I Commissione - Resoconto di mercoledì 14 giugno 2006


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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 14 giugno 2006.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10 alle 11.

AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 14 giugno 2006.

Audizione informale del dottor Filippo Callipo, presidente dell'Associazione degli industriali della Calabria, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 40 Boato ed abb., recanti l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali.

L'audizione informale è stata svolta dalle 11.30 alle 13.25.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 14 giugno 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Luigi Scotti.

La seduta comincia alle 15.10.


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Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali.
C. 40 Boato, C. 326 Lumia, C. 571 Forgione, C. 688 Angela Napoli e C. 890 Lucchese.
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo nella seduta di ieri, 13 giugno 2006.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti al testo unificato elaborato dai relatori (vedi allegato 1). Invita quindi i relatori ad esprimere il parere.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, intervenendo anche a nome del relatore Sesa Amici, esprime parere favorevole sugli emendamenti Cota 1.2, Biancofiore 1.8, Santelli 1.6 purché riformulato nel senso di aggiungere infine le parole: «con riguardo anche alla normativa in materia di scioglimento dei consigli comunali e provinciali e di rimozione degli amministratori locali», Belisario 2.5, che è volto a inserire sotto forma di autonomo periodo l'inciso recato dal comma 1 dell'articolo 2 del testo base in ordine ai criteri di nomina dei componenti la Commissione, purché sia riformulato nel senso di sopprimere la parola «particolare». Invita quindi al ritiro, avvertendo che altrimenti il parere sarà contrario, degli emendamenti Licandro 1.9, che ritiene restringa l'ambito di applicabilità della disposizione, Boato 1.10, Benedetti Valentini 2.2, Boato 2.6 , Licandro 2.7 e Benedetti Valentini 2.1, per le considerazioni già ampiamente svolte nel corso dell'esame preliminare, Bocchino 2.3, ritenendo preferibile mantenere il criterio dell'anzianità anagrafica e Licandro 6.1. I relatori si rimettono alla Commissione sugli emendamenti Benedetti Valentini 1.1, Cota 1.3, Boscetto 1.7, Santelli 1.5, avvertendo di avere presentato in materia l'emendamento 1.3, che ne recepisce in parte il contenuto e di cui raccomandano quindi l'approvazione, nonché sugli emendamenti La Loggia 2.4, che affronta la questione dell'eventuale quorum aggravato per l'elezione del Presidente della Commissione, Santelli 4.1 e Belisario 4.2. Invita inoltre al ritiro dell'emendamento Benedetti Valentini 1.4. Invita infine all'approvazione degli emendamenti dei relatori 1.14, che reca un mero aggiornamento di un riferimento normativo e 1.11 e 1.12, che sono volti ad ampliare i compiti della Commissione di inchiesta secondo le linee emerse nel corso della attività istruttoria.

La Commissione approva l'emendamento 1.14 dei relatori.

Francesco FORGIONE (RC-SE), intervenendo sull'emendamento Biancofiore 1.8, lo giudica sostanzialmente superfluo rispetto alla portata del testo unificato, elaborato dai relatori.

Jole SANTELLI (FI) illustra l'emendamento Biancofiore 1.8, di cui è firmataria, sottolineando l'opportunità di prevedere espressamente, tra i compiti della Commissione, quello di monitorare sull'attuazione dell'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, reso definitivo dalla legge 23 dicembre 2002, n. 279 all'interno della legislazione sul regime carcerario. Ricorda, infatti, che la stabilizzazione dell'applicazione di tale disposizione ha dato luogo a numerose polemiche sull'uso che ne è stato fatto.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) condivide le osservazioni del deputato Forgione.

Italo BOCCHINO (AN) osserva che l'approvazione di questo emendamento logicamente e teoricamente condivisibile rischierebbe di far sconfinare le competenze della Commissione «antimafia» alle attività dell'amministrazione penitenziaria, estranee alle materie oggetto dell'inchiesta, configurando di fatto una nuova competenza della Commissione. Preannuncia pertanto un voto di astensione da parte del suo gruppo.


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Luciano VIOLANTE, presidente, osserva che il compito di vigilare sulle norme relative all'ordinamento penitenziario non è previsto in termini generali.

Maurizio TURCO (RosanelPugno) si dichiara favorevole all'approvazione dell'emendamento Biancofiore 1.8, ritenendo opportuno che la istituenda Commissione di inchiesta abbia competenza a monitorare l'attuazione dell'articolo 41-bis anche in considerazione del carattere staraordinario del regime da esso imposto e anche delle valutazioni critiche di cui tale disciplina è stata oggetto in sede europea.

Enrico LA LOGGIA (FI) si dichiara favorevole all'approvazione dell'emendamento Biancofiore 1.8, ritenendo opportuno che la Commissione possa svolgere tale verifica. Intervenendo quindi sulle procedure di elezione del presidente, ritiene necessario che venga trasmesso un forte segnale di compattezza della politica nei confronti della criminalità organizzata, prevedendo un quorum elevato per tale elezione. A tal fine ha presentato l' emendamento 2.4, al fine di aprire un confronto in materia, nella consapevolezza che la Commissione potrà individuare anche meccanismi diversi da quello prospettato.

Graziella MASCIA (RC-SE) non obietta sulle finalità dell'emendamento 1.8, ritenendo tuttavia che l'attività della Commissione «antimafia» debba limitarsi a verificare l'applicazione del regime carcerario di cui all'articolo 41-bis citato per i soli reati di stampo mafioso.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene opportuno che l'emendamento in esame sia circoscritto alla verifica dell'attuazione del regime carcerario di cui all'articolo 41-bis della legge n. 354 del 1975 alle sole persone imputate o condannate per delitti di mafia.

Marco BOATO (Verdi) ritiene opportuno fare un più ampio riferimento alle norme sull'ordinamento carcerario, e in particolare all'applicazione dell'articolo 41-bis della legge n. 354 del 1975, sia sotto il profilo della sua efficacia ai fini della garanzia della sicurezza, sia sotto il diverso profilo delle garanzie spettanti ai soggetti che sono sottoposti a tale regime carcerario. Ritiene, infatti, la lotta alla criminalità organizzata debba essere condotta comunque nel rispetto dei principi dello stato di diritto, garantendo a tutti i detenuti il godimento dei diritti umani, a prescindere dalla loro condanna. La verifica sul rigore e la coerenza nella applicazione delle norme vigenti sotto i due profili da lui indicati, sicurezza e garanzie, non presenta, a suo avviso, alcun profilo di contrasto, ben potendo i due aspetti essere posti in connessione tra loro.

Jole SANTELLI (FI) osserva che il riferimento all'articolo 41-bis è stato proposto in quanto esso è considerato uno dei principali strumenti nella lotta alla mafia, il cui utilizzo ha suscitato tuttavia polemiche sul fronte sia delle garanzie e sia della sua effettiva efficacia in termini di sicurezza.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN), pur condividendo le osservazioni svolte dal deputato Bocchino, ritiene che l'emendamento riformulato secondo il suggerimento formulato dal presidente Violante, possa trovare il consenso del gruppo di Alleanza nazionale.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, accogliendo il suggerimento del presidente, propone che l'emendamento Biancofiore 1.8 sia riformulato nel senso di aggiungere, in fine, le parole: «alle persone imputate o condannate per delitti di mafia».

Jole SANTELLI (FI) accoglie la proposta del relatore e riformula l'emendamento 1.8, di cui è firmataria.

La Commissione approva l'emendamento Biancofiore 1.8 (nuova formulazione).

Orazio Antonio LICANDRO (Com.it) ritira il proprio emendamento 1.9.


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La Commissione approva l'emendamento Cota 1.2.

Marco BOATO (Verdi), intervenendo sul proprio emendamento 1.10, ne illustra il contenuto, che è volto ad estendere l'inchiesta della Commissione agli aspetti relativi alle connessioni del fenomeno mafioso anche con le nuove forme di attività illecite dirette a minacciare la sicurezza dello Stato. In questo modo si verrebbe incontro alla esigenza prospettata dal rappresentante del Governo nella seduta di ieri circa l'opportunità di estendere l'azione della Commissione anche al fenomeno del terrorismo. Sottolinea che con questo emendamento si allarga il campo dell'inchiesta alle attività delle organizzazioni criminali quando esse siano dirette a minacciare la sicurezza dello Stato.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, non ritiene di condividere la proposta del deputato Boato, ritenendo comunque opportuno evitare che l'emendamento in esame possa essere interpretato nel senso di prevedere un eccessivo ampliamento dei compiti della Commissione d'inchiesta.

Marco BOATO (Verdi) ribadisce che il proprio emendamento ha ad oggetto esclusivamente l'internazionalizzazione delle attività delle associazioni mafiose ed è pertanto coerente con i compiti istituzionalmente assegnati alla Commissione.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.it) ritiene che l'emendamento in esame prenda in considerazione la portata eversiva del fenomeno mafioso, che ha già in passato dimostrato la possibilità di degenerare verso forme di terrorismo, come dimostrano le stragi mafiose del 1992.

Luciano VIOLANTE, presidente, sottolinea che il tema in questione non sia la qualificazione eversiva delle organizzazioni mafiose ma quello di prevedere o meno l'estensione dell'inchiesta alle relazioni tra organizzazioni mafiose ed organizzazioni terroristiche.

Marco BOATO (Verdi) ritira il proprio emendamento 1.10, riservandosi di ripresentarlo in Assemblea, ribadendo tuttavia il proprio convincimento circa la sua opportunità.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, intervenendo sull'emendamento dei relatori 1.11, lo riformula nel senso di sostituire le parole: «sul sistema produttivo del fenomeno mafioso» con le seguenti «delle attività delle associazioni mafiose sul sistema produttivo».

La Commissione approva l'emendamento dei relatori 1.11 (nuova formulazione).

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, intervenendo sull'emendamento dei relatori 1.12, lo riformula nel senso di sostituire le parole: «dei fenomeni criminali e» con le seguenti: «ed al contrasto dei fenomeni criminali nonché».

La Commissione approva l'emendamento dei relatori 1.12 (nuova formulazione).

Italo BOCCHINO (AN) ritira il proprio emendamento 1.4.

Jole SANTELLI (FI), intervenendo sul proprio emendamento 1.6, accoglie il suggerimento del relatore e lo riformula nel senso di aggiungere infine le parole: «con riguardo anche alla normativa in materia di scioglimento dei consigli comunali e provinciali e di rimozione degli amministratori locali».

La Commissione approva l'emendamento Santelli 1.6 (seconda formulazione).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che i successivi emendamenti, Benedetti Valentini 1.1, Cota 1.3, Boscetto 1.7, Santelli 1.5 e l'emendamento dei relatori 1.13 pongono due distinte questioni. Da un lato si tratta di stabilire se la Commissione possa ovvero debba consultare le realtà associative che operano contro le attività


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delle organizzazioni mafiose e, dall'altro, se le consultazioni debbano essere estese anche a soggetti diversi dalle realtà associative.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN), intervenendo sul proprio emendamento 1.1, condivide l'opportunità che la Commissione consulti anche altri soggetti oltre alle associazioni, ma si dichiara contrario a prevedere un obbligo di consultazione che creerebbe in capo a soggetti particolari una sorta di aspettativa legittima se non addirittura un vero e proprio diritto, cosa che non ritiene compatibile con la natura dell'associazione.

Roberto COTA (LNP) si dichiara contrario alla previsione di un obbligo per la Commissione di consultare le associazioni che operano contro la mafia, ritenendo che la Commissione debba invece essere libera di operare tale scelta o meno.

Luciano VIOLANTE, presidente, osserva come capiti molto spesso alla Commissione «antimafia» di ricevere numerose richieste di audizione che, se dovessero essere interamente soddisfatte, potrebbero creare problemi alla sua attività.

Francesco FORGIONE (RC-SE), pur non ritenendo che la Commissione sarebbe in ogni caso vincolata a consultare le associazioni, ritiene di condividere l'osservazione del presidente Violante. Per quanto concerne i comitati costituiti all'interno della Commissione, osserva come la loro attività sia definita dal regolamento interno.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, avendo valutato la possibilità che maturi un orientamento volto a rendere più flessibile lo strumento della consultazione da parte della Commissione «antimafia», ritiene che si potrebbe approvare l'emendamento Boscetto 1.7, laddove i presentatori degli altri emendamenti dovessero ritenere di ritirarli.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo) ritiene che anche altri soggetti, diversi dalle associazioni impegnate nella lotta alla mafia, potrebbero essere consultati essendo in grado di fornire un utile contributo all'attività della Commissione «antimafia».

Marco BOATO (Verdi) si dichiara favorevole alla proposta del relatore volta ad approvare l'emendamento Boscetto 1.7 che consentirebbe di mantenere in un comma autonomo la disposizione sulla consultazione da parte della Commissione dei soggetti e delle associazioni che operano contro la mafia, ritenendo opportuno distinguerla dalla norma che regola la possibilità per la Commissione di costituire comitati al proprio interno.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) si dichiara favorevole alla proposta del relatore e ritira il proprio emendamento 1.1.

Roberto COTA (LNP) si dichiara favorevole alla proposta del relatore e ritira il proprio emendamento 1.3.

Jole SANTELLI (FI) ritira il proprio emendamento 1.5.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, ritira l'emendamento dei relatori 1.13.

La Commissione approva l'emendamento Boscetto 1.7.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) illustra il proprio emendamento 2.2 sottolineando come esso preveda la nomina dei componenti da parte dei rispettivi Presidenti di Assemblea tenendo conto della specificità dei compiti assegnati alla Commissione e prevedendo altresì una forma di incompatibilità per i soggetti nei cui confronti siano pendenti procedimenti giudiziari per reati attinenti alla criminalità organizzata o contro la pubblica amministrazione.


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Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene che in materia sarebbe opportuno fare leva esclusivamente sulla sensibilità dei Presidenti di Assemblea al momento della nomina dei componenti, senza prevedere forme di incompatibilità.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) ritiene necessario prevedere una norma espressa.

Jole SANTELLI (FI) osserva che prevedere tale incompatibilità impedirebbe la partecipazione alla Commissione per tutti quei soggetti che, avendo svolto attività di amministratori locali, si trovano con procedimenti pendenti a loro carico per il reato di abuso d'ufficio, fenomeno diffuso che tuttavia non sta a significare la pericolosità dei soggetti in questione.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene necessario individuare al riguardo una formulazione elastica che non renda di difficile o problematica applicazione la disposizione.

Italo BOCCHINO (AN) osserva che il Presidente di Assemblea non gode, di fatto, di un potere di nomina illimitato nella scelta dei componenti la Commissione, essendo invece sostanzialmente vincolato alle indicazioni dei gruppi. Pertanto, pur condividendo l'osservazione del deputato Santelli, ritiene comunque opportuno individuare una idonea soluzione che impedisca la nomina di soggetti a cui carico sono pendenti procedimenti giudiziari per reati di stampo mafioso o contro la pubblica amministrazione.

Gabriele BOSCETTO (FI) si dichiara favorevole alla soluzione individuata dai relatori nel testo unificato ritenendo inopportuna nonché di difficile configurabilità costituzionale ogni soluzione che tenti di limitare la partecipazione alla Commissione di senatori o deputati che si trovano in particolari situazioni. Si dichiara favorevole sul contenuto dell'emendamento Belisario 2.5, che tuttavia ritiene essere poco innovativo, preannunciando invece voto contrario sull'emendamento Benedetti Valentini 2.2.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, propone di approvare l'emendamento Belisario 2.5, rinviando le rimanenti questioni alla fase di Assemblea. Ritiene infatti necessario sviluppare una adeguata riflessione sulla opportunità di limitare l'incompatibilità per quei soggetti a cui carico risultano pendenti reati di stampo mafioso o contro la pubblica amministrazione e prevedere inveceche possa far parte della Commissione un soggetto condannato per altri tipi di reati.

Marco BOATO (Verdi) accoglie la proposta del relatore e ritira il proprio emendamento 2.6 riservandosi di presentarlo in Assemblea, essendo stato il primo a sollevare questo problema. Ritiene inoltre opportuno che siano ritirati tutti gli emendamenti sul punto lasciando inalterato il testo base predisposto dai relatori. Con riferimento all'emendamento Belisario 2.5 ritiene poi che il termine «commissari» dovrebbe essere sostituito con «componenti la Commissione».

Massimo DONADI (IdV) si dichiara favorevole all'approvazione dell'emendamento Belisario 2.5, osservando tuttavia che il ruolo dei Presidenti d'Assemblea nella nomina dei componenti la Commissione sarebbe rafforzato ove si prevedesse che questi debbano tenere conto delle specificità dei compiti assegnati alla Commissione.

Jole SANTELLI (FI) ritiene che ove si stabiliscano requisiti stringenti per l'accesso alla Commissione, questi devono comunque sussistere per l'intero corso del mandato. Sottolinea la delicatezza del problema, sottolineando la necessità di evitare di esporre i componenti la Commissione a possibili ritorsioni provenienti dall'esterno, essendo inimmaginabile che una denuncia strumentale ai sensi dell'articolo 416-bis possa costituire una ipotesi di esclusione dalla Commissione. Ritiene che alla condivisibile proposta dei relatori potrebbe


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aggiungersi la possibilità per i presidenti dei gruppi di chiedere la revoca dei componenti che si trovino in condizione di reale incompatibilità.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN), ritiene che una soluzione possa essere individuata rimettendo ai Presidenti di Assemblea l'indicazione, da un lato, di tener conto delle specificità dei compiti assegnati alla Commissione e, dall'altro, di evitare la nomina di soggetti che si trovino in situazioni di incompatibilità. In questo modo sarebbe possibile rimettere alla discrezionalità dei Presidenti la valutazione se la gravità del reato sia tale da rendere inopportuna la nomina del soggetto quale componente della Commissione «antimafia».

Roberto COTA (LNP) ritiene che una limitazione alla nomina di alcuni soggetti debba essere giustificata sulla base della interferenza che la sua particolare situazione giudiziaria può produrre con i lavori della Commissione senza estendere troppo genericamente le ipotesi di incompatibilità. Condivide l'osservazione del deputato Santelli sulla opportunità di evitare che strumentali denunce a carico di senatori o deputati possano impedire la loro partecipazione alla Commissione «antimafia».

Gianpiero D'ALIA (UDC) condivide l'osservazione del deputato Boato sull'emendamento Belisario 2.5 ed invita il presentatore a riformularlo nel senso di sostituire la parola «commissari» con «componenti la Commissione».

Orazio Antonio LICANDRO (Com.it) condivide l'opportunità di individuare, in una fase successiva di esame, una formula capace di evitare che partecipino alla Commissione «antimafia» persone che si trovino in situazioni di incompatibilità, anche prevedendo possibili ipotesi di decadenza.

Olga D'ANTONA (Ulivo) ritiene che una soluzione possa essere individuata stabilendo che la nomina dei componenti la Commissione, affidata alla responsabilità dei Presidenti di Assemblea, tenga conto della specificità dei compiti assegnati alla Commissione e di possibili inopportunità per particolari situazioni personali o professionali. Giudica pertanto inopportuno rendere eccessivamente stringenti i criteri per la nomina dei componenti.

Francesco FORGIONE (RC-SE) invita a riflettere sulla posizione di sostanziale incompatibilità che rivestono determinati soggetti interessati solo indirettamente dalla loro partecipazione alla Commissione. Si riferisce in particolare a quei parlamentari che difendono nelle sedi giudiziarie imputati per reati di mafia e che potrebbero avvalersi nell'esercizio di tale funzione della loro posizione all'interno della Commissione stessa. Condivide tuttavia il contenuto dell'emendamento Belisario 2.5 nonché la proposta di riformulazione del deputato D'Antona, ritenendo comunque condivisibile anche la disposizione recata dal testo unificato predisposto dai relatori.

Luciano VIOLANTE, presidente, sottolinea l'opportunità di evitare una eccessiva specificazione del principio che si cerca di affermare.

La Commissione respinge l'emendamento Benedetti Valentini 2.2.

Felice BELISARIO (IdV) accoglie la proposta del relatore e riformula il proprio emendamento 2.5 sostituendo la parola «commissari» con «componenti la Commissione».

La Commissione approva l'emendamento Belisario 2.5 (nuova formulazione).

Orazio Antonio LICANDRO (Com.it) ritira il proprio emendamento 2.7.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che l'emendamento Benedetti Valentini 2.1 risulta sostanzialmente precluso dall'approvazione dell'emendamento Belisario 2.5.


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Gabriele BOSCETTO (FI), intervenendo sull'emendamento La Loggia 2.4, pur comprendendo che da una sua approvazione potrebbe derivare il rischio di non riuscire ad eleggere il presidente della Commissione, reputa comunque necessario trovare una formula che consenta di eleggere il presidente con una ampia maggioranza. Ritiene che potrebbe attuarsi il meccanismo previsto per la elezione del presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, nel quale il quorum si riduce progressivamente. Condivide l'opinione espressa dal deputato La Loggia sull'importanza del momento dell'elezione del presidente e ritiene opportuno innovare rispetto al procedimento elettorale previsto dalla legge n. 386 del 2001, istitutiva della Commissione «antimafia» nella XIV legislatura. Si rivolge quindi ai relatori invitandoli a valutare l'opportunità di predisporre una modifica del testo in questo senso nel corso dell'esame del provvedimento.

Luciano VIOLANTE, presidente, chiede ai relatori se intendono continuare a rimettersi al giudizio della Commissione sull'emendamento La Loggia 2.4.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, dopo aver ringraziato il presidente per l'attenzione con cui segue i lavori, modifica il proprio parere invitando i presentatori al ritiro dell'emendamento 2.4, atteso che la sua formulazione potrebbe di fatto comportare una paralisi del procedimento elettivo. Propone di svolgere sull'argomento una ulteriore riflessione in vista della fase di Assemblea.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, condivide la posizione del relatore D'Alia e sottolinea che la modalità di scelta del presidente rappresenta una significativa questione politica sulla quale invita i deputati presenti a pronunciarsi al fine di aiutare i relatori nella individuazione di una soddisfacente formulazione.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) ritiene sufficiente quanto previsto nel testo unificato predisposto dai relatori non ritenendo che sussistano margini di specificità della Commissione «natimafia» tali da giustificare l'adozione di procedure elettorali speciali. Non condivide l'opportunità di mutuare il procedimento di elezione del presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, trattando tale Commissione di una materia sottratta all'indirizzo politico di maggioranza, cosa che pertanto giustifica una procedura speciale.

Jole SANTELLI (FI) dichiara di non condividere l'opinione del deputato Zaccaria sottolineando invece che proprio la specificità della materia trattata dalla Commissione «antimafia» dovrebbe suggerire l'adozione di una procedura speciale. Ritiene di grande valore simbolico la possibilità che si elegga il presidente della Commissione con una larga maggioranza.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, invita i presentatori a ritirare l'emendamento 2.4. Osserva al riguardo che nel testo unificato predisposto dai relatori, mutuato dalla legge n. 386 del 2001, istitutiva della Commissione «antimafia» nella XIV legislatura, il presidente è eletto con la maggioranza assoluta dei voti e non con quella dei componenti.

Marco BOATO (Verdi) si associa alle opinioni espresse dal deputato Zaccaria condividendo altresì l'opportunità che i presentatori ritirino l'emendamento 2.4.

Graziella MASCIA (RC-SE) condivide le opinioni espresse dal deputato Zaccaria e ricorda che le argomentazioni sulla specificità della Commissione «antimafia», recate dall'opposizione a sostegno dell'opportunità di prevedere una maggioranza speciale per l'elezione del presidente, sarebbero dovute valere anche in occasione del dibattito che portò all'approvazione della legge n. 386 del 2001, istitutiva della Commissione «antimafia» nella XIV legislatura.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur) si associa alle considerazioni svolte dal deputato Zaccaria e dai relatori.


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Gabriele BOSCETTO (FI), aderendo all'invito formulato dal relatore, ritira il proprio emendamento 2.4, ritenendo tuttavia opportuno sviluppare, nel prosieguo dell'esame, una riflessione circa l'opportunità di predisporre una formulazione della procedura di elezione del presidente che venga incontro alle esigenze da lui già prospettate.

La Commissione respinge l'emendamento Bocchino 2.3.

Marco BOATO (Verdi), intervenendo sull'emendamento Santelli 4.1, esprime perplessità circa la sua ammissibilità.

Luciano VIOLANTE, presidente, si associa alla considerazione espressa dal deputato Boato, ritenendo che esso possa configurare un contrasto con l'articolo 82 della Costituzione, precludendo del tutto alla Commissione l'esercizio dei poteri dell'autorità giudiziaria.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, fa presente che i relatori si sono rimessi alla Commissione in quanto nel testo base è stata comunque inserita una disposizione volta a limitare il ricorso da parte della Commissione di inchiesta a provvedimenti che incidono sui diritti di libertà costituzionalmente garantiti. L'emendamento in esame potrebbe configurare una forma di limitazione ulteriore dei poteri della Commissione.

Jole SANTELLI (FI) dichiarandosi disponibile a riformulare l'emendamento al fine di fugare dubbi circa la sua conformità alla Costituzione, ricorda che nella scorsa legislatura alcune Commissioni di inchiesta hanno adottato questi provvedimenti, suscitando polemiche sull'opportunità del ricorsa a tali strumenti di inchiesta . Ritiene che la Commissione «antimafia» potrebbe comunque svolgere il proprio compito anche senza adottare i provvedimenti in questione.

Luciano VIOLANTE, presidente, sottolinea che è dato condiviso la possibilità, per le Commissioni di inchiesta, di utilizzare tali strumenti nello svolgimento dei propri compiti. I relatori hanno previsto quorum elevati per le relative deliberazioni al fine di assicurare che esse siano assunte con l'adozione di sufficienti cautele per i soggetti destinatari. Ritiene inoltre che sia possibile specificare ulteriormente tali procedure ma un radicale divieto di utilizzazione di questi strumenti sarebbe di dubbia costituzionalità. Rileva infine come gli organi parlamentari abbiano rispettato le regole di utilizzo e di conservazione delle informazioni acquisite, che non sono state in alcun modo divulgate all'esterno, come invece è accaduto recentemente per i contenuti di intercettazioni telefoniche disposte da alcune autorità giudiziarie.

Jole SANTELLI (FI), preso atto delle perplessità manifestate dal presidente, ritira il proprio emendamento 4. 1.

Felice BELISARIO (IdV) ritira il proprio emendamento 4. 2.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.it) ritira il proprio emendamento 6.1.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la V Commissione Bilancio ha espresso parere favorevole sul testo unificato, adottato quale testo base. Avverte, altresì, che il testo unificato, come risultante dall'approvazione degli emendamenti, sarà inviato alla II Commissione Giustizia per l'espressione del parere di competenza, già convocata per le ore 17. Sospende, pertanto, la seduta in attesa dell'espressione di tale parere.

La seduta, sospesa alle 17.05 riprende alle 18.10.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che II Commissione Giustizia ha espresso un parere favorevole con due condizioni. La prima condizione si riferisce alla nomina dei componenti la Commissione ed è volta a chiedere la soppressione dell'ultimo periodo del comma 1, dell'articolo 2. Con la seconda condizione si chiede di


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prevedere, nel caso di adozione per motivi di necessità e di urgenza di provvedimenti limitativi della libertà personale da parte dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, una procedura che salvaguardi comunque la competenza esclusiva in materia della Commissione.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, attesa la complessità della materia oggetto, in particolare, della seconda condizione propone di rinviare alla fase di esame in Assemblea la definizione di una formulazione che possa essere in grado di recepire le indicazioni della Commissione Giustizia.

Marco BOATO (Verdi) fa presente, in proposito, l'esigenza di procedere secondo un comune indirizzo anche in riferimento alle proposte di legge recanti istituzione della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

La Commissione delibera di conferire il mandato ai relatori Amici e D'Alia di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.

Luciano VIOLANTE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 18.20.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 14 giugno 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 17.05

D.L. 206/06: Disposizioni urgenti in materia di IRAP e di canoni demaniali marittimi.
C. 1005 Governo.
(Parere alla VI Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Graziella MASCIA (RC-SE), illustra i contenuti del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 206 del 2006, che all'articolo 1 stabilisce l'inapplicabilità di alcune disposizioni in materia di riduzione delle sanzioni, in caso di violazione degli obblighi di versamento dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) in acconto o a saldo, riferiti al periodo d'imposta in corso alla data dell'entrata in vigore del decreto-legge. L'articolo 2 differisce al 30 settembre 2006 il termine per l'adeguamento dei canoni relativi alle concessioni demaniali marittime, originariamente previsto dall'articolo 32, commi 21 e 22, del decreto-legge n. 269 del 2003 e già più volte differito (da ultimo, al 15 dicembre 2005). L'articolo 3, infine, dispone l'entrata in vigore del decreto-legge nel giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Non ravvisando motivi di rilievo sugli aspetti di legittimità costituzionale propone l'espressione di un parere favorevole.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore (vedi allegato 2).

D.L. 210/06: Disposizioni finanziarie urgenti in materia di pubblica istruzione.
C. 1092 Governo.
(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Jole SANTELLI (FI), relatore, illustra i contenuti del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 210 del 2006, che è volto, secondo quanto emerge dalla relazione illustrativa, ad adeguare lo stanziamento di bilancio per la corresponsione dei compensi ai componenti delle commissioni per gli esami di stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore, al fine di assicurare il regolare svolgimento della sessione d'esame per l'anno scolastico 2005/2006.
Non ravvisando motivi di rilievo sugli aspetti di legittimità costituzionale propone l'espressione di un parere favorevole.


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Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore (vedi allegato 3).

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
C. 17 Realacci ed abb.
(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

Marco BOATO (Verdi), relatore, illustra i contenuti della proposta di legge, nel testo risultante dagli emendamenti approvati dalla Commissione ambiente nella seduta del 13 giugno, che dispone la ricostituzione - per la durata della nuova legislatura - della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, operante già dalla XIII legislatura.
L'articolo 1 riproduce nella sostanza la corrispondente disposizione della legge istitutiva della Commissione d'inchiesta nella precedente legislatura (legge 31 ottobre 2001, n. 399. L'articolo 2 disciplina la composizione della Commissione e dispone l'elezione, nella prima seduta, del presidente, di due vicepresidenti e di due segretari. In proposito ritiene opportuno formulare una osservazione volta a invitare la Commissione di merito a disciplinare espressamente il sistema di elezione dei componenti l'Ufficio di presidenza. Fa presente inoltre che, a seguito dell'approvazione di un articolo aggiuntivo, la proposta di legge disciplina una specifica procedura per l'adozione delle deliberazioni aventi ad oggetto i provvedimenti incidenti sui diritti di libertà costituzionalmente garantiti, secondo modalità del tutto analoghe a quelle previste nel testo unificato delle proposte di legge n. 40 e abbinate, adottato quale testo base, dalla I Commissione. Rileva tuttavia, l'esistenza di un disallineamento tra il quorum previsto dall'articolo 3-bis, comma 2, della proposta di legge in esame per l'adozione, in casi di necessità e di urgenza, da parte dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle deliberazioni aventi ad oggetto provvedimenti incidenti sui diritti di libertà costituzionalmente garantiti, e il corrispondente quorum previsto per le stesse deliberazioni nel testo base adottato da questa Commissione in ordine alla istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali; ritenendo opportuno che in materia siano adottate norme di identico tenore, propone di inserire nel parere una osservazione che inviti la Commissione di merito a sostituire il quorum dei tre quarti con quello dei quattro quinti. Preso atto favorevolemente della disposizione recata dall'articolo 6, comma 6, che introduce, analogamente a quanto previsto per la Commissione di inchiesta «antimafia» un tetto massimo alle spese per il funzionamento della Commissione, propone di esprimere un parere favorevole con le due osservazioni testè illustrate.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni del relatore (vedi allegato 4).

La seduta termina alle 17.20