II Commissione - Resoconto di mercoledì 18 ottobre 2006


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SEDE REFERENTE

Mercoledì 18 ottobre 2006. - Presidenza del presidente Pino PISICCHIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Luigi Scotti.

La seduta comincia alle 14.20.

Sospensione dell'efficacia nonché modifiche di disposizioni in tema di ordinamento giudiziario.
C. 1780 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 17 ottobre 2006.

Pino PISICCHIO, presidente, dà notizia dell'espressione del parere favorevole espresso dalla Commissioni Affari costituzionali e del nulla osta espresso dalla Bilancio. Informa la Commissione che, a seguito della richiesta formulata, ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 4, del Regolamento, dai deputati dei gruppi di Forza Italia ed Alleanza nazionale, nonché dal deputato Erminia Mazzoni.
Avverte, altresì, che sono stati presentati emendamenti ed articoli aggiuntivi al provvedimento in esame (vedi allegato).

Giuseppe CONSOLO (AN), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede in quali modi e tempi la Commissione procederà all'esame degli emendamenti. In considerazione della loro entità, ritiene infatti che sia necessario approfondirli dedicandovi la necessaria attenzione.

Gaetano PECORELLA (FI), a nome del suo gruppo, dichiara che il testo trasmesso dal Senato abbisogna di alcune modifiche per cui, ove la maggioranza aderisse ad introdurle, l'esame degli emendamenti potrebbe risultarne abbreviato. In caso contrario, l'opposizione non potrebbe non prenderne atto e quindi regolarsi di conseguenza.
Menziona poi, in particolare, il caso della modifica intervenuta al Senato del comma 2 dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 109 del 2006, che, attribuendo la


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competenza a decidere il ricorso contro il procedimento disciplinare alle sezioni unite civili della Corte di cassazione, non provvede contestualmente a modificare il comma 1 del medesimo articolo nella parte in cui, tra le norme applicabili al procedimento di impugnazione, richiama il codice di procedura penale.

Pino PISICCHIO, presidente, comunica che il rappresentante del Governo è chiamato ad intervenire ai lavori del Comitato per la legislazione, contestualmente convocato per esprimere il parere sul provvedimento in esame, a seguito della richiesta formulata ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 4, del Regolamento. Sospende pertanto la seduta.

La seduta, sospesa alle 14.25, riprende alle 15.35.

Pino PISICCHIO presidente, avverte che nel frattempo di aver ammesso l'emendamento 1. 500 (vedi allegato) che l'onorevole Pecorella ha presentato in relazione al rilievo sollevato circa la modifica introdotta dal Senato all'articolo 24, comma 2, del decreto legislativo n. 109 del 2000, nonostante che sia scaduto il relativo termine.

Enrico BUEMI (RosanelPugno) considera le questioni poste dal collega Pecorella meritevoli di attenzione. Coglie l'occasione per raccomandare al Governo la tempestiva istituzione della Scuola superiore della magistratura di cui al decreto legislativo n. 26 del 2006.

Manlio CONTENTO (AN) ritiene che abbia carattere pregiudiziale un'eventuale scelta della Commissione favorevole all'emendamento da ultimo presentato dal collega Pecorella, perché ne potrebbe derivare la possibilità di valutare diversamente anche gli altri emendamenti nella prospettiva di trasmettere il testo al Senato. Propone, quindi, che il suddetto emendamento Pecorella 1.500 sia votato per primo.

Lanfranco TENAGLIA (Ulivo) invita a procedere secondo l'ordine prestabilito, non considerando prioritario l'esame dell'emendamento Pecorella 1.500, anche alla luce di una visione sistematica del provvedimento.

Giuseppe CONSOLO (AN) rileva che l'ammissione in via eccezionale dell'emendamento Pecorella 1.500 conduce direttamente alla proposta formulata dal collega Contento.

Pino PISICCHIO, presidente, dopo aver constatato che nessun altro chiede di intervenire, invita il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere di competenza sugli emendamenti ed articoli aggiuntivi presentati. In tale sede, il relatore ed il rappresentante del Governo potranno chiarire la loro posizione anche sull'emendamento 1. 500 presentato dall'onorevole Pecorella.

Federico PALOMBA (IdV), relatore, ringrazia tutti gli intervenuti nella discussione generale, invitando a non drammatizzare le scelte che la Commissione si appresta ad effettuare. Ricordando l'intesa bipartisan che è intervenuta al Senato, precisa che la sospensione è ormai limitata al decreto legislativo n. 160 del 2006. Con riferimento agli emendamenti presentati al provvedimento in esame, osserva poi come molti siano identici o simili.
Esprime, quindi, su tutti parere negativo, pur con il massimo rispetto dei proponenti e riservandosi eventuali ulteriori commenti di dettaglio. Quanto al punto sollevato dall'onorevole Pecorella, non giudica aberrante la situazione derivante dalla modifica intervenuta al Senato circa l'articolo 24, comma 2, del decreto legislativo n. 160 del 2006, non credendo infatti, che da parte delle sezioni unite civili della Corte di cassazione sia impossibile applicare il codice di procedura penale.

Gaetano PECORELLA (FI) chiede se sia già pervenuto il parere dal Comitato per la legislazione, che potrebbe fare riferimento


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alla questione da lui sollevata circa le conseguenze della modifica intervenuta al Senato del comma 2 dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 109 del 2006.

Pino PISICCHIO, presidente, comunica che è imminente la trasmissione alla Commissione del parere che il Comitato per la legislazione ha appena espresso.

Enrico COSTA (FI) rinnova la richiesta di dati formulata ieri al Governo circa le azioni disciplinari nei confronti dei magistrati.

Il sottosegretario Luigi SCOTTI si impegna a comunicare quanto prima, e comunque nel corso della seduta della Commissione, i dati richiesti. Esprime, quindi, parere contrario su tutti gli emendamenti ed articoli aggiuntivi presentati.

Enrico COSTA (FI) prende atto della risposta del rappresentante del Governo e si dichiara insoddisfatto, mancando un elemento a suo avviso essenziale per l'istruttoria legislativa. Chiede, quindi, che la Commissione sospenda l'esame in attesa dei dati richiesti.

Giuseppe CONSOLO (AN) si associa alla richiesta del collega Costa, sottolineando il diritto della Commissione a procedere cognita causa.

Pino PISICCHIO, presidente, precisa che la richiesta dell'onorevole Costa non è stata avanzata nell'ambito dell'articolo 79, comma 6, del Regolamento, che avrebbe richiesto lo svolgimento di una procedura ben determinata, anche attraverso l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, facendo peraltro rilevare che si è già esaurita la fase dell'istruttoria legislativa. Ritiene comunque che l'impegno assunto dal rappresentante del Governo risponda pienamente all'esigenza conoscitiva manifestata e che i relativi dati saranno senz'altro a disposizione della Commissione quando si passerà all'esame degli emendamenti riguardanti specificatamente le parti del provvedimento concernenti l'azione disciplinare.

Gaetano PECORELLA (FI) preannuncia che, per quanto attiene ai deputati appartenenti al suo gruppo, non sarà chiesto da parte dei proponenti di intervenire su tutti gli emendamenti emendamenti. Considera comunque prioritario l'emendamento a sua firma 1.50, soppressivo dell'articolo 1, sottolineando che la sospensione della separazione delle funzioni viola il principio della parità delle parti. Riguardo all'impianto complessivo del provvedimento, ne evidenzia le contraddizioni stridenti ad esempio sulla titolarità dell'azione penale e sull'obbligatorietà dell'azione disciplinare. L'approvazione da parte del Senato non comporta, peraltro, un'accettazione integrale da parte della Camera, nella logica del bicameralismo.
Conclude ribadendo che non vi è alcuna urgenza di concludere l'esame del provvedimento senza apportarvi modifiche.

Enrico BUEMI (RosanelPugno) dichiara di astenersi nella votazione dell'emendamento Pecorella 1.50.

La Commissione respinge gli emendamenti identici 1.50 Pecorella, 1.1 Lussana, 1.173 Vitali, 1.200 Laurini e 1.366 Costa.

Giulia BONGIORNO (AN) raccomanda l'approvazione dell'emendamento 1.172 a sua firma, volto a sopprimere il comma 1 dell'articolo 1, al fine di conseguire, grazie al mantenimento della separazione delle funzioni giudicante e requirente, un principio di civiltà giuridica. Segnala che un'apertura, in tal senso, almeno sotto il profilo dell'incompatibilità territoriale, è stata fatta dalla stessa Associazione nazionale magistrati nel corso dell'audizione di lunedì scorso.

Il sottosegretario Luigi SCOTTI ribadisce il parere contrario del Governo, non essendo il principio della separazione delle funzioni condivisibile così come impostato nel decreto legislativo n. 160 del 2006.

Enrico BUEMI (RosanelPugno) dichiara che, a nome della sua parte politica, voterà


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tutti gli emendamenti che sono volti a mantenere il principio della separazione tra magistratura giudicante e requirente.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti identici 1.172 Bongiorno, 1.51 Pecorella e 1.367 Costa e gli emendamenti 1.70 e 1.71 Pecorella.

Gaetano PECORELLA (FI) illustra l'emendamento a sua firma 1.72 e ne raccomanda l'approvazione, segnalando l'importanza di una composizione equanime delle commissioni di concorso per l'accesso alla magistratura.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti 1.72, 1.73, 1.74 Pecorella; gli emendamenti identici 1.75 Pecorella e 1.19 Lussana, 1.76 Pecorella e 1.20 Lussana, 1.77 Pecorella e 1.21 Lussana, 1.78 Pecorella e 1.22 Lussana.

Giuseppe CONSOLO (AN) manifesta perplessità sull'esito dell'ultima votazione intercorsa.

Gaetano PECORELLA (FI) esprime l'opinione che la maggioranza dei componenti la Commissione abbia votato in senso favorevole.

Roberto GIACHETTI (Ulivo) invita il presidente a far ripetere la votazione per non lasciare adito a dubbi.

Giulia BONGIORNO (AN) ritiene che possa essere intervenuto un equivoco nel corso della votazione, in quanto alcuni componenti della Commissione appartenenti ai gruppi di maggioranza hanno votato per errore a favore di un emendamento dell'opposizione.

Daniele FARINA (RC-SE) ritiene che in realtà un eventuale errore sia stato compiuto anche da parte di alcuni dei colleghi dei gruppi di opposizione che hanno votato contro gli emendamenti identici Pecorella 1.78 e Lussana 1.22.

Pino PISICCHIO, presidente, invitando i deputati segretari a prendere posto al banco della presidenza ed a procedere al computo dei voti, indice nuovamente la votazione sugli emendamenti identici Pecorella 1.78 e Lussana 1.22, pur sottolineando che a suo parere non sussistono dubbi circa la reizione di tali emendamenti.

La Commissione respinge gli emendamenti identici Pecorella 1.78 e Lussana 1.22.

Enrico COSTA (FI) ritira la richiesta di dati relativa all'azione disciplinare, dal momento che i dati stessi non sono stati messi a disposizione della Commissione prima che si passasse all'esame di emendamenti attinenti a quel tema, come ad esempio quelli soppressivi dell'intero articolo 1, il cui comma 3 si riferisce proprio al decreto legislativo n. 109 del 2005 in materia disciplinare.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti identici Lussana 1.23 e Pecorella 1.79, Lussana 1.24 e Pecorella 1.80, Lussana 1.25 e Pecorella 1.81, Lussana 1.26 e Pecorella 1.82, Lussana 1.27 e Pecorella 1.83, Lussana 1.28 e Pecorella 1.84, Lussana 1.29 e Pecorella 1.85, Lussana 1.501 e Pecorella 1.86, Lussana 1.30 e Pecorella 1.87, Lussana 1.31 e Pecorella1.88, Lussana 1.32 e Pecorella 1.89, Lussana 1.33 e Pecorella 1.90, Lussana 1.34 e Pecorella 1.91, Lussana 1.35 e Pecorella 1.92, Lussana 1.36 e Pecorella 1.93, Lussana 1.37 e Pecorella 1.94, Lussana 1.38 e Pecorella 1.95; gli emendamenti Lussana 1.7 e 1.6, Costa 1.378, Lussana 1.33, 1.39, 1.32, Costa 1.377, Lussana 1.8, 1.9, 1.10, 1.11, 1.12 e 1.13, Costa 1.376, 1.375, 1.374, 1.373, 1.372, 1.371, 1.370, 1.369 e 1.368, Pecorella 1.66, Lussana 1.34, 1.35 e 1.36, Costa 1.300, 1.301, 1.302, 1.303, 1.304, 1.305, 1.306, 1.307, 1.308, 1.309, 1.310, Lussana 1.38, Costa 1.311; gli emendamenti identici Lussana 1.39 e Costa 1.312; gli emendamenti Costa 1.313, 1.314, 1.315, 1.316, nonché gli


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emendamenti identici Lussana 1.40 e Costa 1.353.

Giuseppe CONSOLO (AN), intervenendo sull'ordine dei lavori, invita il Presidente a rendere noto alla Commissione, ove pervenuto, il parere del Comitato per la legislazione affinché se ne possa tenere conto nel votare gli emendamenti eventualmente connessi.

Manlio CONTENTO (AN) lamenta che non sia ancora pervenuto un così rilevante parere, benché già approvato, diversamente da quanto avvenuto in altri casi.

Pino PISICCHIO, presidente, annuncia che è appena pervenuto il parere del Comitato per la legislazione, precisando che esso è stato reso a conclusione di un ampio e complesso dibattito. Sospende quindi brevemente la seduta, per consentire ai componenti della Commissione di prenderne visione.

La seduta, sospesa alle 16.55, è ripresa alle 17.15.

Gaetano PECORELLA (FI) segnala come il parere reso dal Comitato per la legislazione investa l'intero provvedimento. Si sofferma sulla questione, che è meramente tecnica, relativa alla modifica introdotta dal Senato all'articolo 24, comma 2, del decreto legislativo n. 109 del 2006. Ritiene che sia occorso al riguardo un errore che la Camera deve sanare. Invita, quindi, anche alla luce del citato parere, ad esaminare pregiudizialmente l'emendamento a sua firma 1.500.

Pino PISICCHIO, presidente, aderendo alla richiesta formulata dal deputato Pecorella, propone alla Commissione di prendere subito in esame l'emendamento Pecorella 1.500, accantonando tutti gli emendamenti che lo precedono secondo l'ordine delle votazioni.

La Commissione concorda.

Gaetano PECORELLA (FI) sottolinea che la Commissione può al riguardo scegliere se modificare anche il rito applicabile ovvero ripristinare il testo originario. Rileva un'ulteriore contraddizione nell'intreccio delle competenze tra le sezioni unite civili e penali della Corte di cassazione. Raccomanda, perciò, sulla scorta del parere del Comitato per la legislazione, di modificare il testo trasmesso dal Senato in questo ed in pochi altri punti rilevanti sotto il profilo meramente tecnico, ritenendo peraltro non problematico e non dilatorio il ritorno al Senato del provvedimento.

Giulia BONGIORNO (AN), nella consapevolezza del retropensiero esistente tra molti componenti la Commissione circa il ritorno del testo al Senato, invita i colleghi a riflettere con onestà intellettuale sull'assoluta distinzione che intercorre tra la sfera civilistica e quella penalistica. Sottolinea, quindi, che si tratta di un clamoroso errore da rimediare.

Lanfranco TENAGLIA (Ulivo) ritiene che si tratti più che di un errore di un'imperfezione del testo, che è adeguabile in sede interpretativa, non essendo in gioco norme sostanziali, ma soltanto di rito. Rammenta come la materia disciplinare sia tradizionalmente considerata civilistica e come pertanto, sulla base di un criterio sistematico, l'interpretazione possa essere facilmente presunta senza dover introdurre ulteriori modificazioni al testo. Rammenta, altresì, come le sezioni unite, sia civili che penali, non siano peraltro che articolazioni interne alla stessa Corte di cassazione.Ritiene che tali considerazioni possano ampiamente soddisfare la condizione posta dal Comitato per la legislazione. Propone, quindi, che la Commissione respinga l'emendamento Pecorella 1.500.

Giuseppe CONSOLO (AN), pur rispettando l'intervento dell'onorevole Tenaglia, ritiene che non possa corrispondere ad un autentico convincimento. Rifacendosi al parere del Comitato per la legislazione,


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giudica inevitabile il ricorso ad un emendamento concordando con le osservazioni dei colleghi Bongiorno e Pecorella. Non si può violentare il codice di rito per mantenere un errore compiuto dal Senato. Dichiara che il suo gruppo voterà a favore dell'emendamento Pecorella 1.500, che sottoscrive assieme a tutti i colleghi del suo gruppo, invitando la Commissione tutta a valutare adeguatamente la natura ed il senso del parere reso dal Comitato per la legislazione.

Enrico BUEMI (RosanelPugno), nel rammentare le molte forzature subite nella precedente legislatura dalla attuale maggioranza, sottolinea come in questa occasione la maggioranza stia per assumere un atteggiamento di totale chiusura rispetto alla possibilità di correggere un inaudito errore contenuto in una disposizione che, in maniera inaccettabile, confonde il rito civile con quello penale. Rivendicando la sua dignità di libero parlamentare, si rammarica che i colleghi del suo schieramento politico non abbiano analoga sensibilità.

Enrico COSTA (FI) dichiara di comprendere l'imbarazzo di taluni colleghi e l'equilibrismo giuridico dell'onorevole Tenaglia, in quanto l'incoerenza è palese e confermata dalle tante differenze esistenti tra il rito civile e il rito penale. Richiamandosi al dibattito svoltosi al Senato, ed in particolare alle dichiarazioni rese dal Ministro della giustizia, invita il Governo alla coerenza che impone di porre riparo alla svista intercorsa.

Gaetano PECORELLA (FI) replica alle considerazioni svolte dall'onorevole Tenaglia circa la compatibilità di un adeguamento interpretativo. Ribadisce che il parere del Comitato per la legislazione è assolutamente chiaro e coincidente con l'obiettivo dell'emendamento a sua firma 1.500.

Carolina LUSSANA (LNP) rileva come il ragionamento dell'onorevole Tenaglia possa facilmente essere ribaltato, ipotizzando che l'intento del legislatore abbia potuto essere anche l'esatto opposto. Apprezzando l'onestà intellettuale del collega Buemi, critica il ricorso ad argomentazioni cavillose volte a giustificare un evidente errore, che rischia peraltro di compromettere l'immagine della classe politica di fronte all'opinione pubblica. Ritiene che si possa modificare il testo trasmesso dal Senato e rinviare quindi il provvedimento all'altro ramo del Parlamento, senza comprometterne l'approvazione finale anche entro il 28 ottobre prossimo. Ritiene responsabile dell'errore intercorso l'eccessiva fretta con cui il Senato ha lavorato, spesso sotto dettatura della magistratura associata. Dichiara, infine, di sottoscrivere l'emendamento Pecorella 1.500.

Paola BALDUCCI (Verdi), invita i colleghi a tornare al tema in discussione, richiamando i termini del parere del Comitato per la legislazione ove si pone alla Commissione una questione di mera opportunità.

Manlio CONTENTO (AN) segnala che il parere del Comitato per la legislazione pone in realtà ben tre questioni, una delle quali caratterizzata peraltro da una condizione. Richiamandosi al principio in claris non fit interpretatio, con riferimento al punto in discussione, richiama l'osservazione del relatore favorevole alla congruità del testo licenziato dal Senato.

Erminia MAZZONI (UDC) giudica paradossale la discussione in corso, a fronte di un Governo e di una maggioranza chiusi ad ogni modifica anche tecnica. Manifesta assoluta contrarietà ad una simile impostazione che non tiene conto del parere reso dal Comitato per la legislazione. Sottolinea anche l'importanza dell'osservazione che lo stesso Comitato ha fatto riguardo all'articolo 4 del provvedimento in esame, nella parte in cui evidenzia come non sia corretto fare riferimento al concetto di continuità di vigenza in relazione a norme abrogate da disposizioni la cui vigenza sia sospesa da disposizioni successive. Non ritiene neanche


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corretta la scelta effettuata dal Senato di sospendere la vigenza del decreto legislativo n. 160 del 2006, in materia di progressione in carriera dei magistrati, di accesso alla magistratura e di separazione delle funzioni, senza sospendere anche la vigenza del decreto legislativo n. 20 del 2006, che reca alla normativa transitoria in materia di conferimento di incarichi direttivi giudiziari, la cui normativa a regime è recata proprio dal decreto legislativo n. 160 del 2006. In sostanza, si rinvia la vigenza della disciplina a regime e si applica nel frattempo la disciplina transitoria, che rispetto a quella prevista dal decreto legislativo n. 160 è più favorevole, mentre rispetto alla disciplina modificata dal medesimo decreto legislativo è da considerare più sfavorevole. Si chiede, pertanto, che senso abbia non sospendere anche l'efficacia del decreto legislativo n. 20 del 2006. Per evitare tale incogruenze ha presentato gli emendamenti 1. 230, 4.5 e 4.6, dei quali ne raccomanda l'approvazione.
Apprezza l'appello del collega Buemi e dichiara di sottoscrivere l'emendamento Pecorella 1.500.

Federico PALOMBA (IdV), relatore,nega che l'Associazione nazionale magistrati abbia fatto alcuna pressione per la modifica intervenuta al Senato. Ricorda che il parere del Comitato per la legislazione deve limitarsi agli aspetti tecnici, senza entrare nel merito. Ritiene che la scelta effettuata dal Senato in ordine all'applicabilità del codice di procedura penale non sia stata casuale, ma voluta, in quanto il codice di procedura civile non è applicabile al procedimento disciplinare. Per tale ragione, non ritiene che vi sia necessità di un intervento emendativo.

Carolina LUSSANA (LNP) sottolinea la contraddizione tra l'impostazione del relatore e quella avanzata dall'onorevole Tenaglia. Chiede, a questo punto, come saranno interpretati i lavori della Commissione al riguardo, denunciando l'irresponsabilità dell'atteggiamento assunto dalla maggioranza.

Il sottosegretario Luigi SCOTTI ritiene che si sia troppo enfatizzata la questione relativa alla interpretazione che viene data alla disposizione relativa al codice da applicare in caso di impugnazione, presso le sezioni unite civili della Corte di Cassazione, delle decisioni della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Ciò che conta è il dettato della legge. Potrebbe anche essere considerata legittima una interpretazione correttiva, ma solo se della legge è rispettato anche il dato letterale della norma. Pertanto, occorre attenersi a questo e non ad altro. Nel caso in esame, occorre verificare se dall'applicazione del codice di procedura penale possano derivare delle gravi conseguenze a danno del soggetto incolpato. Non esclude, ad esempio, che il Senato abbia inteso attenuare il rigore del testo della «riforma Castelli» senza modificare il rito da applicare, che è rimasto quello penale, ma limitandosi a mutare la competenza dell'organo chiamato a decidere dell'impugnazione, che sono diventate le Sezioni Unite civili della Cassazione, in luogo di quelle penali. Ma ciò poco conta. Piuttosto si devono verificare le conseguenze della mutamento del rito. Tale giudizio deve tener conto che nel procedimento di impugnazione, ad esempio, non vi è un giudice per le indagini preliminari nè una udienza preliminare, per cui la competenza delle sezioni unite civili non determina lacuna questione applicativa della norma. In sostanza, si deve tener conto che non si tratta di un giudizio di merito, ma di legittimità, ma che il codice di procedura penale è quello che offre le maggiori garanzie, anche in relazione al regime delle nullità.

Gaetano PECORELLA (FI) ritiene che l'intervento del rappresentante del Governo possa portare al paradosso di considerare il codice di procedura penale come quello applicabile sempre e comunque in ogni occasione. Inoltre rileva che il rappresentante del Governo ha adombrato interpretazioni correttive del testo, nel senso di applicare il codice di procedura civile, che sarebbero inammissibili.


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Pierluigi MANTINI (Ulivo) ritiene che il tema in discussione sia stato ampiamente svolto. Consapevole che la formulazione approvata dal Senato non sia la più felice, ritiene che si possa comunque rinviare la questione alla sede applicativa ed interpretativa. Fa poi osservare all'onorevole Pecorella che in materia disciplinare c'è una generale commistione di riti. Propone, quindi, che la Commissione passi al voto dell'emendamento Pecorella 1.500.

La Commissione respinge l'emendamento Pecorella 1.500.

Giuseppe CONSOLO (AN) annuncia che i gruppi di opposizione abbandonano la seduta della Commissione ed i lavori della medesima in segno di protesta per l'esito del voto, che dimostra come la maggioranza abbia unicamente l'obiettivo di sospendere quanto prima la riforma dell'ordinamento giudiziario, senza tenere conto dei gravi errori contenuti nel testo approvato dal Senato.

Pino PISICCHIO, presidente, preso atto dell'abbandono della seduta da parte dei deputati della opposizione, se ne rammarica, augurandosi che in futuro possa ripristinarsi un clima di collaborazione.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge i restanti emendamenti ed articoli aggiuntivi, a cominciare da quelli precedentemente accantonati. Delibera, pertanto, di conferire il mandato al relatore, onorevole Palomba, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul disegno di legge C. 1780 del Governo, approvato dal Senato.

Enrico BUEMI (RosanelPugno) dichiara di essersi astenuto nella votazione di conferimento del mandato al relatore.

Pino PISICCHIO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 17.55.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 18 ottobre 2006. - Presidenza del vicepresidente Daniele FARINA.

La seduta comincia alle 17.55.

DL 262/06: Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria.
C. 1750 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 10 ottobre 2006.

Paolo GAMBESCIA (Ulivo), relatore, formula una proposta di parere favorevole.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 18.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Istituzione della procedura di concordato delle persone fisiche insolventi con i creditori.
C. 412 D'Agrò.


UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI