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PDL 1429

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 1429



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato GARAGNANI

Disposizioni per la valorizzazione dell'identità culturale cristiana nella scuola italiana

Presentata il 20 luglio 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - Mai come in questi ultimi tempi l'opinione pubblica italiana si interroga sul proprio futuro in riferimento alla propria identità culturale; la migrazione extra-comunitaria, l'allargamento dell'Unione europea ai Paesi dell'est Europa e il progressivo dilatarsi di un certo fondamentalismo islamico non sufficientemente contrastato dai governi, che solo negli ultimi tempi hanno adottato provvedimenti atti ad arginare l'influenza di questo movimento, chiamano in causa l'occidente, la sua storia e il suo futuro strettamente legati alla tradizione cristiana, che ne definisce l'essenza e ne è elemento costituivo.
      In questo contesto, non può non destare preoccupazione quella sorta di relativismo culturale e di nichilismo etico che, in nome di una presunta tolleranza e rispetto di tradizioni diverse dalle nostre, in realtà rigetta i presupposti della nostra civiltà, omologa tutte le culture in un amalgama indistinto che finisce per penalizzare proprio la nostra storia, il nostro essere italiani ed europei. La scuola è esempio di tutto ciò, come terreno di sperimentazione di un approccio culturale ai temi dell'integrazione che, in nome degli ideali di accoglienza e solidarietà, ha di fatto cancellato nelle giovani generazioni non solo il ricordo del proprio passato, ma anche l'ancoraggio alle proprie radici culturali e spirituali.
      Il fallimento del modello di integrazione delle democrazie nord europee e l'esperienza di Paesi come l'Olanda, la Danimarca e in modo diverso la Francia e la Germania, ove sono aumentate le spinte xenofobe e razziste per effetto di un emergente integralismo islamico che pretende privilegi e diritti senza conseguenti
 

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assunzioni di oneri e, soprattutto, senza il rispetto della legge e delle consuetudini locali, pone il problema per il nostro Paese di una legislazione scolastica che pur nell'affrontare, in modo graduale e rispettoso dei diritti della persona, il problema dell'integrazione dell'immigrazione comunitaria ed extracomunitaria, sappia anche e soprattutto difendere la tradizione culturale italiana per come si è manifestata nel corso dei secoli e proporla, evitando sistematiche denigrazioni o colpevoli dimenticanze, agli studenti di ogni provenienza culturale.
      Questo progetto di legge non intende assolutamente limitare la libertà di insegnamento dei docenti o l'autonomia degli organi collegiali della scuola, ma partendo dall'assunto che la qualità degli studi e la definizione dei programmi nelle loro linee generali non può non interessare la collettività nazionale e di conseguenza lo Stato, proprio in ragione della funzione pubblica della scuola e dei valori che sono in essa trasmessi, si fa carico di definire alcuni princìpi irrinunciabili per le scuole di ogni ordine e grado quali quelli summenzionati. Lo sbandamento culturale dell'attuale momento politico e i nuovi e incessanti fenomeni migratori impongono al legislatore di affrontare in termini di confronto con le altre culture, ma con una precisa assunzione di responsabilità, il problema della difesa della nostra identità culturale, oggi pericolosamente messa a repentaglio da una visione ideologica della società che, come si diceva in precedenza, tende a demonizzare gli elementi costitutivi della nostra identità e a valorizzare solamente le culture diverse dalla nostra, in nome di un cupio dissolvi che non ha precedenti nella nostra epoca. Basti soltanto citare, in questa sede, la vicenda delle celebrazioni del Natale nelle scuole primarie, tradizionalmente caratterizzate dalla predisposizione del Presepe, oggi quasi scomparsa, in parte - occorre riconoscerlo - per una sorta di indifferenza religiosa presente nel nostro Paese come in tutte le realtà del mondo occidentale, ma anche e soprattutto per un orientamento culturale ideologico presente nei settori più politicizzati del corpo docente, che vedono in queste manifestazioni tradizionali millenarie un'offesa alla laicità dello Stato o agli studenti di cultura e religione diversa dalla nostra. Occorre riflettere sul fatto che nelle nostre classi, sempre più multietniche (si prevedono decine di migliaia di studenti extracomunitari per il prossimo anno scolastico), i bambini musulmani sono stati inviati a protestare non dalle famiglie, ma spesso da qualche insegnante italiano scarsamente consapevole del suo senso di appartenenza alla nostra collettività.
      È bene ricordare la giusta riflessione dell'editorialista musulmano Magdi Allam: «Non deve essere consentito di vivere in Italia a chi non rispetta le leggi italiane, non accetta i valori della società italiana e non aderisce alla comune identità nazionale italiana».
      Al riguardo è bene ricordare che l'insegnamento della religione cattolica, basato su una adesione volontaria dello studente, risponde a una esigenza religiosa importante ed essenziale, ma distinta da quella eminentemente culturale e laica che si vorrebbe introdurre nella legislazione italiana in modo vincolante per tutti.
      La presente iniziativa, nella consapevolezza di quanto sopra, propone pertanto che, nell'ambito dell'autonomia scolastica e fatta salva la libertà di insegnamento dei docenti, sia reso esplicitamente obbligatorio nei programmi scolastici quanto già affermato genericamente nella legge n. 53 del 2003, di riforma della scuola: vale a dire, soprattutto nell'insegnamento della lingua e della letteratura italiana e della storia, l'esigenza di assicurare il preciso riferimento ai capisaldi della nostra tradizione culturale, che si riconnette esplicitamente al Cristianesimo.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Al fine di favorire la crescita culturale e spirituale delle giovani generazioni e la piena consapevolezza dell'appartenenza alla tradizione culturale della nazione italiana e all'Europa, nella definizione e nell'attuazione dei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado è assicurato che il punto di riferimento essenziale sia costituito dalla tradizione culturale giudeo-cristiana, quale si è formata nel corso dei secoli.
      2. Nell'ambito dell'esercizio delle facoltà connesse con l'autonomia scolastica e con la libertà di insegnamento dei docenti e degli interventi per l'integrazione dei giovani immigrati e la promozione del dialogo e del confronto con altre culture, realizzati ad ogni livello di istruzione, è assicurato il rispetto del principio di cui al comma 1.


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