I Commissione - Resoconto di luned́ 29 gennaio 2007


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COMITATO DEI NOVE

Lunedì 29 gennaio 2007.

DL 300/2006: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative.
C. 2114-A Governo.

Il Comitato si è riunito dalle 17.15 alle 17.35.

SEDE REFERENTE

Lunedì 29 gennaio 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono il viceministro dell'interno Marco Minniti e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Enrico Luigi Micheli.

La seduta comincia alle 17.40.

Sistema di informazione e sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto.
C. 445 Ascierto, C. 982 Zanotti, C. 1401 Naccarato, C. 1566 Mattarella, C. 1822 Ascierto, C. 1974 Galante, C. 1976 Deiana, C. 1991 Fiano, C. 1996 Gasparri, C. 2016 Mascia, C. 2038 Boato, C. 2039 Boato, C. 2040 Boato, C. 2070 Scajola, C. 2087 D'Alia, C. 2105 Maroni, C. 2124 Cossiga e C. 2125 Cossiga.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 gennaio 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'emendamento 19.100, di cui illustra il contenuto.

Graziella MASCIA (RC-SE), con riferimento all'emendamento del relatore 19.100, chiede alcune precisazioni in ordine alla possibilità di affidare incarichi a tempo indeterminato a chi è cessato dal rapporto di dipendenza dal DIS e dai servizi di sicurezza, nonché sulla disciplina


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delle forme di indennità e sulle forme di incentivazione dell'avvicendamento di dipendenti.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, osserva che il divieto di conferire incarichi a tempo indeterminato è volto ad assicurare comunque la possibilità di avvalersi di professionalità specifiche; il sistema delle indennità è modulato in maniera tale da assicurare opportune forme di gratificazione per i dipendenti che svolgono attività particolarmente gravose. Infine, la previsione di forme di incentivazione dell'avvicendamento dei dipendenti è volto ad agevolare adeguate forme di ricambio del personale.

Jole SANTELLI (FI) fa presente l'inopportunità di mantenere, al comma 12, il riferimento ai ministri di culto tra i soggetti che non possono essere alle dipendenze dei servizi. In particolare osserva che, qualora si dovesse estendere la qualifica di ministro di culto a soggetti che svolgono proficua collaborazione con i servizi, si potrebbe recare un pregiudizio all'attività degli stessi.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ritiene che il Governo potrebbe formulare una proposta su questo punto, eventualmente nel corso dell'esame in Assemblea.

Italo BOCCHINO (AN) ritiene opportuno evitare il riferimento ai ministri di culto.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, fa presente che il comma 12 prevede il divieto di assunzione o di un rapporto di collaborazione con i ministri di culto, mentre non esclude la possibilità di assumere informazioni.

Gianpiero D'ALIA (UDC) ribadisce l'opportunità di coordinare questa norma con le relative disposizioni recate dalle proposte di legge in materia di libertà religiosa, attualmente all'esame della I Commissione.

Marco BOATO (Verdi) fa presente l'opportunità di mantenere un riferimento coerente, nel corpo del provvedimento in esame, alla denominazione dei servizi. Osserva inoltre che il riferimento, al comma 13 dell'emendamento 19.100, in ordine al mantenimento del segreto da parte dei dipendenti dopo la cessazione dal servizio, dovrebbe prevedere un termine finale di durata. Si dichiara inoltre contrario a sopprimere il riferimento ai ministri di culto, ritenendo opportuno consentire ai servizi di avvalersi di tale collaborazione.

Maurizio GASPARRI (AN) rileva l'opportunità che, trattandosi di un provvedimento condiviso, il Governo non operi discriminazioni tra i diversi ministri di culto.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, sottolinea che nell'islam non è prevista la figura del ministro del culto.

Jole SANTELLI (FI), condividendo la necessità che il Governo proceda ad una verifica in ordine alla problematica dei ministri di culto, ritiene necessario evitare di pregiudicare l'attività di intelligence svolta all'estero a causa di una restrizione dei possibili interlocutori dei servizi di sicurezza.

Italo BOCCHINO (AN) ritiene opportuno, nella definizione dei ministri di culto, scongiurare il rischio di interpretazioni eccessivamente burocratiche. Sottopone, quindi, alla presidenza l'opportunità di fissare un termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento 19.100 del relatore.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, pur condividendo la necessità di procedere ad una revisione della norma, ritiene che la Commissione potrebbe approvare l'emendamento del relatore 19.100 nel testo presentato, ribadendo tuttavia l'invito rivolto al rappresentante del Governo ad individuare una possibile formulazione alternativa.


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Marco BOATO (Verdi) auspica una soluzione il più possibile condivisa.

Italo BOCCHINO (AN) chiede la sospensione della seduta per un'ora al fine di predisporre subemendamenti all'emendamenti del relatore 19.100.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, sottolinea che l'obiettivo da perseguire è quello di giungere ad una definizione che prevenga ogni tipo di polemica, che a suo avviso potrebbe invece derivare dalla semplice soppressione del riferimento ai ministri di culto.

Jole SANTELLI (FI) auspica che il Governo possa pervenire al più presto all'individuazione di un testo adeguato.

Il sottosegretario Enrico Luigi MICHELI ribadisce che i ministri di culto non debbono essere soggetti a possibili forme di strumentalizzazione da parte dei servizi di sicurezza e che pertanto occorre formulare la norma in modo da evitare ogni speculazione al riguardo.

Gianpiero D'ALIA (UDC), evidenziando l'opportunità di prevedere un riferimento allo strumento del concordato e dell'intesa, sottolinea la necessità di evitare che, ampliando la nozione di ministri di culto, si precluda la possibilità di interazione tra i servizi e gli imam.

Maurizio GASPARRI (AN) ribadisce la necessità di non privare i servizi di strumenti che, in alcuni casi, sono stati determinanti per il buon esito di importanti operazioni.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, propone una riformulazione del proprio emendamento nel senso di prevedere che per ministri di culto debbano intendersi soltanto quelli che siano tali sulla base del Concordato e delle intese stipulate con lo Stato italiano.

I deputati Maurizio GASPARRI (AN) e Italo BOCCHINO (AN) concordano con la proposta del presidente.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), pur comprendendo lo spirito del dibattito in corso, considera restrittivo limitare la nozione di ministro di culto all'ambito di applicazione del Concordato e delle intese, anche alla luce dei principi in materia di libertà religiosa.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ritiene necessario evitare ogni definizione che possa creare confusione e che derivi dall'aver elevato a ministro di culto soggetti che non siano effettivamente tali.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) precisa che è in linea con i principi del nostro ordinamento mantenere nozioni le più ampie possibili in materia di libertà religiosa.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, prospetta l'opportunità di aggiungere un comma 12-bis che stabilisca il divieto di applicare la norma ai ministri di culto che siano tali ai sensi del Concordato e delle intese stipulate con lo Stato italiano.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) propone che si operi un riferimento ai ministri riconosciuti dall'ordinamento italiano.

Marco BOATO (Verdi) ritiene che un riferimento alle «intese stipulate» non sia una nozione univoca sul piano costituzionale.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, sottolinea la necessità di evitare che la nozione di ministro di culto sia formulata in modo indeterminato.

Marco BOATO (Verdi) ricorda che nell'ordinamento italiano è già presente la nozione di ministro di culto.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, richiamando l'intervento del deputato Zaccaria, osserva che in questa fase storica sussistono problemi di sicurezza che riguardano


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in modo più diretto la realtà islamica. Al riguardo appare pertanto opportuno evitare la predisposizione di formule aperte, limitando la nozione di ministri di culto a quanto previsto dall'ordinamento vigente.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) propone che la nozione di ministro di culto sia riferita a quella riconosciuta ai sensi dell'ordinamento vigente.

I deputati Italo BOCCHINO (AN) e Gianpiero D'ALIA (UDC) concordano con la proposta del deputato Zaccaria.

Gianpiero D'ALIA (UDC), dichiarando di condividere la formulazione del comma 7 in materia di trattamento accessorio del personale, osserva che è necessario prevedere un riferimento alle misure previste dal comma 2, lettera m), al fine di evitare che la norma appaia come un divieto di applicare il trattamento economico migliore.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore riformula il proprio emendamento 19.100, aggiungendo al comma 7 la previsione della salvaguardia delle misure stabilite alla lettera m) del comma 2, prevedendo inoltre, al comma 8, che il regolamento ivi previsto può prevedere le forme di incentivazione ivi stabilite nonché, al comma 12, che i ministri di culto siano quelli riconosciuti ai sensi dell'ordinamento vigente.

La Commissione approva l'emendamento del relatore 19.100 (nuova formulazione) (vedi allegato) del relatore.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento D'Alia 25.1, sul quale si sofferma.

Il sottosegretario Enrico Luigi MICHELI esprime parere conforme a quello del relatore.

La Commissione approva l'emendamento D'Alia 25.1.

Italo BOCCHINO (AN) auspica l'espressione di un parere favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Bocchino 25.01 e Boscetto 25.02, che illustra.

Jole SANTELLI (FI), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Boscetto 25.02, di cui è cofirmataria, sottolinea che esso provvede a salvaguardare notizie di rilievo generale senza creare nuove aree di riservatezza.

Marco BOATO (Verdi) pur comprendendo le ragioni che sono alla base delle due proposte emendative, sottolinea di non comprenderne appieno la portata trattandosi di proposte troppo generiche e indeterminate per quanto riguarda i parametri di riservatezza.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ritiene che la questione definita dalle menzionate proposte emendative sia seria, in quanto riguarda la necessità che l'autorità giudiziaria comunichi al Presidente del Consiglio dei Ministri eventuali informazioni che emergano nell'ambito di attività di servizio.

Il sottosegretario Enrico Luigi MICHELI precisa che si tratta di situazioni nelle quali è necessario richiedere un'apposita autorizzazione.

Maurizio GASPARRI (AN) osserva che in generale la riforma in esame, su cui è emersa la convergenza delle forze politiche, avrebbe potuto innovare interamente il settore e non limitarsi ad un intervento parziale, come appare ormai concordato. Rileva che le recenti vicende hanno dimostrato che la questione di fondo è quella che attiene alle garanzie funzionali e alla individuazione del momento in cui ha luogo l'assunzione di responsabilità. Lo sforzo di elaborazione, che è in corso, mira ad evitare che si possano verificare abusi e a garantire un effettivo potenziamento dell'intelligence.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) sottolinea la necessità che il testo sia definito in modo rigoroso.


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Gianpiero D'ALIA (UDC) fa presente che, qualora si sancisca la segretezza delle comunicazioni del personale, si rischia di coprire informazioni non attinenti all'attività dei servizi; viceversa, non coprendo tali informazioni, si rischia la divulgazione di notizie riservate. Occorre individuare una formulazione che consenta ai magistrati l'uso di intercettazioni per attività non attinenti all'attività di intelligence; viceversa, per le intercettazioni rilevanti, ritiene opportuno che si preveda la possibilità di opporre il segreto e l'obbligo per la Presidenza del Consiglio dei ministri, in caso di conflitto di attribuzione, di depositare gli atti sui quali è stato posto il segreto.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) sottolinea la necessità di distinguere tra la secretazione di atti e situazioni che hanno a che vedere con la commissione di reati, per cui non è opportuno prevedere una presunzione di segretezza complessiva.

Marco BOATO (Verdi) condividendo i rilievi del deputato Bressa, ritiene che il testo debba essere completamente riscritto. Allo stato il problema è che la nozione di «attività di intelligence» è stata utilizzata per coprire attività che in alcuni casi sono risultate illegali e sulle quali la magistratura è doverosamente intervenuta.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'articolo aggiuntivo 25.03 (vedi allegato).

Jole SANTELLI (FI) sottolinea la necessità di chiarire se l'articolo aggiuntivo, testé presentato dal relatore, individui una salvaguardia limitata ai casi di arresto.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, precisa che la norma riguarda il caso di interruzione e di prevenzione del delitto, e non soltanto il momento dell'arresto.

Jole SANTELLI (FI), alla luce della precisazione del presidente Violante, dichiara di concordare con la proposta da lui formulata.

Gianpiero D'ALIA (UDC) rileva la necessità che il testo del provvedimento in esame assicuri idonee garanzie.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, precisa che il conflitto di attribuzione non può essere inteso come un mezzo di impugnazione. Ritiene invece opportuno integrare la norma con un riferimento al controllo da parte del Parlamento.

Italo BOCCHINO (AN) ritira il proprio articolo aggiuntivo 25.01

Jole SANTELLI (FI) ritira il proprio articolo aggiuntivo 25.02.

La Commissione approva l'articolo aggiuntivo del relatore 25.03.

Gianpiero D'ALIA (UDC) ritira i propri emendamenti 26.1 e 26.2.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ritira il proprio emendamento 26.10 e presenta l'emendamento 26.100 (vedi allegato), volto a sostituire, al comma 2, primo periodo, dell'articolo 26, le parole: «su proposta» con le parole: «previa deliberazione».

La Commissione approva l'emendamento 26.100 del relatore.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento del Governo 26.3.

La Commissione approva l'emendamento del Governo 26.3.

Graziella MASCIA (RC-SE), intervenendo sull'emendamento Deiana 26.4, di cui è cofirmataria, sottolinea che l'obiettivo di tale proposta è evitare la indicazione di un'unica voce relativa alle spese riservate.


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Il viceministro Marco MINNITI sottolinea che il testo è riferito alle linee essenziali della gestione finanziaria delle spese riservate, e non ad una esposizione di dettaglio.

Gianpiero D'ALIA (UDC) chiede chiarimenti in ordine ai contenuti della relazione semestrale riguardante le linee essenziali della gestione finanziaria, a fronte della conservazione nell'archivio storico, di cui all'articolo 10, della documentazione sulle spese riservate.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, sottolinea che tale relazione concerne le specifiche linee essenziali della gestione finanziaria delle spese riservate.

Marco BOATO (Verdi) sottolinea l'opportunità di assicurare una idonea disciplina alle spese riservate che tenga conto della loro natura.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, osserva che è opportuno che la Commissione esamini contestualmente l'emendamento 10.1 del Governo, precedentemente accantonato, volto a prevedere l'istituzione di una pluralità di archivi storici presso l'UCA. L'accantonamento di tale emendamento era stato stabilito al fine di esaminarlo contestualmente agli emendamenti presentati alla lettera g) del comma 3 dell'articolo 26, che prevede la conservazione delle spese riservate presso l'archivio storico dell'UCA.

Il viceministro Marco MINNITI illustra l'emendamento del Governo 10.1, osservando che, se la Commissione conviene in ordine alla opportunità di prevedere la conservazione della documentazione negli archivi, viene meno la necessità di sopprimere, alla lettera d), le parole: «ed ai bilanci».

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) si sofferma sulla necessità di garantire la corretta informazione al Comitato di controllo. Rileva inoltre che la conservazione dei dati, essendo suscettibile di usi impropri, deve essere adeguatamente disciplinata al fine di evitare usi distorti.

Graziella MASCIA (RC-SE) rileva che, se la relazione semestrale non deve fare riferimento a cifre per le spese riservate, non è possibile risolvere l'aspetto principale del problema in questione.

Gianpiero D'ALIA (UDC) osserva che, nei casi di attività svolte in collaborazione all'estero, si rischia di pregiudicare lo svolgimento di operazioni congiunte qualora si preveda un sistema che lasci traccia dei collaboratori coinvolti.

Marco BOATO (Verdi) ritiene priva di fondamento la preoccupazione del deputato Bressa in quanto gli archivi storici rimangono per decenni coperti dal segreto.

Jole SANTELLI (FI) ritiene opportuno prevedere quantificazioni di massima delle spese riservate.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ritiene comunque necessario salvaguardare la provenienza delle fonti. Con riguardo alle spese riservate, osserva che sono tali quelle che si riferiscono ad aspetti che per loro natura non possono essere divulgate.

Il viceministro Marco MINNITI fa presente che il riferimento alla informativa sulle linee essenziali della gestione finanziaria delle spese riservate attiene esclusivamente alla loro mera ripartizione.

Elettra DEIANA (RC-SE) riformula il proprio emendamento 26.4 nel senso di sostituire, alla lettera g) del comma 3, le parole da: «sulle singole linee» fino alla fine della lettera con le parole: «sulle singole linee essenziali della gestione finanziaria delle spese riservate; la documentazione delle spese riservate, senza indicazioni nominative, è conservata negli archivi storici di cui all'articolo 10.».

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento Deiana 26.4, come riformulato.


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La Commissione approva l'emendamento Deiana 26.4 (nuova formulazione) (vedi allegato).

Il viceministro Marco MINNITI riformula l'emendamento 10.1 del Governo, espungendo la soppressione delle parole: «ed ai bilanci».

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento 10.1 del Governo, come riformulato.

La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti Deiana 26.4 (nuova formulazione) (vedi allegato) e 10.1 (nuova formulazione) (vedi allegato) del Governo.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, fa proprio l'emendamento Cota 27.1 e lo ritira.

Il viceministo Marco MINNITI ritira l'emendamento del Governo 27.2.

Gianpiero D'ALIA (UDC) illustra il proprio emendamento 27.3, volto a prevedere che i componenti del Comitato di controllo siano selezionati tenendo conto della specificità dei compiti assegnati ed alle loro personali competenze.

Marco BOATO (Verdi) propone di riformulare l'emendamento D'Alia 27.3, nel senso di sostituire la parola: «nominati» con le parole: «da nominare».

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, propone di riformulare l'emendamento D'Alia 27.3, prevedendo che la specificità dei compiti sia espressamente riferita al Comitato di controllo e sopprimendo le parole: «ad esso assegnati e delle competenze dei membri nominati».

Gianpiero D'ALIA (UDC) riformula il proprio emendamento 27.3, nel senso indicato dal presidente Violante.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento D'Alia 27.3, così come riformulato.

La Commissione approva l'emendamento D'Alia 27.3 (nuova formulazione) (vedi allegato).

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, fa proprio l'articolo aggiuntivo Cota 27.01 e lo ritira.

Il viceministro Marco MINNITI illustra l'emendamento 28.1 del Governo, in materia di autorizzazioni alle audizioni da parte del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. In proposito ritiene che l'autorizzazione allo svolgimento delle audizioni dei direttori dei servizi, che nell'emendamento in esame è prevista come necessaria da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o dall'autorità delegata, potrebbe essere eliminata. Ritiene invece improprio che lo stesso Comitato parlamentare possa disporre l'audizione degli altri dipendenti dei servizi su operazioni già concluse senza la previa autorizzazione del Governo, ritenendo essenziale che questo si assuma la responsabilità politica dell'audizione. Riformula quindi l'emendamento 28.1, nel senso di sostituire il comma 1 dell'articolo 28 con il seguente: «1. Nell'espletamento delle proprie funzioni, il Comitato procede all'audizione del Presidente del Consiglio dei ministri o dell'Autorità delegata, ove istituita, dei Ministri facenti parte del CISR, del direttore generale del DIS, dei direttori di ISE e ISI.».

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento 28.1 del Governo, come riformulato.

La Commissione approva l'emendamento del Governo 28.1 (nuova formulazione) (vedi allegato).

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) osserva che il testo base, con riferimento all'audizione


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dei dipendenti del Sistema di informazione per la sicurezza, ha previsto la previa intesa del Comitato con i Presidenti delle Camere, al fine di sottolineare la straordinarietà di tale audizione.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It), con riferimento alle audizioni del direttore del DIS e del personale, ritiene che si potrebbe prevedere una valutazione collegiale che coinvolga la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri e dei Presidenti delle Camere.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ritiene necessario tenere in considerazione la differenza dei ruoli rivestiti dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai Presidenti delle Camere.

Gianpiero D'ALIA (UDC) osserva che l'autorizzazione del Presidente del Consiglio dei ministri non ha natura solo formale. Ritiene quindi opportuno evidenziare, con riferimento alle audizioni del direttore del DIS e del personale, l'eccezionalità dell'audizione stessa, prevedendo l'autorizzazione da parte dei Presidenti delle Camere.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ritiene che non si possa sottrarre al Presidente del Consiglio dei ministri un potere che attiene direttamente alle politiche della sicurezza, che sono di sua competenza.

Gianpiero D'ALIA (UDC) ritiene che debba spettare al Comitato parlamentare il potere di prevedere le audizioni dei rappresentanti dei Servizi di sicurezza.

Marco BOATO (Verdi) osserva che, in ordine alla disciplina delle audizioni del Comitato parlamentare, si registra un contrasto tra potere esecutivo e potere legislativo. In proposito ritiene che il Comitato, sia pure con il filtro dei Presidenti di Assemblea, debba avere il potere di decidere in merito. Si sofferma quindi sull'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera, che prevede che le Commissioni parlamentari, previa intesa con il Presidente della Camera, hanno facoltà di chiedere che i ministri competenti dispongano l'intervento dei dirigenti preposti a settori della pubblica amministrazione e ad enti pubblici. Al riguardo ritiene che i contenuti di questa norma potrebbero rappresentare un suggerimento per la definizione della questione in esame.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), con riferimento all'audizione del personale, osserva che questa ha natura di straordinarietà e pertanto il ruolo del Comitato parlamentare deve essere tenuto in debita considerazione.

Graziella MASCIA (RC-SE) esprime perplessità in ordine alla possibilità di ascoltare tutti i dipendenti dei servizi, che non ricoprono ruoli di responsabilità, essendo prevista l'audizione dei relativi direttori.

Il viceministro Marco MINNITI osserva che l'autorizzazione del Presidente del Consiglio dei ministri all'audizione del personale è già prevista dalla legge vigente e, ogni volta che è stata richiesta dal Comitato parlamentare, non è mai stata negata dal Governo. L'audizione di singoli soggetti privi di autonoma responsabilità può produrre conseguenze intollerabili e in alcuni casi fuorvianti per lo stesso Comitato parlamentare. Per tali ragioni ritiene necessario prevedere l'autorizzazione da parte del Governo allo svolgimento di tale audizione, in modo che la relativa responsabilità ricada sull'Esecutivo.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo) condivide le osservazioni del viceministro Minniti e si dichiara contraria a prevedere la possibilità di dare luogo alle audizioni di personale privo di autonoma responsabilità.

Il viceministro Marco MINNITI osserva che, prevedendo l'autorizzazione da parte del Governo allo svolgimento delle audizioni, si consente al Parlamento di svolgere


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compiutamente il controllo politico sull'operato del Governo.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) ritiene che l'audizione dei dipendenti dei servizi debba essere disposta dal Comitato parlamentare, previa intesa con i Presidenti delle Camere, fatta salva la possibilità per il Governo di opporsi. Sottolinea che tale formulazione non prevede l'uso del termine «autorizzazione».

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) ritiene necessario garantire il ruolo del Comitato parlamentare, al contempo prevedendo la responsabilità del Presidente del Consiglio dei ministri.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, con riferimento alla proposta del deputato Zaccaria, non ritiene opportuno prevedere la previa intesa con i Presidenti delle Camere.

Jole SANTELLI (FI) non condivide la possibilità di prevedere un potere di veto del Governo allo svolgimento delle audizioni.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ritiene che vada evidenziata la responsabilità politica del comitato nei confronti del Parlamento; pertanto in casi particolari e motivati occorre prevedere la possibilità di ascoltare in audizione i dipendenti dei servizi. Sarebbe peraltro opportuno delineare al riguardo una chiara responsabilità del Presidente del Consiglio.

Gianpiero D'ALIA (UDC) propone di modificare la norma in questione nel senso di stabilire che, nei casi di richiesta di audizione dei dipendenti dei servizi, l'eventuale diniego dell'autorizzazione da parte del Presidente del Consiglio debba essere adeguatamente motivato.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, osserva che, nel caso di diniego dell'autorizzazione, da parte del Presidente del Consiglio dovrebbero essere informati i Presidenti delle Camere.

Gianpiero D'ALIA (UDC) fa notare che qualora il Presidente del Consiglio fosse tenuto a motivare il diniego dell'autorizzazione emergerebbe una forte dimensione di responsabilità politica, rimessa alle valutazioni delle Camere.

Jole SANTELLI (FI) ritiene che si può prospettare un diniego del Presidente del Consiglio alla audizione del personale dei servizi in casi eccezionali e solo per specifiche esigenze.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) aderisce all'ipotesi di definire normativamente ciò che rappresenta una prassi del sistema, ma ritiene opportuno non indugiare in una eccessiva regolamentazione della materia.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, sulla base delle valutazioni emerse, presenta l'emendamento 28.100 (vedi allegato) volto a sostituire il comma 2 con il seguente: «2. Il Comitato ha altresì facoltà, in casi eccezionali adeguatamente motivati, di disporre l'audizione di dipendenti del Sistemi di informazione e di sicurezza, dandone comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, che sotto la propria responsabilità, può opporsi per giustificati motivi.».

La Commissione approva l'emendamento del relatore 28.100.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, avverte che, a seguito dell'approvazione degli emendamenti 28.1 (nuova formulazione) del Governo e 28.100 del relatore, gli emendamenti 28.2, 28.3, 28.4, 28.5, 28.6 si intendono preclusi.

Graziella MASCIA (RC-SE) ritira i propri emendamenti 28.7 e 28.8.

Il viceministro Marco MINNITI riformula l'emendamento del Governo 28.9, nel senso di prevedere il riferimento alle persone non appartenti al Sistema di informazione per la sicurezza.


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Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento del Governo 28.9, come riformulato.

La Commissione approva l'emendamento del Governo 28.9 (nuova formulazione) (vedi allegato).

Gianpiero D'ALIA (UDC) ritira il proprio emendamento 28.10.

Jole SANTELLI (FI) ritira l'emendamento Boscetto 28.11, di cui è cofirmataria.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento del Governo 28.12.

La Commissione approva l'emendamento del Governo 28.12.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, chiede un chiarimento in ordine alla portata dell'emendamento Scajola 28.13.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), non essendo presenti i firmatari dell'emendamento 28.13, lo fa proprio e lo ritira, preannunciandone la ripresentazione nel corso dell'esame in Assemblea.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, osserva che la lettera b) del comma 1 dell'articolo 29 è volto a coinvolgere il Comitato parlamentare nel procedimento di nomina del direttore generale del DIS e dei direttori di ISE e ISI.

Il viceministro Marco MINNITI, manifesta riserve sul testo; osserva che in nessun Paese europeo esiste un analogo principio di gradimento dell'organismo parlamentare di controllo sulle nomine governative dei responsabili dei servizi di sicurezza. Negli Stati Uniti tale forma di assenso parlamentare è contemplata, ma assume carattere generale e riguarda qualsiasi tipo di nomina governativa. Peraltro, fa notare, negli Stati Uniti il Comitato parlamentare di controllo riflette i rapporti di forza delle camere e il Presidente dell'organismo non è un membro dell'opposizione. Aggiunge che qualora si accedesse ad una ipotesi di gradimento politico del tipo di quella contemplata nel testo in esame, si configurerebbe un unicum rispetto agli altri casi relativi alle nomine dei capi delle Forze armate e del Capo della Polizia di Stato e Comandante generale dei Carabinieri. La proposta avanzata dal Governo è quella di delineare un rapporto di informazione tempestiva tra il Presidente del Consiglio e il presidente del comitato parlamentare, nella sua veste di rappresentante dell'opposizione. Disporre una tempestiva informazione del Presidente del Consiglio sulle nomine e sui criteri di nomina al presidente del COPACO consente certamente di separare il rapporto fiduciario sotteso alle nomine dalle funzioni di controllo rimesse al comitato di controllo.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), nel concordare con la proposta avanzata dal Governo, sottolinea che l'informazione del Governo debba essere preventiva rispetto alle nomine.

Jole SANTELLI (FI) condivide l'esigenza che l'informazione del Presidente del Consiglio giunga al presidente del comitato di controllo preventivamente e tempestivamente.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento del Governo 29.1.

La Commissione approva l'emendamento del Governo 29.1.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'emendamento 29.100 (vedi allegato) volto ad aggiungere, dopo il comma 1 dell'articolo 29, il seguente comma: «1-bis. Il Presidente del Consiglio dei ministri informa preventivamente il Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica circa le nomine del direttore e dei vicedirettori del


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DIS e dei direttori e dei vicedirettori dei servizi di sicurezza».

La Commissione approva l'emendamento del relatore 29.100.

Jole SANTELLI (FI) sottoscrive gli emendamenti D'Alia 29.2 e 29.3 e li ritira.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, avverte che, a seguito dell'approvazione degli emendamenti 29.1 e 29.100, gli emendamenti del Governo 29.4 e 29.5 si intendono preclusi. Esprime quindi parere favorevole sull'emendamento del Governo 30.1.

La Commissione approva l'emendamento del Governo 30.1.

Il viceministro Marco MINNITI ritira l'emendamento del Governo 30.2.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) illustra l'emendamento Scajola 30.3, di cui è firmatario.

Il viceministro Marco MINNITI si dichiara contrario al contenuto dell'emendamento 30.3, in quanto ripropone il tema della dipendenza funzionale, ormai superato nell'attuale impostazione del sistema.

Jole SANTELLI (FI) osserva che l'emendamento si riferisce ai regolamenti che hanno funzione di raccordo tra le forze di polizie ed altri corpi, non riguardando i servizi se non incidentalmente.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, evidenzia che secondo l'orientamento acquisito, il RIS si pone al di fuori del sistema dei servizi; l'emendamento 30.3 non appare quindi conforme a tale criterio. Propone pertanto una riformulazione dell'emendamento che faccia riferimento ai regolamenti che afferiscono alle attività del sistema di informazione e sicurezza.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) concorda con la riformula l'emendamento 30.3 nel senso indicato dal presidente Violante.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento Scajola 30.3, come riformulato.

La Commissione approva l'emendamento 30.3 (nuova formulazione) (vedi allegato).

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, fa notare che l'emendamento 30.4 è di identico tenore al testo contenuto nel comma 13 dell'articolo 38.

Graziella MASCIA (RC-SE) ritira i propri emendamenti 30.4, 30.5.

Il viceministro Marco MINNITI esprime parere favorevole sull'emendamento 30.6.

Marco BOATO (Verdi), in ordine all'emendamento 30.6, propone di inserire il riferimento ai criteri di acquisizione anziché ai criteri di raccolta.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) riformula l'emendamento Galante 30.6, di cui è firmatario, nel senso indicato dal deputato Boato.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento 30.6 come riformulato.

La Commissione approva l'emendamento 30.6 (nuova formulazione) (vedi allegato).

Il viceministro Marco MINNITI in relazione all'emendamento 30.7 osserva che il comma 9 dell'articolo 30 già contiene le previsioni indicate nell'emendamento stesso.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) ravvisa nel contenuto dell'emendamento 30.7 una maggiore completezza in relazione al profilo della consistenza dell'organico.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, si sofferma sull'eventualità che i servizi debbano informare il comitato parlamentare


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di controllo anche sulla completa consistenza dei propri organici.

Il viceministro Marco MINNITI osserva che per prassi la consistenza organica dei servizi è un dato riservato.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) sostiene che l'informazione può essere classificata come riservata ma costituisce un elemento ulteriore di conoscenza.

Il viceministro Marco MINNITI ravvisa l'esigenza che il comitato di controllo mantenga riservate tutte le informazioni sui profili della consistenza dell'organico.

Graziella MASCIA (RC-SE) ritira il proprio emendamento 30.7.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento Scajola 30.8.

La Commissione approva l'emendamento 30.8.

Marco BOATO (Verdi) esprime riserve sull'emendamento 33.1.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) evidenzia che l'emendamento 33.1 intende responsabilizzare ogni singolo componente del comitato ad una più ampia tutela del segreto.

Graziella MASCIA (RC-SE) ritiene preferibile mantenere la regolamentazione sanzionatoria generale fissata dal Codice penale.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, sottolinea che la norma intende coprire una fattispecie non contemplata dal Codice penale: si tratta pertanto di una disposizione di chiusura.

Jole SANTELLI (FI), pur concordando sull'esigenza di una adeguata tutela del segreto, fa notare che il testo dell'emendamento fa venir meno la sanzione della revoca dal Comitato.

Marco BOATO (Verdi), nel ribadire le ragioni della sua contrarietà all'emendamento, ritiene abnorme al previsione della interdizione perpetua dai pubblici uffici per il trasgressore dell'obbligo al segreto.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) ritiene incongruo predisporre una disposizione penale ad hoc per un esiguo numero di soggetti; considera preferibile prevedere un richiamo alle norme penali previste dal Codice.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore ricorda che l'emendamento 33.1 mira a tutelare la segretezza delle informazioni che vengono acquisite nell'ambito del Comitato parlamentare per la sicurezza e che lo stesso prevede inoltre che i Presidenti della Camera e del Senato promuovano l'adozione di misure idonee ad assicurare la riservatezza delle informazioni stesse.

Olga D'ANTONA (Ulivo), riconoscendo che l'ampliamento dei poteri del Comitato parlamentare deve necessariamente comportare l'aumento delle responsabilità a carico dei membri del Comitato stesso e dei funzionari che vengono a conoscenza dei notizie riservate, sottolinea tuttavia come prevedere l'interdizione perpetua dai pubblici uffici possa essere una misura sufficiente, auspicando quindi che non venga prevista l'applicazione della pena della reclusione.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore chiarisce che non è possibile prevedere l'interdizione dai pubblici uffici indipendentemente dalla pena della reclusione, in quanto l'interdizione costituisce pena accessoria rispetto alla reclusione.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) ritiene che l'emendamento 33.1 preveda delle pene troppo aspre, in particolare in quanto l'emendamento tende a punire non solo i membri del Comitato parlamentare, ma anche persone esterne al Comitato, sottolineando in particolare l'importanza di tutelare la libertà di stampa.


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Luciano VIOLANTE, presidente e relatore sottolinea che l'emendamento 33.1 si muove nella giusta direzione, in quanto ad un rafforzamento dei poteri del Comitato parlamentare deve corrispondere un inasprimento delle sanzioni nel caso di violazioni di segreto.

Jole SANTELLI (FI) propone di applicare le norme generali previste dal codice penale per sanzionare i comportamenti della stampa che violano il segreto sulle notizie circolanti all'interno del Comitato parlamentare.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) ritiene importante fare in modo che il procedimento penale possa svolgersi indipendentemente dal procedimento interno alla Camera. Ritiene inoltre che effettivamente il rafforzamento dei poteri del Comitato parlamentare debba comportare un inasprimento delle sanzioni, sottolineando altresì che tali sanzioni devono riguardare non solo i componenti del Comitato parlamentare, ma anche i soggetti esterni allo stesso che violano le norme sul segreto.

Graziella MASCIA (RC-SE) ritiene fondamentale prevedere sanzioni significative a danno della stampa nel caso di violazione delle norme sul segreto, evidenziando peraltro la necessità di riflettere in modo molto accurato sulle modalità con cui applicare tali sanzioni, specificando in particolare che la predisposizione di una normativa speciale deve essere giustificata da ragioni particolari.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) non condivide l'idea di predisporre una normativa speciale sul segreto del Comitato parlamentare, in quanto prima di poter effettuare una simile operazione è necessario conoscere a fondo la materia.

Il viceministro Marco MINNITI ritiene che la norma del testo base in materia di sanzioni non sia adeguata, in quanto la pena della decadenza dal Comitato costituisce una misura troppo blanda. Ritiene fondamentale, ai fini di un ordinato svolgimento della vita democratica, che vi siano dei luoghi nei quali si possa venire a conoscenza di informazioni riservate, sottolineando che solo se si prevedono sanzioni adeguate le notizie possono effettivamente rimanere riservate. Ricorda a tale proposto che recentemente informazioni riguardanti l'intervento militare in Afghanistan non sono state acquisite presso le sedi istituzionali, proprio a causa del fatto che non erano previste adeguate sanzioni a tutela delle stesse. Manifesta peraltro il convincimento che il tema delle sanzioni penali possa essere affrontato in Aula mentre ritiene essenziale che in Commissione si definiscano in ogni caso le norme relative alla responsabilità politica, prevedendo ad esempio una sanzione più forte rispetto alla decadenza del Comitato, quale potrebbe essere la sanzione della ineleggibilità.

Graziella MASCIA (RC-SE) ribadisce la sua posizione favorevole rispetto ad una norma che tuteli il segreto anche rispetto alla libertà di stampa, sottolineando peraltro l'importanza che l'adozione di sanzioni penali speciali avvenga solo dopo accurata riflessione.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore sottolinea che la Costituzione prevede che la legge può disciplinare i casi di ineleggibilità e che quindi si potrebbe introdurre una sanzione politica di ineleggibilità nel testo base, rinviando la questione delle norme penali alla discussione dell'Aula.

Marco BOATO (Verdi) sottolinea l'importanza di tutelare il segreto all'interno del Comitato, ritenendo peraltro che l'emendamento 33.1 preveda delle sanzioni troppo pesanti ed esprimendo quindi la preferenza per il mantenimento sul punto delle previsioni contenute nel testo base. Ritiene inoltre che la sanzione della ineleggibilità sia una sanzione troppo aspra, giudicando inoltre importante la separazione del giudizio penale da quello disciplinare.


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Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) propone che si applichi la sanzione politica della sospensione della attività parlamentare.

Riccardo MARONE (Ulivo) sottolinea che la sospensione dall'attività parlamentare non può essere prevista dalla legge.

Jole SANTELLI (FI) propone di mantenere il testo base sul punto, respingendo quindi l'emendamento 33.1 e prevedendo per quel che riguarda le sanzioni a carico della stampa di integrare il comma 2 dell'articolo 34 con un apposito richiamo alla norma penale generale che disciplina la fattispecie.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) sottolinea, con riferimento all'emendamento 33.1, che lo stesso prevede la creazione di un nuovo tipo di segreto, quale sarebbe il segreto parlamentare, ritenendo tuttavia inopportuna la creazione di tale categoria, giudicando sufficiente l'applicazione delle norme generali in materia.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore sottolinea che non si possono applicare le norme generali al segreto parlamentare, ma che è invece necessario l'applicazione di norme ad hoc.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) sottolinea che l'applicazione di sanzioni politiche non è sufficiente in quanto un gruppo politico potrebbe decidere di divulgare le notizie coperte da segreto.

Jole SANTELLI (FI) fa proprio l'emendamento D'Alia 33.1 e lo ritira.

Il viceministro Marco MINNITI ritira l'emendamento del Governo 33.2.

Marco BOATO (Verdi) ritiene che l'articolo 34 del testo base preveda una formulazione eccessivamente restrittiva dell'organizzazione interna del Comitato parlamentare con particolare riferimento alla previsione della segretezza di tutti gli atti.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) ritiene opportuno specificare che deve essere assicurata la possibilità per il Comitato parlamentare di disporre di collaboratori esterni.

Il viceministro Marco MINNITI specifica che tale possibilità è già prevista dal comma 5 dell'articolo 34.

Jole SANTELLI (FI) fa proprio l'emendamento D'Alia 34.1 e lo ritira, sottolineando l'importanza che le Commissioni possano avvalersi di consulenti esterni.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore sottolinea che non tutte le Commissioni parlamentari si avvalgono di consulenti esterni.

Jole SANTELLI (FI) fa proprio l'emendamento 34.2 D'Alia e lo riformula nel senso di espungere il primo periodo e invertendo i due restanti periodi.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento 34.2, come riformulato.

La Commissione approva l'emendamento 34.2 (nuova formulazione) (vedi allegato).

Graziella MASCIA (RC-SE) riformula l'emendamento Deiana 34.3, di cui è firmataria, nel senso di sopprimere le parole: «, in modo organico o saltuario,».

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento Deiana 34.3, come riformulato.

La Commissione approva l'emendamento Deiana 34.3 (nuova formulazione) (vedi allegato).

Jole SANTELLI (FI) ritira il proprio emendamento 34.4.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) illustra il proprio emendamento 35.1.


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Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sugli emendamenti 35.1 e 35.2.

La Commissione con distinte votazioni approva gli emendamenti Galante 35.1 e Mascia 35.2.

Graziella MASCIA (RC-SE) illustra il proprio emendamento 35.3.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) ritiene eccessivo prevedere, nell'individuazione dei documenti coperti da segreto di Stato, il riferimento al materiale che metta in pericolo o arrechi un danno immediato e diretto di eccezionale gravità, che rischia di rendere troppo ampia la portata della norma.

Marco BOATO (Verdi) esprime perplessità sul comma 3 dell'articolo 35 del testo base che rende di difficile individuazione gli atti coperti da segreto di Stato.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) ritiene necessario stabilire criteri certi di classificazione della segretezza degli atti.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, fa presente che l'articolo 35 prevede espressamente la possibilità di mutare la classificazione della riservatezza dei documenti.

Il viceministro Marco MINNITI fa preliminarmente presente di non avere presentato emendamenti in materia di disciplina del segreto, alla luce della riscontrata coincidenza tra il testo base e quello sottoscritto dai deputati componenti del Comitato parlamentare. Osserva inoltre che sono gli uffici amministrativi ad applicare le classificazioni di segretezza sui documenti sulla base di parametri standardizzati, fermo restando che è il Presidente del Consiglio a decidere in ordine alla apposizione del segreto di Stato, indipendentemente da modifiche di classificazione.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento 36.3, invitando i presentatori a ritirare i restanti emendamenti agli articoli 35, 36 e 37.

Graziella MASCIA (RC-SE) ritira i propri emendamenti 35.3, 35.4, 36.2, nonché gli articoli aggiuntivi 37.01, 37.02 e 37.03.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) ritira i propri emendamenti 35.5, 35.6, 35.7, 37.1, 37.2, 37.3 e 37.6.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) osserva che l'articolo 35, nel prevedere che il segreto di Stato è finalizzato, tra l'altro, alla tutela degli interessi economico-finanziari ovunque localizzati, disegna un perimetro eccessivamente ampio della nozione di segreto di Stato, contraddicendo la giurisprudenza costituzionale orientata a definire in modo più restrittivo tale nozione. Ritiene infatti che l'ampiezza di tale formulazione potrebbe pregiudicare a vari livelli l'attività giudiziaria.

Graziella MASCIA (RC-SE) concorda con l'osservazione secondo cui il comma 3 dell'articolo 35 è formulato in termini troppo generici.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) condivide l'osservazione del deputato Zaccaria in ordine alla eccessiva ampiezza della nozione di segreto di Stato, come prevista dall'articolo 35.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'emendamento 35.100 (vedi allegato) volto a sostituire, al comma 1 dell'articolo 35, le parole: «alla tutela degli interessi economico-finanziari della collettività, ovunque localizzati,» con le parole: «alla tutela di interessi economico-finanziari strategici delle collettività».

La Commissione approva l'emendamento 35.100 del relatore.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'emendamento 35.101 (vedi


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allegato) volto ad aggiungere, al comma 3 dell'articolo 35, dopo le parole: «tale da pregiudicare», la parola: «gravemente».

La Commissione approva l'emendamento 35.101 del relatore.

Jole SANTELLI (FI) sottoscrive l'emendamento D'Alia 36.1 e lo ritira.

La Commissione approva l'emendamento Mascia 36.3.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ritira il proprio emendamento 36.10.

Olga D'ANTONA (Ulivo) si sofferma sul comma 5 dell'articolo 37, esprimendo perplessità sul complessivo meccanismo della classificazione della segretezza dei documenti.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), con riferimento al comma 3 dell'articolo 37, ritiene che la classificazione di segretezza dei documenti deve essere conforme a quelle previste dagli altri sistemi. In proposito fa presente l'opportunità di eliminare la classificazione denominata «di vietata divulgazione».

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'emendamento 37.100 (vedi allegato) volto a sopprimere all'articolo 37, comma 3, le parole: «di vietata divulgazione».

La Commissione approva l'emendamento 37.100 del relatore.

Olga D'ANTONA (Ulivo) illustra il proprio emendamento 37.4.

Il viceministro Marco MINNITI esprime la propria contrarietà sull'emendamento D'Antona 37.4.

Olga D'ANTONA (Ulivo) ritira i propri emendamenti 37.4 e 37.5.

Jole SANTELLI (FI) sottoscrive l'emendamento D'Alia 38.1 e lo riformula nel senso di sostituire, al comma 1 dell'articolo 38, le parole: «previa deliberazione del comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica» con le seguenti: «previo parere del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e previa deliberazione del comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica».

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento 38.1 come riformulato.

La Commissione approva l'emendamento D'Alia 38.1 (nuova formulazione) (vedi allegato), sottoscritto dal deputato Santelli.

Jole SANTELLI (FI) sottoscrive l'emendamento D'Alia 38.2 e lo ritira.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'emendamento 39.100 (vedi allegato) volto a prevedere che l'abrogazione della legge n. 801del 1977 decorra dal centottantesimo giorno dalla data di entrata in vigore della legge in esame.

La Commissione approva l'emendamento 39.100 del relatore.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'articolo aggiuntivo 39.01 (vedi allegato) volto a prevedere che entro dieci giorni dall'entrata in vigore della presente legge è istituito il CISR ed il Comitato parlamentare è integrato a norma dell'articolo 27, comma 1, stabilendo altresì che dal medesimo termine cessa dalle sue funzioni il comitato interministeriale di cui all'articolo 2 della legge n. 801 del 1977.

La Commissione approva l'articolo aggiuntivo 39.01 del relatore.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, riformula il proprio emendamento 1.10, precedentemente accantonato, nel senso di sostituire la parola «ISE» con la parola «SIE» e la parola «ISI» con la parola: «SIN».


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La Commissione approva l'emendamento 1.10 del relatore (nuova formulazione) (vedi allegato).

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'emendamento 11.10 (vedi allegato), relativo alla scuola di formazione.

Marco BOATO (Verdi) manifesta perplessità sulla formulazione dei centri di eccellenza universitari nella ricerca e nella tecnologia avanzata.

La Commissione approva l'emendamento 11.10.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, dopo aver svolto alcune considerazioni sul tema delle garanzie funzionali, ricorda che la Federazione della stampa ha espresso taluni rilievi sul rischio che sia dato eccessivo spazio all'ammissibilità di delitti contro la libertà di stampa. Propone quindi di valutare l'esclusione della causa di giustificazione nei casi di reati commessi presso sedi di partiti politici presenti in Parlamento, sedi di sindacati e giornalisti. Presenta quindi l'emendamento 15.100 (vedi allegato).

Il viceministro Marco MINNITI nel concordare con la prevista esclusione della causa di giustificazione nei casi di reati commessi contro sedi di partiti politici presenti in Parlamento, movimenti sindacali e giornalisti, fa notare che in tali casi si intendono tutelare valori particolarmente rilevanti che attengono ad ambiti vitali della vita democratica dello Stato.

Graziella MASCIA (RC-SE) esprime riserve per l'esclusione della categoria dei giornalisti pubblicisti. Si chiede inoltre se sia sufficiente escludere dalla anzidetta tutela i soli movimenti sindacali ed i partiti politici presenti in Parlamento e non tutti gli altri enti ed associazioni portatori di diritti politici in senso lato.

Jole SANTELLI (FI) osserva che lo spirito della legge va nel senso di un cambiamento di immagine dei servizi rispetto all'attuale considerazione dell'opinione pubblica. Sottolinea in particolare che escludere le categorie anzidette dall'operare delle cause di giustificazione non preclude che possano essere arruolati in tali settori agenti segreti da parte di servizi stranieri. Ritiene pertanto eccessiva la tutela accordata alle categorie menzionate, rilevando che neanche i parlamentari sembrano godere di tale salvaguardia.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, rispondendo al deputato Santelli, osserva che nei confronti delle categorie predette sono comunque possibili le intercettazioni preventive e le perquisizioni. Sostiene che i valori costituzionali che attengono alla vita politica dello Stato assumono rilievo prioritario e vanno comunque tutelati. Ricorda che i parlamentari sono comunque coperti dalla tutela dell'immunità parlamentare.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) esprime forti riserve sulle previsioni relative alle garanzie funzionali, che considera una pericolosa regressione sotto il profilo della tutela dei valori costituzionali in nome della sicurezza. Ritiene opportuno che si contemperi la necessità di perseguire standard di sicurezza con le esigenze di controllo dell'esercizio sulle cause di giustificazione. In tale senso ravvisa l'opportunità che siano tassativamente indicati i reati ammissibili, i limiti specifici entro cui possono essere commessi e che sia previsto un ampio coinvolgimento della magistratura con funzioni di controllo.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, rileva che la ratio delle norme in esame consiste nel fissare un limite rispetto alle condotte indicate. Il dato di rilievo è costituito dall'esigenza di far emergere un fenomeno attualmente sommerso e privo di responsabilità sotto il profilo delle autorizzazioni all'esercizio e del controllo parlamentare.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) si dichiara perplesso sulle argomentazioni addotte a favore delle disposizioni che


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prevedono la possibilità di commettere reati e pertanto mantiene una posizione contraria all'impostazione complessiva delle garanzie funzionali.

Graziella MASCIA (RC-SE) evidenzia l'esigenza che siano fissati criteri di imputazione di responsabilità in capo ai diversi attori del sistema. Con particolare riferimento alla violazione di domicilio, fa notare che si tratta di una questione particolarmente delicata perché connessa all'esercizio di diritti politici che vanno sempre tutelati in via prioritaria. Sottolinea l'opportunità che le condotte predette possano essere effettuate solo da agenti e non da loro delegati.

Marco BOATO (Verdi) ritiene utile estendere la causa di giustificazione anche nei confronti delle sedi di partiti politici presenti nelle Assemblee regionali, oltre a quelli presenti in Parlamento, mutuando tale previsione dal comma 3 dell'articolo 15 che si riferisce ai casi di attentati contro gli organi dello Stato.

Il viceministro Marco MINNITI fa notare come sia preferibile il riferimento più restrittivo relativo ai partiti politici presenti in Parlamento.

Jole SANTELLI (FI) fa propri gli emendamenti D'Alia 15.1 e Bocchino 15.2 e li ritira.

Graziella MASCIA (RC-SE) ritira il proprio emendamento 15.3. Propone quindi che l'emendamento del relatore 15.100 sia votato per parti separate nel senso di votare dapprima la parte relativa al comma 4 e successivamente quella relativa al comma 5. Dichiara il proprio voto di astensione sul comma 5.

La Commissione approva, con votazioni per parti separate, l'emendamento 15.100.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 15.100, gli emendamenti D'Alia 15.4 e Mascia 15.5 si intendono preclusi. Presenta quindi l'emendamento 16.100 (vedi allegato), interamente sostitutivo dell'articolo 16.

La Commissione approva l'emendamento del relatore16.100.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 16.100, si intendono preclusi tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 16.

Jole SANTELLI (FI) fa proprio l'articolo aggiuntivo D'Alia 16.01 e lo ritira.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'emendamento 17.10 (vedi allegato), interamente sostitutivo dell'articolo 17, riguardante l'opposizione della speciale causa di giustificazione all'autorità giudiziaria.

La Commissione approva l'emendamento del relatore 17.10.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, presenta l'emendamento 30.10 (vedi allegato).

La Commissione approva l'emendamento 30.10.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, avverte che il testo risultante dall'approvazione degli emendamenti sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione del prescritto parere. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 0.40.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 119 del 25 gennaio 2007, a pagina 35, prima colonna, dopo la quarantesima riga, aggiungere il seguente periodo «Elettra DEIANA (RC-SE) ritira il proprio emendamento 22.1.».