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PDL 1633

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 1633



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato PISCITELLO

Istituzione della Giornata nazionale del Braille

Presentata il 13 settembre 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - È a tutti noto che la storia dell'umanità, come dei popoli, delle classi e dei gruppi sociali, è contrassegnata da momenti cardine che segnano svolte radicali e decisive, perché aprono nuove prospettive capaci di ribaltare convinzioni consolidate e di avviare itinerari mai percorsi, di promuovere mutamenti profondi nel tessuto delle relazioni sociali e nel processo di civilizzazione. Si tratta, talvolta, di fenomeni complessi che sono il frutto di movimenti culturali, concezioni politiche e ideologiche o sussulti sociali; talvolta, invece, sono, semplicemente, l'esito di una scoperta, di un'invenzione o dello sviluppo tecnologico che produce risultati destinati a riflettersi sulla mentalità, sul costume, sui comportamenti e su aspetti caratterizzanti della vita individuale e sociale.
      Certamente a pieno titolo può iscriversi tra tali momenti l'ideazione dell'alfabeto tattile per i ciechi, compiuta da Louis Braille nel terzo decennio del XIX Secolo, visto che rappresenta un evento rivoluzionario, una autentica discriminante che, in prospettiva, chiude l'epoca dell'esclusione e apre la strada alla faticosa avanzata verso l'inclusione sociale, al cammino dei minorati della vista verso l'affermazione della loro dignità di uomini, al punto che è stato correttamente affermato che, mentre si è soliti far terminare il Medioevo con la scoperta dell'America, per i ciechi il Medioevo termina con l'invenzione del sistema Braille.
      Il valore del Braille è inestimabile; rappresenta il mezzo di accesso più importante, più efficace e diretto all'uso della lingua scritta per la comunità dei non vedenti. Lo sviluppo del linguaggio di Louis Braille e la diffusione del suo metodo durante il 1800 ha costituito una grande conquista culturale che ha permesso
 

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di superare i fattori di isolamento e preclusione alla partecipazione attiva alla vita culturale dei non vedenti. Ancora oggi questo sistema costituisce lo strumento essenziale per l'educazione, il lavoro, la cultura e il tempo libero per tutte le persone minorate della vista.
      Sappiamo come, nella storia della civiltà, l'umanità abbia sviluppato vari linguaggi scritti per mantenere viva la propria lingua e trasmettere pensieri ed esperienze; la capacità di penetrare nei codici di linguaggio delle grandi culture del passato, con la possibilità di capirli e interpretarli, ha costituito un passaggio fondamentale nell'allargamento delle conoscenze dell'intera umanità, capace di cambiare la stessa visione del mondo.
      Prima dell'affermazione e della diffusione del nuovo metodo di scrittura e di lettura, il traguardo dell'emancipazione culturale e sociale, per i ciechi, era una eccezione che confermava, drammaticamente, la regola di una costante e completa emarginazione da qualsiasi fonte di conoscenza e sapere.
      E fu proprio in questo tipo di condizioni sociali che il giovanissimo Louis Braille nato nel 1809 e rimasto completamente cieco in tenera età, in seguito all'aggravarsi di un incidente, avvenuto presso l'officina del padre sellaio, si trovò a frequentare l'Institution des Jeunes Aveugles a Parigi, diretto da Valentin Haiuy - uno dei primi centri specializzati per persone non vedenti. L'accesso alla lettura era reso possibile dall'utilizzazione di alcuni testi scritti con il metodo ideato dal fondatore dell'istituto, che consisteva nella riproduzione, a rilievo, delle normali lettere dell'alfabeto usato dai vedenti. La lettura, però, era lenta e faticosa: gli atti percettivo-motori compiuti dalla mano per seguire le linee continue delle singole lettere erano troppo numerosi e rappresentavano un ostacolo pressoché insormontabile per la comprensione della parola e della frase. I libri erano assai voluminosi, costosi e rari, se è vero che presso la biblioteca dell'Istituto erano disponibili, allora, solo quattordici volumi. Inoltre, il metodo non permetteva alle persone di scrivere.
      Probabilmente Louis Braille non conosceva tutti i sistemi che nel passato erano stati escogitati per permettere ai ciechi di leggere, ma, nel corso delle sue instancabili ricerche, s'imbatté in quello che più di ogni altro poteva suggerirgli la soluzione del problema. Infatti, ebbe l'occasione di incontrare Charles Barbier de la Serre, un militare che aveva escogitato un sistema di scrittura notturna, che avrebbe dovuto consentire ai soldati di scambiarsi messaggi nell'oscurità, senza dover accendere lumi, che avrebbero subito attirato l'attenzione e i proiettili del nemico.
      L'invenzione di Barbier non ebbe fortuna nell'esercito, ma attirò l'attenzione di Louis Braille, perché utilizzava combinazioni di punti in rilievo per riprodurre i diversi fonemi della lingua francese.
      Braille modificò radicalmente il sistema di Barbier, riducendo il numero dei punti e realizzando un complesso di combinazioni di punti, che potevano essere agevolmente riconosciute al tatto e identificavano ogni singolo carattere dell'alfabeto, lettera o numero.
      Nacque, così, il sistema Braille che può essere utilizzato per rendere in rilievo C4 qualsiasi alfabeto, i segni di interpunzione, i numeri e le note musicali, con le relative segnografie. Nel 1825, a soli sedici anni, Louis Braille aveva codificato l'alfabeto, nel 1828 risolse i problemi riguardanti la musica, lui già abile suonatore di organo, e nel 1829 completò il primo manuale del suo sistema, comprensivo di un'estensione del metodo per la matematica (Nemeth Braille). Nel 1834 il sistema Braille fu presentato all'Esposizione internazionale dell'industria di Parigi e persino il Re Luigi Filippo volle vederlo, senza peraltro comprenderne appieno l'importanza. Nel 1837 fu pubblicato il primo manuale scolastico in caratteri Braille, una storia di Francia in tre volumi.
      Louis Braille era ormai diventato uno stimato insegnante e musicista, ma da tempo era malato a causa delle dure condizioni di vita che decimavano letteralmente gli allievi e gli insegnanti della
 

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scuola. Morì nel gennaio del 1852 a soli quarantatre anni di età. Dal 1952 è sepolto presso il Pantheon a Parigi.
      Ha scritto W. J. Ong (1986) che «la scrittura, come tecnologia della parola, è stata uno degli eventi di maggiore importanza nella storia delle invenzioni tecnologiche dell'uomo, poiché ha trasformato pensiero e discorso», essa ha fornito, cioè, attraverso l'alfabeto, un sistema di segni mediante la cui lettura e il cui ripensamento l'uomo diventa consapevole di sé, nella misura in cui, dando corpo alla parola, veicolo indispensabile del pensiero, rende, per così dire, visibile il pensiero stesso, oggettivandolo e immettendolo, al tempo stesso, nei canali della comunicazione intersoggettiva.
      Da questo punto di vista, l'invenzione di un codice specifico per i ciechi, perfezionata tra il 1824 e il 1829, ha consentito loro di integrarsi nel processo di civilizzazione, ponendo le basi per la soluzione di un problema di ampia portata sociale e compiendo, pertanto, una operazione autenticamente rivoluzionaria.
      Sono trascorsi soltanto centocinquanta anni dalla scomparsa di Braille, ma il cammino percorso dai ciechi grazie alla sua invenzione è semplicemente miracoloso.
      Il sistema non fu avversato solamente all'inizio, ma ebbe nel tempo molti acerrimi critici, che ne denunciavano le presunte carenze. In verità, chi osteggiava il sistema Braille lo faceva soprattutto perché ritendolo una scrittura crittografica, che contribuiva all'isolamento dei ciechi, rendeva difficile la comunicazione per il non vedente che non intendeva apprenderlo.
      Tuttavia, la maggior parte dei ciechi non vi ha mai rinunciato, poiché esso si è dimostrato molto adattabile ai cambiamenti nel tempo. Scritto inizialmente a mano con tavoletta e punteruolo, punto dopo punto, battuto poi sulla carta da macchine dattilografiche speciali, oggi viene impresso da veloci e precise stampanti. Esso viene utilizzato in modo efficacissimo dai terminali tattili direttamente collegati con i computer, consentendo la lettura e la navigazione telematica in tempo reale.
      Il sistema Braille ha dunque rappresentato una tappa fondamentale verso il superamento di una condizione di isolamento e di preclusione all'accesso alle informazioni e alla partecipazione attiva e alla vita culturale dei non vedenti.
      Alla luce di quanto sopra espresso - e alla luce anche di altre iniziative come quella delle Poste italiane che nel 2004 hanno emesso uno speciale francobollo commemorativo - la presente proposta di legge intende istituire una Giornata nazionale per richiamare il ricordo e per attivare iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul valore del sistema di lettura e scrittura Braille. La ricorrenza è prevista per il 21 febbraio di ogni anno, vale a dire nello stesso giorno che l'UNESCO dedica alla lingua madre di ciascun popolo, occasione che sottolinea l'universale utilità e l'importanza che tale sistema ancora oggi riveste per tutti i minorati della vista. Nonostante il sempre più rapido cambiamento dei tempi, l'evoluzione dei metodi didattici, l'accrescersi delle esigenze professionali e il modificarsi delle abitudini delle persone, la scrittura non potrà mai tramontare, anche se perpetuata in forme diverse, così come il Braille rimarrà per molto tempo ancora il mezzo fondamentale per l'educazione, il lavoro, la cultura e il tempo libero delle persone non vedenti.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. È istituita la «Giornata nazionale del Braille» che si celebra il 21 febbraio di ogni anno, al fine di sensibilizzazione l'opinione pubblica nei confronti dei soggetti non vedenti.
      2. La ricorrenza di cui al comma 1 del presente articolo è considerata solennità civile ai sensi dell'articolo 3 della legge 27 maggio 1949, n. 260, e non determina riduzione dell'orario di lavoro negli uffici pubblici né, qualora cada nei giorni feriali, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado, ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge 5 marzo 1977, n. 54.

Art. 2.

      1. In occasione della Giornata nazionale di cui all'articolo 1, le amministrazioni pubbliche e gli altri enti e organismi operanti nel settore sociale si impegnano a promuovere, attraverso idonee iniziative di sensibilizzazione e solidarietà e la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti nelle scuole e nei principali mass-media, l'attenzione e l'informazione sull'importanza che il sistema Braille riveste nella vita delle persone non vedenti e di quanti sono coinvolti direttamente o indirettamente nelle vicende delle medesime persone, al fine di sviluppare politiche pubbliche e private che allarghino le possibilità di reale inclusione sociale e di accesso alla cultura e all'informazione per tutti coloro che soffrono di minorazioni visive.

Art. 3.

      1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.


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