XII Commissione - Resoconto di mercoledì 11 ottobre 2006


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 11 ottobre 2006. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Intervengono i sottosegretari di Stato per la salute Serafino Zucchelli e per le politiche della famiglia Chiara Acciarini.

La seduta comincia alle 14.15.

DL 262/06: Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria.
C. 1750.

(Parere alle Commissione riunite V e VI).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 10 ottobre 2006.

Mimmo LUCÀ, presidente, ricorda che nella seduta di ieri è stata svolta la relazione e sono intervenuti alcuni deputati.

Leopoldo DI GIROLAMO (Ulivo), relatore, ricorda che la norma abrogata dal decreto-legge in esame escludeva la sola Agenzia per i servizi sanitari regionali da un sistema generalizzato di spoil system per ragioni che non è dato comprendere. Del resto, l'esigenza di preporre agli organi direttivi di simili organismi soggetti altamente qualificati vale indistintamente per tutti gli enti e non solo per la citata Agenzia. Formula pertanto una proposta di parere favorevole.

Domenico DI VIRGILIO (FI) illustra la proposta alternativa di parere contrario (vedi allegato) presentata dai gruppi di


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opposizione, con la quale si sottolinea la gravità della soppressione, operata dall'articolo 41, comma 4, del provvedimento in esame, dell'articolo 1, comma 309, della legge 266/2005. Tale soppressione rappresenta una ulteriore dimostrazione di un sistema spietato di spoil system che non condivide assolutamente.

Francesco Paolo LUCCHESE (UDC), dopo aver ribadito che la soppressione disposta dall'articolo 41, comma 4, non risulta in alcun modo motivata e pertanto non se ne riesce a comprendere la ratio, dichiara che il suo gruppo voterà contro la proposta di parere favorevole del relatore.

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che la proposta di parere alternativa verrà posta in votazione solo ove non approvata quella del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Domenico DI VIRGILIO (FI), intervenendo per una precisazione, tiene a precisare che se non fosse stato per il voto del presidente, la proposta di parere del relatore non sarebbe stata approvata.

Legge finanziaria per l'anno 2007.
C. 1746-bis Governo.

Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e previdenza sociale (limitatamente alle parti di comptenza).

Tabella n. 15: Stato di previsione del Ministero della salute.

Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviati, da ultimo, nella seduta del 10 ottobre 2006.

Giuseppe PALUMBO (FI) rileva preliminarmente come non corrisponda alla realtà l'affermazione del relatore, secondo il quale l'entità originariamente prevista per la manovra di finanza pubblica è stata successivamente ridotta in considerazione delle maggiori entrate. Si sofferma quindi sull'articolo 84, comma 10, lettera a), del disegno di legge finanziaria, il quale vanifica gli sforzi compiuti in passato per avviare nel più breve tempo possibile il processo di istituzione e consegna della tessera sanitaria. Quanto al Fondo transitorio per il ripiano del disavanzo di alcune regioni, di cui alle lettere b) e c) del comma 1 dell'articolo 88, sottolinea che esso è condizionato all'innalzamento ai livelli massimi dell'IRPEF e dell'aliquote regionale sulle attività produttive; rileva altresì i possibili profili di incostituzionalità delle disposizioni di cui alla citata lettera c). Si dichiara quindi contrario all'introduzione di nuovi ticket, dalla quale non ritiene possa derivare un consistente incremento delle entrate e critica in modo particolare l'introduzione del ticket per le prestazioni di pronto soccorso caratterizzate dal cosiddetto «codice verde» al quale possano talvolta corrispondere situazioni di una qualche gravità. Ritiene altresì che di nessuna efficacia si rivelerà il ticket previsto in caso di mancato ritiro dei referti di accertamenti diagnostici. Osserva quindi che la soluzione a molti dei problemi, cui si cerca di fare fronte mediante l'introduzione del ticket, sarebbe stata piuttosto da ricercare nello sviluppo delle Unità territoriali di assistenza primaria, introdotte nella passata legislatura; in proposito si chiede anche se la cosiddetta


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«casa della salute», di cui ha parlato il Ministro Turco, vada nella stessa direzione. Evidenzia altresì la soppressione, all'articolo 190, dell'autorizzazione di spesa correlata alla costituzione, in Sicilia, della Fondazione per la promozione dello sviluppo della ricerca avanzata nel campo delle biotecnologie. Ritiene, inoltre, riguardo all'articolo 93, che sia necessario puntualizzare il riferimento alle cellule staminali, chiarendone la provenienza. Annuncia quindi che è sua intenzione proporre alla Commissione lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sull'assistenza alla nascita, anche al fine di chiarire perché l'Italia presenti una incidenza dei parti cesarei tra le più alte del mondo. Venendo quindi a trattare dell'articolo 101, evidenzia come il progressivo innalzamento del concorso della regione siciliana alla spesa sanitaria a carico del suo bilancio rischi di creare problemi enormi, anche in considerazione del fatto che l'effettiva compartecipazione della regione a tale spesa è ben superiore al 42,5 per cento stimato dal Governo e si aggira probabilmente intorno al 70 per cento. Concludendo, fa presente, riguardo all'articolo 198, come il deputato Zanotti, relatore delle proposte di legge in materia di non autosufficienza, facesse riferimento a somme ben più consistenti dei 50 milioni di euro ivi previsti.

Giacomo BAIAMONTE (FI) contesta le affermazioni del relatore sugli obiettivi di sviluppo, risanamento ed equità che il disegno di legge finanziaria intenderebbe perseguire. Rileva in particolare come la riduzione delle spese per il personale, per gli anni 2007, 2008 e 2009, dell'1,4 per cento rispetto al 2004, possa comportare il licenziamento di personale, in una situazione che già oggi si contraddistingue per la carenza di dipendenti, come dimostra anche il ricorso all'assunzione di cittadini extracomunitari come infermieri. Si dichiara altresì contrario, in generale, alla reintroduzione del ticket e, con particolare riferimento alle affermazioni del Ministro Padoa Schioppa sull'abuso del pronto soccorso da parte di molti cittadini, rileva come il ticket sia misura del tutto insufficiente a contrastare tale fenomeno, che dipende piuttosto dal cattivo funzionamento della medicina sul territorio della rete dei medici di famiglia. Al riguardo, cita le risultanze della ricerca svolta dallo studio Ambrosetti e presentate al Ministro della salute lo scorso 5 ottobre, le quali confermano quanto da tempo va ripetendo, e cioè che occorrerebbe istituire studi medici associati o «di quartiere» capaci di assicurare un servizio continuo nell'arco delle ventiquattro ore, per giunta con un possibile risparmio di risorse: ciò costituirebbe, a suo avviso, un filtro efficace verso le strutture ospedaliere e di pronto soccorso. Passando a trattare dell'articolo 93, sottolinea l'esiguità delle risorse stanziate per progetti di ricerca estremamente costosi, come sono quelli che vertono sulle malattie rare e sull'utilizzazione di cellule staminali, nonché su un tema di grande rilevanza sociale come la tutela della salute sui luoghi di lavoro; in proposito, ricorda gli interventi polemici dell'allora opposizione, nella scorsa legislatura, sul fenomeno della cosiddetta «fuga dei cervelli». Dichiara altresì di giudicare risibile anche lo stanziamento di 8 milioni di euro per gli anni 2007, 2008 e 2009 a favore dell'Istituto superiore di sanità, di cui al comma 2 dello stesso articolo 93, evidenziando la necessità di intervenire con misure più serie e credibili. Rileva poi l'assenza di qualsiasi riferimento alla medicina preventiva, evidenziando come essa abbia permesso di conseguire risultati importanti negli ambiti, come la pediatria, in cui è stata incentivata. Sottolinea altresì l'assenza di interventi in materia di riduzione delle liste di attesa, che rappresentano un grave problema e un fattore di iniquità, in quanto il cittadino indigente è costretto ad attendere a lungo prima di poter usufruire della prestazione, mentre quello più abbiente può fare ricorso alle strutture private. Dopo aver evidenziato che, a suo avviso, gran parte dei problemi sin qui segnalati discendono dalla


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aziendalizzazione delle strutture sanitarie e dall'introduzione dell'intra moenia, volute dall'allora Ministro della salute Rosy Bindi, ricorda come la citata ricerca svolta dallo studio Ambrosetti abbia indicato nelle polizze assicurative, contrattate però non dal singolo cittadino, bensì dalle regioni, lo strumento per far fronte al problema delle liste di attesa, in quanto la polizza finanzierebbe l'intervento privato, con conseguente snellimento delle liste medesime. Rileva poi come le disposizioni di cui all'articolo 84 rischino di ritardare l'introduzione in Italia della tessera sanitaria, la quale può invece costituire un importante strumento di ottimizzazione delle risorse, come dimostra l'esperienza di altri Paesi quali la Francia. Desidera infine richiamare l'attenzione sulle disposizioni di cui all'articolo 190, che sopprimono l'autorizzazione di spesa correlata alla costituzione, in Sicilia, della Fondazione per la promozione dello sviluppo della ricerca avanzata nel campo delle biotecnologie, e si chiede se tale decisione non sia da attribuire al fatto che la maggioranza che governa la regione siciliana è di centro-destra.

Domenico DI VIRGILIO (FI) osserva, innanzitutto, che nonostante il Governo fosse ben conscio che l'Italia ha un problema di spesa pubblica eccessiva, ha varato una legge finanziaria che aumenta le entrate anziché tagliare le spese, come dimostra la manovra in esame, che sembra al momento composta fino all'84 per cento da entrate aggiuntive. In proposito rileva, peraltro, che non è ben chiaro a quanto ammonti la manovra, visto che ogni giorno vengono diffusi dati diversi. Osserva infatti che non è possibile quantificare l'ammontare delle entrate con precisione dato che parte di queste dipende da come gli enti locali utilizzeranno i maggiori margini di autonomia impositiva loro concessi. Nel caso in cui gli enti locali rispettassero i vincoli dell'accordo sul contenimento della spesa sanitaria per metà con tagli di spesa e per metà con incrementi delle tasse, le entrate contribuirebbero alla manovra per ben 24 miliardi, limitando i tagli alla spesa a soli 9 miliardi. Ciò significa un contributo delle entrate superiori al 70 per cento. Ma la percentuale potrebbe essere anche più alta, arrivare fino all'84 per cento se gli enti locali utilizzeranno i maggiori margini di autonomia impositiva senza attivare meccanismi virtuosi di risparmio nella spesa.
Rileva altresì che con la finanziaria 2007, manovra fatta di nuove tasse, ticket, balzelli, contributi, accise, ecc., la pressione fiscale aumenterà di circa 2 punti e sfiorerà il livello record del 43 per cento, avvicinandosi così ai suoi livelli massimi del 1997, quando sfiorò il 44 per cento. Da allora sono stati necessari ben 8 anni per far diminuire tale valore e portarlo al 40,6 per cento nel 2005. Questa finanziaria, quindi, non appare né equa né solidale, gravando invece pesantemente sulle famiglie, e ciò nonostante le promesse e gli impegni assunti da Prodi nel corso della campagna elettorale di non aumentare le tasse.
Per quanto riguarda, in particolare, la ricaduta della manovra sulla categoria dei medici, ritiene che, pur essendo gli stessi disposti a dare il loro contributo con grande senso di responsabilità, tale contributo sia comunque troppo oneroso: basti pensare che l'aumento della aliquota IRPEF colpisce in gran parte i medici dipendenti, che l'aliquota contributiva per le pensioni versata dai medici è particolarmente alta rispetto ad altre categorie e che il rinnovo del contratto non ha previsto finanziamenti adeguati. Le considerazioni testé svolte sono peraltro ampiamente condivise dalla Anaao Assomed, che auspica vivamente che gli effetti negativi della legge finanziaria possano essere corretti nel corso dell'iter parlamentare.
Passando a soffermarsi sul comparto della sanità, ricorda che il 1o ottobre scorso il Ministro Turco ha dichiarato che le risorse complessive per il Ssn salgono a 101,3 miliardi di euro, mentre dall'articolo 88, lettera a), del disegno di legge finanziaria in esame si evince che nel 2007


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saranno 96 miliardi di euro, nel 2008 99 miliardi e 42 milioni e nel 2009 102 miliardi e 245 milioni. Pertanto, nel triennio 2007-2009 l'incremento per la sanità ammonta a 9 miliardi di euro, mentre il centro-destra nella scorsa legislatura aveva incrementato le risorse per il Ssn di circa 11 miliardi e mezzo di euro.
Quanto poi alle liste d'attesa, fa presente che tale questione non risulta affatto affrontata nella finanziaria 2007, diversamente da quanto aveva fatto il Governo Berlusconi che aveva stanziato 2 miliardi di euro proprio per la finalità dell'abbattimento delle liste d'attesa, prevedendo che le regioni avrebbero ricevuto queste risorse solo quanto avessero raggiunto determinati obiettivi come previsto dall'accordo Stato Regioni del 23 marzo 2005.
Per quanto riguarda gli stanziamenti a favore degli screening oncologici - sempre più necessari considerato che le patologie oncologiche specialmente quelle del colon retto, della mammella e del collo dell'utero sono in forte aumento -, pari a 20 milioni di euro per il 2007 e 18 milioni per il 2008 e 2009, non ritiene siano stati incrementati quanto piuttosto ridotti rispetto a quanto previsto dal Governo Berlusconi con il DL 81/2004, che per il solo 2006 aveva stanziato 21.200.000 di euro.
Non appaiono inoltre contemplate iniziative per la salute della donna - come invece preannunciato dal Ministro Turco -, come dimostra l'apparente disinteresse per la Commissione ministeriale per la salute della donna istituita nella precedente legislatura, cosi come altrettanto dimenticate appaiono le iniziative per i 5000 pazienti in coma vegetativo.
Nell'esprimere forti perplessità sul disposto dell'articolo 88, comma 1, lettera p), che vuole penalizzare i cittadini che non abbiano ritirato i risultati di visite ed esami diagnostici e di laboratorio obbligandoli al pagamento totale del costo della prestazione usufruita, ritiene tale misura gravemente punitiva, mentre sarebbe stato più utile promuovere una adeguata campagna informativa attraverso i medici di famiglia che sono i prescrittori delle analisi.
Altrettanto punitiva appare la richiesta, disposta dall'articolo 88, comma 1, lettera n), della quota fissa di 10 euro per ogni ricetta per esami e visite specialistiche, considerato che i cittadini già pagano nella fiscalità generale una quota non indifferente per finanziare il Ssn. La stessa norma prevede inoltre un ticket per l'accesso al pronto soccorso non seguito da ricovero, classificato come codice bianco, pari a 23 euro (più 18 euro nel caso di eventuali accertamenti diagnostici), e 41 euro in caso di codice verde. Il cittadino per evitare questa norma iniqua dovrebbe essere in grado di autodiagnosticarsi e di giudicare se si tratta di un sintomo banale o se richiede l'intervento di un medico, con la conseguenza che tale norma evidentemente mira solo a «fare cassa».
Ritiene poi stupefacente la previsione di cui all'articolo 198, cioè la istituzione presso il ministero della solidarietà sociale di un fondo per la non autosufficienza con un finanziamento di 50 milioni di euro per il 2007 e di 200 milioni per gli anni 2008 e 2009. Infatti la istituzione di tale fondo senza prevederne il finanziamento dalla fiscalità generale, come proposto dalla attuale maggioranza nei disegni di legge in corso di esame presso la Commissione, rappresenta un modo squallido di evadere il problema, considerando anche che si sono trovati 60 milioni di euro per finanziare il cinema e registi sul capitolo dei beni culturali.
In materia di ricerca sanitaria, l'articolo 93 stanzia 9 milioni di euro per il finanziamento di progetti concernenti anche l'utilizzo di cellule staminali senza specificare volutamente a quali cellule si riferisce. In proposito ricorda che in Italia è vietata la ricerca sulle cellule staminali embrionali e quindi il finanziamento non può che essere destinato a progetti concernenti ricerche su cellule staminali adulte. Al riguardo, auspica che il Governo si attivi per diffondere la cultura della


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donazione del cordone ombelicale che oggi riguarda soltanto il 10 per cento delle partorienti.
Dopo aver stigmatizzato l'assenza di misure per la prosecuzione della lotta al fumo, che già brillanti risultati ha ottenuto con la «legge Sirchia» approvata nella precedente legislatura, esprime un giudizio negativo anche sulle previsioni di cui al comma 3 dell'articolo 88, che dispone la riduzione degli stanziamenti per il Sistema nazionale di verifica e controllo sulla assistenza sanitaria (SIVEAS), istituito dal governo di centro destra al fine di valutare l'efficienza e l'appropriatezza delle prestazioni del Ssn, anche con lo scopo di controllare l'andamento della spesa e la correttezza delle prestazioni erogate dal Ssn, evitando sprechi ed inefficienze. Inoltre, l'articolo 84, comma 10, lettera a), dispone l'abrogazione dell'articolo 8 del DL 203 del 2005, compreso il comma 3, che prorogava la distribuzione della tessera sanitaria su tutto il territorio nazionale. Si domanda, pertanto, cosa succederà ora e se si avranno cittadini di serie A in possesso della tessera sanitaria e cittadini di serie B senza questo prezioso strumento.
Dopo aver precisato che sugli articoli relativi alle politiche per la famiglia interverranno altri deputati del suo gruppo, conclude esprimendo una profonda insoddisfazione per la manovra finanziaria che proviene sia dalle forze dell'opposizione, ma specialmente dai cittadini, come dimostrato dalle crescenti manifestazioni di disapprovazione da parte di enti, associazioni, dei sindaci, delle forze sociali e della stessa Confindustria. Preannuncia, da ultimo, la presentazione di emendamenti volti a correggere la manovra in esame.

Mariella BOCCIARDO (FI), soffermandosi in particolare sugli articoli 204 e 205, osserva che con il primo si pone rimedio, in parte, a una infelice disposizione della legge n. 248/2006 (cd. decreto Bersani), mentre con il secondo si dà ragione a una felice iniziativa del governo Berlusconi.
Infatti il cd. Decreto Bersani aveva istituito un Fondo per le politiche giovanili, che aveva la finalità «di promuovere il diritto dei giovani alla formazione culturale e professionale e all'inserimento nella vita sociale». Erano previsti interventi volti ad agevolare la realizzazione del diritto dei giovani all'abitazione e a facilitare l'accesso al credito per l'acquisto e l'utilizzo di beni e servizi. Una finalità molto ambiziosa a fronte dell'esiguità delle risorse: solo 3 milioni di euro per l'anno in corso e 10 milioni di euro per il 2007 e il 2008. Con l'articolo 204 si cerca di correggere tale mancanza, integrando le cifre già stanziate con 115 milioni di euro annui per il triennio 2007-2009.
Quanto poi all'articolo 205, fa presente che esso dà continuità a una iniziativa del governo Berlusconi che nella Finanziaria 2006 aveva istituito un Fondo nazionale per le comunità giovanili per favorire le attività dei giovani in materia di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno delle tossicodipendenze, dotandolo di 5 milioni di euro per il 2006, di cui il 5 per cento era stato destinato ad attività di comunicazione, informazione e monitoraggio relativamente al rapporto tra giovani e tossicodipendenza con particolare riguardo a nuove forme di associazionismo giovanile. Il restante 95 per cento era stato assegnato alle comunità giovanili individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, decreto che risulterebbe in fase di emanazione. Questo provvedimento del governo Berlusconi aveva scatenato una forte opposizione da parte della sinistra e delle associazioni ad essa collegate, come le associazioni Itaca e Forum Droghe. Appare singolare, pertanto, che proprio chi aveva contestato questo provvedimento ora lo legittimi, prorogandone la dotazione finanziaria per il triennio 2007-2009, con una spesa di 5 milioni di euro annui.


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Ritiene tuttavia importante segnalare che sulla materia si è espressa la Corte Costituzionale, in particolare con la sentenza n. 118 del 2006, secondo cui questa tipologia di Fondi riguarda materie che sono attribuite alla competenza delle Regioni. Infatti, 1'istituzione di fondi a destinazione vincolata, ad opera delle leggi dello Stato, deve essere valutata in relazione alle specifiche materie sulle quali tali fondi vanno ad incidere. Alla luce di ciò, le norme contenute negli articoli 204 e 205 violerebbero l'autonomia finanziaria ed amministrativa delle Regioni, in quanto destinano, in modo vincolato, risorse in una materia non riservata alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, della Costituzione. Tale problema è stato peraltro affrontato anche dalla I Commissione Affari costituzionali nella seduta del 27 luglio scorso. Ricorda poi che la sentenza n. 118 del 2006 citava testualmente: «Non è dato individuare un qualsiasi titolo che giustifichi l'intervento finanziario diretto dello Stato (...) direttamente a favore di soggetti privati», in materie di competenza delle Regioni. È proprio questo il caso degli articoli 204 e 205.
In conclusione, osserva che l'attuale governo non perde occasione per sviluppare una strategia volta a centralizzare il ruolo pubblico nella gestione e nella destinazione delle risorse, sottraendo alle regioni e alle autonomie locali quel potere di indirizzo e di intervento che si è dimostrato più efficace di quello dello Stato. Preannuncia, da ultimo, la presentazione di emendamenti volti a modificare gli articoli citati allo scopo di rispettare il dettato della Corte costituzionale.

Gianni MANCUSO (AN) osserva come i primi a non reputare valido il disegno di legge finanziaria in esame siano proprio i colleghi della maggioranza, che in questi giorni non hanno perso occasione per criticarlo sulla stampa. Ricorda inoltre come nella giornata di ieri la Corte dei Conti abbia criticato tale disegno di legge, giudicandolo troppo sbilanciato sul versante delle entrate. Dopo aver ricordato come sempre ieri il Governo abbia accordato una riduzione dei tagli sugli enti territoriali, sottolinea come sarebbe stato più opportuno impostare la manovra di bilancio sulla riduzione degli sprechi sulla pubblica amministrazione e su una seria riforma del sistema previdenziale, al fine di rinnovare il patto intergenerazionale. Giudica poi sovrastimate le entrate che si prevede derivino dal recupero dell'evasione fiscale e stigmatizza le affermazioni non rispondenti al vero del Presidente del Consiglio sulla volontà di aiutare il ceto medio. Giudica altresì folle l'intervento sul trattamento di fine rapporto «inoptato», che priva le imprese di risorse rilevanti, e ricorda come i giovani imprenditori del settore turistico abbiano espresso le loro forti preoccupazioni per l'introduzione di una vera e propria tassa sul turismo. Denuncia poi il taglio del 30 per cento delle risorse per l'emissioni peace keeping e la cancellazione della possibilità di destinare alle organizzazioni ONLUS e alla ricerca scientifica il 5 per mille dell'IRPEF. Esprime altresì preoccupazione per le conseguenze che potranno derivare agli ordini professionali dall'eventuale approvazione delle disposizioni di cui all'articolo 42. Quanto ai ticket, rileva come il Centrosinistra abbia un atteggiamento curiosamente oscillante, propenso com'è a eliminare i ticket a fine legislatura ed a reintrodurli all'inizio. Quanto alle strutture di pronto soccorso, riconosce il problema nei termini in cui lo ha esposto il deputato Baiamonte, pur ritenendo necessario un approfondimento sulle possibili soluzioni. Sottolinea infine la scarsità delle risorse stanziate per il Fondo per la non autosufficienza, che contrastano singolarmente con le critiche mosse dal Governo dall'allora opposizione nella passata legislatura.

Gino BUCCHINO (Ulivo) dichiara di non comprendere molte delle critiche rivolte dai colleghi dell'opposizione al disegno di legge finanziaria, che a suo avviso rappresenta invece un provvedimento


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di svolta in ambito sanitario. Al riguardo, ricorda come l'Italia si collochi per taluni aspetti agli ultimi posti nel mondo in materia sanitaria, come dimostra ad esempio l'arretratezza nel ricorso all'anestesia epidurale. Quanto alla reintroduzione del ticket per determinate prestazioni, pur riconoscendo che tale misura probabilmente non darà grandi risultati in termini di incremento delle entrate, ne sottolinea tuttavia il valore educativo nel caso dei referti di accertamenti diagnostici non ritirati e, in certa misura, anche nel caso delle ricette mediche, in quanto ritiene che occorra responsabilizzare cittadini e medici rispetto ad un ricorso troppo spesso disinvolto ed ingiustificato a simili prestazioni. Sottolinea inoltre come con il presente disegno di legge finanziaria si compiano importanti passi avanti sul terreno della responsabilità, come dimostra anche l'accordo sul piano di rientro del disavanzo raggiunto con alcune regioni. Con riferimento agli interventi sulla medicina preventiva, sulla cui utilità certamente concorda con il deputato Baiamonte, osserva come non sia sufficiente invocare lo stanziamento di maggiori risorse, ma occorra anche in questo caso maggiore attenzione e responsabilità da parte dei medici. Quanto alla completa introduzione delle tessere sanitarie, di cui pure riconosce l'utilità, tiene tuttavia a rilevare come non sia certo questo l'ambito in cui si gioca il confronto con gli altri Paesi. Dichiara infine il proprio totale disaccordo rispetto alle affermazioni del deputato Baiamonte circa la necessità di fare ricorso a infermieri extra comunitari e auspica che questo tipo di riferimenti possa essere messo da parte nel prosieguo della discussione.

Giovanni Mario Salvino BURTONE (Ulivo) esprime un giudizio pienamente positivo sul disegno di legge finanziaria, sottolineando che esso muove da una situazione di dissesto dei conti pubblici. Desidera quindi contrastare molte delle critiche espresse dai deputati dell'opposizione, che sono a suo avviso strumentali e demagogiche. Rispondendo al deputato Mancuso sul tema delle risorse, ricorda come il fondo sanitario nazionale sia stato incrementato di quattro miliardi di euro rispetto al 2005 e come tale incremento sia stato giudicato congruo dalle regioni, che nella scorsa legislatura non hanno potuto contare su un quadro di risorse certe. Rileva inoltre come si sia proceduto a rifinanziare iniziative per l'adeguamento tecnologico in ambito sanitario, specie nel meridione, in considerazione della peculiare situazione che caratterizza questa parte del territorio nazionale. Giudica altresì positivo che si sia deciso di sfidare le regioni introducendo la previsione di risorse a carattere premiale. Rispondendo ai deputati Palumbo e Baiamonte in ordine alle previsioni di cui all'articolo 101, si chiede se sia giusto lamentarsi della maggiore compartecipazione della regione siciliana alla spesa sanitaria relativa al suo territorio, senza contemporaneamente interrogarsi sul carattere parassitario e clienterale di tale spesa e sull'enorme quantità di sprechi che ne riducono l'efficacia. Quanto alla reintroduzione dei ticket, dopo aver rilevato che in molte regioni essi sono già stati reintrodotti, evidenzia come troppo spesso si taccia colpevolmente sul fatto che una fascia di cittadini a basso reddito continuerà ad essere esente per ragioni di reddito, di età o perché affetta da particolari patologie, e a non pagare quindi alcun ticket. Passando a trattare del pronto soccorso, rileva come in quest'ambito certamente esista un problema di appropriatezza degli interventi, ma condivide l'invito a spostare il piano della discussione sui mezzi più idonei a fornire assistenza sanitaria continua ai cittadini. Rispondendo poi al deputato Mancuso sul venir meno della possibilità di destinare il 5 per mille dell'IRPEF alle organizzazioni ONLUS o alla ricerca scientifica, invita il Governo a spiegare anche in questa sede come si sia trattato di un mero errore materiale, dovuto alla convinzione che tale possibilità fosse stata introdotta stabilmente, e non per il solo 2006. Sottolinea quindi l'aumento delle


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risorse destinate agli assegni familiari e delle detrazioni per carichi di famiglia, nonché di introduzione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori precari e dell'indennità di maternità per le lavoratrici a contratto. Esprime infine un giudizio positivo sulla decisione di reintrodurre, seppure in via sperimentale, il reddito minimo di inserimento.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UDC) si sofferma in particolare sulle politiche per la famiglia e, dunque, sulle misure di cui agli articoli 192 e 193 del disegno di legge finanziaria. Al riguardo, osserva come l'articolo 192 incrementi di 215 milioni di euro annui nel triennio 2007-2009 il Fondo per le politiche della famiglia, somma che, di per sé, apparirebbe apprezzabile. Rileva tuttavia come la stessa norma indichi tutta una serie di finalità del Fondo, che poco o nulla hanno a che fare con il sostegno alle famiglie, ma servono piuttosto ad assicurare il funzionamento delle istituzioni. Ritiene pertanto che, a fronte delle sedici tipologie di intervento elencate nell'articolo in esame, lo stanziamento di 215 milioni annui risulti del tutto insufficiente. Nello specifico, dichiara anche di non comprendere il riferimento, contenuto nell'elenco di interventi cui è destinato il Fondo, alle iniziative di conciliazione del tempo di vita e di lavoro. Passando a trattare dell'articolo 193, ricorda che esso prevede un piano straordinario per gli asili nido, i servizi integrativi e gli asili aziendali, per il cui finanziamento, tuttavia, si fa nuovamente rinvio al Fondo di cui all'articolo 192, che alla stregua di queste indicazioni risulta tanto più insufficiente. Si chiede perciò come si possa cercare di raggiungere gli obiettivi fissati nella Strategia di Lisbona in materia di strutture per l'infanzia con le scarsissime risorse di cui si è detto. Alla luce di quanto esposto, ritiene non si possa in alcun modo sostenere di essere in presenza di un disegno di legge finanziaria a favore delle famiglie, laddove esso contiene piuttosto interventi contrari ai loro interessi. Cita ad esempio la soppressione della clausola di salvaguardia, introdotta nel 2002, in base alla quale si poteva optare per il regime più favorevole tra quello delle detrazioni e quello delle deduzioni fiscali. Dichiara di non comprendere le ragioni che hanno spinto il Governo ad eliminare questa clausola e si chiede se ciò non dipenda dalla volontà di penalizzare i ceti medi. Si sofferma quindi sull'assenza di disposizioni relative agli incapienti, i quali finiranno per non godere di alcun beneficio fiscale in quanto non è prevista la cosiddetta tassa negativa: un padre di famiglia in situazione di povertà e con un figlio appena maggiorenne, ad esempio, finirebbe per non ricevere alcun aiuto fiscale. Denuncia altresì l'assenza di politiche per la casa e di politiche a sostegno delle giovani coppie e rileva come, sotto questo profilo, il disegno di legge finanziaria perseveri nella tendenza, purtroppo consolidata negli anni, a favorire soltanto le famiglie più anziane e con pochi figli. Sottolinea inoltre che il ritorno a meccanismi di detrazione, in luogo delle deduzioni, penalizzerà tutti i contribuenti, a prescindere dalle fasce di reddito, in quanto aumenterà l'imponibile sul quale verranno applicate le addizionali che comuni e regioni potranno introdurre. Osserva poi che le detrazioni per carichi di famiglia decrescono con l'aumentare del reddito, fino ad azzerarsi, e ciò per la dichiarata volontà del Governo di favorire i ceti meno abbienti. Si chiede tuttavia, allora, perché altri benefici fiscali, come ad esempio quelli a favore di chi acquista frigoriferi, siano fissi e non tengano conto del reddito, finendo così per configurare un regime fiscale complessivamente più favorevole per l'acquisto di determinati beni che non per i carichi di famiglia. Sottolinea altresì che, mentre si stanziano appena 50 milioni di euro per il Fondo per la non autosufficienza, se ne prevedono 60 milioni a favore di produzioni cinematografiche di scarso interesse. Con riferimento poi agli assegni per il nucleo familiare di cui all'articolo 4 del disegno di legge finanziaria, che a detta del


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deputato Burtone sarebbero aumentati, fa notare che nella disposizione citata si fa riferimento ai «nuclei familiari fino a tre figli»: ritiene pertanto che il Governo debba chiarire cosa si prevede per le famiglie che abbiano più di tre figli. Ricorda poi che l'assunzione di 150 mila nuovi insegnanti nella scuola, di cui all'articolo 66, comma 1, lettera c), del disegno di legge finanziaria, rappresenta una misura di grande interesse anche per le famiglie, ma appare sprovvista, a suo avviso, di adeguata copertura finanziaria. Dopo aver evidenziato l'irrisorietà delle risorse destinate all'abbattimento delle barriere architettoniche, esprime un giudizio complessivo decisamente negativo su un disegno di legge finanziaria che ritiene assai deludente.

Francesco Paolo LUCCHESE (UDC) ricorda come, nel corso della discussione sul Documento di programmazione economico-finanziaria, avesse avuto modo di dichiarare che quel documento costituiva una sorta di libro dei sogni, seppur non privi di lati oscuri; osserva tuttavia che la realtà che emerge ora con la presentazione del disegno di legge finanziaria, è ben peggiore. Evidenzia infatti come si tratti di un provvedimento che non contiene alcuna riforma strutturale, neanche in ambito sanitario. Rileva quindi le contraddizioni contenute nell'intervista del Ministro Turco pubblicata lo scorso 3 ottobre, nella quale si accusava l'ex Ministro Storace di aver sottostimato il fabbisogno della spesa sanitaria regionale e, contemporaneamente, di aver perso il controllo del tendenziale della spesa sanitaria. Al riguardo, osserva come il più alto tendenziale della spesa sanitaria degli ultimi anni si sia registrato nei precedenti cinque anni di Governo del Centrosinistra. Rileva altresì come il patto con le regioni, tanto esaltato dallo stesso Ministro della salute nella citata intervista, sia in realtà un patto scellerato. Ricorda quindi le disposizioni di interesse della Commissione originariamente contenute nel disegno di legge finanziaria e stralciate dal Presidente della Camera, con particolare riguardo alle norme in materia di dipendenza da alcol, rispetto alle quali osserva come il Governo appaia più preoccupato di contrastare l'uso dell'alcol che non quello delle droghe. Ritiene inoltre senz'altro sbagliata la riduzione delle spese per il personale, per gli anni 2007, 2008 e 2009, dell'1,4 per cento rispetto al 2004, di cui all'articolo 60 del disegno di legge finanziaria. Dichiara inoltre di non condividere l'introduzione del ticket per chi si reca presso una struttura di pronto soccorso e viene classificato con il cosiddetto «codice verde». Quanto poi al ticket per il mancato ritiro dei referti degli accertamenti diagnostici, fa presente come il deputato Bucchino abbia forse, in quanto eletto all'estero, una rappresentazione inesatta della reale attività dei medici italiani e come le sue affermazioni possano risultare eccessive e offensive per gli stessi medici, anche se riconosce che può esservi talvolta un ricorso eccessivo agli accertamenti diagnostici; in proposito, reputa comunque più condivisibile l'intervento del deputato Baiamonte. Evidenzia quindi la scarsità degli stanziamenti per la ricerca di cui all'articolo 93, mentre osserva che lo stanziamento per lo screening oncologico di cui all'articolo 89, comma 4, serva esclusivamente ad accontentare le regioni meridionali. Rileva altresì come la Fondazione per la promozione dello sviluppo della ricerca avanzata nel campo delle biotecnologie, per la quale l'articolo 190 sopprime l'autorizzazione di spesa, sia una struttura di alto livello già funzionante e come probabilmente le ragioni per cui si intende penalizzarla siano di carattere politico. Si sofferma quindi sull'articolo 101 e rispondendo al deputato Burtone, fa notare come anche altre regioni, oltre la Sicilia, abbiano sforato il tetto della spesa sanitaria e come le sue considerazioni sulla situazione della sanità siciliana appaiano eccessivamente critiche. Quanto poi, nello specifico, all'innalzamento della compartecipazione della regione siciliana alla spesa sanitaria, si chiede perché non si proceda analogamente a quanto, all'articolo 102 si fa


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per la Sardegna, attribuendo cioè alla regione tutte le entrate riferibili al suo territorio. Lamenta quindi la scarsità di risorse per le famiglie, le politiche giovanili, la non autosufficienza e le pari opportunità. Segnala come invece, all'articolo 200, comma 2, peraltro stralciato, il Governo avesse individuato le risorse sufficienti a finanziare l'Istituto per il Lavoro dell'Emilia Romagna, forse perché questa regione, a differenza della Sicilia, è governata dal Centrosinistra. Conclusivamente, osserva come il disegno di legge finanziaria non effettui tagli rilevanti, mentre aumenta la pressione fiscale.

Mariza BAFILE (Ulivo), rispondendo al deputato Lucchese, spiega che i cittadini italiani che vivono all'estero spesso conoscono la realtà italiana e, per giunta, anche quella di altri paesi, che spesso può costituire un utile termine di paragone. Rileva peraltro come il deputato Bucchino, con il quale il collega Lucchese ha polemizzato, si sia limitato a rilevare l'esistenza di alcune carenze nella rete dell'assistenza sanitaria, circostanza che, peraltro, è stata segnalata anche da deputati dell'opposizione. Pur comprendendo che la reintroduzione dei ticket si presti a facili critiche demagogiche, ritiene che debba essere risolto il problema del sovraffollamento delle strutture di pronto soccorso. Complessivamente, osserva come la finanziaria affronti in un modo serio i problemi del settore sanitario, concordando con le regioni gli interventi più rilevanti.

Mimmo LUCÀ, presidente, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani, giovedì 12 ottobre, alle ore 10, ricordando che il termine per la presentazione di proposte di relazione, di emendamenti e ordini del giorno è stato fissato a venerdì 13 ottobre, alle ore 16.

La seduta termina alle 16.50.