XI Commissione - Resoconto di marted́ 10 luglio 2007


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ATTI DEL GOVERNO

Martedì 10 luglio 2007. - Presidenza del presidente Gianni PAGLIARINI.

La seduta comincia alle 14.05.

Proposta di nomina della dottoressa Amalia Ghisani a presidente dell'ente nazionale di previdenza ed assistenza per i lavoratori dello spettacolo.
Nomina n. 42.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina.

Emilio DELBONO (Ulivo), relatore, ricorda che la dottoressa Amalia Ghisani ricopre attualmente il ruolo di presidente dell'ente nazionale di previdenza ed assistenza per i lavoratori dello spettacolo (ENPALS). Fa presente che si tratta di una personalità ben nota sia al mondo sindacale sia al mondo degli enti previdenziali, avendo già ricoperto in tali contesti incarichi che danno garanzia di professionalità. Sottolinea quindi che la dottoressa Ghisani ha fatto parte dal 30 giugno 1995 al 14 agosto 1999 del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'INPS; dal 17 maggio 2002 al 29 maggio 2003 ha ricoperto il ruolo di Commissario straordinario dell'ENPALS, rivestendo l'incarico di presidente dello stesso ente dal 29 maggio del 2003 al 29 maggio 2007. In relazione agli incarichi nel mondo sindacale, fa presente che la dottoressa Ghisani ha ricoperto il ruolo di segretario confederale CISL dal 30 settembre 1994 al 16 maggio 2002 con delega sulle politiche sociali. Conclude evidenziando come la presidenza della dottoressa Ghisani all'ENPALS abbia garantito una gestione equilibrata dell'ente. Ritiene pertanto opportuna una riconferma dell'incarico di presidente dell'ENPALS, anche in vista del riordino degli enti previdenziali.

Gianni PAGLIARINI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.10.


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SEDE CONSULTIVA

Martedì 10 luglio 2007. - Presidenza del presidente Gianni PAGLIARINI.

La seduta comincia alle 14.10.

DL 81/07: Disposizioni urgenti in materia finanziaria.
C. 2852 Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Teresa BELLANOVA (Ulivo), relatore, rileva che il decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, dispone l'utilizzo delle maggiori entrate nette rispetto alle previsioni di bilancio 2007 (cd. extra-gettito) al fine di fare fronte ad alcune urgenti situazioni di sofferenza sul lato della spesa, suscettibili di generare difficoltà operative per la amministrazioni centrali e gli enti locali, di garantire la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali di pace e di aiuto umanitario e di intervenire a sostegno di alcuni settori dell'economia.
Con riferimento agli interventi incidenti su ambiti di competenza della Commissione, richiama in primo luogo l'articolo 5 recante misure in materia pensionistica con cui, come evidenziato nella relazione illustrativa, si intende dare attuazione agli impegni assunti dal Governo in materia pensionistica in sede di confronto con le parti sociali nell'ambito del tema «crescita ed equità». Più in dettaglio, il comma 1 dell'articolo stabilisce che, per l'anno 2007, nel limite dello stanziamento di 900 milioni di euro, si provvede all'incremento dei trattamenti pensionistici per i titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell'Assicurazione generale obbligatoria (A.G.O.) e delle forme sostitutive ed esclusive della medesima, gestite da enti pubblici previdenziali, nonché delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e dei lavoratori delle miniere, cave e torbiere, il cui importo complessivo annuo, al netto dei trattamenti di famiglia, non superi la soglia massima determinata dal decreto interministeriale di cui al comma 2. Tale comma 2 dispone infatti che, con un decreto del Ministro del lavoro, adottato di concerto con il Ministro dell'economia entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge, si provveda a stabilire i criteri di determinazione dell'incremento dei trattamenti pensionistici e le modalità e i termini di corresponsione.
Fa notare come nella relazione illustrativa si precisi che la definizione concreta dell'intervento è rimessa ad un decreto interministeriale che, nel rispetto dei tempi rapidi per corrispondere con la necessaria tempestività ed urgenza ad un primo intervento di adeguamento mirato ai trattamenti pensionistici di importo basso, consenta di individuare, con le parti sociali, criteri e modalità condivise e, dunque, la platea dei destinatari e la misura del beneficio.
Il comma 3 dispone, a decorrere dall'anno 2008, l'istituzione nello stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale di un Fondo per il finanziamento di una serie di interventi in materia previdenziale, nel limite complessivo di 1.500 milioni di euro annui. In particolare il Fondo servirà a finanziare i seguenti interventi: incremento dei trattamenti pensionistici bassi, nonché miglioramento del meccanismo di perequazione per le pensioni di importo non superiore a cinque volte il trattamento minimo mensile vigente nell'A.G.O.; misure agevolative relative al riscatto degli anni del corso legale di laurea e alla totalizzazione dei periodi assicurativi maturati presso diverse gestioni previdenziali, rivolte, in particolare, ai soggetti per i quali si applichi in maniera integrale il metodo contributivo di calcolo della pensione, al fine di migliorare la misura dei trattamenti pensionistici. Sottolinea come nella relazione illustrativa si osservi che tali misure miglioreranno i trattamenti pensionistici di


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un'ampia platea di soggetti tra i quali, in particolare, i giovani in quanto più direttamente interessati, da un lato, dal regime contributivo, e dall'altro dai processi di modifica del mercato del lavoro e dalle nuove tipologie flessibili, ovvero non standard, di lavoro.
Osserva poi che il comma 1 dell'articolo 7, relativo alle integrazioni di alcune autorizzazioni di spesa per complessivi 764,2 milioni nel 2007, prevede l'integrazione pari a 1,1 milioni per il funzionamento dell'ARAN per il 2007, ai sensi dell'articolo 46 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, a norma del quale, per la sua attività, l'ARAN si avvale sia delle risorse derivanti da contributi posti a carico delle singole amministrazioni dei vari comparti, sia di quote per l'assistenza alla contrattazione integrativa e per le altre prestazioni eventualmente richieste.
Richiama quindi l'articolo 13 che dispone la concessione di anticipazioni di tesoreria, nella misura del 30 per cento delle somme relative ad autorizzazioni di spesa previste dalla legge finanziaria 2007 e indicate nell'elenco 1 della stessa legge. Si tratta delle autorizzazioni di spesa per il finanziamento di interventi, indicati nello stesso elenco 1, alimentate con le risorse del cosiddetto Fondo TFR istituito dalla legge finanziaria per il 2007 e - nei limiti dell'accertamento di esse - accantonate in attesa della decisione delle autorità statistiche comunitarie circa la compatibilità delle norme relative al trattamento contabile del Fondo e al suo utilizzo. Tali anticipazioni di tesoreria sono autorizzate su richiesta delle amministrazioni competenti e sono dunque destinate al finanziamento dei singoli interventi indicati nel citato elenco 1. La concessione di anticipazioni di tesoreria indicata è prevista nelle more del perfezionamento del procedimento volto all'accertamento trimestrale delle risorse del Fondo, di cui all'articolo 1, comma 759 della citata legge finanziaria 2007.
A tale proposito, fa presente che, poiché l'utilizzo delle risorse del. Fondo TFR è subordinato alla decisione delle autorità statistiche comunitarie sulla compatibilità con la disciplina contabile europea delle norme sul funzionamento del Fondo, non risulta chiaro se la concessione dell'anticipazione è comunque subordinata alla predetta decisione o se invece possa avvenire indipendentemente da essa.
Richiama infine il comma 1 dell'articolo 15 che stanzia 12 milioni di euro per il 2007 per le misure di accompagnamento collegate agli interventi di interruzione obbligatoria dell'attività di pesca, riservando 7 milioni di euro per i contributi ai marittimi imbarcati sui pescherecci colpiti nel corso del 2007 da un provvedimento di fermo-pesca. La norma precisa che i contributi ai marittimi «sono riconosciuti nei limiti previsti dalla normativa comunitaria», con ciò facendo riferimento, secondo quanto afferma la relazione illustrativa, all'applicazione degli aiuti de minimis per il settore della pesca.
Conclude riservandosi di formulare la proposta di parere al termine del dibattito.

Gianni PAGLIARINI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2008-2011.
Doc. LVII, n. 2.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Emilio DELBONO (Ulivo), relatore, sottolinea che il documento di programmazione economico finanziario (DPEF) relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2008-2011, si pone in continuità con il DPEF dello scorso anno e consente un primo bilancio sul raggiungimento degli obiettivi indicati da quel DPEF. Il documento in esame consente di superare l'intreccio tra la bassa crescita economica, il mancato controllo dei conti della finanza


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pubblica e il crescente disagio sociale. Con riferimento al primo elemento, fa presente che nel documento si registra una ripresa della crescita economica con un aumento del 2 per cento nel 2007 e con un aumento superiore del 2 per cento nel 2008. Sottolinea quindi come l'aumento della produttività e il conseguente aumento del tasso di occupazione consentano di arrivare ad una crescita del 3 per cento a partire dal 2009.
Quanto poi al secondo elemento, evidenzia il dato positivo dei conti pubblici riportato nel documento in esame. Si tratta di un dato che consente di replicare a coloro che sostenevano la necessità, in primo luogo del risanamento, e in secondo luogo dello sviluppo economico. A tale proposito fa notare come l'indebitamento netto sia passato dal 4.4 per cento del 2006 al 2,5 per cento del 2007 e si ipotizzi che passi al 2,2 per cento nel 2008, all'1,8 nel 2009 e all'1,1 per cento nel 2011. Sottolinea quindi che il debito pubblico tornerà sotto il 105 per cento rispetto al PIL nel 2008 e che si attesterà intorno al 95 per cento del medesimo PIL entro il 2011. Fa poi presente la crescita del tasso di occupazione pari allo 0,4 per cento nel 2007 e allo 0,8 per cento nel 2008 con conseguente decremento del tasso di disoccupazione, che passerebbe dal 6,4 per cento del 2007 al 6,2 per cento del 2008 e al 5,7 per cento entro l'anno 2011.
Rileva che la crescita del PIL, pari al 2 per cento nel 2007, è sostenuta soprattutto dalla domanda interna, soprattutto dalle famiglie, nonchè dalle esportazioni e dal recupero della produttività. Sul costo del lavoro per dipendente rileva che si registra una crescita del 2,3 per cento nel 2007, a fronte di una crescita dell'1,2 per cento per unità di prodotto nello stesso anno (contro il 2,3 per cento del 2006).
Con riferimento alla economia globale sottolinea come, a fronte dell'aumento della crescita economica negli Stati Uniti intorno al 2,1 per cento nel 2007, si registri un aumento del 2,6 per cento nell'area euro. Richiamando poi il tasso di crescita dei Paesi più industrializzati negli anni 2008-2011 (+ 2,6 per cento l'anno), osserva che il documento in esame individua cinque obiettivi in materia di politica del lavoro: contrasto al lavoro sommerso, rafforzamento dell'azione volta a prevenire gli infortuni sul lavoro assicurando il rispetto della normativa sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro; promozione del lavoro subordinato a tempo indeterminato, quale principale tipologia di lavoro, da un lato attraverso misure di incentivazione della medesima tipologia di lavoro, e dall'altro contrastando il ricorso improprio a forme contrattuali non standard con particolare riferimento alle collaborazioni a progetto, come avvenuto con apprezzabili risultati nel settore dei call center; rilancio delle politiche del lavoro in funzione proattiva, mediante l'azione coordinata ed integrata dei centri per l'impiego, delle politiche formative e degli ammortizzatori sociali; interventi mirati in favore dei soggetti appartenenti alle fasce più deboli del mercato del lavoro, cioè le donne, i giovani e i lavoratori ultracinquantenni. Con riferimento alla categoria delle donne, il Governo preannuncia una serie di azioni mirate per promuovere l'occupazione femminile, al fine appunto di incrementare non soltanto il relativo tasso di occupazione (soprattutto nel Sud), ma anche la qualità dell'occupazione medesima. Difatti il tasso di occupazione femminile in Italia, uno dei peggiori in ambito europeo (addirittura pari solamente al 30 per cento circa nel Mezzogiorno), costituisce uno degli ostacoli principali per l'effettiva realizzazione della parità tra generi, oltre che di un maggiore tasso di crescita. Pertanto viene preannunciato un piano straordinario per l'occupazione femminile e l'accesso alle carriere e all'impresa, che non può prescindere da un quadro di riconoscimento dei diritti, tra cui la tutela della maternità soprattutto per quelle lavoratrici precarie che sono attualmente prive di ogni tipo di tutela.
Il DPEF in esame assicura un'attenzione anche alle problematiche lavorative dei giovani, che sono i più interessati dalle forme di lavoro flessibile, anche attraverso azioni che siano in grado di migliorarne le


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tutele e le prospettive pensionistiche. Al riguardo, ricorda che il decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, attualmente in fase di conversione presso la Camera dei deputati (A.C. 2852), all'articolo 5 reca misure agevolative relative al riscatto del corso legale di laurea e alla totalizzazione dei periodi assicurativi maturati presso diverse gestioni previdenziali, rivolte, in particolare, ai soggetti per i quali si applichi in maniera integrale il metodo contributivo di calcolo della pensione, al fine di migliorare la misura dei trattamenti pensionistici. Il documento evidenzia inoltre che i giovani, essendo più interessati dal lavoro flessibile, sono spesso privi di tutele contro la disoccupazione, poiché gli ammortizzatori sociali sono strutturati per un modello di mercato del lavoro basato sul rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Con riferimento agli interventi in materia di previdenza, il documento si pone in coerenza con quanto previsto dal decreto-legge n. 81 del 2007, prevedendo lo stanziamento dal 2008 di 1 miliardo di euro annui, che si aggiungono agli 1,5 miliardi annui già previsti dallo stesso decreto-legge n. 81/2007 (per un totale di 2,5 miliardi annui), da ripartire nel seguente modo: 700 milioni per gli ammortizzatori sociali, di cui 600 milioni per i trattamenti diretti ed i contributi figurativi (300 milioni per i giovani) e 100 milioni per politiche attive del lavoro per i giovani; 300 milioni per incrementare il salario produttività nella contrattazione decentrata e per gli straordinari. Sottolinea al riguardo come il DPEF precisi che eventuali ulteriori risorse per la previdenza dovranno essere reperite all'interno dello stesso settore previdenziale.
In termini di incidenza della spesa pensionistica sul PIL, i valori indicati nel DPEF risultano i seguenti: 14,0 per cento nel 2006, 14,0 per cento nel 2007, 13,9 per cento nel 2008, 13,8 per cento nel 2009, 13,8 per cento nel 2010, 13,7 per cento nel 2011. La spesa per pensioni, dunque, anche per effetto dei risparmi conseguenti alla legge n. 243/2004 registra, a legislazione vigente, un andamento leggermente crescente fino al 2007, per poi decrescere fino al 13,7 per cento nel 2011: si tratta di valori che tengono pertanto conto dell' entrata in vigore della cosiddetta «legge Maroni». Non si indicano quindi nel documento le modalità attraverso cui si intende superare le conseguenze dell'abolizione del cosiddetto scalone.
Conclude con riferimento al tema della pubblica amministrazione. Evidenzia a tale proposito che il documento in esame pone in rilievo come il Governo, attraverso il memorandum sul lavoro pubblico, firmato con i sindacati maggiormente rappresentativi, intenda creare una connessione tra la modernizzazione del settore pubblico e gli obiettivi relativi allo sviluppo del paese ed a una maggiore efficienza dei servizi offerti ai cittadini. Per il miglioramento della qualità dei servizi e della produttività dei dipendenti, si ritiene che occorra riformare l'organizzazione del lavoro su basi meritocratiche, tramite la valutazione delle prestazioni e della professionalità, occorra porre in atto una gestione degli uffici che ottimizzi le risorse disponibili, nonché occorra attribuire un ruolo prioritario ai processi di innovazione tecnologica. Per raggiungere gli obiettivi individuati nel Memorandum, secondo quanto evidenziato nel DPEF, occorre porre in essere provvedimenti di riorganizzazione della P.A. (consistenti nel reclutamento sistematico del personale della pubblica amministrazione, la formazione e la mobilità intercompartimentale, previo accordo con le parti sociali), i quali, allo stesso tempo, dovranno promuovere nei confronti della dirigenza la valutazione della prestazione e dei risultati.

Lorenzo BODEGA (LNP) prende atto di quanto evidenziato dal relatore soprattutto con riferimento agli indirizzi recati dal DPEF in esame in ordine alle categorie dei lavoratori più deboli. Dopo avere richiamato i cinque obiettivi in materia di politiche di lavoro evidenziati nel documento, richiama la fase del rinnovo dei contratti del settore pubblico che, secondo il DPEF in esame, costituirà lo strumento attraverso cui verranno concretizzate le


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nuove politiche definite nel Memorandum. Evidenzia come, secondo le stime della Corte dei Conti, la spesa per il pubblico impiego si attesti intorno ad una percentuale che supera le previsioni (9 per cento a fronte della previsione del 4 per cento). Ritiene pertanto che il rischio di uno sforamento del dato previsionale possa ripetersi ulteriormente e che i dati positivi relativi al quadro economico complessivo, evidenziati dall'onorevole Delbono, non risultano in linea con i dati relativi alla spesa per il pubblico impiego. Conclude auspicando che l'indirizzo in ordine al riscatto degli anni di laurea non risponda esclusivamente ad una esigenza di cassa.

Gianni PAGLIARINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame al altra seduta.

La seduta termina alle 14.40.