VII Commissione - Resoconto di marted́ 19 settembre 2006


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SEDE REFERENTE

Martedì 19 settembre 2006. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive, Giovanni Lolli.

La seduta comincia alle 15.10.

Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti televisivi.
C. 1496 Governo, C. 587 Ciocchetti e C. 1195 Ronchi.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato, da ultimo, il 14 settembre 2006.

Emerenzio BARBIERI (UDC), intervenendo sui lavori della Commissione, auspica uno svolgimento ordinato dei lavori, nel rispetto dei tempi fissati nell'ordine del giorno.

Pietro FOLENA, presidente, assicura il deputato Barbieri sul suo impegno ad assicurare un regolare svolgimento dei lavori della Commissione, pur valutando l'opportunità di una necessaria elasticità nel rispetto dei tempi.

Nicola BONO (AN) riterrebbe opportuno che il relatore sul provvedimento indicasse eventuali proposte alla Commissione per l'organizzazione dei tempi di esame del disegno di legge in oggetto. Ribadisce, in ogni caso, che a prescindere dalle motivazioni addotte dal Governo circa l'urgenza del medesimo esame, la disponibilità manifestata dai gruppi di minoranza ad un lavoro congiunto con le forze di maggioranza dovrebbe indurre ad una più ampia disponibilità dell'Esecutivo a discutere nel merito del provvedimento.

Pietro FOLENA presidente, ricorda che la Conferenza dei presidenti di gruppo non ha adottato, nella riunione odierna, la dichiarazione di urgenza richiesta dal Governo. Sul punto la decisione è stata


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quindi rimessa all'Assemblea, che dovrebbe votare nella seduta di domani. Osserva, quindi, che occorrerà attendere le determinazioni dell'Assemblea prima di organizzare i tempi di esame.

Emerenzio BARBIERI (UDC) esprime perplessità sull'accelerazione dei tempi che potrebbe derivare dalla decisione dell'Assemblea. Osservato che sulle questioni oggetto del provvedimento si registra un accordo da parte delle diverse forze politiche, ritiene che il Governo possa operare una forzatura dell'esame attraverso lo strumento della delega. Invita, quindi, il Governo ad assumere una posizione differente e a non esigere lo strumento della delega, in quanto appare di fondamentale importanza perseguire un'ampia condivisione nella delicata materia oggetto di esame.
Per quanto attiene il merito del provvedimento, intende sollevare talune obiezioni, sollecitando il Governo a tenere conto delle osservazioni e dei rilievi contenuti nella documentazione a disposizione dei deputati. Si tratta di questioni centrali, alcune peraltro già rilevate nella relazione introduttiva del Presidente. Dopo aver rilevato l'opportunità di sostituire il termine «consumatore» con un termine più appropriato e corretto, segnala l'opportunità di valutare se le restrizioni concernenti l'iniziativa economica delle società sportive che, secondo la relazione illustrativa sono introdotte con l'obiettivo di garantire l'equilibrio competitivo del campionato, si inquadrano nelle finalità sociali di cui all'articolo 41 della Costituzione. Non condivide, inoltre, la definizione dettagliata dei criteri di ripartizione delle risorse, atteso che è più corretto che la ripartizione delle risorse sia gestita dalle singole società in piena autonomia contrattuale. Fa presente che le disposizioni concernenti il periodo transitorio incidono su diritti e obblighi in capo ai soggetti privati, sorti dai contratti già stipulati, per i quali si può immaginare solo una rinegoziazione consensuale dei privati medesimi. Si tratta dei diritti per la trasmissione attraverso il satellite, il digitale terrestre e le trasmissioni via cavo. Aggiunge che si realizza così un intervento ingiustificabile, che invade l'autonomia contrattuale intervenendo su accordi definiti fino al 2009. Con riguardo alla definizione del periodo transitorio, rileva che non sono chiare inoltre le ragioni per le quali occorre distinguere tra contratti stipulati prima e dopo il 31 maggio 2006.
Rileva, inoltre, l'opportunità di approfondire talune disposizioni concernenti taluni criteri previsti dalla delega. Si tratta dell'articolo 1, comma 3, lettera a), in cui si prevede che siano i provvedimenti delegati a disciplinare gli ambiti di autonomia dell'iniziativa commerciale delle società, riguardo al quale occorre valutare l'opportunità di precisare ulteriormente i criteri direttivi della delega, ai sensi dell'articolo 76 della Costituzione. Analoghe osservazioni possono farsi con riferimento alla lettera g) del comma 3, nella parte in cui si determinano con norme di dettaglio, le modalità di ripartizione delle risorse tra i soggetti partecipanti alle competizioni. Ricorda quindi che la sentenza n. 54 del 1962 della Corte costituzionale ha considerato lesiva dell'iniziativa economica privata la non rispondenza al principio della riserva di legge, in particolare qualora le norme in questione non specifichino indirizzi e programmi, ovvero dati attraverso i quali si manifestino in qualche modo i fini di utilità sociale e i criteri ai quali la stessa legge si è ispirata. Tali considerazioni sono state da ultimo confermate nella sentenza n. 176 del 2004, in cui la Corte ha rilevato che la presenza di limiti certi nonché l'esistenza di strumenti di tutela azionabili in caso di inosservanza degli stessi da parte della pubblica amministrazione, forniscono una protezione adeguata alla libertà di iniziativa economica.
In conclusione, pur riconoscendo la disponibilità del Governo ad apportare miglioramenti al testo in esame, ritiene che la risoluzione delle questioni precedentemente sottolineate possa contribuire alla predisposizione di un testo condiviso, a patto che l'Esecutivo rinunci allo strumento della delega. Ribadisce, infatti, che


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il raggiungimento di un accordo politico su un testo possa portare alla sua approvazione in tempi brevi, anche prima di quelli ipotizzati dal Governo con l'uso della delega.

Mario PESCANTE (FI) non condivide la scelta del Governo di presentare un disegno di legge delega, in quanto ritiene che ci siano i presupposti per l'approvazione di un testo da parte del Parlamento sul quale converga l'accordo di tutte le forze politiche. Ricorda che la Commissione, nella precedente legislatura, ha lavorato con spirito di grande collaborazione nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul calcio professionistico, producendo un'eredità di lavoro straordinario. Reputa indispensabile, in tal senso, non disperdere gli aspetti positivi del lavoro sin qui svolto, anche alla luce dei contributi emersi nel corso del dibattito, atteso che il problema in questione investe la politica sportiva. Sottolinea inoltre che non bisogna dimenticare che le risorse derivanti dai diritti televisivi provengono dal mondo del calcio e che il problema della ripartizione dei diritti non è certamente all'origine delle recenti vicende, che hanno sconvolto il settore. Rilevato che tale situazione è stata piuttosto generata dal fatto che le società calcistiche sono diventate delle società di lucro, rileva che il Parlamento debba fornire indirizzi di carattere generale preservando l'autonomia nel settore. In caso contrario, invece, non solamente si viola l'autonomia contrattuale, ma non viene rispettato il lavoro della Commissione né quello finora svolto dall'ex commissario Rossi.
In conclusione, ritiene che le questioni possano essere affrontate nell'ambito della Commissione attraverso l'approvazione di un provvedimento, anche in sede legislativa, al fine di addivenire ad una soluzione equilibrata e prudente, nel rispetto delle proposte di legge già presentate.

Wladimiro GUADAGNO detto Vladimir Luxuria (RC-SE) ritiene che sarebbe stato auspicabile pervenire alla definizione di un provvedimento di merito con il contributo di tutte le parti politiche, anche per fornire una risposta importante ai tifosi. Oggi si tratta però di affrontare un problema urgente a fronte del quale la delega al Governo può servire a superare gli ostacoli, che possono essere sollevati da parte di alcune forze politiche, anche in considerazione di situazioni di conflitto di interesse esistenti ancora oggi come in passato.
Osserva che l'assunzione di responsabilità politica è urgente, in quanto tutto il mondo del calcio attende una risposta in tempi brevi, anche allo scopo di rilanciare la competitività sportiva. Sottolinea, pertanto la necessità dello strumento della delega. Rileva che la ripartizione dei diritti televisivi, definita nel testo, non lede l'autonomia delle parti, atteso che si dispone una ripartizione dei diritti televisivi, in parte uguale per tutti e in parte dipendente dai risultati conseguiti dalle società. Segnala l'opportunità di tenere conto di talune riflessioni emerse nell'ambito dell'audizione del presidente del CONI, nell'ambito dell'indagine conoscitiva in corso sulle recenti vicende del calcio, a proposito della fissazione del cinquanta per cento dei ragazzi delle scuole nei vivai, allo scopo di rilanciare un'immagine anche sociale dello sport.
In conclusione, ritiene che lo strumento della delega possa in tempi brevi contribuire al passaggio da una contrattazione individuale alla contrattazione collettiva dei diritti televisivi, in linea con quanto accade negli altri paesi europei.

Luciano CIOCCHETTI (UDC) ritiene preliminarmente che la questione dei diritti televisivi in Italia sia differente da quella degli altri paesi europei. Lo dimostra il fatto che i diritti televisivi rappresentano una percentuale prevalente dei bilanci delle società italiane, al contrario di quelle straniere dove invece il ricorso al merchandising, che in Italia non si è sviluppato se non in parte, assicura cospicui guadagni per le società. Ci sono d'altra parte problemi strutturali e organizzativi, che investono la gestione degli stadi. Per tali ragioni, anche se si sta tentando di


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diversificare gli introiti, giudica improbabile che si possa arrivare ad una situazione in linea con quella degli altri paesi europei. Nel segnalare che la questione dei diritti televisivi è comunque centrale per la mutualità del sistema, ritiene che nel 1999 sia stato emanato un provvedimento sbagliato che, su sollecitazione delle medesime società di calcio, non si è rivelato nel tempo idoneo a fornire una risposta adeguata al settore. Richiama quindi l'esigenza di un passo indietro rispetto a quel provvedimento e l'adozione di un intervento urgente su contratti pluriennali già definiti.
Osserva quindi che la questione può essere affrontata nel corso di un aperto esame parlamentare, considerato che esistono proposte di legge presentate prima del disegno di legge del Governo. Non si tratta solo di moralizzare il sistema ma di una questione che interessa tutto il mondo del calcio, di una nuova scelta politica e di indirizzo nella gestione sportiva. Per tale ragione, reputa necessaria la definizione di norme semplici e non articolate. Il percorso prefigurato dal Governo con lo strumento della delega non è breve e, anzi, in assenza di un accordo politico, i tempi si allungheranno ulteriormente. Ritiene che il Governo debba comprendere l'esigenza di una risposta urgente in tempi brevi, assicurando in una cornice normativa definita l'autonomia reale del mondo del calcio. Aggiunge, nel merito, che il riparto degli eventuali introiti non può essere disciplinata dalla legge, ma potrebbe la legge prevedere la vigilanza su tale aspetto dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Invita, quindi, il Governo e la maggioranza a non assumere una posizione di chiusura dirigistica su alcune questioni. Nel ribadire che il decreto-legge n. 15 del 1999 deve essere modificato, richiama l'esigenza di riportare certezza nel mondo del calcio. Ritiene che per soddisfare tali esigenze sia opportuno percorrere il cammino di una proposta di legge di merito definita dal Parlamento e condivisa da tutte le forze politiche. Considerata infatti la maggioranza risicata al Senato, ritiene che il provvedimento incontrerà difficoltà nel corso dell'esame in quel ramo del Parlamento, che ne comprometteranno l'approvazione in tempi rapidi. Rileva, quindi, che l'opposizione è disponibile a lavorare, in sede di comitato ristretto, alla definizione di un testo, che possa essere approvato rapidamente dal Parlamento.

Vito LI CAUSI (Pop-Udeur), nel considerare che lo squilibrio tra le piccole e le grandi società calcistiche ha generato iniquità nel settore, rileva la necessità di perseguire l'esigenza di una vendita collettiva dei diritti televisivi per una redistribuzione equa delle risorse. Tale esigenza di equità deve investire tutto il mondo del calcio, ivi inclusi i dilettanti e i vivai, in quanto il calcio rappresenta anche un patrimonio sociale che deve essere salvaguardato. Considera, pertanto, favorevolmente che il Parlamento conferisca una delega all'Esecutivo in tale materia, osservando che lo strumento della delega non rappresenta uno strumento dirigistico né comprimerà l'esame parlamentare. Pur apprezzando gli interventi dei deputati nel corso del dibattito, rileva che un provvedimento legislativo di merito rischia di essere approvato in tempi lunghi, che non consentono di fornire una risposta certa al settore. Lo strumento della delega, invece, potrà provvedere a definire le nuove regole urgenti per il settore.

Alba SASSO (Ulivo) osserva preliminarmente che lo sport deve ritornare a rivestire una funzione educativa e che, per perseguire tale finalità, è necessario che il calcio non rivesta quella centralità, che ha assunto invece nel corso degli anni. Le recenti vicende del calcio e la questione della vendita individuale dei diritti televisivi ha determinato un divario tra società potenti e società deboli. Nell'osservare che il decreto-legge n. 15 del 1999 si è rivelato nel tempo un provvedimento errato sul quale oggi è necessario intervenire, sottolinea che anche sul provvedimento in esame l'opposizione sembra arroccarsi su una questione di principio sullo strumento


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della delega. Ritiene che oggi lo strumento della delega all'Esecutivo possa fornire una risposta, atteso che sostanzialmente si registra una convergenza sulla vendita collettiva dei diritti. Non ritiene, infatti, percorribile la soluzione prospettata dal deputato Pescante, che propone l'approvazione di un provvedimento di merito in sede legislativa.
Richiama quindi l'esigenza di ricorrere, nel mondo del calcio, ad un'«etica della responsabilità» e la necessità che il Parlamento faccia qualcosa in questa direzione. Nel ribadire l'utilità dello strumento della delega, che reca un intervento in materia di diritti televisivi e tocca l'organizzazione del calcio in generale, fa presente che, come peraltro sottolineato dal presidente nella relazione introduttiva, i decreti delegati potranno essere approvati tenendo conto degli interessi di tutti i soggetti interessati nel settore. Su tali provvedimenti, le commissioni parlamentari potranno quindi esprimere il parere di competenza. Ritiene, quindi, che, in presenza di un indirizzo politico condiviso, il provvedimento e i relativi decreti delegati potranno essere approvati in tempi brevi. Invita, pertanto, i deputati della minoranza ad assumere una posizione di collaborazione e di buon senso.

Pietro FOLENA presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.05.

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 19 settembre 2006. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA.

La seduta comincia alle 16.50.

Indagine conoscitiva sulle recenti vicende relative al calcio professionistico, con particolare riferimento al sistema delle regole e dei controlli.

Audizione del presidente della Lega nazionale professionisti, Antonio Matarrese.
(Svolgimento e conclusione).

Pietro FOLENA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata, oltre che mediante impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, i temi oggetto dell'audizione.

Antonio MATARRESE, Presidente della Lega nazionale professionisti, svolge un intervento sull'oggetto dell'audizione.

Intervengono i deputati Mario PESCANTE (FI), Luciano CIOCCHETTI (UDC), Antonio RUSCONI (Ulivo), Wladimiro GUADAGNO detto Vladimir Luxuria (RC-SE), Nicola BONO (AN), Vito LI CAUSI (Pop-Udeur) e il presidente Pietro FOLENA (RC-SE) a più riprese.

Risponde Antonio MATARRESE, Presidente della Lega nazionale professionisti.

Pietro FOLENA, presidente, ringrazia gli intervenuti e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 19.05.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.