I Commissione - Resoconto di giovedì 27 luglio 2006


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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Giovedì 27 luglio 2006. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 9.10.

Decreto-legge 223/2006: Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale.
C. 1475 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni V e VI).
(Esame e rimessione alla Commissione).

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, illustra il contenuto del provvedimento e presenta una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) chiede che l'esame del disegno di legge in titolo sia rimesso all'esame della Commissione nella sua composizione plenaria. Dopo avere evidenziato al riguardo l'importanza che riveste tale provvedimento, sottolinea come i termini assegnati alle Commissioni per l'espressione dei pareri siano eccessivamente ristretti. Rileva, a questo proposito, che la Conferenza dei presidenti di gruppo dovrà riunirsi nella odierna mattina al fine di valutare la richiesta, formulata dai gruppi di opposizione, di riservare tempi più congrui alle Commissioni, sia quelle competenti in sede consultiva, sia quelle di merito, per l'esame del disegno di legge: occorre infatti evitare una sostanziale esautorazione del Parlamento, che a suo avviso non conosce precedenti analoghi nelle ultime legislature. Chiede quindi che i tempi per l'esame del provvedimento presso questa Commissione siano definiti solo dopo lo svolgimento della predetta riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Si sofferma quindi sul mancato svolgimento dell'audizione dell'Organismo unitario dell'avvocatura, che ha chiesto di essere sentito da questa Commissione in ordine alle disposizioni del provvedimento in titolo relative alla professione forense e, più in generale, a questioni in materia di giustizia. Ritiene che non dare luogo allo svolgimento di quest'audizione rappresenterebbe un fatto di straordinaria gravità, soprattutto in considerazione della rilevanza istituzionale che riveste tale organismo.

Roberto COTA (LNP) ritiene irregolare la odierna convocazione del Comitato permanente per i pareri ai fini dell'espressione del parere sul provvedimento in titolo. Ricorda infatti che, nel corso della seduta di Assemblea di ieri, il Presidente della Camera aveva preannunciato la possibilità di pervenire ad una ridefinizione, nella odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, dei tempi di lavoro delle Commissioni sul provvedimento in esame, di fatto così revocando le convocazioni delle Commissioni, già previste per questa mattina, per l'espressione del parere sul testo del decreto-legge n. 223 del 2006.

Riccardo MARONE, presidente, rispondendo all'obiezione sollevata dal deputato Cota, precisa che non è assolutamente in dubbio la legittimità della convocazione della odierna seduta del Comitato permanente per i pareri. Rileva infatti che la convocazione della Conferenza dei Presidenti di gruppo è stata preannunciata dal Presidente della Camera al solo fine di ridefinire i termini per la presentazione degli emendamenti presso le Commissioni di merito e che ciò non incide in alcun modo sulla possibilità delle Commissioni competenti in sede consultiva di esaminare il provvedimento. Fa comunque presente che essendo stata richiesta dal deputato Benedetti Valentini la rimessione alla sede plenaria, tale richiesta comporta, di fatto, uno slittamento dei tempi di esame del provvedimento, come di fatto auspicato dal deputato Cota.

Roberto COTA (LNP) dichiara di non avere in realtà inteso mettere in dubbio la legittimità della odierna convocazione del


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Comitato permanente per i pareri, ma solo di avere interpretato le parole del Presidente della Camera nel senso che l'esame del provvedimento in titolo da parte delle Commissioni nelle rispettive sedi sarebbe stato sospeso in attesa delle decisioni che al riguardo avrebbe assunto la Conferenza dei Presidenti di gruppo. Dopo avere condiviso le osservazioni svolte dal deputato Benedetti Valentini, si associa alla richiesta formulata dallo stesso deputato sulla rimessione del provvedimento in titolo alla Commissione nella sua composizione plenaria.

Gabriele BOSCETTO (FI), intervenendo a nome del proprio gruppo, dopo avere condiviso le osservazioni espresse dal deputato Benedetti Valentini, si associa alla richiesta, formulata dallo stesso deputato, di rimessione del provvedimento in titolo alla Commissione nella sua composizione plenaria.

Marco BOATO (Verdi) rileva preliminarmente che la Conferenza dei Presidenti di gruppo, la cui convocazione è stata preannunciata per la giornata odierna, a proprio avviso potrebbe prevedere un ampliamento dei tempi per l'esame del provvedimento in titolo. Dichiara di condividere le critiche mosse sulla eccessiva ristrettezza dei tempi fin qui riservati all'esame del decreto-legge n. 223 del 2006 e si associa, inoltre, in ragione della particolare rilevanza delle disposizioni da esso introdotte, alla richiesta formulata dal deputato Benedetti Valentini di rimessione alla Commissione nella sua composizione plenaria.

Riccardo MARONE, presidente, avverte che, a seguito della richiesta avanzata dai deputati Benedetti Valentini, Cota, Boscetto e Boato, ai sensi dell'articolo 22, comma 4, del Regolamento, l'esame della proposta di legge in titolo è rimesso alla Commissione nella sua composizione plenaria.

La seduta termina alle 9.25.

AUDIZIONI

Giovedì 27 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono il ministro per le riforme e l'innovazione nella pubblica amministrazione, professor Luigi Nicolais e i sottosegretari di Stato alle riforme e innovazione nella pubblica amministrazione Beatrice Magnolfi e Gian Piero Scanu.

La seduta comincia alle 14.45.

Audizione del Ministro per le riforme e l'innovazione nella pubblica amministrazione, professor Luigi Nicolais, sulle linee programmatiche del suo dicastero.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e rinvio).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati. Introduce quindi l'audizione.

Il ministro Luigi NICOLAIS svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Luciano VIOLANTE, presidente, ringrazia il ministro Luigi NICOLAIS per l'esauriente relazione svolta e rinvia il seguito dell'audizione ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

Luciano VIOLANTE, presidente, in ragione dell'imminente ripresa dei lavori pomeridiani dell'Assemblea fa presente che non sarà possibile procedere allo svolgimento delle interrogazioni risposta immediata, previsto per le ore 15.30; conseguentemente propone un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare all'ulteriore punto all'ordine del giorno, che prevede il seguito dell'esame congiunto


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dei disegni di legge n. 1253, recante rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2005 e n. 1254, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2006, che potrebbe essere esaurito in tempi rapidi.

La Commissione consente.

La seduta termina alle 15.15.

N.B.: Il resoconto stenografico dell'audizione è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 27 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 15.15.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2005.
C. 1253 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2006.
C. 1254 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006 (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2006.
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).

La Commissione prosegue l'esame congiunto, iniziato nella seduta di ieri.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti al disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2006.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), relatore, presenta una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge recante il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2005 ed una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2006, limitatamente alle parti di competenza.

La Commissione approva, con distinte votazioni, le proposte di relazione favorevole del relatore con riferimento al disegno di legge recante il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2005 e al disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2006, relativamente alla Tabella n. 8 e alla Tabella n. 2, limitatamente alle parti di competenza (vedi allegato 2).

La seduta termina alle 15.20.

SEDE REFERENTE

Giovedì 27 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 15.20.

Procedura per la modifica degli statuti delle regioni a statuto speciale.
C. 203 cost. Zeller, C. 980 cost. Bressa e C. 1241 cost. Boato.

(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo nella seduta del 20 luglio 2006.


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Michaela BIANCOFIORE (FI) chiede che l'esame delle proposte di legge in titolo sia rinviato per consentire l'abbinamento di una proposta di legge sull'identico argomento, da lei già presentata, che ancora non è stata assegnata alla Commissione.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene che il relatore Marone possa svolgere la relazione sulle tre proposte di legge che risultano attualmente assegnate alla Commissione, integrandola successivamente quando la proposta di legge del deputato Biancofiore sarà effettivamente assegnata alla Commissione.

Riccardo MARONE (Ulivo), relatore, si sofferma sul contenuto delle tre proposte di legge costituzionale che attualmente risultano assegnate alla Commissione, osservando come ciascuna di esse sia composta di cinque articoli, volti a modificare i procedimenti di revisione dei cinque statuti speciali. Rileva al riguardo che le novelle dispongono che le modifiche agli statuti di autonomia debbono essere adottate, con legge costituzionale, previa intesa con la Regione o con la Provincia autonoma interessata e non più, come previsto attualmente, previo parere del rispettivo Consiglio regionale. Tale intesa va raggiunta sul testo approvato dalle due Camere, ai sensi dell'articolo 138 della Costituzione, in prima deliberazione, che viene a tal fine trasmesso al Consiglio regionale e, per le proposte che riguardano lo statuto della regione Trentino-Alto Adige, ai Consigli delle Province autonome. Si sofferma quindi sull'apposita procedura prevista nel caso di diniego alla proposta di intesa, che può essere manifestato entro tre mesi dalla trasmissione del testo, con deliberazione a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio della regione interessata, o, nel caso della regione Trentino-Alto Adige, di uno dei Consigli delle Province autonome. Decorso tale termine senza che sia stato deliberato il diniego, le Camere possono approvare la legge costituzionale. Con riferimento alla specificità del testo della proposta di legge costituzionale presentata dal deputato Boato (C. 1241), osserva che essa si differenzia dalle altre due con riguardo alla procedura per la modifica dello statuto speciale del Trentino-Alto Adige/Südtirol, che richiede infatti che il diniego alla proposta di intesa sia deliberato dal Consiglio regionale a maggioranza dei due terzi dei componenti, previa conforme deliberazione dei due Consigli provinciali, anch'essa a maggioranza dei due terzi dei componenti. Secondo le altre due proposte, invece, il diniego può essere manifestato, sempre con la maggioranza dei due terzi, sia dal Consiglio regionale sia da ciascuno dei due Consigli provinciali. Auspica che le proposte di legge in esame possano essere approvate in tempi rapidi non solo per l'importanza dei loro contenuti, ma anche in virtù della generalizzata condivisione che su di esse si può registrare.

Luciano VIOLANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire ed essendo imminenti votazioni in Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

Luciano VIOLANTE, avverte che, a seguito degli esiti della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, al momento ancora in atto, si riserva di integrare la convocazione dell'odierna seduta inserendo l'esame in sede consultiva del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 223 del 2006, rimesso alla sede plenaria a seguito della richiesta avanzata, ai sensi dell'articolo 22, comma 4, del Regolamento, dal deputato Benedetti Valentini, cui si sono associati i deputati Cota, Boscetto e Boato, nell'odierna riunione del Comitato permanente per i pareri.

Graziella MASCIA (RC-SE) chiede di sapere quando sia possibile procedere allo svolgimento delle interrogazioni a riposta immediata, previste per la odierna seduta e rinviate a causa dell'imminente ripresa dei lavori dell'Assemblea.


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Luciano VIOLANTE, presidente, rende noto di avere preso contatti con i rappresentanti del Governo al fine di consentire che lo svolgimento della seduta di sindacato ispettivo, già previsto per la seduta odierna, abbia luogo la prossima settimana.

La seduta termina alle 15.25.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 27 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 18.10.

Sull'ordine dei lavori.

Italo BOCCHINO (AN) ricorda che l'odierno ordine del giorno della seduta della Commissione prevedeva, dopo lo svolgimento dell'audizione del Ministro per le riforme e l'innovazione nella pubblica amministrazione, lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, alle ore 15.30, e quindi il seguito dell'esame dei disegni di legge di assestamento e rendiconto. La Commissione, mediante un'inversione dell'ordine del giorno, ha proceduto, invece nell'esame di tali disegni di legge, concludendone l'esame. Al riguardo, pur non rilevando nulla da eccepire su un piano formale, invita la presidenza a valutare, per il futuro, l'opportunità di non fare ricorso ad inversioni dell'ordine del giorno in assenza, come è avvenuto nella seduta odierna, di rappresentanti di gruppi dell'opposizione. Precisa di non avere obiezioni sul fatto che sia stato concluso l'esame dei disegni di legge di rendiconto e assestamento, ma di aver voluto rappresentare una questione di metodo.

Luciano VIOLANTE, presidente, rispondendo al deputato Bocchino, fa presente di aver proposto l'inversione dell'ordine del giorno in considerazione del fatto che sul provvedimento in questione non erano state presentate proposte emendative. Lo assicura, comunque, che terrà conto delle considerazioni da lui svolte.

Decreto-legge 223/2006: Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale.
C. 1475 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni V e VI).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che l'esame del disegno di legge in titolo era stato già avviato dal Comitato permanente per i pareri nella odierna seduta antimeridiana e che a seguito della richiesta avanzata, ai sensi dell'articolo 22, comma 4, del Regolamento, dal deputato Benedetti Valentini, cui si sono associati i deputati Cota, Boscetto e Boato, l'esame in sede consultiva del disegno di legge è stato rimesso alla Commissione nella sua composizione plenaria. Chiede pertanto al relatore se intenda rimettersi alla relazione svolta questa mattina e confermare la proposta di parere favorevole già formulata in tale sede (vedi allegato 1).

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, rinvia alle considerazioni svolte nell'odierna riunione del Comitato permanente per i pareri, confermando la proposta di parere presentata in quella sede.

Gabriele BOSCETTO (FI) osserva che la proposta di parere formulata dal relatore individua alcuni possibili profili di contrasto di alcune disposizioni recate dal provvedimento in esame - si riferisce in particolare ai commi 1 e 2 dell'articolo 19 - rispetto al riparto di competenze tra lo Stato e le regioni definito dall'articolo 117 della Costituzione, come interpretato dalla Corte costituzionale e in particolare dalla recente sentenza n. 118 del 2006. Al riguardo


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non ritiene che le perplessità espresse dalla relatrice possano essere superate sulla base di una interpretazione adeguatrice della norma, come suggerito nel parere proposto.
Osserva quindi che numerose disposizioni del decreto-legge sono a suo avviso riconducibili ad ambiti materiali riferibili alla competenza legislativa concorrente ovvero residuale delle regioni, nelle quali l'intervento legislativo dello Stato, ad esempio in materia di distribuzione dei farmaci, non può trovare giustificazione nel richiamo alla competenza legislativa di principio in materia di tutela della salute, ovvero a quella esclusiva dello Stato in materia di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Si sofferma, ancora, sull'attività di panificazione, che è un'attività di natura commerciale, e va ascritta pertanto alla potestà legislativa delle regioni. Analoghe considerazioni svolge in ordine agli interventi previsti in materia di professioni, in particolare quella di avvocati, che non ritiene possano essere ascritti alla materia tutela della concorrenza. Tali rilievi critici possono essere svolti anche con riferimento ad altre disposizioni.
Osserva, quindi, che una attenta lettura delle norme indica la presenza di una preoccupazione, da parte dei redattori del provvedimento, di violare il riparto costituzionale delle competenze. Si riferisce, ad esempio, all'articolo 1, che prevede che le norme recate dal Titolo I del provvedimento sono adottate ai sensi dell'articolo 117, secondo comma della Costituzione, che attribuisce la competenza legislativa esclusiva allo stato in materia di tutela della concorrenza e di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, non ritenendo al riguardo che tale precisazione possa di fatto, esimere l'interprete da una valutazione caso per caso delle singole disposizioni recate dal medesimo Titolo I. Analoga perplessità esprime con riferimento all'articolo 2, in materia di «tutela della concorrenza nel settore dei servizi professionali», rilevando come tale richiamo alla tutela della concorrenza rappresenti una operazione cosmetica, volta a mascherare una dubbia conformità delle disposizioni alle norme costituzionali.
Pur comprendendo le difficoltà di ordine politico e procedurale che incontra la maggioranza in presenza di un provvedimento di fatto non emendabile, in quanto approvato dall'altro ramo del Parlamento con voto di fiducia, invita il relatore a valutare l'opportunità di riformulare la proposta di parere, anche al fine di evidenziare i profili di criticità recati da altre disposizioni, oltre a quelle richiamate in premessa. Rileva che, in mancanza di modificazioni del provvedimento sarà inevitabile un intervento censorio della Corte costituzionale.
Anche a nome del proprio gruppo, ritiene che dal parere che la Commissione si accinge ad approvare dovrebbe emergere quanto meno l'evidenziazione che i problemi di compatibilità costituzionale sono stati oggetto di esame da parte della I Commissione, paventando altrimenti il rischio che essa rinunci ad esercitare le sue funzioni, abdicando di fatto a quel ruolo «sacrale» di custode della conformità costituzionale dei provvedimenti che il regolamento le affida. Prende atto con favore che nel disegno di legge di conversione non siano state introdotte, come nei due precedenti disegni di legge esaminati da questa Commissione, norme recanti deleghe al Governo e conclude esprimendo l'auspicio che la relatrice tenga conto dei rilievi da lui svolti.

Gianpiero D'ALIA (UDC) si associa alle considerazioni svolte dal deputato Boscetto, apprezzando l'arduo lavoro svolto dalla relatrice che, nel testimoniare la presenza di norme critiche sotto il profilo del rispetto del riparto costituzionale delle competenze, anche richiamando la giurisprudenza della Corte costituzionale in materia, tenta di giustificarne la legittimità in modo che non ritiene, tuttavia, condivisibile, in quanto incoerente con le osservazioni formulate in premessa. Si sofferma, in particolare, sull'articolo 19, commi 1 e 2 che, come segnalato nella


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proposta di parere, presenta rilevanti dubbi di compatibilità con l'articolo 117 che ritiene avrebbe dovuto indurre il relatore a proporre quanto meno una osservazione sul punto.
Nel preannunciare un voto contrario sulla proposta di parere del relatore fa presente che l'articolo 117 della Costituzione fissa un sistema di riparto delle competenze tra lo Stato e le regioni molto netto, attribuendo alle regioni la competenza legislativa esclusiva in tutte le materia non espressamente indicate nei commi secondo e terzo. Cita, ad esempio, la materia del commercio, oggetto di interventi recati dal provvedimento in esame, che è da ritenere attribuita alla potestà legislativa delle regioni, pur in presenza di profili che possono essere ricondotti alla potestà legislativa dello Stato in materia di tutela della concorrenza. Paventa il rischio che una interpretazione eccessivamente estensiva della potestà legislativa dello Stato in materia di concorrenza possa, altrimenti, portare a ricondurre allo Stato competenze che la nuova formulazione dell'articolo 117, approvata nel 2001, ha voluto attribuire alle regioni. Occorre, tuttavia, prestare attenzione al rischio di una interpretazione volta a configurare come recessivo l'interesse regionale a fronte di quello nazionale: pur ritenendo in linea di principio condivisibile tale principio ritiene infatti che esso non possa essere in alcun modo desunto dal vigente testo costituzionale.
Non desta meraviglia il fatto che sul provvedimento in esame non siano espressi forti rilievi critici da parte degli organismi rappresentativi degli enti territoriali, in quanto sono evidenti i vincoli politici che presiedono al rapporto tra il governo nazionale e quelli locali e incidono anche sulle valutazioni di natura costituzionale.
Con riferimento al tema degli ordini professionali, pur dichiarando di apprezzare lo sforzo compiuto dal Governo per una liberalizzazione del settore, rileva, tuttavia, che la materia delle professioni è oggetto di legislazione concorrente, nella quale allo Stato spetta esclusivamente individuare i principi fondamentali, mentre la potestà legislativa spetta alle regioni, e tale competenza legislativa è ben più ampia di quella di dettaglio ad essa attribuita dal precedente testo costituzionale.
Senza soffermarsi su altri specifici aspetti del provvedimento, rileva l'esigenza di evitare di dare luogo a un pericoloso precedente nell'attività consultiva della Commissione, ampliando oltre misure in via interpretativa l'ambito delle competenze legislative dello Stato, senza idonea copertura nel testo costituzionale vigente, in tal modo, infatti, si contribuisce ad aumentare il contenzioso tra Stato e le regioni, che sebbene potrà ridursi in via principale, per le ragioni di natura politica cui ha fatto riferimento, conoscerà inevitabilmente un incremento nella sede incidentale. Conclude ribadendo il proprio voto contrario alla proposta di parere della relatrice.

Luciano VIOLANTE, presidente, tenuto conto delle osservazioni svolte prospetta l'opportunità, prescindendo dal parere che la Commissione approverà al termine del dibattito in corso, di rappresentare al Governo l'esigenza di prestare una maggiore attenzione, nella formulazione tecnica delle norme, alle sentenze della Corte costituzionale che vertono su disposizioni analoghe a quelle che si intendono sottoporre all'esame parlamentare. Ritiene, infatti, che molte volte le lesioni degli ambiti di competenza delle regioni conseguono non già ad una volontà politica di affermare la competenza legislativa statale oltre il dettato costituzionale, bensì ad una non accurata e ponderata elaborazione dei testi normativi.

Marco BOATO (Verdi), dichiarata preliminarmente la propria soddisfazione per la correttezza di impostazione dei rapporti politici tra maggioranza e opposizione che si registra nella I Commissione anche in questa legislatura, si sofferma sull'articolo 117 della Costituzione, osservando come esso non contempli una forma di legislazione esclusiva per le regioni, che era invece prevista nella riforma costituzionale


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approvata nella XIV legislatura, bensì solo una competenza legislativa residuale nelle materie che non sono oggetto di competenza legislativa esclusiva dello Stato né di competenza legislativa concorrente. Con riferimento alla valutazione sulla costituzionalità del decreto-legge in esame, dichiara di condividere le osservazioni critiche contenute nella proposta di parere formulata dal relatore, come pure il richiamo, svolto dal deputato Boscetto, sul ruolo sacrale che dovrebbe svolgere la I Commissione a tutela del rispetto del riparto di competenze tra Stato e regioni e, più in generale, della costituzionalità dei provvedimenti sottoposti al suo esame. A questo proposito ricorda che anche nella passata legislatura questa Commissione aveva esaminato provvedimenti governativi che non apparivano pienamente rispettosi del riparto di competenze delineato dall'articolo 117 della Costituzione. Dichiara pertanto di condividere l'istituzione, in seno alla Commissione, di un Comitato per l'esame delle sentenze della Corte costituzionale, che potrà svolgere un'attività di supporto significativo al fine di consentire al Parlamento di svolgere la funzione legislativa nel pieno rispetto delle norme costituzionali, come interpretate dalla Coste costituzionale. Dopo avere preannunciato l'espressione di un voto favorevole sulla proposta di parere presentata dal relatore, propone di integrarla al fine di dare maggiore risalto agli aspetti problematici del provvedimento, soprattutto nelle parti in cui si profilano punti di contrasto con la giurisprudenza della Corte costituzionale. A tale riguardo invita il Presidente a farsi interprete presso il Governo, nelle modalità che saranno ritenute più opportune, delle perplessità che stanno emergendo nel corso dell'esame.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) si sofferma sulla dubbia costituzionalità di alcune norme contenute nel decreto-legge in esame vertenti su materie di interesse generale, in ordine alle quali il Governo ha ritenuto di intervenire senza alcuna forma di concertazione con le parti interessate, mediante un decreto-legge privo dei presupposti di necessità ed urgenza, da convertire in legge in tempi ristretti e dichiarando la propria indisponibilità ad apportare modifiche al testo, dimenticando che, nella passata legislatura, l'attuale maggioranza aveva spesso rivolto al Governo critiche di tenore analogo. Osserva come la dichiarata mancanza di disponibilità ad apportare modifiche al testo in esame renda nei fatti nulla l'importanza del parere che la I Commissione esprimerà sulla costituzionalità del decreto-legge, finendo per mortificare il ruolo complessivo svolto dal Parlamento. Si sofferma quindi sulla richiesta di audizione formulata dall'Organismo unitario dell'avvocatura, che rappresenta un soggetto di assoluta importanza, alla quale non è però stato dato corso nonostante tale richiesta fosse stata avanzata lo scorso 10 luglio. Ritiene che non dare luogo allo svolgimento di quest'audizione rappresenterebbe un fatto di significativa gravità, non solo in considerazione della rilevanza istituzionale che riveste tale organismo, ma anche alla luce delle numerose audizioni che pure si sono svolte, su questioni diverse, presso questa Commissione dall'inizio della legislatura. Passa quindi ad affrontare gli aspetti di costituzionalità del provvedimento in esame. Rileva preliminarmente che il riparto di competenze definito dall'articolo 117 della Costituzione prevede, con riferimento alle competenze legislative regionali, sia una forma di legislazione concorrente che una forma di legislazione esclusiva, sia pure nelle materie residuali, che non risultano cioè attribuite alla competenza esclusiva dello Stato nè a quella concorrente tra lo Stato e le regioni. A tale proposito osserva che alcune norme del provvedimento in esame riguardano materie, quali ad esempio il commercio o le professioni, che sono riconducibili alla legislazione concorrente, e che pertanto non potrebbero essere oggetto di disciplina all'interno di un decreto-legge. Ritiene che con il provvedimento in esame il Governo abbia in realtà voluto tutelare i grandi monopoli e salvaguardare i titolari di antichi privilegi, bancari e produttivi, aggredendo invece piccole categorie


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corporative. Dopo aver sottolineato la rilevante portata complessiva del decreto-legge in esame, ricorda di avere sovente affermato che una maggioranza che vince le elezioni con un ridotto scarto percentuale non avrebbe il diritto di dare luogo a grandi riforme. Conclude ribadendo la propria contrarietà sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Raffaele FITTO (FI) dichiara preliminarmente di condividere le osservazioni svolte dai deputati di opposizione che lo hanno preceduto nel corso del dibattito. Si sofferma quindi sul contenuto del decreto-legge in esame, osservando preliminarmente come esso produca l'effetto di svuotare di contenuti il documento di programmazione economico-finanziaria, che diventa così un documento di mero principio privo di autonoma rilevanza. Con riferimento al parere di costituzionalità che la Commissione è chiamata ad esprimere, osserva come l'indagine conoscitiva deliberata congiuntamente dalle Commissioni Affari costituzionali del Senato e della Camera sulle prospettive di riforma del Titolo V della Costituzione rappresenti un autentico paradosso. Rileva infatti che se nel parere che la Commissione si accinge a votare si dovesse ritenere di non evidenziare le numerose violazioni dell'articolo 117 della Costituzione presenti nel decreto-legge in esame, come ad esempio l'articolo 16, perderebbe di credibilità la stessa indagine conoscitiva. Pur dichiarandosi favorevole a riformare il sistema del riparto delle competenze legislative tra lo Stato e le regioni nella prospettiva di ridurre il contenzioso tra lo Stato e le regioni, ritiene però che le relative norme attualmente in vigore vadano comunque rispettate. Giudica poi significativa la mancanza di rilievi critici sul provvedimento in esame da parte dei Presidenti delle giunte regionali, per la maggior parte politicamente vicini alla maggioranza di governo, al punto di dubitare che il decreto-legge sia stato formalmente trasmesso alla Conferenza «Stato-regioni» e che tale organismo abbia effettivamente espresso un parere, e chiede delucidazioni in merito al presidente della Commissione.

Khaled Fouad ALLAM (Ulivo), pur comprendendo la critica politica rivolta al provvedimento, ritiene che la scelta di liberalizzazione di numerosi settori della vita produttiva del paese vada incontro ad una reale esigenza di modernizzazione della società italiana.

Luciano VIOLANTE, presidente, rispondendo alla domanda a lui rivolta dal deputato Fitto, dà conto del parere espresso dalla Conferenza «Stato-regioni».

Donato BRUNO (FI) osserva preliminarmente che la I Commissione riveste, nel procedimento legislativo, un ruolo di guida, sotto il profilo della verifica della costituzionalità dei provvedimenti, per le altre Commissioni permanenti. A tale riguardo, con riferimento alla proposta di parere presentata dal relatore, ritiene necessario che tutti i profili di criticità contenuti nella parte premissiva, vengano trasformati in altrettante condizioni. Fa presente in proposito che la I Commissione ha sempre saputo trovare un giusto punto di equilibrio tra esigenze politiche e quelle istituzionali, pur nella consapevolezza di esaminare a volte provvedimenti non suscettibili di modificazioni nel prosieguo dell'esame parlamentare. Dopo aver dichiarato di condividere i contenuti degli interventi svolti dagli altri deputati di opposizione, preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta di parere.

Franco RUSSO (RC-SE) si sofferma sulle disposizioni recate dai commi 1 e 2 dell'articolo 19, volte ad istituire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un «Fondo per le politiche della famiglia» e un «Fondo per le politiche giovanili», che parrebbero riprodurre il contenuto di altrettante norme dichiarate incostituzionali dalla Corte costituzionale, osservando come su di esse la proposta di parere del relatore abbia correttamente evidenziato i relativi profili problematici. Pur evidenziando che le disposizioni citate non sono


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identiche a quelle dichiarate incostituzionali, si rivolge al relatore per chiedere se non ritenga di dover segnalare con maggiore efficacia questi aspetti problematici.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo), dopo aver espresso un apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore, ritiene opportuno che il parere votato dalla Commissione evidenzi i profili di problematicità costituzionale, già contenuti nella parte premissiva della proposta di parere.

Luciano VIOLANTE, presidente, rispondendo al deputato Benedetti Valentini, osserva che non si è potuto dare corso all'audizione dell'Organismo unitario dell'avvocatura a causa della ristrettezza dei tempi assegnati alla Commissione per l'espressione del parere, rilevando tuttavia che tale Organismo è stato ascoltato dalla Commissione Giustizia del Senato. Avverte però che la presidenza dell'Organismo è stata informata dei motivi che hanno impedito lo svolgimento dell'audizione e che comunque il testo del parere redatto dal professor Massimo Luciani, trasmesso dall'Organismo stesso, sarebbe stato messo in distribuzione e che pertanto di esso si sarebbe potuto tenere conto in sede di espressione del parere.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) ribadisce che la richiesta di audizione era stata formulata dall'Organismo unitario dell'avvocatura lo scorso 10 luglio. Critica pertanto la decisione di non prevederne lo svolgimento.

Luciano VIOLANTE, presidente, osserva che non sarebbe stato possibile procedere a tale audizione prima dell'assegnazione del provvedimento alla Commissione.

Raffaele FITTO (FI) chiede alla presidenza se sia possibile portare alla conoscenza della Commissione anche il parere espresso dall'ANCI, dall'UPI e dall'UNCEM sul decreto-legge in esame.

Luciano VIOLANTE, presidente, osserva che da parte di molti deputati sono state sollevate perplessità sul rispetto, da parte del provvedimento in esame, del riparto delle competenze legislative tra lo Stato e le regioni, ritenendo che su tale problematica debba comunque essere richiamata l'attenzione del Governo. Al riguardo, pur essendo evidenti le condizioni di carattere politico e procedurale con le quali si procederà all'esame del provvedimento, invita la Commissione e il relatore a valutare l'opportunità di inserire nella parere uno specifico richiamo al Governo sull'esigenza di assicurare il massimo rispetto delle competenze legislative delle regioni.

Giampiero D'ALIA (UDC) ritiene che le perplessità espresse nella parte premissiva della proposta di parere del relatore in ordine alle disposizioni recate dai commi 1 e 2 dell'articolo 19, volte ad istituire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un «Fondo per le politiche della famiglia» e un «Fondo per le politiche giovanili», debbano essere oggetto di puntuali condizioni, in presenza di una giurisprudenza della Corte costituzionale che ha affermato l'illegittimità di disposizioni aventi contenuto del tutto analogo.

Luciano VIOLANTE, presidente, nel riconoscere l'esigenza politica che la proposta di parere del relatore non si ponga in netto contrasto con le condizioni di esame del provvedimento, ritiene comunque che sia possibile, nel corso dell'esame in Assemblea, presentare uno strumento di indirizzo volto ad impegnare il Governo ad applicare le norme di dubbia costituzionalità nel senso conforme a quello indicato nella proposta di parere.

Donato BRUNO (FI) ritiene che la presentazione di un ordine del giorno con il contenuto prefigurato dal Presidente Violante non sia idoneo al raggiungimento dello scopo che la Commissione deve prefiggersi, che è quello di valutare la conformità delle disposizioni al suo esame rispetto alle norme costituzionali e non di indirizzare l'attività del governo in sede applicativa.


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Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, ritiene che l'istituzione dei fondi di cui all'articolo 19 del decreto-legge in esame, alla luce della esiguità delle risorse ad essi assegnate, non appare finalizzata a finanziare forme di intervento diretto dello Stato nelle materie di competenza legislativa regionale, quanto piuttosto a sopperire ad esigenze connesse all'attività delle strutture di governo aventi competenze in quei settori. Tuttavia, pur ritenendo che le disposizioni in questione sia state erroneamente formulate, si dichiara disposta a presentare una nuova proposta di parere favorevole con le osservazioni sul punto.

Raffaele FITTO (FI) ritiene che l'istituzione dei due Fondi di cui all'articolo 19 del decreto-legge rappresenti solo un sistema per attribuire disponibilità finanziarie a due Ministeri di nuova istituzione.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo) osserva che la nuova proposta di parere con osservazioni, preannunciata dal relatore, possa rappresentare una valida soluzione al dibattito in corso.

Sesa AMICI (Ulivo) ricorda come anche nella scorsa legislatura si siano verificati accesi confronti tra la maggioranza e l'opposizione sulla costituzionalità dei provvedimenti esaminati dalla I Commissione. Dopo avere sottolineato l'importanza anche giuridica rivestita dai pareri espressi in questa sede, giudica significativo, per il ruolo ricoperto dalla I Commissione, approvare una proposta di parere sul provvedimento in esame che contenga osservazioni. Ritiene inoltre necessario che il Governo, in sede di redazione degli atti normativi, tenga conto delle sentenze di illegittimità costituzionale emesse dalla Corte.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che in quest'inizio di legislatura sono stati presentati ed accolti due ordini del giorno che impegnavano il Governo a non dare attuazione alle deleghe contenute nei decreti-legge. Ritiene che tale strumenti di indirizzo possano avere comunque efficacia anche al fine di condizionare il Governo ad applicare le norme in modo conforme alla Costituzione.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, formula, conclusivamente, una nuova proposta di parere favorevole con una osservazione del seguente tenore: «al fine di evitare illegittime ingerenze dello Stato nell'esercizio di funzioni spettanti alle regioni e agli enti locali attraverso il ricorso a finanziamenti ad hoc in materie non riservate alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, sia valutata l'opportunità di riformulare i commi 1 e 2 dell'articolo 19, al fine di escludere che le risorse dei fondi da essi istituiti possano essere finalizzate a finanziare interventi ricadenti in settori di competenza legislativa delle regioni».

La Commissione approva la proposta di parere favorevole con una osservazione, testè formulata dal relatore (vedi allegato 3).

La seduta termina alle 19.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 27 luglio 2006.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 19.55 alle 20.05.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

SEDE REFERENTE

Modifica all'articolo 27 della Costituzione, concernente l'abolizione della pena di morte.
C. 193 cost. Boato, C. 523 cost. D'Elia, C. 1175 cost. Mascia e C. 1231 Piscitello.
Difensore civico delle persone private della libertà personale.
C. 626 Mazzoni, C. 1090 Mascia e C. 1441 Boato.