I Commissione - Resoconto di marted́ 11 luglio 2006


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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 11 luglio 2006.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.35 alle 11.

SEDE REFERENTE

Martedì 11 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento Giampaolo D'Andrea.

La seduta comincia alle 11.

D.L. 181/2006: Riordino delle attribuzioni dei Ministeri.
C. 1287 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta del 6 luglio 2006.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti (vedi allegato 1). Fa presente in proposito che gli articoli aggiuntivi D'Alia 1.01 e 1.02, recanti modifiche all'articolo 6 della legge n. 145 del 2002, in materia di nomine presso enti pubblici, società controllate o partecipate dallo Stato, agenzie o altri organismi similari, sono da considerare inammissibili, ai sensi de


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gli articoli 89 e 96-bis, comma 7, del regolamento in quanto volti ad introdurre disposizioni non strettamente attinenti alla materia oggetto del decreto-legge. Invita quindi il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

Marco BOATO (Verdi), relatore, invita i presentatori al ritiro di tutti gli emendamenti ed articoli aggiuntivi presentati, avvertendo che altrimenti il parere sarà contrario. In particolare invita i deputati Santelli e D'Alia a ritirare i propri identici emendamenti 1.56 e 1.203, soppressivi del comma 24-novies dell'articolo 1 del decreto-legge, introdotto dal Senato.

Il Sottosegretario Giampaolo D'ANDREA esprime parere conforme a quello del relatore.

Jole SANTELLI (FI) e Giampiero D'ALIA (UDC) ritirano i rispettivi emendamenti identici 1.56 e 1.203.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che il provvedimento in titolo è iscritto all'ordine del giorno dell'odierna seduta dell'Assemblea per lo svolgimento della discussione sulle linee generali e fa presente, pertanto, che la Commissione dovrà concludere l'esame in sede referente, con la votazione sul conferimento del mandato al relatore, prima dell'inizio dei lavori dell'Assemblea. A tal fine, tenuto conto dell'elevato numero degli emendamenti presentati e della ristrettezza dei tempi disponibili per il loro esame, fa presente la necessità di procedere alle votazioni secondo principi di economia procedurale. Chiede in proposito ai presentatori se intendano effettuare delle segnalazioni per gli effetti di cui all'articolo 79, comma 10, del regolamento, avvertendo che in caso contrario verrà posta in votazione la proposta di conferire il mandato al relatore a riferire favorevolmente; in caso di approvazione di tale proposta si intenderanno respinti tutti gli emendamenti.

Giampiero D'ALIA (UDC) sottolinea preliminarmente come la ristrettezza dei tempi riservati alla I Commissione per l'esame in sede referente della legge di conversione del decreto-legge in titolo impedisca lo svolgimento di un confronto costruttivo fra le parti politiche, che potrebbe essere ulteriormente compromesso dalla eventuale posizione, sull'approvazione da parte dell'Assemblea di tale legge di conversione, della questione di fiducia. Rileva in particolare come, per la seconda volta in pochi giorni, la Commissione sia chiamata ad esaminare il contenuto di un decreto-legge, e della relativa legge di conversione, in un arco temporale talmente esiguo che non solo impedisce ogni forma di serio approfondimento delle tematiche in esame, impedendo in particolare all' opposizione di dare un apporto costruttivo rispetto alle proposte del Governo, ma soprattutto che relega il ruolo della I Commissione in un ambito marginale, svuotato di ogni seria funzione. Esprime il proprio orientamento contrario sul complessivo provvedimento sottolineando, in particolare, di non condividere il meccanismo che prevede la decadenza automatica degli incarichi presso gli uffici di diretta collaborazione al momento della cessazione delle funzioni del singolo ministro. Evidenzia quindi gli aspetti problematici legati al conferimento delle deleghe mediante l'approvazione di emendamenti al Senato, come accaduto recentemente in occasione della conversione del decreto-legge in materia di proroga di termini. Dichiara infine la propria preoccupazione in ordine alle modalità di esame del decreto-legge in materia di liberalizzazioni, la cui legge di conversione si trova attualmente in discussione al Senato, per il quale paventa che la Camera possa essere nuovamente costretta a svolgere una mera funzione di ratifica delle decisioni assunte presso l'altro ramo del Parlamento.

Luciano VIOLANTE, presidente, dopo aver ringraziato il deputato D'Alia per aver sollevato questioni di grande importanza ed avere condiviso le sue preoccupazioni in ordine alla imminente definizione


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dei tempi di esame della legge di conversione del decreto-legge in materia di liberalizzazioni, sottolinea il proprio convincimento circa la necessità di mantenere l'esame dei decreti-leggi nell'alveo della correttezza costituzionale.

Roberto COTA (LNP) esprime preliminarmente un giudizio negativo sul complessivo decreto-legge in esame, sottolineando come la ratio ispiratrice di questo provvedimento vada rintracciata nella sola esigenza di moltiplicazione e spartizione, tra la maggioranza di governo, di incarichi ministeriali. Si sofferma quindi sui principali aspetti problematici recati dal decreto-legge, rappresentati innanzitutto dalla non condivisibile divisione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali in quanto queste ultime erano state considerate, soprattutto nella XIV legislatura, integrate nelle politiche del lavoro. Altrettanto non condivisibile risulta la scelta, operata in un'ottica di mera moltiplicazione di incarichi, di istituire un Ministero senza portafoglio per le politiche giovanili e le attività sportive, nonché quella di rinviare ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri la individuazione delle forme di esercizio coordinato delle funzioni aventi natura assistenziale o previdenziale, nonché delle funzioni di indirizzo e vigilanza sugli enti di settore. Dichiara inoltre di non condividere la scelta di trasferire in capo al Ministero della solidarietà sociale i compiti di vigilanza dei flussi di entrata dei lavoratori stranieri non comunitari e neo comunitari, nonché i compiti di coordinamento delle politiche per l'integrazione degli stranieri immigrati in quanto in questo modo si collega il fenomeno della immigrazione ad aspetti sociali e di assistenza anziché alle politiche del lavoro, come era stato fatto nella scorsa legislatura. Altrettanto incomprensibile giudica la scelta di sottrarre le competenze in materia di turismo al Ministero delle attività produttive in ragione del fatto che proprio l'aver considerato il turismo una forma di industria ha rappresentato, nel corso della XIV legislatura, un significativo passo in avanti, riconosciuto dalle associazioni di categoria e dal mondo imprenditoriale, rispetto agli schemi precedenti che collegavano il turismo solamente alla materia della cultura. Si sofferma quindi sulla divisione dei Ministeri dell'università e della ricerca scientifica e della pubblica istruzione, nonché di quello delle infrastrutture e dei trasporti, delle quali non condivide l'opportunità. Sottolinea quindi il proprio orientamento contrario sulla scelta di attribuire le funzioni di vigilanza in materia di credito sportivo alla Presidenza del Consiglio ed al Ministero per i beni e le attività culturali, osservando come questa sia solo una «operazione di potere». Sottolinea quindi le poco attendibili disposizioni che stabiliscono come l'assegnazione e la distribuzione del personale alle varie segreterie dei viceministri e dei sottosegretari non debbano produrre oneri aggiuntivi. Rileva infatti al riguardo come il comma 24-quinquies dell'articolo 1 del decreto-legge in esame preveda la possibilità per il Ministro competente di derogare ai limiti di personale previsti dal comma 24-quater per le segreterie dei viceministri e dei sottosegretari.

Franco RUSSO (RC-SE) sottolinea la necessità di approntare opportune iniziative per impegnare il Governo a non avvalersi della delega prevista dall'articolo 1 del disegno di legge di conversione in esame nelle more della presentazione di apposite iniziative legislative, così come si è impegnato in occasione dell'esame in Assemblea della legge di conversione del decreto-legge in materia di proroga di termini la scorsa settimana. A questo proposito, dopo aver ringraziato il Presidente Violante per il suo intervento in Assemblea nel corso dell' esame di tale decreto-legge, ritiene opportuno avviare con il Senato e il Governo una riflessione comune sul corretto utilizzo del procedimento di conversione in legge dei decreti-legge; giudica altresì necessario prevedere un monitoraggio in ordine alla effettiva attuazione da parte del Governo


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degli impegni assunti in sedei di conversione del decreto-legge recante proroga di termini. Invita, in fine, il relatore Boato a valutare l'opportunità di presentare un ordine del giorno in Assemblea avente un contenuto analogo a quelli già accolti dal Governo in sede di esame del predetto decreto-legge.

Jole SANTELLI (FI), dopo aver sottolineato la ristrettezza dei tempi riservata all'esame del disegno di legge di conversione in Commissione, si sofferma sui principali aspetti problematici del provvedimento che giustificano l'opposizione del proprio gruppo. Osserva innanzitutto come il decreto-legge in esame si limiti a riordinare le attribuzioni ministeriali esclusivamente al fine di soddisfare le richieste provenienti dalle diverse componenti della maggioranza di Governo, senza tener in alcun modo conto del lavoro svolto nel corso della XIV legislatura. Ritiene ad esempio incomprensibili le attribuzioni dei Ministeri dello sviluppo economico, delle politiche agricole alimentari e forestali nonché la riconduzione della materia del turismo all'interno delle competenze del Ministero per i beni culturali. Ritiene che la ripartizione delle competenze, come definita dal decreto-legge in esame, darà luogo a numerosi contrasti con le regioni e gli enti locali atteso che il provvedimento non sembra tener conto della ripartizione delle competenze prevista dal Titolo V della parte seconda della Costituzione; in proposito si riferisce, ad esempio, alla materia delle aree urbane conferita alla competenza del Ministero dei trasporti, che già necessita di forme di concertazione preventive, come previsto dallo stesso decreto. Un altro aspetto problematico è quello legato alla distribuzione del personale, che non tiene conto della diversità di trattamento economico presenti all'interno del pubblico impiego. Giudica inoltre la incomprensibile disposizione di cui al comma 8-bis dell'articolo 1 che prevede, esclusivamente per i Ministeri del commercio internazionale e della solidarietà sociale, il ritorno ad una articolazione per direzioni generali, che si differenziano dai dipartimenti, previsti invece come regola generale dalla «Riforma Bassanini», per ragioni di vincolo politico e di trattamento economico. Si sofferma inoltre sulla divisione tra Ministero dell'università e della ricerca e Ministero della pubblica istruzione, che non ritiene in alcun modo giustificabile. Osserva al riguardo come l'uso dell'aggettivo «pubblica» rilanci un tema che era stato da tempo abbandonato e che sembra invece voler riproporre una contrapposizione fra la diversa natura, pubblica o privata, delle scuole. Conclude invitando Governo e maggioranza a uno sforzo comune per individuare forme di soluzione ai diversi problemi sollevati.

Marco BOATO (Verdi), relatore, con riferimento alla denominazione del Ministero della pubblica istruzione, osserva che l'uso dell'aggettivo «pubblica» è finalizzato a porre in evidenza la funzione pubblica svolta dalle scuole, indipendentemente dalla loro natura.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) rileva preliminarmente come, ancorché in ambiti temporali ristretti, si stia dando luogo ad un confronto approfondito all'interno della Commissione. Osserva quindi come la riorganizzazione delle competenze ministeriali rappresenti una prassi di recente consolidazione volta a consentire a ciascun governo, ancora prima del conferimento della fiducia parlamentare, una riorganizzazione di tutte le sue strutture al fine di adeguarle al relativo programma. Con riferimento alle difficoltà di distribuire le competenze ministeriali tenendo presente la ripartizione, da parte dell'articolo 117 della Costituzione, delle materie tra le varie forme di legislazione, osserva che anche quella delle comunicazioni, alla quale il precedente Governo aveva riservato un apposito dicastero, è oggetto di legislazione concorrente. Con riferimento ai contenuti del decreto-legge in esame, dichiara poi di condividere la riconduzione delle competenze in materia


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di turismo al Ministero per i beni e le attività culturali, come pure di quelle in materia di immigrazione al Ministero della solidarietà sociale, osservando come il passaggio di attribuzioni da un Ministero all'altro sia il frutto di una evoluzione delle relative politiche che matura con il corso del tempo. Ritiene inoltre giustificabile la separazione del Ministero dell'università e della ricerca da quello della pubblica istruzione, ritenendo che i due relativi ambiti siano sufficientemente separati da non rendere necessario un loro accorpamento presso il medesimo dicastero. Conclude soffermandosi sulla presenza nel testo di una delega legislativa al Governo, contenuta nel maxiemendamento approvato nel corso dell'esame presso il Senato, che assume un carattere più puntuale rispetto a quelle contenute nel decreto-legge in materia di proroga di termini.

Giacomo STUCCHI (LNP) dopo aver sottolineato la ristrettezza dei tempi riservati all'esame della legge di conversione in titolo, che impedisce ogni tipo di confronto sul provvedimento, dichiara la propria preoccupazione per le future modalità procedurali di esame che saranno riservate non solo alle leggi di conversione dei decreti-legge, ma anche agli altri disegni di legge di iniziativa del Governo. Osserva in proposito che, qualora le modalità di esame dovessero assumere gli stessi caratteri di quelli utilizzati in questo avvio di legislatura per le leggi di conversione dei decreti-legge, il ruolo della Commissione verrebbe significativamente ridotto, producendo conseguenze negative per tutto il Parlamento.

Giorgio HOLZMANN (AN) ritiene che il carattere principale di questo provvedimento sia quello di aver dato luogo ad un vero e proprio smembramento dei Ministeri e non, come accadde all'inizio della XIV legislatura, ad una ripartizione di competenze. Osserva infatti che l'aver distribuito in maniera contorta le competenze governative all'interno di un numero immotivatamente accresciuto di Ministeri produrrà inevitabilmente problemi di coordinamento.

Luciano VIOLANTE, presidente, invita a riflettere sulle conseguenze che sono derivate, a seguito dell'approvazione della nuova legge elettorale, sull'organizzazione governativa. Osserva infatti come la formula proporzionale con premio di maggioranza, che rappresenta una contraddizione non rintracciabile in altre leggi elettorali, da un lato accresce il peso delle singole formazioni politiche all'interno delle coalizioni, e dall'altro snatura la funzione principale della formula proporzionale che, a causa della previsione del premio, non consente una riproduzione fedele in Parlamento degli orientamenti del corpo elettorale. Pertanto, l'avere accentuato all'interno delle coalizioni il peso dei singoli partiti costringe questi ultimi a reclamare un ruolo rilevante all'interno della formazione governativa che si traduce in una richiesta di presenza e visibilità. Conclude dichiarando il proprio convincimento sull'opportunità di adottare idonee misure per consentire che il Governo possa sospendere la delega recata dal disegno di legge di conversione in esame in attesa della presentazione di apposite iniziative legislative.

Jole SANTELLI (FI) dopo aver sottolineato l'originalità della tesi espressa dal presidente Violante, finalizzata a rintracciare la causa dell'aumento del numero dei Ministeri deciso dall'attuale Governo nella legge elettorale approvata dalla precedente maggioranza, propone di avviare contatti con la 1o Commissione del Senato, al fine di evitare il ripetersi di approvazione di emendamenti nel corso dell'esame di disegni di legge di conversione che prevedano il conferimento di deleghe legislative.

Giampiero D'ALIA (UDC) dichiara di non condividere alcune scelte contenute nel provvedimento in esame, che non avrebbero alcuna ragione a loro sostegno. Si sofferma sulla materia del turismo per


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la quale è previsto da un lato che le competenze siano attribuite alla Presidenza del Consiglio, ma, dall'altro, che le relative strutture siano allocate presso il Ministero per i beni e le attività culturali. In questo modo il Ministro per i beni e le attività culturali potrà esercitare le relative funzioni solo in presenza di un'apposita delega da parte del Presidente del Consiglio, denotando così un affievolimento delle relative attribuzioni. Evidenzia in sostanza come il complessivo riordino delle attribuzioni ministeriali renderà difficile allo stesso Governo di esercitare le proprie funzioni. Conclude dichiarando di condividere la proposta di presentare un ordine del giorno volto ad impegnare il Governo a non esercitare le deleghe contenute nel provvedimento in esame in attesa dell'approvazione di apposite iniziative legislative.

Luciano VIOLANTE, presidente, osserva che ove l'opposizione ritenesse di sintetizzare le proprie posizioni all'interno di un ordine del giorno che il Governo possa accettare, si potrebbe facilitare la conversione del decreto-legge entro la settimana, anche senza l'eventuale ricorso alla posizione della questione di fiducia.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) osserva che un eventuale ordine del giorno che dovesse recepire le posizioni espresse dall'opposizione sul merito sul provvedimento avrebbe una portata assai diversa da un ordine del giorno volto ad impegnare il Governo a sospendere l'esercizio delle deleghe in attesa dell'eventuale approvazione di apposite iniziative legislative, che sarebbe quindi volto solo a conformare l'attività governativa ai canoni costituzionali.

Luciano VIOLANTE, presidente, essendo imminente lo svolgimento del seguito dell'audizione del Ministro Amato, sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 12.10, riprende alle 13.35.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono stati espressi i pareri da parte del Comitato per la legislazione e delle Commissioni competenti in sede consultiva. Tenuto conto che non sono state formulate segnalazioni in ordine ad emendamenti specifici da porre in votazione, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di conferire mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea.

La Commissione delibera di conferire al relatore Marco Boato mandato a riferire all'Assemblea sul provvedimento in esame in senso favorevole.

Luciano VIOLANTE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 13.40.

AUDIZIONI

Martedì 11 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il Ministro dell'interno Giuliano Amato.

La seduta comincia alle 12.10.

Audizione del Ministro dell'interno Giuliano Amato sulle linee programmatiche del suo dicastero.
(Seguito dello svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati. Introduce quindi il seguito dell'audizione.


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Intervengono per formulare osservazioni e porre quesiti i deputati Franco RUSSO (RC-SE), Olga D'ANTONA (Ulivo), Khaled Fouad ALLAM (Ulivo), Cinzia DATO (Ulivo), Felice BELISARIO (IdV), Carlo GIOVANARDI (UDC) e Jole SANTELLI (FI).

Replica quindi il Ministro Giuliano AMATO, rispondendo ai quesiti formulati.

Luciano VIOLANTE, presidente, ringrazia il ministro per l'esauriente replica svolta e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 13.35.

N.B.: Il resoconto stenografico dell'audizione è pubblicato in un fascicolo a parte.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Martedì 11 luglio 2006. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 13.35.

Disposizioni in materia di partecipazioni in società operanti nel settore dell'energia elettrica e del gas naturale.
C. 1041 Governo.
(Parere alla Commissione X).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Sandro GOZI (Ulivo), relatore, illustra il contenuto del provvedimento in titolo che è volto ad abrogare i decreti-legge n. 192 del 2001 e n. 81 del 2005 in materia di partecipazioni in società operanti in settori dell'energia elettrica e del gas naturale al fine di conformare l'ordinamento italiano alla sentenza della corte di giustizia delle Comunità europee del 2 giugno 2005, che li ha dichiarati in contrasto con il principio di libra circolazione dei capitali sancito dal Trattato istitutivo della Comunità europea. Non rilevando profili problematici sotto il profilo della compatibilità alle norme costituzionali propone di esprimere parere favorevole.

Nessun altro chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere favorevole del relatore (vedi allegato 2).

La seduta termina alle 13.40.