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PDL 141

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 141



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato SPINI

Disposizioni per la trasformazione della Galleria del costume di Palazzo Pitti in Firenze in Museo della moda e del costume

Presentata il 28 aprile 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - La Galleria del costume di Palazzo Pitti - facente parte della soprintendenza speciale per il Polo museale fiorentino - è stata inaugurata in data 8 ottobre 1983, sotto la direzione di Kirsten Aschengreen Piacenti, con sede nella Palazzina della Meridiana di Palazzo Pitti, dopo l'annuncio del Ministro per i beni culturali ed ambientali onorevole Nicola Vernola, in data 5 marzo dello stesso anno, con il contributo del Ministero per i beni culturali ed ambientali - stanziamento di lire 180.000.000 sul capitolo 8005 dell'esercizio finanziario del 1984 (perizia n. 2 del 13 aprile 1984), nonché della regione Toscana per lire 50.000.000 e dell'Associazione Amici della Galleria del costume di Palazzo Pitti, sotto la presidenza di Raffaello Torricelli, per lire 170.000.000.
      L'ingente patrimonio fino ad oggi acquisito comprende:

          1) la sezione costume e moda (circa 7.000 opere) composta da:

              abiti funebri restaurati di Cosimo I de' Medici, don Garzia ed Eleonora di Toledo;

              abiti e accessori di moda dal XVIII al XX secolo;

              oggetti legati alla cura della persona;

              costumi teatrali (nucleo più importante dalla donazione di Umberto Tirelli);

              figurini e bozzetti per costumi e tessuti (disegni di Thayaht e figurini di Guidi);

 

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              gioielli (nucleo più importante Wiechmann Savioli);

              indumenti di manifattura orientale.

      (L'acquisizione delle opere sopra elencate, ad eccezione degli abiti medicei e di un nucleo proveniente dai depositi dell'ex-monastero della Crocetta, attuale Museo archeologico nazionale, è avvenuta grazie ad una donazione da parte di privati e di istituzioni, e - in percentuale minore - mediante acquisto diretto da parte del Ministero per i beni culturali ed ambientali);

          2) le collezioni di manufatti tessili passati per competenza sotto la Direzione della Galleria del costume:

              frammenti di tessuti antichi (secoli XIV-XIX);

              parati liturgici della Cappella Palatina;

              Fondaco delle stoffe di Palazzo Pitti (tessuti, galloni, passamanerie provenienti dall'arredo delle sale di Palazzo Pitti, siano state queste ultime rimosse o si trovino ancora in loco);

              collezione degli arazzi provenienti dalle soprintendenze fiorentine;

              collezione dei tappeti di Palazzo Pitti.

      L'attività di studio, di restauro e di esposizione si può riassumere in:

          a) otto rotazioni, ovvero cambiamento, a cadenza biennale/triennale, di tutte le opere esposte, seguendo criteri storico-cronologici o a tema, dopo averle sottoposte ad attenta revisione e diagnosi, e, quando lo si sia ritenuto necessario, a delicati interventi di restauro nell'annesso laboratorio;

          b) oltre venti mostre temporanee (durata da due a sei mesi), incentrate su temi specifici inerenti la moda e il costume, alcune delle quali in altre sedi (come residenze storiche del Fondo per l'ambiente italiano) o dedicate a importanti nuclei pervenuti in donazione. Fra queste ultime si citano le esposizioni dedicate alle donazioni di Umberto Tirelli, il guardaroba di donna Franca Florio, Emilio Pucci, Gianfranco Ferré, Renata Tebaldi, e il salotto alla moda. Tre abiti siciliani del settecento, inoltre, sono stati recentemente acquistati dallo Stato;

          c) ben trentadue pubblicazioni specializzate, edite in occasione degli eventi citati.

      In considerazione del patrimonio e delle attività elencati, si ritiene sia giunto il momento di procedere ad un assetto più adeguato della Galleria stessa in riferimento al ruolo sempre più centrale che è venuta assumendo.

      In considerazione, inoltre, della crescente importanza sia culturale che economica della moda italiana e del suo richiamo turistico verso l'estero, si ritiene opportuno conferire autonomia alla Galleria del costume di Palazzo Pitti trasformandola in Museo della moda e del costume, con sede principale in Firenze.

 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. È istituito il Museo della moda e del costume, di seguito denominato «Museo», con sede in Firenze, al quale sono trasferiti il personale e il patrimonio della Galleria del costume di Palazzo Pitti.

Art. 2.

      1. Al Museo sono attribuiti i seguenti compiti:

          a) raccogliere, conservare, catalogare, restaurare ed esporre materiale ed opere che si riferiscono alla storia della moda e del costume;

          b) effettuare acquisti, scambi e prestiti con altri musei del mondo per l'incremento delle collezioni di moda e di costume esistenti;

          c) promuovere iniziative ed attività culturali idonee a favorire la conoscenza, in Italia e all'estero, del patrimonio conservato dal Museo stesso;

          d) patrocinare eventi culturali volti a valorizzare le creazioni di moda di giovani stilisti.

Art. 3.

      1. Il Museo è organizzato ai sensi di quanto previsto dalla legislazione vigente in materia ed è collocato all'interno del Polo museale fiorentino.

Art. 4.

      1. Il Museo può dotarsi di sedi collocate in altre città italiane, purché in un quadro di programmazione stabilito dalla Direzione

 

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del Museo stesso e assicurando la collaborazione con le rispettive regioni.

Art. 5.

      1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, valutato in 6.000.000 di euro per l'anno 2006 e in 3.000.000 di euro a decorrere dall'anno 2007, si provvede:

          a) quanto a 3.000.000 di euro per l'anno 2006 mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali;

          b) quanto a 3.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008 mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali.

      2. A decorrere dall'anno 2009 si provvede ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.
      3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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