XIII Commissione - Resoconto di marted́ 30 ottobre 2007


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RISOLUZIONI

Martedì 30 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Marco LION. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 12.10.

7-00292 Lion: Situazione di emergenza per le aziende agropastorali sarde sottoposte a procedure esecutive.
(Discussione e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00092).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Marco LION, presidente, illustrando la risoluzione, comunica di essersi recato in Sardegna per acquisire una diretta conoscenza della vicenda. In particolare, partecipando anche a riunioni pubbliche, con la presenza di parlamentari e consiglieri regionali della maggioranza e dell'opposizione, ha riscontrato un grande interesse rispetto alla risoluzione, la cui approvazione sarebbe anche sollecitata da un documento bipartisan del Consiglio regionale. Ricorda inoltre che un emendamento presentato al Senato al disegno di legge finanziaria prevede l'istituzione di una commissione mista tra il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e la Regione, con il compito di esaminare, entro giugno 2008, la complessa vicenda e fornire soluzioni operative. Certamente, non sarà facile individuare le modalità di intervento su un rapporto che intercorre tra soggetti privati, quali agricoltori e banche. Nel frattempo,


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in attesa di tali approfondimenti, si rende necessario evitare, attraverso un blocco delle azioni legali, che la situazione sia ulteriormente pregiudicata.
Desidera inoltre informare la Commissione che oggi avrà luogo un incontro tra il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, la Regione e l'istituto bancario maggiormente interessato, che sinora non è venuto incontro alle richieste degli agricoltori e della stessa Regione. Ritiene che in tal modo si segua una giusta linea di intervento, alla quale il Parlamento si può affiancare con la risoluzione all'ordine del giorno, che è stata sottoscritta da numerosi colleghi della maggioranza e dell'opposizione.
Quanto alle ipotesi di lavoro della Commissione, osserva che, da un lato, vi è la necessità di intervenire con urgenza per indicare al Governo la strada da intraprendere, mentre, dall'altro, si rende opportuno anche incontrare i diversi soggetti interessati, quali i rappresentanti degli agricoltori, delle banche, della Regione. Pertanto, propone di procedere senz'altro nella discussione della risoluzione, anche votandola nella seduta odierna, per poi avviare un'indagine conoscitiva che consenta di approfondire i diversi aspetti del problema, al fine di concorrere all'individuazione delle possibili soluzioni.
Con riferimento al testo della risoluzione, propone, accogliendo i suggerimenti di diversi colleghi, una limitata riformulazione, nel senso di sostituire, nella parte relativa all'impegno, le parole «in particolare nel nuorese» con le parole «in particolare nelle zone interne».

Luigi COGODI (RC-SE) esprime apprezzamento per l'iniziativa promossa dal Presidente Lion, che in questi giorni ha avuto modo di trattare con puntualità e chiarezza di propositi una vicenda di enorme portata per la Sardegna. Ricorda inoltre il documento sottoscritto da numerosi consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione per sostenere le ragioni indicate nella risoluzione in discussione.
Dichiara poi di condividere l'ipotesi di lavoro indicata dal Presidente, sottolineando come la prospettata indagine conoscitiva consentirà di acquisire in modo puntuale documenti e testimonianze dirette, dai quali emergerà certamente l'esigenza di procedere ad una vera e propria inchiesta parlamentare.
Nel merito, se pure i fatti coinvolgono relazioni tra soggetti privati, queste relazioni si fondano su un intervento pubblico, che si è espresso con provvedimenti di carattere finanziario, sulla base dei quali gli agricoltori si sono impegnati all'ammodernamento aziendale. Si è così prodotto un colossale debito, con l'accumulo di interessi su interessi, gestito per venti anni dalle banche; non sarà anatocismo, ma in ogni caso si tratta di un colossale affare economico-finanziario, che vede aziende produttive vendute all'asta per somme insufficienti anche a pagare le spese legali.
Da un punto di vista generale, si tratta di un colpo mortale all'economia sarda, che rischia di travolgere tradizionali modi di produzione e di vita e di eliminare il presidio agropastorale del territorio.
Conclusivamente, esprime apprezzamento per la risoluzione, anche a nome della collega Angela Lombardi.

Rosalba CESINI (Com.It), osservato che la vicenda oggetto della risoluzione è la più grave che abbia colpito il settore agroalimentare dopo il caso Parmalat, dichiara che essa merita l'attenzione di tutte le istituzioni ed esprime apprezzamento per l'unanime atteggiamento di tutte le forze politiche.
Dichiara quindi di concordare con il programma di lavoro proposto, nel senso di un'immediata approvazione della risoluzione e del sollecito avvio dell'indagine conoscitiva nonché, come rilevato dal collega Cogodi, anche nel senso dell'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta.
Infatti, vi sono lati oscuri nello svolgersi dei fatti, ma già quello che è noto è sufficiente per destare allarme, anche sociale; in particolare, vi è il rischio di operazioni speculative, a fini edilizi, in relazione ai terreni posti nelle vicinanze dei litorali. Inoltre, è legittimo nutrire


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dubbi sulla correttezza delle modalità di formazione di un'enorme massa di debiti, con particolare riferimento alla misura degli interessi e al computo degli interessi pagati dalla regione. Da questo punto di vista, sarebbe interessante anche sentire i rappresentanti dell'ABI.

Antonio ATTILI (SDpSE), nell'esprimere apprezzamento per l'iniziativa promossa dal Presidente Lion, si sofferma sull'ipotesi di svolgere un'indagine conoscitiva sulla questione, osservando che certamente i meccanismi di formazione del debito meritano un approfondimento. Non ritiene invece fondata l'ipotesi che sia in atto una speculazione sui terreni costieri, tenuto conto della rigida normativa sarda in materia e del fatto che l'indebitamento risale assai indietro nel tempo. Piuttosto, sarebbe interessante analizzare come leggi imperfette abbiano potuto determinare questa situazione di difficoltà per gli operatori sardi; ferma restando l'autonomia regionale, non si può non esprimere un giudizio critico sulla superficialità con la quale sono stati adottati provvedimenti senza tener conto della normativa europea.
Concorda in ogni caso con l'urgente necessità di pervenire ad una sospensione delle azioni legali, che possono portare ad una «desertificazione» della regione.

Emanuele SANNA (Ulivo) condivide la necessità di sospendere le procedure legali che stanno scacciando dalla terra decine di migliaia di famiglie: si tratta di vere e proprie vittime di una situazione generata da una legge regionale, la legge n. 44 del 1988, che intendeva fronteggiare una grave crisi produttiva e finanziaria, dovuta ad una prolungata e disastrosa siccità, con un sostegno al pagamento degli interessi. Con la censura in sede europea di tale aiuto, le aziende si sono trovate a dover pagare interessi assolutamente insostenibili, pari all'82 per cento della produzione lorda vendibile annuale, con la conseguenza che anche le aziende sane sono divenute insolventi. Peraltro, i bassi prezzi delle vendite all'incanto espongono a fenomeni speculativi, visto che sono interessati terreni di particolare pregio. Occorre quindi domandarsi quale potrà essere il futuro dell'isola se scompariranno i suoi agricoltori e i suoi allevatori.
Vi sono pertanto tutte le condizioni per sollecitare il Governo a prendere atto di una situazione di emergenza economico-sociale, approvando la risoluzione all'ordine del giorno, avviando l'indagine conoscitiva proposta e ogni ulteriore iniziativa utile, compresa l'inchiesta parlamentare.

Angelo Alberto ZUCCHI (Ulivo) sottolinea l'utilità delle diverse iniziative in corso sia alla Camera sia al Senato sia presso il Governo per ricercare soluzioni ad un problema particolarmente complicato. Infatti, non sarà certamente semplice individuare le modalità idonee per intervenire su rapporti intercorrenti tra soggetti privati, ma vi è anche la consapevolezza che gli imprenditori sardi in questa vicenda sono vittime, avendo ragionevolmente fatto affidamento sulle istituzioni.
Si dichiara quindi favorevole allo svolgimento di un'indagine conoscitiva, per comprendere le ragioni che hanno portato all'attuale emergenza e il ruolo svolto dai governi regionali e nazionali che si sono succeduti, per i quali si possono ravvisare elementi di criticità.
È in ogni caso utile perseguire l'obiettivo immediato della «moratoria» delle procedure legali, per consentire la messa a punto degli interventi più idonei e per mostrare un concreto segnale di attenzione nei confronti degli operatori interessati: un'indicazione del Parlamento tempestiva e unanime indurrà certamente ad una opportuna riflessione.
Il suo gruppo è quindi disponibile all'approvazione immediata della risoluzione, qualora il Governo ritenga che ciò possa aiutare il dialogo tra le parti aperto oggi presso il Ministero.

Bruno MELLANO (RosanelPugno), esprimendo apprezzamento per l'iniziativa assunta con la risoluzione, cui si associa, si dichiara disponibile ad una decisione


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immediata, in grado di fornire un segnale concreto di attenzione del Parlamento sulla vicenda.
Osserva quindi che il caso in esame è emblematico di un atteggiamento spesso assunto dalle regioni, che spesso tentano di aggirare quasi furbescamente i vincoli posti dall'ordinamento europeo rischiando poi di incorrere in più gravi conseguenze nel lungo periodo.

Antonio BUONFIGLIO (AN) dichiara la disponibilità del suo gruppo a votare la risoluzione anche nella seduta odierna, vista l'esigenza di evitare «l'esproprio di massa» della aziende agropastorali sarde. Resta in ogni caso ferma l'opportunità di approfondire ulteriormente i diversi aspetti della questione attraverso un'indagine conoscitiva, che affronti, in particolare, anche taluni aspetti del rapporto tra mondo agricolo e mondo bancario.

Teresio DELFINO (UDC), nell'esprimere la solidarietà del suo gruppo nei confronti degli agricoltori e degli allevatori sardi, osserva che le regioni spesso manifestano carenze nell'approccio con le regole dell'Unione europea, adottando provvedimenti che non riescono a superare il vaglio della stessa. Occorre invece evitare che si determinino emergenze di questo tipo. La sua esperienza di governo gli ha fatto constatare inoltre che, nella confusione determinata dalla riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione, spesso le regioni sostengono a Bruxelles posizioni sulle quali il Governo ha espresso un giudizio negativo.
Per queste ragioni, ritiene che l'indagine conoscitiva dovrebbe consentire una valutazione generale della tematica degli aiuti regionali non compatibili con le regole del mercato comune, che rischiano di dare luogo ad analoghe situazioni di emergenza. Sarebbe altresì opportuno verificare i sistemi di aiuti adottati da altri Paesi, come la Francia, o anche la Spagna e la Germania, che in vari settori riescono a far fronte alle loro esigenze specifiche senza incappare nelle censure delle autorità europee.

Marco LION, presidente, ritiene particolarmente interessanti le osservazioni del deputato Delfino. Condivide inoltre le valutazioni circa la situazione finanziaria complessiva delle aziende agricole nel Paese: infatti, con la risoluzione ha anche inteso affermare che la questione non riguarda solo la Sardegna, ma potenzialmente anche altre regioni. Condivide conseguentemente l'opportunità che l'indagine conoscitiva si estenda anche a quanto sta avvenendo in Italia e in Europa.

Massimo Saverio Ennio FUNDARÒ (Verdi) condivide l'impostazione della risoluzione, che riguarda non solo una regione specifica, ma anche un problema complessivo di indebitamento e sofferenza di molte regioni, come la Sicilia. Occorre anche evitare di considerare le manifestazioni di disagio e le proteste come mere richieste assistenzialistiche, in quanto si sono determinate reali situazioni di difficoltà, anche a seguito dei cambiamenti climatici.
Concordando con la proposta di avviare un'indagine conoscitiva sull'argomento, sottolinea l'esigenza di impegnare il Governo ad un progetto di risanamento complessivo e di ristrutturazione del debito delle aziende agricole, che possa incontrare l'assenso dell'Unione europea. Sottolinea in proposito il rischio che la crisi dell'impresa agricola porti ad una vera e propria «desertificazione sociale» del nostro Paese, come problema nazionale di natura non meramente economica.

Il sottosegretario Stefano BOCO dichiara che il Governo condivide le indicazioni contenute nella risoluzione in titolo, condividendo altresì le ragioni di urgenza della sua approvazione. La crisi delle aziende sarde ha implicazioni più ampie di quello che appare, assumendo la valenza di una metafora dello stato di difficoltà che può vivere il Paese. Infatti, se le aziende interessate dalle procedure di recupero degli aiuti costituiscono complessivamente l'80 per cento delle 51 mila aziende sarde, vuol dire che ci si trova di fronte ad un fatto di gravità inaudita e ad


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una vera e propria emergenza nazionale.
Per questi motivi, il Parlamento svolge un importante ruolo nell'intervenire nella vicenda con un tipico strumento parlamentare come la risoluzione. Per quanto riguarda invece l'indagine conoscitiva - sulla quale il Governo non si pronuncia, trattandosi di un'iniziativa strettamente parlamentare - auspica che possa consentire una sollecita analisi della situazione, che aiuti lo svolgimento dei rapporti tra le varie istituzioni interessate.
Nel merito della questione in esame, richiama l'attenzione sulle difficoltà di individuare soluzioni tecnicamente adeguate, vista la natura dei rapporti in gioco; in particolare, sono poi stati invocati poteri cui il Governo non può fare ricorso nel caso specifico, come quello di dichiarare lo stato di emergenza socio-economico, ai sensi della legge n. 225 del 1992. Tuttavia, il Governo sta compiendo, da tempo e anche oggi stesso, ogni sforzo per avviare un tavolo di incontro e coordinamento tra imprese bancarie e regione, mettendosi a disposizione con i suoi poteri per mettere a punto una strategia condivisa. Tale esperienza segnerà il modo di collaborare tra i poteri dello Stato. In ogni caso, se la risoluzione verrà approvata, si sosterrà l'obiettivo di ottenere innanzitutto una sospensione delle azioni esecutive, in modo tale che si abbia la possibilità di valutare più approfonditamente la situazione. Per quanto riguarda le cause dell'attuale emergenza, essa affonda le radici nel tempo e nell'operato di diverse amministrazioni, che hanno compiuto errori che oggi vedono gli agricoltori come vittime di un meccanismo che si è sviluppato senza controllo.

Marco LION, presidente, avverte che la risoluzione è stata altresì sottoscritta dai deputati Cogodi, Sanna, Delfino, Martinello, Ruvolo, Buonfiglio, Murgia, Mellano, Fundarò e Brandolini, precisando che nella nuova formulazione essa assume il numero 8-00092.

La Commissione approva quindi la risoluzione n. 8-00092 (vedi allegato).

7-00293 Bellotti: Finanziamento di uno studio su effetti del rotenone negli usi legati all'agricoltura biologica.
(Discussione e rinvio).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Antonio BUONFIGLIO (AN), illustrando la risoluzione di cui è cofirmatario, sottolinea che l'agricoltura biologica assume un'importanza straordinaria nel nostro Paese.
Dopo aver ricordato che, contro le aspettative, l'Unione europea ha consentito la presenza di una quota pari allo 0,9 per cento di OGM, fa presente che la stessa Unione si è orientata a vietare l'uso del rotenone, insetticida e acaricida largamente usato nell'agricoltura biologica. Poiché altri Paesi hanno chiesto la concessione della commercializzazione per gli usi essenziali, documentando la sicurezza del rotenone su alcune colture di loro interesse, appare di estrema importanza avviare ricerche sugli effetti del rotenone nel trattamento fitosanitario delle coltivazioni di interesse per l'agricoltura biologica nazionale. Ove si dimostrasse la sicurezza del suo impiego, si potranno supportare con evidenze scientifiche eventuali analoghe iniziative in sede europea.

Massimo Saverio Ennio FUNDARÒ (Verdi) dichiara di sottoscrivere la risoluzione di iniziativa dei deputati Bellotti e Buonfiglio.

Il sottosegretario Stefano BOCO, nel sottolineare che sulla questione degli OGM non è stato seguito il parere del Parlamento europeo, fa presente che la problematica relativa all'impiego di prodotti a base di rotenone nell'agricoltura biologica è da diverso tempo all'attenzione del Ministero della politiche agricole. Con l'acquisizione in bilancio dei fondi inerenti al capitolo 7742, assicura che l'istanza sarà tenuta nella dovuta considerazione, coinvolgendo gli istituti di ricerca universitari


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e pubblici. Rileva altresì che uno studio del genere appare utile e doveroso, visto che in tanti anni di uso non erano emersi problemi; solo con la ricerca si potrà quindi arrivare ad una adeguata conoscenza degli effetti della sostanza.

Marco LION, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.05.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI

Martedì 30 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Marco LION. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 13.05.

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Atto n. 184.
(Rilievi alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di regolamento in titolo.

Giuseppina SERVODIO (Ulivo), relatore, rileva che lo schema di regolamento di organizzazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF) trae origine, oltre che dal decreto-legge n. 181 del 2006, da una disposizione di contenimento della spesa introdotta dall'ultima legge finanziaria. Ricorda che tale norma ha previsto un vasto programma di riorganizzazione dei ministeri, finalizzato al contenimento delle spese di funzionamento, da attuare attraverso l'adozione di regolamenti di delegificazione.
Esprime quindi la convinzione che la discussione sul provvedimento costituisce un'occasione importante per la Commissione Agricoltura. Si tratta infatti di un passaggio non burocratico perché la riorganizzazione del Ministero ha un forte rilievo ai fini di una incisiva e innovativa strategia di interventi e di sostegno al settore sul quale convergono responsabilità dell'Amministrazione centrale e delle amministrazioni a livello locale all'interno del quadro normativo dell'Unione europea.
Fa presente che il Ministero delle politiche agricole ha utilizzato l'occasione del citato adempimento per realizzare, parallelamente agli interventi di contenimento della spesa, un disegno di riorganizzazione complessiva della struttura ministeriale, volto a ricomporre in un quadro organizzativo aggiornato e più funzionale le nuove competenze che la più recente legislazione ha assegnato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a partire da quelle in materia di generi alimentari trasformati industrialmente (il decreto-legge di riordino dei ministeri) sino alle misure introdotte dall'ultima finanziaria, relative al supporto alle filiere innovative ed agroenergetiche, alla internazionalizzazione delle imprese agricole ed alimentari, alla multifunzionalità in agricoltura, e alla tutela della qualità e del consumatore.
Segnala poi che le relazioni allegate allo schema di regolamento dimostrano come gli obiettivi di riduzione della spesa siano stati raggiunti o con le misure previste dallo schema in esame, in particolare all'articolo 9, ovvero con altri provvedimenti immediatamente precedenti, già adottati dal Ministero, riguardanti la riduzione degli uffici periferici dell'Ispettorato e la riduzione dei componenti del Consiglio nazionale dell'agricoltura. In particolare, segnala la rideterminazione delle piante organiche disposta dallo schema in esame comporta la soppressione di un ufficio dirigenziale di livello generale (le direzioni generali previste sono infatti dodici, in luogo delle attuali tredici), la soppressione di quattro posizioni dirigenziali di livello non generale (i relativi uffici sono infatti ottantacinque in luogo degli attuali ottantanove) e infine la riduzione di trentaquattro unità di personale delle diverse qualifiche funzionali. Le predette variazioni sono peraltro la risultanza algebrica di variazioni di segno opposto


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registrate nelle dotazioni di personale del ruolo agricoltura e di quello ispettorato. Infatti, nel ruolo agricoltura si registrano variazioni in diminuzione (7 posti nelle qualifiche dirigenziali e 91 nelle aree funzionali) e nel ruolo ispettorato si registrano variazioni in aumento (2 posti nelle qualifiche dirigenziali e 57 nelle aree funzionali).
Ritiene che questo aspetto sia da considerare e valutare positivamente, in ragione delle motivazioni che ne sono state date, riguardanti la diminuzione del personale del ruolo agricoltura (che consegue sia al trasferimento all'Ispettorato delle competenze inerenti alla vigilanza sugli organismi di controllo della qualità, sia al riassetto della articolazione professionale interna al ruolo, con valorizzazione delle qualifiche elevate richieste dall'attività a livello internazionale e contenimento delle qualifiche meramente ausiliarie, in conseguenza dell'innovazione tecnologica) e il potenziamento del ruolo ispettorato (conseguente all'accresciuto fabbisogno di risorse umane qualificate per svolgere le nuove funzioni di vigilanza sugli organismi di controllo e certificazione, di contrasto alla irregolare commercializzazione di prodotti importati, e di controllo sui fertilizzanti).
Tiene dunque a precisare che, in ogni caso, le riduzioni di organico appaiono relativamente contenute e tali da non compromettere la funzionalità del Ministero, anche perché esse operano sugli organici teorici e non determinano quindi una immediata diminuzione di risorse umane rispetto alla situazione esistente.
Ritiene altresì che la parte di maggiore interesse per la Commissione Agricoltura sia quella relativa alla riorganizzazione della struttura ministeriale e della articolazione di competenze al suo interno.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali viene dunque organizzato in tre dipartimenti, in luogo dei due (Dipartimento delle filiere agricole e agroalimentari; Dipartimento delle politiche di sviluppo) attualmente previsti: il Dipartimento delle politiche europee ed internazionali; il Dipartimento delle politiche di sviluppo economico e rurale; l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari (d'altra parte, la qualificazione come struttura dipartimentale dell'Ispettorato era già stata disposta dall'ultima finanziaria).
In questo quadro, le azioni a livello internazionale e comunitario per gli aspetti di mercato e dei sostegni diretti di cui al Regolamento (CE) n. 1782/2003 vengono concentrate nel Dipartimento delle politiche europee ed internazionali, mentre l'azione a sostegno della competitività interna e delle politiche di filiera nonché dello sviluppo rurale di cui al Regolamento (CE) n. 1698/2005 si concentra nel Dipartimento delle politiche di sviluppo economico e rurale; vengono poi rafforzate le funzioni dell'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari.
Fa presente che tali modifiche rispondono all'esigenza di perseguire in modo particolare la efficacia dell'azione a livello internazionale e comunitario a sostegno della competitività del complessivo sistema delle imprese.
Per quanto riguarda le competenze dei tre dipartimenti e della loro struttura interna, lo schema di regolamento prevede che il Dipartimento delle politiche europee ed internazionali si articola nella Direzione generale delle politiche comunitarie e internazionali di mercato nella Direzione generale per l'attuazione delle politiche comunitarie e internazionali di mercato e nella Direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura.
Rispetto all'assetto attuale restano ferme in linea di massima le attribuzioni della Direzione generale della pesca, mentre le aree di competenza delle altre due Direzioni generali (attualmente: Direzione generale delle politiche agricole e Direzione generale della trasformazione agroalimentare e dei mercati) sono riaggregate con riferimento rispettivamente alle fasi di elaborazione e di attuazione delle politiche comunitarie e internazionali di mercato.
Sempre per quanto riguarda le competenze dei tre dipartimenti e della loro struttura interna lo schema di regolamento


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prevede che il Dipartimento delle politiche di sviluppo economico e rurale si articola nella Direzione generale dello sviluppo rurale, infrastrutture e servizi, nella Direzione generale sviluppo agroalimentare, qualità e tutela del consumatore e nella Direzione generale dei servizi amministrativi.
Mentre la Direzione generale dello sviluppo rurale, infrastrutture e servizi subentra in linea di massima nelle competenze dell'attuale Direzione generale dello sviluppo rurale, ampliandole sul versante della ricerca ed innovazione tecnologica e della tutela dei patrimoni genetici delle specie umane ed animali, la Direzione generale sviluppo agroalimentare, qualità e tutela del consumatore accorpa le competenze attualmente spettanti alla Direzione generale per la qualità dei prodotti agroalimentari ed alla Direzione generale per la tutela del consumatore, realizzando inoltre, come afferma la relazione illustrativa, la riconduzione in un'unica Direzione generale del sostegno alle filiere e per la concentrazione dell'offerta da parte dei produttori agricoli.
La Direzione generale dei servizi amministrativi, altresì, subentra nelle competenze dell'attuale Direzione generale dell'amministrazione, ampliate con riferimento alle problematiche del lavoro nel settore agricolo, al coordinamento della comunicazione istituzionale, alle attività di competenza ministeriale connesse alla organizzazione di giochi e scommesse sulle corse dei cavalli. Nella nuova Direzione generale si concentra inoltre la gestione delle risorse umane del Ministero, in quanto la stessa, oltre ad occuparsi del personale del ruolo agricoltura, assicurerà la gestione unitaria dei servizi comuni e del personale (limitatamente al reclutamento, alla formazione generale, al trattamento giuridico ed economico ed al relativo contenzioso) anche per il personale del ruolo ispettorato. L'Ispettorato mantiene comunque un organico proprio ed una propria organizzazione amministrativa e contabile, gestendo direttamente il trattamento economico accessorio e la mobilità del proprio personale, nonché la formazione specifica per il personale stesso.
L'articolo 4 definisce le competenze e la struttura dell'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, sistematizzando e riassorbendo nell'ambito del regolamento di organizzazione del Ministero una normativa attualmente frammentata in una serie di provvedimenti legislativi succedutisi dal 1986 sino alla legge finanziaria 2007, i quali hanno via via affiancato alle originarie competenze dell'Ispettorato in materia di prevenzione e repressione delle infrazioni nella preparazione dei prodotti agroalimentari le funzioni di vigilanza a tutela delle produzioni di qualità e di contrasto alla irregolare commercializzazione di prodotti agroalimentari di importazione. Queste ultime e più recenti funzioni sono ulteriormente specificate nell'ambito delle competenze attribuite alle due direzioni generali nelle quali si articola a livello centrale l'Ispettorato, vale a dire la Direzione generale del controllo della qualità e dei sistemi di qualità e la Direzione generale della programmazione, del coordinamento ispettivo e dei laboratori di analisi.
Rispetto all'attuale assetto organizzativo dell'Ispettorato, infatti, mentre la Direzione generale della programmazione, del coordinamento ispettivo e dei laboratori di analisi mantiene l'attuale denominazione e la specifica connotazione di coordinamento delle attività tecnico-ispettive, l'altra Direzione generale si caratterizza, come d'altra parte risulta anche dalla nuova denominazione, per l'accentuazione della peculiare missione di tutela della qualità dei prodotti agroalimentari, a fronte di un alleggerimento delle competenze amministrative e di gestione del personale.
Sotto questo profilo, in particolare, la Direzione generale del controllo della qualità e dei sistemi di qualità ha competenza in materia di tracciabilità delle produzioni agroalimentari, di riconoscimento degli organismi di controllo e di certificazione


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delle produzioni biologiche e di qualità registrata, di certificazione delle attività agricole ecocompatibili.
Rileva poi che gli articoli successivi trattano degli organismi consultivi e di supporto tecnico operativo esistenti presso il Ministero, senza apportare particolari modifiche alla normativa vigente.
In particolare, l'articolo 5 definisce struttura e funzioni del Consiglio nazionale dell'agricoltura, dell'alimentazione e della pesca, organo tecnico consultivo del Ministro con funzioni di alta consulenza, studio e ricerca. L'articolo riproduce il testo del vigente articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 79 del 2005, integrando peraltro la denominazione dell'organo (attualmente è il Consiglio nazionale dell'agricoltura) con il riferimento alle materie dell'alimentazione e della pesca. L'articolo 6 riporta nell'ambito del regolamento di organizzazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali la previsione relativa all'attività del Comitato nazionale italiano per il collegamento tra il Governo italiano e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, rinviando per la relativa disciplina alla norma che ha istituito il Comitato (decreto legislativo 7 maggio 1948, n. 1182). L'articolo 7 disciplina l'attività dei due organismi posti alle dipendenze funzionali del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali: il Comando carabinieri politiche agricole e alimentari e il Reparto pesca marittima (RPM) del corpo delle Capitanerie di porto. L'articolo 8, infine, disciplina l'attività di due organismi istituiti presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali: il Nucleo per i sistemi informativi e statistici in agricoltura e il Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Nel richiamare il parere del Consiglio di Stato, condivide alcuni rilievi, in particolare per quanto riguarda il fatto che lo schema si limita alla sola definizione degli uffici dirigenziali generali. Appare invece necessario specificare anche gli uffici di livello dirigenziale non generale destinati ad operare nell'ambito degli stessi. Infatti, alla definizione delle macrostrutture ministeriali e alla precisazione dei relativi compiti deve coordinarsi l'identificazione degli uffici di livello dirigenziale non generale necessari e sufficienti per il corretto svolgimento delle attribuzioni istituzionali. In tale logica, nel parere del Consiglio di Stato si sottolinea che la prescrizione recata dal comma 404 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007, pur non prevedendo una riduzione predeterminata del numero degli uffici e limitandosi a stabilire una misura minima, richiede invece esplicitamente la eliminazione delle duplicazioni organizzative, ove esistenti. Pertanto, appare necessario che lo schema di regolamento rechi anche l'identificazione numerica degli uffici di livello non dirigenziale riferito a ciascun ufficio di primo livello.
In proposito, ritiene opportuno che il Governo fornisca chiarimenti in merito agli orientamenti che intende assumere sulla questione posta dal Consiglio di Stato, in particolare precisando come intende completare il disegno organizzativo del Ministero. Auspica inoltre che venga descritta in maniera più puntuale l'immagine dell'amministrazione ministeriale con un organigramma snello e coerente con i fini istituzionali per evitare duplicati negli uffici.
Per quanto riguarda, poi, i riflessi sulle autonomie e sulle altre potestà normative, lo schema di regolamento in esame, nel definire le competenze degli organi ministeriali da esso disciplinati, fa espressamente riferimento in via generale all'esercizio delle funzioni e dei compiti «statali» (articolo 1, comma 1) spettanti al Ministero. Ritiene in ogni caso necessario verificare se questa riforma dell'organizzazione del Ministero e i conseguenti atti attuativi rispettino pienamente, anche da un punto di vista formale, funzioni e compiti che in questa materia sono trasferiti, delegati o comunque attribuiti alle regioni, agli enti locali e alle autonomie funzionali dalle disposizioni che hanno attuato il federalismo amministrativo.


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Segnala, inoltre, che nei documenti trasmessi dalle rappresentanze sindacali sono contenuti diversi rilievi e proposte di modifica relativamente alle politiche per il personale, alle strutture che dipendono direttamente dal Ministro e al numero di personale assegnato agli uffici di gabinetto.
Si riserva infine di formulare una proposta conclusiva all'esito del dibattito.

Marco LION, presidente, rinvia infine il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.15.

SEDE REFERENTE

Martedì 30 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Marco LION. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 13.15.

Agricoltura biologica.
C. 1629 Lion, C. 1695 Bellotti, C. 2545 Lombardi, C. 2604 Governo e C. 2880 Delfino.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame delle proposte di legge, rinviato nella seduta del 17 ottobre 2007.

Marco LION, presidente, fa presente che, come convenuto nell'ultima riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è manifestata l'opportunità di proseguire in sede di Comitato ristretto l'esame del testo unificato, già scelto come testo base nella seduta del 17 ottobre 2007. Sono infatti pervenute ulteriori osservazioni che richiedono una valutazione attenta per meglio definire il testo sul quale procedere alle audizioni.

Massimo Saverio Ennio FUNDARÒ (Verdi), relatore, precisa che - nell'ambito dell'organismo che presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali raggruppa gli operatori del settore - sono state formulate osservazioni con particolare riferimento al sistema dei controlli e delle sanzioni. Al riguardo sottolinea l'opportunità che tali osservazioni siano organicamente valutate in sede ristretta.

La Commissione delibera quindi di procedere alla istituzione di un Comitato ristretto.

Marco LION, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.20 alle 13.25.