IV Commissione - Resoconto di marted́ 1° agosto 2006


Pag. 15


SEDE CONSULTIVA

Martedì 1o agosto 2006. - Presidenza del presidente Roberta PINOTTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Emidio Casula.

La seduta comincia alle 14.05.

Modifica all'articolo 27 della Costituzione, concernente l'abolizione della pena di morte.
C. 193 ed abbinate
(Parere alla I Commissione)
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Mauro BETTA (Ulivo), relatore, rileva che la Commissione Difesa è chiamata ad esprimere il proprio parere alla I Commissione sulle proposte di legge costituzionale C. 193 (Boato), C. 523 (D'Elia) C. 1175 (Mascia) e C. 1231 (Piscitello), che modificano il quarto comma dell'articolo 27 della Costituzione.
Ricorda che il citato comma stabilisce che «non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra». Le proposte di legge in esame, nel modificare il richiamato comma 4, dispongono la soppressione dell'inciso «se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra».
In tal modo si recepisce, anche a livello costituzionale, l'abolizione della pena di morte, già disposta nella legislazione ordinaria dalla legge 13 ottobre 1994, n. 589 recante «Abolizione della pena di morte nel codice penale militare di guerra», che ha soppresso ogni riferimento alla pena capitale esistente nel predetto codice. Con tale modifica, pertanto, si intende rendere impossibile la reintroduzione della pena capitale nella legislazione ordinaria, sotto qualsiasi forma.


Pag. 16


Il testo proposto riprende quello approvato in prima lettura, nel corso della XIV legislatura, dalla Camera dei deputati (C. 1436 e abb.). Il progetto di legge, trasmesso al Senato della Repubblica, venne esaminato dalla 1a Commissione (Affari costituzionali), in sede referente (A.S. 1472); tuttavia l'Assemblea non ne avviò la discussione entro la fine della legislatura.
Ricordo che la pena di morte, esclusa dall'ordinamento giuridico con il primo Codice penale italiano del 1889 (Codice Zanardelli), fu ripristinata dal regime fascista dopo alcuni attentati contro il Capo del Governo. La pena di morte fu confermata dal Codice penale del 1930 (Codice Rocco), che prevedeva la sua comminazione, non solo per i delitti contro la personalità dello Stato, ma anche per i più gravi delitti comuni, come l'omicidio aggravato e la strage.
Soppressa di nuovo con il decreto legislativo luogotenenziale 10 agosto 1944, n. 244 «Abolizione della pena di morte nel codice penale» e, dopo un temporaneo ripristino come misura eccezionale e temporanea contro le più gravi forme di delinquenza (rapina, banda armata) ad opera del decreto legislativo luogotenenziale 10 maggio 1945, n. 234 «Disposizioni penali di carattere straordinario», fu infine definitivamente abolita dall'articolo 27, quarto comma, della Costituzione, che tuttavia ne mantenne la previsione limitatamente ai casi previsti dalle leggi militari di guerra.
In attuazione del dettato costituzionale, fu emanato il decreto legislativo 22 gennaio 1948, n. 21, recante «Disposizioni di coordinamento in conseguenza dell'abolizione della pena di morte», che dispose l'abolizione della pena di morte prevista da leggi speciali diverse da quelle militari di guerra, compreso il codice penale militare di pace.
Infine, come è noto, la legge 13 ottobre 1994, n. 589 «Abolizione della pena di morte nel codice penale militare di guerra» ha disposto l'abolizione della pena di morte dal codice penale militare di guerra e dalle leggi militari di guerra e la sua sostituzione con la pena massima prevista dal codice penale.
Il comma 2 dell'articolo 1 della citata legge ha inoltre abrogato l'articolo 241 codice penale militare di guerra che regolava l'istituto della «coercizione diretta», con la possibilità del comandante di un corpo, di una nave o di un aeromobile militare, di ordinare la pena di morte al di fuori di regolare processo, nonché tutte le disposizioni dello stesso codice e delle leggi militari di guerra che facevano riferimento alla pena di morte.
Fino al 1994 erano dunque punibili con la pena di morte una varietà notevole di reati commessi da militari (o da civili) che agivano in tempo di guerra o in luoghi in cui vigeva lo stato di guerra dichiarato dal nostro Paese (ad esempio su una nave che si trovi in luogo di guerra): dall'attentato al comandante supremo, alla diserzione, all'aiuto al nemico, allo spionaggio, al disfattismo, alla violazione dei doveri. E ancora: disobbedienza all'ordine di attaccare, oppure omissione nell'esecuzione di un ordine; violazione di consegne; soppressione o falsificazione di ordini scritti; passaggio al nemico; sabotaggio; sottrazione di forniture militari; atti ostili contro Stati neutrali o alleati; ribellione; ostilità da parte di un prigioniero liberato sulla parola; violenze e minacce a fine di lucro. L'esecuzione della pena era a cura dell'autorità militare e doveva essere preceduta sempre dalla lettura della sentenza.
Rammento inoltre che la pena di morte poteva essere irrogata in tempo di pace, per i reati commessi in tempo di guerra e previsti dalle norme penali militari di guerra, da parte di organi dell'autorità giudiziaria ordinaria. Il fatto che lo stato di guerra avesse avuto termine non impediva infatti l'irrogazione della pena di morte in quanto, relativamente ai reati commessi in tempo di guerra, vigeva il principio della «ultrattività» della norma penale (articolo 23 del codice penale militare di guerra).


Pag. 17


Sul fronte dell'Unione europea si registra, in particolare il Protocollo n. 6 alla Convenzione per la tutela dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali relativo all'abolizione della pena di morte in tempo di pace. Il Protocollo, adottato nel 1983 ed entrato in vigore nel 1985, è stato ratificato da 39 Stati membri (l'Italia ha ratificato il Protocollo n. 6 con la legge n. 8 del 1989).
Inoltre, uno tra i più significativi contributi del Consiglio d'Europa è rappresentato dall'approvazione del Protocollo n. 13 allegato alla Convenzione per la tutela dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e gli strumenti di indirizzo adottati. Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha trasmesso il 21 novembre del 2001 all'Assemblea Parlamentare, che ha espresso parere favorevole nella sessione 2002 del 21-25 gennaio 2002, il testo del progetto di Protocollo n. 13 alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, per ottenere il previsto parere. Nel testo del Protocollo n. 13 si propone l'abolizione totale ed indiscriminata della pena di morte, escludendo, in via di principio, anche tutti quei casi per cui tale pena poteva essere ancora prevista, casi che sono contemplati nel Protocollo n. 6 alla Convenzione. In particolare, il progetto di Protocollo prevede che la pena di morte è abolita; nessuno può esservi condannato né possono essere eseguite esecuzioni capitali; non sono autorizzate deroghe ai sensi dell'articolo 15 della Convenzione (che le prevede in caso di guerra o di pericolo per la vita pubblica); non sono ammesse riserve ai sensi dell'articolo 57 della Convenzione. Il Comitato dei ministri ha, dunque, adottato definitivamente il Protocollo il 21 febbraio del 2002. Il Protocollo, a partire dal 3 maggio 2002, è stato aperto alla firma degli Stati membri del Consiglio d'Europa. Anche al fine di poter procedere ad una ratifica di tale Protocollo è necessario quindi modificare l'articolo 27 della Costituzione, rendendo impossibile, attraverso la legislazione di rango primario, la reintroduzione della pena capitale nel nostro ordinamento.
Nella precedente legislatura questo testo ebbe, nella stesura della relazione, la preziosa collaborazione del servizio Studi della Camera dei deputati e, nel confronto parlamentare, l'approvazione quasi unanime dei deputati, che, senza distinzione di schieramento politico, convennero sulla opportunità di questa modifica costituzionale, all'insegna della più alta tradizione della civiltà giuridica italiana.
Poiché i provvedimenti esprimono significative potenzialità in merito ad un argomento tanto delicato quanto importante, propone di esprimere parere favorevole sulle presenti proposte di legge costituzionale.

Il sottosegretario Emidio CASULA concorda con la proposta di parere del relatore.

Giuseppe COSSIGA (FI) preannuncia, anche a nome del suo gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

Massimo NARDI (DC-PS), nel concordare con la proposta di parere favorevole del relatore, esprime compiacimento, anche a nome del suo gruppo, per i provvedimenti all'esame della Commissione che affermano il principio dell'intangibilità della vita umana, da sempre sostenuto dalla Democrazia Cristiana.

Tana DE ZULUETA (Verdi), anche a nome del suo gruppo, si felicita con il relatore per la sua proposta di parere favorevole, e con la Commissione che ha prontamente calendarizzato provvedimenti di grande importanza. Ricorda che, nella scorsa legislatura, un provvedimento di identico contenuto a quelli in esame, pur essendo stato approvato all'unanimità in prima lettura dalla Camera e, in seconda lettura, dalla 1a Commissione del Senato, non superò però il vaglio dell'Assemblea del Senato, che rinviò inspiegabilmente il provvedimento all'esame della Commissione stessa. L'approvazione dei provvedimenti in esame in avvio della nuova legislatura, quindi oltre ad adeguare l'ordinamento


Pag. 18

interno agli impegni assunti dall'Italia a livello internazionale, farebbe giustizia di un grave errore commesso nella scorsa legislatura.

Elettra DEIANA (RC-SE), nel preannunciare, anche a nome del suo gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, esprime le sue felicitazioni per i provvedimenti all'esame della Commissione, che sono frutto di un lavoro comune compiuto dalla maggioranza e dall'opposizione.

La Commissione approva all'unanimità la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 14.15.

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 1o agosto 2006. - Presidenza del presidente Roberta PINOTTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Emidio Casula.

La seduta comincia alle 14.15.

Indagine conoscitiva sulle servitù militari.
(Deliberazione).

Roberta PINOTTI, presidente, sulla base di quanto convenuto a seguito delle riunioni dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 3, 6 e 19 luglio 2006, ed essendo stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, propone lo svolgimento di una indagine conoscitiva sulle servitù militari.
In particolare, l'indagine dovrebbe avere le seguenti finalità:
effettuare una ricognizione delle aree su cui insistono servitù militari, la loro distribuzione territoriale e il loro impatto sul territorio;
individuare i vincoli a cui tali aree sono assoggettate;
esaminare le attività che si svolgono nelle predette aree, la loro rilevanza dal punto di vista dell'operatività delle Forze armate e i relativi effetti sociali, economici, ambientali e sul personale militare;
verificare la tipologia dei materiali impiegati nello svolgimento delle citate attività.

L'indagine dovrebbe avere la durata di sei mesi e articolarsi nelle audizioni dei seguenti soggetti:
il Ministro della difesa;
il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
i Presidenti di Regioni ed i rappresentanti di enti locali;
i vertici militari, con particolare riferimento a quelli aventi competenza diretta in materia di servitù militari;
esperti in discipline giuridiche e scientifiche;
associazioni ambientaliste;
associazioni di cittadini costituite nei territori gravati da servitù militari.

Nel corso dell'indagine, ove ritenuto necessario, la Commissione Difesa potrebbe svolgere missioni, per le quali sarà richiesta l'autorizzazione al Presidente della Camera.

Elettra DEIANA (RC-SE), ritiene utile chiarire se le servitù militari oggetto dell'indagine conoscitiva si riferiscano anche a quelle aree del territorio nazionale in uso ad organizzazioni internazionali, come ad esempio la NATO.

Roberta PINOTTI, presidente, nel replicare alle osservazioni del deputato Deiana, sottolinea che l'indagine conoscitiva, come si evince dal programma concordato nell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si riferisce a tutte le aree gravate da servitù militari a prescindere da chi le abbia in uso.


Pag. 19

Salvatore CICU (FI), nel concordare con le osservazioni del presidente Pinotti, ritiene necessario audire nel corso dell'indagine conoscitiva anche i rappresentanti di organizzazioni di imprenditori costituite nei territori su cui insistono servitù militari.

Elettra DEIANA (RC-SE) osserva che potrebbero essere audite anche organizzazioni sindacali di lavoratori costituite nei territori gravati da servitù militari.

Roberta PINOTTI, presidente, ritiene che le audizioni delle parti sociali potrebbero essere inserite nell'ambito di quelle previste nel programma dell'indagine conoscitiva, che riguardano in generale le associazioni di cittadini.

Giuseppe COSSIGA (FI) concorda con le osservazioni del presidente Pinotti.

La Commissione approva all'unanimità la proposta di svolgimento di un'indagine conoscitiva sulle servitù militari.

La seduta termina alle 14.25.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 1o agosto 2006. - Presidenza del presidente Roberta PINOTTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Emidio Casula.

La seduta comincia alle 14.25.

Relazione concernente l'individuazione della destinazione delle disponibilità del Fondo per gli investimenti del Ministero della difesa, per l'anno 2006.
Atto n. 13.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Roberta PINOTTI, presidente relatore, rileva che come ogni anno, il Ministro della difesa ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 46, comma 5, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, la richiesta di parere parlamentare sulla relazione concernente l'individuazione della destinazione delle disponibilità del Fondo per gli investimenti del Ministero della difesa, per l'anno finanziario 2006.
Nella relazione si premette che per il Fondo per gli investimenti (capitolo 7000) sono stati stanziati, per il 2006, 69 milioni di euro, contro i 115 milioni di euro dell'esercizio precedente, con una riduzione del 40 per cento, e che la destinazione è in linea con la Direttiva generale del Ministero della difesa sull'attività amministrativa e sulla gestione per l'anno 2006, emanata il 3 gennaio 2006. Tale direttiva, ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, identifica in coerenza con gli indirizzi del Presidente del Consiglio dei Ministri, i principali risultati da realizzare e determina, in relazione alle risorse assegnate, gli obiettivi di miglioramento, eventualmente indicando progetti speciali e scadenze intermedie.
Le priorità politiche, individuate dalla direttiva, e a cui dovranno fare riferimento gli obiettivi strategici, gli obiettivi operativi ed i piani di azione, sono le seguenti:
disporre di uno strumento militare dotato di elevata precisione sia sul territorio nazionale che nelle operazioni fuori area;
disporre di un strumento integrato nazionale di C4-ISTAR;
disponibilità di mezzi e sistemi in grado di assicurare elevate capacità di schieramento e mobilità delle forze;
ammodernamento e riqualificazione delle infrastrutture;


Pag. 20


sostegno dell'EDA (l'Agenzia Europea della Difesa) allo scopo di coordinare e armonizzare le esigenze e i requisiti operativi militari comuni europei;
potenziamento della ricerca tecnologica a livelli tali da assicurare una presenza qualificata dell'industria nazionale nell'ambito dei futuri programmi d'armamento;
sviluppo di un piano di potenziamento dell'Arma dei Carabinieri.

Secondo la relazione in esame, i principali interventi, che si collocano nel contesto appena descritto, sono ripartiti nei campi della Protezione, della Prevenzione, della Proiezione e della Ricerca tecnologica.
La relazione segnala la consistente compressione della spesa per investimenti ed indica, tra le scelte primarie del ministero nel settore, quelle relative alla ristrutturazione dello strumento militare.
Il Fondo per l'investimento sarà destinato al finanziamento di programmi di ricerca scientifica e tecnologica, già avviati o di nuova realizzazione, nei seguenti ambiti istituzionali di ricerca:
EDA (Agenzia Europea della Difesa) ex WEAG, che ha il compito di rafforzare la cooperazione europea nel campo della ricerca e della tecnologia per la difesa, proponendo nuove attività di ricerca a livello industriale e governativo, ai cui programmi sono destinati complessivamente 8.450.520 euro, con un decremento del 60,4 per cento rispetto al 2005;
Piano nazionale della ricerca militare, che esprime l'impegno del ministero della difesa, tramite il segretariato generale per la difesa nel settore della ricerca nazionale, stabilendo i progetti di ricerca tecnologica da lanciare o da completare, cui sono destinati complessivamente 16.909.248 euro, con una diminuzione del 51,3 per cento rispetto al 2005;
ETAP (European Technology Acquisition Program), che rappresenta un programma internazionale di iniziativa franco-britannica a cui hanno aderito la Germania, l'Italia, la Spagna e la Svezia, per condurre congiuntamente ricerche tecnologiche nel settore dei veicoli da combattimento per gli anni successivi al 2015, cui sono destinati complessivamente 6.500.000 euro, con una riduzione del 20,7 per cento rispetto al 2005;
NATO, che ha il compito, tra l'altro, di coordinare la ricerca tecnologica nel campo della difesa con lo scambio di informazioni tecniche tra le attività di ricerca a livello nazionale, cui sono destinati complessivamente 100.000 euro, a fronte dei 350.000 del 2005. La relazione, analogamente a quella del 2005, non contiene indicazioni sui programmi NATO, che vengono unicamente citati nella tabella A, senza specificarne il contenuto.

Programmi di sviluppo, cui sono destinati complessivamente 37.085.460 euro (26,4 per cento in meno rispetto agli stanziamenti del 2005). Anche in questo caso la relazione non fa riferimento ai programmi di sviluppo, che vengono citati in tabella A, senza dettagliarne il contenuto. Limitatamente a tali programmi, come già ha avuto modo di osservare nella scorsa legislatura, rileva che bisognerebbe acquisire ulteriori informazioni dal Governo sui programmi specifici finanziati e sui destinatari dei singoli finanziamenti, anche perché le risorse destinate alla ricerca, ancorché esigue, possono comunque diventare importanti se concentrate su alcuni progetti di particolare rilievo.
La ripartizione del capitolo 7000, per l'esercizio finanziario corrente, viene operata con un rinvio alla tabella A per gli ambiti istituzionali di ricerca ed alla tabella B per i comparti tecnologici.
Le predette risorse sono ripartite tra le diverse direzioni generali del ministero della difesa nel seguente modo:
Telecomunicazioni, dell'Informatica e delle Tecnologie Avanzate (TELEDIFE), 33.358.819 euro;
Armamenti Aeronautici (ARMAEREO), 14.743.949 euro;


Pag. 21


Armamenti Navali (NAVARM), 9.206.000 euro;
Armamenti Terrestri (DGAT), 11.376.460 euro;
Sanità Militare (DIFESAN), 360.000 euro.

Per quanto concerne invece la ripartizione degli stanziamenti per comparti, nella relazione viene indicato il finanziamento di ogni singola voce, ripartito tra le direzioni generali competenti, ed un elenco di importi relativi a programmi di riserva complessivamente attribuiti ad ogni singolo comparto.
Alla luce di quanto esposto, la riduzione delle disponibilità del Fondo per gli investimenti per il 2006 sembra iscriversi nel trend economico-finanziario dell'ultimo periodo, determinato dalle politiche di contenimento del deficit attuate sui consumi intermedi e sugli investimenti fissi lordi attuate con le precedenti manovre di finanza pubblica, che hanno penalizzato sensibilmente il ministero della difesa.
Ricorda che, già in occasione dell'espressione del parere sul DPEF 2007-2011, la Commissione ha argomentato come ulteriori misure di contrazione della spesa per la difesa avrebbero potuto compromettere la funzionalità dello strumento militare. In particolare, per quanto riguarda il settore della ricerca, la brusca contrazione dei finanziamenti, comporta il rischio che i progetti più avanzati, a causa della loro natura interdisciplinare, vengano sospesi. Da qui la necessità che i relativi stanziamenti siano considerati alla stessa stregua delle spese obbligatorie, in modo da metterli al riparo da eventuali manovre di contenimento della spesa, anche in considerazione della funzione di volano per il sistema economico che essi possono svolgere. Inoltre, dovrebbe essere considerata la possibilità che la destinazione delle risorse del Fondo sia definita coinvolgendo anche con il Ministero dell'Università e delle ricerca scientifica.
In conclusione, l'illustrazione fornita dalla relazione annuale, come negli scorsi anni, presenta diversi profili problematici, che riguardano principalmente informazioni non pienamente soddisfacenti sui seguenti aspetti:
sulle nuove iniziative di ricerca oggetto di finanziamento;
sui risultati della ricerca sui progetti di cui si prevede la prosecuzione;
sui soggetti beneficiari dei finanziamenti e sui criteri mediante i quali essi sono stati selezionati;
sull'eventuale coinvolgimento del Ministero dell'Università nella definizione dei progetti da finanziare.

In merito alle citate informazioni chiede quindi chiarimenti al Governo.
In conclusione, si riserva di formulare una proposta di parere alla luce delle ulteriori informazioni che auspica siano fornite del Governo.

Il sottosegretario Emidio CASULA si riserva di fornire i chiarimenti richiesti dal relatore.

Massimo NARDI (DC-PS), nell'esprimere soddisfazione per i rilievi formulati dal relatore, chiede di conoscere quale sia la posizione del relatore in ordine alla consistente riduzione dei finanziamenti destinati alla ricerca che emerge dalla relazione all'esame della Commissione.

Roberta PINOTTI, presidente relatore, ricorda come nella sua relazione sia stato sottolineato il fatto che la Commissione, in sede di espressione del parere sul DPEF 2007-2011, ha rilevato l'esigenza di un'inversione di rotta in prospettiva delle politiche di contenimento della spesa che negli ultimi anni hanno penalizzato sensibilmente il Ministero della difesa fermo restando comunque che la Commissione


Pag. 22

è chiamata ad esprimere un parere sulle risorse effettivamente stanziate nel fondo per gli investimenti nell'esercizio 2006.

Andrea PAPINI (Ulivo) chiede al relatore chiarimenti in merito a quella che dovrebbe essere la funzione del Ministero dell'università sui progetti di ricerca.

Roberta PINOTTI, presidente relatore, nel fornire i chiarimenti richiesti dal deputato Papini, sottolinea che nella sua relazione ha richiesto al Governo di specificare se vi sia un coinvolgimento del Ministero dell'Università nella definizione dei progetti da finanziare, fermo restando che tale coinvolgimento appare comunque auspicabile.

Giuseppe COSSIGA (FI) osserva che nella scorsa legislatura i contenuti della relazione, su sollecitazione della Commissione, sono stati progressivamente affinati. Infatti, mentre nelle prime versioni la relazione veniva presentata sotto forma di indicazione schematica degli investimenti da realizzare, successivamente sono state aggiunte ulteriori informazioni che consentono di intravedere il rapporto tra investimenti e indirizzi di politica generale del Ministero. Tuttavia, come è stato correttamente osservato dal relatore, mancano ancora ulteriori elementi, alla luce dei quali si potrebbe valutare la congruità degli investimenti rispetto agli indirizzi di politica generale.

Roberta PINOTTI, presidente relatore, ritiene che il Governo nel corso della prossima seduta possa fornire le ulteriori informazioni richieste, in modo da consentire alla Commissione di formulare il proprio parere.

Gerardo BIANCO (Ulivo) osserva che, da una lettura sommaria della relazione, emerge come le informazioni fornite siano particolarmente generiche con riferimento soprattutto ai diversi settori in cui è indirizzata l'attività di ricerca. In particolare, per quanto riguarda la ricerca svolta in collaborazione internazionale, bisognerebbe chiarire, da un lato, il livello qualitativo di partecipazione dell'Italia ai progetti di ricerca e, dall'altro lato, quale sia la percentuale di tali progetti affidata all'Italia.

Mauro BETTA (Ulivo) ritiene che le informazioni fornite dalla relazione per il 2005 fossero più dettagliate di quelle indicate dalla relazione per il 2006. In particolare, ritiene particolarmente importante acquisire informazioni sui risultati dei progetti di ricerca già avviati. A questo proposito, ricorda che nella scorsa legislatura, presso il Senato, ha avuto modo di verificare personalmente l'importanza che viene attribuita alla ricerca in alcuni Paesi come il Giappone dove ad esempio un progetto di ricerca finanziato dalla Toyota per la costruzione di un robot, a cui partecipava anche l'Università di Pisa, aveva un budget di circa 2.600 milioni di euro.

Francesco BOSI (UDC) sottolinea che la situazione degli investimenti della Difesa è oggettivamente complicata dopo le ultime riduzioni degli stanziamenti di bilancio. È quindi necessario, effettuare alcuni approfondimenti per capire gli effetti delle recenti misure di contenimento della spesa, per valutare quali siano i provvedimenti da assumere per porvi rimedio, non ultimo quello della eventuale integrazione degli stanziamenti. Purtroppo, quest'ultimo profilo, sembra invece del tutto trascurato dalla relazione.

Roberta PINOTTI, presidente relatore, sottolinea come la Commissione sia chiamata ad esprimere un parere sulle modalità di ripartizione delle risorse stanziate, senza dover entrare nel merito di una eventuale integrazione degli stanziamenti, che, per quanto auspicabile non è attinente all'oggetto della relazione, anche se potrà essere materia di discussione in sede


Pag. 23

di esame della prossima manovra finanziaria.

Elettra DEIANA (RC-SE), pur essendo favorevole ad ogni integrazione di infor mazioni che consenta alla Commissione di esaminare con maggiore accuratezza la relazione, ritiene tuttavia che il problema di fondo da affrontare sia quello della compatibilità degli investimenti previsti, peraltro di entità non trascurabile, con il modello di difesa che il nostro Paese intende realisticamente adottare.

Roberta PINOTTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 1o agosto 2006.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.10.