VIII Commissione - Resoconto di mercoledì 16 maggio 2007

TESTO AGGIORNATO AL 17 MAGGIO 2007


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AUDIZIONI

Mercoledì 16 maggio 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa.

La seduta comincia alle 14.05.

Audizione del Viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa, sulla programmazione delle politiche di competenza del suo dicastero concernenti i cambiamenti climatici.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

Ermete REALACCI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Introduce, quindi, i temi dell'audizione.

Il Viceministro Angelo CAPODICASA svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Grazia FRANCESCATO (Verdi), Franco STRADELLA (FI), Paolo CACCIARI (RC-SE),


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Aurelio Salvatore MISITI (IdV), Romolo BENVENUTO (Ulivo), Vittorio ADOLFO (UDC) e Ermete REALACCI, presidente.

Il Viceministro Angelo CAPODICASA fornisce, quindi, ulteriori precisazioni.

Ermete REALACCI, presidente, ringrazia il Ministro e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.15.

N.B.: Il resoconto stenografico dell'audizione è pubblicato in un fascicolo a parte.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 16 maggio 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa.

La seduta comincia alle 15.15.

Proposta di ripartizione dei fondi di cui all'articolo 1, comma 1010, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
Atto n. 87.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Angelo Maria Rosario LOMAGLIO (Ulivo), relatore, osserva che lo schema di decreto in esame ha la finalità di ripartire i finanziamenti disposti dall'articolo 1, comma 1010, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), che ha autorizzato una spesa triennale pari complessivamente a 100 milioni di euro (20 milioni di euro per il 2007, 30 milioni di euro per il 2008 e 50 milioni di euro per il 2009), al fine di completare gli interventi di cui all'articolo 17, comma 5, della legge n. 67 del 1988, per la ricostruzione edilizia delle zone del Belice colpite dal terremoto del 1968.
Ricorda, al riguardo, che tale stanziamento è frutto di una esplicita richiesta rivolta in tal senso della Commissione, in occasione del parere reso sullo schema di riparto esaminato alla fine dello scorso anno, che ha trovato risposta in una apposita norma della manovra finanziaria per il 2007, in precedenza richiamata. Fa presente, quindi, che le risorse di cui allo schema di riparto in esame saranno destinate - secondo l'intesa raggiunta nell'ambito del coordinamento dei sindaci dei comuni interessati - alla ricostruzione e riparazione edilizia da parte dei privati, sebbene il citato comma 1010 precisi che tale contributo potrà essere utilizzato dai comuni beneficiari anche per le finalità di cui al primo comma dell'articolo 18 della legge 7 marzo 1981, n. 64, ossia per la progettazione ed esecuzione di opere pubbliche nella stessa zona. In tal caso la norma demanda ad un'apposita convenzione la disciplina dei rapporti tra provveditorato per le opere pubbliche e comuni interessati e stabilisce inoltre che, dalla data di entrata in vigore della legge finanziaria (1o gennaio 2007), non saranno più ammissibili domande di contributo finalizzate alla ricostruzione «post terremoto».
Rammenta, poi, che l'ultimo riparto di fondi destinati alla ricostruzione del Belice è stato effettuato con il decreto ministeriale 26 ottobre 2006, che ha provveduto alla ripartizione del contributo triennale di 5 milioni di euro annui - a decorrere dal 2006 - disposto con l'articolo 39-undecies del decreto-legge n. 273 del 2005, convertito, con modificazioni dalla legge n. 51 del 2006. Ricorda che su tale proposta di ripartizione, peraltro, la VIII Commissione della Camera ha espresso, nell'ottobre 2006, parere favorevole con osservazioni, evidenziando in particolare l'esigenza di una costante attività di controllo sull'utilizzo delle risorse di cui allo schema di riparto, nonché del reperimento delle risorse finanziarie da destinare alla realizzazione degli interventi di edilizia


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privata e delle opere di urbanizzazione, tenendo presente che il coordinamento dei sindaci della Valle del Belice ha evidenziato un fabbisogno, per i progetti già presentati dai soggetti privati, pari a 446 milioni di euro, e, per il completamento degli interventi di edilizia pubblica, di circa 133 milioni di euro. In analoga direzione, tra l'altro, si è espressa anche la competente Commissione del Senato.
In proposito, avverte che il risultato di tale proposta di riparto, che sembra non tenere in debito conto le valutazioni espresse in sede parlamentare, è frutto della Conferenza di servizi svoltasi, lo scorso 22 gennaio 2007, tra i sindaci dei comuni della valle del Belice e il Dirigente generale del provveditorato per le opere pubbliche Sicilia-Calabria, finalizzata all'elaborazione della proposta di ripartizione dei fondi previsti dalla legge finanziaria. Dal verbale della riunione emerge, in particolare, la decisione unanime dei comuni di destinare le risorse finanziarie soltanto a finalità privata. Sul punto ricorda, tuttavia, che, in occasione dell'esame del precedente schema di ripartizione, era stata indicata la necessità di reperire risorse per il completamento degli interventi di edilizia pubblica, necessità che era stata evidenziata anche nel parere reso dalla VIII Commissione. Segnala, inoltre, che anche l'atto di verifica delle esigenze finanziarie della ricostruzione del patrimonio di edilizia privata conferma la sussistenza di un fabbisogno finanziario per il completamento delle urbanizzazioni e delle altre opere pubbliche. In tal senso, prima di procedere alla formalizzazione di una proposta di parere, intende acquisire dal rappresentante del Governo chiare indicazioni sull'argomento, anche al fine di fugare il dubbio che l'intesa sul riparto dei fondi raggiunta dai sindaci dei comuni interessati postuli, in realtà, l'esigenza di provvedere - con nuovi e ulteriori finanziamenti futuri - alle opere di urbanizzazione necessarie nelle zone colpite dal terremoto del 1968.

Il Viceministro Angelo CAPODICASA fa presente che il Governo può solo comunicare quanto stabilito a seguito dell'approvazione della legge finanziaria per il 2007, sulla base dell'intesa raggiunta nell'ambito della Conferenza di servizi tra i sindaci dei comuni della Valle del Belice e il Dirigente generale del Provveditorato per le opere pubbliche Sicilia-Calabria: la legge n. 178 del 1976, infatti, non prevede alcuna competenza del Ministero in ordine all'individuazione delle tipologie di interventi cui sono destinati i fondi. A suo avviso, peraltro, il coordinamento dei sindaci ha stabilito di concentrare tali fondi soltanto su opere di edilizia privata, in ragione del forte squilibrio esistente tra le esigenze di ricostruzione del patrimonio abitativo privato, pari all'incirca a 446 milioni di euro, e il fabbisogno per le opere pubbliche, pari a circa 133 milioni di euro; a fronte delle priorità indicate dai sindaci, il Ministero non ha, pertanto, poteri per intervenire sulle tipologie dei progetti da realizzare. In tal senso, nel segnalare che il responsabile territoriale del Ministero ha cercato di sensibilizzare i comuni interessati nei confronti dell'esigenza di realizzare anche opere di urbanizzazione, dichiara che il Governo non ritiene di dover contestare le scelte operate dagli amministratori locali, viste anche le legittime aspettative delle comunità territoriali.

Filippo MISURACA (FI) giudica esaurienti i chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, che hanno risposto - a suo avviso - alle questioni poste dal relatore. Poiché, peraltro, sono gli stessi sindaci dei comuni coinvolti a indicare la strada della realizzazione di interventi di edilizia privata, ritiene opportuno che la Commissione proceda, senza ulteriori indugi, all'espressione del parere di competenza; in caso contrario, paventa il rischio che le perplessità che possono emergere in sede parlamentare siano da collegare ad eventuali problemi di insoddisfazione per il riparto delle quote di rispettiva competenza dei comuni interessati.

Ermete REALACCI, presidente, nel prospettare l'esigenza di comprendere se lo


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schema di riparto in esame possa considerarsi l'ultimo atto di finanziamento statale in favore dei comuni della Valle del Belice colpiti da un terremoto che risale a quasi quaranta anni fa, intende sottolineare come la Commissione debba, in ogni caso, mantenere un segnale di coerenza con gli orientamenti già espressi in sede di parere sul precedente provvedimento di ripartizione delle quote.

Angelo Maria Rosario LOMAGLIO (Ulivo), relatore, osserva che le perplessità manifestate nella sua relazione introduttiva non hanno riguardo alle quote di riparto, attesa l'approvazione unanime delle assegnazioni da parte del coordinamento dei sindaci interessati. Fa presente che i dubbi permangono, in realtà, sulla circostanza che da nessun atto ufficiale risulta che gli interventi di edilizia privata si limiteranno alle solo aree in cui già esistono opere di urbanizzazione primaria. Poiché, infatti, i sindaci utilizzeranno le somme a loro disposizione come riterranno più opportuno, paventa il rischio che si proceda a nuovi interventi di edilizia abitativa privata senza provvedere alle opere pubbliche di urbanizzazione, per poi «scoprire» che vi saranno nuove esigenze di ulteriori contributi statali aggiuntivi, diretti a realizzare queste opere. Giudica, pertanto, importante sgombrare il campo da tali equivoci, evitando che l'eventuale assenso del Parlamento allo schema di riparto in esame si risolva in una sorta di «tacito accordo» a vincolare, anche per il futuro, lo Stato a finanziare le opere di urbanizzazione collegate a nuovi interventi di edilizia privata.

Il Viceministro Angelo CAPODICASA fa presente che gli interventi di ricostruzione non possono considerarsi discrezionali, se è vero che essi fanno riferimento a piani urbanistici già approvati e a strumenti di pianificazione ben definiti. In particolare, osserva che, laddove vi sono piani urbanistici vigenti per l'insediamento di abitazioni private, l'ente territoriale dovrà conseguentemente farsi carico delle connesse opere di urbanizzazione; per tali finalità, peraltro, sono disponibili ancora le annualità 2008 e 2009, che auspica i comuni sappiano utilizzare anche per le necessità testé evidenziate. In ogni caso, invita la Commissione a considerare l'importanza della disposizione contenuta nella legge finanziaria per il 2007, che blocca al 1o gennaio 2007 le richieste di finanziamenti per interventi di ricostruzione nella Valle del Belice, e che dovrebbe consentire di considerare concluse a quella data tutte le possibili iniziative in materia.

Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.40.

RISOLUZIONI

Mercoledì 16 maggio 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa.

La seduta comincia alle 15.40.

7-00155 Realacci: Attuazione di una politica organica per la casa.

7-00163 Stradella: Attuazione di una politica organica per la casa.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

La Commissione prosegue la discussione, rinviata il 17 aprile 2007.

Franco STRADELLA (FI) illustra il contenuto della sua risoluzione, rilevando come gli obiettivi ad essa sottesi siano comuni alla risoluzione n. 7-00155, che tuttavia incentra gli impegni per il Governo attorno alla attuazione della legge n. 9 del 2007. Fa presente, al contrario, che la sua risoluzione intende allargare l'ambito degli impegni previsti e verificare,


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in particolare, il possibile utilizzo delle risorse del patrimonio ex ATC, nonché un maggiore coinvolgimento delle autonomie territoriali. Nonostante tali differenze, peraltro, ritiene che il contenuto delle due risoluzioni sia certamente integrabile e, pertanto, prospetta l'opportunità di avviare un percorso che porti all'eventuale unificazione dei testi.

Tino IANNUZZI (Ulivo), nell'esprimere apprezzamento per la posizione espressa del deputato Stradella, ritiene che - pur a fronte di premesse differenti - gli obiettivi delle due risoluzioni in discussione siano convergenti per quanto concerne il dispositivo. Al riguardo, sottolinea l'opportunità che la Commissione torni ad appropriarsi con forza di queste tematiche, affrontando senza reticenze l'argomento delle politiche per la casa, in ogni suo aspetto. In tale quadro, segnala in particolare i problemi del finanziamento degli interventi e del rafforzamento della leva fiscale, nonché quello dell'incremento delle risorse a disposizione del cosiddetto «Fondo sociale per le locazioni».
Rileva, infine, che l'eventuale unificazione dei testi potrebbe trovare punti di sintesi anche nel sollecitare una attenzione del Governo nei confronti della volontà, manifestata dagli operatori privati, di contribuire alla realizzazione di progetti integrati di edilizia pubblico-privati. Sarà, a suo giudizio, possibile ragionare anche sull'aumento della disponibilità di alloggi e sull'utilizzo del patrimonio pubblico in fase di dismissione, nonché affrontare con coraggio il tema della sdemanializzazione degli edifici del demanio militare.

Franco STRADELLA (FI), intervenendo per una precisazione, osserva che occorre prestare attenzione anche al lavoro in corso presso la VI Commissione in ordine al tema delle rendite catastali, che incide direttamente sugli argomenti trattati dalle risoluzioni in discussione.

Ermete REALACCI, presidente, ritiene opportuno che il Parlamento torni ad acquisire un ruolo centrale sugli argomenti trattati dalle risoluzioni, anche verificando la percorribilità delle ipotesi di concedere ai comuni le aree militari dimesse, presenti all'interno dei centri urbani, secondo quanto sembrerebbe emergere da recenti dichiarazioni rilasciate dallo stesso Ministro della difesa.

Lello DI GIOIA (RosanelPugno) ricorda che il tema della dismissione delle aree militari è stato affrontato nell'ultima manovra finanziaria; tuttavia, per rendere operative le disposizioni approvate dal Parlamento, occorre un forte impegno per facilitare gli accordi tra i comuni ed il Ministero della difesa.

Maria Cristina PERUGIA (RC-SE) esprime la disponibilità del suo gruppo a lavorare per la definizione di una risoluzione unitaria, ritenendo tuttavia pregiudiziale che il Governo chiarisca secondo quali linee sta proseguendo il dibattito all'interno del tavolo di concertazione sulle politiche per la casa, istituito a seguito dell'approvazione della legge n. 9 del 2007. Giudica inoltre interessante la questione dell'utilizzo di beni del demanio militare, osservando però che la legge finanziaria per il 2007, che prevede l'avvio di una contrattazione con i comuni interessati, non sembra prospettare, al momento, l'ipotesi che i relativi interventi riguardino il profilo della edilizia residenziale, in quanto le riflessioni sembrano per ora limitarsi alla possibile realizzazione di esercizi commerciali o di edifici destinati ad attività produttive. A tal fine, invita la Commissione a promuovere un atto di indirizzo che favorisca l'adozione di misure nel senso testé indicato.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV) giudica pericoloso creare eccessive illusioni sull'utilizzo dei beni del demanio militare, già tentato in precedenti occasioni. In particolare, ritiene velleitario il tentativo di realizzare, con tali beni, interventi di edilizia residenziale pubblica, che richiedono una lunga procedura per il cambio di destinazione d'uso, che necessita peraltro


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di apposite varianti urbanistiche al piano regolatore.

Romolo BENVENUTO (Ulivo), pur riconoscendo le difficoltà insite nel percorso di sdemanializzazione dei beni della difesa, ritiene importante che il Parlamento cerchi di perseguire tale strada. In ogni caso, osserva che la Commissione può esprimere sulla materia soltanto indicazioni di principio, essendo rimesse ai comuni le competenze di natura operativa.

Il viceministro Angelo CAPODICASA segnala preliminarmente che il tavolo di concertazione, richiamato in precedenti interventi, ha svolto due riunioni di natura politica, l'ultima delle quali ha avuto luogo nella mattinata di oggi. Per il resto, le analisi di dettaglio dei diversi settori di intervento sono state demandate ad un apposito tavolo tecnico, che ha trasferito le proposte al tavolo politico proprio nella riunione odierna. In tal senso, ritiene che il Governo possa assumere di fronte alla Commissione l'impegno a riferire al Parlamento sui contenuti del documento che emergerà alla fine del lavoro istruttorio, prima ancora che esso confluisca nell'ambito delle proposte contenute nel prossimo documento di programmazione economica e finanziaria.

Raffaella MARIANI (Ulivo), nel concordare con l'ipotesi di rinviare ad altra seduta il seguito della discussione delle risoluzioni in titolo, nella prospettiva di giungere ad una loro unificazione, chiede formalmente a nome del suo gruppo che - anche a seguito della disponibilità manifestata dal Viceministro Capodicasa - i ministri delle infrastrutture e della solidarietà sociale facciano il punto sulle questioni relative alle politiche per la casa in una apposita sede parlamentare, prima che lo stesso Governo giunga all'approvazione del prossimo DPEF.

Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00129 Germanà: Completamento della diga di Blufi.

7-00152 Lomaglio: Completamento della diga di Blufi.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

La Commissione prosegue la discussione, rinviata il 17 aprile 2007.

Ermete REALACCI, presidente, in considerazione della discussione sinora svolta sulle risoluzioni in titolo, invita i firmatari di tali atti di indirizzo a rappresentare alla Commissione l'eventuale possibilità di giungere all'unificazione del contenuto dei due testi.

Filippo MISURACA (FI) dichiara di non avere particolari obiezioni sulla possibile unificazione del contenuto delle due risoluzioni, sebbene il rappresentante del Governo abbia già risposto alle principali questioni da queste sollevate e, in particolare, abbia chiarito che i motivi della revoca del finanziamento della diga di Blufi siano da ricondurre a precise responsabilità. Ritiene pertanto opportuno che il Governo si faccia interprete presso la Regione Sicilia di una specifica richiesta circa la possibilità che tale opera rientri ancora tra le priorità strategiche regionali, riferendone gli esiti alla Commissione. Osserva infatti che, solo dopo il compimento di tale adempimento, sarà possibile procedere alla deliberazione di un apposito atto di indirizzo.

Francesco PIRO (Ulivo) osserva che la risoluzione n. 7-00152, da lui sottoscritta, mira a dare una risposta agli interrogativi relativi alla diga di Blufi, chiarendo una serie di questioni che riguardano il passato più o meno recente e che hanno sollevato problemi di natura tecnica, criticità strutturali e questioni di carattere ambientale. Rileva inoltre che il presidente della Regione Sicilia non può considerarsi estraneo alle vicende che hanno caratterizzato l'evoluzione di tale opera, avendo egli agito


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in qualità di Commissario delegato del Governo. Poiché, a suo giudizio, non è ammissibile che l'opera in questione resti nell'attuale situazione di incertezza, giudica necessario procedere ad un sollecito impegno nei confronti del Governo, affinché faccia finalmente il punto sull'intera vicenda, effettuando ogni opportuna verifica.
Sottolinea, pertanto, l'esigenza di indicare un percorso che porti alla definitiva soluzione della questione, affrontando i profili del restauro ambientale, del risarcimento dei danni prodotti, della integrazione dell'approvvigionamento idrico dell'area di Caltanissetta, nonché del ristoro delle attività economiche e produttive fortemente penalizzate dalle incertezze che hanno caratterizzato l'opera. Raccomanda, dunque, l'approvazione del richiamato atto di indirizzo al Governo, atteso anche che la nuova amministrazione comunale di Blufi si è spesa fortemente per la soluzione della problematiche segnalate.

Filippo MISURACA (FI), alla luce delle considerazioni svolte dal deputato Piro, ritiene utile ribadire che la sua proposta di rinvio della deliberazione sugli atti di indirizzo in discussione è diretta a consentire al Governo di acquisire dalla Regione le informazioni circa l'interesse a proseguire nella realizzazione dell'opera. Per tali motivi, giudica importante che il Governo operi in questa direzione, prima che la Commissione adotti le determinazioni di propria competenza.

Angelo Maria Rosario LOMAGLIO (Ulivo), pur ritenendo utile acquisire gli orientamenti del Governo regionale sulle proposte testé avanzate, si domanda per quale motivo il Parlamento non possa rivolgere all'Esecutivo precisi impegni su argomenti di propria competenza e debba, invece, attendere che la Regione Sicilia esprima le proprie valutazioni sull'argomento. Ritiene che la sua risoluzione debba essere, pertanto, posta al più presto in votazione, anche perché le premesse in essa contenute servono a sollecitare il Governo all'assunzione di un ruolo, in particolare sotto il profilo delle prescrizioni ambientali e della programmazione dei necessari interventi infrastrutturali.

Il Viceministro Angelo CAPODICASA ritiene che il percorso di esame degli atti di indirizzo in titolo debba essere svolto in maniera coerente, poiché la storia della diga di Blufi è particolarmente lunga e complessa. In tal senso, giudica essenziale fare il punto della situazione ad oggi, prendendo atto che esiste un definanziamento dell'opera deciso dal CIPE al termine della precedente legislatura, dopo che l'opera stessa era stata inserita nel programma della «Legge obiettivo». Non avendo la Regione Sicilia rinnovato la richiesta di reinserimento dell'opera all'interno del citato programma, tale intervento dovrebbe, in linea teorica, non avere alcun seguito. Tuttavia, ritiene che il confronto su tale argomento non debba essere abbandonato da parte del Parlamento e del Governo, pur nella consapevolezza che occorre un atto formale per riattivare il procedimento e verificare i relativi progetti, atteso anche che le procedure ambientali si sono, nel frattempo, ulteriormente complicate.
Fa presente, quindi, che il suo dicastero ha già chiarito che non intende riaprire il percorso di realizzazione dell'opera senza una preventiva attivazione della Regione, e che la risoluzione di iniziativa dei deputati Lomaglio ed altri prospetta di andare oltre tale opera, verificando tutto quello che può essere necessario per risolvere le più generali questioni di approvvigionamento idrico dell'area interessata. In conclusione, prospetta l'opportunità di un intervento «in due tempi», che consenta al Governo di acquisire dalla Regione Sicilia le opportune determinazioni e, quindi, di rappresentare alla Commissione i termini generali del problema, al fine di giungere alle deliberazioni di competenza.

Ermete REALACCI, presidente, preso atto degli orientamenti del Governo, ritiene opportuno che la Commissione proceda alla votazione delle risoluzioni in titolo solo dopo avere completato l'iter


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istruttorio prospettato dal Viceministro delle infrastrutture.

Angelo Maria Rosario LOMAGLIO (Ulivo) sottolinea come l'attività istruttoria del Governo possa essere rafforzata da una preventiva deliberazione in sede parlamentare. Insiste, pertanto, per l'approvazione della sua risoluzione.

Francesco PIRO (Ulivo) osserva che, poiché la risoluzione di cui è cofirmatario non prevede l'assunzione di impegni di carattere definitivo, bensì l'attivazione di una generale procedura di verifica della situazione in essere, la Commissione potrebbe procedere sin d'ora all'approvazione di un apposito atto di indirizzo in tal senso.

Il viceministro Angelo CAPODICASA ribadisce l'opportunità che il Governo proceda ad una ultima verifica con la Regione Sicilia, per poi costruire una linea di indirizzo, di intesa con il Parlamento, che prospetti le opportune modalità di intervento sulla materia dell'ammodernamento delle strutture idriche nei territori interessati dalle risoluzioni in titolo.

Filippo MISURACA (FI) si dichiara disponibile a verificare nuovamente - e con la dovuta attenzione - il contenuto delle risoluzioni in titolo, preannunciando l'eventuale possibilità di aderire alle linee di indirizzo, di natura più generale, prospettate nella risoluzione di iniziativa dei deputati Lomaglio ed altri, a condizione che siano prima acquisiti i chiarimenti del Governo circa gli orientamenti della Regione Sicilia.

Angelo Maria Rosario LOMAGLIO (Ulivo) aderisce alla proposta del Viceministro Capodicasa, prendendo atto positivamente della disponibilità testé espressa dal deputato Misuraca.

Ermete REALACCI, presidente, non essendovi obiezioni, avverte che proporrà all'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi di reinserire nel calendario dei lavori della Commissione, ai fini della relativa deliberazione, il seguito della discussione delle risoluzioni in titolo entro la data del 20 giugno prossimo, facendo presente che nell'ambito di tale termine il Governo si impegna a fornire i richiesti chiarimenti circa gli orientamenti della Regione Sicilia.

La Commissione prende atto.

Ermete REALACCI, presidente, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.20.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 16 maggio 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il Viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa.

La seduta comincia alle 16.20.

Ricostruzione dei territori del Molise e della Puglia colpiti dal sisma dell'ottobre 2002.
Nuovo testo C. 585 Di Gioia.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 3 maggio 2007.

Ermete REALACCI, presidente, comunica che, alla luce delle osservazioni sul nuovo testo della proposta di legge n. 585, adottato come testo base per il seguito dell'esame in sede referente, contenute nella documentazione consegnata nella precedente seduta dal rappresentante del Governo, il relatore ha predisposto ulteriori emendamenti (vedi allegato), finalizzati a recepire i rilievi formulati.

Salvatore MARGIOTTA (Ulivo), relatore, ricostruisce sommariamente l'iter del provvedimento, richiamando in particolare la documentazione consegnata dal rappresentante del Governo nella precedente seduta, che ha indotto la Commissione a non procedere subito all'esame degli emendamenti presentati, al fine di valutare eventuali, nuove, proposte di modifica del testo. Fa presente, quindi, che i suoi emendamenti si muovono nella direzione


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indicata dal Governo e intendono rispondere ai rilievi da questo formulati.

Il viceministro Angelo CAPODICASA ritiene che, qualora gli emendamenti del relatore rispondano alle esigenze manifestate dal Governo, non vi sono obiezioni a procedere al loro esame. Prospetta, tuttavia, l'opportunità di fornire al suo Ministero un minimo margine di tempo per consentire una loro valutazione tecnica.

Lello DI GIOIA (RosanelPugno) ritiene inopportuno continuare a rinviare l'esame degli emendamenti, soprattutto in considerazione degli sforzi compiuti dal relatore per andare incontro alle richieste di modifica prospettate dal Governo.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV) giudica ragionevole che la Commissione possa approfondire il contenuto degli emendamenti presentati dal relatore e, allo stesso tempo, procedere con sollecitudine al loro esame. A tal fine, prospetta l'opportunità di rinviare alla seduta di domattina il seguito dell'esame del provvedimento.

Ermete REALACCI, presidente, preso atto che non vi sono obiezioni alla richiesta formulata dal deputato Misiti, propone di rinviare alla seduta di domattina il seguito dell'esame del provvedimento.
Propone, altresì, di fissare alle ore 19 di oggi il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti agli emendamenti del relatore.

La Commissione concorda.

Ermete REALACCI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 16 maggio 2007.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.30 alle 16.40.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

Disposizioni per il riordino delle funzioni di vigilanza e controllo nel settore autostradale.
C. 871 Armani e C. 1628 Misiti.