X Commissione - Resoconto di giovedì 12 ottobre 2006


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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 12 ottobre 2006. - Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE. - Intervengono il sottosegretario per lo sviluppo economico Alfonso Gianni e il sottosegretario dell'università e la ricerca Nando Dalla Chiesa.

La seduta comincia alle 9.15.

Conversione in legge del decreto-legge 3 ottobre 2006 n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria.
C. 1750 Governo.
(Parere alle Commissioni V e VI).
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Marilde PROVERA (Rifondazione Comunista) attribuisce alla manovra finanziaria nel suo complesso il merito di non gravare sui ceti medio-bassi, invertendo una tendenza che negli ultimi anni ha creato un enorme gap fra i redditi percepiti dai ceti medio-alti e i redditi della gran parte della popolazione.
Considera inoltre non fondato l'argomento in base al quale una minore pressione fiscale diminuirebbe l'evasione e l'elusione, e considera apprezzabili le misure contenute in materia nel decreto-legge in esame. Ciò che sarebbe veramente auspicabile è l'emergere di una maggiore corrispondenza tra tributi pagati e servizi forniti ai cittadini, al fine di rendere evidente nella percezione generale la corrispondenza fra ciò che si è pagato a livello di tributi e i servizi che lo Stato


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eroga, e parlando di servizi che rendono chiara questa percezione occorre fare riferimento in primis al Servizio sanitario nazionale.
Apprezza gli sforzi compiuti al fine di ridurre il peso gravante sui Comuni dalle riduzioni di trasferimenti di risorse previste dalla manovra, auspicando peraltro ulteriori interventi in tal senso e precisando altresì di ritenere una via efficace per evitare un innalzamento dei tributi da parte dei Comuni quella di aumentare l'aliquota di tassazione relativa alle rendite finanziarie oltre il 20 per cento attualmente previsto.
In relazione alle materie di più stringente competenza della Commissione rileva spunti interessanti in relazione al rilancio delle imprese, che per la prima volta da anni hanno un vero incentivo allo sviluppo; di grande momento anche l'investimento che si fa nella materia energetica, non tanto per l'ipotesi di prevedere l'installazione di rigassificatori, avversati peraltro dalle popolazioni interessate, quanto per gli interventi volti a incentivare le fonti rinnovabili e le energie alternative, ritenendo gli investimenti in tali settori investimenti capaci non solo di salvaguardare l'ambiente ma anche di contribuire allo sviluppo di tecnologie nelle quali l'Italia può diventare leader. Vi sono dunque nella manovra nel suo complesso scelte importanti, anche se vi sono naturalmente anche zone d'ombra: ad esempio, a suo parere, non si è fatto abbastanza in direzione della stabilizzazione dell'impiego, in particolare nei settori della pubblica amministrazione e della scuola.
Condivide infine le norme in materia di TFR, evidenziando che esse tendono a salvaguardare i diritti dei lavoratori e evidenziando inoltre che già oggi è comunque l'INPS a farsi carico di pagare i trattamenti di fine rapporto in tutti quei casi in cui le imprese non hanno sufficienti risorse.

Daniele CAPEZZONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747 Governo.

Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 14: Stato di previsione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 17: Stato di previsione del Ministero dell'Università e della Ricerca (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 19: Stato di previsione del Ministero del Commercio Internazionale.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito esame congiunto, ai sensi dell'articolo 120, comma 5, del Regolamento e rinvio)

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti in oggetto, rinviato nella seduta di ieri.

Domenico TUCCILLO (Ulivo) pur premettendo che ritiene fisiologico che uno strumento importante come la legge finanziaria possa essere fonte di critiche e dispute tra le varie parti politiche, rimarca la portata riformatrice della manovra, la quale non solo si pone l'obiettivo di risanare la negativa situazione dei conti pubblici ereditata dal precedente Governo ma tenta anche con strumenti concreti di rilanciare l'economia anche attraverso la lotta all'evasione fiscale.
Esprime peraltro apprezzamento per alcune osservazioni formulate dall'opposizione, evidenziando comunque la necessità che vengano proposte oltre che critiche anche proposte alternative.
Trova ad esempio poco utile indicare le disposizioni relative al TFR quali «scippi


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alle imprese», mentre l'attenzione poteva essere più utilmente focalizzata sul rischio che corrono i fondi pensione.
Per quel che riguarda le norme di più stretta competenza della Commissione, apprezza innanzitutto, per quel che riguarda il Mezzogiorno, che la manovra finanziaria prevede interventi importanti sia in relazione all'incremento delle risorse per le infrastrutture sia in relazione alla disciplina sul cuneo fiscale. Occorre altresì rilevare che il precedente Governo aveva smantellato tutti gli strumenti esistenti volti a favorire lo sviluppo del Mezzogiorno. Ritiene importante inoltre per lo sviluppo delle imprese che la manovra preveda la concessione di un credito d'imposta attraverso criteri automatici, eliminando quindi il ricorso a criteri discrezionali.
Segnala peraltro quale elemento critico della manovra quello della mancata previsione di uno strumento a disposizione del Parlamento per il controllo delle modalità di utilizzo delle risorse che confluiscono nel Fondo relativo agli incentivi in favore delle imprese di cui all'articolo 104 del disegno di legge finanziaria Ritiene inoltre importante chiarire meglio la portata delle disposizioni contenute nell'articolo 21, relativo alle cosiddette «zone franche», in particolare evidenziando che si perseguono alcune finalità in modo non del tutto chiaro. Solleva inoltre alcune perplessità in merito alla circostanza che gli interventi di cui al citato articolo 21 siano destinati a diventare operativi solo a partire dal 2008.

Luigi D'AGRÒ (UDC) ritiene che la manovra di bilancio non sia affatto connotata da equità e sviluppo, contestando inoltre la ricostruzione in base alla quale i risultati negativi dell'economia di un Paese siano sempre da attribuire all'opera del governo precedente piuttosto che ai provvedimenti e alle misure adottate nell'arco di periodi di tempo più ampi da governi di orientamento politico diverso che si alternano alla guida del Paese.
Ritiene peraltro che se a questa ricostruzione si volesse aderire, si dovrebbe allora concludere che il maggior gettito delle entrate pari a 23 miliardi di euro registrato nell'ultimo anno è ascrivibile ai meriti del governo di centro-destra.
Relativamente alla politica fiscale, esprime il convincimento che una politica di repressione e controllo sia poco efficace al fine di combattere l'evasione fiscale, preferendo sistemi che privilegiano la creazione di interesse all'emersione da parte del cittadino, ad esempio la previsione della detraibilità di vari tipi di spese. Ritiene infatti che una pressione fiscale troppo elevata incentivi l'evasione fiscale, evidenziando a supporto di tale tesi che nella ultima legislatura la riduzione delle aliquote IRPEF ha generato un aumento delle entrate.
Si dichiara contrario a una politica che tenda a tassare maggiormente le rendite finanziarie, ricordando che gli investimenti dall'estero nei titoli pubblici italiani sono essenziali per un Paese dal debito pubblico elevato come il nostro, e la loro tassazione era stata tenuta bassa proprio per evitare la fuga di tali capitali e garantire in qualche modo il debito pubblico.
Rileva, con riferimento alle previsioni della legge di bilancio, che si registrano preoccupanti diminuzioni per quel che riguarda gli stanziamenti afferenti alle unità previsionali di base relative all'«artigiancassa» e alla «promozione del made in Italy»; ritiene altresì insufficienti le risorse stanziate in favore del Fondo per la competitività e lo sviluppo, rilevando altresì che gran parte delle risorse confluite nel nuovo Fondo derivano dal blocco delle risorse relative a contratti di programma già stipulati.
Per quel che riguarda il settore dell'energia, esprime un orientamento contrario a una politica che miri esclusivamente ad incentivare le fonti rinnovabili o la costruzione di rigassificatori, sia perché l'energia prodotta da fonti rinnovabili non può garantire il soddisfacimento di tutta la domanda di energia, sia perché puntare sui rigassificatori comporta la prosecuzione di una situazione di dipendenza che verrebbe solamente traslata dal petrolio al gas. Evidenziando e stigmatizzando inoltre la situazione di dipendenza in cui versa


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l'Italia nei confronti della Russia per quel che riguarda l'approvigionamento energetico, indica quale unica soluzione possibile ai problemi energetici l'incentivazione del settore nucleare.
Critica inoltre le norme riguardanti i diritti sui brevetti, non condividendo la scelta di privilegiare le Università e le pubbliche amministrazioni rispetto ai privati, i quali devono affrontare spese notevoli per l'ottenimento di un brevetto, ciò che spiega la bassa percentuale di nuove invenzioni che si registrano ultimamente in Italia.
Non condivide la scelta di unificare in unico Fondo le risorse per la ricerca, chiarendo che al fine di migliorare l'efficacia delle spese per la ricerca è importante meglio chiarire gli obiettivi della spesa stessa.Ritiene inoltre importante compiere un'opera di rivitalizzazione di enti che istituzionalmente dovrebbero occuparsi di ricerca come l'ENEA e il CNR, ma che nella realtà dei fatti non svolgono in maniera appropriata la loro funzione.
Non considera inoltre veramente capaci di accrescere lo sviluppo gli interventi in materia di cuneo fiscale e di TFR, in quanto tali interventi costituiscono esclusivamente una partita di giro che non comporta un vero incremento delle risorse a favore delle imprese.
Ritiene peraltro che le norme sul cuneo fiscale avrebbero dovute essere caratterizzate da maggiore selettività riguardo ai settori industriali da incentivare, rilevando in generale che il problema del sistema produttivo italiano è quello di essere fossilizzato su alcuni settori come quello manifatturiero e di non essere invece orientato verso il settore dei servizi.
Sottolinea che non vi è stata un vera ripresa dell'economia italiana - come da più parti indicato - in quanto essa è in realtà dovuta ad una ripresa dell'industria manifatturiera in Germania, che ha trainato anche la nostra economia.
Sottolinea in particolare che uno dei problemi più gravi che riguardano il sistema produttivo italiano consiste nella mancanza di un'organizzazione che consenta di «chiudere la filiera», con la conseguenza che la distribuzione dei prodotti rimane affidata alle grandi imprese di distribuzione estere, ricordando infine che i problemi dell'economia italiana spesso costringono gli imprenditori a cedere le loro imprese più che ad accrescere gli investimenti sulle stesse.

Andrea LULLI (Ulivo), ritiene doveroso chiarire, in relazione ad alcuni interventi svolti, che il problema non è certo quello di accusare chi ha governato prima, ma sono i dati reali, che vedono da molti anni l' Italia crescere di meno non del resto del mondo, ma del resto dei Paesi europei. D'altro canto, il livello del debito pubblico è ingentissimo: su questi dati non ha forse senso attribuire colpe, che forse dovrebbero risalire troppo indietro nel passato, ma senza dubbio occorre operare per il cambiamento. In merito alla tassazione delle rendite finanziarie, richiamata dal collega D'Agrò, ritiene che bisogna chiarire che modello di Paese si persegue, se si punta su un Paese basato sulla rendita, ovvero se si vuole costruire un Paese basato sullo sviluppo, sulle capacità produttive. Questo è il nodo che si deve chiarire.
In merito alla realizzazione delle infrastrutture nel Paese, esprime la sua personale posizione, che è quella che l'Italia non possa farne a meno e che quindi devono essere superati tutti gli impedimenti sollevati dalle popolazioni coinvolte: in caso contrario si rischia di bloccare lo sviluppo e la modernizzazione del Paese.
Inoltre, l'obiettivo ultimo della manovra finanziaria (invertire la tendenza all'incremento del debito pubblico) a suo parere è giustamente ambizioso e si pone in un'ottica di struttura, quindi non sarebbe stato sufficiente affrontare una finanziaria con numeri più esigui di quelli prospettati. Si deve essere peraltro realisti: la situazione da cui si è partiti era quella di un totale stallo negli investimenti, che erano esauriti; del resto, l'aumento delle entrate tributarie, dato a cui si ricorre per avvalorare la tesi di un buon governo del centro destra, è dovuta ad entrate una tantum, che si ripercuoteranno in diminuzioni


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delle entrate dei prossimi anni. La situazione economica è questa, e con la presente manovra, partendo da questi dati c'è il tentativo di rilanciare lo sviluppo con attenzione anche all'equità sociale. Che ci si possa riuscire non è affatto scontato, ma questo è il tentativo.
In merito alle critiche mosse alla misura del cuneo fiscale, rileva che una certa selettività nell'intervento c'è, sono state infatti escluse assicurazioni e banche, ma certo era difficile pensare di andare oltre: chi stabilisce infatti se un'impresa è innovativa o meno? Inoltre, non ritiene affatto che la manovra cuneo fiscale-TRF sia una partita di giro, né che sul TFR sia stato effettuato uno scippo a danno delle imprese. La criticità della manovra sul cuneo fiscale è semmai costituita dal fatto che alla piccola impresa (quella per intenderci con 8-9 addetti) non arrivano risorse: questo è il problema reale e su questo si appella al Governo.
Altro punto di criticità a suo parere è la tassazione del 10 per cento sull'apprendistato: due sono le possibilità, o si ritiene che i contratti di apprendistato nascondano altre forme di rapporto di lavoro, ed allora devono essere colpiti, oppure è insensato penalizzare questa forma di ingresso nel mondo del lavoro. Questi sono punti di sofferenza cui si deve mettere riparo.
Non trova invece obiezioni da muovere sul trasferimento del TFR all'INPS, poiché si tratta di fondi inoptati di proprietà del lavoratore e che, attraverso lo spostamento effettuato, possono essere utilizzati con effetti positivi per il Paese.
Osserva quindi che il confronto in Parlamento è aperto, ma ritiene che l'accusa di eccesso di dirigismo a proposito dei fondi di investimento diretti all'innovazione sia esagerata: qualche indicazione di priorità non è infatti da condannare, favorire il decollo di alcune linee di sviluppo è ammissibile, è stato fatto anche altrove, ad esempio in Francia. Trova invece molto corretta la richiesta che tutta la politica su questa materia sia portata a piena conoscenza del Parlamento, attraverso una relazione dedicata che possa essere presa annualmente in esame dalla Commissione.

Alfonso GIANNI, sottosegretario per lo sviluppo, svolge una considerazione preliminare: crede che non si possa affrontare la discussione sulla manovra finanziaria con il retropensiero che comunque il governo non cambierà alcunché, anche perché basta leggere i giornali per capire che non è vero. Il governo difenderà la sua manovra ma in uno spirito di dialogo, e comunque anche nella discussione svolta oggi sono state segnalate luci ed ombre da parte di tutti, anche di esponenti della attuale maggioranza.
Nel merito dei problemi sollevati, ritiene che l'attenzione al Mezzogiorno sia evidente nelle parti della legge finanziaria relative alla politica industriale, ma ritiene anche importante che questa attenzione sia prestata nell'ambito di una politica industriale che è e resta unitaria. Sulla destinazione dei fondi per l'innovazione, ritiene che ci siano le indicazioni di aree tecnologiche prioritarie che possono essere in futuro veramente competitive.
Per quanto concerne la materia dell'energia, ritiene che il fabbisogno energetico, entro il 2015, dovrà essere incentrato al 50 per cento su petrolio e gas: certo, si tratta sempre di dipendenza dall'estero, ma sul nucleare ritiene impossibile investire, anche perché non c'è tranquillità sul fronte sicurezza; restano il carbone pulito, su cui forse occorrerà riflettere, e le fonti rinnovabili, che devono essere fortemente incentivate, ed è ciò che la legge finanziaria si propone di fare. Sui brevetti, ritiene che le misure previste, anche in relazione alla non gratuità, possano contribuire a mettere ordine nel caos attuale; comunque l'orientamento del governo è quello di favorire la titolarità dei diritti in capo alla struttura che produce il brevetto, che fa ricerca, senza naturalmente colpire i diritti individuale del ricercatore.
In merito al TFR, osserva che vi è un'apertura di confronto di cui non è ancora intuibile l'esito; il suo personale


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parere è che queste risorse sono costituite da salari differiti, quindi nella piena disponibilità dei lavoratori.

Nando DALLA CHIESA, sottosegretario dell'università e della ricerca, in merito al Fondo unico per la ricerca, sottolinea che esso consente più flessibilità per sostenere i progetti ritenuti più meritevoli, e quindi è a suo parere uno strumento efficiente. Il Governo è consapevole che gli enti di ricerca soffrono di burocrazia, ed infatti prevede di intervenire in merito sia alle future nomine della dirigenza che sull'assetto interno, Non trova invece giustificati i timori di dispersione e parcellizzazione degli investimenti per la ricerca, poiché l'orientamento è quello di selezionare i grandi settori nei quali intervenire.
Infine, in merito ai brevetti, ritiene che la titolarità debba essere quanto più possibile pubblica, e che deve essere innovato il rapporto università-ricerca-impresa: le relazioni vanno intensificate con l'ingresso delle imprese nelle università e ci sono in questo senso progetti-pilota.

La seduta termina alle ore 11.