema che il decreto-legge tenta di risolvere; ossia di avviarsi verso la fine dell'emergenza mediante l'attuazione del piano menzionato con il consenso della popolazione e, soprattutto, con l'appoggio dello Stato che in questo momento si rende disponibile ad agevolare il superamento dall'emergenza rifiuti con una serie di proposte contenute all'interno del provvedimento in esame.
La ragione per cui noi voteremo a favore della fiducia attiene proprio al fatto che questo decreto-legge, se convertito subito, aiuta ad uscire dall'emergenza, proprio in virtù del piano che il Commissario è delegato a predisporre. Se ciò è vero, non vedo quale sia l'alternativa ad una situazione di tal genere, e non vedo nemmeno quale potere possa esercitare il Commissario se il Parlamento e il Governo non glielo attribuiscono, in modo tale che possa agire senza intralci e senza perdere tempo.Pag. 13
Concludo osservando che il decreto-legge prevede non solo un rafforzamento dei poteri del Commissario, ma anche una delega ai presidenti delle province che sono nominati subcommissari. È chiaro che ciò significherà che anche la legislazione della regione dovrà adeguarsi a tale previsione perché i subcommissari non possono terminare il loro mandato immediatamente; dopo il 1o gennaio 2008 devono continuare ad operare come presidenti delle province, e quindi come responsabili degli ATO, nell'ambito dei quali lo smaltimento dei rifiuti deve avvenire per ogni provincia. È ciò è quanto stanno facendo alcune delle province più virtuose. Se alcune province sono più virtuose è bene che il decreto-legge abbia previsto che esse possano superare l'emergenza anche senza attendere le altre province o l'intera regione.
Tali novità, accompagnate da possibili altre iniziative da parte del Governo, come quella di realizzare un accordo quadro di programma, possono aiutare la Campania in questo frangente difficile. Credo, altresì, che la prima base per raggiungere l'obiettivo sia quella, come detto, di approvare il decreto-legge rapidamente per poter andare verso il superamento dell'emergenza campana dei rifiuti.
Ringrazio il Presidente, sperando che si approvi rapidamente il disegno di legge di conversione - anche se attraverso un sistema difficile da spiegare, come quello della posizione della questione di fiducia - per il bene della popolazione campana e per la salute della regione, anche al fine di ridurre i disagi dei visitatori, dei turisti e dei cittadini in generale. Perciò sosterremo in maniera convinta il Governo e voteremo a favore della questione di fiducia che esso ha posto (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Aurisicchio. Ne ha facoltà.
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, il gruppo della Sinistra democratica voterà la fiducia posta dal Governo sulla conversione in legge del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, avente ad oggetto interventi urgenti per superare la grave emergenza rifiuti in Campania.
Voteremo a favore della fiducia nonostante siano presenti, nel decreto-legge, punti che non ci hanno convinto pienamente, che abbiamo puntualmente evidenziato nel corso del dibattito. Mi riferisco alla facoltà, concessa al Commissario delegato, di requisire siti (anche se soggetti a sequestro della magistratura) ed alla insistita volontà di puntare sui consorzi di bacino (che si sono rivelati in questi anni veri e propri «carrozzoni» inefficienti e clientelari, a discapito degli ATO, previsti dalla nuova e recente legge regionale). Mi riferisco, inoltre, al ruolo subalterno e prettamente esecutivo assegnato ai presidenti delle province nell'ambito del provvedimento ed al rischio di addossare sui cittadini - il che ci preoccupa molto - a partire dal 1o gennaio 2008, i costi dell'emergenza e il peso degli sprechi.
Voteremo la fiducia perché siamo convinti che sia necessario porre fine al più presto ai disagi e alle sofferenze dei cittadini. La presenza di cumuli di immondizia per le strade, con il pergolato che cola e le esalazioni maleodoranti, costituisce un insopportabile oltraggio, che offende la dignità delle popolazioni campane e che, considerata la stagione e le alte temperature di queste settimane, costituisce un concreto rischio di catastrofe sanitaria. Quei cumuli devono essere rimossi e occorre fare tutto ciò che è necessario per preservare la salute pubblica e la civile convivenza.
La maggioranza parlamentare, perciò, deve svolgere il ruolo che le compete, sostenendo lo sforzo del Governo per uscire dalla tragica emergenza in atto. È necessario conferire al commissario delegato i poteri di cui ha bisogno per operare, nel quadro, però, di una collaborazione istituzionale, in primo luogo con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e, in secondo luogo, con le istituzioni locali.
Occorre favorire, inoltre, il rientro nell'ordinario a partire dal 1o gennaio 2008:Pag. 14da questo punto di vista il decreto-legge assegna al Commissario novanta giorni di tempo per definire, d'intesa con gli altri soggetti istituzionali coinvolti, un nuovo piano per i rifiuti, in grado di garantire normalità di gestione e, soprattutto, tranquillità alla popolazione della Campania.
Occorre, pertanto, rilanciare il ruolo dei sindaci e dei presidenti delle province, che dovranno diventare i futuri commissari dell'ordinario e valorizzare i luoghi democratici delle assemblee elettive - consiglio regionale e consigli provinciali - dove il confronto delle posizioni politiche in merito alle scelte da compiere deve avvenire in massima trasparenza.
Il modo attraverso il quale uscire dalla grave emergenza in atto è, infatti, un tema di squisito carattere politico: non è una questione tecnica, né neutra rispetto alla politica. Primaria rilevanza politica assume, inoltre, il tema del superamento delle gestioni commissariali in materia di rifiuti. Esse, come ha evidenziato la Corte dei conti, sono venute meno proprio nelle funzioni per le quali erano state istituite: non hanno saputo ottenere apprezzabili risultati né nella costruzione delle soluzioni impiantistiche, né ai fini di un effettivo decollo della raccolta differenziata.
Non hanno conseguito una più efficace applicazione della disciplina ambientale né hanno garantito trasparenza e concorrenza nell'affidamento degli appalti. Infine, non hanno costituito una barriera impenetrabile nei confronti della criminalità organizzata.
I commissari hanno agito, insomma, nell'esclusiva logica della perpetuazione dell'emergenza, accumulando disservizi e sprecando ingentissime risorse: 1,8 miliardi di euro, il 21 per cento dei quali spesi per stipendi e funzionamento delle sedi.
In Campania la struttura commissariale si perpetua dal 1994 ed ha visto avvicendarsi nella direzione prefetti e presidenti di regione: il risultato è che ancora non sono stati realizzati gli impianti previsti, né è stata organizzata un'efficiente raccolta differenziata.
Di fatto, tutta la produzione giornaliera dei rifiuti - che è pari a 7.200 tonnellate - ha come destinazione obbligata le discariche o gli impianti di CDR. In tali condizioni, non vi può essere sistema di impianti in grado di funzionare. Sta qui la causa principale del lungo perdurare dell'emergenza in Campania, ed è qui che deve incidere con forza il nuovo piano per i rifiuti che dovrà essere varato.
Il lavoro compiuto al Senato è stato positivo: rispetto alla stesura originaria il testo è stato migliorato, anche con il concorso dell'opposizione, e sono state accolte le richieste delle popolazioni di Parapoti, di Terzigno, di Ariano Irpino, in ordine ai tempi ed alle modalità di utilizzo delle discariche.
Di fronte alla manifesta volontà del centrodestra di ricorrere all'ostruzionismo per vanificare la conversione in legge del decreto-legge, non è rimasta altra strada che la posizione della questione di fiducia, alla quale, come detto, il gruppo Sinistra Democratica Per il Socialismo europeo risponderà con voto favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, colleghi, il gruppo Lega Nord è contrario all'ulteriore, diciannovesima questione di fiducia che è stata posta e che verrà votata tra poco, imposta alla propria maggioranza, che è divisa, ed a tutto il Parlamento che subisce l'impotenza del Governo nazionale ed anche di quello locale campano.
Avete imposto il Commissario straordinario e non lo sostenete. Nelle piazze, in modo particolare, troppi sono i vostri parlamentari che si oppongono e si agitano come «capipopolo» per meri fini elettorali e troppi sono i vostri amministratori incapaci, che arrecano un grave danno alla Campania, ma non solo: anche all'intero Paese.Pag. 15
Non sostenete il Commissario in Assemblea perché il decreto-legge in esame è debole nel merito e inopportuno come tempistica. Non accettate il confronto in aula in quanto sapete di essere divisi al vostro interno sulle decisioni fondamentali, quali la scelta dei siti per le discariche, la realizzazione di inceneritori, la raccolta differenziata porta a porta «spinta», il taglio definitivo delle clientele, che avete creato in tanti anni di amministrazione locale.
Infine, la collusione con la camorra - lo sappiamo tutti, lo avete dichiarato anche voi - è palese ed evidente, e non volete superare questa impasse, che crea una delle peggiori questioni a livello nazionale.
Non accettate il confronto in Assemblea per non mettere in imbarazzo i parlamentari del nord del vostro schieramento, che ovviamente apprezzano ed hanno apprezzato, in questi ultimi anni, la gestione dei rifiuti da parte degli amministratori di rappresentanze politiche quali la Lega Nord.
Il 10 luglio 2007 la Legambiente, associazione del settore di centrosinistra, con chiara «marcatura» di centrosinistra, premierà un presidente di consorzio leghista, per aver ottenuto il miglior risultato di raccolta differenziata in tutto il Paese. La raccolta differenziata in questo consorzio - che non nomino - è pari, se non maggiore, al 70 per cento. È chiaro che, effettuando una raccolta differenziata di tale livello, vi trovereste già realizzate, di fatto, varie discariche.
Quindi, non occorre pensare ad altre discariche.
Pensate solo a come organizzare al meglio il vostro Partito Democratico, che tra i suoi quarantacinque saggi ha anche inserito il nome del presidente della Campania Bassolino: auguri! Intanto, i rifiuti rimangono sulle strade.
In Assemblea e soprattutto nelle Commissioni della Camera e del Senato avremmo potuto completare e migliorare il provvedimento normativo in esame, avremmo potuto migliorare lo scempio che avete proposto e sul quale non avete voluto confrontarvi nel merito delle questioni. La vostra cultura contempla esclusivamente l'esercizio del potere e non il confronto per recepire positivamente le esperienze di altre realtà. Preferite avanzare proposte quali lo smaltimento dei rifiuti in Romania o nel nord Italia con spese a carico di tutti i cittadini, anche di quelli del nord.
Avevamo chiesto di essere presenti in Assemblea, ma ci è stato vietato per altri motivi; ciò ci dispiace davvero. Al Senato abbiamo compiuto un lavoro propositivo e lo ha dimostrato il recepimento di alcuni nostri emendamenti. Si è compresa la volontà del movimento della Lega Nord e il suo modo di operare sul territorio e nei confronti dei cittadini, tesi a favorire la civiltà nelle sue varie realtà e non a sviluppare e potenziare il consenso rispetto a situazioni di degrado che a livello europeo determinano sicuramente un'immagine deteriore di tutto il Paese.
Siamo contrari a garantirvi la fiducia per proseguire a governare il Paese perché sapete solo chiedere tasse e ancora tasse e non siete in grado di risolvere problemi elementari come quello della pulizia e dell'igiene di una regione. Se i rifiuti venissero considerati una risorsa - lo abbiamo sempre detto - allora le cose cambierebbero anche in Campania.
Il provvedimento in esame non prevede le gare ad evidenza pubblica, e mi chiedo come facciano certi gruppi a votarlo e chi andremo a favorire. Ma lo sappiamo benissimo! In tutti gli appalti di smaltimento, come avete sottolineato anche voi, servirebbe trasparenza: noi lo diciamo e lo pratichiamo da anni. Bisogna avere il coraggio di proporre norme che garantiscano la trasparenza.
Il nostro voto, il voto del gruppo della Lega Nord non potrà che essere contrario su tale modo di fare politica attraverso le imposizioni e le questioni di fiducia che il Governo pone ogni mese.
Questo Governo non è neanche riciclabile: le sue componenti sono troppo differenti tra loro e molteplici sono i soggetti che devono essere trattati in modo diverso. Nella maggioranza ci sono soggetti che si propongono come pericolosi e nocivi per ilPag. 16nostro Paese. Abbiamo visto le conseguenze delle ultime boutade in piazza: esse hanno creato una grande tensione tra Commissario straordinario, realtà politica locale e politica nazionale.
Per tali motivi - successivamente, in sede di discussione finale sul provvedimento, entreremo nel merito della questione illustrando le nostre posizioni - voteremo contro la fiducia al Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Adolfo. Ne ha facoltà.
VITTORIO ADOLFO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, alcuni mesi fa nel prendere la parola in Assemblea sulla materia in esame avevo già manifestato la contrarietà del gruppo dell'UDC e le forti perplessità su questo provvedimento. Avevo solamente una speranza, che riponevo soprattutto nel dirigente dello Stato Bertolaso, con il quale negli anni scorsi avevo avuto l'opportunità di collaborare nella ricostruzione avvenuta dopo l'alluvione nel ponente ligure. Avendo, quindi, conosciuto la persona, il tipo di organizzazione e il modo in cui la stessa attuava i provvedimenti, tutto ciò almeno costituiva per me un motivo di rassicurazione.
Sono passati sei mesi e, purtroppo, la realtà non è cambiata; anzi, penso che sia peggiorata. Bertolaso non è stato messo in condizione di svolgere pienamente il mandato ricevuto: i suoi poteri sono stati in qualche modo contenuti e le risorse finanziarie che ha avuto a disposizione forse non erano pienamente sufficienti. Oggi, nella regione Campania, ci ritroviamo con un milione di tonnellate di rifiuti, di cui 300 mila nelle strade le restanti «parcheggiate» in vari siti, che comunque devono essere smaltiti.
Sono stati spesi oltre 2 miliardi di euro a vario titolo e non si è ottenuto alcun risultato operativo. Delle quattro discariche che dovevano essere aperte, al momento neanche una è stata avviata. Quella di Ariano Irpino cesserà le sue funzioni il giorno 8 luglio, e ne sarà aperta una a Macchia Soprana con una capienza limitatissima: tutta questa precarietà non fa certamente ben sperare per il futuro.
Il sistema di raccolta differenziata sostanzialmente non viene attuato e, per quanto riguarda il piano regionale integrato dei rifiuti, al momento, non si ha la volontà di prevedere un impianto finale di trattamento dei rifiuti, ovverosia il termovalorizzatore.
Allora, in questo quadro così complesso, non rimane altro che sperare che il Governo conferisca finalmente pieni poteri al dirigente dello Stato, con una forte squadra di collaboratori, affinché possa intervenire con decisione su tali problematiche.
Tutto ciò certamente rappresenta una sconfitta della politica nella regione Campania, soprattutto della maggioranza, della giunta regionale e di quelle amministrazioni provinciali che in quel contesto e nell'ambito delle sinergie che si sono prodotte hanno creato questo problema di emergenza. Tale vicenda non è conosciuta solo entro i confini della nostra Repubblica: ormai ha varcato gli stessi ed ha creato grandi problemi di immagine anche sotto il profilo dell'efficienza che, invece, dovremmo comunque dimostrare.
Si è parlato, altresì, della connivenza con l'ecomafia e con le organizzazioni criminose: anche qui lo Stato deve mostrare i muscoli ed avere la capacità (perché è nell'interesse democratico di tutti), nonché la forza e la coerenza di debellare con determinazione tali situazioni.
È in questo quadro - al quale avremmo potuto offrire un altro contributo attraverso la discussione in Assemblea, evitando il ricorso alla fiducia, che contestiamo come metodo - che preannuncio il voto contrario dell'UDC sulla questione di fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Iacomino. Ne ha facoltà.
SALVATORE IACOMINO. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, signoriPag. 17rappresentanti del Governo, il decreto-legge in discussione, già approvato dal Senato, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia, ripropone al Parlamento una discussione che va oltre gli schieramenti e il rapporto più o meno conflittuale tra maggioranza e opposizione.
L'atteggiamento di collaborazione dell'opposizione al Senato, dove sono state introdotte importanti modifiche, non attenua la critica alla doppiezza dimostrata qui alla Camera da una parte dell'opposizione, che ha adottato lo strumento dell'ostruzionismo, specialmente quando, di fronte ad un'emergenza così seria come quella sui rifiuti in Campania, esistono responsabilità sia del centrodestra, sia del centrosinistra. È un comportamento irresponsabile, che non vuole tenere conto dei gravi pericoli che incombono sui cittadini campani e che attengono alla salute e alla convivenza civile.
In Campania le emergenze si sommano tra loro e danno un'immagine degradata, che questa terra non merita e che indica responsabilità riconducibili a una grande questione irrisolta, comune a molte regioni del Mezzogiorno. Se non vengono aggredite le questioni sociali, della salute, del lavoro e dello sviluppo, l'emergenza sicurezza, l'emergenza rifiuti ed altre, quelle regioni saranno sempre le maschere grottesche con le quali tali terre sono viste da una politica sempre più miope e poco lungimirante.
La questione rifiuti rappresenta un mix di tutti i deficit del nostro Paese: culturale, politico, amministrativo, economico e occupazionale, in pratica un blackout di sistema. Esso nasce da una sottovalutazione della questione rifiuti, che continua ancora ad oggi ad essere considerata ambito settoriale e non un tema che incrocia tutti gli ambiti della vita, sia quotidiani, sia istituzionali.
I governi regionali che si sono susseguiti, sia del centrodestra sia del centrosinistra, non si sono distinti tra di loro. Tredici anni fa, la giunta Rastrelli aveva varato un piano rifiuti che attribuiva la parte onerosa del ciclo, cioè la raccolta, ai comuni e ai loro consorzi, e la parte in cui vi erano i profitti, cioè gli impianti, ai privati, anzi ad un privato, la società Fibe, gruppo Impregilo-Fiat, nei confronti della quale la settimana scorsa il giudice per le indagini preliminari ha emesso la misura interdittiva del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.
La società Fibe con un'unica gara, sulla cui correttezza sono stati avanzati molti dubbi, si era aggiudicata la costruzione e gestione degli impianti previsti dal piano, due inceneritori e sette impianti meccanico-biologico, i cosiddetti CDR. Oltre a ciò, alla predetta società era stata attribuita la facoltà di scegliere i luoghi dove costruire gli impianti. Per aggiudicarsi gli appalti, i concorrenti dovevano disporre di aree, e tale società per convenienze proprie legate a compravendite di terreni, dove un ruolo non secondario ha assunto la camorra, aveva individuato in Acerra e Santa Maria La Fossa, che distano 15 chilometri tra di loro, le aree dove costruire i due inceneritori, aree a più alta incidenza di patologie tumorali e malformative.
Altro elemento importante da considerare, che porta all'emergenza di questi giorni, è che il bando di gara disponeva che l'aggiudicatario, ove mai gli inceneritori fossero stati realizzati in un tempo diverso dalla costruzione degli impianti CDR, avrebbe dovuto procedere allo smaltimento a proprie spese, fuori regione, in impianti destinati a tale scopo.
Ma poiché nello stato di emergenza i poteri commissariali straordinari possono derogare alle norme, nel 2001, con un'ordinanza, venne deciso che le ecoballe prodotte dai CDR potevano essere stoccate nel territorio della regione Campania, favorendo, ancora una volta, chi si era aggiudicato la gara.
Dal 2001 ad oggi sono state stoccate 6 milioni di tonnellate di ecoballe e ogni mese vi è ancora la necessità di 40 mila metri quadrati di nuove aree per depositare le ecoballe, inidonee ad essere bruciate per la cattiva qualità tecnologica del CDR.Pag. 18
La regione aveva abdicato alla funzione programmatoria e di governo del territorio e mai nessuna giunta regionale ha messo in discussione tali scelte.
Per tredici anni si è lasciato che la situazione corresse verso il baratro: percentuali irrisorie di raccolta differenziata; 6 milioni di tonnellate di ecoballe uscite dai CDR; balle di immondizia che sono vere e proprie bombe ecologiche, accatastate come immense piramidi; quasi mille discariche illegali, ma non clandestine, di rifiuti industriali e ospedalieri provenienti da mezza Italia e gestiti dalla camorra; altre centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti che periodicamente si accumulano per le strade, fino a quando qualcuno le incendia provocando emissioni di diossina; più di trenta inceneritori messi insieme. La gestione commissariale ha trasformato il cancro in metastasi!
Oggi il presidente della regione Campania ammette, anche in modo autocritico, limiti, errori e responsabilità, non soltanto sulla gestione politico-amministrativa, ma anche sugli effetti di un piano del ciclo dei rifiuti che non regge più alle sfide di un nuovo modello di sviluppo, che ha in sé un nuovo processo di produzione dei rifiuti.
Il decreto-legge in discussione, modificato dal Senato e sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia, va in controtendenza rispetto alla concezione tipicamente industriale legata alla sola costruzione di impianti di incenerimento. Attraverso il varo di un piano, da presentare entro novanta giorni, legato principalmente alla raccolta differenziata, all'individuazione dei siti di compostaggio e alla produzione di fosse di qualità, inizia un vero percorso per uscire dall'emergenza rifiuti in Campania, che va attentamente monitorato affinché non si adotti la solita tecnica del rinvio.
La scorciatoia dell'utilizzo di apparati industriali per uscire dall'emergenza è fallita. È necessario, invece, intervenire sulla produzione dei rifiuti e su una spinta della raccolta differenziata. L'emergenza è stata un alibi per sottrarre, agli organi competenti e alla legislazione sulla tutela ambientale, l'intera questione della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti, specialmente in termini di limitazione delle emissioni nocive.
Infine, sulle tariffe, va detto con chiarezza e fermezza che i costi dell'emergenza non possono ricadere sui cittadini: essi hanno il dovere di pagare un servizio efficiente, al costo ordinario di una gestione ordinaria.
Su tali aspetti auspichiamo che il decreto-legge fornisca risposte sufficienti per un nuovo percorso, che miri al superamento dell'emergenza, alle garanzie per la tutela dell'ambiente, della salute dei cittadini e delle aree protette, nonché alla salvaguardia dell'autonomia dei poteri degli organi dello Stato e delle autonomie locali.
Preannunzio, quindi, il voto favorevole del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea sulla questione di fiducia posta dal Governo sull'articolo unico del disegno di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,50).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione.
(Ripresa dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bocchino. Ne ha facoltà.
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, colleghi, ribadiamo il «no» di AlleanzaPag. 19Nazionale al decreto-legge in esame e, soprattutto, all'ennesima richiesta di fiducia avanzata dal Governo.
Il decreto-legge in esame, nei contenuti, non solo è inutile, poiché non affronta e non fa nulla per risolvere l'emergenza rifiuti, ma è anche dannoso poiché, come unico obiettivo, mira a protrarre una situazione difficile, complicata e diventata ormai ingestibile, mettendo, come sempre, le mani nelle tasche dei contribuenti.
È inutile tamponare la situazione dell'emergenza, dobbiamo risolverla! Non si può andare avanti dieci anni ricorrendo ai decreti-legge per gestire un'emergenza che, in quanto tale, deve avere una data in cui è previsto che essa termini.
Prima di dare vita a un provvedimento come questo e di andare in cerca di nuovi siti da destinare a discarica, chiediamo che il Governo, nelle aule parlamentari e dinanzi all'opinione pubblica, spieghi con chiarezza cosa è accaduto negli scorsi dieci anni.
Vorremmo sapere per quale ragione in Campania è stata bloccata la costruzione dei termovalorizzatori, che avrebbero risolto il problema: ne è in costruzione uno solo, che quando sarà terminato probabilmente non sarà neanche in grado di essere avviato.
Vorremmo comprendere per quale motivo il centrosinistra campano ha privilegiato la logica delle discariche, dove si annidano l'affarismo e la criminalità organizzata e non sono stati effettuati investimenti nella raccolta differenziata, che in Campania ha raggiunto il 10 per cento circa, in quanto nessuno ha fatto in modo che crescesse.
Vorremmo sapere quale sia il giudizio del Governo sull'operazione gigantesca di clientelismo, creata dal centrosinistra campano intorno all'emergenza rifiuti, di fatto prorogata e rifinanziata con il provvedimento in discussione. Vorrei che spiegaste per quale motivo, direttamente, clientelarmente ed elettoralmente sono state assunte 2.316 persone, che non svolgono alcuna attività e percepiscono lo stipendio, ma si trovano lì unicamente per garantire il consenso contrattato, anziché per effettuare realmente la raccolta differenziata.
Vorremmo conoscere per quale ragione i gestori delle discariche, che hanno fatto grandi affari negli ultimi anni, sono stati candidati alle elezioni regionali nelle liste che appoggiavano l'attuale presidente della giunta.
Pertanto, prima di affermare la necessità di emanare un decreto-legge per superare l'emergenza, è necessario che ci mettiate a conoscenza di quanto è accaduto perché, senza l'analisi del passato e degli sprechi, a causa dei quali sono stati spesi 2 miliardi di euro e la Campania è diventata la pattumiera d'Italia e d'Europa, non riusciremo a programmare il futuro.
Sappiamo bene dove si trova l'immondizia, che è stata stoccata nelle cosiddette ecoballe. Vi sono grandi cimiteri di ecoballe in Campania, terreni sconfinati, con milioni di tonnellate di immondizia. Come verrà smaltita? Ciò non è previsto nel decreto in discussione, che pone una serie di questioni per quanto riguarda le discariche, affrontando solo l'emergenza del giorno, quella quotidiana. Invece, vorremmo sapere quale fine farà tutta la nettezza urbana stoccata. Il solo termovalorizzatore in costruzione ad Acerra avrebbe bisogno di cinquant'anni per smaltire quanto stoccato.
Vorremo sapere se intendiate inviarla in Romania - e se, a vostro avviso, ciò rappresenti l'allargamento dell'Unione europea - o in Germania, con i treni delle Ferrovie dello Stato - con un costo della spedizione pari a 1 euro per ogni tonnellata - per lo stoccaggio, per poi ritirarla fra dieci anni, dopo aver pagato anche il costo del deposito.
Vorremmo conoscere cosa intendiate fare di questo grande cimitero creato da voi stessi in Campania. Con il decreto-legge oggetto di conversione non fate altro che nascondere la polvere sotto il tappeto. Manifestate l'intenzione di aprire due, tre, quattro discariche, individuare siti nuovi, prorogando l'emergenza di due o tre mesi,Pag. 20che poi scoppierà di nuovo, ma voi stessi non ci dite come volete risolvere il problema.
Pertanto, avanziamo una proposta forte, anzi fortissima dal punto di vista istituzionale, ma abbiamo il dovere di farlo, perché abbiamo a cuore la Campania, per quello che essa rappresenta dal punto di vista del territorio e della popolazione, perché è la seconda regione d'Italia, perché in essa si trova Napoli, capitale del Mezzogiorno, una delle città d'arte e culturali più importanti d'Europa, dell'Occidente e del mondo.
Oggi vi chiediamo di favorire un cambio della guardia alla guida della regione Campania. Vi sono delle responsabilità politiche. Lo stesso Bassolino ha affermato di rendersi conto di avere delle responsabilità politiche, ma che nessuno osi pensare che egli abbia delle responsabilità personali. A noi non interessano queste ultime, che riguardano, semmai, le indagini della magistratura, che proseguono.
Ci domandiamo se tra alcuni giorni quando verrà rinviato a giudizio il presidente della regione per abuso d'ufficio e truffa aggravata ai danni dello Stato, non sarà giunto il momento di attivare la procedura prevista dall'articolo 126 della Costituzione, il quale prevede che il Presidente della Repubblica, con decreto motivato, possa sciogliere il consiglio regionale e destituire il presidente della giunta per gravi violazioni di legge.
Credo che, se un presidente di una giunta regionale, nominato commissario del Governo per risolvere un'emergenza, viene rinviato a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato e riduce la regione che governa ad una pattumiera internazionale, le più alte istituzioni debbano far sentire forte la propria voce, ma non con il decreto-legge in esame, che non serve a nulla.
Chiediamo al Governo e al Capo dello Stato di applicare l'articolo 126 della Costituzione e di ripristinare la capacità di governo della regione Campania e una democrazia che in questi anni è stata condizionata da un voto contrattato in base a logiche clientelari ed affaristiche: questa è la richiesta che avanziamo.
La democrazia, onorevole Presidente, si fonda su due pilastri: da un lato c'è ovviamente il pilastro logico, in base al quale chi ha vinto le elezioni democraticamente ha il diritto di governare e di portare avanti il suo programma; ma ci sono anche delle garanzie e dei contrappesi, rappresentati dai limiti imposti a colui che governa in base al mandato democratico che gli è stato dato.
Riteniamo che la giunta regionale della Campania abbia oltrepassato tali limiti e che ci siano le condizioni, a causa delle reiterate violazioni di legge che si sono verificate, per intervenire, Costituzione alla mano, e per procedere allo scioglimento della giunta regionale.
Questo decreto-legge è pessimo anche nel merito: lo dicono anche gli uffici della Camera dei deputati quando affermano che «appare opportuno che il Governo fornisca ulteriori chiarimenti, precisando, per ciascuna tipologia di interventi, la relativa fonte di finanziamento».
Come al solito inserite dei proclami all'interno del decreto-legge, ma non prevedete alcuna copertura finanziaria e vi affidate all'emergenza, tanto poi, come al solito, si aumenterà la Tarsu per chiedere più soldi ai cittadini in Campania, che sono in Italia quelli che pagano di più per la tassa dei rifiuti a fronte del peggior servizio. Poi utilizzerete i soldi del commissario straordinario e, pian piano, anche quelli della protezione civile per tale scopo. Questo non si può fare (lo ha detto anche la burocrazia della Camera dei deputati): dovete prevedere una copertura chiara a tutte le fonti di spesa. Non è possibile continuare così, anche perché non possiamo spendere i soldi della protezione civile per gestire un'emergenza, che non è tale: non è un terremoto, non è un'alluvione, ma è un'emergenza frutto dell'incapacità di governare!
Dobbiamo quindi rimuovere il problema, ossia dobbiamo rimuovere coloro che sono incapaci a governare e non,Pag. 21invece, spendere i soldi della protezione civile come se ci fossero stati un'alluvione o un terremoto.
A nome del gruppo di Alleanza Nazionale rivolgo quindi un appello al Governo affinché si renda conto che un'ennesima difesa del governo regionale della Campania non solo deprime ulteriormente quella realtà territoriale, ma crea anche problemi politici al Governo centrale. Credo sia arrivato il momento che ve ne rendiate conto.
PRESIDENTE. Deputato Bocchino, concluda.
ITALO BOCCHINO. Concludo, Presidente, ribadendo il nostro invito al Capo dello Stato ad avviare il procedimento previsto dall'articolo 126 della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, perché il Governo ha posto la fiducia? Per la preoccupazione dei tempi? Evidentemente no: il decreto-legge scade l'11 luglio e sarebbe stato possibile emendarlo utilmente e riapprovarlo in Senato. Piuttosto la causa è stata la paura della ragionevolezza: gli emendamenti che avrebbero reso efficace il decreto-legge, lo avrebbero anche reso esplosivo da un punto di vista politico. Sarebbero venute fuori tutte le contraddizioni, tutte le contrapposizioni e tutte le incomprensioni interne alla maggioranza di centrosinistra.
Il provvedimento che stiamo esaminando e sul quale è stata posta la fiducia è inutile.
È inutile, perché indica quattro siti come sedi di discarica, nessuno dei quali verrà utilizzato in tal senso: mi riferisco al sito di Savignano, che forse sarà pronto a novembre, o quello di Terzigno, utilizzabile solo per la FOS e chissà quando sarà prodotta una FOS degna di tal nome; a quello di Sant'Arcangelo Trimonti, addirittura per le ceneri utilizzate in regime di emergenza - guardate un po' - di un dissociatore molecolare, una specie di marchingegno che ha a che fare con i forni di Auschwitz ed a quello di Serre, che, come vedete, oggi è null'altro che una piattaforma.
Il provvedimento in esame è improduttivo, perché è incapace di produrre effetti; è, quindi, inefficace. Quello precedente prevedeva una triarchia, la possibilità che in tre si governasse un complesso fenomeno. Oggi, per le ovvie ragioni - immagino di carattere giudiziario - si è passati dalla triarchia alla diarchia, ma sostanzialmente la questione non cambia.
La filiera del comando, in una condizione emergenziale, è posta tutta nelle mani non di un solo soggetto, come è naturale che accada quando si è in una condizione emergenziale, ma piuttosto nelle mani di due soggetti, che puntualmente pensano in modo diverso.
Questo provvedimento è anche dannoso, perché piegherà i comuni sotto le macerie dei dissesti finanziari: decine e decine di comuni si piegheranno, perché non avranno una capacità finanziaria autonoma e perché voi costringete, con questo provvedimento, ad incrementare senza fine la Tarsu.
Si determinerà - credo - una condizione unica al mondo: il servizio peggiore, inequivocabilmente testimoniato dalle immagini in onda sui network di ogni parte, al costo più alto del mondo! Non basta quanto oggi già viene pagato, ma si aggiunge, con questo decreto, un ulteriore balzello in funzione della vostra sollecitazione.
Il direttore Bertolaso aveva chiesto anche maggiori risorse: sento dire nelle ultime ore che si sta, con il solito meccanismo funambolico, esaminando qualche ipotesi di ulteriore risorsa. Abbiate il coraggio di prevederne lo stanziamento nel provvedimento e chiarite al sistema politico e agli italiani che investite per fare uscire quella regione dall'emergenza rifiuti! Non potrebbe essere altrimenti, perché, se lo fate senza risorse, è evidente che diPag. 22fatto è come se non lo faceste e che saremo costretti, di qui a qualche mese, a ritornare sul tema.
Manca tutto in questo provvedimento! Manca una politica del riuso, manca una politica industriale, manca una politica degli impianti, manca la politica dell'autosufficienza! Non vi è accenno alcuno al traffico illecito di rifiuti o ad una task force, che pure avevamo sollecitato. Toccherà a qualcuno di voi avveduto spiegare che ogni ambito territoriale, ogni provincia, ogni grande città, persino Napoli devono rendersi autosufficienti e non sperare, di volta in volta, che ci sia una Germania o una Romania, pronta o meno, ad accogliere i rifiuti di quella terra. Bisognerà spiegare a quel sindaco che non può bastare Serre a risolvere i problemi della città di Napoli!
Questo provvedimento stride e confligge con il documento della Commissione parlamentare di inchiesta con riferimento all'accordo quadro di programma ed alla necessità di modulare la tassazione locale in misura direttamente proporzionale al servizio reso. Esso confligge anche con la legge regionale, approvata qualche mese fa, che rende le province una sorta di rangers ambientali ed i comuni dei nani. Siete voi, voi e solo voi, oggi, i responsabili di questo disastro!
Ve lo ha detto anche il Commissario straordinario Bertolaso, costretto ad una manfrina permanente; egli, abituato alle grandi emergenze, all'efficacia dell'azione, alle grandi missioni, viene viceversa fermato, bloccato, imbrigliato, addirittura ridicolizzato dai vostri veti, dalle pastoie e dalle dinamiche tutte del teatrino della politica del centrosinistra, che prima lo indica quale mago e poi gli chiude la borsa e lo ammanetta. Di giorno in giorno il povero Bortolaso ha dovuto mendicare un consenso, prima con Bassolino e poi con Pecoraro; cappello in mano, piativa ai santuari della politica campana e quando l'uno era d'accordo, l'altro si metteva di traverso e viceversa. Nel frattempo i rifiuti aumentavano sulle strade, crescevano a dismisura, alimentando quel circolo perverso dell'inquinamento e delle patologie neoplastiche e neonatali.
In questa regione, in Campania, la diossina ormai è ovunque e persino le donne puerpere rischiano di avvelenare i propri figli! La vergogna dovrebbe coprire i vostri miseri calcoli! Avevamo provato ad aiutarvi a modificare il pessimo provvedimento in esame: avete voluto fare da soli per fare peggio. Avete temuto che le contaminazioni scatenassero il libero arbitrio dei parlamentari del centrosinistra. Avete preferito l'inutile isolamento alla sana collaborazione. Avevamo chiesto un sussulto d'amore per la Campania: avete proceduto ciecamente ed a colpi d'ascia. Avete così colpito con quell'ascia prima il commissario Bertolaso e poi i cittadini campani.
Andate, andate pure! Voi credete di andare avanti, eppure sapete di stare fermi. Avete la sensazione della corsa in avanti, perché spingete indietro i cittadini campani, verso il baratro delle emergenze ambientali e sanitarie, domani anche verso le emergenze derivanti dal collasso economico. Noi del gruppo Forza Italia votiamo convinti e sdegnati e votiamo «no» alla fiducia che il Governo ha posto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Iannuzzi. Ne ha facoltà.
TINO IANNUZZI. Signor Presidente, il gruppo dell'Ulivo esprime convintamente il proprio voto favorevole sulla questione di fiducia, giustamente posta dal Governo in relazione alla conversione del decreto-legge n. 61 dello scorso 11 maggio, recante ulteriori interventi straordinari per fronteggiare l'emergenza rifiuti in Campania.
La questione di fiducia è pressoché necessaria, imposta dall'avvicinarsi a grandi tappe del termine finale per la conversione in legge del decreto-legge, dalla mole e dal numero di proposte emendative presentate dai gruppi di opposizione, nonché dalla stessa necessità diPag. 23dare un segnale chiaro del Governo e del Parlamento su una vicenda così delicata. Non vi è dubbio che l'emergenza rifiuti costituisca in Campania una situazione drammatica, di estrema gravità e anche profondamente dolorosa per le comunità campane. E non vi è dubbio anche che la storia dell'emergenza rifiuti in Campania è caratterizzata da troppi rinvii, ritardi ingiustificati e pesanti, da un gioco continuo di veti incrociati e paralizzanti, che la politica e le istituzioni non hanno avuto la forza e la capacità di rimuovere e di superare; ma è anche la storia di un commissariamento straordinario che dura da più di dieci anni, che nelle sue diverse tappe non è riuscito a risolvere le questioni sul tappeto, ma che, anzi, ha finito per produrre una sostanziale e pericolosa deresponsabilizzazione degli enti locali.
Questa storia chiama in causa, senza appello, la responsabilità, i limiti, i ritardi, la fragilità e gli errori della politica tutta intera, delle istituzioni pubbliche in Campania.
Questo discorso vale, senza distinzioni, per entrambe le coalizioni, per il centrosinistra come per il centrodestra; vale per la regione di oggi, ma anche per quella di ieri e dell'altro ieri; vale per tante istituzioni locali, come per i diversi Governi nazionali che si sono susseguiti negli anni.
Ma questa è l'ora della responsabilità, seria e coraggiosa, senza «se» e senza «ma»; è l'ora delle decisioni importanti e tempestive, di un'azione sinergica e leale fra le varie istituzioni, per dare sollecita ed integrale esecuzione alle decisioni assunte.
In questo itinerario - difficile, ma sicuramente inevitabile, anzi doveroso - la nostra stella polare non può non essere costituita dai continui appelli e dai ripetuti moniti, che con la sua autorevolezza personale ed istituzionale ed il suo prestigio ha a più riprese rivolto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a cui va tutto il nostro deferente ringraziamento.
Ribadiamo il sostegno pieno all'azione del Commissario straordinario, il direttore Bertolaso, un dirigente autorevole e un servitore dello Stato; diciamo, invece, «no» a polemiche vuote, faziose, strumentali, prive di fondamento e di responsabilità, che non servono a risolvere i problemi delle comunità campane, ma soltanto ad aggravare la situazione e ad avvelenare un clima già reso particolarmente difficile e pesante dai problemi oggettivi che abbiamo innanzi.
Queste sono le ragioni per le quali il gruppo dell'Ulivo giudica oggi decisivo dare piena ed integrale attuazione al decreto-legge al nostro esame, con la rapida apertura di tutte le discariche da esso previste e con l'attivazione piena di tutti i poteri e le prerogative che i due decreti-legge che si sono susseguiti in questi mesi hanno conferito al Commissario straordinario.
È questo il tempo per aggredire questa odiosa e terribile emergenza, così da poterne finalmente uscire, ma anche per definire finalmente un progetto complessivo e completo, di ampio e generale respiro. Il 31 dicembre 2007 è e deve essere la data per porre fine alla gestione commissariale e straordinaria, per ridare così la voce al circuito ordinario, normale e fisiologico delle competenze, ponendo innanzi tutto al centro il principio della provincializzazione della gestione dei rifiuti. Con esso si intende sottolineare il ruolo dell'ente provincia per affermare non soltanto un potere ed una competenza, ma - ancor di più e contestualmente - un dovere ed una responsabilità ineludibili di identificare i siti, gli impianti e le strutture indispensabili per realizzare un ciclo di trattamento, gestione, smaltimento, recupero e riuso industriale dei rifiuti in Campania che sia finalmente compiuto, moderno e funzionale.
Proprio per dare al principio di provincializzazione tutto il respiro e lo spazio che esso deve avere, riteniamo anche che la legge sui rifiuti recentemente approvata dal Consiglio regionale della Campania vada modificata ed adeguata, tenendo conto anche del decreto-legge al nostro esame, che affida ai presidenti di provincia il ruolo di subcommissari, nonché degliPag. 24adeguamenti effettuati dal decreto correttivo della delega ambientale che si trova ad un punto avanzato del suo iter governativo e parlamentare.
È questo anche il momento di procedere con grande determinazione alla realizzazione dei tre impianti di termovalorizzazione, all'attivazione ed al completamento di quello di Acerra (fin da ottobre) e finalmente all'acquisizione della procedura di VIA (valutazione di impatto ambientale) sull'impianto di Santa Maria La Fossa, per il quale ogni ulteriore ritardo è inaccettabile ed ingiustificato; è, inoltre, il momento non soltanto di procedere rapidamente con l'esame, l'istruttoria e la definizione del progetto per un terzo impianto di termovalorizzazione nella città di Salerno, ma anche di adeguare con rapidità i sette impianti di CDR per renderli finalmente moderni e funzionali.
Vi è poi il capitolo ineludibile e fondamentale della raccolta differenziata dei rifiuti: circa 130 comuni campani hanno già raggiunto percentuali ragguardevoli, in più casi superiori alla media nazionale; ma questo risultato deve oggi riguardare la totalità dei comuni campani, a cominciare dalle grandi aree urbane. È dunque necessario muoversi con grande determinazione, anche attivando tutti i poteri sostitutivi previsti dalle norme vigenti.
Vorrei inoltre dire chiaramente che il decreto-legge al nostro esame affida al Commissario, d'intesa con il Ministro dell'ambiente, l'adeguamento del Piano regionale di smaltimento dei rifiuti.
Per il gruppo de L'Ulivo, il meccanismo dell'intesa deve essere interpretato nel senso della tempestività delle decisioni, di una capacità decisionale piena ed integrale, di una leale e corretta collaborazione e solidarietà istituzionale tra i diversi livelli di governo dello Stato.
L'intesa deve essere esercitata in modo tale che le decisioni per il nuovo piano siano assunte tutte e contestualmente, con la massima rapidità e sollecitudine e siano anche attuate con la stessa determinazione.
Riteniamo anche che debba essere guidata la transizione dalla conclusione della gestione commissariale, prevista per dicembre, all'inizio del ritorno della parola al circuito ordinario delle competenze, come ha indicato, con un percorso virtuoso e pressoché all'unanimità, la Commissione bicamerale per la gestione dei rifiuti, attraverso un'intesa istituzionale di programma tra Commissario, Ministro e regione che ponga attorno allo stesso tavolo, con un successivo accordo-quadro, il Commissario, il Ministero, il presidente della regione, i cinque presidenti di provincia ed i cinque sindaci dei comuni capoluoghi, per definire con chiarezza le tappe della realizzazione degli impianti, dei finanziamenti e delle diverse procedure amministrative.
Riteniamo, inoltre, che la regione oggi debba giocare la sua credibilità in questo campo, prevedendo una destinazione massiccia dei fondi europei legati ai prossimi programmi operativi per il periodo 2007-2013, per dare un contributo decisivo alla realizzazione degli impianti e delle strutture, che occorrono per un ciclo dei rifiuti finalmente moderno e funzionale.
Con queste ragioni, signor Presidente, il gruppo de L'Ulivo voterà la fiducia al Governo e voterà a favore della conversione del decreto-legge: adotteremo tali atti e voteremo in questo modo non con rassegnazione, né in maniera stanca o quasi fosse un rituale, ma con forza e coraggio, perché siamo persuasi che questa è l'ora di un'assunzione straordinaria di responsabilità collettiva della politica e delle istituzioni pubbliche. Non sono ammesse alternative di sorta, non sono possibili rinvii o ritardi e faremo ciò con grande determinazione e forza, anche monitorando e vigilando la situazione e chiedendo a tutti i livelli di governo di fare ciascuno, lealmente e pienamente, la propria parte: questo ci chiedono i cittadini campani, ma ce lo chiede anche l'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.Pag. 25
Poiché la votazione avrà luogo alle 11,40, sospendo la seduta che riprenderà a tale ora con la chiama.
La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 11,45.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Avverto che la Presidenza, conformemente ai criteri definiti nella seduta della Giunta per il Regolamento del 13 marzo 2007, ha accolto alcune richieste di anticipazione del turno di voto di onorevoli, trasmesse dai presidenti dei gruppi, nonché ulteriori richieste avanzate da membri del Governo.
Estraggo a sorte il nome dell'onorevole dal quale comincerà la chiama.
(Segue il sorteggio).
La chiama avrà inizio dall'onorevole Bodega.
Invito, dunque, gli onorevoli segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 13,05)
(Segue la chiama)
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno risposto sì 304
Hanno risposto no 213
(La Camera approva - Vedi votazioni).
Si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative presentate.
Hanno risposto si:
Acerbo Maurizio
Adenti Francesco
Affronti Paolo
Allam Khaled Fouad
Amendola Francesco
Amici Sesa
Antinucci Rapisardo
Astore Giuseppe
Attili Antonio
Aurisicchio Raffaele
Bafile Mariza
Balducci Paola
Bandoli Fulvia
Baratella Fabio
Barbi Mario
Bellanova Teresa
Bellillo Katia
Beltrandi Marco
Benvenuto Romolo
Benzoni Rosalba
Betta Mauro
Bianchi Dorina
Bianco Gerardo
Bindi Rosy
Boato Marco
Bocci GianpieroPag. 26
Boco Stefano
Boffa Costantino
Bordo Michele
Borghesi Antonio
Boselli Enrico
Brandolini Sandro
Bressa Gianclaudio
Brugger Siegfried
Buffo Gloria
Buglio Salvatore
Burchiellaro Gianfranco
Burgio Alberto
Burtone Giovanni Mario Salvino
Cacciari Paolo
Caldarola Giuseppe
Calgaro Marco
Cancrini Luigi
Capezzone Daniele
Capodicasa Angelo
Capotosti Gino
Carbonella Giovanni
Cardano Anna Maria
Cardinale Salvatore
Carra Enzo
Caruso Francesco Saverio
Cassola Arnold
Castagnetti Pierluigi
Ceccuzzi Franco
Cento Pier Paolo
Cesario Bruno
Cesini Rosalba
Chianale Mauro
Chiaromonte Franca
Chicchi Giuseppe
Chiti Vannino
Cioffi Sandra
Codurelli Lucia
Cogodi Luigi
Colasio Andrea
Cordoni Elena Emma
Cosentino Lionello
Costantini Carlo
Crapolicchio Silvio
Crema Giovanni
Crisafulli Vladimiro
Crisci Nicola
Cuperlo Giovanni
D'Ambrosio Giorgio
Damiano Cesare
D'Antona Olga
D'Antoni Sergio Antonio
Dato Cinzia
De Angelis Giacomo
De Biasi Emilia Grazia
De Brasi Raffaello
De Cristofaro Peppe
Deiana Elettra
Delbono Emilio
D'Elia Sergio
Del Mese Paolo
D'Elpidio Dante
De Mita Ciriaco
De Piccoli Cesare
De Simone Titti
De Zulueta Tana
Di Gioia Lello
Di Girolamo Leopoldo
Diliberto Oliviero
Dioguardi Daniela
Di Salvo Titti
Duilio Lino
D'Ulizia Luciano
Duranti Donatella
Evangelisti Fabio
Fabris Mauro
Fadda Paolo
Falomi Antonello
Farina Daniele
Farina Gianni
Farinone Enrico
Fasciani Giuseppina
Fedi Marco
Ferrara Francesco detto Ciccio
Ferrari Pierangelo
Fiano Emanuele
Fincato Laura
Fiorio Massimo
Fioroni Giuseppe
Fistarol Maurizio
Fluvi Alberto
Fogliardi Giampaolo
Folena Pietro
Fontana Cinzia Maria
Forgione Francesco
Francescato Grazia
Franceschini Dario
Franci Claudio
Frias Mercedes Lourdes
Froner Laura
Fumagalli Marco
Fundarò Massimo Saverio Ennio
Galeazzi Renato
Gambescia Paolo
Gentili SergioPag. 27
Ghizzoni Manuela
Giachetti Roberto
Giacomelli Antonello
Giordano Francesco
Giovanelli Oriano
Giuditta Pasqualino
Giulietti Giuseppe
Gozi Sandro
Grillini Franco
Guadagno Wladimiro detto Vladimir Luxuria
Iacomino Salvatore
Iannuzzi Tino
Incostante Maria Fortuna
Intrieri Marilina
Khalil D. Alì Raschid
La Forgia Antonio
Laganà Fortugno Maria Grazia
Lanzillotta Linda
Laratta Francesco
Latteri Ferdinando
Leddi Maiola Maria
Lenzi Donata
Leoni Carlo
Levi Ricardo Franco
Licandro Orazio Antonio
Li Causi Vito
Lion Marco
Locatelli Ezio
Lomaglio Angelo Maria Rosario
Lombardi Angela
Longhi Aleandro
Lovelli Mario
Lucà Mimmo
Lulli Andrea
Lumia Giuseppe
Lusetti Renzo
Maderloni Claudio
Mantini Pierluigi
Mantovani Ramon
Maran Alessandro
Marantelli Daniele
Marcenaro Pietro
Marchi Maino
Margiotta Salvatore
Mariani Raffaella
Marino Mauro Maria
Marone Riccardo
Martella Andrea
Mascia Graziella
Mattarella Sergio
Mellano Bruno
Merlo Giorgio
Merloni Maria Paola
Meta Michele Pompeo
Migliavacca Maurizio
Miglioli Ivano
Migliore Gennaro
Milana Riccardo
Minniti Marco
Misiani Antonio
Misiti Aurelio Salvatore
Monaco Francesco
Morri Fabrizio
Mosella Donato Renato
Motta Carmen
Mura Silvana
Musi Adriano
Mussi Fabio
Naccarato Alessandro
Nannicini Rolando
Napoletano Francesco
Narducci Franco
Nicchi Marisa
Nicco Roberto Rolando
Oliverio Nicodemo Nazzareno
Olivieri Sergio
Orlando Andrea
Orlando Leoluca
Ossorio Giuseppe
Ottone Rosella
Pagliarini Gianni
Palomba Federico
Papini Andrea
Pecoraro Scanio Alfonso
Pedica Stefano
Pedrini Egidio Enrico
Pedulli Giuliano
Pegolo Gian Luigi
Pellegrino Tommaso
Pertoldi Flavio
Perugia Maria Cristina
Pettinari Luciano
Piazza Angelo
Piazza Camillo
Picano Angelo
Pignataro Ferdinando Benito
Pignataro Rocco
Piro Francesco
Piscitello Rino
Pisicchio Pino
Poletti Roberto
Pollastrini Barbara
Poretti DonatellaPag. 28
Porfidia Americo
Provera Marilde
Quartiani Erminio Angelo
Raiti Salvatore
Rampi Elisabetta
Razzi Antonio
Realacci Ermete
Ricci Andrea
Rigoni Andrea
Rocchi Augusto
Rossi Gasparrini Federica
Rotondo Antonio
Ruggeri Ruggero
Rugghia Antonio
Rusconi Antonio
Russo Franco
Ruta Roberto
Rutelli Francesco
Samperi Marilena
Sanga Giovanni
Sanna Emanuele
Sasso Alba
Satta Antonio
Schietroma Gian Franco
Schirru Amalia
Scotto Arturo
Sereni Marina
Servodio Giuseppina
Sgobio Cosimo Giuseppe
Siniscalchi Sabina
Sircana Silvio Emilio
Smeriglio Massimiliano
Soffritti Roberto
Soro Antonello
Sperandio Gino
Spini Valdo
Sposetti Ugo
Squeglia Pietro
Stramaccioni Alberto
Strizzolo Ivano
Suppa Rosa
Tenaglia Lanfranco
Tessitore Fulvio
Testa Federico
Tocci Walter
Tolotti Francesco
Tomaselli Salvatore
Tranfaglia Nicola
Trupia Lalla
Tuccillo Domenico
Turci Lanfranco
Turco Maurizio
Vacca Elias
Vannucci Massimo
Velo Silvia
Venier Iacopo
Ventura Michele
Vichi Ermanno
Vico Ludovico
Villari Riccardo
Villetti Roberto
Viola Rodolfo Giuliano
Volpini Domenico
Widmann Johann Georg
Zaccaria Roberto
Zanella Luana
Zanotti Katia
Zeller Karl
Zipponi Maurizio
Zucchi Angelo Alberto
Zunino Massimo
Hanno risposto no:
Adolfo Vittorio
Alemanno Giovanni
Alessandri Angelo
Alfano Ciro
Alfano Gioacchino
Allasia Stefano
Amoruso Francesco Maria
Aprea Valentina
Armani Pietro
Ascierto Filippo
Azzolini Claudio
Baiamonte Giacomo
Baldelli Simone
Barani Lucio
Barbieri Emerenzio
Bellotti Luca
Benedetti Valentini Domenico
Bertolini Isabella
Biancofiore Michaela
Bocchino Italo
Bodega Lorenzo
Bonaiuti Paolo
Bondi Sandro
Bongiorno Giulia
Bono Nicola
Bosi Francesco
Brancher Aldo
Bricolo Federico
Brusco Francesco
Buonfiglio AntonioPag. 29
Buontempo Teodoro
Caligiuri Battista
Campa Cesare
Caparini Davide
Capitanio Santolini Luisa
Carfagna Maria Rosaria
Carlucci Gabriella
Casero Luigi
Catone Giampiero
Ceccacci Rubino Fiorella
Cesa Lorenzo
Cesaro Luigi
Cicchitto Fabrizio
Ciccioli Carlo
Cicu Salvatore
Ciocchetti Luciano
Cirielli Edmondo
Colucci Francesco
Consolo Giuseppe
Conte Gianfranco
Conte Giorgio
Contento Manlio
Conti Giulio
Cosentino Nicola
Cosenza Giulia
Cossiga Giuseppe
Costa Enrico
Crimi Rocco
Crosetto Guido
D'Agrò Luigi
De Laurentiis Rodolfo
Del Bue Mauro
Delfino Teresio
Della Vedova Benedetto
De Luca Francesco
Di Cagno Abbrescia Simeone
Dionisi Armando
D'Ippolito Vitale Ida
Di Virgilio Domenico
Dozzo Gianpaolo
Drago Giuseppe
Dussin Guido
Fabbri Luigi
Fallica Giuseppe
Fasolino Gaetano
Fava Giovanni
Fedele Luigi
Filippi Alberto
Filipponio Tatarella Angela
Fini Gianfranco
Fini Giuseppe
Floresta Ilario
Forlani Alessandro
Formisano Anna Teresa
Foti Tommaso
Franzoso Pietro
Frassinetti Paola
Fratta Pasini Pieralfonso
Fugatti Maurizio
Galati Giuseppe
Galletti Gian Luca
Galli Daniele
Garagnani Fabio
Garavaglia Massimo
Gardini Elisabetta
Garnero Santanchè Daniela
Gasparri Maurizio
Gelmini Mariastella
Germontani Maria Ida
Giacomoni Sestino
Gibelli Andrea
Giorgetti Alberto
Giovanardi Carlo
Giro Francesco Maria
Giudice Gaspare
Goisis Paola
Greco Salvatore
Grimoldi Paolo
Holzmann Giorgio
Iannarilli Antonello
Lainati Giorgio
La Loggia Enrico
La Malfa Giorgio
Lamorte Donato
Landolfi Mario
La Russa Ignazio
Laurini Giancarlo
Lazzari Luigi
Lenna Vanni
Leo Maurizio
Leone Antonio
Licastro Scardino Simonetta
Lo Presti Antonino
Lucchese Francesco Paolo
Lussana Carolina
Mancuso Gianni
Marcazzan Pietro
Marinello Giuseppe Francesco Maria
Maroni Roberto
Martinelli Marco
Martinello Leonardo
Mazzaracchio Salvatore
Mazzocchi Antonio
Mele CosimoPag. 30
Meloni Giorgia
Menia Roberto
Mereu Antonio
Minardo Riccardo
Minasso Eugenio
Mistrello Destro Giustina
Misuraca Filippo
Moffa Silvano
Mondello Gabriella
Montani Enrico
Mormino Nino
Moroni Chiara
Nan Enrico
Napoli Angela
Napoli Osvaldo
Neri Sebastiano
Nespoli Vincenzo
Nucara Francesco
Oliva Vincenzo
Oppi Giorgio
Paniz Maurizio
Paoletti Tangheroni Patrizia
Paroli Adriano
Patarino Carmine Santo
Pecorella Gaetano
Pedrizzi Riccardo
Pelino Paola
Peretti Ettore
Perina Flavia
Picchi Guglielmo
Pili Mauro
Pini Gianluca
Pisacane Michele
Pizzolante Sergio
Ponzo Egidio Luigi
Porcu Carmelo
Pottino Marco
Prestigiacomo Stefania
Proietti Cosimi Francesco
Raisi Enzo
Rampelli Fabio
Rao Pietro
Ravetto Laura
Reina Giuseppe Maria
Rivolta Dario
Romagnoli Massimo
Romele Giuseppe
Ronchi Andrea
Ronconi Maurizio
Rositani Guglielmo
Rossi Luciano
Rosso Roberto
Russo Paolo
Ruvolo Giuseppe
Saglia Stefano
Santelli Jole
Sanza Angelo Maria
Scalia Giuseppe
Simeoni Giorgio
Stagno d'Alcontres Francesco
Stucchi Giacomo
Tabacci Bruno
Tassone Mario
Testoni Piero
Tondo Renzo
Tortoli Roberto
Tremonti Giulio
Tucci Michele
Uggè Paolo
Ulivi Roberto
Verro Antonio Giuseppe Maria
Vietti Michele Giuseppe
Vitali Luigi
Vito Alfredo
Vito Elio
Volontè Luca
Zacchera Marco
Zinzi Domenico
Zorzato Marino
Sono in missione:
Albonetti Gabriele
Amato Giuliano
Bersani Pier Luigi
Bimbi Franca
Bonelli Angelo
Bonino Emma
Bruno Donato
Casini Pier Ferdinando
Cirino Pomicino Paolo
D'Alema Massimo
De Castro Paolo
Di Pietro Antonio
Donadi Massimo
Galante Severino
Gamba Pierfrancesco Emilio Romano
Garofani Francesco Saverio
Gentiloni Silveri Paolo
Letta Enrico
Martino Antonio
Melandri Giovanna
Morrone Giuseppe
Nardi MassimoPag. 31
Parisi Arturo Mario Luigi
Pinotti Roberta
Prodi Romano
Ranieri Umberto
Santagata Giulio
Scajola Claudio
Violante Luciano
Visco Vincenzo
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 14,30 con l'esame degli ordini del giorno.
La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 14,35.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aprea, Bafile, Bindi, Boato, Boco, Brugger, Capodicasa, Castagnetti, Cento, Chiti, Colucci, Cordoni, D'Antoni, Damiano, Del Mese, De Piccoli, De Simone, Di Salvo, Duilio, Fabris, Fioroni, Folena, Forgione, Franceschini, Giovanardi, Galati, La Malfa, Landolfi, Lanzillotta, Levi, Lucà, Maroni, Mazzocchi, Meloni, Meta, Migliore, Minniti, Mussi, Oliva, Leoluca Orlando, Pagliarini, Pecoraro Scanio, Piscitello, Pisicchio, Pollastrini, Realacci, Rutelli, Sgobio, Stucchi, Villetti ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è proceduto alla votazione della questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione n. 2826.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2826 sezione 1).
Avverto che dopo l'illustrazione degli ordini del giorno e il successivo parere espresso su di essi dal rappresentante del Governo avranno luogo le votazioni, previo svolgimento delle dichiarazioni di voto relative a ciascuno strumento.
Ricordo, altresì, che il deputato Garavaglia ha chiesto di sottoscrivere l'ordine del giorno Montani n. 9/2826/87.
Il deputato La Loggia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/1.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, signor sottosegretario D'Andrea, colleghe e colleghi, l'ordine del giorno n. 9/2826/1 presentato insieme agli onorevoli Boscetto, Bruno e Carfagna, riprende sostanzialmente argomentazioni contenute in altri ordini del giorno e, segnatamente, negli ordini del giorno Elio Vito n. 9/2826/2 e Gioacchino Alfano n. 9/2826/3.
In esso è contenuta un'indicazione di buon senso - così l'ho voluta intendere, così l'abbiamo voluta intendere - diretta a sollecitare il Governo a fare quanto in suo potere - tanto, per la verità, potrebbe essere ancora fatto - per risolvere questo ormai insopportabile problema della gestione e della raccolta dei rifiuti nella regione Campania.
Non è più possibile che si ricordi questa splendida regione e i suoi splendidi abitanti solamente in senso negativo: su tutta la stampa nazionale, e purtroppo anche su quella internazionale, si parla soltanto di due argomenti che sono devastanti per il buon nome della Campania e dei suoi abitanti: i rifiuti e la camorra.
In tema di rifiuti, il nostro ordine del giorno fornisce - come dicevo - un suggerimento di buon senso che consiste nell'auspicio che, fermo restando tutto il resto, venga quanto prima risolto il problemaPag. 32dei termovalorizzatori e della raccolta differenziata e che lo smaltimento dei rifiuti sia organizzato in maniera moderna ed efficace, in modo che da esso si possa creare ricchezza, energia, qualcosa di estremamente utile per gli abitanti di quella regione.
In attesa che tutto ciò accada, mi auguro che si possa in qualche modo imporre - uso il termine imporre perché lo ritengo il più corretto - ad ogni comune di individuare all'interno del proprio territorio un luogo, un sito che abbia le caratteristiche per poter essere adibito a discarica.
Ogni comune avrà la sua piccola discarica, i comuni più grandi disporranno di discariche adeguate allo smaltimento dei rifiuti prodotti in ciascuna parte del territorio, seguendo il criterio, che a me sembra realmente di buonsenso, secondo cui chi produce rifiuti deve trovare il modo di smaltirli - oserei dire - «nella propria casa», ovverosia nel proprio territorio.
Penso che il Governo possa accogliere lo spirito e - mi auguro - anche la forma e la sostanza della proposta in esame, che mi pare realmente, lo ripeto, di buonsenso, che darebbe la possibilità ai comuni di potersi misurare concretamente con i loro poteri di organizzazione e di gestione, ma anche e soprattutto con i propri cittadini. Si offrirebbe, infatti, la possibilità a ciascuno di responsabilizzarsi per la propria parte. Un principio sul quale tutti indistintamente in questa sede possono riconoscersi.
Tanto mi sembrava utile illustrare, affido ora alla valutazione del Governo queste mie considerazioni ed attendo il parere che il sottosegretario, a nome dell'Esecutivo, esprimerà sul mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. La deputata Lussana ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/92.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, l'ordine del giorno in esame vuole nuovamente mettere in luce, purtroppo, con quanta poca oculatezza e scarsità di competenza e con quanta inefficienza sia stata gestita la problematica dei rifiuti in Campania. Sappiamo che dietro questa emergenza - continuiamo a chiamarla così sebbene essa sia una situazione che duri ormai da 15-20 anni - si nascondono responsabilità gravissime, che coinvolgono direttamente gli amministratori locali della regione Campania, i quali non hanno mai trovato, pur avvicendandosi, il coraggio di risolvere il problema alla radice.
Comprendiamo la situazione attuale di difficoltà in cui vivono in modo particolare le popolazioni campane, ma ci rendiamo conto che bisogna invertire il modo di affrontare questo tipo di problematica. Non si può sempre pensare che ci sia qualcuno a smaltire i rifiuti - la «monnezza napoletana» - ma ci deve essere l'assunzione di responsabilità, come avviene in molte altre regioni del Paese dove i rifiuti vengono smaltiti ed utilizzati e dove sono ottimizzate le strutture per poterlo fare.
Con l'ordine del giorno in esame vogliamo porre in rilievo un'altra grave inefficienza, ovverossia che nella produzione e nella preparazione della compattazione dei rifiuti e nell'allestimento delle cosiddette ecoballe sono stati commessi dei gravissimi errori. Come evidenziato, nella formazione di queste ecoballe non sono stati utilizzati rifiuti che potevano essere immediatamente inceneriti nei termovalorizzatori. Pertanto, si tratta di rifiuti che non possono essere smaltiti in quanto il loro incenerimento violerebbe le normative che riguardano, ad esempio, il termovalorizzatore di Acerra. Come detto, questi rifiuti sono stati compattati in modo, per così dire, errato; pertanto, ove si intendesse attuare pienamente quanto prevede il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 5 febbraio 1998 - che stabilisce tutta una serie di regole in materia di smaltimento di rifiuti non pericolosi - ci si renderebbe conto che tali rifiuti non potrebbero essere (così come sono) conferiti nel termovalorizzatore di Acerra.
Tutto ciò comporta ancora una volta che, invece di tener fede al principio diPag. 33responsabilità e all'autosmaltimento da parte della regione Campania, tali ecoballe mal formate dovranno essere smaltite in altri termovalorizzatori, magari in altre zone, ad esempio in Germania, come è già avvenuto, con un enorme ulteriore aggravio di costi per la collettività.
Allora, che cosa si chiede? Pur augurandoci che finalmente in futuro si operi davvero con senso di responsabilità e con oculatezza nel gestire questo tipo di problematica, al fine di cercare di agevolare la soluzione della situazione di difficoltà estrema - soprattutto per la salute dei cittadini - che si sta verificando, vorremmo che si potesse agire in deroga alla normativa del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Tale deroga, ovviamente dovrebbe essere concessa una sola volta e per tempi brevi, in modo tale da consentire, da un lato, di risolvere il problema e di rispettare quanto richiesto dall'Unione europea, val a dire di adottare misure immediate per risolvere l'emergenza rifiuti, dall'altro di permettere lo smaltimento dei rifiuti - seppure non compattati secondo la normativa vigente nella regione Campania - senza doversi recare in altre zone d'Italia o all'estero, evitando l'aggravio dei costi.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
CAROLINA LUSSANA. Chiediamo che sia posta attenzione su questo ordine del giorno, chiediamo anche che si consenta tale deroga affinchè i rifiuti possano essere conferiti nel termovalorizzatore di Acerra.
PRESIDENTE. Il deputato Mario Pepe ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9 /2826/66.
MARIO PEPE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non illustrerò il mio ordine del giorno perché sono consapevole di parlare invano. Il mio vaniloquio sarà trasformato in un atto di accusa verso questo Governo, che ancora una volta ha dimostrato disprezzo per il Parlamento e per il confronto democratico escludendo il Parlamento dal processo di formazione delle leggi.
Il provvedimento in esame è scritto malissimo, non ha copertura finanziaria e, per tale motivo, gli uffici hanno espresso dubbi in proposito. Con esso si pone una statuizione gravissima: si normalizza l'emergenza rifiuti in Campania.
Anche se sarà approvato, esso avrà il respiro corto, ne seguiranno degli altri; con esso si risolverà il problema solo per pochi giorni. L'emergenza rifiuti in Campania è la spia, lo specchio fedele del fallimento di una classe politica che spreca ma che non decide, che spende ma che non risolve i problemi, che occupa il potere e basta, che oggi è andata a Napoli a vedere il fuoco che promana dai cassonetti e il fumo acre che rende l'aria irrespirabile e che ci ricorda un paesaggio dantesco.
Giorni fa ebbi a dire che Goethe nel suo Viaggio in Italia disse di Napoli che è schiacciata tra Dio e Satana, laddove Dio è la bellezza dei luoghi e la mitezza del clima, mentre Satana era il vulcano, che ogni tanto scaricava lava e lapilli sulla città. Se Goethe oggi tornasse a Napoli, non avrebbe dubbi, nel dare un nome e cognome a Satana: questo nome è Antonio Bassolino (Commenti del gruppo dell'Ulivo)!
Concludo il mio intervento con un invito al presidente della regione che scarica le responsabilità sul Commissario, sul Presidente Napolitano e sul Governo: signor presidente, si dimetta, prima che l'emergenza rifiuti si trasformi in emergenza sanitaria! A Napoli si sono registrati già trentotto casi di epatite! Altrimenti, tale presidente farà la fine del governatore di Milano al tempo della peste: fu cacciato dal popolo al grido «Via la fame, via la peste, via il sangue dei poveri». Bassolino sarà cacciato al grido «Via la monnezza da Napoli e dalla Campania» (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. La deputata Goisis ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/89.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, con questo ordine del giorno vogliamo stigmatizzarePag. 34una realtà che, purtroppo, in Campania è comune. L'articolo 2 del provvedimento in esame, al comma 1, capoverso 2, prevede una deroga all'articolo 202 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, permettendo - e qui è il problema - l'affidamento del servizio smaltimento rifiuti direttamente o a seguito di una trattativa privata.
Purtroppo, la storia di Napoli, con la realtà della questione rifiuti, ci ha già dimostrato quali siano le problematiche da affrontare. Tutti sappiamo - ed è inutile nascondersi dietro al classico dito - che, purtroppo, la questione rifiuti è connessa con una realtà gravissima: quella delle connivenze - non ho paura di pronunciare questo termine - con realtà malavitose che fanno di tale questione una fonte di grandi guadagni soltanto per poche realtà, che definire malavitose è quasi pleonastico.
Ciò che chiediamo, invece, è che il servizio di smaltimento rifiuti sia affidato non direttamente, perché così si invita ad agire in modo poco pulito e poco corretto; conosciamo tutti il detto «la tentazione rende l'uomo ladro». Per evitare tali situazioni, quindi, chiediamo che gli affidamenti vengano fatti tramite gara, con procedura ristretta, invitando - anche per salvare le apparenze, e, comunque, per dare una maggiore garanzia di chiarezza e di trasparenza - almeno cinque ditte concorrenti.
Il problema dei rifiuti a Napoli si trascina ormai da anni, anni e anni ed è - a mio parere - segno di ipocrisia cercare o far credere di voler risolvere tale problematica. In realtà, non la si vuole risolvere, non c'è tale volontà, se ancora si dà la possibilità di fare affidamenti diretti o attraverso trattativa privata. Sappiamo tutti cosa significhi ciò, siamo stati tutti amministratori; sappiamo bene come sia facile cadere in tali tentazioni! E d'altra parte, non è ignoto a nessuno in quest'aula - e nemmeno nel nostro Paese - quante connivenze ci siano fra amministrazioni e, come si diceva anche in precedenza, entità dedite ad azioni malavitose, quali appunto - abbiamo il coraggio di pronunciarlo! - la camorra.
Con questo ordine del giorno, rivolgo un invito molto caldo, perché vogliamo dare una speranza ai cittadini di Napoli, che sono costretti a vivere in mezzo ai rifiuti, dove i bambini sono costretti a camminare in mezzo ai topi, dove si diffondono le malattie. I cittadini di Napoli, facendo parte di questa penisola, non meritano ciò, anche se, devo dire, vivere per tredici anni in mezzo alla spazzatura in quel modo, significa che essi devono anche avere forza e coraggio e cambiare il loro modo di votare. Non possono lamentarsi se coloro che esercitano le funzioni amministrative sono sempre le solite persone che, anziché risolvere i loro problemi, continuano a portarli avanti!
È necessario chiedersi - e noi ce lo chiediamo - dove vadano a finire le migliaia, i milioni di soldi prodotti in gran parte dal nord, che vengono mandati in Campania, per risolvere la questione rifiuti. Noi vogliamo saperlo!
PRESIDENTE. Deputata Goisis, concluda.
PAOLA GOISIS. Vogliamo saperlo, anche perché la popolazione di Napoli - come dicevo - ne ha diritto. Ho parlato con dei napoletani, che dicono di pagare delle bollette per i rifiuti anche molto pesanti. Questo non è il destino che si devono aspettare e che devono avere; essi devono avere il diritto - concludo - alla trasparenza e, soprattutto, alla salute, per sé stessi e per i loro figli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il deputato Tortoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/16.
ROBERTO TORTOLI. Signor Presidente, l'ordine del giorno a mia firma n. 9/2826/16, sottoscritto dagli onorevoli Stradella e Nicola Cosentino, intende intervenire sul ruolo e sui poteri del Commissario e vuole ripristinare lo spirito conPag. 35cui era nato il provvedimento in esame, prima di essere modificato al Senato sotto la pressione della sinistra radicale e, in particolare, del Ministro Pecoraro Scanio, il quale sembra ostinarsi, ogni giorno di più, ad ostacolare, anziché aiutare, la soluzione dell'emergenza in Campania.
Su Il Sole 24 ore di oggi, Giorgio Santilli titola un suo articolo relativo a questo provvedimento «La sconfitta del Commissario»: essa, in realtà, è la sconfitta evidente e palese dello Stato che aveva deciso di impegnarsi in prima persona, inviando in Campania uno dei suoi uomini migliori, il Capo della protezione civile, Bertolaso.
Con tale provvedimento, malamente modificato al Senato, il Capo della protezione civile è stato praticamente lasciato solo. Se il Presidente della Repubblica Napolitano difende a più riprese il suo lavoro, ciò è dovuto al fatto che forse egli è consapevole che, dopo tale operazione, affidata ad un uomo pulito ed efficiente, poco resterà da fare in Campania, se non accettare per sempre l'emergenza.
Se Bertolaso, come titola l'articolo, esce sconfitto, con lui esce sconfitto tutto lo Stato e la sua credibilità. In questa vicenda a vincere sono stati, ancora una volta, la camorra e, in più, il Ministro Pecoraro Scanio insieme al presidente della Commissione ambiente del Senato - senatore Sodano - che hanno fatto guerra al Capo della protezione civile in più riprese e che hanno messo «sotto scacco» la maggioranza al Senato, con pressioni forti e continue, per ottenere una sorta di commissariamento del Commissario a dir poco ridicola. Infatti, nel momento in cui si vara un provvedimento per impegnarsi direttamente su un problema così delicato come l'emergenza rifiuti e si incarica un uomo in cui lo Stato crede, nello stesso provvedimento si mettono, poi, paletti per «commissariarlo» o per metterlo sotto controllo e sotto osservazione.
Per tale motivo, con il mio ordine del giorno n. 9/2826/16, chiedo al Governo di restituire a Bertolaso le prerogative e i poteri necessari per operare efficacemente al fine di risolvere i problemi gravi dell'emergenza rifiuti in Campania; impegno, quindi, il Governo ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a fornire il Commissario di pieni poteri operativi, per superare quei veti incrociati (di cui parlavo) che, finora, hanno impedito il raggiungimento di risultati positivi nel contrasto all'emergenza rifiuti in Campania.
PRESIDENTE. Il deputato Azzolini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/56.
CLAUDIO AZZOLINI. Signor Presidente, l'ordine del giorno a mia firma n. 9/2826/56, che condivido con quasi tutti i colleghi di Forza Italia eletti in Campania, nel suo articolato ripropone una storia che, purtroppo, è ormai consolidata e rispetto alla quale vorrei fare alcuni semplici richiami - brevissimi flash - in questi pochi minuti che mi vengono concessi.
Vorrei cominciare ricordando quanto è avvenuto nel 1994, quando, come lei stesso è a conoscenza, il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza in Campania per la gestione dei rifiuti.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 15)
CLAUDIO AZZOLINI. Si tratta di una vicenda pesantemente stigmatizzata: il sottosegretario che siede ai banchi del Governo era mio collega al Parlamento di Strasburgo ed in quel periodo della IV legislatura la Commissione ambiente del Parlamento europeo si stava già occupando del caso «Campania», giunto in quella sede mediante una serie di iniziative.
Ebbene, sin da allora si suggeriva e si invogliava la cittadinanza e la popolazione a procedere con la raccolta differenziata che, pur essendo una delle cose più normali, direi una banalità, veniva suggerita ai campani e ai napoletani affinché la adottassero opportunamente e utilmente. Purtroppo, come tutti sappiamo, sono trascorsiPag. 36ben quattordici anni e nulla è cambiato; anzi, ogni cosa è peggiorata, al punto tale che non si riesce più a comprendere con quali mezzi e strumenti si possa non tanto porre la parola fine a tale degrado, bensì cominciare seriamente a fissare un punto fermo, di non ritorno.
Ritengo che il Governo dovrebbe recepire i suggerimenti, le indicazioni e gli inviti che provengono dagli ordini del giorno, anche se nella loro strutturazione e articolazione ripropongono tematiche oramai metabolizzate dalla maggior parte dei deputati. Questi ultimi sono sensibili e attenti a tale problematica e, giustamente, non essendo campani né napoletani affermano (come si suol dire) che «chi rompe paga e i cocci sono suoi», ossia chi produce spazzatura dovrebbe anche provvedere ad eliminarla dall'ambito della comunità.
Si tratta di una vicenda che, evidentemente, ci colpisce ancora di più, perché pone in luce una gravissima carenza culturale. Nello stesso articolato si cita il caso di Salerno e della relativa provincia, dove soltanto il 10 per cento della popolazione adotta il metodo della raccolta differenziata, che avrebbe dovuto essere stata opportunamente illustrata ed inculcata nella popolazione civile (convengo sul fatto che, se non si è prima di tutto civili e si diventa colti, poi è difficile ottenere questa consequenzialità).
Tuttavia, sono state spese risorse innumerevoli e consistenti, tali da ripristinare lo stato dei luoghi, non una volta, bensì due o tre. La dispersione di tali risorse, invece, ha dimostrato che non è stato fatto nulla di utile e opportuno.
Per tali ragioni, con la sensibilità che dovrebbe caratterizzare ogni persona responsabile, soprattutto a livello istituzionale, mi auguro che l'ordine del giorno in esame venga recepito anche nella parte finale della sua formulazione, che prevede non tanto l'individuazione di nuovi siti di stoccaggio, ma la costituzione di un sito definitivo per provvedere all'installazione di un termovalorizzatore.
È evidente che un articolato di tal genere dovrà tener conto di quanto accaduto nei precedenti quindici anni, in quanto vi sono popolazioni vessate, che hanno subito e che, dopo quindici anni, giustamente, hanno dimostrato la loro manifesta intolleranza. Pertanto, si vuole indurre il responsabile della protezione civile ad effettuare, nella fase della programmazione, una valutazione di merito molto oculata ed articolata.
I napoletani DOC, che hanno a cuore la loro città - non soltanto coloro che si recano a visitarla, i quali possiedono l'amabilità di esternare apprezzamenti più che lusinghieri -, i veri napoletani, che seguono con tanto ardore una squadra di calcio come il Napoli, che è sprofondata dalla serie A alla serie C, e che in ottantamila hanno combattuto, sofferto, pianto e infine gioito con il ritorno della squadra in serie A, mi basterebbe che un giorno, non in ottantamila, bensì in ottomila...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CLAUDIO AZZOLINI. ...si svegliassero e si rendessero conto che una città di serie A, capitale europea, è finita nella «monnezza».
PRESIDENTE. L'onorevole Garavaglia ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Montani n. 9/2826/87, di cui è cofirmatario.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, l'ordine del giorno di cui sono cofirmatario, a tutela della salute della gente che ha la sfortuna di vivere sotto il governo di Bassolino e della Jervolino, afferma che il governatore della regione Campania dovrebbe fare il suo dovere e, cioè, mettere in campo tutte le possibilità consentitegli dalla normativa al fine di garantire la sicurezza e la salute dei cittadini in seguito ai fenomeni di smaltimento incontrollato dei rifiuti che poi si traducono in roghi di rifiuti in mezzo alle strade.
La questione, quindi, è molto semplice ed è ovvio che il Parlamento non può fare altro che approvare un tale provvedimento; colgo, però, l'occasione per raccontarePag. 37un'esperienza personale, come sindaco del mio paese, relativamente ad un fatto simile.
Vorrei ricordare quanto accaduto in provincia di Milano, a Marcallo con Casone, nel 2000. Quell'anno un ex assessore provinciale dei Verdi, tale Arzuffi, insieme ad altre persone, ha posto in essere delle attività non proprio corrette, tant'è che poi è stato condannato per truffa - fortunatamente direi - a seguito di un processo e di una sentenza che hanno fatto scuola. Si tratta, infatti, della prima sentenza in materia ambientale in cui si è riusciti a dimostrare la truffa. Si organizzava il trattamento dei rifiuti, la formazione del cosiddetto CDR, ma in realtà non si faceva altro che stoccare i rifiuti, che rimanevano sul posto. Casualmente, poi, il capannone in cui erano conservati i rifiuti non lavorati ha preso fuoco, causando una forte emissione di fumi e mettendo a rischio la salute della popolazione del mio paese, tant'è che abbiamo rischiato di dover evacuare ben cinquecento persone.
Questi sono i fatti. Come ha reagito l'amministrazione del comune di Marcallo con Casone che ho avuto la fortuna di amministrare e che amministro tuttora? Secondo voi come può reagire un'amministrazione dotata di buonsenso? Si può lasciare un cumulo di rifiuti all'ingresso del paese? Ovviamente no! La decenza impone che non si possa lasciare all'ingresso del paese, come biglietto da visita, un cumulo di rifiuti. Si può rischiare la salute dei propri concittadini? Ovviamente no! Si può rischiare di dover evacuare metà della popolazione di un paese perché magari i rifiuti possono prendere fuoco una seconda volta? Ovviamente no! Allora, cosa fa un'amministrazione dotata di buon senso? Fa ciò che prevede la legge: bonifica!
Il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, il cosiddetto decreto Ronchi, - magari qualcuno si ricorda anche il titolo - prevede molto semplicemente che, qualora i rifiuti non vengano portati via da chi di dovere, dal proprietario, il comune è obbligato a bonificare il sito. Ciò è quanto stabilisce la legge e, quindi, l'abbiamo fatto. Ci è costato un milione e mezzo di euro; un comune di 6 mila abitanti si è accollato il costo di un milione e mezzo di euro! Ma questo è dovere degli amministratori, è ciò che bisogna fare!
I cittadini hanno pagato, ma sono stati contenti di pagare la bonifica perché è inammissibile avere nel proprio comune una pila di immondizia che può prendere anche fuoco! Nessuno si è lamentato, tutti sono stati contenti e la nostra amministrazione monocolore Lega Nord Padania è stata rieletta con il 62 per cento dei voti.
C'è, pertanto, qualcosa che non quadra e ogni volta che sentiamo parlare della questione dei rifiuti ci viene il sangue amaro. Non riusciamo a capire come faccia un amministratore - ricordiamo che una lingua morta, il latino, che qualcuno di voi conosce bene, intende per amministratore e per ministro il servitore, colui che è al servizio dei suoi cittadini - a consentire una situazione del genere. Al di là della figura che facciamo a livello internazionale, tutte le volte che vediamo in televisione le immagini dei rifiuti che bruciano ci viene la pelle d'oca! Non si riesce a concepire una cosa simile!
Al di là del rischio di sanzioni economiche che l'Unione Europea alla fine ci comminerà (perché, chiaramente, una situazione del genere non si verifica neanche in Africa, neanche nel Terzo Mondo), al di là di tutto questo, c'è una cosa che si chiama dignità. Un amministratore che arriva a determinare una tale situazione e che è dotato di un minimo di dignità deve solamente rassegnare le dimissioni.
Si parla tanto di federalismo e di sussidiarietà. La sussidiarietà prevede che qualora - e concludo - un'amministrazione non sia in grado di svolgere il proprio mestiere, l'amministrazione di livello superiore deve intervenire. Ebbene, commissariamo una volta per tutte Napoli e la Campania, mandiamo l'esercito e sistemiamo questa vergogna nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. L'onorevole Fasolino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/111.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, in verità debbo esprimere molte amarezze.
Innanzitutto, occorre considerare che un decreto-legge che avrebbe potuto essere discusso e migliorato dall'Assemblea (e, lo ripeto, l'opposizione in Commissione aveva dato chiari segnali di disponibilità ritirando gli emendamenti e attendendo la discussione in Assemblea) è stato blindato con la richiesta del voto di fiducia. Il risultato è un decreto-legge che presenta tutti i vizi del precedente senza aggiungere alcuna virtù che potesse migliorarlo. Un decreto-legge con un difetto capitale: non sono previsti i fondi per realizzare le spese; per cui vorrei chiedere alla maggioranza e al Governo in che modo e a quali fonti saranno attinte le risorse.
Ma la cosa più sconcertante è che il decreto-legge appena convertito non presenta sul frontespizio le firme di Di Pietro e di Pecoraro Scanio, la qual cosa induce a molti sospetti. Probabilmente l'articolo 3, che aveva squallidamente caratterizzato il precedente decreto e che è stato sostituito nel comma 2 dall'articolo 2 del presente decreto, in sostanza non ha fatto balenare nessun miglioramento, perché di affidamenti diretti si parlava prima e di affidamenti diretti si continua a parlare oggi. L'Assemblea è responsabile. Bassolino qui non c'entra, siamo noi che andremo a licenziare un decreto-legge che può aprire la strada ad una nuova Tangentopoli.
Per quale motivo mai non dovremmo ricorrere alle gare d'appalto di indirizzo nazionale ed europeo? Ancora: per quale motivo dovremmo affidare la raccolta differenziata, essenziale per superare l'emergenza rifiuti, ai consorzi di bacino, che sono governati in maniera parassitaria e clientelare e che fino a questo momento non hanno dato nessuna prova positiva della loro azione? Preferire i consorzi di bacino a imprese tecnologicamente avanzate, vincitrici di gare d'appalto, è semplicemente delittuoso.
Per quale motivo mai dovremmo aumentare, raddoppiandola o triplicandola, la Tarsu? Come faranno le popolazioni a pagare imposte di siffatta importanza e di siffatto peso quando le strade sono ancora invase dai rifiuti e l'emergenza, lungi dall'esser conclusa, incombe ancora sulle vie di Napoli e dell'intera regione Campania? Credo che quest'Assemblea voglia mostrare un sussulto di orgoglio nei confronti del Governo assumendo un atteggiamento chiaro almeno nei confronti degli ordini del giorno (per quel che essi possono valere), approvandoli incondizionatamente.
In ultimo, vorrei ancora ribadire una considerazione: il Presidente Bassolino è stato recentemente bollato con parole di fuoco dalla magistratura inquirente napoletana.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GAETANO FASOLINO. Per molto meno, illustri parlamentari e politici, nel corso degli anni Novanta, dovettero abbandonare i loro scranni di deputati e di amministratori; all'epoca, in Campania, proprio Bassolino fu il più feroce contestatore di chi, nonostante gli avvisi di garanzia, voleva rimanere abbarbicato al potere. Dal presidente Bassolino e dal centrosinistra mi aspetto che quel che si predicava nel 1994 sia valido ancora oggi. Purtroppo per Antonio Bassolino e per il centrosinistra, il postino ha suonato due volte; e, questa volta, ha suonato alla porta degli amministratori dei DS, della Margherita, della sinistra radicale oltranzista e dei Verdi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GAETANO FASOLINO. Le dimissioni sono dunque un atto dovuto e rappresentano l'unico strumento attraverso il quale il popolo campano capirà che una stagione nuova può avere inizio. Ci aspettiamoPag. 39pertanto dal centrosinistra un atto di responsabilità: le dimissioni immediate della giunta regionale della Campania.
PRESIDENTE. L'onorevole Alessandri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/78.
ANGELO ALESSANDRI. Signor Presidente, colleghi, l'ordine del giorno da me presentato richiede di fatto un impegno serio perché i siti previsti dal decreto-legge al nostro esame siano effettivamente individuati e si intervenga immediatamente perché la spazzatura campana rimanga in Campania.
Questa vicenda è per certi versi ridicola: lo dico portando la voce dei cittadini del Nord. Mi è capitato, infatti, in questi giorni, parlando con alcuni cittadini del Nord, di raccontare che martedì saremmo tornati in Assemblea, dopo la sospensione, per votare l'ennesima fiducia a questo Governo sulla questione dei rifiuti. Alla gente veniva da ridere; mi si diceva: «Stai scherzando? Non sarà vero che ancora una volta, per salvare Bassolino e la sua incapacità di governare, questi vengano di nuovo a chiedere la fiducia?». Invece, purtroppo, non si tratta di una barzelletta; purtroppo, ancora una volta, è vero!
Avete chiesto l'ultima fiducia all'incirca un mese fa, in buona parte ancora per salvare Bassolino e i debiti della sanità. Si trattava allora di 3 miliardi di euro: oggi date mandato ad un intervento immediato, i cui costi sarebbe difficile quantificare. Ancora una volta, comunque, si evidenzia - quasi ve ne fosse bisogno - che l'Italia unita non esiste, esistono invece molte Italie e, soprattutto, quella dei più furbi, di coloro che vivono sulle spalle degli altri, trova sempre da parte di questo Governo e di questo centrosinistra una copertura, un «paracadute»; ciò, alla faccia della gente, dei buoni amministratori, della correttezza, delle regole e delle leggi.
Mi chiedo, allora, cosa rappresentino questo Governo e questo Parlamento: essi non rappresentano certo la buona amministrazione, né rappresentano le leggi, i cittadini onesti, la voglia di saper risolvere i problemi o un modello di equità. Cosa rappresentate, allora? Credo che dovreste porvi questa domanda, anche se so che siete soldatini «signor sì» pronti a votare favorevolemente sulla fiducia al Governo Prodi. Avete infatti votato a favore, così come domani voterete a favore anche dell'approvazione del provvedimento in discussione: non scatta in voi la percezione di un minimo di vergogna o di orgoglio per il fatto che state votando a favore di una ennesima presa in giro dei cittadini seri?
Vi sono regioni di questo Paese, che in maniera seria continuano, con il patto di stabilità, a non provocare «buchi» di bilancio nel settore della sanità e a trovare soluzioni per eliminare il problema dei rifiuti (spesso alcune realtà, lo ricordava il collega Dussin questa mattina, compiono sforzi perfino eccessivi per riuscire a creare una cultura del riciclaggio: penso al collega Bodega, che a Lecco per parecchi anni è stato in cima alle classifiche).
Questi amministratori, dunque, sono così bravi: peccato che tutto ciò che loro fanno di giusto diventi inutile, completamente inutile, per colpa di quanti continuano invece a creare appositamente un'emergenza continua.
Dovrei allora ritenermi figlio di un popolo di stupidi, se continuassi ad accettare questa situazione; ma, come sto facendo adesso, non mi reputo tale perché sono qua a dirvi che noi non ci stiamo!
Abbiamo visto girare per il Paese le famose ecoballe, ma credo sia ora di finirla di raccontare, anche ai cittadini, le ennesime ecoballe e di presentarsi alla gente con una faccia come un'ecoballa; si deve cominciare, invece, a dire seriamente che un Paese normale, serio e rispettoso delle regole ed un Governo che vuole amministrare secondo questi principi non portano in giro per il Paese stesso uno come il presidente Bassolino quale testimonial del futuro - futuro già morto, a mio avviso - Partito Democratico o per raccontare come si risolve il problema dei rifiuti: due anni fa, lo hanno portato a Reggio Emilia come esempio con riferimento alle soluzioni del problema dei rifiuti!Pag. 40
Credo che da parte di un Governo serio ci voglia, invece, il coraggio di affermare che il Presidente Bassolino e la giunta della Campania sono incapaci di risolvere un problema annoso, che va a discapito dell'autosufficienza delle varie province del Nord.
Dobbiamo opporci in tutte le maniere, innanzitutto rifiutando i rifiuti: non portateli al Nord, perché credo che questa volta ci saranno non soltanto i politici della Lega, ma tutti i cittadini della Padania, stufi di coprire l'incapacità e le connivenze di questo Governo che è incapace di colpire chi ha davvero commesso dei misfatti politici, ammesso che non si tratti di misfatti di altro genere, ossia di crimini!
L'anno scorso, sono stato in mezzo ai topi e all'odore nauseabondo presenti a Napoli. Nessuno mi toglie dalla testa che tutto ciò sia costruito ad arte: un bel giorno arriva il segnale di buttare la spazzatura per la strada e qualche giorno dopo quello di bruciarla, perché pensano: «Comunque c'è Pantalone che, ancora una volta, verrà a coprirci di miliardi, che distribuiremo per intero».
Credo che questa sia la peggiore delle operazioni che possiate fare in un Paese civile: il Governo si conferma, ancora una volta, incivile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. L'onorevole Cesaro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/43 (Nuova formulazione).
LUIGI CESARO. Signor Presidente, signori colleghi, nel corso degli anni, con precisa ed incontrovertibile responsabilità del centrosinistra e dal presidente Bassolino, l'emergenza rifiuti in Campania è, purtroppo, andata vieppiù peggiorando.
Le responsabilità di Bassolino sono macroscopiche e prevalenti: egli prevede l'affidamento dei lavori senza gare in forma diretta, raddoppia e triplica la Tarsu, a danno soprattutto dei cittadini campani, mentre le città, purtroppo, sono invase da rifiuti, topi e cattivo odore.
Chiedo a viva voce che il decreto-legge in esame non venga convertito, perché, cari colleghi, vi sono responsabilità gravissime, in particolare con riferimento alle indennità erogate ai vertici della struttura commissariale, al ricorso alle consulenze, in alcuni casi pagate senza mai essere utilizzate, e soprattutto ai progetti fantasma, come quelli denominati progetti sine re.
Cari colleghi, è giunto allora il momento che Bassolino e la giunta regionale si dimettano immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. L'onorevole Bodega ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/80.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, nell'illustrare brevemente l'ordine del giorno n. 9/2826/80 consentitemi di fare una riflessione, dopo avere ascoltato o, meglio, letto i resoconti, in quanto la sospensione dai lavori parlamentari non ci ha consentito di seguire in diretta il dibattito parlamentare, ma i potenti mezzi della globalizzazione ci hanno permesso di leggere i verbali. Ebbene, mi sembra che il tema rientri tra quelli veramente «pesanti» per il nostro Paese in quanto si tratta di un'emergenza; siamo in presenza di una situazione che può veramente causare pericoli per l'incolumità pubblica dei cittadini in ambito sanitario e le popolazioni pagano per l'inefficienza dei loro pubblici amministratori che hanno governato negli anni. Non voglio soffermarmi solo sugli ultimi tempi, perché si tratta di un problema che risale nei decenni, a mio modesto parere. Tali pubblici amministratori ancora oggi non hanno la consapevolezza di avere non solo cagionato danni e disastri, ma anche, in particolare, male amministrato la cosa pubblica. Altro che gli sprechi della politica! Qui vi sono gli sprechi di miliardi e miliardi di vecchie lire e milioni e milioni di euro.
Questa, però, non è la sola evidenza; tale problematica mette in luce un Paese che, a seconda delle diverse zone geografiche, si comporta differentemente e adotta provvedimenti disomogenei, non uguali per tutti. Devo comprendere come mai, in alcune zone d'Italia - mi riferiscoPag. 41al nord, naturalmente alla Lombardia (e particolarmente a Lecco e alla sua provincia) - vi siano punte di eccellenza nel campo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, mentre in altre zone non si raggiungono tali risultati (mi riferisco in modo particolare al territorio di cui stiamo discutendo, la Campania e soprattutto Napoli).
Penso che i primi impianti risalgano a venti o trent'anni fa. All'epoca governava la Democrazia Cristiana. Ciò vuol dire che i democristiani della Lombardia erano diversi rispetto a quelli della Campania? Assumevano diverse soluzioni in base all'appartenenza regionale? Pertanto, dobbiamo ringraziare quei vecchi amministratori che nei nostri territori, venti, trent'anni fa, pensarono di costruire gli impianti di smaltimento dei rifiuti. Infatti, oggi raggiungiamo dei livelli di eccellenza al nord. La città di Lecco, per portare un esempio, è stata la prima nella classifica della raccolta differenziata dei rifiuti e del loro smaltimento. Perché è successo ciò? Non voglio pensare alle ecoballe, che ha citato il collega Alessandri, ma a tutte le «ecoballe» che gli amministratori meridionali hanno raccontato nei decenni ai loro cittadini, i quali oggi pagano un'inefficienza e una cattiva gestione della cosa pubblica da parte dei loro amministratori. Ciò che, per così dire, fa un po' venire il sangue amaro, come diceva il collega Garavaglia, è che lo Stato centrale interviene «a gamba tesa» adottando un decreto-legge, che sicuramente presenta tantissime lacune - e gli ordini del giorno cercano di migliorarlo in alcune parti - e che peraltro non prevede una copertura finanziaria completa, come in questa sede qualcuno ha ricordato.
Si presenta un provvedimento per sanare una situazione - vedremo poi se sarà realmente sanata - ma senza che si stabilisca con quali soldi, da parte di quali soggetti e dove si smaltiranno o depositeranno i rifiuti. Non pensate, infatti, che per costruire un impianto di smaltimento dei rifiuti sia sufficiente qualche mese: occorrono anni per poterlo costruire! E la situazione, nei prossimi anni, come cambierà, come si evolverà, come verrà gestita dal signor Bassolino? Voglio però riferirmi più ai sindaci che al governatore della regione, perché sono questi che a livello territoriale si occupano di questa problematica.
Anni fa esistevano i consorzi: ci si «consorziava» tra comuni, si creava un consorzio e si costruivano gli impianti di smaltimento dei rifiuti. Tutti i comuni facevano così! Pertanto, io apprezzo e ammiro quegli amministratori che hanno saputo con lungimiranza prevedere la problematica e lavorare per far sì che essa in seguito non creasse disagi.
PRESIDENTE. Onorevole Bodega, la invito a concludere.
LORENZO BODEGA. Concludo, signor Presidente. L'ordine del giorno, che in fondo è semplice, vuole invitare il Governo ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché si possano sensibilizzare i cittadini con riferimento alla raccolta differenziata dei rifiuti, al fine di consentire un loro migliore incenerimento o smaltimento nelle discariche.
PRESIDENTE. L'onorevole Fava ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/83.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno che, nella sua estrema semplicità, pone però l'attenzione su un problema già «toccato», in questa fase di illustrazione degli ordini del giorno, dall'intervento dianzi svolto dall'onorevole Lussana, che ha ben centrato il tema specifico ovvero la realizzazione e la gestione «vera» dei cosiddetti impianti di incenerimento e dei termovalorizzatori in Campania.
Sapete bene, colleghi, che la situazione non si risolve a colpi di slogan. In questo caso, la situazione impiantistica campana - quel poco che c'è e che può essere considerato «impianto» - è compromessa da un percorso normativo e giuridico che ha portato gli impianti stessi ad essere assoggettati ad autorizzazioni specifiche.Pag. 42Tali autorizzazioni vincolano in modo determinante il funzionamento degli impianti, il che, di fatto, ha costituito una situazione nell'ambito della quale non solo non è possibile costruire gli impianti ma neppure utilizzare i pochi sussistenti con i materiali prodotti negli impianti di trattamento a monte.
I temi degli ambiti e dei bacini ci riportano ad un dibattito più ampio. Noi ci chiediamo se, al di là del fatto che con una certa ripetitività siano fatti oggetto di infrazione da parte dell'Unione europea, il sistema di questo Paese, possa essere considerato appartenente all'Unione europea stessa. In quali altri Paesi dell'Unione esistono situazioni simili? È il quesito che sottopongo all'Assemblea. Questo è il punto! Non possiamo, cari esponenti del Governo, richiamarci all'europeismo spinto tutte le volte che fa comodo e dimenticarci dei vincoli e delle imposizioni che provengono non tanto dalle norme comunitarie quanto dal fatto che nell'Europa occidentale esistono sistemi assolutamente diversi da quelli di cui stiamo parlando in questi giorni. Il sistema italiano, per così dire, fa evidentemente acqua da tutte le parti e il sistema campano vive ai margini del rapporto tra politica, società e civiltà.
Diventa, quindi, importante stabilire a chi dare compiti e a chi attribuire questi compiti di pianificazione nell'ambito di un ragionamento complessivo che ci porti alla soluzione del problema. Giustamente, il collega Bodega ricordava prima di me che la soluzione immediata del problema in realtà non esiste, perché le soluzioni tecnologiche in un campo delicato come quello dei rifiuti necessitano di gestazioni lunghissime nel tempo, di periodi molto lunghi. Infatti, dal giorno in cui si ipotizza una soluzione al giorno in cui questa diventa una realtà, una misura concretamente attuabile passano mesi, anni, a volte anche decenni.
Non possiamo pensare di trovarci ogni sei mesi o ogni anno a discutere di nuovo in questa Assemblea di operazioni fini a se stesse, che tendano semplicemente a finanziare in modo assistenziale e senza un respiro largo di politica generale e di gestione del problema, situazioni di questo tipo. Lo dico e lo ripeto perché, ad oggi, dopo quasi 14 anni di commissariamenti vari, non si è ancora giunti nemmeno ad una definizione esatta della pianificazione territoriale basata su un'equa ripartizione dei bacini territoriali. In una realtà come quella campana, noi chiediamo addirittura che si arrivi ad una pianificazione per bacini provinciali. Infatti, sappiamo che questo - bisogna dirlo con grande onestà e lo dico anche ai colleghi del nord - non è sempre vero nemmeno nel nord Italia.
Esistono realtà regionali nell'ambito delle quali ci sono province che hanno lavorato meglio e province che hanno lavorato peggio, ma mediamente il problema si risolve in un contesto più ampio, in un contesto regionale. Dunque, non esiste una visione di insieme alla base di questa programmazione.
Noi chiediamo, con la presentazione di questo ordine del giorno, che la visione di insieme parta soprattutto dalla condivisione di un percorso per quanto concerne gli impianti. Il Governo condivide il fatto che la realizzazione dei termovalorizzatori, nel caso specifico quelli di Santa Maria La Fossa e di Acerra, faccia parte di questo sistema e costituisca l'inizio di un meccanismo virtuoso che porti tutti i bacini di questa provincia - sempre che vi sia una politica seria - ad essere, con il tempo, autonomi ed autosufficienti?
Se esiste una condivisione su questo principio, riteniamo che anche in quest'aula si possano trovare gli spazi di dialogo e di discussione al fine di una risoluzione vera del problema. In queste settimane, tuttavia, abbiamo avuto la netta sensazione che nel dibattito parlamentare - che non c'è stato, a onor del vero; intendo il dibattito che ha semplicemente lambito il Parlamento - si sia cercato di portare visibilità ai singoli parlamentari, piuttosto che offrire soluzioni vere ad una problematica che continua a persistere.
PRESIDENTE. Onorevole Fava, la prego di concludere.
GIOVANNI FAVA. Concludo, signor Presidente. Ci auguriamo che questa siaPag. 43l'ultima volta in cui si discute di questo tema in Parlamento. Mi rendo conto che è un augurio un po' troppo ottimistico, tuttavia ci attendiamo soprattutto che con questo provvedimento si inizi un percorso attraverso il quale si individuino tappe, metodologie, tecnologie, impianti e, soprattutto, un'ubicazione certa degli stessi, nell'ambito di una «bacinizzazione» che potrebbe costituire l'unica soluzione a questo problema.
PRESIDENTE. L'onorevole Paolo Russo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/65.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi: ed ora? Poniamo che questo decreto-legge sia approvato; cosa succederà dopo? In buona sostanza, nulla. Non ci sarà nemmeno un sito utilizzabile come discarica, non ci sarà un piano, perché dovrebbe essere concertato e non lo sarà mai, non ci sarà alcun elemento di novità a livello strategico, non ci sarà alcuna iniziativa sul fronte della fantasia tecnologica, non ci sarà un po' di passione, non ci sarà nemmeno un po' di raccolta differenziata, non ci sarà alcuna sensibilità sul fronte delle tecnologie innovative: nulla di nulla.
Ma ciò che parla più di ogni altra cosa di questo dannoso, inutile e improduttivo decreto-legge sono i numeri di questa emergenza e di questo disastro. Sono 500 i siti in Campania nei quali insistono le cosiddette ecoballe; sono mille gli ettari di terreno utilizzati per depositare questa sorta di piramidi azteche; sono 4 gli ettari che ogni mese ancora occorrono per appoggiare nuove balle che continuano a non essere a norma, e corrispondono a circa duemila campi di calcio; sono 2 i miliardi di euro sperperati in questo disastro senza fine; sono 5 i milioni di balle accumulati, e corrispondono a 6 milioni di tonnellate; sono 300 mila i mezzi che occorreranno per muovere queste balle; siamo solo al 10 per cento per la raccolta differenziata, eppure c'erano 2.316 lavoratori assunti proprio a tal fine, inopinatamente abbandonati senza uno straccio di piano industriale che li ponesse in condizione di lavorare.
Sono 7 i commissari che si sono inutilmente alternati al capezzale di questa emergenza; sono 14 i sub-commissari che si sono trastullati; è del 14 per cento la flessione percentuale del sistema ricettivo turistico della città di Napoli; sono 3 i decreti che sino ad oggi sono stati necessari per affrontare la situazione; sono 7 gli impianti di CDR e 2 i termovalorizzatori, uno dei quali è in una fase finale di completamento che sarà inutile, perché per fine ottobre, pur essendo pronto, non potrà mai bruciare alcunché, in quanto non saranno disponibili i combustibili che dovrebbero essere portati in quell'impianto. Inoltre, non s'intravede, nemmeno da lontano, un'iniziativa strategica capace di invertire questa tendenza, ossia capace di produrre CDR e quindi di alimentare l'impianto di termovalorizzazione di Acerra. Sono numeri non equivocabili, che disegnano il disastro che il centrosinistra ha prodotto sul fronte dei rifiuti nella nostra regione.
PRESIDENTE. L'onorevole Dozzo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/90.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, l'ordine del giorno a mia firma è molto chiaro: impegna il Governo a garantire che le ecoballe di rifiuti trattati dagli impianti di selezione e trattamento della regione Campania vengano smaltite all'interno della regione stessa.
Si tratta di un tema importante, perché pone una questione di responsabilità politica, una questione di responsabilità culturale e anche una questione di dignità. Pone una questione di responsabilità politica, perché è da 14 anni che vige il commissariamento, e da 14 anni vi è un'incapacità gestionale che ha un nome e un cognome: il governatore della regione Campania, Antonio Bassolino.
Signor rappresentante del Governo, mi ricordo che quando l'attuale governatore fu eletto per la prima volta sindaco, laPag. 44stampa amica lo salutò dopo poco tempo come l'artefice della rinascita di Napoli; si parlò infatti del «nuovo rinascimento napoletano», e vi furono spettacoli in piazza. Il governatore Bassolino, all'epoca, trovò il tempo di fare il Ministro; peccato che non abbia trovato il tempo di controllare gli impianti di smaltimento e di programmare un piano di smaltimento regionale, affinché non si ricadesse in questa nuova emergenza.
Ma vi è anche una questione culturale: signor Presidente, mancano la capacità e la volontà, anche da parte degli stessi cittadini, di superare l'emergenza. Vorrei ricordare la percentuale della raccolta differenziata di molti comuni del nord, amministrati dalla Lega: essa varia dal 70 all'80 per cento, e questo è merito anche della buona volontà e della capacità di tutti i cittadini di procedere lungo una certa direzione, anche se talvolta la raccolta differenziata è noiosa e difficile.
Mi domando quale sia la percentuale di raccolta differenziata dei comuni della regione Campania. Forse non c'è quella cultura, e meno male che noi del nord siamo i cittadini privi di cultura e i rozzi e gli ignoranti!
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 15,45)
GIANPAOLO DOZZO. Abbiamo visto poi cosa succede: incendi per strada, migliaia di fuochi che si levano da tutte le parti, e guarda caso ciò accade in quella Napoli dove risiede l'attuale Ministro dell'ambiente.
Quest'ultimo, allorquando si è verificato un incendio in una fabbrica, ha inviato subito un'ispezione ministeriale per verificare eventuali emissioni di diossina. Mi domando se lo stesso Ministro abbia fatto qualcosa per le centinaia di incendi che giornalmente bruciano Napoli: non ha inviato assolutamente alcuna ispezione ministeriale.
Vi è, inoltre, anche una questione di dignità da parte dei cittadini napoletani, e in particolare - mi riferisco alle ultime notizie riportate dai giornali - da parte dei cittadini ischitani. Dignità, infatti, significa produrre e smaltire i rifiuti nel proprio territorio, e non inviare i propri rifiuti in altre parti d'Italia. Nel caso specifico, tuttavia, sembrerebbe che ci fosse un accordo del comune di Ischia per inviare i propri rifiuti nel comune di Bassano, in provincia di Vicenza, tramite una società privata che avrebbe già concordato tale trasferimento. Ebbene, noi diciamo «no», e spero, signor sottosegretario, che lei accolga la nostra richiesta - che a mio avviso è di buon senso - di smaltire i rifiuti laddove si producono. Penso che sia una questione, prima di tutto, di dignità per ogni cittadino dello Stato italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/93.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno a mia firma e sottolineare che, effettivamente, l'incapacità del presidente della giunta regionale campana - unico vero responsabile del livello di gravità estrema dell'emergenza rifiuti - è tale da mettere in pericolo anche la salute pubblica, non solo per il diffondersi di malattie infettive o diffusive - alcuni colleghi lo hanno ricordato - ma anche per la contaminazione chimica del suolo e del sottosuolo, nonché dei prodotti dell'agricoltura e della zootecnia.
Infatti, l'accumulo dei rifiuti solidi urbani e la fermentazione accelerata dalla stagione calda causano sia il fermento dei rifiuti distribuiti ovunque, sia l'aumento in modo esponenziale del percolato. Il percolato, infatti, è un composto chimico che distrugge e devasta l'ambiente e che, contaminando il suolo, il sottosuolo, le falde freatiche, le acque superficiali e profonde, nuoce alla salute umana. È parimenti nociva alla salute umana la pirolisi, il combusto intermedio derivante dagli incendi appiccati in più punti ai rifiuti, che sviluppano prodotti chimici intermedi anche cancerogeni.Pag. 45
Quindi, le conseguenze sulla salute possono anche non essere immediate, e si potranno riscontrare tra qualche anno, con l'aumento in modo esponenziale di gravi malattie nella popolazione. Ciò è molto grave, in quanto nessuno vi pone rimedio. Il nostro Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, infatti, con la sua impostazione ideologica massimalista, pur essendo napoletano, ha svuotato il Commissario di ogni sua funzione. Bertolaso farebbe bene a dimettersi: è la vittima sacrificale, non può rimanere lì!
Il decreto-legge in esame è ormai «annacquato», in quanto al Senato è stato completamente stravolto. Ci ritroveremo, il prossimo anno, a ripeterci le medesime cose e ad aver peggiorato la situazione dei rifiuti in Campania. Sono sicuro che il mio ordine del giorno non verrà, ovviamente, accettato, perché dice la verità, ed è basato su una verità scientifica e su una lapalissiana constatazione dei fatti che il Governo cieco non riesce ad ammettere, in quanto è sotto ricatto e sotto scacco della sinistra radicale, che osa anche dirgli che siamo in un colpo di Stato.
Confermiamo e condividiamo: siamo veramente in presenza di un colpo di Stato, non c'è bisogno che lo dica qualche esponente della sinistra massimalista.
In conclusione, ritengo che ci sia bisogno di ben altro: è necessario applicare l'articolo 126 della Costituzione, che prevede lo scioglimento di un consiglio regionale per ragioni di sicurezza nazionale. Andate a leggerlo: vedrete che è precisamente il caso in cui oggi ci troviamo. Occorre che qualcuno lo proponga al Presidente della Repubblica.
Come ho già affermato nella dichiarazione di voto sulla questione di fiducia, è quanto mai attuale il detto «vedi Napoli e poi muori»: andando a Napoli, si rischia veramente di morire!
PRESIDENTE. Il deputato Caparini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/81.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, dopo quattordici anni dal primo commissariamento, dopo la nomina di sette commissari e quattordici sub-commissari, a pochi mesi dall'ennesimo provvedimento che ci è stato proposto come risolutivo (e che purtroppo tale non è stato, come avevamo allora paventato), dopo aver speso due miliardi di euro, torniamo ad affrontare la questione, ormai cronicizzata, dei rifiuti della Campania.
Avevamo già denunciato come la crisi fosse stata istituzionalizzata proprio a causa di continui interventi dal centro, che hanno di fatto creato un carrozzone che ha riciclato il malaffare e le inefficienze della prima crisi ed ha creato le condizioni per una situazione ormai fuori dal controllo delle istituzioni.
Quella dei rifiuti della Campania è una brutta storia: una storia di consulenze facili, di spese improduttive, di inefficienze, di affitti di terreni e di mezzi gonfiati, di assunzioni di personale effettuate in modo clientelare. Ma non è solo questo, purtroppo: è anche qualcosa di più, che credo sia, in fondo, il motivo per il quale ciclicamente ci ritroviamo con un senso di impotenza di fronte alla collusione che il sistema della gestione dei rifiuti ha con la mafia. Tant'è vero che è stato coniato anche il termine «ecomafia», che in sé sintetizza e rappresenta una situazione che ormai da troppo tempo è sfuggita al controllo delle istituzioni e della legalità. Criminalità e smaltimento dei rifiuti - è un dato di fatto - vanno di pari passo: la produzione di calcestruzzo è storicamente appannaggio delle organizzazioni camorristiche, e l'estrazione della sabbia e la produzione del calcestruzzo, oltre a costituire una vera e propria emergenza ambientale, sono prodromiche alla realizzazione di discariche abusive.
Mi chiedo, e chiedo anche ai colleghi, soprattutto a quelli che, sul versante della vocazione, si ritengono più sensibili ai temi ambientali, come i colleghi dei Verdi: dove sono stati in passato, allorquando sono stati proprio loro ad appoggiare le maggioranze di centrosinistra al governo della regione? E dove sono oggi, di fronte a un decreto-legge che non fa altro che peggiorare l'attuale situazione - se ciò fossePag. 46possibile - e che non pone un benché minimo rimedio ad una vera e propria emergenza ambientale?
Dove sono anche i colleghi dell'Italia dei Valori, considerato che stiamo, per l'ennesima volta, realizzando un intervento che, come già sappiamo, andrà a finanziare la criminalità organizzata? Non lo affermo io, ma gli atti depositati nelle procure, nonché la Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
Insomma, è evidente quanto i cicli di impresa, che sono apparentemente diversificati, facciano capo all'attività dell'ecomafia. È per questo, allora, che oggi per l'ennesima volta ribadiamo, attraverso la nostra azione legislativa e i nostri ordini del giorno, che la questione dei rifiuti della Campania deve essere risolta alla radice. Quindi, è necessario un intervento deciso, definitivo...
PRESIDENTE. La invito concludere.
DAVIDE CAPARINI. ...non l'ennesimo commissariamento e soprattutto è necessario far passare il principio secondo il quale la regione Campania deve essere in grado di risolvere da sola questo ennesimo problema che, invece, ancora una volta scarica sulle spalle di tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il deputato Gioacchino Alfano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/3.
GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non è la prima volta che siamo chiamati ad esaminare l'emergenza rifiuti. Devo dire che, se volessimo valutare le parole e i concetti che abbiamo espresso in tutti questi anni, il problema dovrebbe essere risolto. Ci troviamo, però, in questo momento a esaminare gli ordini del giorno, nel tentativo di evitare che anche il provvedimento in discussione possa risultare inefficace, tenuto conto della sorte dei numerosi emendamenti che avevamo presentato e del tentativo di modificare il decreto-legge in esame, che già il Senato aveva in parte modificato, ma sicuramente in modo non completo.
Prima di entrare nel merito del mio ordine del giorno, vorrei svolgere alcune premesse, molto brevemente. Sono convinto che si tratti di concetti che varranno a futura memoria e per provvedimenti successivi, perché sono persuaso che il provvedimento in esame se, da una parte, può fornire un contributo alla soluzione del problema, dall'altra, sicuramente non risolve l'emergenza.
In primo luogo, non bisogna considerare l'emergenza dei rifiuti in Campania e, quindi, la gestione del ciclo dei rifiuti come un problema unico, come se fosse una fotografia di tutta la situazione attuale. Nel ciclo dei rifiuti sono chiamati in causa diversi soggetti - alcuni dei quali abilitati anche ad assumere decisioni importanti, che influiscono sugli effetti delle loro azioni - che devono essere sensibilizzati. Quindi, a mio avviso è un errore portare - mi rendo conto che i parlamentari non campani seguono la situazione dai giornali e dalla televisione - al livello del Governo nazionale questioni locali, che, quindi, dovrebbero rimanere nella valutazione e nell'azione dei territori competenti, della Campania come regione, delle province e delle singole città.
Ciò premesso, a mio modo di vedere, i punti più qualificanti della modifica che si chiedeva erano i seguenti. In primo luogo, si proponeva di intervenire sull'articolo 7. A tutti voi è noto che l'articolo 7 regola il finanziamento destinato all'emergenza dei rifiuti. In proposito ritorna il concetto che ho esposto in precedenza: è normale che, se si interviene in Parlamento, e si fanno valutazioni sul finanziamento dell'emergenza, vi è una parte che ritiene che l'emergenza debba essere finanziata dalla regione, quindi dagli abitanti della regione in crisi.
Vi è una parte, invece, che vuole delegare a chi vuole gestire l'emergenza anche il finanziamento. Allora, ritengo che se si lascia il potere agli enti locali si deve attribuire agli stessi la responsabilità, anchePag. 47con provvedimenti gravi, fino ad arrivare allo scioglimento degli organi degli stessi (si dimentica sempre una delle cause di scioglimento degli organi degli enti locali, perché fa comodo ricordare sempre lo scioglimento degli stessi per infiltrazione camorristica, quando invece vi è anche lo scioglimento degli organi per incapacità amministrativa); diventa quello, quindi, lo strumento di commissariamento: sciolgo l'ente locale perché lo dichiaro incapace di amministrare; lo prevede la norma. Pertanto si sciolgono i comuni, le province e le regioni.
Non chiedo al presidente Bassolino di dimettersi - ciò rientra nella sua valutazione politica - ma ritengo che possa essere applicata questa parte della norma per cercare di intervenire su funzioni proprie dei comuni, delle province e delle regioni. Pertanto, a mio avviso, l'articolo 7 andava modificato. Infatti, il rischio è che - poiché viene attribuita la responsabilità del reperimento delle risorse agli enti locali, a cui non viene concessa poi un'attività diretta -, venendo a mancare le menzionate risorse, il provvedimento non avrà efficacia. Infatti, anche i sindaci di centrosinistra hanno protestato per il fatto di essere chiamati esclusivamente, o comunque maggiormente, a reperire soltanto le risorse.
La seconda richiesta di modifica che veniva avanzata - sempre nella logica secondo cui l'emergenza dei rifiuti non è costituita da un ciclo unico, ma presenta passaggi che devono essere comunque difesi - era quella di valutare i comuni che non si trovano in emergenza, lasciando libere le gare e le procedure che erano in corso o erano perfino maturate e che erano state attivate dai comuni che non sono in emergenza.
Dunque, voi dovete condividere con me che questa tecnica, che porta a fare tabula rasa di azioni amministrative in Campania e in provincia di Napoli...
PRESIDENTE. La prego!
GIOACCHINO ALFANO. Presidente, ho già esaurito il tempo a mia disposizione?
PRESIDENTE. Sì, lo ha già esaurito.
GIOACCHINO ALFANO. Pensavo che lei stesse richiamando qualcuno che disturbava il mio intervento.
Allora, signor Presidente, nel merito del mio intervento faccio riferimento ad un problema che credo sia il più grave che può verificarsi: quello della raccolta differenziata. In questo modo di operare «a tagli», senza distinguere tra chi riesce e chi non riesce nella gestione, con questo modo di agire, si corre il rischio di penalizzare anche quei comuni che oggi non sono in emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Stucchi ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Dussin n. 9/2826/82, di cui è cofirmatario.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, intervengo sull'ordine del giorno Dussin n. 9/2826/82, che ho sottoscritto, perché tale ordine del giorno afferma un principio semplice, ma molto interessante, cioè un impegno a terminare la gestione commissariale entro la fine dell'anno corrente, ossia entro il 31 dicembre del 2007.
Temo però che ciò non accadrà; non accade da tredici anni e credo che i cittadini che stanno ascoltando la nostra discussione e i nostri interventi tramite la radio o tramite il canale satellitare si rendano conto di come effettivamente la situazione sia, oltre che drammatica, estremamente delicata. Infatti, si tratta di operare passaggi che a volte non trovano, a livello territoriale, una condivisione popolare, ma che è necessario realizzare, perché comunque le istituzioni devono fornire delle risposte. In molte altre realtà si sono realizzati interventi che magari i cittadini non vedevano di buon occhio, ma che era necessario attuare per dare risposte al soddisfacimento dei bisogni della comunità. Quindi, quando si interviene per cercare di porre rimedio ad una situazione di emergenza - e bisognerebbe riflettere sul fatto che un'emergenza duri da tredici anni: un'emergenza può durare qualchePag. 48settimana, forse alcuni mesi, ma non tredici anni, perché altrimenti è ordinarietà - bisogna realizzare quegli interventi, si chiamino discariche o termovalorizzatori o altro, e vi deve essere anche la capacità degli amministratori di rapportarsi con il territorio e con i propri cittadini. Ciò in Campania non è successo. In Campania vi sono amministratori che hanno mal governato, che hanno tralasciato la risoluzione di questo problema, e, a volte, qualcuno afferma che la colpa è anche dei cittadini. Forse, i cittadini hanno un'unica colpa: quella di avere continuato ad eleggere questi amministratori, di aver continuato a confermare sindaci, presidenti di provincia, presidenti di regione che non hanno risolto tali problemi. Ma non è tanto un problema dei cittadini: è un problema di volontà politica degli amministratori, di collusioni politiche degli amministratori stessi e di coloro che governano in tali realtà, con una serie di poteri - definiamoli così - che sono anche al di fuori della legalità.
Pertanto, il disastro in cui si trova la Campania, per quanto riguarda la materia ambientale e, quindi, lo smaltimento dei rifiuti, non viene affrontato con la necessaria determinazione.
Riteniamo che in molte altre parti del Paese, non solo in Padania, ma anche nel Mezzogiorno, amministratori capaci abbiano dato risposte ai cittadini, abbiano saputo «smarcarsi» dalle logiche di collusione, magari camorristica, che in alcune zone interessano la questione dei rifiuti; qui no! Qui c'è qualcosa che continua a tenere insieme, a legare queste istituzioni a quei poteri che vivono al di fuori della legalità, e non riusciamo a capire perché, o meglio lo capiamo benissimo. Uno Stato come il nostro non può accettare che vi siano collusioni con elementi portatori di illegalità. Invito tutti a riflettere sul fatto che la gestione commissariale costa molti soldi a tutti i cittadini del nostro Paese, che già pagano la loro cartella delle tasse sui rifiuti e che si vedono costretti a pagare anche lo smaltimento di rifiuti non propri. Tutto ciò non è giusto, non è eticamente corretto, non è moralmente accettabile. Un discorso di tal genere non può essere sostenuto da un Governo che dichiara di voler portare avanti una politica di pari diritti e di pari doveri per tutti, come sostiene il Primo Ministro Prodi, rappresentante massimo del Governo. Se invece vengono fatte sperequazioni trattando come cittadini di serie B coloro che rispettano le norme, coloro che attuano una politica di raccolta differenziata, e anziché premiarli li si penalizzano chiamandoli a pagare anche la parte dei smaltimento dei rifiuti di coloro che, invece, queste cose non le fanno, ci si trova di fronte ad una situazione che assolutamente non può essere tollerata e va denunciata.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, concludo affermando che tra qualche mese, probabilmente, ci troveremo ancora ad affrontare questo problema, perché ogni volta si dice che siamo di fronte all'ultimo decreto-legge su tale questione ma ogni volta questo impegno viene smentito (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il deputato Pini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/88.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, mi preme sottolineare un elemento, prima di illustrare il contenuto di questo nostro ordine del giorno che riteniamo molto specifico, molto tecnico, ma anche molto importante per ciò che attiene alla legalità del nostro Paese, legalità che dovrebbe permeare questo tipo di urgenze che, come hanno detto giustamente i miei colleghi, non sono più urgenze o emergenze, ma sono situazioni di cronicità nell'assenza dello Stato e nell'assenza della capacità amministrativa degli eletti a governare, soprattutto le zone della Campania. Mi preme sottolineare - non per ostruzionismo, ma per un richiamo a quello che dovrebbe essere effettivamente il ruolo del Parlamento - che è la diciannovesimaPag. 49questione di fiducia posta da questo Esecutivo in questo ramo del Parlamento in cui, peraltro, ha una maggioranza assolutamente sicura ai fini dell'approvazione dei provvedimenti normativi che ci sottopone.
Onestamente, la richiesta di fiducia non trova fondamento nella necessità assoluta e nell'urgenza, infatti si potevano tranquillamente discutere le nostre proposte emendative volte a migliorare un provvedimento che riteniamo molto lacunoso; e soprattutto si poteva riportare un minimo di legalità nella gestione dei rifiuti. Capiamo benissimo l'imbarazzo del dottor Bertolaso nell'affermare che la situazione è diventata quasi insostenibile, sappiamo benissimo che dietro ci sono fortissime pressioni di stampo mafioso legate allo smaltimento dei rifiuti. L'urgenza non ha fondamento, dato che il decreto-legge scade il 10 luglio; ci sarebbe ancora una settimana: si poteva tranquillamente e serenamente far discutere l'Assemblea sulle proposte emendative dell'opposizione e magari qualcosa di meglio, in termini legislativi, sarebbe potuto scaturire. Invece non lo si è voluto fare, perché sono arrivati segnali pressanti dal territorio, che consideriamo di stampo mafioso, come il continuo aumento degli incendi e la continua mancanza di smaltimento dei rifiuti.
Si tratta di segnali che comunque qualcuno ha voluto dare all'Esecutivo affinché si affrettasse a far approvare il decreto-legge in esame che, di fatto, stanzia milioni e milioni di euro, che saranno sostanzialmente a fondo perduto, perché questo decreto-legge non risolve assolutamente la cronica emergenza - se mi consentite l'ossimoro - dei rifiuti in Campania, in quanto individua siti di stoccaggio temporanei, ma non spende un euro per gli inceneritori, che magari, in qualche modo, contribuirebbero a risolvere il problema.
L'ordine del giorno che abbiamo presentato, che qualcuno potrà ritenere superfluo, non lo è, perché tecnicamente chiediamo un provvedimento molto chiaro: l'articolo 2 del decreto-legge in esame prevede una deroga al testo unico sull'ordinamento degli enti locali, che di fatto vieterebbe una trattativa privata nell'assegnazione dei servizi pubblici; ebbene, si parla di emergenza, anche se, in qualche modo, l'articolo ricordato sovverte la legislazione corrente e apre varchi enormi alla possibilità di infiltrazione di carattere mafioso nell'assegnazione dei servizi pubblici. Chiediamo che perlomeno sia fatto di tutto affinché non siano incluse nelle trattative o nei bandi di gara - speriamo che questi ultimi vengano effettivamente indetti - società, persone giuridiche, persone fisiche e magari ditte individuali sottoposte ad indagine per reati di stampo mafioso.
Qualcuno potrà obiettare che già esiste il provvedimento sull'antimafia, ed è verissimo, ma si tratta di un'autocertificazione nel momento in cui si chiede di partecipare ad una gara, mentre in una fase successiva, in caso di assegnazione, viene richiesto il certificato dal casellario giudiziario e dei carichi pendenti, per verificare se effettivamente l'autocertificazione sia stata veritiera o se ci siano state dichiarazioni mendaci.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIANLUCA PINI. Quindi noi - concludo Presidente - augurandoci che il Governo voglia in qualche modo far proprio l'ordine del giorno in esame, chiediamo semplicemente che tali certificati, considerato che già esistono gli strumenti per verificare se un'azienda è sottoposta ad indagine o una persona è stata condannata per delitti di stampo mafioso, vengano richiesti in fase preventiva, anche perché tutto ciò magari rappresenterebbe un segnale di riparazione...
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIANLUCA PINI. ...rispetto all'indulto, nel quale avete inserito anche i reati di stampo mafioso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il deputato Laurini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/74.
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GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il Governo dunque ha posto l'ennesima questione di fiducia sul decreto-legge concernente l'emergenza dei rifiuti in Campania, per ottenerne la più rapida approvazione. Si tratta di un provvedimento con il quale, con grande superficialità e con una buona dose di incoscienza, il Governo pensa di risolvere il problema diventato ormai tragedia da tempo per i cittadini campani, ovverosia attraverso un nuovo tipo di commissariamento, ed arroccandosi ancora una volta, maggioranza e Governo, su posizioni precostituite ed arroganti.
Di fronte ai molti emendamenti presentati dall'opposizione e dopo il lungo dibattito che abbiamo affrontato in questa ed in precedenti occasioni sullo stesso tema, la maggioranza ha preferito fare da sé, mostrando l'arroganza di decidere da sola su un provvedimento di importanza nazionale. Così, tutto si è risolto in un provvedimento che, di fatto, peggiora ed esaspera la situazione già esistente, e se da una parte si è fatto finta di creare la figura del super-commissario, dall'altra si è fatto in modo di complicare enormemente le procedure della sua attività, imbrigliandone completamente ogni iniziativa.
Invece, si continua a parlare soltanto sottovoce dei problemi a monte di questo disastro ambientale e igienico-sanitario, sapendo tutti che dietro l'emergenza dei rifiuti si sono arricchiti in molti, con consulenze, costituzioni di aziende e di posti di lavoro superflui e non operativi, con tutte le responsabilità politiche ed amministrative che ne derivano, e con inquietanti sospetti di intrecci tra politica e malaffare.
È inutile far finta di non sapere che la crisi, che specialmente Napoli sta vivendo sotto il profilo dei rifiuti, della criminalità e del degrado, va affrontata con misure eccezionali idonee a superare l'emergenza.
Questo provvedimento, invece, ripropone, ancora una volta, un intervento inutile per i campani e per il resto dell'Italia, che giustamente non capisce perché si debba accollare il problema, i costi dei rifiuti campani, quando, in tutto il resto del Paese e del mondo civile, ciascuno riesce a provvedervi per conto proprio. È la certificazione più evidente del totale fallimento della regione Campania e del suo presidente e, con lui, della politica di questo Governo, che non ha la volontà né la forza di esautorarlo e di evitare che continui a fare guasti a Napoli e in Campania.
E dire che la regione Campania fu tra le prime in Italia a varare un'organica normativa in questo delicato settore, in un periodo in cui il problema del corretto smaltimento dei rifiuti cominciava già a porsi, quando i rifiuti di Napoli venivano riversati nella megadiscarica a cielo aperto di Pianura, quando non c'erano gli ecologisti di professione e la questione rifiuti venne affrontata da una giunta regionale di pentapartito.
A distanza di trentaquattro anni dobbiamo con grande amarezza constatare che se i tredici articoli di quella legge del 1973 fossero stati applicati, si sarebbe evitato alla comunità campana di vivere drammaticamente in questi anni tra i rifiuti, con una raccolta differenziata inesistente. Infatti, se si escludono alcune zone dell'area della provincia di Salerno e della provincia di Napoli, come il nolano, nei comuni con popolazione superiore ai 50 mila abitanti la percentuale dei comuni che attua la raccolta differenziata non supera il 6 per cento, come si legge nell'ordine del giorno a mia firma n. 9/2826/74, che sottoponiamo all'attenzione dell'Assemblea e del Governo, sperando che sia accolto. Tale ordine del giorno impegna il Governo ad adottare gli opportuni provvedimenti volti a prevedere che, nel caso in cui i comuni non provvedano nei termini previsti o non raggiungano gli obiettivi prefissati di raccolta differenziata...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIANCARLO LAURINI. ...si proceda alla nomina di commissari ad acta. Chissà che si possa evitare di sentire ancora in quest'Assemblea parlare di dove finiscano i soldi destinati alla Campania? Probabilmente,Pag. 51nei cassonetti dei rifiuti! Questa è una vergogna per noi tutti: non vorrei sentirlo mai più in quest'Assemblea.
PRESIDENTE. Il deputato Allasia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/79.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questa occasione credo sia opportuno citare una famosa frase: «Quando la tragedia si ripetete, diventa farsa». A sei mesi dalla proroga del commissariamento, con la nomina di Bertolaso, il capo della protezione civile, a nuovo Commissario delegato alla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania, in realtà non è cambiato, pressoché nulla, se non l'indirizzo della sede commissariale. A tale proposito va dato atto a Bertolaso di aver fatto almeno qualcosa: ha ridotto gli sprechi dei «mega affitti» e ha individuato una sede già di proprietà dello Stato. Per ottenere tale risultato ci sono voluti quattordici anni e solo grazie al merito del Commissario Bertolaso che ha incominciato con qualche risparmio.
Non si direbbe che sia passato tanto tempo. È vero che non si poteva chiedere a Bertolaso di risolvere in nove mesi ciò che altri non hanno risolto in quattordici anni, ma era lecito attendersi qualcosa da questo Commissario, soprattutto dopo aver sentito all'indomani della sua nomina che non si trattava di voltare pagina ma di scrivere un nuovo libro. Noi di questo libro non abbiamo visto niente, né l'indice né l'inizio. Abbiamo rivisto le stesse scene di cumuli di spazzatura, di cassonetti dati alle fiamme, di proteste della popolazione contro la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e lo stesso sprezzante disinteresse da parte delle istituzioni locali - il presidente della regione Bassolino in testa - che attendono che altri risolvano i loro problemi.
Nel frattempo, lo Stato getta via 200 milioni di euro all'anno per le soluzioni tampone, che possono chiamarsi stoccaggi o viaggi all'estero dell'amnis, come si dice in piemontese. Un altro sospetto è che ci sia, da parte di alcuni, un disegno preciso, che porta cinicamente a sfruttare l'emergenza; in provincia di Torino, i DS hanno intrecci ben precisi con la gestione dei rifiuti della provincia stessa, con enormi conflitti di interesse tra l'ex capogruppo in provincia e il presidente della neosocietà di gestione provinciale, la SETA.
La cronaca delle ultime settimane alimenta tale sospetto. In pochi giorni, sono stati allontanati, uno dopo l'altro, i due sub-commissari nominati da Bertolaso, su indicazioni di referenti politici locali. Il primo, riportano i giornali, è stato anche arrestato dalla Guardia di finanza, nell'ambito di un'inchiesta su tangenti e criminalità organizzata nel settore dei rifiuti.
Nel frattempo - ma era inevitabile che accadesse in un lasso di tempo così lungo - si sono formati, all'interno del commissariamento, dei veri e propri centri di potere, che fanno il bello e il cattivo tempo. In primo luogo, decidono quali sono i comuni da privilegiare per lo scarico dei rifiuti, cioè chi merita di avere le strade pulite e chi non lo merita. Casualmente, chi ha le strade pulite sono tutti i comuni di centrosinistra. In seguito, decidono quali fornitori pagare e quali no, assicurando, comunque, regolari rimesse alla Fibe e alla sua catena di subfornitori, alcuni dei quali notissimi alle cronache criminali. Nel sito Internet della Fibe si legge: «per la nostra campagna più bella e pulita»; ognuno può verificarlo.
Il comune di Napoli, anziché preoccuparsi di fare in modo che gli altri enti locali individuino i siti per gli impianti di smaltimento, incarica l'azienda municipale di gestione dei rifiuti di bandiera di bandire una gara esplorativa per lo smaltimento fuori regione dei rifiuti. Casualmente, al vertice dell'Asia oggi siede l'ex vicecommissario dell'emergenza rifiuti che, evidentemente, ha in animo di realizzare un commissario parallelo, o - chissà - di preparare il proprio terreno per quando, a fine anno, scadrà il mandato Bertolaso.
Una cosa deve essere evidente: non è tollerabile che si pensi, per il 2008, ad un rinnovo dell'emergenza; i cittadini italiani sono stufi di pagare per l'inefficienza dellaPag. 52Campania. Ha ragione l'onorevole Fassino quando afferma che i cassonetti in fiamme hanno fatto perdere al centrosinistra più voti a Como, che in Campania. A tale proposito, ho sentito paventare da una parte all'altra che, qualora si ritardasse la conversione in legge del decreto-legge in esame, i cittadini campani dovranno pagare l'emergenza. Ma a carico di chi deve essere quell'emergenza? Volete fare come con l'indecente «decreto-sanità»? Credo proprio di sì!
Per tale motivo, la Lega Nord ha presentato l'ordine del giorno a mia firma n. 9/2826/79...
PRESIDENTE. Concluda.
STEFANO ALLASIA. ...a tutela ambientale, in modo tale che, tenuto conto del decreto-legge, che agevola l'utilizzo delle cave dismesse, anche se sotto sequestro, per lo smaltimento dei rifiuti, impegna il Governo ad adottare opportune iniziative affinché sia comunque prevista...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
STEFANO ALLASIA. ...la ricomposizione morfologica delle cave dismesse adibite a discarica di rifiuti, attraverso il ripristino paesaggistico dell'area, secondo un apposito piano da presentare alla competente soprintendenza per i beni paesaggistici e architettonici. Ciò affinché ci sia un pò di verde, un po' di «verde Padania» in questo triste Paese da voi governato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il deputato Stradella ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/17.
FRANCO STRADELLA. Signor Presidente, il decreto-legge che, in questi giorni, è all'esame della Camera sull'emergenza rifiuti in Campania, non tiene conto di un aspetto singolare di questa vicenda. La situazione in Campania perdura da quattordici anni e l'emergenza rifiuti coinvolge vari ambiti della società civile, dalla sanità all'ambiente, all'ordine pubblico, al governo del territorio.
Ad una situazione così grave e compromessa, il Governo non ha saputo fare altro che opporre un decreto-legge che è un «pannicello caldo», l'equivalente di curare il cancro con il carbonato di sodio. Si tratta di un provvedimento assolutamente improponibile, che non affronta il problema, non trova soluzioni e, soprattutto, rende ingovernabile un territorio importante del nostro Paese comportando, per i cittadini, enormi sacrifici e difficoltà di convivenza.
Tale provvedimento era meritevole di approfondimenti e miglioramenti; avrebbe avuto bisogno di un lavoro snello di ripulitura, di aggiunte e correzioni che lo rendessero compatibile con le esigenze. Non si è voluto fare neanche questo.
Ancora una volta il Governo ha oltraggiato il Parlamento con il ricorso al voto di fiducia, per paura di affrontare eventuali modifiche al decreto-legge che, nuovamente trasmesse al Senato, avrebbero dovuto fare i conti con quella sinistra ambientalista e quella parte della coalizione di Governo che vede nel «no» il principio al quale ispirarsi per governare il Paese.
Avremmo potuto, in modo semplice e lineare, trovare soluzioni che andassero incontro all'esigenza di migliorare il decreto-legge e, soprattutto, di rendere vivibile l'atmosfera in Campania. Ciò non ci è stato consentito, così come non è consentito al Commissario Bertolaso di svolgere l'alta funzione alla quale è stato preposto e designato dal Governo. Il Commissario Bertolaso agisce nell'ambito di una tutela di competenza del Ministero dell'ambiente e non ha alcuna possibilità di decidere, se non attraverso un'attività di concerto che centralizza il potere, in una situazione che richiederebbe, al contrario, snellezza di comportamento, velocità di decisione e capacità di affrontare i problemi nel loro complesso e nella loro gravità. Egli deve, comunque, confrontarsi sempre con il Ministero. Conosciamo tutte le difficoltà (comprese quelle che hanno riguardato laPag. 53sua incolumità personale) di cui il commissario Bertolaso è stato, in qualche occasione, addirittura vittima; sappiamo che il Ministero oppone sempre ostacoli e difficoltà per l'approntamento delle decisioni che sarebbero necessarie per risolvere tali problemi.
La sfiducia della gente e il movimento popolare - talvolta ostile all'azione del Commissario Bertolaso e all'azione di risanamento del territorio campano - non è altro che il risultato di politiche sbagliate, di errori commessi in passato e di atteggiamenti che hanno favorito l'intromissione della malavita e dell'ecomafia all'interno del ciclo dei rifiuti in Campania.
Da un lato, infatti, tale territorio è stato vittima di un saccheggio e di una deturpazione derivata dall'importazione abusiva e illegale di rifiuti pericolosi; dall'altro lato, esso è stato privato di un servizio indispensabile e necessario per mantenere una situazione sanitaria e ambientale corretta e di livello equivalente alle altre regioni.
Siamo perplessi e meravigliati di fronte al comportamento del Governo in questa circostanza.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FRANCO STRADELLA. Siamo amareggiati per il fatto che una situazione così grave e importante non sia affrontata con la dovuta serietà...
PRESIDENTE. Deve concludere.
FRANCO STRADELLA. ...e che venga, sempre e soltanto, regolata da «pannicelli caldi» che non affrontano né risolvono il problema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Il deputato Fugatti ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Gibelli n. 9/2826/86, di cui è cofirmatario.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo come cofirmatario dell'ordine del giorno Gibelli n. 9/2826/86. Abbiamo ascoltato alcuni interventi in cui si dimostra che, con questo provvedimento, ci troviamo di fronte a un Paese diviso in due. Vorrei pertanto iniziare con un esempio, che potrà anche sembrare banale e magari poco interessante per l'Assemblea, ma che tuttavia è sintomatico di tale spaccatura del nostro Paese.
Signor Presidente, qualora si recasse dalle nostre parti - provengo da una zona di campagna, non dalla Campania - vedrebbe che, fino a 20 anni fa, i nostri nonni e zii si recavano in campagna portando con sé il caffè, il vino e le cosiddette luganeghe, scaldandole, accendendo il fuoco, con i residui della potatura della vite, per lavorare durante il giorno.
Oggi non è più consentito fare ciò. Se, dalle nostre parti, si accende un fuoco in campagna, i vigili urbani effettuano una multa in quanto, le leggi intervenute nel corso degli ultimi anni, stabiliscono che ciò inquina e potrebbe causare dei danni all'ambiente. Pertanto, all'interno delle campagne, i nostri nonni non possono più neanche scaldare un bicchiere di vino. A mio avviso, ciò rappresenta un eccesso e qualcosa di inconcepibile. Tuttavia, si è arrivati a tal punto per la tutela dell'ambiente, dell'aria e della natura.
Dall'altra parte, invece si vede un Paese in cui metri cubi di immondizia vengono bruciati durante il giorno tranquillamente, vengono accesi fuochi per le strade e non accade nulla. Da una parte, in campagna, se si scalda un caffè, si è soggetti ad una multa; dall'altra, in Campania, invece, se si bruciano metri cubi di rifiuti non accadde nulla.
Si tratta, pertanto, di un Paese diviso in due. Per questo motivo, interveniamo, con un certo imbarazzo, sul provvedimento in discussione, perché qualora dalle nostre parti si raccontasse di cosa si stia discutendo oggi, non si verrebbe creduti. Qualora raccontassimo che si sta esprimendo il voto di fiducia su un decreto-legge relativo ai rifiuti della Campania, si penserebbe ad una bugia, in quanto, dalle nostre parti, si vive in un sistema in cui la raccolta differenziata dei rifiuti ormai è entrata a far parte della coscienza civile.
Nelle scuole elementari si insegna ai bambini dove mettere la carta, il vetro, l'alluminio e la lattina. Si è creata una coscienza anche civile, che inizia dalle scuole e dai giovani, in quanto, come noto, la tutela dell'ambiente deve avvenire anche mediante l'utilizzo della raccolta differenziata. Pertanto, trovarsi a discutere tale provvedimento in materia di rifiuti, dal quale emerge che vi sono zone d'Italia in cui la raccolta differenziata non si sa neanche cosa sia, è imbarazzante e quasi incredibile.
Peraltro, ciò avviene dopo 14 anni di commissariamento. Il commissariamento dei rifiuti di Napoli e della Campania non è stato inventato ieri, ma è in atto da 14 anni. Pertanto, da 14 anni, si starà discutendo di ciò in Assemblea. La mia esperienza parlamentare è poca, tuttavia, in un solo anno, si sta discutendo, all'interno dell'aula, il secondo provvedimento sui rifiuti della Campania. In un anno vi sono stati due decreti-legge sui rifiuti in Campania, sui quali è stata addirittura posta la questione di fiducia, nonostante i numeri che ha la maggioranza in Assemblea.
Pertanto, mi trovo a discutere di rifiuti della Campania, dove non si fa raccolta differenziata, mentre i titoli dei quotidiani di oggi, delle nostre parti, affermano: raccolta differenziata, è la rivoluzione!
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MAURIZIO FUGATTI. Ciò in quanto, la raccolta differenziata già veniva effettuata, e oggi si propone, addirittura, una innovazione nella raccolta stessa. Questo è il target raggiunto in alcune zone d'Italia.
Purtroppo, il tempo è «avaro» e, pertanto, sollecito l'approvazione del mio ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2826/106.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il mio ordine del giorno esamina l'autentico vulnus costituzionale e giuridico imposto dall'articolo 2 del provvedimento in esame laddove si introduce la possibilità per il Commissario straordinario del ricorso allo strumento della requisizione di impianti, cave dismesse e discariche anche se sottoposti a provvedimento di sequestro da parte dell'autorità giudiziaria.
Una norma che ha consentito ad un deputato della sinistra radicale di gridare al golpe salvo vederlo poi oggi votare disciplinatamente la fiducia al Governo a dimostrazione di come la coscienza e la morale siano sempre ambivalenti.
Si tratta di un problema grave per una maggioranza che ha sempre ritenuto, a parole, di dover difendere l'autonomia della magistratura per poi calpestarla soltanto per coprire i fallimenti e i disastri di un suo uomo simbolo, l'onorevole Bassolino, forte della spesa di due miliardi di euro. Considerando che questa maggioranza si regge solo su 24 mila voti, sappiamo che cosa possono aver significato per molti esponenti della maggioranza, per chi fa il ministro, il sottosegretario, il presidente di Commissione, 2 miliardi di euro spesi in Campania in consulenze e in finta gestione del problema dei rifiuti. Ci rendiamo dunque conto di cosa ci sia alle spalle del provvedimento in esame e della volontà di sostenere un uomo, Bassolino, che ha fallito anzitutto come politico e come persona e che non ha dimostrato alcuna capacità e alcun rispetto per la propria terra.
L'articolo 2, oltre a portare un vero vulnus all'autorità e all'autonomia della magistratura, produce anche importanti e ulteriori implicazioni di carattere economico perché i contenziosi che ne deriveranno saranno sicuramente assai gravi, vi è un conflitto con la normativa preesistente in materia di requisizione e non si chiarisce affatto come tali contenziosi potranno esser risolti.
Per tali motivi, da una parte chiediamo al Governo di intervenire ed accettare l'ordine del giorno in esame al fine esprimere un impegno concreto per la risoluzione dei problemi emergenti da un punto di vista amministrativo; dall'altra, riteniamoPag. 55che questa maggioranza, prima di affrontare il problema del nuovo commissariamento per l'emergenza dei rifiuti, avrebbe dovuto prendere atto del fallimento politico del centrosinistra campano nella vicenda in oggetto. Senza arrivare allo scioglimento d'autorità, come pure è previsto dalla nostra Costituzione, del consiglio regionale della Campania, almeno un'antica sinistra avrebbe dovuto rivendicare l'orgoglio della politica e chiedere, imporre a Bassolino le dimissioni da presidente della giunta regionale della Campania.
Ricordo ancora, ai tanti parlamentari in buona fede che si apprestano a votare favorevolmente sul provvedimento in oggetto per disciplina di partito, che la Campania è la regione d'Italia dove si pagano le tasse più alte per lo smaltimento dei rifiuti in cambio di quanto abbiamo visto persino in televisione, sulla CNN, a dimostrazione che lo scandalo Bassolino ormai è uno scandalo neanche più europeo, bensì internazionale.
Ebbene questa maggioranza, con un decreto, di fatto impone e consente alla Campania di aumentare ulteriormente le tasse sui rifiuti senza neanche collegare tale aumento di tasse ad un effettivo intervento ed a effettivi servizi garantiti ai cittadini.
Allora, a tutela dei campani, il mio ordine del giorno cerca di arginare lo strapotere e la prepotenza di un organo, qual è il commissariato, cui peraltro sono state fatte tante imposizioni; mi riferisco ad esempio alla vicenda dei consulenti. Ma voglio fare ancora un cenno ad ultima vicenda che penso vada affrontata.
PRESIDENTE. Deputato Cirielli, concluda.
EDMONDO CIRIELLI. Concludo, Presidente. Penso allo scandalo dell'intervento del Ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio, che consente di disboscare 6 ettari di bosco a Macchia Soprana e di buttare argilla all'interno dello scavo (operazione che verrà effettuata in quanto il sito non è impermeabile): alla faccia dell'ambientalismo e della coerenza del Governo di centrosinistra!
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
Avverto che gli ordini del giorno Fugatti n. 9/2826/85 e Bricolo n. 9/2826/91 sono stati ritirati dai presentatori.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno La Loggia n. 9/2826/1 limitatamente al dispositivo, con una riformulazione: dopo la parola «iniziative» sopprimere la parola: «normative», oppure, se il presentatore preferisce, aggiungendo la parola: «anche» prima della parola «normative».
Il Governo accetta inoltre gli ordini del giorno Elio Vito n. 9/2826/2 e Giacchino Alfano n. 9/2826/3 limitatamente al dispositivo, mentre non accetta l'ordine del giorno Leone n. 9/2826/4.
L'ordine del giorno Aprea n. 9/2826/12 viene accettato limitatamente al dispositivo se riformulato nel senso di sopprimere la parola: «normative», dopo la parola «iniziative» o aggiungendo la parola: «anche» davanti alla parola «normative». Anche l'ordine del giorno Tortoli n. 9/2826/16 viene accettato limitatamente al dispositivo, mentre il Governo non accetta l'ordine del giorno Stradella n. 9/2826/17.
L'ordine del giorno Misiti n. 9/2826/21 viene accolto limitatamente al dispositivo, con la precisazione, che non è necessario introdurre nel testo, che il collegamento stretto tra la gestione dell'emergenza rifiuti e l'emergenza della bonifica e dell'acqua non significa l'identificazione dei soggetti che gestiscono tali due emergenze.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Giacomoni n. 9/2826/35, Brusco n. 9/2826/36, Floresta n. 9/2826/37, Baldelli n. 9/2826/38, Gregorio Fontana n. 9/2826/39, Giuseppe Fini n. 9/2826/40, Ferrigno n. 9/2826/41, Fedele n. 9/2826/42,Pag. 56Cesaro n. 9/2826/43
(Nuova formulazione) e Fallica n. 9/2826/44.
Il Governo, inoltre, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/2826/45 mentre non accetta gli ordini del giorno Crosetto n. 9/2826/46, Costa n. 9/2826/47, Nicola Cosentino n. 9/2826/48, Ceroni n. 9/2826/49, Lupi n. 9/2826/50, Carfagna n. 9/2826/51 e Campa n. 9/2826/52.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Boscetto n. 9/2826/53 e Bertolini n. 9/2826/54 limitatamente al dispositivo nel testo riformulato. Il Governo non accetta invece gli ordini del giorno Bruno n. 9/2826/55, Azzolini n. 9/2826/56, Armosino n. 9/2826/57, Aracu n. 9/2826/58, Angelino Alfano n. 9/2826/59, Alfredo Vito n. 9/2826/60 e Verro n. 9/2826/61.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Santelli n. 9/2826/62 limitatamente al dispositivo, nel testo riformulato, mentre non accetta l'ordine del giorno Sanza n. 9/2826/63, e accetta l'ordine del giorno Pizzolante n. 9/2826/64 limitatamente al dispositivo.
L'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/2826/65 viene accettato dal Governo, limitatamente al dispositivo, con una riformulazione che lo renda il più prossimo possibile a un ordine del giorno già accolto in questa sede, a proposito dell'altro decreto-legge, per la stessa ragione che fu evidenziata allora, cioè evitare la disposizione troppo netta nei confronti dell'organizzazione delle attività di contrasto alla criminalità organizzata.
Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Mario Pepe n. 9/2826/66 limitatamente al dispositivo con una riformulazione e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Paniz n. 9/2826/67 limitatamente al dispositivo.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Mistrello Destro n. 9/2826/68, mentre accetta l'ordine del giorno Milanato n. 9/2826/69 nel testo riformulato. Accetta, inoltre, l'ordine del giorno Martusciello n. 9/2826/70 limitatamente alla parte dispositiva nel testo riformulato e, allo stesso modo, l'ordine del giorno Marras n. 9/2826/71 limitatamente alla parte dispositiva nel testo riformulato.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Lazzari n. 9/2826/73, mentre accetta l'ordine del giorno Laurini n. 9/2826/74. Non accetta, inoltre, gli ordini del giorno Iannarilli n. 9/2826/75 e Jannone n. 9/2826/76, mentre accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/2826/77 limitatamente alla parte dispositiva nel testo riformulato e accetta l'ordine del giorno Alessandri n. 9/2826/78.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Allasia n. 9/2826/79 nel testo riformulato, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Bodega n. 9/2826/80 e Caparini n. 9/2826/81 e accetta l'ordine del giorno Dussin n. 9/2826/82.
Il Governo accoglie, inoltre, come raccomandazione gli ordini del giorno Fava n. 9/2826/83, Filippi n. 9/2826/84, Gibelli n. 9/2826/86 e Montani n. 9/2826/87, mentre accetta l'ordine del giorno Pini n. 9/2826/88 limitatamente alla parte dispositiva. Accetta inoltre l'ordine del giorno Goisis n. 9/2826/89 nel testo riformulato.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Dozzo n. 9/2826/90. L'ordine del giorno Bricolo n. 9/2826/91 è stato ritirato. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Lussana n. 9/2826/92, mentre accetta l'ordine del giorno Barani n. 9/2826/93 limitatamente alla parte dispositiva.
Il Governo accetta, inoltre, l'ordine del giorno Giudice n. 9/2826/94 con una riformulazione e, nello stesso spirito, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cirielli n. 9/2826/106 limitatamente al dispositivo. Non accetta l'ordine del giorno Scotto n. 9/2826/95, mentre accetta l'ordine del giorno Aurisicchio n. 9/2826/96 limitatamente alla parte dispositiva. Il Governo non accetta inoltre l'ordine del giorno Ciro Alfano n. 9/2826/97, mentre accetta l'ordine del giorno Mazzoni n. 9/2826/98 purché riformulato. Accetta l'ordine del giorno Zinzi n. 9/2826/99 limitatamente alla parte dispositiva e accogliePag. 57inoltre come raccomandazione l'ordine del giorno Castiello n. 9/2826/100 limitatamente alla parte dispositiva.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Antonio Pepe n. 9/2826/101, mentre accetta l'ordine del giorno Pezzella n. 9/2826/102 limitatamente al dispositivo ed accetta l'ordine del giorno Nespoli n. 9/2826/103 limitatamente al dispositivo, nel testo riformulato. Il Governo non accetta inoltre gli ordini del giorno Taglialatela n. 9/2826/104 e Landolfi n. 9/2826/105. Dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/2826/106 si è già detto.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Cosenza n. 9/2826/107 e Bocchino n. 9/2826/108, mentre accetta gli ordini del giorno Foti n. 9/2826/109 e Verdini n. 9/2826/110 limitatamente alla parte dispositiva. Infine, il Governo non accetta l'ordine del giorno Fasolino n. 9/2826/111.
PRESIDENTE. Sta bene.
Secondo la prassi, e ove i presentatori non insistano, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno La Loggia n. 9/2826/1 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo come riformulato.
Prendo, inoltre, atto che i presentatori degli ordini del giorno Elio Vito n. 9/2826/2 e Gioacchino Alfano n. 9/2826/3 non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno accettati dal Governo limitatamente al dispositivo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Leone n. 9/2826/4, non accettato dal Governo.
ANTONIO LEONE. Sì, signor Presidente, insisto e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, direi che intervengo quasi per fatto personale: vi è infatti una disparità di trattamento da parte del Governo nei confronti del mio ordine del giorno che, signor Presidente, è di una semplicità unica: esso è legato ad una lettura che dovrebbe essere data di questa annosa vicenda che riguarda l'emergenza dei rifiuti in Campania.
Basterebbe infatti fare «due più due» per avere il risultato. Infatti, vi è un'evidente incapacità gestionale, che ormai si protrae da anni, e una reiterazione in tale incapacità che è stata legata anche ad una volontà politica di evitare che essa fosse interrotta; vi è inoltre un'enorme mancanza di autocritica da parte di chi ha gestito il problema - non dico solo all'interno di quest'aula, ma anche nella regione Campania - ed ha prodotto i danni che oggi sono sotto gli occhi di tutti per quanto riguarda questa vicenda.
Detto questo, atteso che ciò è sotto gli occhi di tutti, l'allarme che proviene da chi vi parla e da chi vede portare avanti, nella propria regione, una politica della gestione dei rifiuti come quella condotta in Campania, è il seguente: se il risultato della Campania è quello descritto noi auspichiamo che gli errori compiuti in Campania non vengano compiuti anche in altre regioni, mi riferisco alla Puglia ed al Lazio (noi auspichiamo il contrario, con l'ordine del giorno in esame). Se si prosegue in questa politica, infatti, potremmo trovarci, in un prossimo futuro, ad avere la stessa situazione nelle regioni che ho testé menzionato.
La richiesta che avanziamo al Governo dovrebbe essere accolta tout court, per il semplice motivo che si chiede che il Governo eviti una reiterazione di errori nelle altre regioni italiane, poiché è sotto gli occhi di tutti che quegli errori hanno prodotto il risultato suddetto. Non vedo per quale motivo l'illustre rappresentante del Governo, così attento alle richieste provenienti anche dall'opposizione - gliene do atto -, non abbia accettato questo ordine del giorno, forse perché nella premessa si addebita tutto ciò che è stato imputato non solo dall'opposizione, ma anche dalla maggioranza, a chi ha gestito questa vicenda.Pag. 58
Se l'illustre rappresentante del Governo è d'accordo, si potrebbe chiedere una votazione per parti separate di questo ordine del giorno: si potrebbe cioè evitare di votare la premessa, per impedire che vengano riaperte alcune ferite, votando però il dispositivo così com'è stato scritto, perché ritengo che quest'ultimo non danneggi l'immagine del Governo, che è già stata ampiamente danneggiata.
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leone n. 9/2826/4, non accettato dal Governo...
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, ho chiesto la votazione per parti separate!
PRESIDENTE. Sta bene, deputato Leone. Revoco, dunque, l'indizione della votazione dell'ordine del giorno Leone n. 9/2826/4.
Qual è il parere del Governo a fronte della richiesta di votazione per parti separate di tale ordine del giorno?
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, ho ascoltato perfettamente l'onorevole Leone, cui non sfugge che, in questo caso, il contenuto del dispositivo è proprio strettamente collegato al contenuto delle premesse, che evidenziano un giudizio critico e negativo non solo su tutto ciò che ha preceduto la vicenda dell'emergenza, ma persino sul decreto-legge oggi al nostro esame.
È chiaro che noi cadremmo in contraddizione...
ANTONIO LEONE. Non è la prima volta!
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali.. ..se accogliessimo un giudizio negativo sul decreto-legge di cui stiamo proponendo l'approvazione.
Questa è la ragione per la quale mi riesce difficile scindere, nel testo, la parte sulla quale poter esprimere l'accoglimento da parte del Governo dalla parte che, invece, è chiaramente contraddittoria con la posizione espressa dal Governo stesso. Pertanto il Governo conferma la non accettazione dell'ordine del giorno Leone n. 9/2826/4.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Leone insiste nella richiesta di votazione da lui formulata. Procederemo pertanto alla votazione del dispositivo dell'ordine del giorno Leone n. 9/2826/4.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leone n. 9/2826/4, limitatamente al dispositivo, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 473
Maggioranza 237
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 259).
Prendo atto che il deputato Falomi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Deputato Aprea, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2826/12?
VALENTINA APREA. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tortoli n. 9/2826/16 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.Pag. 59
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Stradella n. 9/2826/17.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stradella n. 9/2826/17, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 260).
Prendo atto che il deputato Falomi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto votare a favore.
Prendo atto che il deputato Misiti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/21 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giacomoni n. 9/2826/35, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 467
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 277).
Prendo atto che il deputato Falomi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brusco n. 9/2826/36, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 275).
Prendo atto che il deputato Falomi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Floresta n. 9/2826/37, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 278).
Prendo atto che il deputato Falomi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto votare a favore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/2826/38, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 60
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 473
Maggioranza 237
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2826/39, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 281).
Prendo atto che il deputato Sanga ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/2826/40, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, intervengo per sollecitare un'ulteriore valutazione dell'ordine del giorno in esame. Si tratta di trovare un'importante via di uscita dall'emergenza che grava sull'intera regione, ma che in realtà è prodotta per un terzo dalla città di Napoli. L'idea è quella, anche ragionando secondo ambiti territoriali dimensionati utilmente rispetto alle grandi metropoli, di sollecitare la città di Napoli ad avere un proprio autonomo ed autosufficiente sistema impiantistico. Alla luce di ciò, è necessario coinvolgere la responsabilità civica del comune di Napoli, spingendo l'amministrazione comunale e il sindaco di Napoli ad essere protagonisti di tale vicenda insieme al presidente della provincia; insomma, si tratta di porre sullo stesso piano il ruolo di leadership, di presenza istituzionale, di capacità di governo per ampi territori, con riferimento, soprattutto, alla vicenda del comune di Napoli. Pertanto, vorrei che il Governo valutasse ulteriormente l'ordine del giorno e riconsiderasse quindi il suo parere; inoltre, faccio appello ai parlamentari del centrosinistra che hanno conoscenza di tali fenomeni e sanno che su aree così vaste l'incidenza della provincia, del presidente della provincia, da sola non rende ragione della specificità, delle sensibilità, delle vivacità, delle intelligenze e anche della storia civica di una città. Quindi, è necessario consentire alla città di Napoli di avere un proprio ruolo che possa così estrinsecarsi anche attraverso una filiera autonoma ed autosufficiente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/2826/40, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 277).
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferrigno n. 9/2826/41, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 477
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedele n. 9/2826/42, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 281).
Prendo atto che il deputato Baldelli avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cesaro n. 9/2826/43
(Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 265).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fallica n. 9/2826/44, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 266).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/2826/45, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crosetto n. 9/2826/46, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Costa n. 9/2826/47, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicola Cosentino n. 9/2826/48, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ceroni n. 9/2826/49, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 280).
Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lupi n. 9/2826/50, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 274).
Prendo atto che i deputati Carra e Capitanio Santolini hanno segnalato di non essere riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Carfagna n. 9/2826/51, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. L'ordine del giorno in esame recepisce la stessa sollecitazione votata con una maggioranza molto ampia anche dalla Commissione parlamentare di inchiesta lo scorso 13 giugno. Tale sollecitazione tiene conto del fatto che, con i provvedimenti normativi come quello in esame, cresce a dismisura la Tarsu e ciò accade in un'area ove già la Tarsu è la tassa più alta d'Italia. È evidente che, rispetto a tale condizione, vi sia da valutare con serenità se ci possano essere degli strumenti, delle opportunità, delle condizioni che non producano tale divaricazione: la tassa più alta d'Italia al servizio che è sotto gli occhi di tutti! È evidente che non può essere il cittadino a pagare fuori mercato! Oggi paga una tassa superiore del doppio a quella che si paga Milano!
PRESIDENTE. Deputato Paolo Russo, la prego di concludere.
PAOLO RUSSO. Concludo, Presidente. Mi permetterei di sollecitare i colleghi in questo senso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine delPag. 63giorno Carfagna n. 9/2826/51, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 481
Astenuti 3
Maggioranza 241
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 282).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Campa n. 9/2826/52, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Campa n. 9/2826/52, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 264).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Boscetto n. 9/2826/53, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo. Prendo altresì atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bertolini n. 9/2826/54, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, nel testo riformulato.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bruno n. 9/2826/55, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Azzolini n. 9/2826/56, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Armosino n. 9/2826/57, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aracu n. 9/2826/58, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 260).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/2826/59, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 264).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alfredo Vito n. 9/2826/60, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Verro n. 9/2826/61, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 279).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Santelli n. 9/2826/62 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, nel testo riformulato.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Sanza n. 9/2826/63, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sanza n. 9/2826/63, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 482
Astenuti 4
Maggioranza 242
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 263).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Pizzolante n. 9/2826/64, limitatamente al dispositivo e Paolo Russo n. 9/2826/65 e Mario Pepe n. 9/2826/66, accettati dal Governo sul testo riformulato, limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paniz n. 9/2826/67, accolto dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mistrello Destro n. 9/2826/68, non accettato dal Governo.Pag. 65
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mistrello Destro n. 9/2826/68, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 261).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Milanato n. 9/2826/69 accettato dal Governo nel testo riformulato. Prendo, inoltre, atto che i presentatori degli ordini del giorno Martusciello n. 9/2826/70 e Marras n. 9/2826/71 non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno accettati dal Governo limitatamente al dispositivo, nel testo riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lazzari n. 9/2826/73, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lazzari n. 9/2826/73, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 283).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Iannarilli n. 9/2826/75, non accettato dal Governo.
PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Russo non può intervenire poiché ha già svolto due interventi, raggiungendo complessivamente i cinque minuti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Iannarilli n. 9/2826/75, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 282).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Jannone n. 9/2826/76, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Jannone n. 9/2826/76, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 266).
Prendo atto che il deputato Marinello non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/77 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, nel testoPag. 66riformulato e che il deputato Allasia non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/79 accettato dal Governo nel testo riformulato.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Bodega n. 9/2826/80, Caparini n. 9/2826/81, Fava n. 9/2826/83, Filippi n. 9/2826/84, Gibelli n. 9/2826/86 e Montani n. 9/2826/87, accolti come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Chiedo al deputato Pini se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/88, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
GIANLUCA PINI. Sì, signor Presidente, insisto. Evidentemente il Governo non ha letto attentamente il dispositivo, perché esso fa riferimento in maniera specifica alla premessa.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Si accetta la parte della premessa a cui fa riferimento il dispositivo.
GIANLUCA PINI. No, qui si dice in particolare alla premessa. Se si vuole prestare attenzione alla lotta all'infiltrazione mafiosa nella gestione dei rifiuti penso che non ci dovrebbero essere grossi problemi ad accettare l'intero ordine del giorno.
Dato che non ci sono critiche pretestuose di alcun tipo o valutazioni politiche, ma solo ed esclusivamente rilievi tecnici, chiedo che sia accolto l'intero ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, ritengo di poter accettare l'intero ordine del giorno. Nell'accoglierlo limitatamente al dispositivo mi riferivo anche alla parte di premessa richiamata dal dispositivo. Tuttavia, a questo punto, riconsidero il parere espresso ed accetto anche la prima premessa.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Goisis n. 9/2826/89 accettato dal Governo nel testo riformulato.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lussana n. 9/2826/92 non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lussana n. 9/2826/92, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 481
Astenuti 6
Maggioranza 241
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 264).
Prendo atto che il deputato Barani non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/93 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo e che il deputato Giudice non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/94 accettato dal Governo nel testo riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Scotto n. 9/2826/95, non accettato dal Governo.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, chiedo al Governo di riconsiderare il parere espresso sul mio ordine del giorno n. 9/2826/95 perché non ne comprendiamo la ragione, atteso che la previsione contenuta nell'articolo 7 del decreto-legge in esame, in base alla quale a decorrere dal 1o gennaio 2008 e per un periodo di cinque anni, s'impone ai comuni di coprire integralmente i costi del servizio di smaltimento dei rifiuti, potrebbe produrre un ulteriore aggravio dei costi per i cittadiniPag. 67campani. Non capisco perché di fronte alla richiesta di tentare almeno di escludere che tutti i costi vengano scaricati sui cittadini, il Governo decida semplicemente di dire che non accetta l'ordine del giorno in esame.
Chiediamo pertanto al Governo di rivedere il suo parere, altrimenti insistiamo per la votazione.
PRESIDENTE. Mi pare di capire che il Governo non intenda aggiungere nulla.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scotto n. 9/2826/95, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra democratica. Per il Socialismo europeo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Forza Italia - Vedi votazioni)
(Presenti 488
Votanti 484
Astenuti 4
Maggioranza 243
Hanno votato sì 284
Hanno votato no 200).
Prendo atto che la deputata Schirru non è riuscita a votare.
Prendo atto che il deputato Aurisicchio non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/96, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciro Alfano n. 9/2826/97, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciro Alfano n. 9/2826/97, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 275).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Mazzoni n. 9/2826/98 accettato dal Governo nel testo riformulato e Zinzi n. 9/2826/99 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo non insistono per la votazione.
Prendo atto che la deputata Castiello non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/100, accolto come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il deputato Antonio Pepe insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/101 non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Antonio Pepe n. 9/2826/101, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 478
Astenuti 3
Maggioranza 240
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 276).
Prendo atto che il deputato Pezzella non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/102 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Chiedo al deputato Nespoli se insista per la votazione del suo ordine del giornoPag. 68n. 9/2826/103, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, nel testo riformulato.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, chiederei al Governo di illustrare la riformulazione proposta.
PRESIDENTE. Sottosegretario D'Andrea, può chiarire la proposta di riformulazione?
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, stavo cercando il parere reso precedente sull'ordine del giorno Santelli n. 9/2826/62, perché viene richiamato opportunamente. La riformulazione che dovrebbe essere accettata è la seguente: «nei limiti dell'articolo 3 del decreto-legge». Il Governo è favorevole alla limitazione proposta con l'ordine del giorno in esame, fatto salvo quanto già previsto dall'articolo 3 del decreto-legge, altrimenti questo ordine del giorno non sarebbe accettato perché in palese contrasto con il dispositivo che stiamo approvando.
PRESIDENTE. Deputato Nespoli, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2826/103?
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, molto spesso gli ordini del giorno sono rimasti l'unico terreno di confronto con un Governo che, come abbiamo constatato, ha fatto ricorso al voto di fiducia per nascondere le divisioni all'interno della maggioranza.
L'ordine del giorno approvato in precedenza era stato presentato come emendamento da Alleanza Nazionale e, se non ci fossimo trovati di fronte ad un voto sulla questione di fiducia, avrebbe ottenuto un consenso molto vasto e, quindi, avrebbe modificato un decreto-legge ingiusto, che fa pagare ai cittadini campani l'inefficienza del Governo di centrosinistra.
Nel caso di specie, questo ordine del giorno pone una questione importante, vale a dire non individuare all'interno delle aree protette e dei parchi nazionali aree da adibire a discariche o a stoccaggio dei rifiuti. Il sottosegretario, in relazione a quanto disposto dall'articolo 3, richiama un precedente ordine del giorno che va nella stessa direzione di quello da me presentato, che è stato accettato, condizionatamente all'accoglimento della riformulazione, ma vi è una questione posta dall'articolo 1 del decreto-legge, che riguarda un intervento già preventivato in relazione alla discarica individuata a Terzigno.
Il comma 3 dell'articolo 1 - dato che Terzigno è un comune all'interno del Parco nazionale del Vesuvio - limita l'intervento per l'utilizzo del FOS. Chi conosce la Campania, i siti individuati all'interno del decreto-legge e il tempo di utilizzo degli stessi ai fini del superamento dell'emergenza, si rende conto che certe modifiche introdotte al Senato sono dirette alla tutela ambientale dei siti protetti, ma non saranno mai applicate perché qualcuno dovrebbe rispondere ai cittadini della provincia di Napoli, ad esempio, per indicare dove verranno collocati i rifiuti che, a milioni di tonnellate, ormai invadono le strade della provincia di Napoli.
Si pensa che tutto questo debba essere trasferito nella lontana discarica di Serre o nel salernitano, perché all'interno del decreto-legge non è individuata una discarica, sia pur transitoria e provvisoria, per la provincia di Napoli e le altre discariche, individuate ad Avellino e a Benevento (province più vicine a Napoli), chiuderanno tra qualche giorno. Quindi, quando nel decreto-legge si afferma che a Terzigno andrà solo il FOS, si afferma il falso. Abbiamo, infatti, già sottolineato, in occasione della discussione sulla mozione, che avremmo voluto il Ministro in aula per fargli assumere un impegno. Ciò, al di là del decreto, in quanto il decreto-legge stabilisce una misura all'articolo 1 che viene puntualmente modificata dall'articolo 3, giustamente richiamato dal sottosegretario. In certe situazioni, infatti, si faPag. 69salva la procedura e, pertanto, la discarica di Terzigno non sarà utilizzata per il FOS ma sarà utilizzata per il talquale. A ciò è finalizzato anche l'intervento a Terzigno del Commissario delegato, tant'è che stamattina l'ennesima protesta in questa direzione...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
VINCENZO NESPOLI. ...ha evidenziato - e ringrazio l'onorevole Bocchino per complimenti - che gli impegni assunti dal Senato con l'approvazione dell'emendamento verranno meno nei fatti. L'ordine del giorno in esame era volto ad evitare ciò. Ringrazio per l'accettazione dell'atto sia pure nel testo riformulato ma credo che ciò sarà vanificato nei fatti perché il Governo si impegna a comportarsi in un certo modo con il decreto ma si comporterà diversamente sul terreno. Accetto, comunque, la riformulazione.
PRESIDENTE. Prendo dunque atto che il deputato Nespoli non insiste per la votazione.
Prendo altresì atto che il deputato Taglialatela insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/104, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Taglialatela n. 9/2826/104, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 470
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Landolfi insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/105, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Landolfi n. 9/2826/105, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 470
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il deputato Cirielli non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/106, accolto come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che la deputata Cosenza insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/107, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cosenza n. 9/2826/107, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 478
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 259).
Prendo atto che il deputato Bocchino insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/108 non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.Pag. 70
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bocchino n. 9/2826/108, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 270).
Prendo atto che la deputata Schirru non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Foti n. 9/2826/109 e Verdini n. 9/2826/110, accettati dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il deputato Fasolino insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2826/111 non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fasolino n. 9/2826/111, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 272).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione n. 2826 è rinviato alla seduta di domani.
Avverto che, come convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 28 giugno 2007, a partire dalle 14 avranno luogo le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, con ripresa televisiva diretta, a cui seguirà immediatamente la votazione.
Eventuali ulteriori dichiarazioni di voto finale potranno svolgersi, come già preannunciato nella seduta di ieri, nella parte antimeridiana della seduta, che a tal fine sarà convocata per le 10.
Sull'ordine dei lavori (ore 17,20).
MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, vorrei richiamare il Governo sul problema delle risposte alle interrogazioni e alle interpellanze. Sono contrario alla presentazione di un numero esagerato di tali strumenti al Governo, altrimenti non è serio pretendere le risposte. Se, però, ne viene presentato un numero equo e su problemi obiettivi (non come fotocopia l'uno dell'altro), sarebbe corretto che il Governo rispondesse. In Assemblea ho già richiamato per tre volte una risposta del Governo ad alcune interrogazioni: dopo oltre un anno di legislatura, su circa cento interrogazioni che ho presentato ho ottenuto meno di venticinque risposte!
Non è corretto che vi sia, da parte del Governo, tale disinteresse, soprattutto sulle questioni più spinose: ho sollecitato più volte, ad esempio, la risposta a due interpellanze scritte su un problema relativo a un comune delle mie parti, Vogogna.
Più in generale, però, segnalo che vi è un disinteresse totale: è una brutta abitudine di tutti i governi, di qualsiasi colore politico. La prego, quindi, signor Presidente, di richiamare l'attenzione sulla necessità di un maggior numero di risposte agli atti di sindacato ispettivo presentati.Pag. 71
Le chiedo, in conclusione, di avere una statistica delle interrogazioni presentate da tutti i colleghi e delle risposte suddivise per Ministero, anche perché vi sono differenze nel numero delle risposte.
PRESIDENTE. Deputato Zacchera, la Presidenza provvederà a sollecitare il Governo nella direzione da lei indicata.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, utilizzo anch'io questo metodo, senza problemi, come nella mia prima legislatura: la invito, pertanto, a sollecitare il Governo in tale direzione. Mentre il collega che ha parlato in precedenza ha ricevuto almeno venticinque risposte, io non ne ho avuta nemmeno una, se non, la settimana scorsa, quella riferita ad un atto di sindacato ispettivo che aveva una sua urgenza ma che si è risolto otto mesi fa.
Signor sottosegretario, la responsabilità non è sua, ma la prego di far presente al Governo che uno degli strumenti fondamentali a disposizione dell'opposizione è il sindacato ispettivo: lo si può anche abolire per decreto, ma non penso che ciò vada incontro alle intenzioni del Governo e dell'attuale Parlamento.
DARIO RIVOLTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DARIO RIVOLTA. Signor Presidente, lei ha ricevuto già molto tempo fa una mia lettera in cui le chiedevo formalmente di sollecitare la risposta del Governo alle interrogazioni da me presentate. Sono sicuro che lei ha provveduto a sollecitare il Governo, ma volevo informarla che non è ancora pervenuta alcuna risposta alle interrogazioni richiamate.
In particolare, vi è un'interrogazione rivolta al Ministro dei trasporti, sottoscritta da cento deputati, appartenenti a tutti i gruppi parlamentari - o, quanto meno, alla maggior parte di essi - alla quale, pur essendo a risposta scritta (secondo i termini del Regolamento, dovrebbe ricevere una risposta in un tempo prefissato), non è stata ancora fornita alcuna risposta.
Le segnalo ciò e le chiedo di valorizzare l'autorevolezza e l'autorità che derivano dal suo ruolo di Presidente.
PRESIDENTE. La ringrazio, anche per la cortesia che ha espresso.
Mi adopererò presso il Governo affinché tali norme, che mi sembra appartengano alla deontologia dei rapporti, vengano accolte con le vostre sollecitazioni.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 4 luglio 2007, alle 10:
1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1566 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti (Approvato dal Senato) (2826).
- Relatore: Margiotta.
2. - Seguito della discussione della mozione Leoni ed altri n. 1-00159 sulle iniziative in favore del popolo saharawi.
3. - Seguito della discussione delle mozioni Gibelli ed altri n. 1-00024, Capitanio Santolini e Volontè n. 1-00165, Bertolini ed altri n. 1-00168, Frassinetti ed altri n. 1-00169, Froner ed altri n. 1-00175 e Donadi n. 1-00197 sulla riorganizzazione del sistema scolastico italiano in relazione al fenomeno dell'immigrazione.
Pag. 724. - Seguito della discussione delle mozioni Germontani ed altri n. 1-00186, Pellegrino ed altri n. 1-00188, Mura ed altri n. 1-00189, Fabris ed altri n. 1-00190, Volontè ed altri n. 1-00191, Pedrini ed altri n. 1-00194, Dioguardi ed altri n. 1-00196, Bianchi ed altri n. 1-00198 e Prestigiacomo ed altri n. 1-00199 sulle misure di contrasto alla pedofilia.
5. - Seguito della discussione della proposta di legge:
NICCHI ed altri: Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie della lavoratrice, del lavoratore, nonché del prestatore d'opera (1538-A).
- Relatore: Di Salvo.
La seduta termina alle 17,25.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 2826 - odg 9/2826/4 parte I | 473 | 473 | 237 | 214 | 259 | 72 | Resp. | |
2 | Nom. | odg 9/2826/17 | 469 | 469 | 235 | 209 | 260 | 72 | Resp. | |
3 | Nom. | odg 9/2826/35 | 469 | 467 | 2 | 234 | 190 | 277 | 72 | Resp. |
4 | Nom. | odg 9/2826/36 | 467 | 466 | 1 | 234 | 191 | 275 | 72 | Resp. |
5 | Nom. | odg 9/2826/37 | 469 | 469 | 235 | 191 | 278 | 72 | Resp. | |
6 | Nom. | odg 9/2826/38 | 473 | 473 | 237 | 194 | 279 | 72 | Resp. | |
7 | Nom. | odg 9/2826/39 | 472 | 471 | 1 | 236 | 190 | 281 | 72 | Resp. |
8 | Nom. | odg 9/2826/40 | 473 | 472 | 1 | 237 | 195 | 277 | 72 | Resp. |
9 | Nom. | odg 9/2826/41 | 479 | 477 | 2 | 239 | 194 | 283 | 72 | Resp. |
10 | Nom. | odg 9/2826/42 | 475 | 475 | 238 | 194 | 281 | 72 | Resp. | |
11 | Nom. | odg 9/2826/43 | 479 | 479 | 240 | 214 | 265 | 72 | Resp. | |
12 | Nom. | odg 9/2826/44 | 479 | 479 | 240 | 213 | 266 | 72 | Resp. | |
13 | Nom. | odg 9/2826/46 | 477 | 476 | 1 | 239 | 210 | 266 | 72 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | odg 9/2826/47 | 482 | 482 | 242 | 215 | 267 | 72 | Resp. | |
15 | Nom. | odg 9/2826/48 | 481 | 481 | 241 | 199 | 282 | 72 | Resp. | |
16 | Nom. | odg 9/2826/49 | 481 | 480 | 1 | 241 | 200 | 280 | 72 | Resp. |
17 | Nom. | odg 9/2826/50 | 476 | 475 | 1 | 238 | 201 | 274 | 72 | Resp. |
18 | Nom. | odg 9/2826/51 | 484 | 481 | 3 | 241 | 199 | 282 | 72 | Resp. |
19 | Nom. | odg 9/2826/52 | 481 | 481 | 241 | 217 | 264 | 72 | Resp. | |
20 | Nom. | odg 9/2826/55 | 485 | 485 | 243 | 205 | 280 | 72 | Resp. | |
21 | Nom. | odg 9/2826/56 | 485 | 485 | 243 | 213 | 272 | 72 | Resp. | |
22 | Nom. | odg 9/2826/57 | 480 | 480 | 241 | 198 | 282 | 72 | Resp. | |
23 | Nom. | odg 9/2826/58 | 480 | 479 | 1 | 240 | 219 | 260 | 72 | Resp. |
24 | Nom. | odg 9/2826/59 | 487 | 487 | 244 | 223 | 264 | 72 | Resp. | |
25 | Nom. | odg 9/2826/60 | 486 | 486 | 244 | 204 | 282 | 72 | Resp. | |
26 | Nom. | odg 9/2826/61 | 480 | 479 | 1 | 240 | 200 | 279 | 72 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | odg 9/2826/63 | 486 | 482 | 4 | 242 | 219 | 263 | 72 | Resp. |
28 | Nom. | odg 9/2826/68 | 482 | 481 | 1 | 241 | 220 | 261 | 72 | Resp. |
29 | Nom. | odg 9/2826/73 | 486 | 485 | 1 | 243 | 202 | 283 | 72 | Resp. |
30 | Nom. | odg 9/2826/75 | 480 | 480 | 241 | 198 | 282 | 72 | Resp. | |
31 | Nom. | odg 9/2826/76 | 489 | 489 | 245 | 223 | 266 | 72 | Resp. | |
32 | Nom. | odg 9/2826/92 | 487 | 481 | 6 | 241 | 217 | 264 | 72 | Resp. |
33 | Nom. | odg 9/2826/95 | 488 | 484 | 4 | 243 | 284 | 200 | 72 | Appr. |
34 | Nom. | odg 9/2826/97 | 480 | 479 | 1 | 240 | 204 | 275 | 72 | Resp. |
35 | Nom. | odg 9/2826/101 | 481 | 478 | 3 | 240 | 202 | 276 | 72 | Resp. |
36 | Nom. | odg 9/2826/104 | 473 | 470 | 3 | 236 | 214 | 256 | 73 | Resp. |
37 | Nom. | odg 9/2826/105 | 473 | 470 | 3 | 236 | 202 | 268 | 73 | Resp. |
38 | Nom. | odg 9/2826/107 | 480 | 478 | 2 | 240 | 219 | 259 | 73 | Resp. |
39 | Nom. | odg 9/2826/108 | 473 | 472 | 1 | 237 | 202 | 270 | 73 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 40 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | odg 9/2826/111 | 476 | 475 | 1 | 238 | 203 | 272 | 73 | Resp. |