V Commissione - Resoconto di marted́ 17 ottobre 2006


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SEDE REFERENTE

Martedì 17 ottobre 2006. - Presidenza del presidente Lino DUILIO, indi del vicepresidente Giuseppe OSSORIO. - Intervengono il viceministro per l'economia e le finanze Vincenzo Visco e i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Nicola Sartor e Alfiero Grandi.

La seduta comincia alle 9.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei disegni di legge in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Lino DUILIO, presidente, ritiene che l'intervento in Commissione del Viceministro per l'economia e le finanze Vincenzo Visco, potrà consentire un approfondimento sulla parte della manovra di finanza pubblica relativa alle entrate. Preannuncia inoltre che l'audizione prevista nella seduta di oggi del Ministro per la funzione pubblica sarà rinviata ad altra data.

Il Viceministro per l'economia e le finanze Vincenzo VISCO svolge una relazione sulle linee generali degli interventi in materia fiscale contenuti nella manovra finanziaria (vedi allegato).

Lino DUILIO, presidente, ringrazia il Viceministro per l'economia e le finanze Vincenzo Visco per il suo contributo organico e puntuale. Gli duole constatare come le sedi proprie di confronto su alcune importanti tematiche siano scarsamente partecipate dai colleghi della minoranza.

Massimo GARAVAGLIA (LNP) premette che la visione della politica fiscale della Lega Nord appare opposta a quella prospetta dal Viceministro Visco, la Lega Nord infatti non crede nell'instaurazione di un regime di polizia fiscale che si colloca in un ottica non più attuale, ma


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nell'implementazione della fiducia dei contribuenti.
Per quanto concerne la disposizione relativa alla sanzione derivante dalla mancata emissione dello scontrino fiscale, preannuncia la presentazione di un emendamento volto ad eliminare la necessità dell'emissione di uno scontrino fiscale. Su tale questione chiede l'opinione del viceministro Visco. Non individua nell'azione del Governo la medesima determinazione prestata su altri fronti in tema di lotta al fenomeno del lavoro in nero, su cui ritiene che bisogna agire più pesantemente. In particolare rileva come sia minima l'azione di contrasto al lavoro in nero dei lavoratori dipendenti e dei pensionati giovani. Suggerisce per i dipendenti della pubblica amministrazione che svolgano illecitamente un secondo lavoro l'introduzione di apposite sanzioni, che al momento mancano. Chiede al viceministro Visco se una famiglia del nord Italia formata in media da padre e madre che lavorano e da un figlio andrà a guadagnare o a perdere reddito con i nuovi moduli di tassazione previsti nel nuovo disegno di legge finanziaria. Infine auspica un corretto utilizzo della discrezionalità dell'Agenzia delle entrate nell'utilizzo dell'ingente massa di dati informatici che vengono accumulati sui contribuenti italiani.

Daniela GARNERO SANTANCHÈ (AN) osserva, con riguardo ai rilievi formulati dal presidente Duilio, che nelle audizioni già effettuate anche gli auditi hanno avuto poco rispetto dei membri della Commissione, ricordando come i rappresentanti apicali dei sindacati si siano allontanati senza rispondere personalmente alle domande a loro poste.
Osserva che il disegno di legge finanziaria appare largamente basato su maggiori entrate, e giudica che si sia ecceduto in modo particolare in tema di tassazione delle successioni e donazioni. Mentre è certo che la pressione fiscale aumenta, restano dubbi i risultati della lotta all'evasione. Da tabelle apparse sulla stampa quotidiana pare che anche le famiglie che hanno reddito inferiore ai 40.000 euro annui siano incise in modo negativo dalla manovra di finanza; chiede pertanto al viceministro che faccia predisporre da parte degli uffici un'apposita simulazione dell'impatto dei nuovi moduli di tassazione sulle varie fasce di reddito. Chiede inoltre se il viceministro non ritiene che la maggiore pressione fiscale prevista nel disegno di legge finanziaria porterà in definitiva a minori consumi e a una fase di recessione dell'economia.

Alberto GIORGETTI (AN) rileva preliminarmente come il calendario dei lavori registri una sovrapposizione di impegni tali da non consentire un esame sereno.
Chiede quindi al Viceministro Visco se crede che le previsioni di entrata derivanti dalla lotta per l'evasione siano forse sovrastimate. Sul federalismo fiscale chiede al Viceministro se la strada che il Governo intende seguire è quella indicata nel disegno di legge finanziaria ovvero se il Governo abbia altri ulteriori intendimenti in materia.

Laura RAVETTO (FI) chiede chiarimenti al Viceministro sull'implementazione del piano di Lisbona nonché sulle disposizioni riguardanti i distretti industriali e la destinazione del trattamento di fine rapporto. Sulla selettività delle misure riguardanti il cuneo fiscale chiede un chiarimento su quale sia il criterio utilizzato per escludere imprese difficilmente assimilabili quali, ad esempio, banche e imprese che attendono al ciclo della raccolta e del riutilizzo dei rifiuti.

Francesco PIRO (Ulivo), relatore, si dichiara d'accordo con la strategia di politica fiscale esposta dal Viceministro Visco, che può riassumersi nel principio secondo cui tutti devono pagare il giusto affinché tutti possano pagare meno. Con particolare riguardo alle piccole imprese che versano in condizione di debolezza e marginalità sul mercato, rileva come le misure tributarie abbiano effetto immediato, mentre le misure compensative, previste per tale imprese, non hanno effetto immediato,


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sicché può determinarsi una situazione di crisi immediata a carico di queste stesse imprese. Chiede pertanto al viceministro quali misure intende adottare per evitare uno scenario del genere.

Salvatore IACOMINO (RC-SE) chiede al Viceministro Visco se la norma relativa alla trasmissione dell'elenco dei fornitori che si configura come un utile strumento per la lotta all'evasione, possa essere estesa all'inventario fisico del magazzino, individuando comunque un limite minimo.

Adriano MUSI (Ulivo) ritiene che il previsto potenziamento dei controlli sia un fatto positivo, anche se andrebbero valutati i tempi di irrogazione delle eventuali sanzioni, attualmente eccessivamente lunghi ed incerti. Suggerisce al Governo di evitare la proposizione di disposizioni che si prestano a facili strumentalizzazioni, come quella in materia che prevede la sospensione delle attività commerciali a seguito della mancata emissione dello scontrino, anche se comunque la conservazione di una documentazione cartacea che costituisca prova degli affari trattati resta in definitiva sempre necessaria al fine di effettuare i controlli fiscali. In merito agli studi di settore, osserva che essi configurano una presunzione forse troppo automatica del reddito anche in considerazione del fatto che essi vengono aggiornati ogni tre anni e non invece annualmente. Quanto alle disposizioni relative alla destinazione del trattamento di fine rapporto, auspica che non si prosegua con la politica della sottrazione dei versamenti contributivi dei lavoratori. Rileva infine la necessità di equiparare l'area no tax dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti, consapevole che le soluzioni tecniche individuate dal Governo consentivano già di pervenire a tale esito.

Pietro ARMANI (AN) sottolinea come il meccanismo degli studi di settore definisca in sostanza una forma di cassazione presuntiva che penalizza in modo indiscriminato i contribuenti che si trovano al di sotto di un certo livello di reddito, ribadendo come lo strumento più adeguato per intervenire in questo settore sia comunque quello di contrasto di interessi, in modo da rendere detraibili il costo dei servizi alla persona o all'impresa.
Evidenzia quindi come le previsioni di cui agli articoli 8, 9 e 10 della finanziaria, riducendo i trasferimenti agli enti locali, ed attribuendo correlativamente agli stessi la possibilità di innalzare le imposte locali o creare nuove imposte di scopo, si tradurranno senz'altro in un notevole aumento della pressione tributaria a carico del cittadino. Critica in particolare l'applicazione di un aumento indiscriminato dell'ICI a tutti gli immobili.

Lino DUILIO, presidente, premesso di concordare sostanzialmente con l'approccio adottato dal provvedimento in esame in materia di controlli tributari, chiede al Viceministro se non ritenga opportuno enfatizzare quegli aspetti dell'organizzazione dell'amministrazione finanziaria che permettano alla stessa di manifestare un volto amichevole e consulenziale nei confronti del cittadino, in modo tale da creare un rapporto che predisponga favorevolmente il contribuente.
Chiede inoltre al viceministro se sia possibile fornire un chiarimento definitivo sui motivi, peraltro noti e condivisibili, per i quali si è ritenuto di non fare ricorso all'introduzione della disciplina sul contrasto di interessi.

Il Viceministro Vincenzo VISCO, nel replicare analiticamente alle osservazioni emerse nel corso del dibattito, precisa, in primo luogo, con riferimento alla problematica dei rapporti fra cittadino e amministrazione finanziaria, come il ricorso agli strumenti dei controlli e delle sanzioni debba accompagnarsi all'instaurazione di un rapporto di dialogo e fiducia tra fisco e contribuenti, rilevando come il raggiungimento di tale obiettivo sia talvolta ostacolato dal diffuso convincimento circa l'accettabilità dell'evasione fiscale.
Sotto quest'ultimo profilo sottolinea come, al netto dell'economia sommersa, la pressione tributaria e contributiva raggiunga


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livelli estremamente elevati, pari a circa 7 punti percentuali in più rispetto a quanto stimato dal PIL ufficiale.
Passando quindi alle questioni specifiche sollevate, sottolinea, con riferimento all'obbligo di emissione dello scontrino fiscale ed alle relative sanzioni, come, dai recenti controlli svolti dall'amministrazione, emerga un livello di evasione estremamente elevato, pur riconoscendo che la disciplina prevista in materia dall'articolo 1, comma 8, del decreto-legge n. 262 del 2006 debba essere ricalibrata e resa più flessibile.
Quanto all'asserita eccessiva incidenza del prelievo fiscale sulle famiglie, ritiene che le critiche mosse nei confronti delle misure contenute nel disegno di legge siano il frutto di equivoci e malintesi, preannunciando quindi l'imminente trasmissione al Parlamento di dati analitici, idonei a dimostrare come, tenendo conto della rimodulazione degli scaglioni di reddito e delle aliquote IRPEF, delle detrazioni per carichi di famiglia e degli assegni familiari, circa il 90 per cento degli italiani trarrà beneficio dalla manovra finanziaria.
In ordine alle modalità di raccolta ed analisi informatica dei dati, fa presente come i programmi utilizzati dall'amministrazione finanziaria siano sempre più sofisticati ed estremamente selettivi, nonché tali da consentire, attraverso l'esame incrociato dei dati medesimi, di ricostruire dettagliatamente i comportamenti dei cittadini rilevanti ai soli fini fiscali, ritenendo quindi che i contribuenti non debbano temere né eccessi né violazioni della privacy.
Per quanto concerne le misure di contrasto dell'evasione fiscale, ritiene opportuno chiarire come la priorità del Governo sia rappresentata dall'identificazione dei grandi evasori e delle frodi macroscopiche, senza alcun intento persecutorio, tanto meno nei confronti dei piccoli contribuenti, sottolineando peraltro l'esigenza di migliorare e modernizzare gli strumenti di controllo e accertamento.
Con riferimento alle osservazioni del deputato Garnero Santanché, ritiene quindi opportuno precisare di non essere affatto favorevole all'aumento della pressione fiscale, ribadendo peraltro come la riduzione sostanziale del prelievo fiscale sarà possibile soltanto dopo avere riportato l'evasione a livelli fisiologici.
Rileva inoltre come le misure volte alla riduzione delle spese siano state solo impostate dal disegno di legge, evidenziando come ciò renda necessario intervenire concretamente in materia nei prossimi mesi.
Per quanto concerne la parte strettamente tributaria del disegno di legge, precisa come l'aumento del prelievo fiscale sia in realtà del tutto trascurabile e come il recupero dell'evasione sia in parte compensato dalla riduzione del cuneo fiscale. Sottolinea quindi come i contributi previdenziali abbiano la natura di dazioni di denaro eseguite a fronte della percezione di future pensioni, ritenendo pertanto erronea la relativa quantificazione ai fini della valutazione dell'asserito aumento della pressione fiscale.
Esclude inoltre che la manovra possa determinare effetti recessivi, poiché i dati dimostrano che il tasso di crescita rimarrà sostanzialmente lo stesso dell'anno in corso, ovvero, secondo taluni, sarà addirittura più elevato, sottolineando, d'altra parte, come la situazione economica complessiva sia in via di miglioramento.
Con riguardo alle osservazioni del deputato Giorgetti, concernenti il rapporto fra amministrazione finanziaria e cittadino, ricorda come i medesimi rilievi critici fossero stati avanzati già ai tempi dell'introduzione del fisco telematico, il quale invece si è dimostrato un fondamentale fattore di progresso e modernizzazione ormai unanimemente riconosciuto. Ritiene quindi che la questione principale sia comprendere se si intenda continuare sulla linea della modernizzazione, oppure se si voglia considerare invasiva qualunque misura che persegua tale obiettivo. A tale proposito, ribadisce come il Governo intenda diffondere l'utilizzazione della moneta elettronica e giungere alla totale dematerializzazione delle fatture, al fine di consentire al contribuente e all'amministrazione di risparmiare tempo e denaro, nonché di rendere più agevoli e meno


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invasive le attività di controllo. Conferma, inoltre, come la valutazione delle maggiori entrate derivanti dalle misure di contrasto all'evasione, stimate in circa 8 miliardi di euro, sia del tutto attendibile.
Per quanto concerne il federalismo fiscale, precisa altresì come il relativo assetto sia già presente nel provvedimento, per quanto sia più vicino a quello degli Stati Uniti piuttosto che a quello vigente in Germania.
Replicando alle osservazioni del deputato Ravetto, fa presente come le misure relative alla valorizzazione degli immobili abbiano delle potenzialità enormi, che peraltro richiedono e presuppongo la fattiva collaborazione degli enti locali e dei privati.
Quanto alla destinazione di parte del TFR ad un fondo speciale istituito pressi l'INPS, fa presente come tale misura, la quale peraltro richiede taluni interventi correttivi, appaia compatibile con la normativa comunitaria, sottolineando inoltre come il Governo abbia applicato criteri di selettività attentamente ponderati, che escludono l'applicazione della disciplina in questione ai settori meno esposti alla concorrenza.
In risposta ai rilievi sollevati dal deputato Piro, osserva come il recupero dell'evasione non avverrà comunque in modo istantaneo, e come in ogni caso il Governo presterà la dovuta attenzione al problema delle misure compensative per le imprese deboli di piccole dimensioni.
In risposta alle questioni sollevate dal deputato Musi, osserva come lo strumento degli studi di settore non rappresenti in alcun modo una forma di concordato, né un modo di catastizzazione del reddito, costituendo soltanto una guida all'accertamento che tiene conto di elementi tecnici, rilevando a tale riguardo come la revisione degli studi di settore a carattere triennale tenga conto delle modifiche alla struttura dei settori produttivi e professionali.
In riferimento alle considerazioni svolte dal deputato Armani, rileva come il disegno di legge non preveda un aumento dei tributi comunali né un intervento diretto sui trasferimenti, rilevando inoltre, per quanto riguarda le imposte di scopo, come le medesime siano opzionali e non determinino un aumento dell'imposta comunale sugli immobili.
Quanto alla tematica relativa al contrasto di interessi in materia fiscale, egli non crede all'efficacia di tale strumento, ritenendo che occorra tenere conto anche di valutazioni di carattere etiche, osservando peraltro come il provvedimento contempli una disposizione recante la deducibilità dei canoni di affitto per gli studenti fuori sede.

Ettore PERETTI (UDC) giudicando opportuna l'introduzione dello strumento del contrasto di interessi, suggerisce ad esempio di trasformare le spese che sostiene una famiglia in deduzioni certificate.

Il viceministro Vincenzo VISCO osserva che, per realizzare quanto suggerito dall'onorevole Peretti, si dovrebbero allora trasformare le famiglie italiane in sostituti d'imposta, non escludendo tuttavia che a tale situazione si potrebbe arrivare in futuro. Ritiene che lo strumento del contrasto di interessi non sia conferente al fine della lotta all'evasione fiscale in quanto le modalità di realizzazione si prestano a facili accordi elusivi fra il cedente e cessionario di beni e servizi.

Lino DUILIO, presidente, ringraziando il viceministro Visco rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame.

La seduta termina alle 11.10.