I Commissione - Resoconto di mercoledì 10 ottobre 2007


Pag. 32


SEDE REFERENTE

Mercoledì 10 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Paolo Naccarato.

La seduta comincia alle 9.

Sulla pubblicità dei lavori.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Testo unificato C. 553 cost. Scotto, C. 1524 cost. Bianchi, C. 2335 cost. Boato, C. 2382 cost. Bianco, C. 2479 cost. Zaccaria, C. 2572 cost. Franco Russo, C. 2574 cost. Lenzi, C. 2576 cost. Franco Russo, C. 2578 cost. D'Alia, C. 2586 cost. Boato e C. 2715 cost. Boato e C. 2865 cost. Casini.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta serale del 9 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE (Ulivo), presidente, avverte che la Commissione riprende l'esame dall'articolo aggiuntivo Franco Russo 5.061, accantonato nella seduta di ieri.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, anche a nome del relatore Bocchino, conferma l'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Franco Russo 5.061, ritenendo opportuna una più approfondita riflessione sul punto, e suggerisce quindi ai presentatori di ripresentarlo per l'Assemblea.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Franco RUSSO (RC-SE) ritira il proprio articolo aggiuntivo 5.061, sottolineandone però l'importanza. Chiarisce che l'intendimento è quello di puntualizzare che i senatori, pur essendo espressione delle autonomie territoriali, quando esercitano le funzioni di senatore rappresentano l'intera Nazione e devono pertanto legiferare nell'interesse nazionale, confrontando e componendo in unità i diversi interessi locali. Ciò è tanto più importante, a suo avviso, nel momento in cui, a seguito degli emendamenti approvati nella seduta di ieri, il Senato assume un peso rilevante per i provvedimenti che determinano i principi fondamentali nelle materie di cui al terzo comma dell'articolo 117.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che, essendo stato ritirato l'articolo aggiuntivo 5.061 ed essendo già stati esaminati gli emendamenti riferiti agli articoli da 1 a 11, la Commissione passa ora all'esame degli articoli aggiuntivi all'articolo 11.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, dichiara che, sugli articoli aggiuntivi all'articolo 11, i relatori intendono rimettersi alla Commissione, essendo in disaccordo tra loro sulla proposta emendativa La Russa 11.061, che prevede l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, e rispetto alla quale è personalmente contraria.

Italo BOCCHINO (AN), relatore, ricorda che il suo gruppo sostiene da sempre la


Pag. 33

necessità di rafforzare in Italia le forme di democrazia diretta, delle quali fa parte l'elezione diretta del Presidente della Repubblica. Pur essendo consapevole che non sussistono in questo momento le condizioni politiche per un'ampia intesa sul presidenzialismo, intende manifestare il proprio personale orientamento in favore di tale istituto.

Franco RUSSO (RC-SE), premessa la contrarietà del proprio gruppo all'elezione diretta del Presidente della Repubblica, osserva che, in ogni caso, essa non costituisce una forma di democrazia diretta, non dovendosi questa intendere come delega di poteri, bensì come concreto esercizio di poteri. Dopo aver citato Hobbes, che nel Leviatano parla del monarca come di colui che forma e manifesta la volontà dei suoi sottoposti, dai quali sarebbe stato delegato, e Carl Schmitt, che nella Verfassungslehre afferma che l'unica forma di democrazia sarebbe l'acclamazione, conclude che il presidenzialismo presuppone un pregiudizio, vale a dire quello per cui il popolo esiste solo se unificato dal monarca. Si tratta, a suo avviso, di una mistificazione della democrazia, la quale si realizza non quando il popolo viene unito da una volontà calata dall'alto, ma quando forma la sua volontà dal basso, attraverso la mediazione e il confronto.

Marco BOATO (Verdi), premesso di essere personalmente contrario all'elezione diretta del Presidente della Repubblica, ritiene che essa non sia però incompatibile con la democrazia. A suo giudizio, tuttavia, l'elezione diretta non va intesa come forma di democrazia diretta, rappresentando piuttosto una delle possibili configurazioni della democrazia rappresentativa. Ricorda che del resto la proposta fu avanzata anche in seno all'Assemblea costituente, da personalità di sicura e salda convinzione democratica, come Valiani e Calamandrei, e che non ebbe seguito non perché non fosse democratica, ma perché l'esperienza del ventennio fascista induceva i costituenti a rifuggire da organi monocratici eccessivamente forti. Ritiene che, oggi che i tempi sono cambiati, il dibattito sul tema possa essere aperto, ma che non sia questa l'occasione giusta, atteso che la Commissione ha inteso circoscrivere il proprio ambito di intervento, concentrandolo, in questa fase, sul superamento del bicameralismo paritario e su poche altre innovazioni condivise.

Giacomo STUCCHI (LNP) ritiene che la formula «elezione diretta del Presidente della Repubblica» di per sé non significhi nulla fin quando non si chiarisce quali poteri poi avrebbe il Capo dello Stato. Reputa pertanto preferibile che il Presidente della Repubblica, fintanto che ha il ruolo di garante dell'ordinamento e del rispetto delle regole ed è figura di garanzia sopra le parti, sia eletto con l'attuale sistema indiretto.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene che l'introduzione del presidenzialismo comporti tali ripercussioni sull'assetto istituzionale complessivo che non è possibile procedervi senza aver prima valutato il necessario bilanciamento per assicurare l'equilibrio del sistema. Questo richiede però una approfondita riflessione, che non può svolgersi in questa fase. Invita pertanto tutti i presentatori di articoli aggiuntivi all'articolo 11 a ritirarli.

Italo BOCCHINO (AN), relatore, si dice consapevole del fatto che il presidenzialismo esige un delicato sistema di contrappesi, come pure del fatto che l'Assemblea costituente non lo volle in Italia per paura delle conseguenze di un'eccessiva concentrazione di potere in una sola persona. Ritiene però anche che sia giunto il momento di affrontare il discorso, sia perché gli italiani sono ormai maturi per l'elezione diretta del Capo dello Stato, sia perché la democrazia italiana è eccessivamente mediata e indiretta.

Sesa AMICI (Ulivo) riterrebbe opportuno che la Commissione si concentrasse oggi sulle questioni aperte dal testo base, lasciando da parte alcuni toni che rischiano di diventare demagogici.

Gianpiero D'ALIA (UDC) concorda sull'opportunità di un ritiro dell'articolo aggiuntivo


Pag. 34

La Russa 11.061, anche perché tratta di un argomento che non era non compreso nell'elenco di punti che il presidente Violante propose come programma di lavoro prima della sospensione estiva dei lavori. Ove invece la Commissione ritenga di rivedere quel programma, avverte che dovrebbe allora prendersi nuovamente in considerazione anche l'ipotesi di lavorare fin d'ora alla revisione dell'articolo 117 della Costituzione; a suo giudizio, tuttavia, è preferibile mantenersi nel solco del programma concordato.

Giorgio HOLZMANN (AN) ritira, a nome del gruppo, l'articolo aggiuntivo La Russa 11.061.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Franco Russo 11.060, a condizione che sia riformulato nei termini proposti dal subemendamento 0.11.060.1 dei relatori (vedi allegato 1), del quale raccomanda quindi l'approvazione. Chiarisce quindi che le proposte emendative intervengono sugli articoli 83, 85, 86, 87 e 88 della Costituzione essenzialmente al fine di coordinare il testo costituzionale con le novità fin qui approvate. In particolare, si sopprime la previsione per cui alla elezione del Presidente della Repubblica partecipano anche tre delegati delle regioni, atteso che le regioni partecipano ora a tale elezione direttamente attraverso i propri senatori; si prevede che il Presidente della Repubblica possa sciogliere la sola Camera dei deputati, essendo il Senato organo permanente; e si attribuisce al Presidente della Camera dei deputati, in quanto Camera politica e di rappresentanza nazionale, la funzione di supplenza del Capo dello Stato in tutti in casi in cui questi non possa svolgere le proprie funzioni.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Maurizio RONCONI (UDC) concorda sull'opportunità di modificare l'articolo 83 della Costituzione eliminando la previsione, ormai superata, della partecipazione di tre delegati regionali alla riunione del Parlamento comune. Ritiene peraltro che si dovrebbe prevedere un numero fisso di senatori per ciascuna regione, indipendente quindi dal numero di abitanti, onde evitare che quelle meno popolose si trovino in sistematica minoranza in Senato di fronte a quelle più abitate.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che il tema della composizione del Senato è già stato esaurito dalla Commissione.

Marco BOATO (Verdi), premesso che gli interventi di coordinamento del testo costituzionale conseguenti alle innovazioni approvate nei giorni scorsi sono essenziali, preferirebbe che essi fossero proposti dai relatori con propri emendamenti, anche per far emergere il loro carattere collegiale e condiviso. Ciò detto, ritiene che tali emendamenti di coordinamento dovrebbero intervenire sul secondo comma dell'articolo 83, che prevede la partecipazione dei delegati regionali alla seduta comune del Parlamento per l'elezione del Capo dello Stato e sul secondo comma dell'articolo 85, che prevede la convocazione degli stessi delegati regionali. Suggerisce inoltre ai relatori di presentare un emendamento volto ad abbassare a quaranta anni l'età per essere eletti a Presidente della Repubblica, il che sarebbe coerente con la scelta di abbassamento dell'età per l'elettorato passivo per l'elezione della Camera dei deputati. Dissente invece dai deputati del gruppo di Rifondazione comunista sull'opportunità di attribuire al Presidente della Camera le funzioni di supplenza del Capo dello Stato in caso di assenza o impedimento temporaneo di quest'ultimo, sia perché il Senato resta, anche nel nuovo assetto, una Camera del Parlamento nazionale, sia perché potrebbe apparire una scortesia nei confronti dei senatori modificare questo punto, non essendo ciò strettamente consequenziale alle riforme fin qui approvate. Ritiene poi giusto e corretto che, all'articolo 88, il potere presidenziale di scioglimento delle Camere sia riferito alla sola Camera dei deputati. Infine, segnala che potrebbe essere opportuno, come fu fatto nella precedente


Pag. 35

legislatura, modificare l'articolo 63, prevedendo un tempo per la durata in carica dei membri del Consiglio di Presidenza del Senato, diversamente essendoci il rischio che essi restino in carica sine die, dal momento che l'organo non ha una scadenza.

Gabriele BOSCETTO (FI) ritiene si debba affrontare la questione se i senatori eletti dai consigli regionali al proprio interno restino, dopo l'elezione, consiglieri regionali. Premesso che, in questo caso, occorrerebbe rivedere l'articolo 122 della Costituzione, che sancisce l'incompatibilità tra il mandato parlamentare e la carica di consigliere regionale, evidenzia che si tratta di due ipotesi estremamente diverse anche per gli effetti che comportano sulla natura del Senato e sul sistema complessivo.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene che l'orientamento chiaramente emerso sia quello che i senatori debbano restare in carica come consiglieri regionali, in modo da assicurare la continuità organica tra le regioni e il Senato. Concorda comunque con il deputato Boscetto sul fatto che occorre una norma di coordinamento che intervenga sull'articolo 122 della Costituzione.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) disapprova la scelta di mantenere i senatori regionali in carica anche come consiglieri regionali, ritenendo che in questo modo lo status dei senatori eletti dai consigli regionali sciolti e non ancora rinnovati sia incerto e che tali senatori siano delegittimati in ogni atto, compresa la votazione nell'elezione del Presidente della Repubblica.

Graziella MASCIA (RC-SE), a nome del gruppo, si dichiara a favore delle proposte di riformulazione avanzate dai relatori, con il subemendamento 0.11.060.1, all'articolo aggiuntivo 11.060, di cui è cofirmataria. Si dichiara altresì favorevole alla proposta del deputato Boato di abbassare a quaranta anni l'età per essere eletti a Presidente della Repubblica. È invece contraria alla proposta di mantenere in capo al Presidente del Senato il ruolo di supplente del Capo dello Stato in caso di sua assenza o impedimento temporaneo. A suo avviso, nel momento in cui il Senato cessa di rappresentare la Nazione nella sua unità e rappresenta invece le differenze territoriali, la supplenza deve spettare al Presidente della Camera dei deputati, in quanto questa diventa la Camera con maggiore autorevolezza.

Riccardo MARONE (Ulivo) concorda sull'opportunità di trasferire al Presidente della Camera il ruolo di supplente del Presidente della Repubblica, anche perché il Capo dello Stato ha, per Costituzione, funzioni che, nel nuovo sistema che si va delineando, sono collegate alla competenza della Camera: ad esempio, presiede il Consiglio superiore della magistratura, ha il comando delle Forze armate e può concedere la grazia.

Pierfrancesco Emilio Romano GAMBA (AN) afferma che anche il suo gruppo è contrario a che le funzioni vicarie del Capo dello Stato restino attribuite al Presidente del Senato. Quanto al fatto che i senatori regionali debbano restare in carica anche come consiglieri regionali, ritiene che tale aspetto debba essere ripensato, in quanto si genererebbero in questo modo, all'interno dei consigli regionali, inaccettabili differenze di peso tra i consiglieri che sono senatori e quelli che non lo sono.

Olga D'ANTONA (SDpSE) ritiene più corretto prevedere che sia il Presidente della Camera a sostituire il Presidente della Repubblica in caso di sua assenza o impedimento.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, presenta, a nome di entrambi i relatori, il subemendamento 0.11.060.2 (vedi allegato 1), che abbassa a quaranta anni l'età per essere eletti alla Presidenza della Repubblica.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime parere favorevole sul subemendamento dei relatori.


Pag. 36

Giacomo STUCCHI (LNP) dichiara il proprio voto favorevole sul subemendamento 0.11.060.2 dei relatori

Gabriele BOSCETTO (FI) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulle proposte emendative che la Commissione si accinge a votare, le quali, sebbene in parte coincidano con proposte della sua parte politica, sono nel complesso da valutarsi negativamente per le ragioni esposte nel corso del dibattito.

La Commissione, con distinte votazioni, approva i subemendamenti 0.11.060.1 e 0.11.060.2 dei relatori, nonché l'articolo aggiuntivo Franco Russo 11.060, come risultante dai subemendamenti approvati.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono così preclusi l'emendamento La Russa 12.61 e l'articolo aggiuntivo La Russa 12.061, mentre risultano assorbiti gli emendamenti Benedetti Valentini 12.60 e l'articolo aggiuntivo Boato 12.060. Avverte quindi che la Commissione passa pertanto all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 13.

Italo BOCCHINO (AN), relatore, a nome di entrambi i relatori, invita al ritiro di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 13, ritenendo che la nuova formulazione dell'articolo 92 della Costituzione proposta dal testo base sia la più soddisfacente e rappresenti il miglior punto di mediazione tra le proposte dei gruppi.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Giorgio HOLZMANN (AN), a nome del proprio gruppo, ritira l'emendamento La Russa 13.62.

Luciano VIOLANTE, presidente, chiede al deputato Boscetto se intenda ritirare il suo emendamento 13.60, invitandolo in tal senso anche in considerazione del fatto che tale emendamento riguarda il tema del premierato, che non è tra quelli rientranti nell'ambito di esame definito della Commissione.

Gabriele BOSCETTO (FI) insiste per la votazione del suo emendamento 13.60, sottolineando come in esso si stabilisca un punto essenziale cui i relatori non hanno fatto riferimento, vale a dire quello della candidatura alla carica di Primo ministro attraverso il collegamento alle liste presentate dai partiti, in modo da legare il candidato premier ad uno schieramento, nell'ottica del sistema bipolare. Si tratta di una previsione della legge elettorale, che sarebbe però bene sancire nella Costituzione, per conferire maggiore stabilità al sistema bipolare, cui gli italiani sono ormai legati.

Pierfrancesco Emilio Romano GAMBA (AN), intervenendo sull'emendamento Boscetto 13.60, dichiara l'orientamento favorevole del suo gruppo sul premierato, in quanto il rafforzamento della figura del Presidente del Consiglio è indispensabile premessa per una maggiore funzionalità dell'Esecutivo.

La Commissione respinge l'emendamento 13.60.

Franco RUSSO (RC-SE) ritira il suo emendamento 13.61, sottolineando però l'importanza di conservare in capo al Presidente della Repubblica, nella scelta del Presidente del Consiglio, un certo margine di libertà, come è proprio del sistema parlamentare, vincolandolo soltanto all'obbligo di tener conto del nome indicato dalla mozione di sfiducia costruttiva, la quale però non è un istituto che scalfisca la democrazia parlamentare, bensì uno che la rafforza.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che il Presidente della Repubblica deve comunque tener conto del risultato delle elezioni, già oggi che la norma non è espressamente prevista in Costituzione.

Marco BOATO (Verdi) concorda sul fatto che, nel sistema parlamentare, il


Pag. 37

Presidente della Repubblica debba avere un certo margine di libertà nella scelta del Presidente del Consiglio. Anche per questo, avrebbe ritenuto sbagliato prevedere che il Presidente della Repubblica abbia l'obbligo di nominare il leader della coalizione vincente. È evidente che è così, ma è opportuno che nel testo costituzionale non si irrigidisca troppo lo spazio di intervento del Capo dello Stato. Il testo dei relatori è però accettabile in quanto contiene la formula, più flessibile, secondo cui il Presidente della Repubblica valuta i risultati delle elezioni. Si dichiara quindi a favore del mantenimento dell'articolo 13 del testo base.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che è precluso l'articolo aggiuntivo Boscetto 13.060. Avverte che la Commissione passa quindi all'esame degli emendamenti all'articolo 14.

Italo BOCCHINO (AN), relatore, ricordato che gli emendamenti all'articolo 14 affrontano la questione della sfiducia costruttiva, esprime parere favorevole sull'emendamento D'Alia 14.66, a condizione che sia approvato il subemendamento dei relatori 0.14.66.1 (vedi Bollettino delle Giunte e delle Coimmissioni parlamentari del 9 ottobre 2007) e sull'emendamento Zaccaria 14.60. Invita quindi al ritiro di tutti gli altri emendamenti riferiti all'articolo 14. Fa presente che la caratteristica dell'emendamento D'Alia consiste nell'aver previsto, al quarto comma, una norma antiribaltone. Tale norma prevede, in sostanza, che, qualora la mozione di sfiducia costruttiva viene approvata con il voto determinante di deputati che non hanno fatto parte della maggioranza di Governo iniziale, il Presidente della Repubblica scioglie la Camera ed indice nuove elezioni entro diciotto mesi. Il subemendamento dei relatori si limita a modificare l'entità delle minoranze qualificate occorrenti per la presentazione della mozione di sfiducia costruttiva e definisce più chiaramente in quale fase interviene il conferimento dell'incarico, da parte del Presidente della Repubblica, al nuovo Presidente del Consiglio.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo) chiede che cosa debba intendersi, al quarto comma dell'emendamento D'Alia, con «voto determinante».

Italo BOCCHINO (AN), relatore, chiarisce che, in sostanza, si tratterà di verificare quanto consistente sia il numero di coloro che erano inizialmente all'opposizione rispetto al Governo nato sulla base delle elezioni e che sono invece nella maggioranza che sostiene il nuovo Presidente del Consiglio indicato nella mozione di sfiducia: se tale numero è consistente, deve parlarsi di ribaltone ed allora il Presidente della Repubblica ha il dovere di sciogliere la Camera.

Luciano VIOLANTE, presidente, dopo aver osservato che non vi è accordo tra le forze politiche circa l'opportunità di introdurre in Costituzione una norma antiribaltone, esprime l'avviso che l'emendamento D'Alia 13.66 rappresenti un tentativo di mediazione tra gli opposti punti di vista, in quanto da una parte prevede lo scioglimento della Camera in caso di ribaltone, ma dall'altra lo fa intervenire non immediatamente, ma entro diciotto mesi.

Gianpiero D'ALIA (UDC) ritiene che la soluzione prospettata dal proprio emendamento, con le integrazioni suggerite dai relatori con il loro subemendamento, miri a sancire in costituzione un aspetto che è oggetto di una prassi di fatto già operante e corrispondente al convincimento dell'opinione pubblica, la quale ritiene naturalmente ovvio e necessario che il Presidente della Repubblica conferisca l'incarico di formare il Governo alla leader della coalizione uscita vincitrice dalle urne. Si tratta, inoltre, di contemperare l'esigenza di inserire l'istituto della mozione di sfiducia costruttiva sul modello tedesco, con la necessità di evitare la pratica dei cosiddetti «ribaltoni», accogliendo su questo punto l'invito formulato da diversi gruppi di opposizione.


Pag. 38

Gabriele BOSCETTO (FI) ritiene che l'emendamento D'Alia 14.66 sia migliore del testo base perché contiene una norma antiribaltone. È convinto, tuttavia, che l'emendamento 14.63, del quale è primo firmatario, abbia un'impostazione più convincente e che l'accoglimento di esso da parte dei relatori non avrebbe fatto troppa differenza rispetto all'emendamento D'Alia, mentre sarebbe stato un utile e gradito segno di apertura. Chiede, comunque, un chiarimento sul termine di diciotto mesi previsto nel quarto comma del testo proposto dal deputato D'Alia, ed in particolare se tale termine sia stato previsto al fine di dar vita ad un Governo tecnico chiamato a gestire la fase transitoria.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO ritiene che non si tratti di un Governo tecnico, ma di un vero e proprio Governo politico, sorretto da una nuova maggioranza, la quale si sottoporrà, nel termine di diciotto mesi, al giudizio degli elettori.

Graziella MASCIA (RC-SE) rileva che la proposta D'Alia rappresenta un significativo cambiamento rispetto al testo base, anche perché prevede la sfiducia costruttiva come unica forma di sfiducia. Si dice poi convinta che sia necessario assicurare la coerenza politica degli schieramenti ed evitare i trasformismi, ma fa anche presente che l'esperienza e la dottrina suggeriscono di non introdurre nella Costituzione norme eccessivamente rigide e vincolanti, dal momento che la politica raggiunge i propri equilibri attraverso dinamiche che non sono interamente suscettibili di formalizzazione giuridica e che richiedono margini di flessibilità. Ritiene, anche per questo, opportuno non far riferimento a un termine di diciotto mesi per il Governo nato da un eventuale cambio di maggioranza, in quanto si tratterebbe di un Governo a termine e condizionato. Invita pertanto il deputato D'Alia a riformulare il suo emendamento 14.66, sopprimendo il quarto comma.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) ritiene che la sfiducia costruttiva rappresenti un passaggio decisivo, nel quale occorre dunque prestare la massima attenzione al risultato che si intende raggiungere. Concorda con quanti hanno notato che sarebbe più opportuno evitare di inserire nella Costituzione norme eccessivamente rigide e puntuali, essendo meglio prevedere meccanismi elastici per lasciare poi che siano gli attori politici ad interagire secondo la propria responsabilità. Se però l'orientamento della Commissione dovesse essere quello di stabilire una norma antiribaltone, segnala che non si può riformulare il testo D'Alia semplicemente eliminando le parole «entro i diciotto mesi» perché allora il testo imporrebbe al Presidente della Repubblica di sciogliere la Camera dopo l'approvazione di una mozione di sfiducia costruttiva, il che è paradossale.

Franco RUSSO (RC-SE), dopo aver citato l'articolo 67 della Costituzione tedesca, che disciplina la sfiducia costruttiva, sottolinea come in esso non si faccia riferimento a norme antiribaltone né ad una durata prestabilita dei Governi nati sulla base di una mozione di sfiducia costruttiva. A suo avviso, prevedere che il Governo formato sulla base di una mozione di sfiducia costruttiva possa avere una durata inferiore a quella ordinaria equivale a farne non tanto un Governo tecnico quanto un Governo per la campagna elettorale: un Governo che non sarebbe sereno su nessun provvedimento. Ritiene pertanto preferibile sopprimere il quarto comma dell'emendamento 14.66.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che il sistema tedesco presuppone una clausola di sbarramento, un numero limitato di partiti ed una forte etica pubblica.

Graziella MASCIA (RC-SE) osserva che infatti occorrerebbe anche in Italia una legge elettorale sul modello tedesco.

Marco BOATO (Verdi) premesso che la sua proposta è contenuta nell'emendamento 14.69 da lui presentato, fa presente che questo non prevede norme antiribaltone,


Pag. 39

ma propone soltanto la sfiducia costruttiva classica. Rileva, peraltro, che il quarto comma dell'emendamento D'Alia 14.66 contiene alcuni elementi di flessibilità, in quanto parla di voto genericamente «determinante» di deputati facenti parte della precedente opposizione ed inoltre individua il termine di diciotto mesi appunto come un termine ultimo, potendo quindi il Presidente della Repubblica sciogliere la Camera anche subito dopo l'approvazione della mozione di sfiducia. In ogni caso, ove la Commissione si orienti ad approvare l'emendamento D'Alia 14.66, propone di riformulare l'inizio del quarto comma nei seguenti termini: «Qualora la fiducia al nuovo Governo venga approvata».

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo) ritiene difficile intravedere un disegno complessivo nel progetto di riforma che si va delineando ed esprime il timore che si stia perdendo un'occasione per fare almeno quelle riforme costituzionali sulle quali sono tutti d'accordo. Ricorda inoltre che il testo costituzionale deve poter reggere per un lungo arco di tempo e che dovrà essere valido anche dopo la riforma della legge elettorale. Per quanto riguarda la sfiducia costruttiva ritiene che sarebbe preferibile un sistema semplice e chiaro, laddove quello proposto nell'emendamento D'Alia presenta almeno due punti deboli: in primo luogo, non è chiaro quando il voto di deputati della passata opposizione sia da ritenersi determinante per la formazione della nuova maggioranza; in secondo luogo, appare incomprensibile la ragione per la quale il Governo nato dalla mozione di sfiducia costruttiva dovrebbe durare in carica per un massimo di diciotto mesi. Ritiene quindi preferibile lo schema del parlamentarismo classico, che consente al Parlamento di costruire forme di maggioranza alternative a quella iniziale, anche se tale schema è incompatibile con il bipolarismo.

Donato BRUNO (FI) dichiara di non aver capito quale sistema istituzionale la Commissione intenda proporre all'Assemblea. All'esito della discussione non è infatti chiaro se vi sia o meno accordo sull'assetto bipolare del sistema e sulla necessità di meccanismi antiribaltone: l'unica cosa chiara, fino a questo momento, è che il Senato è stato svuotato di ogni contenuto. Ritiene pertanto indispensabile un chiarimento, precisando che, per quanto riguarda il suo gruppo, questo non è disponibile a collaborare ad un progetto di riforma che stravolga il bipolarismo e che non preveda il ricorso alle urne nel caso in cui la maggioranza risultante nelle precedenti elezioni sia divenuta minoranza a causa di un cambio di schieramento da parte di un gruppo o di un considerevole numero di deputati.

Luciano VIOLANTE, presidente, essendo imminente l'inizio dei lavori dell'Assemblea e dovendo ancora riunirsi il Comitato dei nove per l'esame degli emendamenti al disegno di legge C. 2161 ed il Comitato ristretto per l'esame di provvedimenti ed emendamenti, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già prevista per oggi alle ore 15.

La seduta termina alle 10.55.

COMITATO DEI NOVE

Mercoledì 10 ottobre 2007.

Modernizzazione delle Amministrazioni pubbliche.
Emendamenti C. 2161-1505-1588-1688-A.

Il Comitato si è riunito dalle 10.55 alle 11.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Mercoledì 10 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 11.

Ratifica Accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) tra le Comunità europee ed i loro Stati membri e l'Albania.
C. 3043 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), relatore, dopo aver brevemente illustrato il


Pag. 40

provvedimento in esame, rileva che esso non presenta profili problematici per quanto attiene alla competenza della I Commissione. Formula pertanto una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni in materia di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici.
C. 73 ed abb.
(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Riccardo MARONE, presidente, avendo il relatore, deputato Naccarato, comunicato che non potrà prendere parte alla seduta, invita il deputato Frias a svolgere la funzione di relatore.

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), relatore, dopo aver brevemente illustrato il provvedimento in esame, rileva che esso non presenta profili problematici per quanto attiene alla competenza della I Commissione. Formula pertanto una proposta di parere favorevole (vedi allegato 3).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione.
Emendamenti C. 2272-ter-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Esame emendamenti e conclusione - Parere).

Riccardo MARONE, presidente, avendo il relatore, deputato Adenti, comunicato che non potrà prendere parte alla seduta, invita il deputato Frias a svolgere la funzione di relatore.

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), relatore, rileva che il subemendamento 0.1.125.200 della Commissione, riferito all'emendamento 1.125, non presenta profili di incostituzionalità per quanto attiene al riparto di competenza legislativa sancito dall'articolo 117 della Costituzione. Propone pertanto di esprimere il parere di nulla osta.
Nessun altro chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 11.10.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 10 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Paolo Naccarato e il sottosegretario di Stato per l'interno Alessandro Pajno.

La seduta comincia alle 15.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Testo unificato C. 553 cost. Scotto, C. 1524 cost. Bianchi, C. 2335 cost. Boato, C. 2382 cost. Bianco, C. 2479 cost. Zaccaria, C. 2572 cost. Franco Russo, C. 2574 cost. Lenzi, C. 2576 cost. Franco Russo, C. 2578 cost. D'Alia, C. 2586 cost. Boato e C. 2715 cost. Boato e C. 2865 cost. Casini.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta antimeridiana di oggi.


Pag. 41

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che la Commissione sta esaminando le proposte emendative riferite all'articolo 14, relative all'articolo 94 della Costituzione e tendenti per lo più a introdurre l'istituto della sfiducia costruttiva. Rileva però che tale istituto, ove non fosse affiancato dalla sfiducia ordinaria, potrebbe non consentire al Governo di porre la questione di fiducia. Per questa ragione, oltre che per le incertezze emerse nel corso della seduta antimeridiana, ritiene preferibile rinviare il dibattito sul punto per riprenderlo nella fase di esame in Assemblea, dopo una adeguata riflessione. Fa presente, a questo riguardo, che occorre valutare se la sfiducia costruttiva debba coesistere con quella ordinaria, nel qual caso quest'ultima potrebbe paradossalmente rafforzare il Governo, ovvero debba essere prevista come unico strumento, nel qual caso diventerebbe anche il mezzo per sostituire un Governo. Ritiene pertanto che i presentatori degli emendamenti in materia potrebbero valutare l'ipotesi di ritirarli, ai fini di una eventuale ripresentazione in Assemblea, dove il discorso potrà riprendere alla luce di una più attenta riflessione.

Maurizio RONCONI (UDC) si dichiara d'accordo sul percorso suggerito dal presidente Violante, anche se ritiene che i due istituti possano convivere.

Luciano VIOLANTE, presidente, precisa di non aver negato che i due istituti possano convivere. Ha solo inteso affermare che l'adozione dell'uno piuttosto che dell'altro o di entrambi comporta differenti conseguenze sul sistema, da valutare attentamente.

Gabriele BOSCETTO (FI), rilevato che numerose questioni nodali del testo sono state rinviate al dibattito in Assemblea, osserva che non si tratta, a suo avviso, di un buon modo di procedere, dal momento che in Assemblea risulta più difficile svolgere un confronto accurato e costruttivo. Per quanto riguarda poi il proprio emendamento 14.63, insiste perché sia votato.

Marco BOATO (Verdi) ritiene che le considerazioni svolte dal presidente Violante siano condivisibili: in effetti la sfiducia costruttiva impedirebbe al Governo di porre la questione di fiducia. Ritira quindi il suo emendamento 14.69, riservandosi di ripresentarlo eventualmente in Assemblea. Sottoscrive, inoltre, e ritira l'emendamento Licandro 14.64.

Gianpiero D'ALIA (UDC), ritira il suo emendamento 14.66.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che è così decaduto il subemendamento 0.14.66.1 dei relatori.

Franco RUSSO (RC-SE), a nome del gruppo, ritira gli emendamenti 14.61, 14.62 e 14.65.

Carlo COSTANTINI (IdV) ritira il suo emendamento 14.68.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono stati quindi ritirati tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 14, salvo l'emendamento Boscetto 14.63.

Gabriele BOSCETTO (FI) chiarisce che il mancato ritiro del suo emendamento 14.63 non è dovuto al fatto che il suo gruppo non intenda riflettere sulla sfiducia costruttiva, ma alla convinzione che sia preferibile affrontare tutte le questioni, e soprattutto le più delicate, nell'ambito della Commissione, piuttosto che rinviarle al dibattito di Assemblea, con una forzatura inspiegabile.

Pierfrancesco Emilio Romano GAMBA (AN), intervenendo sull'emendamento Boscetto 14.63, dichiara il voto favorevole del suo gruppo, ritenendo importante stabilire nella Costituzione norme antiribaltone al fine di impedire che il Paese possa essere governato da una maggioranza diversa rispetto a quella uscita dalle urne. Si dichiara inoltre contrario alla previsione contenuta dell'emendamento D'Alia 14.66, secondo la quale, in caso di approvazione di una mozione di sfiducia con il voto


Pag. 42

determinante di deputati facenti parte della precedente maggioranza, il Presidente della Repubblica possa attendere diciotto mesi per sciogliere la Camera, in quanto tale termine darebbe luogo in sostanza ad un Governo instabile e provvisorio, oltre che privo di legittimazione. È poi evidente che se nel Parlamento si forma una maggioranza diversa da quella iniziale, la Camera deve essere sciolta per verificare se tale maggioranza corrisponda in effetti alla maggioranza del Paese. Rileva inoltre che nel testo dell'emendamento 14.66 non è chiaro cosa accadrebbe nel caso in cui la maggioranza parlamentare intendesse sfiduciare il Presidente del Consiglio senza però esser d'accordo su una proposta alternativa. Ritiene pertanto indispensabile un supplemento di riflessione, che deve però essere svolto nell'ambito della Commissione.

Roberto COTA (LNP) condivide le riflessioni del deputato Gamba, ritenendo importante stabilire norme antiribaltone per evitare che in Parlamento possa essere tradito il voto degli elettori. Fa tra l'altro presente che la vigente legge elettorale prevede l'indicazione del Presidente del Consiglio, da parte dell'elettore, attraverso il voto dato alla lista: tale previsione della legge elettorale, che del resto corrisponde ad un sentimento popolare largamente prevalente, quello per cui spetta ai cittadini decidere chi deve essere il Presidente del Consiglio, non può essere contraddetta dal testo costituzionale. Aggiunge che, d'altra parte, nello stesso testo base si è previsto che il Presidente della Repubblica debba nominare il Presidente del Consiglio tenendo conto dei risultati delle elezioni per la Camera dei deputati. A suo avviso, sarebbe quindi contraddittorio non prevedere norme antiribaltone.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) ritiene che l'aver previsto che il Presidente della Repubblica debba tener conto dei risultati dell'elezioni della Camera dei deputati nella nomina del Presidente del Consiglio costituisca di per sé l'affermazione di un principio fondamentale. Fa presente che le norme costituzionali sono tradizionalmente, e devono essere, norme di principio, le quali saranno poi specificate, nel concreto, attraverso prassi e consuetudini costituzionali. È importante, in altre parole, a suo parere, evitare di introdurre nella Costituzione norme eccessivamente dettagliate e procedimenti troppo farraginosi e vincolanti, perché il risultato può essere controproducente, nel senso di produrre un eccessivo ingessamento delle situazioni.

Gabriele BOSCETTO (FI) ritiene che la proposta di cui al suo emendamento 14.63, che riproduce una parte del testo delle riforme costituzionali approvato dal centrodestra nella precedente legislatura, debba essere presa in considerazione e discussa, se davvero la maggioranza vuole portare avanti le riforme in spirito di collaborazione.

Aldo BRANCHER (FI) rileva che molte fondate osservazioni del suo gruppo sono state passate dalla maggioranza sotto silenzio. Ne conclude che non è vero che si intende procedere sul percorso delle riforme in spirito di collaborazione. Prende atto che la maggioranza sta di fatto imponendo ai gruppi un proprio testo, che non intende discutere nei suoi aspetti salienti.

Marco BOATO (Verdi), intervenendo sull'emendamento Boscetto 14.63, osserva che esso ripropone il testo relativo all'articolo 94 della Costituzione contenuto nella riforma costituzionale approvata nella precedente legislatura. Si tratta tuttavia di una materia non ricompresa tra i punti che, secondo l'accordo intervenuto in Commissione nello scorso mese di luglio, costituiscono l'oggetto dell'esame da parte della Commissione stessa. Rivolto al deputato Brancher, dichiara di non condividere il suo riferimento al metodo di esame che la Commissione starebbe adottando sul provvedimento in oggetto. In proposito osserva che è in corso un confronto ampio e sereno su tutte le questioni in esame al quale partecipano numerosi


Pag. 43

deputati. Osserva infine che, qualora l'emendamento Boscetto 14.63 dovesse essere posto in votazione, dovrebbero considerarsi comunque precluse le parti che fanno riferimento al Primo ministro, essendo già stato respinto dalla Commissione l'emendamento Boscetto 13.60.

Gianpiero D'ALIA (UDC), dopo aver preannunciato il proprio voto contrario sull' emendamento Boscetto 14.63, dichiara di non condividere la totalità dell'intervento svolto, nel corso dell'odierna seduta antimeridiana da parte del deputato Bruno.
Con riferimento all' emendamento Boscetto 14.63 osserva che esso fa parte di una riforma che è stata respinta da un referendum costituzionale che, unico caso nella storia repubblicana, ha visto la partecipazione al voto di oltre il 50 per cento degli elettori che si sono pronunciati in senso negativo anche in quelle parti del Paese, e segnatamente in Sicilia, dove la coalizione di centrodestra dispone di una netta maggioranza dei suffragi. Per quanto concerne poi il merito della riforma, ritiene opportuno disegnare un percorso che, anche mediante la legge elettorale, consenta di realizzare un sistema realmente bipolare. Ribadisce infine che la materia recata dall'emendamento Boscetto 14.63 va oltre l'area di intervento costituzionale che la Commissione stessa si è imposta e, per tale ragione, invita i componenti della Commissione a rispettare tale impegno. Al riguardo osserva che, ad esempio, da parte del suo gruppo è ritenuta prioritaria la riforma dell'articolo 117 della Costituzione, che tuttavia non sarà presa in esame in questa sede.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che porrà in votazione l'emendamento Boscetto 14.63, intendendosi precluse le parti del testo che fanno riferimento alla figura del Primo ministro, essendo già stato respinto l'emendamento Boscetto 13.60.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Boscetto 14.63 e approva l'emendamento Zaccaria 14.60.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che, in conseguenza della reiezione dell'emendamento Boscetto 13.60, si intendono preclusi l'articolo aggiuntivo Boscetto 14.060 l'emendamento Boscetto 15.60. Avverte infine che la Commissione dovrebbe ora esaminare una serie di proposte emendative riferite al Titolo V della parte seconda della Costituzione che, tuttavia, ai sensi dell'accordo raggiunto in Commissione nello scorso mese di luglio, non fa parte dell'ambito dell'esame prefisso. Ritiene pertanto opportuno che i presentatori ritirino i rispettivi articoli aggiuntivi.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, sulla base di quanto osservato dal presidente Violante, invita i presentatori degli articoli aggiuntivi riferiti al Titolo V della Costituzione a ritirarli.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritira il proprio articolo aggiuntivo 15.083.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) ritira i propri articoli aggiuntivi 15.060, 15.061, 15.062, 15.064, 15.069, 15.070, 15.079, nonché l'articolo aggiuntivo La Russa 15.082, di cui è cofirmatario.

Franco RUSSO (RC-SE) ritira il proprio articolo aggiuntivo 15.063.

Gabriele BOSCETTO (FI) ritira il proprio articolo aggiuntivo 15.065.

Roberto COTA (LNP) ritira il proprio articolo aggiuntivo 15.078

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che, stante l'assenza dei presentatori, gli articoli aggiuntivi presentati all'articolo 15 dai deputati Costantini e Zeller si intendono decaduti.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) sottoscrive gli articoli aggiuntivi Zeller 15.080 e 15.081.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, propone una riformulazione dell'articolo aggiuntivo Zeller 15.080, sottoscritto dal deputato


Pag. 44

Bressa, secondo la quale le disposizioni del provvedimento in esame si applicano a decorrere dalla prima legislatura successiva a quella in corso alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e con riferimento alle relative elezioni delle due Camere. In sede di prima applicazione, l'elezione del Senato federale della Repubblica ai sensi dell'articolo 57 della Costituzione, come modificato dall'articolo 4 del provvedimento in esame, ha luogo contestualmente all'elezione della Camera dei deputati nella composizione di cui all'articolo 56 della Costituzione, come modificato dall'articolo 3 del provvedimento in esame. Ciascun Consiglio regionale, i Consigli provinciali delle Province autonome di Trento e di Bolzano e ciascun Consiglio delle autonomie locali eleggono i rispettivi senatori entro dieci giorni dalla data di svolgimento dell'elezione della Camera dei deputati. Nel caso in cui a tale data sia già stata indetta l'elezione per il rinnovo di un Consiglio regionale o di provincia autonoma, l'elezione dei senatori ha luogo entro trenta giorni dalla prima riunione del nuovo Consiglio. Le leggi di cui agli articoli 57, secondo comma, e 123, ultimo comma, della Costituzione, nel testo modificato dal provvedimento in esame, sono approvate entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame. Sino alla costituzione dei Consigli delle autonomie locali secondo le modalità stabilite con legge dello Stato, i senatori di cui all'articolo 57, quinto e sesto comma, della Costituzione, nel testo modificato dall'articolo 4 del provvedimento in esame, sono eletti in ciascuna Regione dai Consigli regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano.
Osserva in proposito che la riformulazione suggerita dai relatori non è volta a modificare la portata dell'articolo aggiuntivo Zeller 15.080, ma solo a conferirgli una diversa sistemazione.

Gianpiero D'ALIA (UDC) ritiene opportuno che la disciplina relativa all'entrata in vigore del provvedimento in oggetto venga esaminata e definita in Assemblea, quando sarà stato completato l'intero assetto del provvedimento stesso e sarà possibile stabilire anche, ove ritenuto opportuno, entrate in vigore differenziate a seconda delle diverse norme. Diverso invece è il caso delle disposizioni di coordinamento che possono essere esaminate in questa sede, in quanto attengono al merito del provvedimento.

Luciano VIOLANTE, presidente, esprime alcune perplessità relative all'eventualità per cui la Commissione consegnerebbe all'Assemblea un progetto di riforma privo della previsione della sua entrata in vigore. Resta ferma comunque l'opportunità di anteporre l'esame delle norme di coordinamento a quelle di natura transitoria.

Franco RUSSO (RC-SE) dichiara di condividere le osservazioni del presidente Violante.

Luciano VIOLANTE, presidente, propone di accantonare gli articoli aggiuntivi Zeller 15.080 e 15.081, sottoscritti dal deputato Bressa, e di passare all'esame degli emendamenti ed articoli aggiuntivi che i relatori hanno presentato al fine di coordinare il testo risultante dall'approvazione degli emendamenti sin qui esaminati con il complesso delle disposizioni contenute nella seconda parte della Costituzione. Si tratta degli emendamenti 4.200, 6.200, 7.200, 11-bis.100, 12.200 e degli articoli aggiuntivi 6.0100, 6.0101, 8.0100, 15.0200, 15.0201, 15.0203 e 15.0204 (vedi allegato 1).

La Commissione concorda.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti dei relatori è fissato alle ore 21 di oggi, mercoledì 10 ottobre.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, anche a nome del relatore Bocchino, illustra il contenuto delle proposte emendative presentate dai relatori.


Pag. 45

Roberto COTA (LNP), intervenendo sull'emendamento dei relatori 4.200, fa presente che sarebbe opportuno, alla lettera b), sostituire il riferimento agli eletti nei Consigli con un riferimento ai componenti dei Consigli. Si tratta di una soluzione volta a consentire anche ai sindaci, che non sono eletti nei Consigli comunali ma ne fanno comunque parte, di essere eleggibili al Senato federale.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, anche a nome del relatore Bocchino, riformula l'emendamento dei relatori 4.200 nel senso indicato dal deputato Cota (vedi allegato 1).

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene che si debba valutare l'opportunità, con riferimento al potere sostitutivo dello Stato di cui all'articolo 120 della Costituzione, di mutuare i contenuti della riforma costituzionale approvata nella scorsa legislatura, riferendolo al Governo, e dunque riducendo l'ambito di intervento al versante amministrativo, e non già allo Stato, che consentirebbe interventi di natura anche legislativa.

Marco BOATO (Verdi) osserva che la giurisprudenza costituzionale conforta l'interpretazione fornita dal presidente Violante.

Gianpiero D'ALIA (UDC) concorda con l'osservazione del presidente Violante.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN), intervenendo sull'emendamento dei relatori 7.200, invita a valutare l'opportunità che, relativamente all'approvazione delle leggi elettorali regionali, si eviti che i principi fondamentali siano definiti dal Senato federale e le leggi di dettaglio siano approvate dalle singole regioni.

Marco BOATO (Verdi) osserva che la materia di cui al primo comma dell'articolo 122 della Costituzione rientra tra quelle oggetto di potestà legislativa esercitata collettivamente e dunque ritiene che le preoccupazioni espresse dal deputato Benedetti Valentini non abbiano ragion d'essere.

Franco RUSSO (RC-SE) ritiene opportuno approfondire, in vista dell'esame del provvedimento in Assemblea, il tema del rapporto tra il Senato federale e il sistema delle Conferenze unificate, nella prospettiva di limitare queste ultime sul versante amministrativo.

Luciano VIOLANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani, giovedì 11 ottobre, alle ore 9, avvertendo che la seduta già prevista al termine delle odierne votazioni pomeridiane dell'Assemblea non avrà luogo.

Rinnovo dei consigli comunali e provinciali sciolti per fenomeni di infiltrazione di tipo mafioso.
C. 1134 Nespoli, C. 1664 Marone, C. 1679 Gioacchino Alfano, C. 1777 Romano, C. 2014 Lumia, C. 2072 D'Alia, C. 2129 Forgione, C. 2175 D'Ippolito Vitale e C. 2223 Tuccillo.
(Seguito dell'esame e rinvio - Adozione del testo base).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 3 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE (Ulivo), presidente, avverte che i relatori hanno presentato una proposta di testo unificato (vedi allegato 4), che invita ad illustrare, avvertendo che la Commissione dovrà deliberare in ordine alla sua adozione quale testo base.

Riccardo MARONE (Ulivo), relatore, fa presente che la proposta di testo unificato, presentata d'intesa con l'altro relatore D'Alia, rappresenta il frutto di una intesa raggiunta mediante una serie di incontri informali con alcuni componenti della Commissione «antimafia» e con il rappresentante del Governo.
Per quanto concerne i contenuti della proposta di testo unificato, ritiene che la


Pag. 46

Commissione debba approfondire, sotto il profilo della sua costituzionalità e con riferimento alla giurisprudenza costituzionale, la disposizione che prevede l'incandidabilità degli amministratori locali, di cui al novellato articolo 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000. Analoga riflessione svolge in ordine ai provvedimenti assunti nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni, menzionati nella relazione prefettizia. In proposito sottolinea come nel testo sia stata eliminata la cosiddetta pregiudiziale penale al fine di garantire un efficace svolgimento del procedimento disciplinare, auspicando che una tale misura sia estesa a tutta la disciplina del pubblico impiego. Conclude ribadendo l'opportunità che venga svolto un breve ciclo di audizioni relativamente alla definizione delle misure nei confronti delle società miste con capitale pubblico.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, sottolinea che la proposta di testo unificato, presentata d'intesa con l'altro relatore Marone, è stata elaborata grazie anche ai suggerimenti formulati da alcuni componenti della Commissione «antimafia» e dal rappresentante del Governo.
Con riferimento al testo della proposta, ritiene che una questione di particolare rilevanza è quella dei provvedimenti da assumere nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni che causano lo scioglimento dei consigli comunali o provinciali. Al riguardo osserva che, trattandosi di una disciplina che verte in un regime speciale, devono essere assunte tutte le misure necessarie per rendere efficace le sanzioni nei confronti di tali soggetti, atteso che molto spesso consigli comunali o provinciali sono sciolti per colpa della burocrazia, rispetto alla quale risulta tuttora pressocché impossibile assumere idonee misure punitive. Conclude concordando con l'altro relatore Marone circa la opportunità di dare corso ad un breve ciclo di audizioni relativamente alla definizione delle misure nei confronti delle società miste con capitale pubblico.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, stabilirà nella riunione di domani l'eventuale svolgimento delle audizioni e la relativa data, che potrebbe essere fissata nella seduta pomeridiana di mercoledì 17 ottobre.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) ritiene che sia poco comprensibile la disposizione secondo cui un amministratore possa essere dichiarato incandidabile alle successive elezioni regionali o locali soltanto all'interno del territorio regionale di riferimento, essendo più opportuno prevedere una incompatibilità con un riferimento territoriale generale.

Riccardo MARONE (Ulivo), relatore, ritiene che si debba muovere dall'analisi della giurisprudenza della Corte costituzionale, che ha giudicato costituzionalmente legittima la legge vigente che disciplina lo scioglimento dei consigli provinciali e comunali purché questa venga interpretata nel senso che le misure nei confronti degli amministratori, avendo carattere preventivo, assumono una finalità di tutela nei confronti degli amministratori stessi rispetto alle pressioni esterne. Con riferimento alla proposta di testo unificato, ritiene opportuno capire quale sia la finalità perseguita dalla misura della incandidabilità, che però non appare quella di salvaguardare l'amministratore interessato dalle pressioni esterne. In proposito, pertanto, invita la Commissione a riflettere in ordine alla costituzionalità di tale previsione. Analoghe riflessioni svolge in ordine alle misure che si vogliono assumere nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni, che dovrebbero teoricamente seguire la stessa logica di fondo.

Giacomo STUCCHI (LNP) ringrazia i relatori per il lavoro svolto, sottolineando l'importanza che assume il provvedimento in oggetto nella prospettiva di combattere i fenomeni di infiltrazioni mafiose nei Consigli comunali e provinciali anche, e soprattutto, a livello della burocrazia che in diversi casi ha assunto un ruolo predominante all'interno della relativa amministrazione.


Pag. 47

Marco BOATO (Verdi) preannuncia il proprio voto favorevole sull'adozione della proposta di testo unificato quale testo base.

La Commissione adotta quale testo base la proposta di testo unificato presentata dai relatori.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che il termine per la presentazione degli emendamenti sarà fissato dopo lo svolgimento delle audizioni proposte dai relatori. Quindi, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.40.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 10 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 16.40.

Legge comunitaria 2007.
(C. 3062 Governo, approvato dal Senato).

Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2006.
(Doc. LXXXVII, n. 2).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), relatore, illustra il contenuto della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, soffermandosi sui principali punti di interesse in essa contenuti. In primo luogo si tratta della garanzia della competitività del mercato globale e degli sforzi per rilanciare il processo costituzionale. L'Europa dovrà farsi carico dei problemi di natura climatica e di quelli relativi alle politiche dell'immigrazione, che rappresentano le principali sfide del futuro.
Nella relazione sono evidenziati poi i passaggi relativi al Trattato costituzionale, che non è potuto entrare in vigore a seguito delle mancate ratifiche da parte dei Paesi membri, entro il termine previsto del novembre 2006.
Un altro significativo capitolo è poi quello dell'allargamento dell'Unione europea, anche a seguito delle recenti adesioni da parte della Romania e della Bulgaria.
Si sofferma quindi sul tema della collaborazione in tema di immigrazione, che assume particolare valenza alla luce dei sempre crescenti flussi migratori provenienti dai Paesi in via di sviluppo.
Un dato significativo è poi rappresentato dall'analisi degli stanziamenti comunitari. Al riguardo osserva che gli stanziamenti per i settori della cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia ammontano a circa 10 miliardi di euro, pari al 2 per cento del totale.
Si sofferma quindi sui nuovi organismi europei, in particolare l'Agenzia europea per i diritti fondamentali e l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere.
La parte II della relazione attiene alla partecipazione dell'Italia al processo normativo comunitario ed alle procedure di infrazione, che evidenziano una costante posizione di sofferenza dell'Italia, soprattutto in materia di ambiente e salute.
Un capitolo particolare è poi riservato alla partecipazione del Parlamento e delle regioni al processo normativo comunitario, su cui ritiene opportuno soffermarsi.
Passa quindi ad illustrare il progetto di legge recante «Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2007». Al riguardo fa presente che tra le innovazioni più significative in esso contenuta vi è quella che riduce il termine per l'esercizio delle deleghe legislative che viene a coincidere con il termine di scadenza fissato per il recepimento delle relative direttive.

Franco RUSSO (RC-SE) fa preliminarmente presente che nelle giornate del 18 e


Pag. 48

19 ottobre prossimo il Consiglio europeo si accinge a varare il Trattato di riforma dei Trattati comunitari sulla base di principi da lui non condivisi, in quanto volti ad avocare ai Governi la decisione in ordine alle modifiche. Questo Trattato conterrà verosimilmente la comunitarizzazione delle materie di cui al secondo ed al terzo pilastro, con la conseguenza che i Governi finiranno per decidere in tema di giustizia e diritti. Ritiene necessario riflettere in ordine alla questione delle procedure, che assume un'importanza assai rilevante, come pure in ordine al rapporto tra Parlamenti nazionali e istituzioni comunitarie.
Si sofferma quindi sul tema dell'allargamento dell'Unione europea con particolare riferimento alla Turchia, ritenendo al riguardo che non si debba pensare ad un assetto dei confini europei definiti in chiave statica ed immodificabile.
Esprime quindi le proprie perplessità relativamente alle modalità con cui l'Unione europea dialoga con i Paesi meno sviluppati medianti i rapporti di partenariato, che giudica condizionati da pregiudiziali ideologiche. In particolare reputa non condivisibile le politiche comunitarie in tema di immigrazione, laddove esse sono volte a favorire la cosiddetta immigrazione di qualità, che ritiene odiosa e contraddittoria rispetto al perseguimento dell'obiettivo di favorire lo sviluppo dei Paesi in questione.
Conclude invitando il relatore a valutare l'opportunità di inserire, nella proposta di parere che presenterà alla Commissione, i rilievi testé esposti.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 15 di lunedì 15 ottobre 2007. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 17.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2005/85/CE del Consiglio, del 1o dicembre 2005, recante norme minime per le procedure applicate negli stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato.
Atto n. 154.

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero del commercio internazionale.
Atto n. 156.

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero dello sviluppo economico.
Atto n. 161.

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero dell'università e della ricerca.
Atto n. 158.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 237 del 9 ottobre 2007, a pagina 34, seconda colonna, trentaquattresima riga, le parole: «dell'emendamento Bressa 4.62 (nuova formulazione)» sono sostituite dalle seguenti: «dell'emendamento Zaccaria 4.60 (nuova formulazione)».